Unione Sarda
Ufficializzata
dall'assemblea Ecco la direzione regionale del Pd:
c'è
anche Soru
Ci sono diversi “big” nella neo
eletta direzione regionale del Partito
democratico. Dopo l'assemblea
regionale sono stati ufficializzati i
nomi dei prescelti in proporzione ai
risultati del congresso. Tanti
gli “ex” tra i 70 componenti a
partire dall'ex segretario Renato Soru,
l'ex sottosegretaria alla Cultura
Francesca Barracciu e gli ex
consiglieri regionali Antonio Biancu
e Chicco Porcu. Nel parlamentino
dem anche il presidente regionale di
Legacoop, Claudio Atzori, i
consiglieri comunali di Cagliari,
Fabrizio Rodin e Davide Carta e il
segretario del Pd cagliaritano,
Nicola Montaldo. Nella lista c'è anche
Pietro Morittu, in corsa per il ruolo
di vicesegretario, l'ex sindaca
di Pula, Carla Medau e l'ex vice
sindaco di Sassari, Gianni Carbini e
Giulio Calvisi che fu segretario dei
Ds prima della fusione con la
Margherita per la nascita del Pd.
Gli altri nomi sono Gino Cadeddu,
Verdiana Canu, Orlando Carcangiu,
Carlo Carta, Luciano Casula, Aldo
Deiana, Caterina Deidda, Patrizia
Desole, Paolo Fanni, Tonino Loi,
Annamaria Manca, Luigi Mastino, Luca
Mereu, Giovanni Moro, Michela Mura,
Rosanna Mura, Giovanni Maria
Sciretti, Monica Spanedda, Mirko Vacca,
Lino Zedda, Gavino Zirattu,
Carlo Balloi, Alessandro Bianchi,
Alma Cardi, Maddalena Corda,
Salvatore Corona, Franco Corosu,
Alessandro D'Avanzo, Monica Fois,
Carla Fundoni, Alberta Grudina,
Tatiana Isoni, Giovanni Ligios, Marina
Madeddu, Domenico Murgioni, Antonio
Orgiana, Laura Picasso, Anita
Pili, Roberto Pili, Cinzia Porceddu,
Antonio Spano, Claudio Trogu,
Stefania Atzei, Barbara Cadeddu,
Licia Cau, Nino Cogoni, Sabina Contu,
Massimo Cossu, Giuseppina Demurtas,
Marinella Grosso, Sandra Mancosu,
Giusy Marrosu, Roberto Martani,
Francesco Melis, Stefano Piras,
Giuseppe Tinnirello, Rossano Vacca e
Andrea Viola. (m. s.)
Psd'az,
Columbu saluta «Si vive nell'ambiguità»
Il
regista-presidente si dimette: il partito è troppo diviso
Una scelta maturata a causa della
linea di un partito che vive in
«permanente ambiguità in cui non è
chiaro se stiamo promuovendo
un'alternativa ai vari schieramenti
politici o se miriamo soltanto a
sporadiche alleanze».
L'ADDIO Parole molto forti quelle di
Columbu, deluso anche
dall'incapacità del partito di
promuovere «la convergenza della vasta
e frammentata area delle formazioni
indipendentiste». Un proposito
assunto quando venne eletto
presidente al congresso di Arborea
nell'ottobre del 2015. Eppure da
allora l'ex presidente riscontra «una
conduzione politica che si attua in
modo solitario e sommesso,
rifuggendo dal dialogo e disertando
il confronto nell'organo supremo
del partito, il Consiglio nazionale».
In questo scenario, il regista
prestato alla politica per la
missione sardista decide di sciogliere
gli ormeggi e chiudere l'esperienza
da presidente. «Ci sono state
modalità di conduzione che non
condivido - dice - ho avuto modo di
impegnare il partito con un
documento per mettere fine alle divisioni
storiche, ma come unica risposta ho
ricevuto il silenzio».
ALLEANZE L'ultimo atto politico che
i sardisti hanno siglato è
l'alleanza con la Base, dando vita
anche a un gruppo unico in
Consiglio regionale. Alle
amministrative di Cagliari, i sardisti
scelsero il centrosinistra,
ottenendo il 7% e contribuendo alla
vittoria al primo turno di Massimo
Zedda. Tappe di una storia che non
rientra nell'ideale di Columbu, più
orientato a quella missione
(ancora incompiuta) di fare della
galassia sovranista e
indipendentista «una forza non più
gregaria ma di riferimento». Quello
fatto con la Base non è considerato
un passaggio fondamentale perché
«laddove esiste un dialogo con molti
interlocutori», sottolinea
Columbu, «un'alleanza stretta con
uno solo può essere un primo passo
ma anche una scelta
incomprensibile».
RIFLESSIONE Difficile capire se la
decisione di Giovanni Columbu sia
definitiva o meno. Certo è che le
dimissioni sono l'occasione per
rivolgere ancora «un appello ai
sardisti e riaffermare la necessità di
una riflessione sugli errori». Un
legame tra Columbu e il sardismo
c'è, perché il saluto, se anche
fosse un addio, è comunque Forza
Paris. (m. s.)
La Nuova
Lascia
la presidenza dopo due anni: «Attesa invano la svolta per
riunire
tutto il mondo sardista» Psd'Az, Columbu si dimette: partito fermo
CAGLIARIUna lunga lettera per
esprimere tutta la sua amarezza davanti
a un partito che doveva riunire
tutte le anime del sardismo, ma è
rimasto immobile. Giovanni Columbu
lascia la presidenza del Psd'Az. Il
suo è un gesto pieno di rammarico,
ma anche di speranza. Quella di
dare una scossa a un partito
apatico. «Cari amici sardisti, mi dimetto
dalla carica di Presidente del
Partito Sardo d'Azione - scrive -.
Non posso accettare che il partito
nato dal più generoso ideale di libertà
e di progresso, che più ha influito
sulla consapevolezza dei sardi
come popolo e di cui noi abbiamo il
privilegio e la responsabilità di
essere gli eredi, possa ridursi a
coltivare posizioni tiepide e
ambigue e continui a essere esposto
alla tentazione di trattare con le
forze politiche a cui dovrebbe
opporsi. Sono trascorsi quasi due anni
dall'ultimo Congresso in cui
deliberammo di adoperarci con tutte le
nostre energie per la convergenza
della vasta e frammentata area delle
formazioni indipendentiste.
Non è chiaro se promuoviamo
un'alternativa
agli attuali schieramenti politici o
se miriamo solo a sporadiche
alleanze per trattare con i partiti
italiani. Questa ambiguità è
dovuta a una conduzione politica che
si attua in modo solitario e
sommesso, rifuggendo dal dialogo.
Non meno dipende da coloro che
sostengono passivamente questa
conduzione. Anziché mobilitare il
Partito in una condivisa prospettiva
si seguono percorsi di cui si
apprende solo a posteriori. Il
documento che a gennaio indirizzai ai
sardisti esponendo una via possibile
per ricostituire il Partito, per
mettere fine alle divisioni storiche
del sardismo e reagire
all'immobilità, avrebbe potuto
suscitare reazioni di consenso o di
dissenso. Come sola risposta ha
avuto il silenzio.
Ricorro all'estrema
risoluzione delle mie dimissioni per
rivolgere un appello ai sardisti
e riaffermare la necessità di una
aperta riflessione sugli errori e le
difficoltà che più volte hanno
ostacolato la nostra azione. Solo se
avremo il coraggio di affrontarla
potremo anche ritrovare lo slancio
ideale e morale per aprire le porte
del Partito, ricostituirlo e
definire un nuovo percorso di
cambiamento della situazione della
Sardegna».
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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