Unione
Sarda
LE
PRIMARIE. Pd, Renzi dà la deroga Sì alla lista Cabras-Fadda Accettata la
“divisione” dei sostenitori dell'ex premier
Al prossimo congresso nazionale del
Pd la Sardegna rappresenterà l'eccezione che conferma la regola. Dopo due
giorni di riflessione, Renzi accetta i popolari-riformisti (l'area
Cabras-Fadda) come seconda lista abbinata al suo nome nella corsa alla
segreteria. Si tratta di un caso unico in tutta Italia che rende sempre più
attuale il dibattito interno ai dem sardi, su
un partito federato e più autonomo
rispetto a Roma.
IL VERDETTO La commissione romana ha
emesso il verdetto nella tarda serata di ieri. Il dazio per un epilogo negativo
avrebbe potuto significare una situazione di
incertezza: rinunciare a una parte importante del Pd, durante la campagna
elettorale, non conviene nemmeno a Renzi. A questo va aggiunto che con il
congresso regionale alle porte e uno schema di alleanze diverso rispetto a
quello nazionale, la tensione sarebbe aumentata.
IL SIGNIFICATO A prescindere
dall'esito di ieri, è certo che il prossimo segretario del Pd (chiunque sia)
avrà il compito di riaprire il dibattito sull'autonomia del partito. La
“forzatura” di presentare la lista da parte dei popolari-riformisti, nonostante
il veto iniziale di Renzi, è stato un segnale forte.
LE TAPPE A poche ore dalla scadenza
per la presentazione delle liste in vista dell'assemblea nazionale, Renzi
decide di puntare sulla coesione e autorizza l'apparentamento a una sola lista.
Il punto di caduta sarebbe stato una lista unitaria tra renziani e soriani (già
uniti) e i popolari-riformisti. Se nelle altre regioni sono riusciti
nell'intento, in Sardegna la corrente Cabras-Fadda ha deciso di andare avanti.
Troppo recenti le scorie della rottura con Soru per finire tutti in una sola
lista. Le diplomazie sarde più vicine all'ex premier hanno lavorato per
favorire la deroga e di conseguenza la partecipazione al congresso.
LA VISITA In attesa di
ufficializzare la visita di Renzi, domani arriva nell'Isola Andrea Orlando,
sfidante dell'ex premier insieme a Michele Emiliano. In Sardegna le liste
collegate al ministro sono state ufficializzate. Nel collegio dell'hinterland
di Cagliari il capolista è il deputato Marco Meloni mentre in città è la
portavoce della Traversata, Anna Crisponi. Maria Teresa Pani è la prima del collegio
di Oristano-Medio Campidano, mentre Giovanni Deiana guida l'elenco di Nuoro e
Ogliastra. Infine, nel collegio Sassari-Gallura il capolista è Tomaso Visicale.
Matteo Sau
PULA.
La clamorosa bocciatura del bilancio in Consiglio
«Io
non mi dimetto» - La sindaca Medau prova a risolvere la crisi
Nelle ultime due settimane ha subito
due mazzate che manderebbero al
tappeto chiunque, ma non lei, decisa
più che mai a proseguire sulla
sua strada comunque vada. Nonostante
abbia incassato in successione le
dimissioni inaspettate
dell'assessora al Turismo Annalisa Capobianco,
e nel Consiglio comunale dell'altro
ieri, la bocciatura del Bilancio
di previsione, la sindaca di Pula,
Carla Medau (esponente del Partito
Democratico), non si sente per nulla
con le spalle al muro. E si
propone di superare la crisi
politica aperta.
Intende dimettersi?
«Le mie dimissioni non sono
all'ordine del giorno dei lavori del
Consiglio comunale. Il paese di Pula
ha bisogno di una guida e, con
l'estate ormai alle porte, ci
attende un duro lavoro per garantire
tutti i servizi ai turisti e ai
residenti».
Si aspettava la bocciatura del
Bilancio di previsione in Consiglio?
«Poco prima del Consiglio comunale
ero stata rassicurata dal
capogruppo di “Libertas”, Ettore
Caboni, che avrei avuto il loro voto
positivo. In cambio, dopo Pasqua,
avremmo discusso del rimpasto. Non
so perché, poi, abbiano votato con
la minoranza».
Da chi si sente tradita?
«Non parlerei di tradimento, ma di
mancanza di responsabilità e di un
allontanamento di alcuni consiglieri
da quelli che erano gli obiettivi
del progetto iniziale».
Ha votato contro anche l'ex
assessora Annalisa Capobianco.
«Ha spiegato la sua decisione
dicendo che questo Documento Unico di
Programmazione (Dup) era calato
dall'alto, quando lei stessa l'aveva
già votato in Giunta. Forse capiremo
le sue ragioni più avanti».
Ci sono i presupposti per proseguire
il mandato?
«Non è tutto perduto, c'è ancora
spazio per il dialogo: lo dobbiamo
agli elettori che tre anni fa ci
hanno accordato la loro fiducia, e al
paese in generale».
Pensa di aver commesso degli errori
durante il suo mandato?
«Chiunque può sbagliare quando
amministra, soprattutto se deve
affrontare una legislatura complessa
come questa. Ho commesso degli
errori, ma ho subito anche quelli
compiuti da altri. Il mio sbaglio
più grande è stato quello di non
aver capito subito che ad alcuni
consiglieri non potevo dare fiducia
illimitata. Talvolta ho dovuto
lottare per non abbandonare la
strada che i cittadini ci avevano
chiesto di seguire».
La sua permanenza in Comune è appesa
a un filo: cosa accadrebbe con il
commissariamento?
«I cittadini perderebbero un punto
di riferimento: tutti i
procedimenti, compresi i lavori in
fase di appalto, rischierebbero di
subire un rallentamento. L'assenza
di un'amministrazione eletta,
inoltre, potrebbe risvegliare gli
interessi poco nobili di qualcuno
nei confronti di questo territorio,
da noi sempre combattuti».
Ivan Murgana
La Nuova
Pd,
sì alla doppia lista per Renzi
Primarie del 30 aprile: Roma ammette
anche il gruppo dei popolari riformisti
CAGLIARI Pericolo scampato e
pasticcio evitato. In Sardegna saranno
due le liste a sostegno di Renzi,
candidato il 30 aprile alla
segreteria nazionale del Pd. Oltre a
quella scontata dei renziani, in
cui sono presenti diversi soriani,
ci sarà anche il gruppo dei
popolari riformisti dell’area
Cabras-Fadda. Il via libera è arrivato
nella tarda serata da Roma dopo una
riunione fiume sulle liste
collegate a Renzi, ad Andrea Orlando
e a Michele Emiliano, gli altri
due candidati alla segreteria
nazionale. Fino a mercoledì era invece
forte il rischio che una delle due
liste a favore dell’ex premier non
fosse accettata e in bilico c’era
proprio quella dei popolari
riformisti.
L’antefatto. Il «caso Sardegna»,
com’è stato ribattezzato
a Roma, era scoppiato qualche giorno
fa quando, a poche ore dalla
consegna dell’elenco dei candidati
all’Assemblea nazionale Dem, dallo
staff dell’ex premier era arrivato
un suggerimento perentorio. Questo:
in ogni regione la lista Renzi dovrà
essere una sola. Seppure con
qualche mugugno da parte di alcuni
notabili, le altre regioni avevano
accettato l’invito, la Sardegna no.
Il motivo? Perché gli accordi
erano diversi da settimane. I
popolari riformisti, com’è poi accaduto,
s’erano detti pronti a sostenere
nella corsa per la segreteria
regionale il candidato dei renziani,
è Giuseppe Luigi Cucca, ma a
patto di poter presentare una loro
lista autonoma per le primarie
nazionali. Un distinguo necessario
per evitare di trovarsi gomito a
gomito, sempre nelle liste per il
nazionale, con gli esponenti della
corrente Soru. Sarebbe stato
impossibile dopo che per quasi un anno
proprio queste due aree se le sono
date di santa ragione dopo essersi
alleate nel 2014 proprio per far
eleggere Soru segretario regionale.
Se non ci fosse stato il via libera
alla seconda lista pro Renzi,
all’orizzonte c’era persino il
rischio di un disimpegno – però mai
annunciato ufficialmente – dei
popolari riformisti dalle primarie
regionali. La soluzione. Alla fine
tutti i problemi sono stati
spazzati via da una decisione voluta
con insistenza dal ministro
Maurizio Martina, vicino alle
posizioni dell’area Cabras-Fadda, e che
sarà il vicesegretario del partito
se dovesse vincere Renzi. A fare
pressione sarebbe stato anche l’ex
sindaco di Torino Piero Fassino,
altro uomo forte dell’ala sinistra
del Pd schierata con il segretario
uscente. Risolto l’ultimo dubbio,
gli schieramenti per il nazionale
non saranno gli stessi delle
primarie regionali. I renziani, insieme
agli ex Ds, in Sardegna sostengono
Cucca. Mentre Renzi a Roma,
stavolta con i soriani, che in
Sardegna sono invece per Francesco
Sanna. Con gli ex Diesse che infine,
a Roma, hanno scelto un altro
candidato: Andrea Orlando.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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