mercoledì 1 febbraio 2017

Rassegna stampa 01 Febbraio 2017

La Nuova

Pd, Francesco Sanna il primo candidato Proposto dai soriani per la segreteria. Pigliaru: nessun patto anti Renzi. Ex Sel: forse staffetta in giunta

CAGLIARI Il conto alla rovescia per le candidature alla segreteria regionale del Pd è cominciato e qualche nome comincia a circolare: il deputato Francesco Sanna per l’area soriana e l’assessore del Comune di Cagliari Yuri Marcialis, indicato dalla Sinistra dem, che a Roma fa capo ai governatori Enrico Rossi (Toscana) e Michele Emiliano (Puglia).

A proposito di Emiliano, il governatore Francesco Pigliaru ha smentito d’aver stretto un patto con gli altri presidenti delle Regioni del Sud. A essere in fibrillazione però sono anche gli ex di Sel, con una possibile staffetta fra l’assessore alla Cultura, Claudia Firino, e un successore già individuato ma il nome è segreto. Infine, il Comitato per il no, che ha stravinto il referendum costituzionale di dicembre, è pronto a scendere ancora in campo per un nuovo Statuto sardo. Pd. Alla scadenza del 6 febbraio, entro le ore 20 dovranno essere presentate le candidature per la segreteria, mancano cinque giorni.

Le anime del Partito democratico sono al lavoro da almeno una settimana per individuare l’auspicato candidato unitario. Per ora non c’è ancora, anche se i soriani un primo passo l’hanno fatto. Ai renziani avrebbero proposto come possibile segretario il deputato Francesco Sanna. L’ex lettiano ormai vicino al premier Renzi, è stato scelto dalla corrente di Soru per la «sua autorevolezza», ma non è stato ancora proposto ai renziani sardi. Il confronto ci sarà però solo dopo l’incontro ancora fra i renziani e gli ex Diesse.

Le due correnti erano alleate nelle elezioni per la segreteria perse nel 2014 e vinte da Soru, sostenuto allora dall’area popolari-riformisti degli ex parlamentari Cabras e Fadda. Popolari-riformisti che avrebbero deciso per ora di restare alla finestra in attesa degli eventi. Yuri Marcialis dovrebbe essere invece il candidato della Sinistra dem, ma qualche chance potrebbe averla Alessio Mandis, segretario provinciale del Pd a Oristano.

Nella scelta un ruolo importante lo avrà anche il neonato gruppo Sinistra federalista, che fa capo all’ex parlamentare Salvatore Cherchi. Pigliaru. Il governatore ha smentito l’indiscrezione di un accordo fra lui e i presidenti delle Regioni del Sud in vista del congresso nazionale del Pd e in possibile chiave anti Renzi. «Non ho aderito ad alcun patto nè ho intenzione di farlo in futuro. Prima di pensare ad alleanze – ha scritto – sarebbe bene parlare con serietà di politiche efficaci per affrontare il problema del Mezzogiorno». Ex Sel.

Secondo un lancio dell’Agenzia Dire, il gruppo cagliaritano – che fa capo al senatore Luciano Uras – starebbe per proporre al resto del partito e al gruppo in Consiglio regionale la sostituzione in corsa dell’assessore alla Cultura Claudia Firino. Ci sarebbe il nome del successore, ma prima dovrà essere trovato l’accordo interno e non sarà facile. Comitato per il no. Forte del trionfale successo di dicembre, il portavoce Andrea Pubusa ha annunciato: «Il 6 febbraio, a Cagliari, lanceremo la nostra nuova iniziativa per riscrivere dal basso lo Statuto speciale della Sardegna, ma anche la legge elettorale regionale, con la partecipazione di diverse associazioni».

L’esame dal 27 febbraio. Accelerazione di Renzi sul voto in accordo
con 5Stelle, Lega e Fratelli d’Italia La legge elettorale va alla Camera

ROMA Estendere l’Italicum anche al Senato per andare a votare il prima
possibile. Il Pd di Matteo Renzi prova a fare asse con M5S, Lega e
Fratelli d’Italia, le forze politiche che vogliono andare a votare
subito, e prova a contingentare i tempi di discussione della nuova
legge elettorale che è stata calendarizzata per il 27 febbraio con la
formula «ove la Commissione abbia concluso i lavori». Quindi se la
commissione Affari costituzionali non approverà entro il 26 febbraio
un testo, la data del 27 salterà. La calendarizzazione a fine mese,
hanno spiegato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il
presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio, consentirà (se il testo
effettivamente approderà in Aula) il contingentamento dei tempi dall’1
marzo. Una forte accelerazione verso le elezioni anticipate come
voluto dall’ex premier e dalle opposizioni. Sel e Forza Italia
escluse. «Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso, l’unica cosa
è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso
i cittadini, sarebbe assurdo», scrive Matteo Renzi in un sms inviato a
Giovanni Floris durante la trasmissione Di Martedì.

La novità della
giornata politica scatta nel pomeriggio quando dopo l’ennesima
giornata ad alta tensione nel Pd con Bersani che per la prima volta
non esclude la possibilità di una scissione, la riunione dei
capigruppo trova l’intesa sulla data in cui portare in aula la legge
elettorale. I tempi saranno contigentati e la data è fissata a ridosso
dell’uscita delle motivazioni della Consulta sull’Italicum, attese per
il 10. Il tentativo è quello di armonizzare i sistemi elettorali di
Camera e Senato. Lo ha chiesto esplicitamente il presidente Mattarella
nel suo discorso di fine anno. Ed è indispensabile per provare a dare
al Paese una maggioranza omogenea nelle due Camere. Il tutto
richiederebbe «solo tre giorni di lavoro». Insomma, un modo per farsi
dire di no, anche se l’idea di applicare anche al Senato l’Italicum,
con alcuni ritocchi è sostenuta anche da Ap, altri alleati del Pd,
nonché da esponenti dello stesso Pd.

Il ritocco consisterebbe nel
prevedere il premio alla coalizione e non alla lista. La richiesta è
stata ripetuta alla Conferenza dei capigruppo e qui il capogruppo del
Pd, Ettore Rosato, ha appoggiato la richiesta, assieme a Lega e Fdi.
La decisione in casa dem è stata presa con il via libera di Renzi, che
rimane comunque assai scettico sulla effettiva possibilità di un
accordo: ma ha accolto il suggerimento di Matteo Orfini, Dario
Franceschini e Andrea Orlando di fare un tentativo. Il Pd proverà
dunque nei prossimi giorni a stringere un accordo blindato tra i
partiti, da portare poi in Commissione e in Aula. Qui il
contingentamento dei tempi aiuterebbe questo intento. Anche se
l’atteggiamento intransigente di M5S e l’ostilità di Fi al voto
anticipato rendono stretto il percorso.

La corsa al voto a giugno vede
contrari non solo Fi, SI, Ap e gli altri partiti che sostengono il
governo, ma anche diversi parlamentari del Pd (che però chiedono
l’anonimato). Come ha osservato il segretario del Psi, Riccardo
Nencini, «la corsa alle elezioni senza la certezza di una legge
elettorale e soprattutto senza un progetto per l’Italia condiviso da
una coalizione riformista non è la strada maestra». A preoccupare è
non solo la mancanza della previsione della coalizione nella legge
elettorale della Camera, ma che al momento non ci sia proprio un
progetto politico chiaro su cui chiedere il consenso. E il 13 febbraio
c’è attesa per la direzione del Pd che potrebbe sancire la rottura
definitiva tra la minoranza e Renzi. (m.b.)


Unione Sarda

Patto del Sud, Pigliaru smentisce
«Nessuna  una intesa con Emiliano e gli altri presidenti»

«Non ho aderito ad alcun patto né ho intenzione di farlo in futuro»:
così il governatore sardo Francesco Pigliaru ha smentito, sulla sua
pagina Facebook, le voci di un'intesa tra i presidenti delle regioni
del Sud, per una manovra interna al Pd. E sostanzialmente
antirenziana, visto che il tessitore di questo presunto patto sarebbe
il governatore pugliese Michele Emiliano.

Il retroscena è stato pubblicato ieri dal Corriere della Sera, come
spiega lo stesso Pigliaru: «Leggo sul Corriere che esisterebbe un
patto tra me, Emiliano e altri presidenti delle regioni del
Mezzogiorno. Non è così: non ho aderito ad alcun patto né ho
intenzione di farlo in futuro. Prima di pensare ad “alleanze” tra
presidenti del Sud sarebbe bene parlare con serietà di contenuti e di
politiche efficaci per affrontare il problema del Mezzogiorno (in
Sardegna abbiamo sottoscritto un Patto con il governo per affrontare
in modo concreto il problema dell'insularità)».

Ma, aggiunge Pigliaru, «sarebbe bene parlarne con tutti, non solo tra
chi governa nel Sud, perché il Mezzogiorno è di gran lunga il
principale problema, irrisolto, dell'intero Paese». Rimandando a
quanto lui stesso aveva detto sul tema alla direzione Pd nel 2015, il
presidente conclude: «Spero arrivi presto l'occasione di riprendere un
discorso che da allora purtroppo ha faticato a stare al centro
dell'agenda politica nazionale».

Meeting con D'Alema a Cagliari
Stasera il convegno di Assadakah sul Mediterraneo

Massimo D'Alema è l'ospite principale del quinto Meeting
internazionale delle politiche del Mediterraneo, che inizia oggi a
Cagliari (dalle 17.30 nella sala Castello dell'hotel Regina
Margherita). L'iniziativa, che proseguirà domani, è organizzata da
Assadakah Sardegna, dalla Federazione Assadakah Italia-Centro
italo-arabo e del Mediterraneo e dalla rivista Spondasud, con la
Camera di cooperazione Italo-Araba come partner.

D'Alema, già premier e ministro degli Esteri e ora presidente della
Fondazione Italianieuropei, interverrà oggi pomeriggio al dibattito su
“I nuovi scenari geopolitici nel Mediterraneo. Le politiche dell'Ue e
dell'Italia in Medio e Vicino Oriente”. Con lui anche l'ex
vicesegretario della Lega Araba, Samir Al Kassir, il ministro
dell'Agricoltura libanese Ghazi Zaiter, il rettore dell'Università di
Cartagine Lassaad El Asmi e il giornalista Ilario Piagnerelli di
RaiNews24. Previsti anche gli interventi del presidente della
Federazione Assadakah Italia, Raimondo Schiavone, e di Antonello
Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna ed esperto di politica
internazionale. Modera il dibattito il giornalista Alessandro Aramu,
direttore della Rivista Spondasud.

Domani si parlerà invece di internazionalizzazione delle imprese
sarde, col convegno intitolato “L'Italia e la sfida dei mercati
arabi”, nella sala Stampace dell'hotel Regina Margherita, dalle 10.

Dal No al Comitato per lo Statuto
In campo gli avversari della riforma costituzionale

Dalla mobilitazione per il No al referendum del 4 dicembre alla
nascita di un nuovo soggetto politico. Una “rete” pronta a combattere
per la Costituzione e per lo Statuto speciale sardo: nasce così il
Comitato d'iniziativa costituzionale e statutaria. «È emersa
l'esigenza di non disperdere l'energia di un anno di lavoro», spiega
Andrea Pubusa, uno dei promotori, «ci siamo accorti di un fatto
sorprendente: si è creata una vera e propria rete e una grande
partecipazione. Il risultato della Sardegna, con il No schiacciante, è
stato superiore al resto d'Italia: le tematiche della specialità sono
molto sentite soprattutto nei centri minori».

Un'azione dal basso, chiarisce il manifesto per l'attuazione della
Carta e dello Statuto. Temi? Leggi elettorali, governo locale,
istituti di partecipazione diretta, lavoro e pace (basi militari,
produzione di armi). Un'azione da promuovere con campagne politiche,
collaborazioni con associazioni come l'Anpi. Eppure, ha precisato
Pubusa, «il Comitato intraprenderà questo percorso senza fini
elettorali, senza l'intenzione di presentare liste e candidature alle
amministrative, anche se puntiamo a influenzare programmi e
orientamenti della politica regionale». La prima iniziativa, sulle
norme elettorali, si terrà lunedì 6 febbraio a Cagliari. Relatore sarà
Massimo Villone, costituzionalista dell'Università di Napoli. (ro.
mu.)

Per gestire i voli la compagnia dovrà prima restituire gli aiuti di
Stato bocciati dall'Ue Ryanair, uno scoglio milionario sulla strada della continuità aerea

Tra la continuità territoriale aerea della Sardegna e Ryanair c'è in
mezzo uno scoglio da una decina di milioni di euro. I corteggiamenti
da parte della compagnia irlandese e l'apertura della Regione a tutti
i vettori low cost per i collegamenti con Roma e Milano potrebbero
essere vanificati dalla decisione della Commissione europea, che la
scorsa estate ha stabilito l'illegittimità dei contributi per i voli
internazionali versati sulla base della legge 10 del 2010. È qui che
entra in ballo la clausola Deggendorf, una disposizione che vieta il
pagamento di chi è debitore nei confronti delle amministrazioni
pubbliche.

In pratica: se Ryanair volesse gestire i voli tra l'Isola e
i due maggiori aeroporti italiani, dovrebbe prima restituire i
contributi incassati tra il 2010 e il 2013 e ritenuti aiuti di Stato
da Bruxelles. Le cifre per ora sono segrete. Ma nelle ultime riunioni,
a cui hanno partecipato anche le organizzazioni sindacali, si è
parlato di circa 10 milioni di euro. La cifra precisa però sarà
definita nei prossimi giorni dagli uffici della presidenza della
Regione.

ANCHE MERIDIANA La stesso discorso varrà anche per Meridiana - che
potrebbe essere costretta a restituire circa 2,7 milioni di euro -,
EasyJet e le altre 13 compagnie finite nel mirino della Commissione
europea. La procedura più semplice per evitare di essere esclusi dalla
gara per la prossima continuità territoriale (il bando dovrebbe essere
pubblicato in estate) è quella del deposito delle somme in un conto
bloccato. Gli importi però sono impegnativi anche per compagnie che
fatturano milioni di euro.

IL RECUPERO L'operazione di recupero dei contributi, formalmente
iniziata la scorsa estate dopo la decisione dei commissari europei
(era la fine di luglio), sarebbe dovuta già arrivare al termine. Le
procedure prevedono 60 giorni di tempo. Ma la Regione si è trovata ad
affrontare diversi problemi. Il documento non è stato ancora
pubblicato integralmente e negli uffici di viale Trento è stata
disponibile per molto tempo solo una versione in inglese. Poi l'alto
numero di società (16) di nazionalità differenti a cui notificare le
comunicazioni ha rallentato ancora di più il lavoro.

Nei giorni scorsi sono stati avviati i contatti con gli avvocati delle
compagnie. Entro febbraio la procedura di recupero entrerà nella «fase
esecutiva», fanno sapere dalla presidenza della Giunta, che coordina i
procedimenti. Il compito è delicato: da una parte bisogna far
rispettare la decisione di Bruxelles, dall'altra si cercherà di non
danneggiare eccessivamente le compagnie. Le stesse che, tra qualche
mese, potrebbero partecipare alla gara per aggiudicarsi i collegamenti
della continuità territoriale. Ieri l'esecutivo ha approvato
definitivamente il progetto (è prevista una spesa di 51 milioni di
euro all'anno), che nel corso di febbraio si trasformerà in decreto
ministeriale. Il taglio del nastro del nuovo sistema è previsto a fine
ottobre.
Michele Ruffi

Dopo l'elezione di Deiana
Presidenza Anci, tra i due litiganti nessuna tregua

Si risolve un problema e se ne creano altri. Il clima dell'Anci
Sardegna, dopo l'elezione di Emiliano Deiana alla presidenza, è ancora
teso e i sindaci attendono di sapere quali saranno i prossimi eventi.
A fotografare la situazione sono soprattutto i social network, dove si
alternano auguri per il neo eletto, malumori per la situazione
generale e i dubbi sulla validità del voto.

I due protagonisti, Emiliano Deiana e Giuseppe Ciccolini (sindaci di
Bortigiadas e Bitti), si scambiano messaggi a distanza, senza mai
puntare il dito direttamente l'uno contro l'altro. Ciccolini, su
Facebook, conferma la linea dura per commentare l'epilogo delle
elezioni. «Saranno i sindaci a chiedere giustizia e saranno davvero
tanti», scrive il sindaco di Bitti. Il neo presidente, invece, aspetta
che si calmino le acque perché «nei prossimi giorni ci sarà modo e
tempo di spiegare il mio punto di vista su ciò che è accaduto dal 23
settembre a oggi». Dopo l'elezione per acclamazione ci sono state
«tante belle parole che non cancellano le poche cattiverie che ho
letto e sentito».

Il coordinatore regionale dei Centristi per l'Italia, Federico Ibba,
accoglie con favore la vittoria di Deiana: «Si chiude una pagina
imbarazzante per l'Anci. Penso sia un segnale importante verso il
rinnovamento di tutta la classe dirigente politica sarda. Ancora più
significativo che questo segnale arrivi dai piccoli Comuni, struttura
portante del tessuto sociale della Sardegna». Ma tutto è ancora in
bilico, perché l'8 febbraio arriverà la sentenza sul ricorso
presentato da Ciccolini dopo le votazioni di settembre. (m. s.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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