martedì 28 marzo 2017

Rassegna stampa 28 Marzo 2017

La Nuova Sardegna

Il Campo progressista: Finanziaria, sì non scontato. Oggi in Consiglio comincia il dibattito sulla manovra. Il centrosinistra ha fretta Agus e Busia del Cp: facciamo parte della maggioranza e la giunta deve ascoltarci.

CAGLIARI Al suo esordio, in Consiglio, il Campo progressista ha fatto subito la voce grossa e anche minacciosa: «O passano alcuni nostri emendamenti alla Finanziaria, oppure per noi sarà difficile votare a favore». Anna Maria Busia (Centro democratico) e Francesco Agus (ex Sel) della maggioranza di centrosinistra fanno ancora parte, seppure non hanno un assessore in giunta dopo il rimpasto, ma «non possiamo essere certo quelli che dicono: tutto va bene». Anzi, per loro la giunta Pigliaru avrebbe dovuto fare molto di più e «oggi dire sì alla manovra non può essere per noi solo un atto di fede e neanche possiamo essere messi sotto processo se mettiamo in discussione alcune delle scelte fatte.

No, tutto questo non può passare come una provocazione di lesa maestà. Il confronto fra giunta e Consiglio è un diritto-dovere che non può essere messo in dubbio». I tempi. La Finanziaria arriva oggi in aula. Gran parte della maggioranza di centrosinistra ha fretta, vuole approvarla massimo in tre giorni, ma il Campo progressista non è d'accordo: «La legge dev’essere discussa, non può essere accettata a scatola chiusa.

Il dibattito è indispensabile». La carica. In aula, Busia e Agus riproporranno i loro 96 emendamenti, anche se uno solo (quello sul passaggio delle ex servitù militari alla Regione) ha ottenuto il via libera dalla commissione bilancio del Consiglio. «Per gli altri - dice Francesco Agus - c'è stato chiesto di ritirarli, ma noi vogliamo discuterli lo stesso e vedere chi si oppone alle nostre proposte, ai nostri suggerimenti».

Oltre a quello sulle servitù militari, il Campo vuole chiedere alla giunta di prendere impegni certi su «spingere il governo a riconoscere lo stato d'insularità alla Sardegna», sui 10 milioni da girare al comune di Nuoro, per evitare che fallisca e ancora «mettere fine allo scandalo delle troppe consulenze dell’Insar, agenzia ormai fuori controllo».

Anna Maria Busia è stata decisa nel dire: «Per noi sono tutti punti irrinunciabili», ma «non vogliamo certo distruggere il centrosinistra, però c’è ancora tanto da cambiare nella Finanziaria». La torta. Ad esempio, sempre secondo la consigliera del Cd, «non si possono finanziare i convegni degli ufficiali dell'anagrafe o dei giovani architetti a La Maddalena, oppure aumentare i compensi degli avvocati della Regione senza un perché e poi tagliare il finanziamento ai Centri antiviolenza.

La Finanziaria non è una torta da spartire, gli interventi devono avere una logica ed essere mirati sui problemi reali della Sardegna». A cominciare dalle difficoltà che avranno i Comuni nel far fronte alle estreme povertà, in aumento, e «nel superare gli ostacoli che ci saranno per erogare il cosiddetto reddito di cittadinanza». Troppa fretta. Secondo Agus, c'è un altro grande problema irrisolto: «Finora ai sardi sono stati chiesti tre anni di sacrifici, questa doveva essere la Finanziaria della ripresa e invece, tolte le spese fisse, il margine di manovra è rimasto troppo basso.

La verità è che il presidente della Regione ha rinunciato subito al contenzioso con lo Stato sulle entrate e anche la vertenza accantonamenti non può essere una partita giocata a giorni alterni» Per il Campo progressista questa potrebbe essere anche l’ultima mano tesa, perché «non discutere di questi problemi nel centrosinistra è stato un errore e oggi considerarli un tabù sarebbe peggio». Tanto da sfociare, nel caso in cui dal resto del centrosinistra ci sia una chiusura, in un clamoroso no del Cp.

Unione Sarda

Il Campo progressista avverte: il nostro voto a favore non è scontato
Altolà da sinistra e minoranza «Finanziaria da correggere»

Non può essere la fretta a determinare la discussione sulla
Finanziaria; anche se c'è un bilancio ingessato e l'esigenza di non
prolungare l'esercizio provvisorio. È questo il clima che si respira
in Consiglio regionale dove, stamattina alle 10, comincia il dibattito
sulla manovra da 7,6 miliardi di euro. Nonostante il tesoretto a
disposizione sia di circa 40 milioni di euro, i consiglieri sono
pronti a lottare per gli emendamenti. In maggioranza pesa l'avviso
degli esponenti del Campo progressista, Anna Maria Busia e Francesco
Agus, disposti a «votare contro la manovra» se verrà mortificato il
ruolo dell'assemblea: «Il nostro sì non è scontato». Per il presidente
della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) «non c'è nessuna
corsa, è stato fatto un lungo confronto prima dell'aula».
LE RICHIESTE Tutti i consiglieri sanno che gli emendamenti serviranno
da innesco per accendere i riflettori su argomenti specifici. «Abbiamo
presentato richieste su temi importanti», sottolinea Agus, «poi sarà
il Consiglio ad assumersi la responsabilità di liquidare gli
argomenti».

Così è probabile che su servitù militari, soppressione dell'Insar,
diminuzione delle parcelle per gli avvocati della Regione e limite di
436mila euro per le consulenze delle società partecipate della
Regione, ci sarà battaglia. La Finanziaria non colma tutte le lacune
in alcuni argomenti chiave come il lavoro, per il quale Agus e Busia
chiedono un Piano straordinario e un'unica cabina di regia. «La
manovra prevede interventi territoriali - dicono - mentre serve un
progetto di ampio respiro per cui servono risorse».

PRONTI ALLA BATTAGLIA Nonostante l'accordo per cercare di approvare la
Finanziaria entro la settimana, l'opposizione non intende fare sconti
nel dibattito. «Abbiamo chiesto di stanziare un milione di euro per lo
screening sui cittadini delle zone vicino agli insediamenti
industriali», dice il consigliere dei Riformatori Michele Cossa, «su
questo non vogliamo essere liquidati». Non intende limitarsi a
un'alzata di mano passiva nemmeno Paolo Truzzu (Fratelli d'Italia):
«Non vogliamo fare ostruzionismo, ma il dibattito è necessario.
Cercherò di discutere tutte le proposte su famiglia, ambiente e
lavoro». Più critico Ignazio Locci (Forza Italia), che definisce la
manovra «un documento privo di idee che la politica sarda affronta in
maniera stanca».

CONDIVISIONE Tra gli emendamenti firmati da maggioranza e opposizione
c'è quello proposto dal consigliere dell'Upc Antonio Gaia, che prevede
«l'indennizzo per gli amministratori e i tecnici comunali vittime di
attentati anche per i beni non di proprietà». Non solo, l'emendamento
inserisce il rimborso delle spese legali sostenute dagli
amministratori sottoposti a procedimenti causati del proprio ruolo,
«ma solo se assolti con formula piena».
Matteo Sau

La Nuova Sardegna

SASSARI-Sanna: «Pronto ad azzerare la giunta» Il sindaco rilancia: «Farò tutti i passi necessari per chiudere la crisi». Ma senza appoggio totale saranno dimissioni
di Giovanni Bua

SASSARI Pronto a cambiare marcia, direzione e stile, pur di poter
continuare (o iniziare) a correre. Spariglia le carte il sindaco
Nicola Sanna, e cala sul tavolo dell’assembleina Pd (spostata in corso
di giornata nella sede “spissiana” di Luna e Sole) la sua briscola: un
intervento di cinque cartelle, fitto di ammissioni di colpa e aperture
alle critiche, promesse di maggior dialogo e inviti alla sincera
comunicazione, idee su diverse organizzazioni di lavoro e
comunicazione, ed elenchi di cose da fare subito, senza però
dimenticare il «sogno comune». Parole, tante, con dentro un paio di
diretti, che lasciano senza fiato chi aveva già deciso per il
“rosolamento lento”. Il primo: disponibilità totale (è la prima volta
in due anni e mezzo di crisi) ad azzerare la giunta e ricostruirla
insieme. Il secondo: nessuna pretesa sulla candidatura a sindaco per
un secondo mandato (di fatto di prassi per le cariche apicali del Pd),
da discutere più avanti e comunque da riconquistare sul campo. Il
tutto a un’unica condizione: appoggio fino alla scadenza naturale
della consiliatura nel 2019.

Con tutte le correnti del partito,
comprese quelle che hanno “scatenato l’inferno”, che ci devono mettere
faccia e assessori. In caso contrario il sindaco ha già in tasca la
lettera di dimissioni. Da tenere “carica” sul tavolo per venti giorni,
rovesciando completamente sul Pd l’onere della conclusione o meno
della crisi. E comunque sbarrando la strada maestra per alcuni: Sanna
ancora in sella a vacillare per qualche settimana e poi, chiusa la
finestra elettorale, commissariamento del Comune fino al 2018.
Un’ipotesi che il sindaco non vuole prendere nemmeno in
considerazione, pronto a far saltare il tavolo se le risposte del
partito non saranno abbastanza rapide e convincenti. Questo il succo
di una riunione iniziata tardi (poco prima della 20) e finita dopo un
paio d’ore. Con un comunicato congiunto di «sintesi positiva» atteso a
stretto giro di posta. Riunione arrivata dopo l’ennesima giornata di
lavoro e di passione. Prima giunta politica di mattina, poi riunione
informale di maggioranza nel pomeriggio, a presentare quel bilancio
che rimarrà pratica chiusa fino a quando non ci sarà l’accordo, per
evitare che si trasformi terreno di scontri, sgambetti e rese dei
conti. L’ordine però nel mentre è andare avanti, come dimostra la
giunta monstre da oltre 20 delibere di venerdì scorso.

O il consiglio
di oggi, che si annuncia tranquillo (gli unici fuochi di artificio
dovrebbero arrivare da un atteso intervento di Tonino Falchi). Con il
M5S che farà la conta delle firme nella sua mozione di sfiducia (si è
aggiunto Nicola Lucchi ma l’obiettivo non è stato raggiunto) e la
maggioranza che porterà a casa un altro paio di pratiche, aspettando
di capire cosa succederà. Con la crisi che sembra rientrata, ma la
quadra sui nomi che è tutta da trovare. Quel che è certo è che il dado
è tratto. E che Sanna sembra davvero pronto a cambiare passo, anche se
questo volesse dire dirigersi a gran velocità verso le elezioni.

il discorso di sanna
Cinque pagine di “pensieri” per provare a ripartire

SASSARI Pronto ad azzerare la giunta, a riununciare alla ricandidatura
automatica. A rivedere le modalità di comunicazione e di esame delle
pratiche. A decidere insieme le priorità. Con l’obbligo di finire
entro il 2017 le ciclabili; avviare i lavori di effettiva bonifica del
Centro Intermodale, consegnare 100 alloggi popolari; iniziare i lavori
per sistemare strade e marciapiedi per circa 7 milioni di mutuo;
iniziare i lavori della parte esterna al palazzetto dello sport e
degli altri impianti sportivi, consegnare all'uso della città l'ex-Ma
e l'Astra; iniziare la realizzazione del museo multimediale dei
Candelieri alla Frumentaria.

Così il sindaco Sanna, che ha presentato
ieri sera ai consiglieri e dirigenti del Partito democratico un
documento di cinque cartelle, pieno di autocritica e inviti a
ripartire «In questi giorni di ascolto e riflessioni ho ostinatamente
cercato di capire quali siano le cause delle nostre difficoltà e quali
rimedi possibili, a partire da me che sono stato scelto al principio
dalle primarie e poi dai cittadini a guidare la città, la nostra
città, che amiamo con tutti i suoi abitanti». Il sindaco poi articola
il suo ragionamento in sei passaggi. Il primo riguarda le relazioni:
«Abbiamo la necessità di cambiare, tutti, l’approccio delle relazioni
fra noi, sindaco e giunta e gruppo e partito, nonché con il resto
della coalizione di maggioranza», sottolinea.

Poi la fiducia: «Abbiamo
la necessità di affidarci sinceramente perché siamo consapevoli che
siamo legati da uno stesso obiettivo: amministrare bene la città». E
qui Sanna propone l’azzeramento della giunta: «Se intendiamo
proseguire, possiamo anche azzerare l'attuale Giunta rimetterla in
piedi riconoscendo a ciascuno il proprio ruolo». E ancora il rispetto:
«Abbiamo la necessita di riconoscere il ruolo e le prerogative di
ciascuno, a cominciare da quelle del sindaco», e comunicazione. Infine
la rinuncia al secondo mandato: «Nessuno e tanto meno io ha il diritto
di ipotecarlo». E le priorità programmatiche: «da decidere insieme».

Unione Sarda

SASSARI. Il sindaco pronto a ricucire con Pd e coalizione
Sanna: «Un patto per ripartire»

Il sindaco Nicola Sanna è pronto a ricucire con il Pd e con il resto
della maggioranza. Fa mea culpa e propone, se necessario,
l'azzeramento della Giunta.

«Riconosco di avere sbagliato a non aver fatto abbastanza per superare
un approccio con il mio gruppo consiliare che si è manifestato
conflittuale nonostante i buoni propositi». Ora c'è la necessità di
andare avanti, con un obiettivo comune: «Amministrare bene la città».
Il primo cittadino propone un patto di consiliatura. Una sorta di
vademecum dei buoni rapporti tra alleati. Essere aperti e ascoltarsi
reciprocamente, riconoscere il ruolo e le prerogative di ciascuno,
anche quelle del sindaco.

Occorre poi comunicare meglio l'azione di governo della città. E
ancora: «Stabilire insieme quali sono gli obiettivi da perseguire».
Tra questi: finire entro i prossimi due mesi le piste ciclabili,
avviare la bonifica del Centro Intermodale e consegnare 100 alloggi
popolari.

«Io ci sono, con voi, con il mio partito, con la coalizione, per far
bene alla mia città». ( c. fi. )

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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