La Nuova
Renzi, pronta una lettera per le famiglie
italiane
ROMA «La maggioranza silenziosa degli
italiani sta con noi», «i sondaggi vedono il No in vantaggio ed è perfetto
visto la sfortuna che portano». Matteo Renzi continua ad
ostentare ottimismo sul referendum ma intanto continua a girare come una
trottola per l’Italia per convincere gli indecisi, dai quali dipenderà l’esito
finale della partita del 4 dicembre.
E, dopo la lettera inviata agli italiani all’estero,
ora prepara un’altra missiva diretta alle famiglie italiane. Dovrebbe arrivare
nel fine settimana o al massimo all’inizio della prossima per spiegare nel
dettaglio il contenuto della riforma Boschi, facendo intendere che il ddl
costituzionale vuol dire cambiamento, il No invece equivale a restare nella
palude. La strategia per il «rush finale» messa in piedi a Palazzo Chigi
prevede di «blindare» militanti ed elettori del Pd, utilizzando gli elenchi di coloro
che hanno votato alle primarie, per convincere indecisi e chi nel Pd segue la
minoranza a votare per il Sì.
Abbandonando Massimo D’Alema e Pier Luigi
Bersani impegnati attivamente per far vincere il No. «Sarebbe una forzatura,
del resto è assurdo il tono che sta usando in questi giorni il presidente del
Consiglio», commenta il bersaniano Zoggia. Ma l’attivismo del premier scatena
nuove polemiche con l’opposizione all’attacco per la crescita della spread,
tornato a quota 180, lo stesso raggiunto il 24 giugno, dopo la Brexit.
L’aumento dello spread? «È ovvio se c’è incertezza, non è una minaccia ma una constatazione»,
dice infatti il premier.
«Tutti i ministri degli Esteri europei
sono preoccupati», rincara da Bruxelles il titolare della Farnesina, Paolo
Gentiloni. Parole che fanno imbestialire Renato Brunetta che accusa Renzi di
essere un «irresponsabile» e di «aizzare la speculazione internazionale
sull’Italia prestando il fianco agli avvoltoi pronti a colpire ad ogni
incertezza».
«Renzi è la vera causa dell’instabilità e
dello spread. Con la vittoria del No nessuna instabilità se non per la
vacillante poltrona di Renzi», rincara su Twitter Danilo Toninelli, del M5S.
Opposizione all’attacco anche per la partecipazione in solitaria del premier a
“Che tempo che fa”, sull’uso dell’elicottero di Stato fatto da palazzo Chigi
per la campagna referendaria. Ma il duello è
ancora tra Massimo D’Alema e Renzi. «Se vince il Sì l’Italia cambia, altrimenti
tornano quelli di prima che hanno già sprecato le loro occasioni, qualcuno di
questi, se gli avessimo dato una poltrona europea, non farebbe polemica, non possiamo
basarci sul risentimento», attacca il premier, ricordando che si riducono
sprechi e tempi delle decisioni politiche. Oltre che i costi.
«Con 80.000 leggi siamo uno dei paesi al
mondo più prolifici, quando leggo che ci vuole una riforma per fare più
rapidamente le leggi, mi spavento, quante ne vogliono fare? Il vero problema dell’Italia
sarebbe fare meno leggi ma meglio», ribatte da Genova D’Alema.
di Maria Berlinguer
Unione Sarda
Domani Xi Jinping nell'Isola
Il presidente cinese andrà al Forte
Village: incontrerà Renzi e Pigliaru. Visita a Nora. L'arrivo nel pomeriggio:
strade bloccate da Assemini a Pula
Domani è il giorno della visita storica
del presidente cinese Xi Pinjing in Sardegna. Quasi ventiquattr'ore e una notte
nell'Isola, sull'asse Cagliari-Pula, dove incontrerà il premier Matteo Renzi,
il governatore Francesco Pigliaru e anche gli imprenditori sardi. Sarà seguito anche da una folta delegazione di
170 rappresentanti del governo e delle più importanti aziende del Paese. Il
numero uno di Pechino atterrerà verso le 14,30 all'aeroporto di Elmas: il
corteo si sposterà rapidamente verso Nora per una visita al sito archeologico, prima del trasferimento al Forte Village,
che sarà la base operativa per gli incontri diplomatici.
VISITA STORICA È un evento per la
Sardegna, impegnata da tempo a tessere rapporti commerciali con la Cina.
Saranno due mezze giornate molto importanti anche sotto il profilo della
sicurezza, a protezione di uno degli uomini più potenti del mondo. Sforzo che
dovrà tenere conto anche dell'arrivo contemporaneo di Renzi, che sarà poi a Cagliari,
Codrongianos e Sassari.
STRADE BLINDATE Per garantire la tutela
del corteo dei blindati verranno chiuse le strade attorno a Cagliari, tra
l'aeroporto e Pula. Chi solitamente percorre la 130 e la 195, sarà costretto,
domani pomeriggio e giovedì mattina, a cercare soluzioni alternative. Sul tracciato
ci sarà uno schieramento di tutte le forze dell'ordine. Carabinieri, Guardia di
Finanza, Polizia stradale e la Municipale dei Comuni dei territori attraversati dalla
delegazione.
L'AGENDA Con il presidente Xi Jinping ci
saranno 53 rappresentanti del governo, tra cui ben 12 ministri. Assieme a loro,
imprenditori e collaboratori di primissimo piano dell'establishment di Pechino.
I dettagli della fitta agenda del leader asiatico sono ancora in fase di definizione.
GLI INCONTRI Il primo incontro
istituzionale è previsto intorno alle 15.30, a Nora, dove la delegazione cinese
visiterà il sito archeologico. Ad accogliere il numero uno cinese ci saranno i rappresentanti
della Regione, guidati dal governatore Francesco Pigliaru, insieme al sindaco
di Pula, Carla Medau. Una delegazione potrebbe andare anche a visitare il Parco
tecnologico di Pula, dove il colosso cinese Huawei, collabora con il Crs4 allo
sviluppo di progetti di ricerca legate alla tecnologia Smart e Safe City. In
serata è previsto il vertice Jimping-Renzi nelle
stanze del Forte Village, prima della cena d'onore.
L'OCCASIONE La presenza degli imprenditori
è un ulteriore motivo per cercare di rafforzare la collaborazione e
mettere in vetrina soprattutto potenzialità e prodotti che la Sardegna può
offrire al mercato cinese. Turismo, insediamenti residenziali, lavorazioni dell'agroindustria
e nuove tecnologie sono solo alcuni dei settori sui quali i grandi investitori cinesi
potrebbero mostrare interesse. Il Porto canale di Cagliari può rivelarsi una
delle zone appetibili per il mercato asiatico in cerca di una piattaforma
strategica dove poter stoccare le merci destinate all'Europa.
GLI ACCORDI Il rapporto che lega la
Sardegna e la Cina è stato costruito nel tempo, attraverso incontri e missioni
sia in Oriente che nell'Isola. Il protocollo siglato
dall'azienda Huawei per la collaborazione con il Crs4 è uno dei risultati già
conquistati. La Giunta regionale da tempo ha individuato il mercato cinese come
opportunità concreta di sviluppo: da qui la strategia di viale Trento per
aprire diversi canali commerciali tra la Sardegna e la Cina.
TECNOLOGIA E CIBO Di recente il vice
presidente della Regione, Raffaele Paci, è stato a Shangai per visitare la sede
Huawei e rafforzare così il rapporto di collaborazione. Ma la visita sarda in Estremo
oriente è stata anche l'occasione per parlare di sicurezza alimentare ed
energia pulita, temi già affrontati da Pigliaru e dall'ambasciatore italiano a
Pechino Ettore Sequi.
LA PARTENZA Dopo la notte trascorsa al
Forte Village, la delegazione cinese ripartirà per l'aeroporto di Elmas,
destinazione Perù. Ma nei prossimi giorni Xi Jinping incontrerà il neoeletto
presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Matteo Sau
Trasporti, ambiente e imprese nell'accordo
che sarà siglato giovedì con Zedda. Patto per Cagliari, ecco Renzi Una firma
che vale 168 milioni.
La firma sarà solo una formalità, una
buona scusa per sorridere alle telecamere. Quello che conta, nel Patto per
Cagliari, è ciò che c'è dentro: che ovviamente è stato già definito, con buon
anticipo rispetto all'arrivo di Matteo Renzi. Il premier sbarcherà nel capoluogo
domani sera, per siglare un accordo da 168 milioni di euro a beneficio
dell'intera città metropolitana.
La cerimonia ufficiale con Massimo Zedda
(nella sua veste di sindaco metropolitano, non solo di Cagliari) si incastra
tra i mille impegni a rotta di collo che attendono Renzi in
Sardegna, in meno 24 ore: è per questo che resta un po' di mistero
sull'ora e il luogo. Dovrebbe essere giovedì di buon mattino a Palazzo
Viceregio, salvo complicazioni. Ma, appunto, sono dettagli rispetto al succo
della questione. Che sta nelle risorse destinate a Cagliari e al suo hinterland,
e alle opere che saranno finanziate. Tratti della metropolitana di superficie,
un robusto riassetto del territorio per mitigare i danni delle alluvioni, nuovi
palazzetti dello sport e palestre, un lungo elenco di lavori nelle scuole (tra
cui lo storico istituto Riva di Cagliari).
PER IL SUD Non sono tutte novità
clamorose, e perciò i partiti d'opposizione parlano già di una manovra
propagandistica, in vista del referendum costituzionale. Dovrebbero comunque
essere soldi veri, per progetti attuabili in tempi rapidi. Arrivano dal Fondo
sviluppo e coesione, destinato dal governo alle regioni e alle città metropolitane
del Sud: oltre alla Sardegna (il patto Renzi-Pigliaru è stato firmato il 29 luglio a Sassari),
anche Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Tra le
città: Palermo, Catania, Messina, Napoli, Bari e Reggio Calabria.
Nel Patto, secondo quanto trapela dai
segreti ufficiali della vigilia, ci sono anche meccanismi per favorire la
velocità della spesa da parte dei Comuni. Le risorse potranno essere sottratte
ai progetti fermi al palo, ma andranno ad altri interventi del Patto. Oppure
gli enti locali potranno sostituire gli interventi nei propri territori se otteranno,
da altre fonti (per esempio la Regione), soldi per le stesse opere comprese
nell'intesa. In ogni caso, i 168 milioni non dovrebbero finire altrove.
LE RISORSE L'accordo si articola su
quattro grandi linee d'azione: le infrastrutture, cui dovrebbero andare circa
59,9 milioni di euro; ambiente, territorio e sviluppo turistico (49,6 milioni);
sviluppo economico e produttivo (16,4); cultura, salute e benessere (39,1). Si aggiungono
poi 3 milioni etichettati come governance , di fatto per la gestione e il
funzionamento degli organismi metropolitani. Della cifra complessiva, poco più
della metà (90 milioni) verrà distribuita tra i singoli Comuni. Il resto finanzierà
progetti di interesse sovracomunale, e in piccola parte anche dall'ex Provincia
di Cagliari (ma sempre per i 17 Comuni del nuovo ente metropolitano).
GLI INTERVENTI Tra le opere, la più
importante è proprio l'estensione della metropolitana di superficie. Al tratto
tra Cagliari e il Poetto vengono destinati 30,6 milioni, sui 64 di costo
totale. Altri 21 per la linea Vesalio-Quartucciu che arriverà fino al centro
commerciale Le vele: in questo caso, l'intervento complessivo ha un costo di
67,6 milioni. Sono 20 i milioni che verranno utilizzati per mitigare il rischio
idrogeologico. Nei 39,1 stanziati per la quarta linea d'intervento, oltre agli
adeguamenti delle scuole e alla realizzazione o ristrutturazione di impianti
sportivi, compaiono vari progetti di “inclusione sociale”, in particolare per
il problema della casa.
Infine, per risistemare le strade
extraurbane ci sono circa 8,6 milioni. Il sostegno allo sviluppo e alle imprese
passa soprattutto dai 9,4 milioni riservati all'agenda digitale metropolitana,
per migliorare le infrastrutture tecnologiche e immateriali (e una piccola
parte di quella somma finanzierà l'immagine coordinata, lo stemma araldico e il
sito internet della Città metropolitana). Tra i tanti altri filoni di spesa, da
segnalare quelli per i parchi urbani ed extraurbani e le attrattive turistiche,
con i 13 milioni per il Parco degli anelli di Sant'Elia, a Cagliari, e i 5
milioni per il Cammino di Sant'Efisio: sicurezza degli itinerari, segnaletica,
marchio e così via.
LE CRITICHE Gli altri dettagli si
conosceranno dopo la firma ufficiale del Patto: per ora i protagonisti
dell'intesa non si producono in dichiarazioni o commenti. Lo fanno invece
alcuni esponenti dell'opposizione in Consiglio regionale: per il capogruppo dei
Riformatori Attilio Dedoni «la visita di Renzi è l'ennesima presa in giro per i
piccoli Comuni dell'interno, ordita da uno Stato e da una Regione che pensano
solo agli interessi della politica e non a quelli delle comunità. Ancora una
volta, l'attenzione del governo va solo alle grandi aree urbane».
«Renzi si accinge a firmare il Patto con
la Città metropolitana di Cagliari al suono di trombe e fanfare», attacca
invece il leader dell'Uds Mario Floris, «ma è evidente che ci troviamo di
fronte a una vera e propria patacca». Perché di recente
il governo, prosegue l'ex presidente della Regione, «ha spartito il Fondo per
lo sviluppo e la coesione riducendo la dotazione iniziale complessiva,
attraverso diverse destinazioni di risorse, da 54,8 miliardi a soli 25,5 per le
Regioni e le Città del Meridione».
I SINDACI Si rivolge invece con più
fiducia a Renzi il presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, che in una
lettera ufficiale chiede al premier, in occasione della sua visita nell'Isola,
«un incontro con una delegazione di sindaci per sottoporle le problematiche più
acute dei Comuni sardi». Il riferimento è alla protesta per le nuove regole sul
pareggio di bilancio negli enti locali. Per ora l'incontro non è stato inserito
nell'agenda renziana, ma non è detto che all'ultimo momento la richiesta non
venga accolta.
Giuseppe Meloni
Il rapporto di Legambiente Oristano città
verde è la più vivibile dell’isola
Poche emissioni, aree verdi, raccolta differenziata
funzionale, aree pedonali e ciclabili sono i parametri che hanno permesso a
Oristano di entrare nella top ten della classifica, stilata da Legambiente, che
mette in fila indiana le città più rispettose dell’ecosistema urbano. In pole
postion c’è però Macerata, nelle Marche, che precede un gruppetto di città del
nord (Verbania, Mantova, Trento, Bolzano e Belluno) e Oristano, che si è guadagnata
l’ottavo posto assoluto nel 23esimo rapporto sulla vivibilità ambientale nei
capoluoghi di provincia italiani pubblicato sul Sole 24 Ore.
Più staccati, invece, gli altri capoluoghi
delle province storiche della Sardegna. La seconda città per vivibilità è Sassari
che si è attestata al 31posto assoluto. Seguono Nuoro, 34esimo posto in
classifica, e infine Cagliari, cenerentola sarda che non è andata oltre la
54esima posizione ma che si è tenuta a distanza di sicurezza dal fondo della
classifica che, al 104esimo posto, vede la città di Messina.
Il risultato di vertice di Oristano, che
ha confermato la posizione d’alta classifica già guadagnata lo scorso anno, è
arrivato grazie al secondo posto nella graduatoria delle città con meno
emissioni di biossido di azoto (No2), dopo Enna, e al primo di quelle che non
superano i 120 microgrammi di ozono per metro cubo, un evento che nella città
di Eleonora d’Arborea non è mai accaduto. Anche Sassari è al top della graduatoria
della città che vantano la minor presenza di polveri sottili nell’aria. Le note
dolenti arrivano invece quando si parla delle dispersione dell’acqua nella rete
idrica.
Le città sarde sono una vicino all’altra
in fondo alla classifica con valori che definire preoccupanti sarebbe un
eufemismo: a Oristano si perde il 55 per cento dell’acqua immessa nelle rete
per uso civile, industriale o agricolo. Subito dietro, al 89esimo posto, c’è
Nuoro dove scompare il 55,5 per cento dell’acqua. Sassari e Cagliari sono in condizioni
peggiori e perdono, rispettivamente, 56,3 per cento e il 59,6 per cento. Un
dato che dovrebbe preoccupare e far scattare l’allarme rosso se confrontato con
quello che arriva dagli invasi dell’isola, svuotati dalla siccità.
Evitare di
sprecare la poca acqua disponibile, dunque, dovrebbe essere una priorità. Se ne
sono accorti a Nuoro, dove la rete sprecona è tamponata
dai cittadini accorti che nel consumo dell’acqua sono i sesti in Italia per
numero di litri risparmiati. Anche Oristano è piuttosto oculata (18esimo posto)
mentre Cagliari è tra più sprecone e Sassari non ha un dato disponibile per dimostrare
il rappoorto tra i cittadini e il consumo d’acqua potabile.
Se la gestione dell’acqua, pubblica e
privata, potrebbe e dovrebbe essere sicuramente migliorata, quella dei rifiuti
sfiora la perfezione: Nuoro è la città italiana che produce meno rifiuti in assoluto,
appena 364 chili all’anno per ogni abitante. Oristano è invece al 26esimo posto
con 456 chili all’anno mentre Sassari è 36esima 480 chili all’anno. Meno
attenti, infine, i cagliaritani che producono 573 chili di rifiuti ogni anno.
Nella raccolta differenziata il 26esimo
posto di Oristano è il miglior risultato sardo con il 62 per cento di rifiuti
riciclati, poi Nuoro (58,4), Sassari (42,9) infine Cagliari (30,8). Le città
sarde, infine, sono drammaticamente indietro nell’uso di energie rinnovabili
con Sassari che comanda la pattuglia ma a distanza di sicurezza dai primi
comuni d’Italia. Insomma, migliorare è possibile.
di Claudio Zoccheddu
Nessun commento:
Posta un commento