“Non è che noi siamo
razzisti: sono loro che sono negri” Non poteva non risvegliare i bassi istinti
dei figli della lupa, specialmente ora che sono in piena competizione di
leadership, la notizia del bando “Diamante impresa” per finanziare imprese
(locali) che devono sostenere le iniziative imprenditoriali dei disoccupati
stranieri. Apriti cielo. Tutto grasso che cola per quell'ambientino che va da
Forza italia passando per i Fratelli d’Italia fino al consueto consigliere
regionale PSd’az Marcello Orrù, che quando c’è da dargli allo straniero
(extraitaliano) non manca mai.
Questi signori hanno
sùbito colto il pretesto per gridare al Sardo discriminato, “con tutta la
disoccupazione che c’è qui”, “prima i Sardi”, “stiamo morendo di fame e aiutano
gli stranieri”, seguiti da torme di asinelli computerizzati che spacciano sul
web furti di soldi nostri per arricchire gli “affriccani”, con i soliti post
alla “se sei kontro questo skiffo condividi!!1!1”.
La verità, manco a
farlo apposta quando la spaccia per tale la destra, è un’altra. Innanzitutto
bisogna dire che parliamo di uno stanziamento del Fondo sociale europeo, quindi
iniziamo a ridimensionare tutta la polemica sui “soldi dei sardi” agli
stranieri: non sono “soldi dei sardi” ma un finanziamento che arriva in Sardegna
dall’Europa. Poi chiariamo che si tratta di 2 milioni di euro per un fondo
2014/2020. Dividi la cifra per gli anni e ti rendi conto dell’esiguità della
risorsa se davvero si voleva creare impresa.
Piuttosto direi che è
un finanziamento farsa. Aggiungiamo che anche le capre ormai sanno che un
finanziamento ad hoc lo puoi spendere solo per quel preciso progetto: è inutile
dire che lo avresti speso per altro, è stato stanziato solo per quello e se non
lo usi per quello ti viene ritirato, basta una minima conoscenza delle leggi.
E dire che nella destra
gli avvocati abbondano, ma forse le leggi che non gli piacciono preferiscono
fingere di non conoscerle. A questo punto veniamo ai destinatari. Non sono gli
stranieri ma gli italianissimi soggetti qualificati che il bando deve
selezionare, cioè agenzie formative, associazioni temporanee d’impresa ed enti
pubblici e privati accreditati dalla Regione per erogare servizi per il lavoro.
Sono questi che si beccano i soldi e dopo, con gli spiccioli, devono “sostenere
le iniziative imprenditoriali di disoccupati stranieri”.
La polemica prosegue
sul fatto che questi cittadini stranieri destinatari possano essere anche solo
domiciliati in Sardegna e non residenti. E su questo confesso che anche io
preferirei che fossero residenti. Ma il problema è legato proprio alla legge,
che appunto gli nega di poter essere cittadini residenti, cosa che loro
vorrebbero strenuamente. Avere un lavoro può consentirglielo, e questo bando
può essere un mezzo, e forse è proprio questo che disturba tanto: avere
cittadini residenti con la pelle nera.
Se infatti il vero
problema della destra italiana fosse quello del lavoro svolto da non Sardi in
terra di Sardegna – e non una questione etnica o razziale – allora gli stessi
personaggi li avremmo ritrovati a polemizzare anche su altro. Ma non mi risulta
di averli mai visti sbraitare e portare cifre sulla disoccupazione dei Sardi
quando nelle coste sarde le multinazionali del turismo si portano dall’Italia
anche i lavapiatti.
Non li ho visti gridare
allo straniero quando nei villaggi vacanza sparpagliati un po’ ovunque nessuno
del personale proviene dalle nostre scuole alberghiere. E come mai negli
innumerevoli appalti della Asl dati a campani, laziali, siciliani e calabresi
nessuno ha mai sollevato una polemica sul lavoro fregato ai disoccupati sardi?
Cos’è, se ce lo frega uno dello stesso Stato non è lavoro fregato? Altrimenti
se volete parliamo degli appalti, dal mancato G8 de La Maddalena fino alle
ditte siciliane indagate per mafia negli appalti della Sassari Olbia, così
vediamo che precedenza hanno le ditte sarde. Visto che vogliamo parlare di
disoccupazione.
Senò se vogliamo
parlare di “stranieri che fanno quello che gli pare a casa nostra” vi posso
ricordare dei piagnistei di tutta la destra italo sarda quando i tedeschi hanno
lasciato Decimo e di tutta la loro felicità quando tutti gli stranieri
(bianchi) del mondo vengono a bombardarci. E dall’altra parte della medaglia
italiana, nel centrosinistra, i veri danni non li hanno fatti certo destinando
ai disgraziati stranieri due spiccioli dell’Unione Europea, ma quando hanno
infranto qualsiasi legge di buon senso, dai tempi di Soru fino ad oggi, dalla
Dirindin a Moirano, scegliendo manager della Asl non in base alle competenze ma
in base al fatto che non fossero sardi.
Razzisti sì, ma contro
sé stessi. La verità è che tutti i protagonisti di questa vicenda, gli uni e
gli altri, hanno governato la Sardegna e non sono stati capaci di creare lavoro
per i Sardi. Non sono riusciti a dare un po’ di dignità e speranza a una terra
che può far vivere senza problemi molte più persone. I partiti italiani che
hanno sempre governato la Sardegna sono sempre stati asserviti allo straniero.
Ma non allo straniero qualsiasi, sempre e solo allo straniero ricco. Questa
storia del bando ha sollevato un polverone solo perché questi soldi vanno ai
poveracci.
Sull’infinità di
finanziamenti - quelli sì, soldi nostri - che la Sardegna dà e ha sempre dato a
qualsiasi pirata straniero in giacca e cravatta nessuno ha mai protestato. Del
resto erano imprenditori, Emiri e Khan di ogni colore e razza, ma avevano ben
altra caratteristica: erano ricchi.
In conclusione per dare
l’ultima pennellata al quadro vi ricordo il comportamento di tutti questi
personaggi su una vicenda di pochi giorni fa: la Colony Capital di Tom Barrack
evase 170 milioni al fisco nella vendita della Costa Smeralda all’emiro del
Qatar. Stranieri che vendono a stranieri terra sarda. Evadendo pure il fisco.
Allora, vistosi scoperto, Barrack decide di accordarsi e siccome ha evaso 170
milioni patteggia e ne paga all’agenzia delle entrate 22,7. All’agenzia delle
entrate italiana, s’intende. Cosa è andato ai Sardi per una Sardegna venduta e
rivenduta tra stranieri? Niente. Cosa hanno detto questi che oggi fanno i cacciatori
di stranieri? Niente. Ma quelli non erano stranieri poveri.
Di Pier Franco Devias
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