Unione
Sarda
SANT'ELIA.
Razzie vandaliche quotidiane. Tra i cespugli sacchetti di rifiuti
abbandonati. La passeggiata lasciata a metà Sporcizia, incuria, sterpaglie: ma
i lavori sono ancora fermi.
Bisognerebbe non voltarsi mai.
Scrutare il mare e dare le spalle a tutto il resto per chiudere gli occhi sulla
striscia di spazzatura e abbandono che divide il parapetto a picco sull'acqua
dalle palazzine popolari di Sant'Elia.
IL DEGRADO Far finta che il tanfo,
la sporcizia, il degrado e le sterpaglie non esistano, però, non è affatto
facile. Soprattutto per chi in quei casermoni ci vive: a loro basta aprire le
finestre per vedere gli edifici destinati a luoghi di ristoro trasformati in latrine,
i muri usati come lavagne per gridare un grande amore a «Marta» o l'amicizia
«eterna, vera e sincera» a una ragazza da parte di Vale.
IL PARCO FANTASMA L'opera di
riqualificazione è rimasta a metà. Qui aspettano che sorga il «Parco degli
anelli. Ho visto il progetto, sarà bellissimo. Solo che non sappiamo quando
succederà - assicura Ninfa Setzu che sta seduta sul granito
caldo e guarda i suoi cagnolini correre tra le erbacce -. Hanno fatto gli scavi
ma adesso il cantiere è fermo da mesi, ogni tanto vediamo qualche operaio ma
poi sparisce di nuovo». La distesa di terra sulla quale si affacciano le case
popolari è solo l'inizio di un percorso messo a dura prova dalle razzie di vandali
e dai sacchetti dei rifiuti abbandonati tra i cespugli.
STRADA SBARRATA Un paio di
chilometri fino a Su Siccu e, nel mezzo, una spiaggia minuscola affollata da
famiglie chiassose. Proseguendo oltre l'ansa in cui sono ormeggiate le
barchette dei pescatori, tra cumuli di spazzatura e gatti randagi, il viale è
interrotto. I grossi mattoni di granito sistemati davanti al mare per essere
utilizzati come panchine sbarrano la via. È così dall'inverno scorso, da quando
il nubifragio che si è abbattuto sulla città li ha sradicati e spostati di
qualche metro. Nessuno ha avuto il tempo di intervenire, nonostante le
segnalazioni dei residenti al Comune.
CHIOSCHI DISTRUTTI Non è l'unico
problema. I due punti di ristoro costruiti con materiali perfettamente
integrati con la bellezza dell'ambiente sono stati sventrati e vandalizzati.
Nel primo, sono stati divelti sanitari, porte, impianti. Tutto quel che poteva
essere riutilizzato è sparito mentre i locali sono stati trasformati in bagni di
fortuna da dove proviene un odore che impesta l'aria. L'altro casotto destinato
a diventare un punto di ristoro si trova a qualche centinaio di metri. Anche
qui i ladri hanno rubato il possibile lasciando ai vandali il resto.
All'interno dei box oltre a una montagna di fazzolettini e bottiglie mandate in
frantumi, c'è quel che resta di uno scooter Liberty fatto a pezzi e
abbandonato. Non basta. In assenza di un servizio di vigilanza sono stati
portati via persino i faretti incastrati nelle lastre di granito del pavimento
per illuminare la sera con luci soffuse. Ora al loro posto ci sono dei buchi
riempiti di sabbia.
«SERVE VIGILANZA» «Dovrebbero finire
i lavori e controllare di più», si augura ancora Ninfa Setzu. «Questa dovrebbe
essere un'area interamente pedonale, invece, soprattutto di notte entrano con motorini,
macchine e alcuni persino con i furgoni».
Mariella Careddu
Unione Sarda
La
nomina di Deiana divide il Pd - Guerra sulla successione in Giunta
Le
correnti si contendono il posto dell'assessore chiamato a guidare
l'autorità
portuale
Non si può dire che la nomina -
ancora da perfezionare - di Massimo
Deiana alla presidenza dell'autorità
portuale sia una sorpresa: il
nome dell'assessore ai Trasporti
circolava da mesi, anzi da anni visto
che l'authority dello scalo
cagliaritano è commissariata dal 2013
proprio a causa del ricorso al
Consiglio di Stato che ha disarcionato
Piergiorgio Massidda. Eppure nel Pd
l'annuncio del ministro delle
Infrastrutture Graziano Delrio ha
creato qualcosa di più di un
malumore, specialmente nelle
correnti che fino all'ultimo hanno
cercato di congelare la nomina.
IL DEPUTATO «Sicuramente colpisce la
velocità con cui si è arrivati a
questa scelta, anche se comprendo
l'ottica nazionale e la necessità di
chiudere il capitolo del
commissariamento che nel caso sardo dura da
anni», dice Francesco Sanna, che già
nei giorni delle primarie per la
segreteria regionale aveva espresso
qualche perplessità: «Nessuno nega
i titoli del professor Deiana. Se
invece si parla dell'assessore, il
discorso è diverso. La sua nomina
alla presidenza dell'autorità
portuale rende necessario un nuovo
innesto in giunta, dopo un rimpasto
che ha avuto una gestazione di mesi
e mesi. Poi rimarrebbero aperti
dei dossier dell'assessorato ai
Trasporti che non è giusto lasciare a
un successore». Ci sarebbe anche un
altro aspetto, quello delle cause
di inconferibilità previste dai
decreti legati alla Legge Severino,
che pongono limiti alle nomine di
vertice nelle pubbliche
amministrazioni per chi ricopre
cariche politiche.
L'Anac però ha dato
il via libera alla nomina di Deiana:
lo scoglio appare superato. «È un
tema giuridico interessante, ma non
ho certezze. Di sicuro anche le
decisioni dell'autorità nazionale
anticorruzione sono suscettibili di
ricorso», ricorda Sanna. Ma ad
agitare le anime del Pd è soprattutto
la scelta del successore
all'assessorato ai Trasporti. Le altre
correnti spingono perché la casella
non venga occupata da un esponente
dell'area popolare-riformista. Per
qualcuno si dovrebbe riaprire con
Pigliaru una discussione più ampia,
considerando tutti i centri di
potere extra-giunta controllati dalla
stessa corrente: Fondazione di
Sardegna, Cacip, Tecnocasic, Arst e,
appunto, l'autorità portuale.
IL SENATORE «Il rimpasto concordato
durante il commissariamento del
partito prevedeva un assetto della
giunta che già considerava
l'ipotesi di nomina di Deiana a
presidente dei porti sardi. Il suo
nome era già venuto fuori. Se a
qualcuno non va bene, sta rinnegando
quell'accordo», ricorda il senatore
del Pd Silvio Lai. Un messaggio
chiaro: l'assessorato ai Trasporti
deve essere considerato in quota
all'area popolare-riformista.
LA POLEMICA Davide Carta,
consigliere comunale dem nel capoluogo, non
ne fa solo una questione formale.
«Mi chiedo quali siano stati i
risultati di Deiana assessore
regionale ai Trasporti per essere
nominato presidente dell'autorità portuale
della Sardegna, ruolo
chiave e strategico per lo sviluppo
di Cagliari e dell'intera isola»,
scrive su Facebook Carta. Un
giudizio non molto diverso da quello di
Piergiorgio Massidda, che
attribuisce a «logiche filantropiche che
abbiamo imparato bene a conoscere»
l'investitura di Deiana: «Passa un
messaggio odioso: se sbagli ma fai
parte della casta per te ci sarà
sempre posto».
I TEMPI Prima dell'insediamento del
nuovo presidente dell'autorità
portuale passeranno settimane, forse
mesi. La nomina dovrà ricevere il
parere favorevole delle commissioni
di Camera e Senato, insieme al via
libera ufficiale dal presidente
della Giunta regionale Francesco
Pigliaru. In alcuni casi,
dall'annuncio al decreto ministeriale che
chiude la procedura, ci sono voluti
tre mesi. Si rischia di perdere
tempo prezioso: «Il commissariamento
per un periodo troppo lungo dei
porti della Sardegna», dice il
segretario regionale della Cgil
trasporti Arnaldo Boeddu, «ha di
fatto reso impossibili i progetti a
medio e lungo termine per delle
realtà da considerare come
un'industria».
Michele Ruffi
Riprendono
le analisi nell'area a ridosso della laguna di Santa Gilla
Fluorsid,
timori per le falde L'Arpas controlla trenta pozzi
Terminati i campionamenti nelle
acque dello stagno di Santa Gilla, da
oggi i tecnici dell'Arpas
cominceranno quelli nelle acque dei pozzi di
osservazione che controllano il
livello delle falde acquifere. Parte
la “fase due” del piano di controlli
stabilito dal tavolo tecnico
permanente istituito dalla
presidenza della Regione con gli
assessorati alla Difesa e alla
Sanità. L'agenzia regionale per
l'ambiente continua a monitorare le
zone vicine alla Fluorsid,
l'azienda di Macchiareddu che nei
giorni scorsi è finita al centro
delle cronache per alcuni arresti
per associazione a delinquere,
nell'ambito delle indagini che
riguardano un presunto danno
ambientale.
I SITI DA CONTROLLARE Nel mirino dei
tecnici finiscono non solo la
zona della Fluorsid ma anche i siti
a monte e a valle dell'azienda che
opera in Sardegna dal 1969 per la
produzione di fluoroderivati
inorganici con l'utilizzo delle
materie prime locali, principalmente
la fluorite della Mineraria Silius.
«Le rilevazioni riguarderanno la
zona in prossimità della Fluorsid e
quelle a monte e a valle del sito
industriale», sottolinea una nota
della Regione. Saranno eseguiti
campionamenti in trenta piezometri
(i pozzi che controllano il livello
delle falde acquifere) con una
metodo, quello del campionamento e
spurgo, già approvata dal ministero
dell'Ambiente. «Per poter
esaminare tutti i pozzi, con una
media di tre piezometri al giorno,
occorreranno tra le due e le tre
settimane», si legge ancora nella
nota diffusa dalla Regione.
IL PROGRAMMA Nel piano di controlli
stabilito dal tavolo permanente
della Presidenza della Regione sono
indicati monitoraggi dei corpi
idrici sotterranei, monitoraggi dei
corpi idrici superficiali di
transizione e monitoraggi sulla
qualità dell'aria e sulla ricaduta
delle polveri. Per quanto riguarda
l'attività a Santa Gilla, sia
quella effettuata sulle acque,
appena terminata, sia quella da
effettuare sulle falde, che
comincerà invece oggi, sui campioni
prelevati i tecnici dell'Arpas
cercheranno metalli, idrocarburi e
altre sostanze. Oltre al
monitoraggio della rete regionale,
parallelamente infatti vengono
implementate, come già avvenuto in
passato, misure con l'utilizzo del
mezzo mobile di Arpas che verrà
posizionato nella zona periferica
dell'abitato di Assemini.
LA PROCURA La necessità di un
campionamento così ampio nasce dal fatto
che le contestazioni mosse dalla
Procura riguardano presunte
contaminazioni dell'aria, del suolo
e, appunto, delle falde acquifere.
Da una decina di giorni, la vicenda
della Fluorsid è arrivata anche in
Parlamento con l'interrogazione
urgente depositata in Senato dal
senatore del Movimento 5Stelle
Roberto Cotti, e con l'interpellanza
presentata al ministro dell'ambiente
Galletti da Michele Piras,
deputato di Art.1-movimento
democratico e progressista.
Mauro Madeddu
Oggi
pomeriggio a Cagliari interviene l'ex leader dell'Udc
I
centristi ripartono sotto la guida di Casini
Il riferimento è esplicito: “La
Sardegna in marcia”, il titolo
dell'iniziativa in programma per
oggi pomeriggio (16.30) al THotel di
Cagliari, richiama in maniera
diretta il movimento “En marche” del neo
presidente della Repubblica
francese, il centrista Macron. E infatti
l'appuntamento odierno è organizzato
dai Centristi per l'Europa, che
riceveranno la “benedizione” di Pier
Ferdinando Casini, leader per
antonomasia dei moderati italiani.
Da presidente della commissione
Esteri del Senato, ora Casini è
impegnato nella tutela degli
italoamericani coinvolti nella crisi
democratica del Venezuela. Oltre che
di “Sardegna nel contesto
euromediterraneo”, parlerà della
posizione politica del movimento
Centristi per l'Europa, che in
questa fase sostiene il governo
Gentiloni in cui esprime il ministro
dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
«Ma sarà un convegno a più voci», fa
sapere Federico Ibba,
coordinatore regionale del
movimento, «con ospiti del mondo
dell'impresa, della politica e del
management nazionale».
Tra i giovani impegnati nell'impresa
ci sarà l'ingegner Gianluca Usai,
28 anni, manager di una prestigiosa
cantina del Gavi nel Piemonte e
consigliere comunale di Sestu , che
parlerà di “Sardegna: un
continente del vino”. Un altro
giovane ingegnere, Roberto Massa,
partner della The Net Value,
incubatore certificato startup
innovative, parlerà sul tema “La
Sardegna e l'innovazione: la fabbrica
del cambiamento”.
Francesco Marini, presidente della
Sarlux-Saras,
parlerà di “Industria 4.0”. È
previsto anche l'intervento del
presidente di Confindustria
Sardegna, Alberto Scanu.
Tra gli interventi politici, il
consigliere metropolitano Davide
Galantuomo parlerà della città
metropolitana come opportunità di
sviluppo. Il coordinatore Ibba,
consigliere comunale di Cagliari,
aprirà i lavori: «Vorrei - dice -
che questo primo appuntamento fosse
un nostro contributo per aggregare
persone che vogliono una Sardegna
che getta ponti verso l'Europa, che
promuove se stessa, i suoi
prodotti, la sua bellezza unica nel
contesto mondiale. Questa sarà la
linea guida per le alleanze alle
prossime elezioni regionali, lontani
da schieramenti velleitaristici, che
invece di gettare ponti verso il
mondo, amano crogiolarsi seduti sui
muretti a secco».
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La Nuova
Le
quattro Province sarde escluse dai finanziamenti
Tentativo
del governo con la Manovrina: no alla suddivisione dei fondi nazionali
Negli
ultimi tre anni tagliati 205 milioni. La protesta dell'assessore
Cristiano
Erriu
CAGLIARI
Il governo Gentiloni continua a
prendersela con le Province. Per la
seconda volta, in pochi mesi, vuole
escludere quelle sarde dal
trasferimento dei finanziamenti
nazionali. Sono i soldi necessari per
garantire quei servizi ai cittadini
che gli Enti intermedi hanno in
carico dopo che il referendum
costituzionale di dicembre li ha tenuti
in vita. Il primo tentativo di
scippo, una trentina di milioni, è
stato scongiurato pochi mesi fa dopo
una lunga battaglia a Roma. Solo
che ora, nella «manovrina» in
discussione alla Camera, la Sardegna è
stata escluso di nuovo dall'articolo
che ripristina gran parte dei
finanziamenti nazionali. Il
trasferimento sarebbe stato concesso -
come in passato - solo alle Province
delle Regioni ordinarie, mentre
quelle Speciali non sono neanche
prese in considerazione. «Dobbiamo
prepararci a una nuova battaglia» è stato
il duro commento
dell'assessore agli enti locali
Cristiano Erriu, per aggiungere: «È
come sempre una questione di equità.
Le Province sarde hanno
contribuito e continuano a farlo al
risanamento della finanza pubblica
nazionale e nel momento in cui lo
Stato sta per restituire parte dei
finanziamenti non possono essere
tagliate fuori ancora una volta».
Secondo una prima stima in tutto
alle Province sarde mancherebbero,
negli ultimi tre anni, 205 milioni,
oltre cento solo nel 2017. «Certo
la partita - ha aggiunto Erriu - non
può essere scaricata ancora sulla
Regione, che finora ha garantito e
continua a garantire 600 milioni
l'anno, 50 milioni sono per le
Province, al sistema delle Autonomie
locali. Siamo la prima regione in
Italia per risorse investite a
favore di Comuni e di tutte le altre
amministrazioni». Anche questa
volta la Sardegna cercherà di
bloccare lo scippo numero due e per
questo Erriu chiama a raccolta i
parlamentari sardi: «Devono essere
loro i primi a opporsi alla nuova
ingiustizia». Soprattutto perché se
non arriveranno i finanziamenti
nazionali le quattro Province
rischiano tutte di fallire e molti
servizi indispensabili saranno
spazzati via in un attimo,
Decolla il patto con Pd e Fi
In 27mila sul blog di Grillo votano
per il modello che piace a Renzi e
Berlusconi L'ex comico: «Si può
votare il 10 settembre». Al via gli incontri tra i partiti M5s: sì al sistema
tedesco
di Chiara ScalisewROMARitorno al
proporzionale: le chance che la
riforma del sistema elettorale
consegni all'Italia un modello in stile
tedesco continuano a salire. Alla
vigilia di una settimana chiave, con
l'avvio delle votazioni in
Parlamento sulla legge elettorale e la
direzione del Pd in agenda per
domani, Matteo Renzi scopre le carte e
dichiara di ritenere possibile un
accordo con Forza Italia e M5S su un
modello proporzionale, che abbia
però una soglia di sbarramento al 5%.
Gli azzurri hanno fatto già sapere
di essere della partita. Ieri è
toccato agli elettori pentastellati
suggellare, con 27.473 mila sì
contro appena 1.532 no, il via
libera arrivato dai vertici nei giorni
scorsi. Niente «compromessi» e
niente «mercato delle vacche», avverte
però Beppe Grillo pubblicando il
verdetto online: gli elettori devono
poter scegliere di essere governati
dal M5S o dall'asse Pd-Fi. E il
sistema che meglio garantisce la
trasparenza è appunto il tedesco (con
soglia al 5% e correttivi di
governabilità).
Il leader M5S riprende
così spazio su una scena che
altrimenti rischiava di essere
interamente occupata dal segretario
Pd e dal Cavaliere e avvicina
un'intesa, che se confermata nelle
aule parlamentari, potrebbe
accelerare la fine della Legislatura
portando il Paese alle urne in
autunno, come testimoniano le
fibrillazioni che sono già emerse in
occasione dell'esame dei nuovi
voucher. Calendario alla mano, Grillo
fissa anche una data per le
elezioni: il 10 settembre, prima che
deputati e senatori possano
incassare «la pensione da privilegiati».
Matteo Renzi ci tiene a sottolineare
come la scelta di sostenere un
sistema proporzionale non sia mai
stata la prima opzione ma anche come
sia stato Mattarella a chiedere alle
forze politiche di trovare un
accordo sulla legge elettorale: i
Democratici quindi - è la replica -
mantengono un impegno verso il
Colle, considerato vincolante. Renzi
vuole rassicurare gli interlocutori:
nel caso di elezioni anticipate a
settembre non ci sarebbe da temere
per la solidità dei conti pubblici,
perché la manovra economica, che è
all'esame del Parlamento fra
ottobre e dicembre, potrà essere
approvata dal nuovo Esecutivo
Il punto è che cosa accadrà
all'indomani del voto con il nuovo sistema.
Renzi non esclude nessuno scenario,
larghe intese comprese. Intanto
domani dovrà convincere il partito a
dargli il mandato per cambiare
rotta: la Direzione infatti è
chiamata ad approvare la svolta
proporzionalistica. Un sì scontato
ma che dovrà confrontarsi con le
perplessità di Andrea Orlando e
della sua truppa di parlamentari, che
proprio per fare il punto potrebbero
riunirsi qualche ora prima
dell'appuntamento al Nazareno. A
favore del modello tedesco si schiera
intanto apertamente il ministro dei
Beni culturali Dario Franceschini:
si tratta infatti - dice - di un
sistema che consentirà la rinascita
del centrosinistra. E proprio il
progetto di costruire una forza a
sinistra del Pd è inseguito da
Articolo 1-Mdp, che è pronto ad
accettare la soglia del 5% convinto
che incentiverebbe le forze a
sinistra a correre insieme. Uno
sbarramento che non convince invece
Sinistra Italiana, che punta al 3%,
ma che soprattutto non piace ad
Alfano. In Parlamento le votazioni
sono destinate a iniziare molto
probabilmente nella giornata di
mercoledì ma già tra oggi e domani è
in agenda una girandola di riunioni:
non faccia a faccia con il
segretario però (quello annunciato
fra Renzi e Alfano è saltato) ma
incontri fra una delegazione dei
Democratici e quelle degli altri
partiti.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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