Unione Sarda
C'è Xi Jinping, stato di allerta. Mercoledì
e giovedì incontro con Renzi e Pigliaru. Tappa a Nora, poi vertice al “Forte”. Per
la visita del presidente cinese blindati aeroporto e strade
Gli hanno vietato persino di ammirare il
paesaggio. Colpa di uno stato di allerta che durerà 24 ore. Perché Xi Jinping
avrebbe voluto iniziare il suo viaggio dal belvedere di Monte Urpinu e godere
della splendida vista su Cagliari, un panorama
di cui devono avergli parlato i numerosi delegati del governo di Pechino che da
settimane preparano il terreno alla storica visita in Sardegna.
Invece, il
presidente della Repubblica popolare cinese che mercoledì atterrerà
all'aeroporto di Elmas punterà dritto verso sud, protagonista di un
dispiegamento di forze che richiamerà nell'Isola anche i Nocs per garantire l'incolumità
di uno degli uomini più potenti della Terra e dell'intera delegazione al suo
seguito: famiglia, 12 ministri e uomini d'affari. A fare gli onori di casa il
governatore, Francesco Pigliaru.
IL CORTEO Dopo l'atterraggio previsto per
le 14,30, il presidente cinese prenderà posto su uno dei 20 blindati e verrà
scortato fino al sito archeologico dell'antica città di
Nora per poi proseguire verso il Forte Village. Un percorso di circa 52
chilometri che per poco meno di due ore sarà vietato ai comuni mortali.
Blocchi lungo il tratto della 130 fino al chilometro zero della 195 e poi al
bivio per Pula con probabile divieto d'accesso persino alle famiglie che
abitano le villette con affaccio sulla Statale.
Non sono previste soste intermedie:
Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan pranzeranno a bordo del loro Boeing e, dopo
la visita a Nora, si rifugeranno al “Forte” per l'incontro con il premier
Matteo Renzi, il ministro Dario Franceschini e l'ambasciatore italiano in Cina, il
sardo Ettore Sequi che atterreranno a Elmas qualche minuto dopo la delegazione
cinese.
«Lo spazio aereo sopra il presidente verrà
chiuso» spiega Marco Di Giugno, direttore regionale dell'Enac. Un divieto
itinerante, come una nuvola, che cesserà alle 8,30 di giovedì quando Xi Jinping
ripartirà.
NO FLY ZONE Le misure straordinarie
verranno messe a punto durante il vertice di domani e provocheranno inevitabili
disagi. Mentre in aeroporto i voli non dovrebbero subire ritardi (intorno alle
14,30 di mercoledì e alle 8,30 di giovedì nessun
altro aereo dovrebbe decollare o atterrare nella pista cagliaritana) i problemi
saranno legati alla viabilità. Le aziende che si trovano lungo il percorso
blindato dovrebbero ricevere una lettera in cui vengono indicati gli orari proibiti,
ma il programma (che ha già subito numerose modifiche) potrebbe cambiare
ancora. Dalla prefettura nessuna comunicazione ufficiale.
Mariella Careddu
La Nuova
Soru e Bruno attaccano l’assessore Deiana:
«Scelte sbagliate, chi non ha coraggio vada a casa» «Low cost, subito
gli incentivi»
ALGHERO «Chi non ha coraggio se ne vada a
casa». Doveva essere un incontro per spiegare le ragioni del sì al
referendum del 4 dicembre, ma per il sindaco di Alghero Mario Bruno ogni
occasione è buona per rilanciare il pressing del territorio nei confronti della
Regione. E nel caso ci fossero dubbi, il sindaco chiarisce subito.
«Mi riferisco a Massimo Deiana». Tirando
in ballo l’assessore regionale dei Trasporti, Bruno ha completamente stravolto
la scaletta dell’appuntamento organizzato dal comitato referendario cittadino e
coordinato dal consigliere comunale Pietro Sartore. Salutati i deputati
Francesco Sanna e Irene Tinagli, che hanno parlato di riforma e sono scappati
per andare a prendere l’ultimo aereo disponibile (neanche a farlo apposta),
nella sala conferenze de
Lo Quarter sono volati gli stracci.
«Bisogna fare subito una legge per gli
incentivi, sapendo che così si fanno gli interessi della Sardegna e non di un partito
o di un capocorrente», è la sparata ad alzo zero del sindaco, che non
contribuirà certamente a rasserenare il clima in casa democratica. Per quanto
forti, le parole di Mario Bruno sono state solo un buffetto rispetto alle
affermazioni al vetriolo di Renato Soru, eurodeputato, ex presidente della
Regione ed ex segretario regionale del Pd.
«Non c’è proprio nulla da aspettare,
l’Europa ha già detto quello che si deve fare dal 2012 – ha detto Soru – non
capisco come mai non sia ancora entrato nelle loro teste». Toni fortissimi, da regolamento
dei conti interno al partito. D’altronde, insiste il parlamentare europeo,
«sono sempre stato fortemente critico nei confronti delle politiche dei
trasporti di questa giunta». E rincara. «Si fanno scelte che portano indietro
l’intero sistema».
Almeno per tre motivi. Il primo. «Si sta
rinunciando alla continuità territoriale 2, che permetteva all’isola di essere
in una rete più ampia – spiega – che consentirebbe di sentire solo i benefici
della condizione insulare, ma senza l’isolamento». Il secondo. «La tariffa
unica sulla continuità territoriale 1 ai sardi costa una marea di soldi, circa
300 euro per ogni passeggero che arriva». E allora, insiste l’ex governatore
regionale per spiegare la terza ragione della sua ostilità verso le scelte della giunta Pigliaru,
«forse conviene utilizzare quei soldi per investire nel low cost e nei
collegamenti internazionali, che al massimo costano 9 euro a passeggero». Il 28
novembre scade l’ennesima proroga per la ricapitalizzazione di Sogeaal.
Un appuntamento che la società, i suoi
dipendenti e tutto il territorio possono affrontare con un briciolo in più
di serenità, rispetto all’ultima volta. «La ricapitalizzazione della società è
legge della Regione», assicura il consigliere regionale Salvatore Demontis. E
ora, annuncia, «sotto con gli incentivi al low cost, per cui esiste già un progetto
di legge di iniziativa regionale».
di Gian Mario Sias
All’incontro organizzato da Assadakah la
denuncia della Prefettura: «Accoglienza ok, ma non c’è il passo successivo» Migranti,
l’integrazione può attendere.
CAGLIARI L’accoglienza funziona ma dopo
quella c’è il nulla, centinaia di ragazzi africani che vagano nelle città e nei
paesi dell’isola senza una prospettiva di lavoro, un progetto che li aiuti a
sentirsi parte attiva della comunità sarda. La denuncia è arrivata dalla viceprefetto
Carolina Bellantoni e dalla deputata del Pd e sindaca di Sadali Romina Mura
all’incontro organizzato dall’associazione Assadakah in chiusura del progetto
Migr@ntes, che ieri ha coinvolto in una mattinata di grande interesse, nella
sala del cinema Odissea, un centinaio di studenti delle scuole superiori e una
piccola folla di giovani migranti. La dirigente statale - che ha partecipato al
posto del prefetto Giuliana Perrotta - ha descritto senza enfasi e con apprezzabile
realismo la situazione dell’immigrazione in Sardegna, mettendo in luce il netto
divario tra la prima e la seconda accoglienza.
«Non c’è un passaggio sicuro tra il
momento in cui i migranti sbarcano a Cagliari e la fase successiva - ha
spiegato - servono progetti. Il problema è questo e nessun altro, perché se in Germania
sono stati accolti un milione di migranti in un anno, l’Italia si è fatta
carico di 450 mila arrivi nell’arco di tre anni.
Quindi il tempo per evitare i ghetti e le
situazioni di isolamento ci sarebbe stato e c’è ancora». Le regole non mancano:
i migranti dovrebbero restare nelle strutture di prima accoglienza per un
massimo di sessanta giorni. Invece sono costretti a viverci a lungo. Un esempio? Sadali, dove - come ha riferito
la sindaca Mura - un’ottantina di ragazzi africani vive un’esistenza vuota,
malgrado le basi per un’integrazione reale ci fossero
tutte.
C’è poi il problema dei minorenni, che
arrivano in Europa e in Sardegna soli, senza i genitori: avrebbero diritto a
strutture dedicate, non sempre si trovano perché malgrado l’intensità dei
flussi migratori si continua a navigare a vista. «Serve una politica europea -
ha confermato la parlamentare - un piano che garantisca opportunità di
inserimento per questi nuovi cittadini».
Quelli che nell’emozionante docufilm realizzato
da Alessandro Mura e Carlo Licheri, proiettato ieri in apertura dei lavori,
mostrano di avere ogni intenzione di superare la difficile fase dell’approccio
dopo-sbarco per entrare con entusiasmo nel mondo occidentale e che invece sono
condannati a una silenziosa emarginazione anche in città non certo ostili come
Sassari e Cagliari. Quegli stessi ragazzi che spesso - come ha denunciato
Raimondo Schiavone, presidente di Assadakah - vengono usati dalla politica come
strumenti per cercare consenso. Il dato positivo resta la condotta dell’Italia
sotto il profilo del soccorso:
«L’operazione Tryton coinvolge la Sardegna
come porto di destinazione perché è tra i più vicini e più sicuri – ha spiegato
ancora il viceprefetto Bellantoni – chi chiede che i migranti vengano dirottati
in Francia e Spagna non conosce le leggi del mare e chi pensa a un sistema di
accoglienza in difficoltà sbaglia, perché in questi tre anni abbiamo imparato
un lavoro nuovo ed ora lo svolgiamo con entusiasmo.
Agli sbarchi più impegnativi - ha detto
ancora la dirigente - hanno partecipato anche 400 operatori, tutti gratis,
senza che venga pagata un’ora di straordinario, nelle feste e alla domenica. E
tanti volontari, la cui presenza è un grande aiuto. In più molti giovani neri
vengono in porto a dare una mano a chi è sbarcato dopo di loro. Una cosa
bellissima».
di Mauro Lissia
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