La Nuova Sardegna.
Il leader di Possibile contro la
revisione della Carta: il No anche per frenare certe derive di Renzi Civati: se
passa il Sì mortificate le Regioni
ORISTANO Ha dovuto rinunciare
all’ultimo momento alla tappa sarda del tour RiCostituente: Pippo Civati,
leader di Possibile, ha comunque voluto lanciare il proprio messaggio
agli elettori dell’isola. Civati, siamo allo sprint finale. Come convincere gli
indecisi? «Noi manterremo un profilo serio e rigoroso. Vedo che anche gli
argomenti da “fine del mondo” sono rientrati. Si vota sulla Costituzione: bisogna
spiegare che abbiano una Costituzione buona che rischia di essere peggiorata da
una riforma molto imprecisa, contradditoria, sbilanciata, raffazzonata, che
mette insieme pezzi diversi, che si dimentica delle Regioni a Statuto speciale,
che mortifica le Regioni a statuto ordinario, che crea un Senato di consiglieri
regionali».
Il clima è sempre teso... «Vedo
molto nervosismo da parte di Renzi, che sta bruciando tutti gli eventuali
competitori perché vuole rimanere a Palazzo Chigi. Manda segnali per cercare di
spaventare le persone, ma in realtà l’unico spaventato è lui perché ha
combinato un disastro in questa campagna referendaria che ha trasformato in
campagna elettorale, caricandola di un significato che la Costituzione non deve
avere. Non deve dividere il paese». Condivide i timori di un minore potere
decisionale, soprattutto in campo energetico, per Regioni come la Sardegna?
«Il rischio c’è, a prescindere dal
referendum. Da troppo tempo abbiamo governi che sul fronte energetico sono
molto tradizionalisti e molto impositivi. Renzi ha prodotto lo Sblocca Italia,
che folgora le autonomie, che decide, si sostituisce. Ed è lo spirito che ha
cercato di imporre anche nel testo di riforma costituzionale.
La Sardegna è Regione a statuto speciale, e questo la distingue dalle altre, ma allo stesso tempo la mantiene nel calderone della cosiddetta riforma. Il no serve anche a frenare certe derive sul piano culturale, certi atteggiamenti governativi che Renzi incarna completamente, non come personaggio politico, ma come cultura più generale. L’idea che si debba decidere imponendo le soluzioni è una follia in un paese così articolato, con delle specificità regionali. Avremmo dovuto immaginare stagione politica della collaborazione».
La Sardegna è Regione a statuto speciale, e questo la distingue dalle altre, ma allo stesso tempo la mantiene nel calderone della cosiddetta riforma. Il no serve anche a frenare certe derive sul piano culturale, certi atteggiamenti governativi che Renzi incarna completamente, non come personaggio politico, ma come cultura più generale. L’idea che si debba decidere imponendo le soluzioni è una follia in un paese così articolato, con delle specificità regionali. Avremmo dovuto immaginare stagione politica della collaborazione».
Suddividere il referendum in più
quesiti sarebbe stato utile? «Se fossero state fatte delle leggi di riforma
costituzionale separate tra di loro, probabilmente a questo referendum non
saremmo mai arrivati. Avremmo votato con una maggioranza
più larga delle misure che potevano essere puntuali, non una specie di riforma
mostruosa nella quale ci sono mille aspetti diversi, peraltro in contrasto tra
di loro. Avremmo potuto fare un cammino parlamentare più composto, senza questa
contrapposizione feroce e senza confondere i cittadini. Lo capisce anche un
bambino, avrebbe dovuto capirlo Renzi e avrebbe dovuto vigilare di più
Napolitano».
Se vince il no, cosa deve fare
Renzi? «Deve fare quello che non ha fatto in questi mesi: essere responsabile.
Lui comunque guida una maggioranza e la maggioranza non cambierà. L’unico che
potrebbe ricongiungersi, con i suoi amici più cari Alfano e Verdini, è
Berlusconi, ma tutto il resto rimarrebbe uguale. Non vedo un ingresso in
maggioranza di 5Stelle, Lega o Civati».
Quindi non si deve dimettere? «Se
non c’è il governo Renzi, c’è il governo di un amico di Renzi sostenuto da
Renzi. Non vedo la differenza o la diffeRenzi, come direbbe lui con i giochi di
parole che gli piacciono tanto».
di Roberto Petretto
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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