Il segretario dei
democratici rientra a Roma per lavorare al rilancio del partito. Ma
Renzi pensa già alle Politiche Primo passo: la legge elettorale
Dopo alcuni giorni di assenza da Roma, conditi da
vacanze sugli sci che non hanno mancato di suscitare polemiche sui relativi
costi privati e pubblici, Matteo Renzi ritorna oggi nella capitale per riprendere
il lavoro sul Pd. Lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi, il premier intende
concentrarsi sul partito di cui è segretario e studiare un rilancio dopo
l'innegabile battuta a vuoto del referendum costituzionale.
Com'è noto Renzi ha in mente un itinerario che
dovrebbe portare a nuove elezioni Politiche in tempi non troppo lunghi. Ma sa
bene che il capo dello Stato Sergio Mattarella non scioglierà mai le Camere prima
che sia «armonizzata» la legge elettorale per i due rami del Parlamento.
Difficile però anche solo immaginare una riforma
delle regole del voto prima che la Corte costituzionale dica la sua sull'Italicum.
La sentenza della Consulta è attesa tra un paio di settimane: dando per scontato
qualche intervento “chirurgico” sul testo fortemente voluto da Renzi e
approvato dal Parlamento, c'è chi pensa che si possa votare anche subito dopo
utilizzando la norma che risulterà dalle considerazioni dei giudici
costituzionali. Ma tra i partiti prevale finora la convinzione che sia comunque
meglio rifare una nuova legge.
Dell'argomento non si sarebbe parlato, dicono le
indiscrezioni, nell'incontro che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha
avuto ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, con i capigruppo parlamentari del Pd Luigi
Zanda ed Ettore Rosato. I tre avrebbero fatto il punto sull'agenda parlamentare
alla ripresa dell'attività dopo la pausa festiva, dal ddl povertà alla riforma
della giustizia, ma senza discutere di legge elettorale. Segno forse che il
governo non intende accelerare sulla questione.
Il tema sarà invece affrontato oggi nella riunione
dell'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della
Camera: «Lì vedremo se il Partito democratico vorrà accelerare sulla legge elettorale»,
dice il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, «anche se
finora le cronache dicono di no. Per parte nostra non abbiamo cambiato
posizione: noi diciamo di attendere responsabilmente e istituzionalmente la
sentenza della Corte costituzionale del 24 gennaio e la relativa motivazione.
Dopodiché il Parlamento dovrà legiferare, come ha detto il
presidente della Repubblica, con il concorso di tutti i gruppi parlamentari, in
maniera paritetica. Poi si vada al voto: o in maniera anticipata rispetto a febbraio
2018 o a scadenza naturale della legislatura».
Secondo Roberto Giachetti (Pd), vicepresidente
della Camera, «si voterà a giugno. E credo che il Mattarellum sia la legge
elettorale migliore per farlo». Intervistato da Radiouno, l'ex candidato
sindaco di Roma ha aggiunto: «Se il Pd, unico partito che si è fatto carico del
governo, a un certo punto riterrà che si sta facendo un bluff, cioè che non si
vuole fare la legge elettorale ma solo tirare avanti, si tirerà indietro». Non
sarebbe neppure necessario togliere la fiducia a Gentiloni: «A Enrico Letta non
è stata mica tolta.
Ma se non c'è più una maggioranza, anche il capo
dello Stato non può che prendere atto che si deve andare a votare con quello
che c'è. Penso - ha concluso Giachetti - che di fronte a questo rischio, ci
sarà responsabilità e si farà una riforma elettorale in tempi rapidi».
La Nuova
Il ministero stringe i tempi sulla
scelta del presidente e della sede unica
Ma restano in corsa anche Massimo
Deiana e Francesca Medda
Port authority: rush finale spunta
il nome di Bagalà
CAGLIARI Sembrava essere finita dentro
un cassetto, travolta dalla
caduta del governo Renzi, ma la
riforma delle Autorità portuali va
avanti. E lo fa a tutta velocità.
Tra qualche giorno il ministro dei
Trasporti Graziano Delrio dovrebbe
annunciare chi guiderà l’autorità
unica e quale sarà la sede. Per ora
nulla di ufficiale, ma si
rincorrono diversi rumors sulle
scelte di Delrio. In teoria c’è una
rosa di 40 nomi tra cui scegliere.
Ma alcune indiscrezioni mettono in
pole position Domenico Bagalá,
calabrese, ma con esperienze a Cagliari
al timone della Contship, la società
che gestisce il terminal
container a Cagliari. Ma nella rosa
restano tra i candidati anche la
docente universitaria Francesca
Medda e l'assessore regionale ai
Trasporti Massimo Deiana.
La scelta
del nuovo numero uno degli scali
marittimi dell’isola consentirebbe
di far partire il sistema di
gestione dei porti nato dalla
riforma Delrio. L'Autorità istituita il
4 agosto comprende gli scali di
Cagliari, Olbia, Oristano, Porto
Torres, Portoscuso-Portovesme,
Sant'Antioco, Santa Teresa e Golfo
Aranci. In tutta Italia è stata
decretata la creazione di 15 Autorità
di sistema portuale in sostituzione
delle precedenti 57 Autorità
Portuali. In Sardegna le due
Autorità portuali di Cagliari e del nord
Sardegna sono rette in questo
momento da commissari straordinari. Ma
accanto alla partita sul nome del
nuovo presidente dell’Autorità, c’è
quella della sede. Il decreto ha
indicato Cagliari, ma la Regione può
decidere in modo diverso, se vuole.
Per ora il governatore Francesco
Pigliaru non si è pronunciato. Ma
indiscrezioni parlano di alcune
alternative che verrebbero studiate.
La prima è una sorta di sede
itinerante a Cagliari e Olbia. La
seconda ipotesi vedrebbe la sede
principale nel capoluogo regionale,
con una subautorità che avrebbe
come sede Olbia. Nulla di ufficiale
per ora, anche perché solo la
decisione finale del ministro
sbloccherà il nodo doppio di sede e
presidenza. Ma la riforma, che
doveva essere già completata, avrà
tempi contingentati. In altre parole
mancano pochi giorni per capire
chi guiderà l’Autorità e dove.
Unione Sarda
Pd,
nuovo leader tra due mesi Le correnti cercano un nome
Avviato
il percorso per il congresso regionale: le primarie saranno il 12 marzo
Per fare un bilancio e discutere del
referendum c'è tempo. Così il
Partito democratico, riunito ieri
sera a Oristano per la prima volta
dopo la sconfitta del 4 dicembre
scorso, si concentra sul prossimo
leader e si prepara al congresso,
spostato (per ragioni tecniche) al
12 marzo. Il garante, Gianni Dal Moro, dopo
aver fatto gli auguri al presidente
Pigliaru, ha solo accennato a un
«risultato molto negativo sul quale,
alla prossima assemblea, dovremo
fare delle profonde riflessioni». La
prossima tappa è riuscire a trovare,
dopo mesi, un segretario e per
farlo serve scrivere le regole del
congresso. Per questo, dopo
trattative e riunioni separate tra
le correnti, sono state scelte le
persone che andranno a comporre la
commissione per il regolamento.
L'occasione, però, è propizia per
confrontarsi su altre questioni
imminenti come l'elezione del
presidente del Cal e dell'Anci e il rimpasto in Giunta.
LA COMMISSIONE La riunione inizia
con un'ora di ritardo. Il tanto che
serve per chiudere la lista degli
undici nomi che dovranno vigilare e
scrivere una parte delle regole per
il congresso. Alla fine anche la
commissione è fatta per
rappresentare tutte le correnti del Pd. Una
scelta dettata da equilibri e dalla
volontà di Dal Moro nel
«facilitare la convivenza di tutte
le anime del partito».
Gli undici delegati sono Massimo
Pintus, Luisa Guiso e Dino Pusceddu
scelti dall'area popolare-riformista
che fa riferimento a Cabras e
Fadda. In quota soriana sono stati
scelti Barbara Argiolas, Tore Sanna
e Cicito Morittu; per l'ex minoranza
faranno parte della commissione
Rossella Pinna e Antonio Biancu
insieme ad Anna Crisponi della
Traversata. Due i nomi scelti dal
garante e sono Sebastiano Mazzone e
Donato Riserbato. La commissione sarà completata con
un rappresentante
per ognuno dei candidati, che alle
primarie potranno essere al massimo tre.
IL PERCORSO Fissate le questioni
burocratiche, il partito si prepara a
capire quali saranno le alleanze per
il prossimo congresso. Rimane
sempre d'attualità l'ipotesi di
riuscire a trovare un candidato
unitario per dare un segnale di
forza soprattutto in vista dei
prossimi appuntamenti elettorali.
Anche perché il partito ancora si
deve rialzare dopo la batosta subita
in occasione del referendum costituzionale.
IL BILANCIO Il dibattito sulla
situazione politica è rimandato. Gli
esponenti del Pd decidono di
aspettare l'assemblea regionale per fare
qualsiasi ragionamento. Soltanto
l'assessore di Cagliari, Yuri
Marcialis ha tentato di invertire
l'ordine del giorno per un
confronto. Dal Moro, però, ha fatto
qualche accenno al risultato del referendum,
definendolo «molto negativo». Ma
stando alle parole del garante, la
questione non si chiuderà con poche
parole, anzi. L'idea è «analizzare
con attenzione i numeri del voto a
livello regionale e poi anche sui
Comuni per confrontarlo con i flussi
degli elettori», dice Dal Moro.
Una volta sviscerati questi dati
sarà possibile «fare un'attenta
riflessione politica». Anche perché
un po' facendo il “mea culpa” e un
po' usando la bacchetta, il garante
dice: «Sono stato mandato in
Sardegna perché la situazione del
partito era di difficoltà. Non siamo
riusciti a recuperare e migliorare
il risultato, nonostante lo sforzo
fatto nella campagna elettorale».
Dal Moro coinvolge anche il
presidente Pigliaru, con gli auguri
per una pronta guarigione: «Il Pd
ha bisogno di lui in questa parte di
legislatura».
I TEMI Ma come spesso accade, le
riunioni del Pd servono anche per
discutere questioni non strettamente
all'ordine del giorno. Tra queste
c'è ovviamente la situazione a
livello regionale, con un rimpasto da
portare a termine e una Finanziaria
da discutere in Consiglio
regionale. La situazione è sempre
arenata sulla scelta di sostituire
soltanto i due assessori
dimissionari oppure procedere con una scelta
più pesante. Girano sempre con più
insistenza i nomi del capo di
gabinetto della presidenza, Filippo
Spanu e di Pier Luigi Caria. In
questo caso gli assessori
direttamente riconducibili al Partito
democratico sarebbero sei.
AUTONOMIE Ma a tenere banco
all'interno del Partito democratico è
anche il dibattito in corso per
l'elezione del presidente del
Consiglio delle autonomie locali che
verrà svolta stamattina in
Consiglio regionale. Le
indiscrezioni parlano di un tentativo di
convergere sul sindaco di Nuoro,
Andrea Soddu. Si tratta di persona
esterna al Pd ma che permetterebbe
di risolvere alcune questioni sullo
stallo dell'elezione dell'Anci, che
invece è tutta interna al Partito democratico.
Matteo Sau
La Nuova
Nominata
una commissione: dovrà mediare tra le correnti
Via
anche alle primarie per la designazione del nuovo leader
Svolta
nel Pd sardo assemblea il 20 e scelta del segretario
di
Francesco G. Pinna
ORISTANO È cominciata con un'ora e
mezzo di ritardo, ma in compenso si
è conclusa in tre quarti d'ora. La
direzione regionale del Partito
democratico convocata a Oristano dal
garante nazionale Gianni Dal Moro
per l'elezione della Commissione che
dovrà preparare il congresso del
Partito è stata poco più di una
formalità. Le decisioni da prendere
sulla composizione della Commissione
erano state già prese e
concordate per tempo, forse anche
davanti a qualche caminetto. Gli
ultimi dettagli sono stati definiti
invece al freddo sui marciapiedi
di via Canepa a pochi passi dalla
sede oristanese del partito nel
corso dei 90 minuti che hanno
preceduto l'apertura dei lavori.
E gli ultimi nomi sono stati
consegnati al garante un attimo prima che la
presidente del partito Anna Rita
Mele suonasse la campanella per
invitare tutti a prendere posto. A
preparare il Congresso che dovrà
eleggere il nuovo segretario del
partito e la nuova assemblea
regionale sono stati indicati
Barbara Argiolas, Rossella Pinna, Luisa
Guiso, Anna Crisponi, Donato
Risalvano, Salvatore Sanna, Cicito
Morittu, Dino Pusceddu, Sebastiano
Mazzone, Massiomo Pintus e Antonio
Biancu. La lista, proposta da Del
Moro è stata approvata per alzata di
mano con 27 voti a favore, nessun
contrario e nessun astenuto. Come ha
spiegato il garante nazionale la
lista è stata composta tenendo
presenti in particolare due
obiettivi. Uno era quello di garantire per
quanto possibile una adeguata
rappresentanza femminile, l'altro quello
del rispetto dei rapporti di forza
definiti dall'ultimo congresso.
Primo compito della Commissione
preparare il regolamento che
l'assemblea regionale sarà chiamata
a discutere e approvare in tempi
brevissimi. L'assemblea sarà
convocata infatti per venerdì 20 gennaio.
Lo ha annunciato lo stesso garante
confermando che il Congresso sarà
celebrato invece il 12 marzo.
Diversi i nodi da sciogliere nell'ambito
delle linee quadro dettate dal
Regolamento nazionale. Per esempio
quello del numero dei candidati alle
primarie e del numero di liste
che potrà sostenere ciascun
candidato. Le cose cambiano, ha spiegato
Dal Moro, se i candidati alla
segreteria saranno più o meno di tre. Se
saranno più di tre, toccherà infatti
agli iscritti del 2016 scremare
la lista. E questo è un altro nodo
da sciogliere. Perché nel Partito
democratico sardo l'anno scorso
nessuno ha fatto a spinte per
iscriversi, tanto che gli iscritti
(parola del garante, sarebbero una
minoranza perfino all'interno della
Direzione regionale.
Chi vuole ha comunque ancora tempo
almeno fino al 28 febbraio, termine indicato
dalla segreteria nazionale che però
la Commissione congressuale
potrebbe anche decidere di
allungare. La Direzione era cominciata con
l’approvazione all'unanimità del
Bilancio 2015 presentato dal
tesoriere Eliseo Secci e si è
conclusa col rinvio alla prossima
convocazione del dibattito sulla
situazione politica nazionale e
regionale.
Ma
resterà ancora in ospedale per una patologia immunologica
Migliora
la salute del governatore
CAGLIARI Il presidente della
Regione, Francesco Pigliaru, è ancora
ricoverato in ospedale, ma le sue
condizioni di salute sono migliorate
anche se non c’è ancora una data
certa su quando sarà dimesso. È tutto
scritto in un comunicato
dell’ufficio stampa della Giunta e per la
prima volta alla nota è allegato
anche un bollettino medico. A
firmarlo è il direttore sanitario
dell’ospedale Brotzu-San Michele,
ospedale in cui (finora era stato
tenuto segreto) il governatore è
ricoverato da subito dopo Natale.
Scrive il direttore sanitario
Vinicio Atzeni «il presidente
Pigliaru è in cura, per una patologia
immunologica e il quadro clinico,
iniziato con un interessamento delle
vie respiratorie, è attualmente in
fase di remissione ma richiede
ancora un periodo di riposo e
degenza». Dunque, Pigliaru è ancora
sotto terapia ma il quadro clinico è
nettamente migliorato rispetto ai
primi giorni di ricovero.
La conferma arriva dalle stesse
fonti
mediche: «Le cure immediate hanno
dato esito positivo e il recupero è
in fase avanzata». Stando ad altre
indiscrezioni, Pigliaru potrebbe
lasciare il San Michele entro la
prossima settimana e forse proprio
questi giorni potrebbero essere
decisivi per la decisione dei medici
su quando il presidente potrà
rientrare al cento per cento al lavoro.
In ogni caso, come confermato sempre
dall’ufficio stampa della Giunta
in un precedente comunicato – «anche
nel periodo di ricovero il
presidente Pigliaru non ha smesso di
occuparsi regolarmente delle
attività istituzionali, lavorando
con il suo staff e attraverso
contatti continui con il
vicepresidente della Regione, Raffaele Paci,
ed il direttore generale Alessandro
De Martini». Va infine ricordato
che subito dopo la notizia del
ricovero al governatore erano arrivati
gli auguri di pronta guarigione da
parte dei partiti della maggioranza
di centrosinistra e, in particolare,
dell’opposizione. Fra gli altri
quelli dell’ex governatore Ugo
Cappellacci (Forza Italia): «In bocca
al lupo, presidente», scriveva una
settimana fa.
Finanziaria,
il voto in aula non sarà prima di fine marzo
CAGLIARI Due mesi sicuri di
esercizio provvisorio, ma potrebbe essere
necessario anche il terzo, perché –
come l’anno scorso – la
Finanziaria non sarà approvata prima
di marzo. Licenziati dalla Giunta
a dicembre, il documento contabile e
i diversi allegati non sono stati
ancora trasferiti alla commissione
Bilancio del Consiglio regionale.
Il che – stando alle previsioni –
vuol dire che i tempi non saranno
brevi. Oggi la stessa commissione
darà il via libera ai due mesi di
esercizio provvisorio, fino a
febbraio, e domani sarà l’Aula a
ratificare lo slittamento. Ma si sa
già che i sessanta giorni di
elastico diventeranno novanta. I tempi burocratici e politici non saranno
certo brevi.
Contabilità e vertici. Appena la
Finanziaria sarà
consegnata al Consiglio – ma ieri la
delibera di Giunta non era ancora
pubblicata sul sito della Regione –
comincerà l’iter. Sarà il
presidente della commissione, Franco
Sabatini del Pd, a decidere
insieme agli altri consiglieri
regionali il calendario delle audizioni
che dovrebbero concludersi entro la
prima settimana di febbraio. Poi
ci sarà il secondo passaggio, quello
più complicato sotto l’aspetto
politico, con le scontate e varie
riunioni di maggioranza, per
decidere le correzioni volanti al
testo presentato dall’assessore al
Bilancio Raffaele Paci. Solo che
questa volta potrebbe esserci qualche
problema in più, con il dibattito
sulla Finanziaria che andrà in
parallelo con quello sulla verifica
politica e il rimpasto in Giunta.
Anche i tempi di questa secondo
confronto all’interno del
centrosinistra sono ancora incerti e
potrebbero slittare almeno fino a
febbraio. L’anno scorso, seppure in
una situazione politica più
tranquilla, la Finanziaria era stata
approvata dal Consiglio a fine
marzo dopo un confronto in aula
durato due settimane e stavolta, com’è
possibile, la fase preparatoria
rischia di allungarsi proprio a causa
dei problemi nella coalizione di
centrosinistra. I numeri. Mancano
ancora diversi dettagli, per capire
fino in fondo la manovra.
Per esempio, non si sa quanto
inciderà la spesa sanitaria sul bilancio
della Regione che dovrebbe essere
intorno ai 7,6 miliardi. L’anno
scorso lo stanziamento per le Asl,
gli ospedali e la spesa
farmaceutica – tutte voci a carico
della Sardegna – era stato di 3,7
miliardi, il 49,7 per cento del
bilancio totale, e – stando alle
indiscrezioni – il fabbisogno
riconosciuto dovrebbe essere all’incirca
lo stesso. La certezza è invece che
rispetto al 2016 questa volta il
cosiddetto margine di manovra
dovrebbe essere aumentato di 60 milioni
e tutti saranno destinati a
interventi per il sociale, a cominciare
dal reddito di cittadinanza.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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