Unione sarda
Cagliari -
COMUNE. Prima del dibattito in aula sul documento economico il ricordo di
Alziator. Dall'opposizione mille emendamenti al bilancio
Mille emendamenti per correggere il bilancio triennale.
Questa la strategia dell'opposizione in vista del voto dell'Aula e a poche ore dal
dibattito sui conti pubblici che si è aperto ieri e che impegnerà il Consiglio
anche nelle prossime sedute. La commissione ha dato parere favorevole alla
proposta che ha una previsione di spesa 392 milioni per il 2017, 407 per il
2018 e di 403 milioni di euro per il 2019. Dopo gli interventi dei consiglieri,
oggi toccherà ai capigruppo. Solo dopo si potrà passare all'esame del documento
presentato dalla minoranza e di cui è primo firmatario il capogruppo
di Forza Italia Stefano Schirru.
GLI EMENDAMENTI. Un fascicolo corposo fatto di 917
emendamenti per chiedere l'abbattimento delle barriere architettoniche, mentre
dieci proposte di variante sono dedicate alla richiesta di dotare alcune aree
della città di telecamere di videosorveglianza, dieci riguardano invece le
disinfestazioni da eseguire nei parchi cittadini e due per chiedere
all'amministrazione l'acquisto di nuove uniformi per la polizia municipale.
«Si tratta di un modo per ottenere la copertura finanziaria
per le mozioni e gli ordini del giorno che sono stati approvati negli ultimi 12
mesi e che altrimenti non potrebbero essere applicati», spiega Schirru. Smarcata la posizione di Federico Ibba dei centristi
sardi che con un post su facebook ha invitato a evitare l'ostruzionismo perché
«i ritardi nell'approvazione del bilancio – che la maggioranza ha tutti i
numeri per approvare da sola -, comporterebbero un ulteriore ritardo nei pagamenti
delle imprese che lavorano per il Comune».
ALZIATOR La seduta di ieri si è aperta con la
commemorazione dello scrittore Francesco Alziator a 40 anni dalla morte. Dopo
il tributo dell'Assemblea presieduta da Guido Portoghese all'illustre letterato
e antropologo il Consiglio ha dato vita al dibattito
sul bilancio di previsione triennale che dovrebbe esaurirsi questa sera. La
settimana prossima verranno esaminati gli emendamenti e poi si passerà alla votazione.
Mariella Careddu
Unione Sarda
Pula
- No al bilancio, la Sindaca appesa a un
filo
Non passa il Bilancio di previsione
in Consiglio comunale: la
legislatura ora rischia di terminare
con due anni di anticipo.
Doveva essere la prova del nove per
la maggioranza guidata dalla
sindaca Carla Medau, ma la seduta
consiliare di ieri si è conclusa con
un'inaspettata sconfitta. Nove voti
contrari, sette favorevoli, un
astenuto: il documento finanziario
viene bocciato dall'Aula, aprendo
nuovi scenari nella politica pulese.
Nulla è da escludere, a questo
punto, neppure che la sindaca, Carla
Medau, rassegni le dimissioni.
Il voto contrario è arrivato dai
quattro consiglieri del gruppo
“Libertas” e dai quattro della
minoranza. Pesante come un macigno il
voto dell'ex assessora al Turismo, Annalisa
Capobianco, che a sorpresa
ha votato contro l'approvazione del
Bilancio. Capobianco si era
dimessa durante l'ultimo Consiglio
comunale, durante il quale aveva
letto una dichiarazione con la quale
prendeva le distanze dalla
sindaca. Si è astenuta dalla
votazione la consigliera di minoranza
Gaia De Donato. (i.m.)
La Nuova Sardegna
Pd,
oggi il verdetto sui popolari-riformisti
Attesa
per la decisione sulla seconda lista a sostegno dell’ex
premier.
Venerdì Orlando a Cagliari
CAGLIARI Apparentati oppure no? I
popolari-riformisti sapranno oggi se
saranno ammessi nella grande
famiglia di Matteo Renzi, che il 30
aprile corre per la segreteria
nazionale del Pd. Saranno i
rappresentati di lista dell’ex
presidente del Consiglio a mettere il
bollino verde (o non metterlo) sul
secondo gruppo che lo sostiene in
Sardegna. Nelle altre regioni, Renzi
è riuscito a evitare
l’affollamento intorno al suo nome,
nell’isola no.
Però nel Pd isolano
gli accordi alla vigilia erano ben
altri. A cominciare dall’alleanza
fra renziani e popolari-riformisti
per il candidato alla segreteria
regionale, il senatore Giuseppe
Luigi Cucca. Oggi mettere in
discussione questo scenario sarebbe
rischioso per tutti ed ecco perché
i popolari-riformisti sono convinti
che Renzi non dirà no alla seconda
lista. In arrivo. Attese a parte, le
primarie del Pd sono un evento di
per sè. I tre candidati, Matteo
Renzi, Andrea Orlando e Michele
Emiliano, hanno annunciato che
saranno in Sardegna nelle prossime
settimane. Il primo ad arrivare in
missione elettorale sarà il
ministro di Grazia e giustizia
Orlando.
Venerdì sarà a Cagliari e
parteciperà nel pomeriggio a un
dibattito al T-Hotel. Il gruppo Rete
Dem – alleata agli ex Diesse nel
sostenere Orlando – ha organizzato
invece un tour del deputato Monica
Cirinnà, prima firmataria della
legge sulle unione civili. Giovedì
20 sarà in Ogliastra con tappe a
Jerzu, Tortolì e Arzana, l’indomani
a Cagliari e Sestu. Sempre Rete
Dem sabato 21 ha invitato anche
l’europarlamentare Daniele Viotti, il
programma deve essere ancora
definito. Il gruppo a sostegno di Renzi
comincerà a muoversi invece subito
dopo Pasqua.
Di sicuro l’ex
presidente del Consiglio ha messo in
agenda un tour in Sardegna, ma la
data del suo arrivo è ancora
incerta. Una delle date più probabili
dovrebbe essere martedì 25 aprile,
Festa della liberazione. Nella
stessa settimana, ma qualche giorno
prima sono attesi anche gli arrivi
del ministro allo sport Luca Lotti
(a Sassari e a Olbia), di quello
all’agricoltura Maurizio Martina e
del vicepresidente della Camera
Roberto Giachetti (il 22 a aprile in
Gallura). Duello a distanza. Pare
invece sempre più difficile il
faccia a faccia fra i due candidati
alla segreteria regionale Cucca e
Francesco Sanna, che è sostenuto
dalla corrente dell’ex governatore
Renato Soru. Dopo essere saltato
una prima volta, il confronto pare
essersi ormai incalanato più che
altro su social network.
Renzi,
ora è “Provincellum”
Già
finito l’asse Pd-M5S, Forza Italia chiede chiarezza
di
Giovanni Innamorati
ROMA «Non è tattica» quella di
Matteo Renzi che lunedì sera ha detto
di essere disposto a rinunciare ai
capilista bloccati nella legge
elettorale: su questo insistono i
parlamentari vicini a Renzi, che
indicano nel cosiddetto
«provincellum» - un sistema proporzionale con
collegi - il modello su cui puntare,
come si era intuito domenica alla
Convenzione nazionale Dem. Un
modello che potrebbe piacere anche a
Forza Italia. Perché un po’ tutti i
Democratici, di rito renziano,
orlandiano o emilianiano, ritengono
che con M5s sarà difficile fare
asse. Il presidente del Senato,
Pietro Grasso, ha rilanciato oggi
l'auspicio «che al più presto si
possa arrivare a una condivisa legge
elettorale per prepararci alla nuova
legislatura».
La fiducia di
Grasso è stata esplicitata dopo una
serie di commenti positivi
all'apertura di Renzi sui capilista
bloccati venuti da esponenti della
maggioranza, come Maurizio Lupi
(Ap), Pino Pisicchio (capogruppo del
Misto), Alfredo D'Attorre (Mdp).
Anche il competitor di Renzi alle
primarie, Andrea Orlando, ha
apprezzato l'apertura e, d'altra parte,
uno dei suoi sostenitori, Gianni
Cuperlo, ha presentato una Pdl che
rilancia il «provincellum». Questo
ricalca il sistema elettorale delle
Province, ma anche il sistema in
vigore dal 1948 al 1992 per il
Senato: collegi uninominali ma non
maggioritari, bensì riparto
proporzionale dei seggi.
I sostenitori di Michele Emiliano,
come Dario
Ginefra, hanno invece rilanciato la
proposta di Simone Valiante, che è
come l'Italicum ma senza capilista
bloccati e con le preferenze.
Sistema che ha il difetto di non
avere i voti sufficienti, nemmeno in
caso di intesa con i M5s, i quali
anch'essi vogliono le preferenze. Ma
sull' asse con il Movimento di
Grillo in casa Dem non crede nessuno.
«M5s sono i primi a volere i
capilista bloccati - afferma Alessia
Morani, vicecapogruppo Pd alla
Camera - perché così Grillo potrebbe
scegliere tutti i deputati: la
vicenda di Cassimatis a Genova è
eloquente». All'apertura di Renzi,
Luigi Di Maio ha risposto picche
affermando che l'ex premier «non è
credibile», mentre Danilo Toninelli
ha invitato il Pd a votare il
«Legalicum», il sistema proposto da
loro.
Questo però non avrebbe i numeri in
Senato, anche in caso di
convergenza tra Pd e M5s, che hanno
rispettivamente 99 e 35 senatori,
per una somma lontana dai 161
necessari. Il sistema del «provincellum»
è anche alla base della pdl di Fi, a
prima firma di Renato Brunetta.
Questi, dopo una prima risposta
polemica nei riguardi di Renzi, ha
invitato il Pd «a far chiarezza al
proprio interno» e di passare dalle
parole ai fatti. Sollecitazione
giunta anche da Giorgia Meloni e
Raffaele Fitto. La verifica potrebbe
avvenire già domani in
Commissione Affari costituzionali
alla Camera: il presidente e
relatore, Andrea Mazziotti, ha
invitato i gruppi a esprimersi in
quella seduta anche su altre
proposte, oltre che sul Mattarellum,
finora sostenuto dal Pd. Questo ha
una stretta maggioranza in
commissione (26 su 50) ma
vacillerebbe in Aula e rischierebbe il
naufragio in Senato.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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