lunedì 26 settembre 2016

Dittatura e democrazia. Chi comanda qui?


Come spesso mi capita, mi sono ritrovato a confrontarmi con un “quivis de populo”, a proposito di un argomento spinoso: la dittatura. Il quivis era un quasi settantenne che, mentre accendeva la sua ennesima sigaretta, ha detto (col tono sprezzante di chi la sa lunga) “Ci vorrebbe Mussolini per sistemare le cose…” Io ormai non discuto più su certi argomenti, soprattutto con gli anziani. Loro hanno avuto una vita per pensarla in quel modo, se fosse stato un giovane, forse avrei battagliato, come faccio costantemente sui social (anche s questo concetto, maree di riflessioni e presunte psicologie della domenica). Cmq ci ho pensato, in effetti, la dittatura potrebbe essere una soluzione al tracollo economico e morale in cui stiamo affondando. Il mio cervello è come una macchina a gasolio, ci mette un po’ a carburare, ma ancora va...
Allora, scegliere la via della dittatura, è come pretendere di decidere un parcheggio con la roulette russa. pistola alla mano, caricata ad intervalli, naturalmente puntata alla tempia,. Insomma, chi ha visto il film “Il cacciatore”, sa di cosa parlo. Se ti va bene non ti becchi la pallottola, altrimenti, semplicemente, muori. Lo stesso vale col dittatore, può capitarti quello morbido (Castro e Peron), oppure quello duro, durissimo, acciaio (Stalin, Hitler). I dittatori citati sono uno per la sinistra, uno per la destra. Insomma, col dittatore morbido puoi convivere, se te ne stai sulle tue la polizia politica non ti viene a cercare. Se trovi il dittatore duro, spesso psicopatico, la tua vita ha meno valore della tazza incollata che mi ritrovo dinanzi, ovvero zero.
Tutta la filosofia politica nel 700’ e dell’800 si è arrovellata su questo dilemma, sino a quanto non hanno prevalso le teorie di Montesquieu, ovvero il c.d. “mostro a tre teste”, uno stato fondato su tre poteri indipendenti l’uno dall’altro, in cui ciascuno sarebbe stato il controllore e il controllato: il “potere legislativo” (fare le leggi), il “potere esecutivo” (farle eseguire) e il “potere giudiziario” (giudicarne i trasgressori). Condizione imprenscindibile per l'esercizio della libertà del cittadino, è che questi tre poteri restino nettamente separati. Le democrazie occidentali, grosso modo, si fondano sul pensiero di Montesquieu, che temeva il potere nelle mani di un sol uomo, oppure a disposizione di un ristretto pugno di uomini. Lo devo ammettere mio malgrado, anch’io preferisco la tripartizione dei poteri, che anche i sovrani, per quanto illuminati, poi si spengono, ed allora cala la notte sul popolo e sui popoli (l’esempio di Gheddafi è perfetto, da liberatore integro, si è trasformato in un terrorista alcolizzato, cocainomane e pervertito, che oltre alle donne violentava il suo popolo, regolarmente).
Dunque, il problema che mi pongo è questo. Montesquieu poneva come condizione fondamentale per la democrazia l’assoluta separazione dei poteri, e soprattutto non immaginava ulteriori poteri esterni rispetto al potere istituzionalizzato. Da quando le multinazionali hanno capito che dei dittatori non ci si può fidare, hanno cominciato a pressare sui tre poteri (immaginiamo, negli USA, come le lobby delle armi stiano tenendo in scacco un’intera nazione). Soprattutto, Montesquieu non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe arrivato il famoso “quarto potere”, ovvero il potere dei mass media, capace d’imbrigliare un popolo come accade da noi, mass media controllati da gruppi di pressione, poteri occulti, poteri istituzionalizzati.
Dunque, in definitiva, e per chiudere il cerchio, chi si accontenta gode. Viviamo in una democrazia inquinata, ma è senz’altro meglio che essere schiacciati dallo stivale del pazzo di turno. Tuttavia, credere che il potere appartenga al popolo, è una favola a cui nemmeno mio figlio di neanche due anni crederebbe. Che poi, anche se si trovasse il c.d. “dittatore illuminato”, verrebbe presto ammazzato, perché il potere economico e finanziario non vuole persone “illuminate”, vuole marionette, servi, che gestiscano il potere mantenendo un minimo di decoro. Insomma, per dirla con Silvano Agosti, “o ci rendiamo conto di questo, o siete tutti morti.” Quindi, non ha senso nemmeno idealizzare un possibile “dux” che risistemerebbe le cose, perché se potere chiama potere, si venderebbe, oppure farebbe la fine di JFK quando pensò di mettere le mani sulla CIA. E vi sto parlando di un Presidente USA, mica del povero Salvador Allende. Il che, è tutto dire.

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