La
Nuova Sardegna
Nel 2016
la maggioranza travolge il centrodestra nelle presenze e nelle votazioni. I
peggiori sono invece di Forza Italia: Fasolino, causa malattia, e Ugo
Cappellacci. Gli stakanovisti dell’aula: 9 su 10 del centrosinistra.
CAGLIARI Presenti e assenti, in
Consiglio regionale, un passo avanti, grazie. Anche se va scritto subito:
firmare o meno il registro dell’aula non vuol dire che gli onorevoli lavorino
molto o poco per guadagnarsi uno stipendio loro mensile intorno ai 10mila euro.
A far la differenza, si sa, è ben altro, ma questo ragionamento vorrebbe dire
entrare nel merito del mandato elettorale, che invece è insindacabile, mentre
in questo caso a dettare legge sono solo le statistiche.
Primi e ultimi. Sta di fatto che,
secondo il riepilogo dell’ufficio di presidenza, nel 2016 dieci i consiglieri
regionali non hanno disertato neanche una delle 57 sedute. In ordine alfabetico
gli stakanovisti sono: Fabrizio Anedda, Sinistra sarda, Daniele Cocco, Sel, sei
del Pd Salvatore Demontis, Gianfranco Ganau, il presidente del Consiglio, Luigi
Lotto, che tra l’altro presiede la commissione permanente che lavora di più,
Cesare Moriconi, il governatore Francesco Pigliaru, Franco Sabatini. Poi
Peppino Pinna dell’Udc, unico consigliere-performer del centrodestra, e
Pierfranco Zanchetta dell’Upc.
I peggiori sono stati invece
Giuseppe Fasolino di Forza Italia, con solo 26 presenze dovute però anche da un
incidente ai legamenti del ginocchio sinistro l’anno scorso a Cortina
d’Ampezzo, l’ex governatore Ugo Cappellacci, 32, sempre di Fi, Anna Maria Busia
(Cd) con 38 e Giorgio Oppi (Udc) 36. Gli altri 48 consiglieri, esclusi quelli
che dal 2014 in poi sono entrati e usciti dall’aula per colpa di una
controversa legge elettorale, hanno mantenuto una buona media fra 40 e 50 firme
sul registro Alzata di mano.
Cambia qualcosa, nella classifica dei migliori, se
il calcolo è invece sul numero delle votazioni. Il record assoluto spetta a
Daniele Cocco (Sel) con 817 su 822 fra alzate di mano, verifica del numero
legale e pulsanti rosso o verde pigiati. Al secondo posto
Cesare Moriconi con 816, poi Rossella Pinna e, Alessandro Collu e Luigi
Ruggeri tutti del Pd.
In coda ci sono ancora Giuseppe
Fasolino, Ugo Cappellacci, Anna Maria Busia, più il governatore Francesco
Pigliaru, che ha partecipato solo a 104 votazioni su 822. Assenti giustificati
e non. Nel registro del 2016, c’è scritto anche chi fra i consiglieri è stato
quello più assente giustificato, cio è in congedo o in missione. Al primo
posto, Anna Maria Busia (Cd) con 20 assenze, poi Cappellacci, Oppi e Alessandro
Unali, eletto con Sinistra sarda e ora nel Partito dei sardi.
Record di assenze non giustificate
invece per Fasolino, colpa sempre dell’incidente, Cappellacci e Oppi
con 12 a testa , Gavino Manca del Pd 11 e il sardista Angelo Carta 10. Le
commissioni. Delle sei permanenti quella che ha lavorato di più è stata la
commissione Attività produttive, è presieduta da Luigi Lotto del Pd, con 64 convocazioni
e oltre 91 ore di lavoro in aula. Al secondo posto, la sanità, presieduta da
Raimondo Perra del Psi, con 48 sedute e 70 ore.
Terza piazza per la Cultura,
presidente Gavino Manca del Pd, con 42 sedute e una durata complessiva di quasi
66 ore. Tutti record da battere quest’anno.
Unione Sarda
«Elezioni
anticipate? Una iattura» Il centrosinistra aspetta Pigliaru
IL
DIBATTITO. Ruggeri (Pd): c'è bisogno della sua guida. Truzzu (FdI):
subito
la legge elettorale
Se le voci sulle dimissioni sono
anonime, non lo sono quelle di
preoccupazione nel caso in cui
Francesco Pigliaru lasciasse davvero la
presidenza della Regione. «Sarebbe
una soluzione nefasta, la peggiore
possibile», è l'opinione prevalente
tra i consiglieri di maggioranza.
«Il nostro giudizio è negativo da
tempo e lo stato di salute del
governatore non c'entra», fanno
sapere invece i colleghi del
centrodestra.
IL CENTROSINISTRA La scadenza
naturale della legislatura è nel 2019.
Se Pigliaru decidesse di abbandonare
ora, quando mancano poco più di
due anni al termine del mandato,
«sarebbe una iattura», dice Gigi
Ruggeri (Pd) senza usare giri di
parole. «Abbiamo fatto tanti
sacrifici, abbiano programmato il
riordino della sanità, invertito la
rotta nei rapporti con lo Stato,
anche attraverso il Patto per la
Sardegna che prevede soldi veri,
reimpostato le forme di bilancio
della Regione: tutte cose che
saranno attuate nell'ultima parte della
legislatura».
Ecco perché, aggiunge l'ex sindaco
di Quartu, «c'è
bisogno della sua guida, e ciò vale
per gli alleati che fanno le bizze
ma anche per chi nel Pd comincia a
pensare che tanto peggio è tanto
meglio». Elezioni adesso equivarrebbero
a «un disastro» anche per il
capogruppo del Partito dei sardi,
Gianfranco Congiu. «La Sardegna si
bloccherebbe». Il problema, però è
anche che manca una disciplina
transitoria che governi la vacatio
fino alla sostituzione». Lasciare
la legislatura a metà non sarebbe
«una gran cosa» nemmeno per il
capogruppo di Sel in Consiglio
regionale, Daniele Cocco: «Verrebbero
deluse le aspettative dei cittadini,
d'altronde lo stesso Paci aveva
detto che con la finanziaria 2017
avremmo potuto vedere i primi
risultati sulla questione delle zone
interne e sulle politiche sociali
e del lavoro». Pierfranco Zanchetta
(Upc) non ha dubbi: «Pigliaru non
è uomo che abbandona la nave, non è
uno Schettino, al limite è un
Calamai (comandante dell'Andrea
Doria), uno che sente il peso della
responsabilità e che in questa
seconda parte di legislatura riuscirà a
mettere a frutto quanto fatto
sinora».
IL CENTRODESTRA Parlare del futuro
per l'opposizione è più semplice,
al presidente, tutti gli esponenti
del centrodestra avevano già
chiesto di fare un passo indietro
all'indomani della sconfitta del Sì
al referendum. «Le dimissioni -
conferma infatti il capogruppo di
Forza Italia, Pietro Pittalis - le
abbiamo già chieste quando abbiamo
capito quanto la Giunta fosse
inadeguata ad affrontare problemi come
l'aumento della disoccupazione, il
Pil più basso tra le Regioni del
Sud Italia, le politiche
fallimentari in ambito di trasporti e di
agricoltura». Da Michele Cossa
(Riformatori), dice: «I migliori auguri
al presidente, ma i risultati
complessivi sono sotto gli occhi di
tutti, noi il giudizio lo abbiamo
già espresso, anche con pagelle
tematiche».
Il capogruppo dell'Udc, Gianluigi
Rubiu, ha un consiglio
per la maggioranza: «Fossi in loro
farei prima la legge elettorale e
poi tutti a casa». Paolo Truzzu
(FdI) ritiene che «la maggioranza ha
fallito, e non vorremmo che qualcuno
usasse la scusa dello stato di
salute del presidente per nascondere
questo fallimento». Secondo
Alessandra Zedda (FI), infine, «se
dovessimo andare a elezioni ora,
dovremmo anticipare il progetto di
rifondazione del popolo dei
liberali, cattolici, identitari e
autonomisti già pronti per partire
con un nuovo progetto per la
Sardegna».
Roberto Murgia
«Il
presidente sta meglio, presto tornerà al lavoro»
Paci:
le voci di dimissioni sono infondate, aspettiamo che torni
pienamente
operativo
È confermato: Francesco Pigliaru sta
meglio. Ma ancora non ci sono
notizie certe sulla data delle
dimissioni dall'ospedale. Per quanto
riguarda invece le voci sulle
dimissioni dal suo incarico di
presidente, «sono assolutamente
infondate. Le sue condizioni di salute
stanno migliorando e aspettiamo che
torni pienamente operativo»,
sottolinea il vicepresidente della
Regione, Raffaele Paci. «Nel
frattempo stiamo lavorando
quotidianamente in stretto raccordo con lui
per portare avanti l'azione di
governo. Fra qualche giorno il
presidente tornerà per avviare la
seconda parte della legislatura e
realizzare tutti gli altri obiettivi
del nostro programma elettorale».
Era atteso per oggi un aggiornamento
da parte dell'ufficio stampa, ma
le informazioni sono state rinviate.
Si conferma che il governatore
sta meglio, fonti informali
raccontano che lui sta decisamente
insistendo per lasciare l'ospedale,
sta bene ed è stufo di stare lì,
vuole rientrare al più presto in
ufficio. Però un bollettino medico e
la date delle dimissioni ancora non
ci sono: sembra che i medici
vogliano attendere ancora un po' per
maggiore precauzione,
considerando anche il grande freddo
di questi giorni, sicuramente poco
indicato per lasciar andare a casa
un paziente che ha sofferto di seri
problemi bronchiali e polmonari.
Il presidente della Regione è
ricoverato all'ospedale Brotzu dal 2
gennaio. Da allora due comunicazioni
da parte del suo staff: la prima
il giorno dopo, che spiegava del
«riacutizzarsi della patologia dei
giorni precedenti il Natale» e della
«necessità di portare avanti la
terapia sotto stretto controllo
medico». La seconda il 10 gennaio, con
le parole del direttore sanitario
Vinicio Atzeni: «Il presidente è
ricoverato per una patologia
immunologica, il quadro clinico, iniziato
con un interessamento delle vie
respiratorie, è in fase remissione, ma
richiede ancora un periodo di riposo
e di cure». (cr. co.)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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