Unione Sarda
COMUNE. Rifiuti,
arriva il porta a porta Applauso bipartisan per la fine di una vicenda che da
anni bloccava l'appalto Il sindaco ha annunciato in Aula l'aggiudicazione a De
Vizia.
Un applauso bipartisan alle parole pronunciate dal
sindaco Massimo Zedda in Consiglio comunale: «Il servizio di
raccolta dei rifiuti è stato assegnato al raggruppamento temporaneo formato
dalla De Vizia Transfert spa, in associazione con le società Cooplat ed
Econord». Un applauso liberatorio che scrive la parola fine su
una vicenda lunghissima: scaduto nel 2014 l'appalto (due anni più uno), firmato
dall'allora Giunta Floris, il servizio è andato avanti con una serie di
proroghe semestrali sino al nuovo appalto, revocato dal Consiglio di Stato per
irregolarità della società che se lo era aggiudicato.
L'APPALTO La vicenda, finalmente, si è conclusa. E
il problema non si porrà più per molto tempo: il mega appalto, da 210
milioni di euro, ha una durata di sette anni (dunque, ogni anno, la raccolta
dei rifiuti costerà circa 29 milioni di euro). Il nuovo
servizio partirà a metà aprile anche se, per i primi mesi, si cercherà di
spiegare ai cittadini le novità, stimolandoli a una maggiore attenzione nella separazione
dei rifiuti. A settembre partirà la seconda fase, di tre mesi, nel corso dei
quali sarà progressivamente introdotto il nuovo servizio di raccolta porta a
porta e saranno dismessi i cassonetti stradali. Entro la fine dell'anno il
nuovo sistema sarà portato a regime.
LE NOVITÀ L'innovazione più importante è
l'introduzione della raccolta porta a porta: tutte le utenze, domestiche e
commerciali, saranno dotate di contenitori diversi per ogni genere di rifiuto
(carta, plastica, vetro e lattine, scarti di cucina e indifferenziato). Questi dovranno
essere lasciati in strada, davanti a casa, nelle fasce orarie prestabilite. Un
sistema al quale i cittadini dovranno abituarsi. Ma funziona alla perfezione
nelle grandi città, come Berlino, Helsinki, New York e Milano. Probabile che,
all'inizio, ci saranno problemi. E qualche maleducato potrebbe abbandonare i
rifiuti in aree abbandonate. Per questo è stato previsto un servizio
supplementare per la pulizia e un nucleo dedicato della Polizia municipale.
I VANTAGGI Grazie alla raccolta porta a porta si
punta ad aumentare la percentuale di rifiuti differenziati: con i cassonetti si
aggira intorno al 30 per cento; con il nuovo sistema si arriverà al 60. Ma i vantaggi
sono anche per i cittadini: tutti i contenitori saranno dotati di un microchip
che permetterà di identificare l'utente e associare a lui il peso dei rifiuti
conferiti. In questo modo si potrà applicare una tariffazione più equa, legata
all'effettiva quantità di rifiuti prodotti.
LE ALTRE NOVITÀ Il nuovo gestore dovrà occuparsi
anche dello spazzamento e del lavaggio delle sedi stradali, gestirà le isole ecologiche
e gli ecocentri, raccoglierà i rifiuti ingombranti, pulirà le spiagge e
diserberà i marciapiedi e le aree incolte. Istituito anche un nuovo servizio
contact center, dotato di un potente sistema telematico capace di dare risposte
in tempo reale. Inoltre l'impresa che si è aggiudicata la gara d'appalto si è
impegnata, senza maggiori costi per il Comune, a fornire numerosi servizi
integrativi.
IL RIUSO Oltre che della raccolta ordinaria, il
gestore si occuperà anche di altro materiale: saranno istituiti circuiti
dedicati alla raccolta di abiti e giocattoli usati, pannolini e pannoloni, oli alimentari.
Verrà realizzato un centro del riuso che permetterà di lasciare e prelevare
gratuitamente oggetti che ancora utilizzabili.
LE ZONE Servizi particolari per alcuni quartieri
della città: in estate al Poetto sarà attiva una econavetta che seguirà un
circuito con otto soste di dieci minuti ciascuna in tre diverse fasce orarie. Nel
centro storico sarà introdotta, per le utenze commerciali, la corriera
ecologica che, per agevolare il conferimento dei rifiuti, seguirà un percorso
con soste in luoghi ed orari prestabiliti.
GLI ECOCENTRI Il nuovo sistema prevede anche la
realizzazione di sei ecocentri. Ma, inizialmente, si comincerà con tre,
a San Lorenzo, San Paolo e Sant'Elia. Questi spazi serviranno a dare la
possibilità ai cittadini di disfarsi gratuitamente di oggetti esausti o in
disuso, evitando che vengano abbandonati per strada.
I RICAVI Cambia anche la filosofia della raccolta:
in passato i rifiuti erano un costo, ora diventano una risorsa. L'appalto
prevede che sarà il Comune a incassare i soldi ottenuti dalla vendita e dal recupero
di carta e del cartone, plastica, oli, legno e ferro. Si stima che potrebbe
entrare nelle casse pubbliche circa un milione e mezzo di euro. Denaro che
verrebbe utilizzato per abbassare la Tari.
Marcello Cocco
La Nuova Sardegna
Gli
scissionisti scendono in campo
Missione
a Cagliari di Davide Zoggia, inviato dal gruppo dei fuoriusciti del Pd
CAGLIARI Gli scissionisti del Pd
appaiono anche in Sardegna. Dopo il
trasloco di Yuri Marcialis, che era
candidato alla segreteria
regionale, la prima cellula del
Movimento dei Democratici progressisti
è nata intorno alla missione del
deputato Davide Zoggia. Al
parlamentare veneziano che da sempre
è un fedelissimo di Bersani, Mdp
ha affidato la missione di
organizzare il neonato gruppo anche lontano
da Roma. Finora in Sardegna, l’unico
iscritto di spicco che ha
lasciato il Pd è proprio Marcialis,
ma presto potrebbero aderire al
gruppo anche i tre consiglieri
regionali ex Sel Daniele Cocco, Eugenio
Lai e Luca Pizzuto. «Il nostro
obiettivo – ha detto Zoggia – è dar
vita a un movimento aperto alle
forze politiche e sociali che, in
questi anni, sono state messe alla
porta da Renzi e dal suo cerchio
magico».
Non un partito, perché «dobbiamo
superare la diffidenza degli
elettori, ma quella che potrei
chiamare la nuova casa della sinistra
italiana». La voglia di ritrovarsi
intorno a un’idea spazzata via
dalla gestione dell’ex premier è
tanta, organizzarla sarà più
difficile. «Bisogna avere la forza –
prosegue Zoggia – di seguire le
idee e il cuore. Su temi come i
diritti dei lavoratori, i voucher e la
buona scuola serve una risposta
forte dopo i troppi errori commessi
dal governo Renzi». Mdp è sicura
d’intercettare gli elettori delusi
dall’«ultimo Partito democratico»,
ma anche «i troppi che, in questi
anni, hanno disertato i seggi perché
non si riconoscevano nei partiti
in campo». Non è escluso neanche un
patto il Campo progressista di
Giuliano Pisapia.
In Sardegna raggiungere
quest’obiettivo sarà molto
più complicato: è netta la
spaccatura fra gli ex Sel – ad esempio il
senatore Luciano Uras – che hanno
aderito al Cp e quelli prossimi a
passare all’Mdp. Ma il deputato
veneziano guarda oltre: «Noi vogliamo
riportare al centro del dibattito
politico i problemi reali della
gente ed è per questo che le nostre
porte sono aperte a quei movimenti
frantumati dal renzismo». Senza però
mettere in discussione il governo
Gentiloni e neanche votare la
mozione di sfiducia presentata dai
Cinque Stelle contro il ministro
Luca Lotti, indagato per lo scandalo
Consip-Romeo e in cui è coinvolto
anche il padre di Matteo Renzi. «Non
siamo certo alla ricerca di vendette
– dice il deputato – ma è chiaro
che esiste un problema di
opportunità politica». Yuri Marcialis è
sicuro che Mdp attecchirà anche in
Sardegna, per ora ha la certezza di
far parte della nuova giunta
Pigliaru, con un assessore, Giuseppe
Dessena, scelto proprio dai
consiglieri regionali ex Sel.
Primarie
Pd, l’arbitro sarà ancora Dal Moro
La
commissione regionale bloccata dopo il ritiro di Marcialis.
Consulto
con il garante nazionale
CAGLIARI Il Pd non sa come uscire
dalla rogna delle primarie regionali
azzoppate. Una soluzione per ora non
c’è: tutti o quasi tutti
vorrebbero permettere alla corrente
della Sinistra Dem di presentare
un candidato al posto di Yuri
Marcialis, passato con gli scissionisti
del Movimento dei Democratici
progressisti, ma il regolamento non lo
permette. Neanche la commissione che
coordina i preliminari del
congresso di aprile ha trovato una
soluzione. Nella riunione di ieri
c’è stato uno scontro fra la volontà
politica di riaprire la scadenza
e i sostenitori delle ferree leggi
interne che regolano la vita del
partito.
L’unica ipotesi possibile
all’orizzonte era l’azzeramento di
tutte le candidature per la segreteria
regionale, come proposto da
Francesco Sanna, in corsa per la
corrente dei soriani, ma è stata
rifiutata a priori da Giuseppe Luigi
Cucca, che invece è stato
presentato dal gruppo composto dai
renziani e dagli ex Diesse. Sfumato
l’accordo sull’azzeramento, la
commissione non è riuscita a dipanare
la matassa e ha preso tempo. Nei
prossimi giorni, chiederà un consulto
alla commissione nazionale di
garanzia di cui, guarda caso, il
presidente è Gianni Dal Moro.
Cioè chi, a ottobre, è stato inviato
da
Roma in Sardegna per mettere fine
alla confusione dopo le dimissioni
dalla segreteria regionale di Renato
Soru, presentate il giorno stesso
della sua condanna in primo grado
per evasione fiscale. Sta di fatto
che spetterà proprio a Dal Moro, a
questo punto nel ruolo del doppio
arbitro, risolvere una situazione
che comincia a essere imbarazzante
per un Pd sardo alle prese con il
trauma post scissione in campo
nazionale e la nascita del Movimento
dei Democratici progressisti. Tra
l’altro i tempi cominciano a farsi
stretti. Entro il 6 aprile dovranno
essere presentate le liste a
sostegno delle candidature (saranno due o
tre?) per il congresso del 30
aprile. Gli schieramenti sono noti: da
una parte c’è Francesco Sanna,
dall’altra Giuseppe Luigi Cucca, più
l’eventuale nome dell’ultim’ora
della Sinistra dem. Entro i primi
giorni di aprile dovrebbe uscire
allo scoperto anche la corrente che
invece un candidato non l’ha
presentato.
È quella dei
popolari-riformisti, ovvero l’area
guidata dagli ex parlamentari
Antonello Cabras e Paolo Fadda. Da
sempre orientati a trovare un
candidato unitario, ma non sono
riusciti a realizzare il sogno, fra
meno di un mese dovrebbero decidere
chi sostenere. Sono diverse le
indiscrezioni che vorrebbero i
popolari-riformisti intenzionati a
sostenere Cucca, ma non c’è stata
ancora una decisione ufficiale. Che
arriverà, salvo un improbabile
azzeramento delle primarie, proprio ad
aprile. Però, in queste settimane,
il vero problema è capire quanti
saranno i candidati in corsa, che
potranno essere votati alla fine del
prossimo mese dagli iscritti e non
solo. Con neppure tanto in lontanza
la furiosa battaglia per la
segreteria nazionale fra l’ex premier
Matteo Renzi, il guardasigilli
Andrea Orlando e Michele Emiliano.
Esordio
della Pigliaru-bis
Ieri
in Giunta oggi in Consiglio Dibattito sul dopo rimpasto
CAGLIARI La prima seduta della
giunta riveduta e corretta è filata via
liscia. In carica da sabato, giorno
in cui il presidente ha firmato i
decreti di nomina, i quattro neo
assessori della Pigliaru bis hanno
fatto il loro esordio nella sala
grande di Villa Devoto. All’ordine
dei giorno nessuno dei quattro nuovi
– Filippo Spanu agli affari
generali, Pier Luigi Caria,
agricoltura, Barbara Argiolas, turismo, e
Giuseppe Dessena, cultura e
istruzione, ha ortato il suo contributo di
delibere.
È troppo presto: hanno preso
possesso dell’incarico da pochi
giorni e tutti devono nominare
ancora i loro rispettivi staff. Oggi i
quattro faranno il loro esordio
anche in Consiglio regionale:
giureranno nelle mani del presidente
dell’Aula, Gianfranco Ganau, poi
comincerà il dibattito sulle
«comunicazioni – testuale – del
governatore». Tra l’altro sarà la
prima, dopo un rimpasto, che il
presidente della Regione si presenta
in Consiglio. Nelle precedenti
legislature, è sempre successo che i
consiglieri si limitassero a
prendere atto del cambio in corsa
degli assessori. Stavolta no.
Seppure sollecitato dall’opposizione
di centrodestra, che non perderà
l’occasione per sparare ancora una
volta ad alzo zero sulla maggiora,
il dibattito servirà anche a capire
gli umori nel centrosinistra.
Tutti sanno che il rimpasto ha
lasciato strascichi importanti a
cominciare dall’esclusione del Campo
Progressista (ex Sel ed Centro
democratico) fino ai malumori del
Partito dei sardi, che si aspettava
ben altro rimescolamento di carte da
parte del governatore. Ma visto
che oggi a intervenire saranno solo
i capigruppo di maggioranza e
opposizione, saranno le voci
raccolte nei corridoi a far intuire lo
stato di salute del centrosinistra.
I primi contraccolpi comunque ci
sono stati alla vigilia del
dibattito. Francesco Agus, ex Sel e
presidente dalla commissione
riforme, dovrebbe annunciare il passaggio
al Gruppo misto di cui fa parte da diversi
mese Anna Maria Busia del
Centro democratico. Mentre gli altri
ex Sel – Daniele Cocco, Eugenio
Lai e Luca Pizzuto – presto
dovrebbero costituire il gruppo Mdp o dei
Democratici progressisti, il
movimento fondato a Roma dagli
scissionisti del Pd.
Unione Sarda
Mdp,
caccia ai delusi da Renzi
DOPO
LA SCISSIONE. Zoggia a Cagliari incontra Marcialis
Davide Zoggia a Cagliari per guidare
i primi passi del Movimento
Democratici in Sardegna. «Mdp sta
cominciando ad affrontare i problemi
organizzativi e relativi al
radicamento territoriale», ha spiegato
ieri all'incontro organizzato dal
primo degli scissionisti sardi, Yuri
Marcialis, «siamo impegnati a
radicare il movimento per ricostruire i
temi cari al centrosinistra in
questo Paese, a cui il Pd non dà più
risposte». Zoggia è un deputato
molto vicino a Pier Luigi Bersani. La
riunione di ieri pianta nell'Isola
la bandierina di quelli che hanno
detto addio al Pd di Renzi. «Il
movimento è composto da fuoriusciti
del Pd, di Sel e di Sinistra
Italiana», ha ricordato, «e intende
incrociare il lavoro che sta facendo
il Campo Progressista di Giuliano
Pisapia».
Quanto alla situazione nell'Isola,
«do atto a Marcialis, che correva
per le primarie, di aver fatto la
scelta coraggiosa di entrare in un
movimento non ancora codificato, che
però consentirà di intercettare
elettori che non votavano più Pd,
molti che non votano più e anche
qualcuno del M5S». Perché un
movimento e non un partito? «La
dimensione meno statica consente di
incrociare le associazioni nei
territori, l'Arci, le Acli, le
fondazioni e i corpi sociali». Da Yuri
Marcialis, l'intenzione di
«costituire una struttura organizzata
capillarmente, coinvolgendo tutti
coloro che vorranno aderire al
movimento, compresi i gruppi
istituzionali». Tre consiglieri di Sel
che hanno manifestato l'intenzione
di approdare in Mdp? «Li
inconteremo».
Ro. Mu.
Terzo
candidato, c'è uno spiraglio
CONGRESSO
PD. Ma serve il parere dei vertici nazionali
La situazione non è mutata, ma le aree
della Traversata e della
Sinistra autonomista-federalista
rimaste orfane di Yuri Marcialis non
si danno per vinte. Come non perde
la speranza chi aveva proposto un
«azzeramento» con il ritiro da parte
dei due candidati - Francesco
Sanna (area Soru) e Giuseppe Luigi
Cucca (ex minoranza) - rimasti in
corsa per le primarie del 30 aprile.
E ieri la commissione
congressuale riunita alle 17 ha
deciso di riaggiornarsi al fine
settimana. Anche perché, nel
frattempo, si sta concretizzando
un'ipotesi: chiedere alla
commissione nazionale di garanzia del
Partito democratico un parere sulla
possibilità di riaprire i termini
delle candidature.
Commissione presieduta da Gianni Dal
Moro, lo
stesso deputato del Pd mandato in
Sardegna nei mesi scorsi per
occuparsi del partito e dialogare
con le diverse aree incapaci di fare
sintesi sul nome di un segretario
che potesse sostituire il
dimissionario Renato Soru. Questa
potrebbe essere l'unica occasione
per consentire agli orfani di
Marcialis di avere un candidato per
l'assemblea congressuale. Resta in
piedi, tuttavia, l'idea prevalente
per cui la riapertura dei termini
per le candidature renderebbe la
situazione ingovernabile. Del resto,
come deciso dalla precedente
seduta della commissione, le liste
devono essere presentate entro il 3
aprile. Manca meno di un mese e il
tempo stringe. L'ipotesi più
probabile è che La Traversata
presenti un collegamento tecnico con uno
dei due candidati ancora in corsa.
(ro. mu.)
Oggi
il debutto della nuova Giunta
CONSIGLIO.
Pigliaru presenta gli assessori e indica le priorità per la
fine
della legislatura
Non sarà solo la comunicazione
formale delle modifiche alla Giunta
(che quelle, d'altra parte, non sono
più un mistero da parecchi
giorni). L'intervento di Francesco
Pigliaru in Consiglio regionale,
stamattina, sarà quasi una seconda
edizione delle dichiarazioni
programmatiche. Almeno a giudicare
da quanto anticipato lunedì, nella
presentazione alla stampa dei
quattro nuovi assessori, quando il
presidente ha dettato già una fitta
agenda per gli ultimi due anni
della legislatura. Su quello che
dirà oggi seguirà un dibattito in
aula, con consueta replica finale
del governatore.
Gli obiettivi per il futuro
riguardano anzitutto gli ultimi arrivati
(Barbara Argiolas al Turismo, Pier
Luigi Caria all'Agricoltura,
Giuseppe Dessena alla Cultura,
Filippo Spanu agli Affari generali): a
tutti Pigliaru ha consegnato una
lettera di mandato che specifica
quali risultati si aspetta, e in
quali tempi. Ma la ripartenza della
Giunta non dipende solo da loro.
Nelle sue riflessioni di due giorni
fa, per esempio, il governatore ha
ribadito alcuni dei punti di cui ha
discusso col premier Gentiloni,
durante la sua recente visita a
Cagliari. «Siamo ormai molto
impazienti con l'Eni, per il
rispetto degli impegni sulla chimica
verde», ha detto tra l'altro.
Restando alle vertenze che coinvolgono
il governo, ha ricordato la
necessità di ottenere finalmente qualche
novità sulle servitù militari. È
probabile che stamattina dedichi una
parte del suo intervento anche alla
trattativa per ridurre gli
“accantonamenti”, ossia le somme che
lo Stato non trasferisce alla
Sardegna per ridurre il proprio
debito pubblico.
Più in generale, Pigliaru lunedì si
è soffermato sul patto con Corsica
e Baleari sull'insularità, sulla
riforma della macchina amministrativa
regionale, sulla necessità di una
nuova legge urbanistica. Tutti temi
di cui si parlerà anche oggi,
insieme - c'è da scommetterci - ai
progetti per rilanciare la
produttività dell'agricoltura.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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