lunedì 29 maggio 2017

Rassegna Stampa 29 Maggio 2017

Unione Sarda

SANT'ELIA. Razzie vandaliche quotidiane. Tra i cespugli sacchetti di rifiuti abbandonati. La passeggiata lasciata a metà Sporcizia, incuria, sterpaglie: ma i lavori sono ancora fermi.

Bisognerebbe non voltarsi mai. Scrutare il mare e dare le spalle a tutto il resto per chiudere gli occhi sulla striscia di spazzatura e abbandono che divide il parapetto a picco sull'acqua dalle palazzine popolari di Sant'Elia.

IL DEGRADO Far finta che il tanfo, la sporcizia, il degrado e le sterpaglie non esistano, però, non è affatto facile. Soprattutto per chi in quei casermoni ci vive: a loro basta aprire le finestre per vedere gli edifici destinati a luoghi di ristoro trasformati in latrine, i muri usati come lavagne per gridare un grande amore a «Marta» o l'amicizia «eterna, vera e sincera» a una ragazza da parte di Vale.

IL PARCO FANTASMA L'opera di riqualificazione è rimasta a metà. Qui aspettano che sorga il «Parco degli anelli. Ho visto il progetto, sarà bellissimo. Solo che non sappiamo quando succederà - assicura Ninfa Setzu che sta seduta sul granito caldo e guarda i suoi cagnolini correre tra le erbacce -. Hanno fatto gli scavi ma adesso il cantiere è fermo da mesi, ogni tanto vediamo qualche operaio ma poi sparisce di nuovo». La distesa di terra sulla quale si affacciano le case popolari è solo l'inizio di un percorso messo a dura prova dalle razzie di vandali e dai sacchetti dei rifiuti abbandonati tra i cespugli.

STRADA SBARRATA Un paio di chilometri fino a Su Siccu e, nel mezzo, una spiaggia minuscola affollata da famiglie chiassose. Proseguendo oltre l'ansa in cui sono ormeggiate le barchette dei pescatori, tra cumuli di spazzatura e gatti randagi, il viale è interrotto. I grossi mattoni di granito sistemati davanti al mare per essere utilizzati come panchine sbarrano la via. È così dall'inverno scorso, da quando il nubifragio che si è abbattuto sulla città li ha sradicati e spostati di qualche metro. Nessuno ha avuto il tempo di intervenire, nonostante le segnalazioni dei residenti al Comune.

CHIOSCHI DISTRUTTI Non è l'unico problema. I due punti di ristoro costruiti con materiali perfettamente integrati con la bellezza dell'ambiente sono stati sventrati e vandalizzati. Nel primo, sono stati divelti sanitari, porte, impianti. Tutto quel che poteva essere riutilizzato è sparito mentre i locali sono stati trasformati in bagni di fortuna da dove proviene un odore che impesta l'aria. L'altro casotto destinato a diventare un punto di ristoro si trova a qualche centinaio di metri. Anche qui i ladri hanno rubato il possibile lasciando ai vandali il resto. All'interno dei box oltre a una montagna di fazzolettini e bottiglie mandate in frantumi, c'è quel che resta di uno scooter Liberty fatto a pezzi e abbandonato. Non basta. In assenza di un servizio di vigilanza sono stati portati via persino i faretti incastrati nelle lastre di granito del pavimento per illuminare la sera con luci soffuse. Ora al loro posto ci sono dei buchi riempiti di sabbia.

«SERVE VIGILANZA» «Dovrebbero finire i lavori e controllare di più», si augura ancora Ninfa Setzu. «Questa dovrebbe essere un'area interamente pedonale, invece, soprattutto di notte entrano con motorini, macchine e alcuni persino con i furgoni».

Mariella Careddu


Unione Sarda

La nomina di Deiana divide il Pd - Guerra sulla successione in Giunta
Le correnti si contendono il posto dell'assessore chiamato a guidare
l'autorità portuale

Non si può dire che la nomina - ancora da perfezionare - di Massimo
Deiana alla presidenza dell'autorità portuale sia una sorpresa: il
nome dell'assessore ai Trasporti circolava da mesi, anzi da anni visto
che l'authority dello scalo cagliaritano è commissariata dal 2013
proprio a causa del ricorso al Consiglio di Stato che ha disarcionato
Piergiorgio Massidda. Eppure nel Pd l'annuncio del ministro delle
Infrastrutture Graziano Delrio ha creato qualcosa di più di un
malumore, specialmente nelle correnti che fino all'ultimo hanno
cercato di congelare la nomina.

IL DEPUTATO «Sicuramente colpisce la velocità con cui si è arrivati a
questa scelta, anche se comprendo l'ottica nazionale e la necessità di
chiudere il capitolo del commissariamento che nel caso sardo dura da
anni», dice Francesco Sanna, che già nei giorni delle primarie per la
segreteria regionale aveva espresso qualche perplessità: «Nessuno nega
i titoli del professor Deiana. Se invece si parla dell'assessore, il
discorso è diverso. La sua nomina alla presidenza dell'autorità
portuale rende necessario un nuovo innesto in giunta, dopo un rimpasto
che ha avuto una gestazione di mesi e mesi. Poi rimarrebbero aperti
dei dossier dell'assessorato ai Trasporti che non è giusto lasciare a
un successore». Ci sarebbe anche un altro aspetto, quello delle cause
di inconferibilità previste dai decreti legati alla Legge Severino,
che pongono limiti alle nomine di vertice nelle pubbliche
amministrazioni per chi ricopre cariche politiche.

L'Anac però ha dato
il via libera alla nomina di Deiana: lo scoglio appare superato. «È un
tema giuridico interessante, ma non ho certezze. Di sicuro anche le
decisioni dell'autorità nazionale anticorruzione sono suscettibili di
ricorso», ricorda Sanna. Ma ad agitare le anime del Pd è soprattutto
la scelta del successore all'assessorato ai Trasporti. Le altre
correnti spingono perché la casella non venga occupata da un esponente
dell'area popolare-riformista. Per qualcuno si dovrebbe riaprire con
Pigliaru una discussione più ampia, considerando tutti i centri di
potere extra-giunta controllati dalla stessa corrente: Fondazione di
Sardegna, Cacip, Tecnocasic, Arst e, appunto, l'autorità portuale.
IL SENATORE «Il rimpasto concordato durante il commissariamento del
partito prevedeva un assetto della giunta che già considerava
l'ipotesi di nomina di Deiana a presidente dei porti sardi. Il suo
nome era già venuto fuori. Se a qualcuno non va bene, sta rinnegando
quell'accordo», ricorda il senatore del Pd Silvio Lai. Un messaggio
chiaro: l'assessorato ai Trasporti deve essere considerato in quota
all'area popolare-riformista.

LA POLEMICA Davide Carta, consigliere comunale dem nel capoluogo, non
ne fa solo una questione formale. «Mi chiedo quali siano stati i
risultati di Deiana assessore regionale ai Trasporti per essere
nominato presidente dell'autorità portuale della Sardegna, ruolo
chiave e strategico per lo sviluppo di Cagliari e dell'intera isola»,
scrive su Facebook Carta. Un giudizio non molto diverso da quello di
Piergiorgio Massidda, che attribuisce a «logiche filantropiche che
abbiamo imparato bene a conoscere» l'investitura di Deiana: «Passa un
messaggio odioso: se sbagli ma fai parte della casta per te ci sarà
sempre posto».

I TEMPI Prima dell'insediamento del nuovo presidente dell'autorità
portuale passeranno settimane, forse mesi. La nomina dovrà ricevere il
parere favorevole delle commissioni di Camera e Senato, insieme al via
libera ufficiale dal presidente della Giunta regionale Francesco
Pigliaru. In alcuni casi, dall'annuncio al decreto ministeriale che
chiude la procedura, ci sono voluti tre mesi. Si rischia di perdere
tempo prezioso: «Il commissariamento per un periodo troppo lungo dei
porti della Sardegna», dice il segretario regionale della Cgil
trasporti Arnaldo Boeddu, «ha di fatto reso impossibili i progetti a
medio e lungo termine per delle realtà da considerare come
un'industria».

Michele Ruffi

Riprendono le analisi nell'area a ridosso della laguna di Santa Gilla
Fluorsid, timori per le falde L'Arpas controlla trenta pozzi

Terminati i campionamenti nelle acque dello stagno di Santa Gilla, da
oggi i tecnici dell'Arpas cominceranno quelli nelle acque dei pozzi di
osservazione che controllano il livello delle falde acquifere. Parte
la “fase due” del piano di controlli stabilito dal tavolo tecnico
permanente istituito dalla presidenza della Regione con gli
assessorati alla Difesa e alla Sanità. L'agenzia regionale per
l'ambiente continua a monitorare le zone vicine alla Fluorsid,
l'azienda di Macchiareddu che nei giorni scorsi è finita al centro
delle cronache per alcuni arresti per associazione a delinquere,
nell'ambito delle indagini che riguardano un presunto danno
ambientale.

I SITI DA CONTROLLARE Nel mirino dei tecnici finiscono non solo la
zona della Fluorsid ma anche i siti a monte e a valle dell'azienda che
opera in Sardegna dal 1969 per la produzione di fluoroderivati
inorganici con l'utilizzo delle materie prime locali, principalmente
la fluorite della Mineraria Silius. «Le rilevazioni riguarderanno la
zona in prossimità della Fluorsid e quelle a monte e a valle del sito
industriale», sottolinea una nota della Regione. Saranno eseguiti
campionamenti in trenta piezometri (i pozzi che controllano il livello
delle falde acquifere) con una metodo, quello del campionamento e
spurgo, già approvata dal ministero dell'Ambiente. «Per poter
esaminare tutti i pozzi, con una media di tre piezometri al giorno,
occorreranno tra le due e le tre settimane», si legge ancora nella
nota diffusa dalla Regione.

IL PROGRAMMA Nel piano di controlli stabilito dal tavolo permanente
della Presidenza della Regione sono indicati monitoraggi dei corpi
idrici sotterranei, monitoraggi dei corpi idrici superficiali di
transizione e monitoraggi sulla qualità dell'aria e sulla ricaduta
delle polveri. Per quanto riguarda l'attività a Santa Gilla, sia
quella effettuata sulle acque, appena terminata, sia quella da
effettuare sulle falde, che comincerà invece oggi, sui campioni
prelevati i tecnici dell'Arpas cercheranno metalli, idrocarburi e
altre sostanze. Oltre al monitoraggio della rete regionale,
parallelamente infatti vengono implementate, come già avvenuto in
passato, misure con l'utilizzo del mezzo mobile di Arpas che verrà
posizionato nella zona periferica dell'abitato di Assemini.

LA PROCURA La necessità di un campionamento così ampio nasce dal fatto
che le contestazioni mosse dalla Procura riguardano presunte
contaminazioni dell'aria, del suolo e, appunto, delle falde acquifere.
Da una decina di giorni, la vicenda della Fluorsid è arrivata anche in
Parlamento con l'interrogazione urgente depositata in Senato dal
senatore del Movimento 5Stelle Roberto Cotti, e con l'interpellanza
presentata al ministro dell'ambiente Galletti da Michele Piras,
deputato di Art.1-movimento democratico e progressista.
Mauro Madeddu

Oggi pomeriggio a Cagliari interviene l'ex leader dell'Udc
I centristi ripartono sotto la guida di Casini

Il riferimento è esplicito: “La Sardegna in marcia”, il titolo
dell'iniziativa in programma per oggi pomeriggio (16.30) al THotel di
Cagliari, richiama in maniera diretta il movimento “En marche” del neo
presidente della Repubblica francese, il centrista Macron. E infatti
l'appuntamento odierno è organizzato dai Centristi per l'Europa, che
riceveranno la “benedizione” di Pier Ferdinando Casini, leader per
antonomasia dei moderati italiani.

Da presidente della commissione Esteri del Senato, ora Casini è
impegnato nella tutela degli italoamericani coinvolti nella crisi
democratica del Venezuela. Oltre che di “Sardegna nel contesto
euromediterraneo”, parlerà della posizione politica del movimento
Centristi per l'Europa, che in questa fase sostiene il governo
Gentiloni in cui esprime il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
«Ma sarà un convegno a più voci», fa sapere Federico Ibba,
coordinatore regionale del movimento, «con ospiti del mondo
dell'impresa, della politica e del management nazionale».
Tra i giovani impegnati nell'impresa ci sarà l'ingegner Gianluca Usai,
28 anni, manager di una prestigiosa cantina del Gavi nel Piemonte e
consigliere comunale di Sestu , che parlerà di “Sardegna: un
continente del vino”. Un altro giovane ingegnere, Roberto Massa,
partner della The Net Value, incubatore certificato startup
innovative, parlerà sul tema “La Sardegna e l'innovazione: la fabbrica
del cambiamento”.

Francesco Marini, presidente della Sarlux-Saras,
parlerà di “Industria 4.0”. È previsto anche l'intervento del
presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu.
Tra gli interventi politici, il consigliere metropolitano Davide
Galantuomo parlerà della città metropolitana come opportunità di
sviluppo. Il coordinatore Ibba, consigliere comunale di Cagliari,
aprirà i lavori: «Vorrei - dice - che questo primo appuntamento fosse
un nostro contributo per aggregare persone che vogliono una Sardegna
che getta ponti verso l'Europa, che promuove se stessa, i suoi
prodotti, la sua bellezza unica nel contesto mondiale. Questa sarà la
linea guida per le alleanze alle prossime elezioni regionali, lontani
da schieramenti velleitaristici, che invece di gettare ponti verso il
mondo, amano crogiolarsi seduti sui muretti a secco».
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La Nuova

Le quattro Province sarde escluse dai finanziamenti
Tentativo del governo con la Manovrina: no alla suddivisione dei fondi nazionali
Negli ultimi tre anni tagliati 205 milioni. La protesta dell'assessore
Cristiano Erriu

CAGLIARI
Il governo Gentiloni continua a prendersela con le Province. Per la
seconda volta, in pochi mesi, vuole escludere quelle sarde dal
trasferimento dei finanziamenti nazionali. Sono i soldi necessari per
garantire quei servizi ai cittadini che gli Enti intermedi hanno in
carico dopo che il referendum costituzionale di dicembre li ha tenuti
in vita. Il primo tentativo di scippo, una trentina di milioni, è
stato scongiurato pochi mesi fa dopo una lunga battaglia a Roma. Solo
che ora, nella «manovrina» in discussione alla Camera, la Sardegna è
stata escluso di nuovo dall'articolo che ripristina gran parte dei
finanziamenti nazionali. Il trasferimento sarebbe stato concesso -
come in passato - solo alle Province delle Regioni ordinarie, mentre
quelle Speciali non sono neanche prese in considerazione. «Dobbiamo
prepararci a una nuova battaglia» è stato il duro commento
dell'assessore agli enti locali Cristiano Erriu, per aggiungere: «È
come sempre una questione di equità.

Le Province sarde hanno
contribuito e continuano a farlo al risanamento della finanza pubblica
nazionale e nel momento in cui lo Stato sta per restituire parte dei
finanziamenti non possono essere tagliate fuori ancora una volta».
Secondo una prima stima in tutto alle Province sarde mancherebbero,
negli ultimi tre anni, 205 milioni, oltre cento solo nel 2017. «Certo
la partita - ha aggiunto Erriu - non può essere scaricata ancora sulla
Regione, che finora ha garantito e continua a garantire 600 milioni
l'anno, 50 milioni sono per le Province, al sistema delle Autonomie
locali. Siamo la prima regione in Italia per risorse investite a
favore di Comuni e di tutte le altre amministrazioni». Anche questa
volta la Sardegna cercherà di bloccare lo scippo numero due e per
questo Erriu chiama a raccolta i parlamentari sardi: «Devono essere
loro i primi a opporsi alla nuova ingiustizia». Soprattutto perché se
non arriveranno i finanziamenti nazionali le quattro Province
rischiano tutte di fallire e molti servizi indispensabili saranno
spazzati via in un attimo,

Decolla il patto con Pd e Fi
In 27mila sul blog di Grillo votano per il modello che piace a Renzi e
Berlusconi L'ex comico: «Si può votare il 10 settembre». Al via gli incontri tra i partiti M5s: sì al sistema tedesco

di Chiara ScalisewROMARitorno al proporzionale: le chance che la
riforma del sistema elettorale consegni all'Italia un modello in stile
tedesco continuano a salire. Alla vigilia di una settimana chiave, con
l'avvio delle votazioni in Parlamento sulla legge elettorale e la
direzione del Pd in agenda per domani, Matteo Renzi scopre le carte e
dichiara di ritenere possibile un accordo con Forza Italia e M5S su un
modello proporzionale, che abbia però una soglia di sbarramento al 5%.
Gli azzurri hanno fatto già sapere di essere della partita. Ieri è
toccato agli elettori pentastellati suggellare, con 27.473 mila sì
contro appena 1.532 no, il via libera arrivato dai vertici nei giorni
scorsi. Niente «compromessi» e niente «mercato delle vacche», avverte
però Beppe Grillo pubblicando il verdetto online: gli elettori devono
poter scegliere di essere governati dal M5S o dall'asse Pd-Fi. E il
sistema che meglio garantisce la trasparenza è appunto il tedesco (con
soglia al 5% e correttivi di governabilità).

Il leader M5S riprende
così spazio su una scena che altrimenti rischiava di essere
interamente occupata dal segretario Pd e dal Cavaliere e avvicina
un'intesa, che se confermata nelle aule parlamentari, potrebbe
accelerare la fine della Legislatura portando il Paese alle urne in
autunno, come testimoniano le fibrillazioni che sono già emerse in
occasione dell'esame dei nuovi voucher. Calendario alla mano, Grillo
fissa anche una data per le elezioni: il 10 settembre, prima che
deputati e senatori possano incassare «la pensione da privilegiati».
Matteo Renzi ci tiene a sottolineare come la scelta di sostenere un
sistema proporzionale non sia mai stata la prima opzione ma anche come
sia stato Mattarella a chiedere alle forze politiche di trovare un
accordo sulla legge elettorale: i Democratici quindi - è la replica -
mantengono un impegno verso il Colle, considerato vincolante. Renzi
vuole rassicurare gli interlocutori: nel caso di elezioni anticipate a
settembre non ci sarebbe da temere per la solidità dei conti pubblici,
perché la manovra economica, che è all'esame del Parlamento fra
ottobre e dicembre, potrà essere approvata dal nuovo Esecutivo

Il punto è che cosa accadrà all'indomani del voto con il nuovo sistema.
Renzi non esclude nessuno scenario, larghe intese comprese. Intanto
domani dovrà convincere il partito a dargli il mandato per cambiare
rotta: la Direzione infatti è chiamata ad approvare la svolta
proporzionalistica. Un sì scontato ma che dovrà confrontarsi con le
perplessità di Andrea Orlando e della sua truppa di parlamentari, che
proprio per fare il punto potrebbero riunirsi qualche ora prima
dell'appuntamento al Nazareno. A favore del modello tedesco si schiera
intanto apertamente il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini:
si tratta infatti - dice - di un sistema che consentirà la rinascita
del centrosinistra. E proprio il progetto di costruire una forza a
sinistra del Pd è inseguito da Articolo 1-Mdp, che è pronto ad
accettare la soglia del 5% convinto che incentiverebbe le forze a
sinistra a correre insieme. Uno sbarramento che non convince invece
Sinistra Italiana, che punta al 3%, ma che soprattutto non piace ad
Alfano. In Parlamento le votazioni sono destinate a iniziare molto
probabilmente nella giornata di mercoledì ma già tra oggi e domani è
in agenda una girandola di riunioni: non faccia a faccia con il
segretario però (quello annunciato fra Renzi e Alfano è saltato) ma
incontri fra una delegazione dei Democratici e quelle degli altri
partiti.


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Federico Marini

skype: federico1970ca

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