Unione Sarda
Pd, nessun
azzeramento: Sanna e Cucca ancora in corsa. PRIMARIE. Dopo la rinuncia di
Marcialis si studia l'ipotesi di un nuovo nome
Non si azzera un bel niente. Il congresso del Pd
sardo va avanti, al limite si studierà una specie di “sostituzione in corsa”
per Yuri Marcialis, il candidato che ha preso altre strade. Ma il ritiro anche degli
altri due in corsa, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca, è escluso. Se n'è
parlato per qualche ora, ieri pomeriggio, nelle telefonate tra i leader delle
correnti, dopo che Sanna si era detto «disponibile a ritirare la mia
candidatura, se anche Giuseppe Luigi fosse della stessa idea». Ma alla fine
Cucca chiude il dibattito: «Io non mi ritiro».
ORFANI Tutto nasce dal vuoto lasciato da
Marcialis, che parla già da attivista dei Democratici e progressisti (gli
scissionisti Dem): le aree della Traversata e della Sinistra
autonomista-federalista, che lo sostenevano, restano invece nel Pd, ma ora si
trovano senza un rappresentante alle primarie. Perciò chiedono di riaprire i
termini per le candidature, per presentare un nuovo nome. In effetti, ragiona
Sanna, con la scissione «il congresso sardo si è visto proiettare in un mondo
diverso. Ringrazio chi ha proposto Marcialis ma non lo segue fuori dal Pd. Penso
che questi amici e compagni debbano poter decidere come intendono partecipare
al congresso».
Il deputato promette di «favorire il diritto di
tutti di essere protagonisti», ipotizzando appunto un ritiro bilaterale per
superare eventuali problemi di regolamento: «Se poi il congresso ricominciasse
da zero, inviterei tutti a cercare una definizione unitaria».
AVANTI Ma quest'ultimo scenario è improbabile.
Pare che qualcuno pensasse, come nome di convergenza, a Giulio Calvisi, vicino
negli ultimi anni al gruppo che oggi propone Cucca. Ma l'azzeramento dei
candidati non ci sarà. «Si ritornerebbe nel caos»,
ragiona Siro Marrocu (area Cucca): «Il congresso va avanti perché, dopo la
stasi, bisogna dare la parola agli elettori. Ma siamo favorevoli a cercare soluzioni
per chi adesso non si sente più rappresentato».
Ragiona in maniera simile Giacomo Spissu
(popolari-riformisti): «Politicamente sono d'accordo ad accogliere la loro richiesta.
Dal punto di vista delle regole, però, non so come si possa fare. Serve un'intesa
molto ampia, anche coi vertici nazionali». Per esempio: si possono riaprire i termini per una candidatura
sola? O a quel punto può rientrare in gioco chiunque? Quanto al ritiro
di tutti, anche Spissu ne vede più i rischi che i benefici. E in serata arriva
la parola definitiva di Cucca: «Sulle regole per nuove candidature, non devo
esprimermi io. Accetterò le scelte della commissione congressuale. Ma ritirarci
tutti sarebbe un salto nel buio. Il partito non è una porta girevole, lo
troverei irrispettoso verso chi sostiene la mia candidatura».
LA GIUNTA Se il Pd discute, la maggioranza
regionale può invece archiviare mesi di dibattiti sul rimpasto e ripartire con
la nuova Giunta. Stamattina a Villa Devoto Francesco Pigliaru presenterà gli assessori
Giuseppe Dessena (Cultura), Barbara Argiolas (Turismo), Filippo Spanu (Affari
generali), Pier Luigi Caria (Agricoltura). Resta da verificare la solidità
della coalizione dopo gli attriti col Campo progressista, per l'esclusione di
Claudia Firino e Francesco Morandi. E tra poco in Consiglio regionale arriva la
Finanziaria, di solito un terreno favorevole per sfogare i dissensi. (g. m.)
La Nuova
Primarie
Pd, Sanna a Cucca facciamo un passo indietro
È
l’appello del candidato dei soriani alla segreteria dopo il ritiro
di
Marcialis
Oggi Pigliaru presenta i quattro
nuovi assessori ma le polemiche continuano
CAGLIARI Se la telenovela del
rimpasto è arrivata all’ultima puntata,
questa mattina il presidente
Francesco Pigliaru presenta i nuovi
assessori, un’altra sta per
cominciare. È quella che ha come
sceneggiatura le primarie del Pd per
l’elezione , il 30 aprile, del
segretario regionale. Con ordine, per
evitare di non mantenere il
passo con le notizie. Primarie in
forse. Partite sottotono, in
Sardegna, le primarie del Pd
rischiano di trasformarsi in un rebus.
Uscito dalla contesa il candidato
della Sinistra Dem Yuri Marcialis,
che ha aderito al movimento dei
fuoriusciti, i Democratici
progressisti di Bersani e più, le
carte si sono rimescolate
all’improvviso. La Sinistra interna
è rimasta senza un candidato per
la segreteria e il regolamento le
impedirebbe, almeno così pare, di
sostituirlo. Ma ecco la mano tesa di
Francesco Sanna, indicato a suo
tempo dalla corrente dell’ex
presidente della Regione Renato Soru. Se
davvero non ci fosse la possibilità
di sostituire Marcialis, Sanna si
dice pronto a fare anche lui un
passo indietro, però lo deve fare
anche Giuseppe Luigi Cucca, scelto
invece dai renziani sardi e dagli
ex Diesse per correre alle primarie.
«Ora senza più un proprio
candidato – scrive Sanna – credo che
questa componente del partito,
che ringrazio per non aver seguito
Marcialis nella scelta sbagliata di
lasciare il Pd, debba essere messa
nelle condizioni di essere comunque
protagonista. Per questo, qualora il
regolamento non lo prevedesse, mi
rendo subito disponibile a ritirare
la mia candidatura, se anche Cucca
fosse della stessa idea». Perché se
martedì – giorno in cui è stata
convocata la commissione regionale
per il congresso - ci fosse il
contemporaneo ritiro di Sanna e
Cucca, le primarie dovrebbero per
forza ripartire da zero. Con questo
possibile scenario: le tre
correnti – soriani, renziani-ex
Diesse e Sinistra Dem potrebbero fra
qualche settimana ripresentare i
lrispettivi candidati, cioè Sanna,
Cucca e l’eventuale sostituto di
Marcialis.
Ma è ancora Sanna a
lanciare un’altra proposta: «Se il
congresso dovesse ripartire –
scrive – comunque inviterei tutti a
cercare, in una situazione
politica oggi diversa e molto più
grave di un mese fa, una soluzione
unitaria per il Pd sardo». È un
appello, quello all’unità, che
potrebbe far breccia in un partito
sotto choc dopo la scissione e,
soprattutto a Roma, diviso fra Renzi
e gli altri candidati alla
segreteria nazionale. Il Pd sardo, è
l’auspicio, invece di continuare
a farsi del male, potrebbe scegliere
una gestione unitari finora
impossibile. Pigliaru-bis. Alle 10.30,
a Villa Devoto, il governatore
chiuderà una delle partite più
difficili, sotto l’aspetto politico,
dalla vittoria alle regionali del
2014. Al suo fianco, ci saranno i
quattro nuovi assessori: Barbara
Argiolas del Pd- corrente Soru al
turismo al posto di Francesco
Morandi del Centro democratico-Campo
progressista, Pier Luigi Caria,
Pd-area Renzi, all’agricoltura che
subentrerà ad Elisabetta Falchi, che
si è dimessa a dicembre dopo
l’uscita dalla maggioranza dei
Rossomori.
Poi Filippo Spanu, promosso
da capo di gabinetto del governatore
ad assessore agli affari
generali, al posto di Gianmario
Demuro, anche lui dimissionario a
dicembre ma dopo la sconfitta del Sì
nel referendum costituzionale.
Infine, Giuseppe Dessena alla
cultura, È stato indicato dal gruppo
degli ex Sel prossimi all’adesione
al Movimento dei Democratici
progressisti e succederà a Claudia
Firino, anche lei ex Sel ma entrata
a far parte del Campo progressista,
capeggiato in Sardegna da Luciano
Uras e Roberto Capelli. A proposito
di Capelli, che nei giorni scorsi
aveva definito «irricevibile questo
rimpasto», ha lanciato un siluro
contro il vicepresidente della
giunta Raffaele Paci. «Ha avvelenato –
scrive – i pozzi tra i partiti della
coalizione di centrosinistra»
fino a considerarlo l’ispiratore
della Pigliaru-bis. La risposta di
Paci è stata secca: «Dall’inizio
della legislatura, mi sono sempre
impegnato per unire la maggioranza.
L’ho fatto e continuerò a farlo al
fianco del presidente Pigliaru».
Regionali
La
Cisl replica a Sabatini: «Dipendenti incolpevoli»
«La spesa pubblica regionale è
rallentata dalle scelte dei politici e
dalle norme assurde, i dipendenti
sono incolpevoli di ritardi e
burocrazia». La funzione pubblica
Cisl si sente chiamata in causa
dalle parole usate sabato dal
presidente della commissione Bilancio,
Franco Sabatini (Pd). Il consigliere
ha annunciato, a partire dalla
fine di aprile, un controllo della
spesa a tappeto: «Spacchetterò il
bilancio regionale, assessorato per
assessorato, chiamerò i titolari
delle deleghe e i direttori
generali». Poi ha spiegato che «per un
salto di qualità nella macchina
amministrativa, serve senso di
responsabilità da parte di tutti. Io
cerco di dare il massimo perché
questo mi hanno chiamato a fare i
cittadini, ma anche un impiegato
pubblico ha il dovere di lavorare,
di non perdere tempo negli androni
degli assessorati». Per il
segretario di Fp Cisl, Davide Paderi,
quella dell'esponente del Pd «è una
caduta di stile che evidenzia il
livello attuale della politica
sarda: Sabatini offende i pesci piccoli
con battute ridicole orientate a
confondere l'opinione pubblica». (ro.
mu.)
COMUNE.
Attesa per il bilancio e per la nomina dell'assessore all'Urbanistica
Il
Consiglio non si riunisce, l'opposizione attacca
In attesa che arrivi il bilancio in
Aula e venga nominato l'ultimo
assessore non si riunisce neanche il
Consiglio comunale. Non ci sono
state abbastanza proposte da mettere
all'ordine del giorno e
l'assemblea di via Eligio Porcu non
si riunirà. «Non si convoca il
Consiglio per evitare il confronto,
nel frattempo si nominano nuovi
assessori in funzione delle esigenze
personali e non per dare priorità
ai problemi della città», attacca il
leader del Polo civico Tonio
Pani, «vorrei un Consiglio dove si
affronta la questione politica e,
perché no?, avere il coraggio di
concludere la seduta con le
dimissioni in Aula di almeno la metà
più uno dei consiglieri e dare la
parola agli elettori».
Per la capogruppo dei Riformatori
Marcella Marini «l'atteggiamento del
sindaco, della Giunta e della
maggioranza è disarmante: il Consiglio
comunale non si riunisce perché
hanno probabilmente deciso di farne a
meno, hanno deciso di bypassare la
fase della programmazione, eppure i
problemi della nostra città sono
importanti». La proposta del bilancio
partecipato è rimasta lettera morta:
«Nonostante gli impegni presi dal
Consiglio, si continua a escludere i
cittadini da ogni scelta: il
governo della città è in mano a
poche persone, senza il controllo di
chi paga le tasse».
Quando il sindaco ha presentato i
due nuovi assessori ai Lavori
pubblici e alle Attività produttive
ha detto che nelle ore successive
avrebbe completato la squadra ma la
partita non si è ancora chiusa.
«La non assegnazione della delega
all'Urbanistica è molto
preoccupante. Il settore
dell'edilizia e della pianificazione
urbanistica ha bisogno di indirizzo
e controllo che non possono essere
a mezzo servizio - attacca Francesco
Piludu del Pd - Quartu negli
ultimi anni ha ceduto la delega alla
Regione e si ritrova a non avere
una guida in quell'assessorato, dopo
un anno in cui un po' si stava
provando a cambiare la rotta, ora si
sta portando al disastro una
città che in passato ha già
sbagliato troppo, soprattutto in
Urbanistica». La salvezza per
l'esponente del Pd è quella di
concludere la consiliatura: «Per il
futuro si può solo sperare che
questa amministrazione finisca
presto, perché i danni che ha già
causato già in questi due anni
saremo costretti a pagarli a lungo».
Il capogruppo M5S aspetta che arrivi
in Consiglio il documento
finanziario. «La Giunta è in
notevole ritardo per la presentazione del
bilancio, il Movimento Cinque Stelle
ha chiesto che si proceda
celermente ai tagli della spesa
lasciando il minimo indispensabile. Si
lavori anche sul risparmio
energetico e si attui il baratto
amministrativo per ridare dignità a
chi l'ha perduta - commenta Guido
Sbandi - è inutile continuare a
nominare assessori che non hanno
risorse da investire. Si chiami
magari un assessore al Bilancio che
possa dare le giuste direttive con
professionalità».
Marcello Zasso
È
l’appello del candidato dei soriani alla segreteria dopo il ritiro
di
Marcialis Oggi Pigliaru presenta i quattro nuovi assessori ma le polemiche
continuano Primarie Pd, Sanna a Cucca facciamo un passo indietro
CAGLIARI Se la telenovela del
rimpasto è arrivata all’ultima puntata,
questa mattina il presidente
Francesco Pigliaru presenta i nuovi
assessori, un’altra sta per
cominciare. È quella che ha come
sceneggiatura le primarie del Pd per
l’elezione , il 30 aprile, del
segretario regionale. Con ordine,
per evitare di non mantenere il
passo con le notizie. Primarie in
forse. Partite sottotono, in
Sardegna, le primarie del Pd
rischiano di trasformarsi in un rebus.
Uscito dalla contesa il candidato
della Sinistra Dem Yuri Marcialis,
che ha aderito al movimento dei
fuoriusciti, i Democratici
progressisti di Bersani e più, le
carte si sono rimescolate
all’improvviso.
La Sinistra interna è rimasta senza
un candidato per
la segreteria e il regolamento le
impedirebbe, almeno così pare, di
sostituirlo. Ma ecco la mano tesa di
Francesco Sanna, indicato a suo
tempo dalla corrente dell’ex
presidente della Regione Renato Soru. Se
davvero non ci fosse la possibilità
di sostituire Marcialis, Sanna si
dice pronto a fare anche lui un
passo indietro, però lo deve fare
anche Giuseppe Luigi Cucca, scelto
invece dai renziani sardi e dagli
ex Diesse per correre alle primarie.
«Ora senza più un proprio
candidato – scrive Sanna – credo che
questa componente del partito,
che ringrazio per non aver seguito
Marcialis nella scelta sbagliata di
lasciare il Pd, debba essere messa
nelle condizioni di essere comunque
protagonista. Per questo, qualora il
regolamento non lo prevedesse, mi
rendo subito disponibile a ritirare
la mia candidatura, se anche Cucca
fosse della stessa idea».
Perché se martedì – giorno in cui è
stata
convocata la commissione regionale
per il congresso - ci fosse il
contemporaneo ritiro di Sanna e
Cucca, le primarie dovrebbero per
forza ripartire da zero. Con questo
possibile scenario: le tre
correnti – soriani, renziani-ex
Diesse e Sinistra Dem potrebbero fra
qualche settimana ripresentare i
lrispettivi candidati, cioè Sanna,
Cucca e l’eventuale sostituto di
Marcialis. Ma è ancora Sanna a
lanciare un’altra proposta: «Se il
congresso dovesse ripartire –
scrive – comunque inviterei tutti a
cercare, in una situazione
politica oggi diversa e molto più
grave di un mese fa, una soluzione
unitaria per il Pd sardo». È un
appello, quello all’unità, che
potrebbe far breccia in un partito
sotto choc dopo la scissione e,
soprattutto a Roma, diviso fra Renzi
e gli altri candidati alla
segreteria nazionale. Il Pd sardo, è
l’auspicio, invece di continuare
a farsi del male, potrebbe scegliere
una gestione unitari finora
impossibile. Pigliaru-bis.
Alle 10.30, a Villa Devoto, il
governatore
chiuderà una delle partite più difficili,
sotto l’aspetto politico,
dalla vittoria alle regionali del
2014. Al suo fianco, ci saranno i
quattro nuovi assessori: Barbara
Argiolas del Pd- corrente Soru al
turismo al posto di Francesco
Morandi del Centro democratico-Campo
progressista, Pier Luigi Caria,
Pd-area Renzi, all’agricoltura che
subentrerà ad Elisabetta Falchi, che
si è dimessa a dicembre dopo
l’uscita dalla maggioranza dei
Rossomori. Poi Filippo Spanu, promosso
da capo di gabinetto del governatore
ad assessore agli affari
generali, al posto di Gianmario
Demuro, anche lui dimissionario a
dicembre ma dopo la sconfitta del Sì
nel referendum costituzionale.
Infine, Giuseppe Dessena alla
cultura, È stato indicato dal gruppo
degli ex Sel prossimi all’adesione
al Movimento dei Democratici
progressisti e succederà a Claudia
Firino, anche lei ex Sel ma entrata
a far parte del Campo progressista,
capeggiato in Sardegna da Luciano
Uras e Roberto Capelli. A proposito
di Capelli, che nei giorni scorsi
aveva definito «irricevibile questo
rimpasto», ha lanciato un siluro
contro il vicepresidente della
giunta Raffaele Paci. «Ha avvelenato –
scrive – i pozzi tra i partiti della
coalizione di centrosinistra»
fino a considerarlo l’ispiratore
della Pigliaru-bis. La risposta di
Paci è stata secca: «Dall’inizio
della legislatura, mi sono sempre
impegnato per unire la maggioranza.
L’ho fatto e continuerò a farlo al
fianco del presidente Pigliaru».
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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