Ormai, giunto a
questo livello di assuefazione da gas propano, riconosco la gente che incontro
per strada dalla bombola che prende.
Ed ecco la Signora bombola nera da 15 Kg, ho perso il conto di quante volte son
salito a casa sua, all'ultimo piano.
Ed ecco quell'altro, sulle strisce pedonali, quello della bombola verde in
giardino. Un altro, il signor bombola da 20 Kg, cafone maleducato, questo l'ho incontrato
al bar l'altro giorno.
Altre persone, invece, a prima vista non le ricordo; ed ecco che mi becco un esempio andando in tabaccheria.
Quello si sbraccia in saluti, io resto ammutolito, o mi guardo alle spalle,
pensando stia salutando un altro.
Poi, se quello insiste, magari mi dice "non ti ricordi? Mi porti sempre la
bombola!”
E io no, che non mi ricordo. Quindi gli chiedo indirizzo, cognome nel citofono e che tipo di bombola prende.
Solo quando si qualifica, ricordo tutto di lui.
"Il suo cane? È stato operato? Mi dispiace ancora per sua moglie, il fatto
che sia morta è molto triste. Si ricordi che dobbiamo cambiare il flessibile
della centralina, la prossima volta"
Tutto ciò che vedo, chi vedo, son piani di scale, cucina sudicia, bombola al
sole in balcone. Ogni persona ha
i suoi dettagli, tutti i dettagli di come tratta la bombola.
Tra le persone vedo bombole grigie, bombole verdi, nere o gialle. Bombole nuove, altre vecchie. Alcuni clienti hanno i capelli biondo-Sardagas, altri nero-Liquigas. Altri, anziani, i capelli grigio-Agipgas.
Tutto, in un
modo o nell'altro, è riconducibile alla bombola. Ora vado a
cercare un bravo psichiatra.
Matteo Girina
Matteo Girina
Nessun commento:
Posta un commento