La
Nuova Sardegna
Il Campo
progressista: Finanziaria, sì non scontato. Oggi in Consiglio comincia il
dibattito sulla manovra. Il centrosinistra ha fretta Agus e Busia del Cp:
facciamo parte della maggioranza e la giunta deve ascoltarci.
CAGLIARI Al suo esordio, in
Consiglio, il Campo progressista ha fatto subito la voce grossa e anche
minacciosa: «O passano alcuni nostri emendamenti alla Finanziaria, oppure per
noi sarà difficile votare a favore». Anna Maria Busia (Centro democratico) e Francesco
Agus (ex Sel) della maggioranza di
centrosinistra fanno ancora parte, seppure non hanno un assessore in giunta
dopo il rimpasto, ma «non possiamo essere certo quelli che dicono: tutto va
bene». Anzi, per loro la giunta Pigliaru avrebbe dovuto fare molto di più e
«oggi dire sì alla manovra non può essere per noi solo un atto di fede e
neanche possiamo essere messi sotto processo se mettiamo in discussione alcune
delle scelte fatte.
No, tutto questo non può passare
come una provocazione di lesa maestà. Il confronto fra giunta e Consiglio è un diritto-dovere
che non può essere messo in dubbio». I tempi. La Finanziaria arriva oggi in
aula. Gran parte della maggioranza di centrosinistra ha fretta, vuole
approvarla massimo in tre giorni, ma il Campo progressista non è d'accordo: «La
legge dev’essere discussa, non può essere accettata a scatola chiusa.
Il dibattito è indispensabile». La
carica. In aula, Busia e Agus riproporranno i loro 96 emendamenti, anche se uno
solo (quello sul passaggio delle ex servitù militari alla Regione) ha ottenuto
il via libera dalla commissione bilancio del Consiglio. «Per gli altri - dice
Francesco Agus - c'è stato chiesto di ritirarli, ma noi vogliamo discuterli lo stesso
e vedere chi si oppone alle nostre proposte, ai nostri suggerimenti».
Oltre a quello sulle servitù
militari, il Campo vuole chiedere alla giunta di prendere impegni certi su
«spingere il governo a riconoscere lo stato d'insularità alla Sardegna», sui 10
milioni da girare al comune di Nuoro, per evitare che fallisca e ancora
«mettere fine allo scandalo delle troppe consulenze dell’Insar, agenzia ormai fuori
controllo».
Anna Maria Busia è stata decisa nel
dire: «Per noi sono tutti punti irrinunciabili», ma «non vogliamo certo
distruggere il centrosinistra, però c’è ancora tanto da cambiare nella Finanziaria».
La torta. Ad esempio, sempre secondo la consigliera del Cd, «non si possono
finanziare i convegni degli ufficiali dell'anagrafe o dei giovani architetti a
La Maddalena, oppure aumentare i compensi degli avvocati della Regione senza un
perché e poi tagliare il finanziamento ai Centri antiviolenza.
La Finanziaria non è una torta da
spartire, gli interventi devono avere una logica ed essere mirati sui problemi
reali della Sardegna». A cominciare dalle difficoltà che avranno i Comuni nel
far fronte alle estreme povertà, in aumento, e «nel superare gli ostacoli che
ci saranno per erogare il cosiddetto reddito di cittadinanza». Troppa fretta.
Secondo Agus, c'è un altro grande problema irrisolto: «Finora ai sardi sono
stati chiesti tre anni di sacrifici, questa doveva essere la Finanziaria della
ripresa e invece, tolte le spese fisse, il margine di manovra è rimasto troppo
basso.
La verità è che il presidente della
Regione ha rinunciato subito al contenzioso con lo Stato sulle entrate e anche
la vertenza accantonamenti non può essere una partita giocata a giorni alterni»
Per il Campo progressista questa potrebbe essere anche l’ultima mano tesa,
perché «non discutere di questi problemi nel centrosinistra è stato un errore e
oggi considerarli un tabù sarebbe peggio». Tanto da sfociare, nel caso
in cui dal resto del centrosinistra ci sia una chiusura, in un clamoroso no del
Cp.
Unione Sarda
Il
Campo progressista avverte: il nostro voto a favore non è scontato
Altolà
da sinistra e minoranza «Finanziaria da correggere»
Non può essere la fretta a
determinare la discussione sulla
Finanziaria; anche se c'è un
bilancio ingessato e l'esigenza di non
prolungare l'esercizio provvisorio.
È questo il clima che si respira
in Consiglio regionale dove,
stamattina alle 10, comincia il dibattito
sulla manovra da 7,6 miliardi di
euro. Nonostante il tesoretto a
disposizione sia di circa 40 milioni
di euro, i consiglieri sono
pronti a lottare per gli
emendamenti. In maggioranza pesa l'avviso
degli esponenti del Campo
progressista, Anna Maria Busia e Francesco
Agus, disposti a «votare contro la
manovra» se verrà mortificato il
ruolo dell'assemblea: «Il nostro sì
non è scontato». Per il presidente
della commissione Bilancio, Franco Sabatini
(Pd) «non c'è nessuna
corsa, è stato fatto un lungo
confronto prima dell'aula».
LE RICHIESTE Tutti i consiglieri
sanno che gli emendamenti serviranno
da innesco per accendere i
riflettori su argomenti specifici. «Abbiamo
presentato richieste su temi
importanti», sottolinea Agus, «poi sarà
il Consiglio ad assumersi la
responsabilità di liquidare gli
argomenti».
Così è probabile che su servitù
militari, soppressione dell'Insar,
diminuzione delle parcelle per gli
avvocati della Regione e limite di
436mila euro per le consulenze delle
società partecipate della
Regione, ci sarà battaglia. La
Finanziaria non colma tutte le lacune
in alcuni argomenti chiave come il
lavoro, per il quale Agus e Busia
chiedono un Piano straordinario e
un'unica cabina di regia. «La
manovra prevede interventi
territoriali - dicono - mentre serve un
progetto di ampio respiro per cui
servono risorse».
PRONTI ALLA BATTAGLIA Nonostante
l'accordo per cercare di approvare la
Finanziaria entro la settimana,
l'opposizione non intende fare sconti
nel dibattito. «Abbiamo chiesto di
stanziare un milione di euro per lo
screening sui cittadini delle zone
vicino agli insediamenti
industriali», dice il consigliere
dei Riformatori Michele Cossa, «su
questo non vogliamo essere
liquidati». Non intende limitarsi a
un'alzata di mano passiva nemmeno
Paolo Truzzu (Fratelli d'Italia):
«Non vogliamo fare ostruzionismo, ma
il dibattito è necessario.
Cercherò di discutere tutte le
proposte su famiglia, ambiente e
lavoro». Più critico Ignazio Locci
(Forza Italia), che definisce la
manovra «un documento privo di idee
che la politica sarda affronta in
maniera stanca».
CONDIVISIONE Tra gli emendamenti
firmati da maggioranza e opposizione
c'è quello proposto dal consigliere
dell'Upc Antonio Gaia, che prevede
«l'indennizzo per gli amministratori
e i tecnici comunali vittime di
attentati anche per i beni non di
proprietà». Non solo, l'emendamento
inserisce il rimborso delle spese
legali sostenute dagli
amministratori sottoposti a
procedimenti causati del proprio ruolo,
«ma solo se assolti con formula
piena».
Matteo Sau
La Nuova Sardegna
SASSARI-Sanna:
«Pronto ad azzerare la giunta» Il sindaco rilancia: «Farò tutti i passi
necessari per chiudere la crisi». Ma senza appoggio totale saranno dimissioni
di
Giovanni Bua
SASSARI Pronto a cambiare marcia,
direzione e stile, pur di poter
continuare (o iniziare) a correre.
Spariglia le carte il sindaco
Nicola Sanna, e cala sul tavolo
dell’assembleina Pd (spostata in corso
di giornata nella sede “spissiana”
di Luna e Sole) la sua briscola: un
intervento di cinque cartelle, fitto
di ammissioni di colpa e aperture
alle critiche, promesse di maggior
dialogo e inviti alla sincera
comunicazione, idee su diverse organizzazioni
di lavoro e
comunicazione, ed elenchi di cose da
fare subito, senza però
dimenticare il «sogno comune».
Parole, tante, con dentro un paio di
diretti, che lasciano senza fiato
chi aveva già deciso per il
“rosolamento lento”. Il primo:
disponibilità totale (è la prima volta
in due anni e mezzo di crisi) ad
azzerare la giunta e ricostruirla
insieme. Il secondo: nessuna pretesa
sulla candidatura a sindaco per
un secondo mandato (di fatto di
prassi per le cariche apicali del Pd),
da discutere più avanti e comunque
da riconquistare sul campo. Il
tutto a un’unica condizione:
appoggio fino alla scadenza naturale
della consiliatura nel 2019.
Con tutte le correnti del partito,
comprese quelle che hanno “scatenato
l’inferno”, che ci devono mettere
faccia e assessori. In caso
contrario il sindaco ha già in tasca la
lettera di dimissioni. Da tenere
“carica” sul tavolo per venti giorni,
rovesciando completamente sul Pd
l’onere della conclusione o meno
della crisi. E comunque sbarrando la
strada maestra per alcuni: Sanna
ancora in sella a vacillare per
qualche settimana e poi, chiusa la
finestra elettorale,
commissariamento del Comune fino al 2018.
Un’ipotesi che il sindaco non vuole
prendere nemmeno in
considerazione, pronto a far saltare
il tavolo se le risposte del
partito non saranno abbastanza
rapide e convincenti. Questo il succo
di una riunione iniziata tardi (poco
prima della 20) e finita dopo un
paio d’ore. Con un comunicato
congiunto di «sintesi positiva» atteso a
stretto giro di posta. Riunione
arrivata dopo l’ennesima giornata di
lavoro e di passione. Prima giunta
politica di mattina, poi riunione
informale di maggioranza nel
pomeriggio, a presentare quel bilancio
che rimarrà pratica chiusa fino a
quando non ci sarà l’accordo, per
evitare che si trasformi terreno di
scontri, sgambetti e rese dei
conti. L’ordine però nel mentre è
andare avanti, come dimostra la
giunta monstre da oltre 20 delibere
di venerdì scorso.
O il consiglio
di oggi, che si annuncia tranquillo
(gli unici fuochi di artificio
dovrebbero arrivare da un atteso
intervento di Tonino Falchi). Con il
M5S che farà la conta delle firme
nella sua mozione di sfiducia (si è
aggiunto Nicola Lucchi ma
l’obiettivo non è stato raggiunto) e la
maggioranza che porterà a casa un
altro paio di pratiche, aspettando
di capire cosa succederà. Con la
crisi che sembra rientrata, ma la
quadra sui nomi che è tutta da
trovare. Quel che è certo è che il dado
è tratto. E che Sanna sembra davvero
pronto a cambiare passo, anche se
questo volesse dire dirigersi a gran
velocità verso le elezioni.
il
discorso di sanna
Cinque
pagine di “pensieri” per provare a ripartire
SASSARI Pronto ad azzerare la
giunta, a riununciare alla ricandidatura
automatica. A rivedere le modalità
di comunicazione e di esame delle
pratiche. A decidere insieme le
priorità. Con l’obbligo di finire
entro il 2017 le ciclabili; avviare
i lavori di effettiva bonifica del
Centro Intermodale, consegnare 100
alloggi popolari; iniziare i lavori
per sistemare strade e marciapiedi
per circa 7 milioni di mutuo;
iniziare i lavori della parte
esterna al palazzetto dello sport e
degli altri impianti sportivi,
consegnare all'uso della città l'ex-Ma
e l'Astra; iniziare la realizzazione
del museo multimediale dei
Candelieri alla Frumentaria.
Così il sindaco Sanna, che ha
presentato
ieri sera ai consiglieri e dirigenti
del Partito democratico un
documento di cinque cartelle, pieno
di autocritica e inviti a
ripartire «In questi giorni di
ascolto e riflessioni ho ostinatamente
cercato di capire quali siano le
cause delle nostre difficoltà e quali
rimedi possibili, a partire da me
che sono stato scelto al principio
dalle primarie e poi dai cittadini a
guidare la città, la nostra
città, che amiamo con tutti i suoi
abitanti». Il sindaco poi articola
il suo ragionamento in sei passaggi.
Il primo riguarda le relazioni:
«Abbiamo la necessità di cambiare,
tutti, l’approccio delle relazioni
fra noi, sindaco e giunta e gruppo e
partito, nonché con il resto
della coalizione di maggioranza»,
sottolinea.
Poi la fiducia: «Abbiamo
la necessità di affidarci
sinceramente perché siamo consapevoli che
siamo legati da uno stesso
obiettivo: amministrare bene la città». E
qui Sanna propone l’azzeramento
della giunta: «Se intendiamo
proseguire, possiamo anche azzerare
l'attuale Giunta rimetterla in
piedi riconoscendo a ciascuno il
proprio ruolo». E ancora il rispetto:
«Abbiamo la necessita di riconoscere
il ruolo e le prerogative di
ciascuno, a cominciare da quelle del
sindaco», e comunicazione. Infine
la rinuncia al secondo mandato:
«Nessuno e tanto meno io ha il diritto
di ipotecarlo». E le priorità
programmatiche: «da decidere insieme».
Unione Sarda
SASSARI.
Il sindaco pronto a ricucire con Pd e coalizione
Sanna:
«Un patto per ripartire»
Il
sindaco Nicola Sanna è pronto a ricucire con il Pd e con il resto
della
maggioranza. Fa mea culpa e propone, se necessario,
l'azzeramento
della Giunta.
«Riconosco di avere sbagliato a non
aver fatto abbastanza per superare
un approccio con il mio gruppo
consiliare che si è manifestato
conflittuale nonostante i buoni
propositi». Ora c'è la necessità di
andare avanti, con un obiettivo
comune: «Amministrare bene la città».
Il primo cittadino propone un patto
di consiliatura. Una sorta di
vademecum dei buoni rapporti tra
alleati. Essere aperti e ascoltarsi
reciprocamente, riconoscere il ruolo
e le prerogative di ciascuno,
anche quelle del sindaco.
Occorre poi comunicare meglio
l'azione di governo della città. E
ancora: «Stabilire insieme quali
sono gli obiettivi da perseguire».
Tra questi: finire entro i prossimi
due mesi le piste ciclabili,
avviare la bonifica del Centro
Intermodale e consegnare 100 alloggi
popolari.
«Io ci sono, con voi, con il mio
partito, con la coalizione, per far
bene alla mia città». ( c. fi. )
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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