Questa mattina ho accompagnato Adriano a scuola,
finalmente dopo tanti giorni di sospensione delle attività scolastiche a causa
del terremoto. Ne sono stata contenta, perché so che la ripresa delle abitudini
quotidiane non può che far bene a bambini spaventati e disorientati dallo
sconquasso e dalla paura che ci ha travolti in questi giorni. Eppure, certo,
ero anche un po' inquieta, perché sappiamo tutti che la scossa può arrivare in
qualsiasi momento, che non possiamo sapere di quale magnitudo sarà, dove sarà
l'epicentro, se gli edifici che hanno resistito alle scosse precedenti
resisteranno anche eventualmente a quella che potrebbe venire.
E' rassicurante sapere che nessuna scuola tra quelle che hanno riaperto oggi e riapriranno nei prossimi giorni ha avuto danni strutturali, e che bastano pochissimi interventi di manutenzione per ripristinare le condizioni per continuare ad usare gli edifici.
E' rassicurante sapere che nessuna scuola tra quelle che hanno riaperto oggi e riapriranno nei prossimi giorni ha avuto danni strutturali, e che bastano pochissimi interventi di manutenzione per ripristinare le condizioni per continuare ad usare gli edifici.
Eppure sappiamo tutti che le scuole nel nostro paese sono ancora troppo vulnerabili: alcuni edifici sono vecchi e in Umbria solo il 18 percento sono stati costruiti dopo l'entrata in vigore dell'ultima normativa sulla prevenzione del rischio sismico. Non tutte hanno avuto la verifica di vulnerabilità antisismica.
E' una situazione che conosciamo oggi, ma che conoscevamo anche il giorno prima del terremoto. Allora, mentre i nostri bambini recuperano la loro quotidianità in scuole che comunque sono state controllate e ricontrollate dai tecnici del Comune, senza farsi governare solo dalle emozioni, e in particolare della paura, credo che dovremmo chiedere almeno 3 cose, alle istituzioni locali e al governo nazionale.
La prima: si faccia la verifica di
vulnerabilità in tutte le scuole in cui non è ancora stata fatta in tempi molto
veloci. Il Comune dia subito gli incarichi ai tecnici, proceda spedito. Se
servono risorse possiamo rivedere insieme il bilancio in Consiglio Comunale per
capire a quali altri capitoli sottrarle. Anche l'opposizione sarebbe
disponibile a collaborare in tal senso. Almeno per quanto riguarda la
sottoscritta.
La seconda: il Comune non ha risorse
proprie sufficienti per fare quello che in cuor proprio ogni genitore
suggerisce: costruire nuove scuole al posto di quelle vecchie in ogni angolo
della città. Però ha delle risorse che possono essere utili a fare molti
interventi di miglioramento sismico e di rafforzamento degli edifici. Si farà
una rotatoria in meno, ci saranno più buche sulle strade, lasceremo indietro
qualche progetto che era stato già programmato e finanziato, ma pazienza. Credo
che la città saprebbe riconoscere il valore di una revisione del piano delle
opere pubbliche che cambi le priorità in questo momento. Un paio di anni fa
contestai la scelta di contrarre dei mutui per fare gli asfalti delle strade.
Dissi che sarebbe stato meglio indebitarsi per fare investimenti più
importanti. Ora lasciamo stare la polemica politica che non serve a nulla
(ognuno di noi, maggioranza e opposizione, ha in alcuni momenti sottovalutato
la questione dell'edilizia scolastica) e procediamo: tutti le parti del
programma di manutenzione straordinaria delle strade che non siano già stati
appaltati vengano sospese e utilizziamo quelle risorse per fare interventi
sulle scuole. E se serve (credo che sia possibile) contraiamo nuovi mutui.
Chiediamo anche alla Regione di sostenerci: non ho dubbi che sarebbe
disponibile. Anche questa revisione va affrontata prima della fine dell'anno,
con una discussione in trasparenza in Consiglio Comunale.
La terza: Matteo Renzi dice ogni giorno
che la questione sicurezza nelle scuole è una priorità che faremo valere in
sede europea, non computando quelle nei parametri del patto di stabilità. Bene.
Ma questo non può essere solo uno slogan: dobbiamo sapere che nell'immediato
c'è una legge di bilancio che andrà in discussione in aula il 24 novembre.
Studiamola in maniera approfondita, organizziamo un'assemblea pubblica per
spiegarla e creare consapevolezza. Chiediamo che i Sindaci del nostro
territorio convochino immediatamente tutti i parlamentari eletti in Umbria:
servono risorse certe e un canale preferenziale per i comuni dentro e intorno
al cratere sismico degli ultimi terremoti per la costruzione di nuovi edifici
scolastici. La dico con una battuta, ma la penso davvero: se devo scegliere tra
pagare la mora per una cartella di equitalia e la sicurezza nelle scuole, io
scelgo la seconda. Non ci sono alibi, perché ci sono molte risorse che il
Governo sta investendo negli ambiti più disparati e che possono essere
immediatamente messe a disposizione dei Comuni per sanare velocemente - non
vogliamo un piano ventennale che comincia con piccoli stanziamenti, ma invece
al contrario uno che cominci con un gigantesco stanziamento già nel 2017 - una
situazione che è diventata davvero intollerabile.
Questo è ciò che chiederò
giovedì in Consiglio Comunale e che ho già suggerito ieri al Sindaco insieme ad
altri colleghi di altre forze politiche. Se avete suggerimenti, prima di
giovedì, basta inviarmeli e li prenderò in considerazione.
Elisabetta Piccolotti
Esecutivo Nazionale Sinistra
Italiana.
Cittadina delle zone
terremotate.
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