La
Nuova
Migranti,
quota bloccata: patto tra Pigliaru e Minniti
Il
ministro assicura il rispetto dei numeri previsti. Centri
accoglienza,
no a diktat
Non un migrante in più della quota
assegnata alla Sardegna: arriverà sempre e solo il 2,96 per cento degli sbarchi
sulle coste nazionali. Parola di ministro, quello dell'interno Marco Minniti,
che l'ha giurato al governatore, Francesco Pigliaru, in un vertice al Viminale.
E siccome un giuramento tira l'altro, «l'apertura del previsto centro di
accoglienza regionale non sarà imposta - l'ipotesi era l'ex carcere di Iglesias
- ma discussa e condivisa con i territori qualunque possa essere la scelta in
futuro». Minniti, sollecitato da Pigliaru, s'è spinto anche oltre: «Per fermare
la nuova rotta Algeria-Sardegna, scelta ormai da molti clandestini del Nord
Africa, e che giustamente preoccupa, abbiamo attivati tutti i canali
diplomatici necessari per bloccare il flusso».Il faccia a faccia.
È questo, in sintesi, il pacchetto
migranti con cui la Regione - al vertice era presente anche l'assessore agli
affari generali Filippo Spanu - è uscita dall'incontro con Minniti. Il vertice
era stato sollecitato con urgenza dalla Regione per un bel po' di motivi. Il
primo: nel 2016, secondo i numeri ufficiali, la quota di migranti invece è
stata superata più volte fino a toccare il 3,3 per cento, con diverse centinaia
di migranti sbarcati in più a Cagliari, poi accolti nei Comuni, rispetto alla
capienza massima di 5mila presenze prevista dalla tabella nazionale.
Poi ed ecco il secondo motivo: la
decisione ministeriale di aprire il Centro di prima accoglienza a Iglesias, è stata
unilaterale e non poteva essere accettata. Fino al terzo motivo: i barchini che
partono dall'Algeria e fanno rotta verso il Sulcis, mille sbarchi nel 2016, 500
nei primi mesi di quest'anno ed è un fenomeno in aumento. Il ministro ha
assicurato e giurato che «d'ora in poi le regole saranno rispettate e su tutte
le altre richieste la Sardegna non sarà lasciata sola».Soddisfatto. L'ha detto
il governatore all'uscita dal vertice. «È stato un incontro costruttivo - sono
state le prime sue parole nei corridoi del Viminale – Siamo arrivati chiedendo
certezza su numeri e regole e oggi abbiamo avuto la conferma che il 2,96 per
cento non sarà superato». Con una premessa anche stavolta: «Abbiamo ribadito al
ministro che, come sempre, siamo pronti a fare il nostro dovere, ma
nell'assoluto rispetto delle quote, e senza neanche più permettere che il trend
in aumento registrato negli ultimi mesi diventi una costante forse perché
finora altre regioni non hanno fatto la loro parte».
La risposta del ministro, riferita
da Pigliaru, è stata questa: «Il nostro grande impegno, siamo al primo posto
fra le regioni per la qualità dimostrata nella prima accoglienza, c'è stato
riconosciuto e abbiamo avuto da Minniti l'assicurazione che, in futuro, le
possibili emergenze saranno gestite sempre attraverso una regia stretta tra
ministero dell'interno e Regione. Quindi qualunque sforamento non potrà essere
che temporaneo e controllato», Anche sul caso Algeria il governatore è convinto
di aver trovato nel ministro il giusto interlocutore: «Minniti ci ha rassicurato
sul fatto che il canale diplomatico è stato aperto con il governo algerino e
sarà anche rafforzato per bloccare la rotta clandestina». Infine, sul Centro
d'accoglienza «ogni decisione – ha ribadito il governatore - sarà prima
concordata fra il governo e la Regione con soprattutto anche un confronto
continuo con i Comuni».
M5s
sempre più "leghista" Salvini spera nell'accordo
Ma
Grillo smentisce: non intendiamo fare alleanze né con la Lega, né con il Pd
I
Cinque Stelle non voteranno la legge sulla cittadinanza ai figli
degli
immigrati
A Roma i grillini vanno avanti sulla
nuova linea anti-migranti. Lo si
capisce dalle parole del capogruppo
in Campidoglio Paolo Ferrara: -
«Abbiamo detto quello che vedono i
cittadini romani tutti i giorni. È
in corso un'ondata migratoria
imponente. Noi romani stiamo già facendo
la nostra parte, ma non è possibile
immaginare nuovi arrivi o
addirittura la realizzazione di
nuove strutture. Roma è e resta una
città aperta, ma servono regole
precise»di Francesca
ChiriwROMAAlleanze sì o alleanze no?
È servito un post del Garante
Beppe Grillo per riportare dritta la
barra del M5s sulle sue regole
«inderogabili». E che vedono tra le
parole impronunciabili dai 5
Stelle, appunto quella delle
alleanze.
Ma se il capo politico del M5s
ha sentito la necessità di
raddrizzare il tiro non è tanto a causa di
qualche improvvida intervista di
qualche parlamentare ribelle,
piuttosto perché l'orizzonte di
necessari accordi sembra ormai alla
maggioranza dei parlamentari un male
minore da sacrificare sull'altare
della vittoria del Movimento. Un
vulnus che si è insinuato mentre si
discuteva di una legge elettorale di
stampo proporzionale e che si è
fatto strada nonostante tutto. Il
punto, per Grillo, è tuttavia che
evocare alleanze con la Lega alla
vigilia dei ballottaggi è per il M5s
un vero e proprio harakiri. La
sterzata data sui temi
dell'immigrazione serve infatti ai 5
Stelle a recuperare voti per il
prossimo turno elettorale andando a
pescare nuovi elettori sullo
stesso terreno in cui si muove la
Lega.Ma che il tema alleanze sia
tutt'altro che aborrito, lo ha
rivelato il braccio destro di Davide
Casaleggio, Max Bugani, quando
mettendo in campo l'idea di abolire il
limite dei due mandati (ribadita
invece con fermezza da Grillo) ha
anche rispolverato una sua vecchia
convinzione: «sono realista: nei
Comuni senza alleanze e con le
persone più note che non si ricandidano
siamo obiettivamente più deboli».
Un concetto ampliato da Carlo
Sibilia che, intervistato, afferma
che sui temi dell'immigrazione vede
possibile un'asse con il Carroccio.
«Parole mai messe insieme» precisa
dopo, poco prima che arrivasse la
"frusta" di Grillo pronto a
defenestrare anche quanti, come il
deputato Mimmo Pisano, si dicono
contro il «tabù» del vincolo del
doppio mandato. «Chi pensa che le
nostre regole fondanti siano inutili
tabù è libero di trovare un
partito che lo candidi» è il de
profundis del Capo Politico. Sul tema
però, la base M5s è aperta. Sui
migranti i militanti si dividono: c'è
chi plaude («L'immigrazione
selvaggia è il primo problemai») e c'è chi
avverte: «Diventerete l'ultima ruota
del.. Carroccio».
di Umberto Aime
Unione Sarda
Vertice
con Minniti a Roma: «Vogliamo garanzie sui numeri dell'accoglienza»
Migranti,
Pigliaru in pressing su centro di rimpatrio e quote
«Sui migranti siamo pronti a fare il
nostro dovere, ma nell'assoluto
rispetto delle quote». Davanti al
ministro dell'Interno, Marco
Minniti, le parole del presidente
Francesco Pigliaru, accompagnato
dall'assessore agli Affari generali,
Filippo Spanu, fissano la
posizione della Regione
sull'accoglienza e sulla scelta del Cpr che
sarà «condivisa».
Ma ieri il governatore ha chiesto un
incontro anche al ministro degli
Affari regionali, Enrico Costa per
un chiarimento dopo l'impugnazione
della Finanziaria da parte del
governo.
RISPETTO DELLE QUOTE Davanti alla
piena disponibilità per la macchina
dell'accoglienza, è necessario
chiarire che «non permetteremo che il
trend di crescita registrato
nell'ultimo periodo diventi una costante
e ogni sforamento non potrà che
essere temporaneo e controllato».
Sugli arrivi diretti dall'Algeria la
richiesta è che venga chiuso il
canale.
CPR Massima condivisione sulla
scelta della struttura che ospiterà il
Centro permanente per i rimpatri.
L'assessore Spanu spiega: «Governo e
Regione hanno deciso di condividere
questa scelta con il
coinvolgimento degli enti locali
interessati». Sempre l'assessore
sottolinea che sui flussi migratori
l'unica strada percorribile è
«l'accoglienza diffusa nel
territorio, dal momento degli arrivi dei
migranti in Sardegna».
GLI AMMINISTRATORI L'ultimo ha
coinvolto la vicesindaca di Seneghe, ma
la scia di attentati agli
amministratori locali nell'Isola è una
piaga. Il ministro ha confermato
l'esistenza di risorse statali per
integrare l'intervento per la
videosorveglianza attuato dalla Regione.
LA LETTERA L'obiettivo dell'incontro
con il ministro Costa è
«riannodare i fili di una positiva e
fattiva collaborazione». Dopo
l'impugnazione della Finanziaria
l'umore di Villa Devoto nei confronti
del governo si è rabbuiato. Anche
perché negli ultimi tempi si
registra un «mutato atteggiamento,
estremamente formale e poco incline
a porre in essere l'auspicata
collaborazione istituzionale».
LA CRITICA Il coordinatore regionale
di Forza Italia, Ugo Cappellacci,
critica l'atteggiamento del
governatore: «Dovrebbe opporsi alla
realizzazione del Cpr. Non devono
farlo né a Iglesias né in altri
Comuni della Sardegna». (m. s.)
CARBONIA.
M5S, ora insorgono gli attivisti: «Onta su di noi, Zonza si dimetta»
Petizione
di 42 iscritti al meet-up: «Si rispetti il programma o via il simbolo»
Non si placa lo scandalo politico. A
insorgere ora per le frasi
sessiste su una delle pagine Fb dei
Cinque stelle e a richiamare la
Giunta al rispetto dei programmi
d'origine, sono gli attivisti e i
simpatizzanti del meet-up Carbonia.
LA LETTERA In quarantadue (e,
dicono, «la petizione sarebbe potuta
andare molto più avanti») hanno
sottoscritto un documento in cui la
contestazione per i post scritti dal
presidente del Consiglio
Massimiliano Zonza (di cui chiedono
le dimissioni) è integrata da
altri aspetti definiti
“fondamentali”. Li sottolineano, a voce, alcuni
attivisti chiedendo che
«l'amministrazione - dice Carlo Dessì, uno dei
firmatari - si attenga al programma
con cui ha vinto o si chiederà a
Roma la revoca del simbolo».
La conferma che in casa
pentastellata
tiri aria pesante (fra dimissioni di
assessori e consiglieri) è data
anche dalla lettura di alcuni dei
nomi dei sottoscrittori: spiccano
quelli dell'ex assessore Carla
Mario, dell'ex consigliere
(dimissionaria due giorni fa)
Sabrina Soru, del consigliere in carica
Mauro Careddu e della candidata
consigliera Giulia Pisu. A far
traboccare il vaso è stata la
gestione del “caso post”: i 42
condannano le frasi apparse su
“Associazione Carbonia a cinque
stelle”, ma pure chi avrebbe
permesso che l'onta potesse per giorni
ricadere su qualsiasi attivista. «Ci
dissociamo - si legge - anche dal
comunicato ufficiale M5S in cui si
fa intendere che il commento fosse
stato “postato” da attivisti o
simpatizzanti che avrebbero esagerato:
nella pagina potevano postare o
pubblicare solo gli amministratori e
comunque ne dovevano approvare il
contenuto preventivamente». E
Sabrina Barlini aggiunge: «Inutile
attendere il Consiglio: Zonza si
dimetta».
IL
DISAPPUNTO
I sottoscrittori (Carla Mario, Carlo
Dessì, Mauro Careddu, Sabrina
Soru, Luigi Piras, Adriana Aresti,
Carla Cannas, Giulia Pisu, Pino
Corrias, Rosanna Manconi, Francesco
Chessa, Adele Di Iorio, Lorella
Lecis, Patrizia Mascia, Gregorio
Cuccu, Roberta Cocco, Manlio Rubiu,
Sabrina Barlini, Alessandra Usai,
Annalisa Marcus, Antonio Dessi,
Maria Gabriella Lisci, Fernando
Bini, Carlotta Dessi, Marisa Manconi,
Graziella Murru, Vincenzo Manconi,
Nicola Aresti, Alessandro
Verrocchi, Manuela Merche, Natascha
Dessi, Elisabetta Perra, Carlo
Pusceddu, Massimo Manca, Diego
Murgia, Roberto Falchi, Francesco
Giordi, Maurizio Cocco, Mario Frau,
Assuntina Pistis, Giovanni Pinna,
Anna Manca) si dicono stupiti pure
per un altro aspetto: «Nei post
incriminati - fa notare Giulia Pisu
- c'è un “like” espresso da una
consigliera». Nella lettera si
sottolinea che sarebbero state «diffuse
falsità su attivisti che non
concordano con molte scelte
amministrative» e che si sarebbe
stata una «caduta di stile anche
quando si parlò di peones». Termine
riferito dal sindaco ai
simpatizzanti Pd. Silenzio da Giunta
e capogruppo M5S.
Andrea Scano
Politica
Prodi:
mai più al governo Grillo: il M5S non si allea
ROMA Nessuna alleanza, nessuna
deroga al limite del doppio mandato e
chi non ci sta «è libero di trovare
un partito che lo candidi alle
prossime elezioni»: parola di Beppe
Grillo. «Non tornerà l'Ulivo e io
non sarò candidato premier»: parola
di Romano Prodi. Benché
lontanissimi sul piano politico,
ieri i due leader hanno entrambi
dovuto chiarire questioni che, nelle
rispettive aree di riferimento,
forse non erano abbastanza chiare.
Prodi ha risposto alle illazioni
nate da una frase di Giuliano Pisapia
(«Romano candidato a Palazzo Chigi?
Ci metterei la firma, ma credo che
non sia disponibile»). L'ex premier
ha confermato: «Sono un
pensionato, un felice pensionato».
Nessuna possibilità che sia
nuovamente lui il capo dell'alleanza
di centrosinistra.
Grillo invece ha scritto sul blog
per contraddire le esternazioni di
qualche esponente dei Cinquestelle
che sembravano mettere in
discussione il limite dei due
mandati, e le ipotesi variamente
circolate di alleanze tra il M5S e
altri partiti (specie la Lega): «Le
regole del M5S si basano sui nostri
princìpi non derogabili. Il limite
dei due mandati è uno di questi», ha
scritto l'ex comico. Chi pensa
che siano «inutili tabù» può
cercarsi un altro partito. Infine «il M5S
non fa alleanze né con il Pd, né con
la Lega, né con altri».
SELARGIUS.
Valeria Puddu esce di scena e conferma la linea nazionale
«Il
M5S non farà alleanze: elettori liberi di scegliere»
Sarà corsa a due, senza appoggi
esterni. «Nessun apparentamento, non
sarebbe coerente da parte nostra».
Valeria Puddu, ex candidata sindaca
del Movimento Cinque Stelle, è
lapidaria. E non lascia spazio a
eventuali ripensamenti o cambi di
rotta.
Bocciata al primo turno - ma
dignitosamente - si mette da parte nel
faccia faccia che vedrà al
ballottaggio Gigi Concu (centrodestra) e
Francesco Lilliu (centrosinistra).
Sfida tradizionale, con l'incognita
degli oltre 11mila astenuti nel
primo appuntamento di domenica scorsa,
e dell'elettorato grillino.
Siete l'ago della bilancia. Che
farete?
«Sicuramente non appoggeremo nessun
candidato. Sarebbe inaccettabile
sostenere chi sino a ieri abbiamo
avversato».
Voterete?
«L'intenzione del Movimento a
livello nazionale è di non presentarci alle urne».
La sua intenzione personale, da
elettrice?
«Anche, comunque se decidessi di
recarmi alle urne lo farei per votare
scheda bianca».
Segno di protesta?
«Non mi riconosco in nessuno dei
candidati».
Se proprio dovesse esprimere una
preferenza, chi sarebbe il meno peggio?
«Personalmente credo non ci siano
grandi differenze tra i due. Sia
Concu che Lilliu rappresentano un
modo di fare politica lontanissimo
dalle nostre idee».
Inviterete i vostri elettori
all'astensione?
«Assolutamente no, lasceremo loro
libera scelta. Certo, se dovessero
decidere di votare spero lo facciano
con coscienza».
Fuori al primo turno, ma dentro il
Consiglio.
«Non posso che ritenermi
soddisfatta. Con le attuali regole elettorali
e senza una coalizione alle spalle
era il massimo risultato
raggiungibile».
In numeri: 1565 voti totali.
«È una percentuale del 12,11, in un
Comune come Selargius, che ci ha
visto scendere in campo per la prima
volta».
Sempre numeri: quasi 12 mila
astenuti.
«Percentuale altissima, che ci
colpisce sfavorevolmente e deve far riflettere».
Cosa c'è dietro?
«Disamore per la politica e
disillusione. Colpisce soprattutto in un
territorio con settemila
disoccupati. Forse credono ancora nelle
ricette fallimentari del passato».
Piazzate due consiglieri.
«Finalmente potremo dare il nostro
contributo, sia in termini
propositivi che in termini di
vigilanza sull'operato della maggioranza
e sulle scelte che verrano delineate
per il futuro di Selargius».
Progetti futuri?
«Certamente è un buon punto di
partenza per puntare, un domani, a
regionali e nazionali. Ma è ancora
tutto da decidere, ora preferiamo
pensare al presente».
Sara Marci
SANT'ANTIOCO.
Quote rosa
Amministrative:
un Consiglio con sette donne Il
Consiglio comunale di Sant'Antioco si colora di rosa. A sedere nei
banchi
dell'assemblea civica saranno ben sette donne.
Cinque sono dimaggioranza
e due di minoranza.
In maggioranza la più votata è
risultata Eleonora Spiga, già
consigliere ed assessore anni fa
nella Giunta di Virginio Locci: che
con i suoi 448 voti di preferenza è
stata la donna che ha ottenuto i
maggiori consensi. Seguono Roberta
Serrenti con 322 preferenze,
Rosalba Cossu 273, Salvatorina Iesu,
anche lei con una esperienza
passata di consigliere ed assessore,
con 263 voti e Roberta Manunza
con 156 preferenze.
«È stato un successo di tutto il
gruppo. Salutiamo questo risultato
con grande soddisfazione. Cercherò
con le colleghe di impegnarmi -
afferma Eleonora Spiga - per non
disattendere le aspettative che i
cittadini hanno riposto in noi». Due
dei seggi conquistati dalla
minoranza sono della lista Genti
Noa, giunta seconda. Le due candidate
entrano in Consiglio con un gran
bagaglio di voti personali: Ester
Fadda con 420 preferenze e Daniela
Dessena con 395.
«Sono molto soddisfatta del
risultato ottenuto. Si tratta sicuramente
di un grande attestato di stima. E
farò di tutto per non deludere le
persone che hanno votato per la
nostra lista - afferma Ester Fadda -
darò continuità alla nostra idea di
amministrazione in Consiglio
comunale. Da parte nostra non
mancherà l'impegno per far crescere la
città».
Tito Siddi
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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