lunedì 6 marzo 2017

Pd, nessun azzeramento: Sanna e Cucca ancora in corsa. PRIMARIE. Dopo la rinuncia di Marcialis si studia l'ipotesi di un nuovo nome

Unione Sarda

Pd, nessun azzeramento: Sanna e Cucca ancora in corsa. PRIMARIE. Dopo la rinuncia di Marcialis si studia l'ipotesi di un nuovo nome

Non si azzera un bel niente. Il congresso del Pd sardo va avanti, al limite si studierà una specie di “sostituzione in corsa” per Yuri Marcialis, il candidato che ha preso altre strade. Ma il ritiro anche degli altri due in corsa, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca, è escluso. Se n'è parlato per qualche ora, ieri pomeriggio, nelle telefonate tra i leader delle correnti, dopo che Sanna si era detto «disponibile a ritirare la mia candidatura, se anche Giuseppe Luigi fosse della stessa idea». Ma alla fine Cucca chiude il dibattito: «Io non mi ritiro».

ORFANI Tutto nasce dal vuoto lasciato da Marcialis, che parla già da attivista dei Democratici e progressisti (gli scissionisti Dem): le aree della Traversata e della Sinistra autonomista-federalista, che lo sostenevano, restano invece nel Pd, ma ora si trovano senza un rappresentante alle primarie. Perciò chiedono di riaprire i termini per le candidature, per presentare un nuovo nome. In effetti, ragiona Sanna, con la scissione «il congresso sardo si è visto proiettare in un mondo diverso. Ringrazio chi ha proposto Marcialis ma non lo segue fuori dal Pd. Penso che questi amici e compagni debbano poter decidere come intendono partecipare al congresso».

Il deputato promette di «favorire il diritto di tutti di essere protagonisti», ipotizzando appunto un ritiro bilaterale per superare eventuali problemi di regolamento: «Se poi il congresso ricominciasse da zero, inviterei tutti a cercare una definizione unitaria».

AVANTI Ma quest'ultimo scenario è improbabile. Pare che qualcuno pensasse, come nome di convergenza, a Giulio Calvisi, vicino negli ultimi anni al gruppo che oggi propone Cucca. Ma l'azzeramento dei
candidati non ci sarà. «Si ritornerebbe nel caos», ragiona Siro Marrocu (area Cucca): «Il congresso va avanti perché, dopo la stasi, bisogna dare la parola agli elettori. Ma siamo favorevoli a cercare soluzioni per chi adesso non si sente più rappresentato».

Ragiona in maniera simile Giacomo Spissu (popolari-riformisti): «Politicamente sono d'accordo ad accogliere la loro richiesta. Dal punto di vista delle regole, però, non so come si possa fare. Serve un'intesa molto ampia, anche coi vertici nazionali». Per esempio: si possono riaprire i termini per una candidatura sola? O a quel punto può rientrare in gioco chiunque? Quanto al ritiro di tutti, anche Spissu ne vede più i rischi che i benefici. E in serata arriva la parola definitiva di Cucca: «Sulle regole per nuove candidature, non devo esprimermi io. Accetterò le scelte della commissione congressuale. Ma ritirarci tutti sarebbe un salto nel buio. Il partito non è una porta girevole, lo troverei irrispettoso verso chi sostiene la mia candidatura».

LA GIUNTA Se il Pd discute, la maggioranza regionale può invece archiviare mesi di dibattiti sul rimpasto e ripartire con la nuova Giunta. Stamattina a Villa Devoto Francesco Pigliaru presenterà gli assessori Giuseppe Dessena (Cultura), Barbara Argiolas (Turismo), Filippo Spanu (Affari generali), Pier Luigi Caria (Agricoltura). Resta da verificare la solidità della coalizione dopo gli attriti col Campo progressista, per l'esclusione di Claudia Firino e Francesco Morandi. E tra poco in Consiglio regionale arriva la Finanziaria, di solito un terreno favorevole per sfogare i dissensi. (g. m.)

La Nuova

Primarie Pd, Sanna a Cucca facciamo un passo indietro
È l’appello del candidato dei soriani alla segreteria dopo il ritiro
di Marcialis

Oggi Pigliaru presenta i quattro nuovi assessori ma le polemiche continuano
CAGLIARI Se la telenovela del rimpasto è arrivata all’ultima puntata,
questa mattina il presidente Francesco Pigliaru presenta i nuovi
assessori, un’altra sta per cominciare. È quella che ha come
sceneggiatura le primarie del Pd per l’elezione , il 30 aprile, del
segretario regionale. Con ordine, per evitare di non mantenere il
passo con le notizie. Primarie in forse. Partite sottotono, in
Sardegna, le primarie del Pd rischiano di trasformarsi in un rebus.

Uscito dalla contesa il candidato della Sinistra Dem Yuri Marcialis,
che ha aderito al movimento dei fuoriusciti, i Democratici
progressisti di Bersani e più, le carte si sono rimescolate
all’improvviso. La Sinistra interna è rimasta senza un candidato per
la segreteria e il regolamento le impedirebbe, almeno così pare, di
sostituirlo. Ma ecco la mano tesa di Francesco Sanna, indicato a suo
tempo dalla corrente dell’ex presidente della Regione Renato Soru. Se
davvero non ci fosse la possibilità di sostituire Marcialis, Sanna si
dice pronto a fare anche lui un passo indietro, però lo deve fare
anche Giuseppe Luigi Cucca, scelto invece dai renziani sardi e dagli
ex Diesse per correre alle primarie.

«Ora senza più un proprio
candidato – scrive Sanna – credo che questa componente del partito,
che ringrazio per non aver seguito Marcialis nella scelta sbagliata di
lasciare il Pd, debba essere messa nelle condizioni di essere comunque
protagonista. Per questo, qualora il regolamento non lo prevedesse, mi
rendo subito disponibile a ritirare la mia candidatura, se anche Cucca
fosse della stessa idea». Perché se martedì – giorno in cui è stata
convocata la commissione regionale per il congresso - ci fosse il
contemporaneo ritiro di Sanna e Cucca, le primarie dovrebbero per
forza ripartire da zero. Con questo possibile scenario: le tre
correnti – soriani, renziani-ex Diesse e Sinistra Dem potrebbero fra
qualche settimana ripresentare i lrispettivi candidati, cioè Sanna,
Cucca e l’eventuale sostituto di Marcialis.

Ma è ancora Sanna a
lanciare un’altra proposta: «Se il congresso dovesse ripartire –
scrive – comunque inviterei tutti a cercare, in una situazione
politica oggi diversa e molto più grave di un mese fa, una soluzione
unitaria per il Pd sardo». È un appello, quello all’unità, che
potrebbe far breccia in un partito sotto choc dopo la scissione e,
soprattutto a Roma, diviso fra Renzi e gli altri candidati alla
segreteria nazionale. Il Pd sardo, è l’auspicio, invece di continuare
a farsi del male, potrebbe scegliere una gestione unitari finora
impossibile. Pigliaru-bis. Alle 10.30, a Villa Devoto, il governatore
chiuderà una delle partite più difficili, sotto l’aspetto politico,
dalla vittoria alle regionali del 2014. Al suo fianco, ci saranno i
quattro nuovi assessori: Barbara Argiolas del Pd- corrente Soru al
turismo al posto di Francesco Morandi del Centro democratico-Campo
progressista, Pier Luigi Caria, Pd-area Renzi, all’agricoltura che
subentrerà ad Elisabetta Falchi, che si è dimessa a dicembre dopo
l’uscita dalla maggioranza dei Rossomori.

Poi Filippo Spanu, promosso
da capo di gabinetto del governatore ad assessore agli affari
generali, al posto di Gianmario Demuro, anche lui dimissionario a
dicembre ma dopo la sconfitta del Sì nel referendum costituzionale.
Infine, Giuseppe Dessena alla cultura, È stato indicato dal gruppo
degli ex Sel prossimi all’adesione al Movimento dei Democratici
progressisti e succederà a Claudia Firino, anche lei ex Sel ma entrata
a far parte del Campo progressista, capeggiato in Sardegna da Luciano
Uras e Roberto Capelli. A proposito di Capelli, che nei giorni scorsi
aveva definito «irricevibile questo rimpasto», ha lanciato un siluro
contro il vicepresidente della giunta Raffaele Paci. «Ha avvelenato –
scrive – i pozzi tra i partiti della coalizione di centrosinistra»
fino a considerarlo l’ispiratore della Pigliaru-bis. La risposta di
Paci è stata secca: «Dall’inizio della legislatura, mi sono sempre
impegnato per unire la maggioranza. L’ho fatto e continuerò a farlo al
fianco del presidente Pigliaru».

Regionali
La Cisl replica a Sabatini: «Dipendenti incolpevoli»

«La spesa pubblica regionale è rallentata dalle scelte dei politici e
dalle norme assurde, i dipendenti sono incolpevoli di ritardi e
burocrazia». La funzione pubblica Cisl si sente chiamata in causa
dalle parole usate sabato dal presidente della commissione Bilancio,
Franco Sabatini (Pd). Il consigliere ha annunciato, a partire dalla
fine di aprile, un controllo della spesa a tappeto: «Spacchetterò il
bilancio regionale, assessorato per assessorato, chiamerò i titolari
delle deleghe e i direttori generali». Poi ha spiegato che «per un
salto di qualità nella macchina amministrativa, serve senso di
responsabilità da parte di tutti. Io cerco di dare il massimo perché
questo mi hanno chiamato a fare i cittadini, ma anche un impiegato
pubblico ha il dovere di lavorare, di non perdere tempo negli androni
degli assessorati». Per il segretario di Fp Cisl, Davide Paderi,
quella dell'esponente del Pd «è una caduta di stile che evidenzia il
livello attuale della politica sarda: Sabatini offende i pesci piccoli
con battute ridicole orientate a confondere l'opinione pubblica». (ro.
mu.)

COMUNE. Attesa per il bilancio e per la nomina dell'assessore all'Urbanistica
Il Consiglio non si riunisce, l'opposizione attacca

In attesa che arrivi il bilancio in Aula e venga nominato l'ultimo
assessore non si riunisce neanche il Consiglio comunale. Non ci sono
state abbastanza proposte da mettere all'ordine del giorno e
l'assemblea di via Eligio Porcu non si riunirà. «Non si convoca il
Consiglio per evitare il confronto, nel frattempo si nominano nuovi
assessori in funzione delle esigenze personali e non per dare priorità
ai problemi della città», attacca il leader del Polo civico Tonio
Pani, «vorrei un Consiglio dove si affronta la questione politica e,
perché no?, avere il coraggio di concludere la seduta con le
dimissioni in Aula di almeno la metà più uno dei consiglieri e dare la
parola agli elettori».

Per la capogruppo dei Riformatori Marcella Marini «l'atteggiamento del
sindaco, della Giunta e della maggioranza è disarmante: il Consiglio
comunale non si riunisce perché hanno probabilmente deciso di farne a
meno, hanno deciso di bypassare la fase della programmazione, eppure i
problemi della nostra città sono importanti». La proposta del bilancio
partecipato è rimasta lettera morta: «Nonostante gli impegni presi dal
Consiglio, si continua a escludere i cittadini da ogni scelta: il
governo della città è in mano a poche persone, senza il controllo di
chi paga le tasse».

Quando il sindaco ha presentato i due nuovi assessori ai Lavori
pubblici e alle Attività produttive ha detto che nelle ore successive
avrebbe completato la squadra ma la partita non si è ancora chiusa.
«La non assegnazione della delega all'Urbanistica è molto
preoccupante. Il settore dell'edilizia e della pianificazione
urbanistica ha bisogno di indirizzo e controllo che non possono essere
a mezzo servizio - attacca Francesco Piludu del Pd - Quartu negli
ultimi anni ha ceduto la delega alla Regione e si ritrova a non avere
una guida in quell'assessorato, dopo un anno in cui un po' si stava
provando a cambiare la rotta, ora si sta portando al disastro una
città che in passato ha già sbagliato troppo, soprattutto in
Urbanistica». La salvezza per l'esponente del Pd è quella di
concludere la consiliatura: «Per il futuro si può solo sperare che
questa amministrazione finisca presto, perché i danni che ha già
causato già in questi due anni saremo costretti a pagarli a lungo».

Il capogruppo M5S aspetta che arrivi in Consiglio il documento
finanziario. «La Giunta è in notevole ritardo per la presentazione del
bilancio, il Movimento Cinque Stelle ha chiesto che si proceda
celermente ai tagli della spesa lasciando il minimo indispensabile. Si
lavori anche sul risparmio energetico e si attui il baratto
amministrativo per ridare dignità a chi l'ha perduta - commenta Guido
Sbandi - è inutile continuare a nominare assessori che non hanno
risorse da investire. Si chiami magari un assessore al Bilancio che
possa dare le giuste direttive con professionalità».
Marcello Zasso

È l’appello del candidato dei soriani alla segreteria dopo il ritiro
di Marcialis Oggi Pigliaru presenta i quattro nuovi assessori ma le polemiche continuano Primarie Pd, Sanna a Cucca facciamo un passo indietro

CAGLIARI Se la telenovela del rimpasto è arrivata all’ultima puntata,
questa mattina il presidente Francesco Pigliaru presenta i nuovi
assessori, un’altra sta per cominciare. È quella che ha come
sceneggiatura le primarie del Pd per l’elezione , il 30 aprile, del
segretario regionale. Con ordine, per evitare di non mantenere il
passo con le notizie. Primarie in forse. Partite sottotono, in
Sardegna, le primarie del Pd rischiano di trasformarsi in un rebus.
Uscito dalla contesa il candidato della Sinistra Dem Yuri Marcialis,
che ha aderito al movimento dei fuoriusciti, i Democratici
progressisti di Bersani e più, le carte si sono rimescolate
all’improvviso.

La Sinistra interna è rimasta senza un candidato per
la segreteria e il regolamento le impedirebbe, almeno così pare, di
sostituirlo. Ma ecco la mano tesa di Francesco Sanna, indicato a suo
tempo dalla corrente dell’ex presidente della Regione Renato Soru. Se
davvero non ci fosse la possibilità di sostituire Marcialis, Sanna si
dice pronto a fare anche lui un passo indietro, però lo deve fare
anche Giuseppe Luigi Cucca, scelto invece dai renziani sardi e dagli
ex Diesse per correre alle primarie. «Ora senza più un proprio
candidato – scrive Sanna – credo che questa componente del partito,
che ringrazio per non aver seguito Marcialis nella scelta sbagliata di
lasciare il Pd, debba essere messa nelle condizioni di essere comunque
protagonista. Per questo, qualora il regolamento non lo prevedesse, mi
rendo subito disponibile a ritirare la mia candidatura, se anche Cucca
fosse della stessa idea».

Perché se martedì – giorno in cui è stata
convocata la commissione regionale per il congresso - ci fosse il
contemporaneo ritiro di Sanna e Cucca, le primarie dovrebbero per
forza ripartire da zero. Con questo possibile scenario: le tre
correnti – soriani, renziani-ex Diesse e Sinistra Dem potrebbero fra
qualche settimana ripresentare i lrispettivi candidati, cioè Sanna,
Cucca e l’eventuale sostituto di Marcialis. Ma è ancora Sanna a
lanciare un’altra proposta: «Se il congresso dovesse ripartire –
scrive – comunque inviterei tutti a cercare, in una situazione
politica oggi diversa e molto più grave di un mese fa, una soluzione
unitaria per il Pd sardo». È un appello, quello all’unità, che
potrebbe far breccia in un partito sotto choc dopo la scissione e,
soprattutto a Roma, diviso fra Renzi e gli altri candidati alla
segreteria nazionale. Il Pd sardo, è l’auspicio, invece di continuare
a farsi del male, potrebbe scegliere una gestione unitari finora
impossibile. Pigliaru-bis.

Alle 10.30, a Villa Devoto, il governatore
chiuderà una delle partite più difficili, sotto l’aspetto politico,
dalla vittoria alle regionali del 2014. Al suo fianco, ci saranno i
quattro nuovi assessori: Barbara Argiolas del Pd- corrente Soru al
turismo al posto di Francesco Morandi del Centro democratico-Campo
progressista, Pier Luigi Caria, Pd-area Renzi, all’agricoltura che
subentrerà ad Elisabetta Falchi, che si è dimessa a dicembre dopo
l’uscita dalla maggioranza dei Rossomori. Poi Filippo Spanu, promosso
da capo di gabinetto del governatore ad assessore agli affari
generali, al posto di Gianmario Demuro, anche lui dimissionario a
dicembre ma dopo la sconfitta del Sì nel referendum costituzionale.
Infine, Giuseppe Dessena alla cultura, È stato indicato dal gruppo
degli ex Sel prossimi all’adesione al Movimento dei Democratici
progressisti e succederà a Claudia Firino, anche lei ex Sel ma entrata
a far parte del Campo progressista, capeggiato in Sardegna da Luciano
Uras e Roberto Capelli. A proposito di Capelli, che nei giorni scorsi
aveva definito «irricevibile questo rimpasto», ha lanciato un siluro
contro il vicepresidente della giunta Raffaele Paci. «Ha avvelenato –
scrive – i pozzi tra i partiti della coalizione di centrosinistra»
fino a considerarlo l’ispiratore della Pigliaru-bis. La risposta di
Paci è stata secca: «Dall’inizio della legislatura, mi sono sempre
impegnato per unire la maggioranza. L’ho fatto e continuerò a farlo al
fianco del presidente Pigliaru».

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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