La Nuova
Sardegna
Torna il
centrodestra
Cade Genova, flop
Pd
i ballottaggi
Dalla città della Lanterna all'antica Magna Grecia:
il centrodestra unito è tornato. È questo il dato più eclatante, e in alcune
città clamoroso, che emerge da proiezioni e dati reali del voto nei 22
capoluoghi di Provincia ai ballottaggi delle Comunali 2017. Un turno «funesto»
per il Pd di Matteo Renzi che assiste alla storica caduta di Genova, città da
sempre amministrata da sindaci «rossi», e vede perlomeno ribaltato il risultato
ottenuto nel 2012 nelle stesse città.
Il voto di ieri vede anche rinvigorita quell'alleanza
Fi-Lega Nord-Fdi che, a livello nazionale, da tempo appare fragilissima.
«Notizie positive, andiamo a governare», esulta Matteo Salvini vedendo un
centrodestra a trazione leghista.Genova, tra i 22 capoluoghi in ballo, segna il
risultato simbolicamente più importante dei ballottaggi: più di undici punti
separano il candidato del centrodestra Marco Bucci dall'avversario del
centrosinistra Gianni Crivello: è la conferma che il cosiddetto «modello Toti»,
dopo la conquista della Regione, mantiene il suo appeal.
E il centrodestra, stando alle proiezioni,
conquista anche La Spezia - altra roccaforte del centrosinistra - Lodi e, per
la prima volta, Pistoia. Prende, di fatto,
l'emiliana Piacenza e la veneta Verona, dove Federico Sboarina ha oltre 15
punti di vantaggio su Patrizia Bisinella, compagna dell'ex sindaco Flavio Tosi
e sostenuta dal Pd. E conquista Sesto San Giovanni, l'ex Stalingrado d'Italia.
È una valanga, quella del centrodestra, che vede tra l'altro vicini alla
vittoria candidati tutt'altro che moderati, come Alessandro Tomasi a Pistoia e
Pierluigi Biondi a L'Aquila, entrambi in «quota» Fdi. Proprio nel capoluogo abruzzese
si registra una debacle per il centrosinistra: il primo turno si era concluso
con un netto vantaggio di Americo Di Benedetto, al ballottaggio, arriva un
ribaltamento a favore proprio del centrodestra.
Centrodestra che, inoltre, conquista Catanzaro con
Sergio Abramo. Ma si ferma a Lecce, Padova e Lucca, dove il voto vede prevalere
i tre candidati di centrosinistra: Carlo Maria Salvemini, Sergio Giordani e
Alessandro Tambellini. Pd e alleati avanti anche a Taranto con Rinaldo Menucci
su Stefania Baldassarri (centrodestra). A Trapani, infine, il candidato del
centrosinistra perde contro se stesso: Pietro Savona (senza avversario dopo il
ritiro di Girolamo Fazio) non riesce, infatti, ad ottenere l'affluenza del
50,1% necessaria. E la città va verso il commissariamento. Domani toccherà a Renzi
tirare le fila del post-sconfitta: ma il rischio è che la debacle mini, in
maniera corposa, la sua leadership.
Se, infatti, il renzianissimo Andrea Marcucci
motiva la sconfitta con il fatto che l'elettorato M5s «ha scelto la destra», da
Mdp arrivano già i primi fendenti in chiave leadership di coalizione: «La
destra è forte. O si cambia o si muore», è il tweet di Arturo Scotto. A Ettore
Rosato non resta che prendere atto: «Abbiamo perso, ha vinto la destra a
trazione Lega». Dall'altra parte è Toti ha mandare un chiaro messaggio a Salvini
e Silvio Berlusconi: «È un risultato storico, il centrodestra ne faccia
tesoro». Mentre Giorgia Meloni twitta: «Uniti si vince, è il nostro tempo».
E il M5s? Si «consola» con la vittoria di un ballottaggio
sui due capoluoghi in ballo: a Carrara con Francesco De Pasquale. Ma a Parma
trionfa il simbolo del dissenso nel Movimento: Federico Pizzarotti con la sua
lista «effetto Parma». E chissà che dall'Emilia non nasca un'embrione di una
lista nazionale con gli ex M5s in trincea.
Unione Sarda
COMUNALI.
Astensionismo record, i cittadini sempre più lontani dalla politica
Il
partito del non voto ha fatto il pieno assoluto
Appunti per il nuovo sindaco.
Probabilmente il primo passo che dovrà
compiere a partire da oggi Gigi
Concu sarà quello di riavvicinare i
selargini alla politica.
Preoccupante il numero di chi ha deciso ieri
di andare a scegliere il primo
cittadino: soltanto il 41,58 per cento.
Il nuovo sindaco è stato eletto da
pochissimi compaesani. Un dato che
deve far riflettere e che si allinea
a quello del primo turno, quando
soltanto un selargino su due (il
53,47 per cento finale) aveva
espresso un voto.
Selargius, come tutti i Comuni, non
sta vivendo un momento facile.
Oltre ai tagli dei fondi statali e
regionali e alle difficoltà di
ottenere importanti finanziamenti
pubblici, la città si trova chiusa
in un'area metropolitana, quella di
Cagliari, dove non ha ancora
trovato un ruolo preciso.
Esclusa dal progetto della rete del
gas di città, senza il Policlinico
che è un'occasione di sviluppo
importante per Monserrato e per Sestu,
tagliata fuori per adesso dalla
metropolitana di superficie, la
Selargius targata centrodestra che
ha vinto le elezioni e che intende
proseguire sulla strada tracciata
negli ultimi dieci anni dall'ex
sindaco Gian Franco Cappai, punta
forte sul nuovo Piano urbanistico.
Il piano regolatore vigente era
quello ereditato alla fine degli anni
Sessanta dall'amministrazione
guidata dal sindaco repubblicano
Celestino Badas. Stravolto negli
anni per forza di cose da accordi in
deroga, patti per le nuove
lottizzazioni e piani di risanamento di
un'edilizia spontanea capace di
modificare profondamente l'aspetto
delle campagne selargine.
Selargius rifiuta ovviamente
l'etichetta di paese dormitorio che gli
hanno attaccato per i primi i
grillini durante la campagna elettorale.
Gigi Concu in questi mesi ha puntato
molto sul senso di appartenenza a
una cittadina che si propone di
valorizzare le piccole realtà
imprenditoriale presenti nell'area
industriale, i poli culturali come
le ex carceri, una rassegna folk
come il Matrimonio selargino e gli
spazi verdi recuperati in questi
anni dall'amministrazione Cappai.
Restano da affrontare anche gli
annosi problemi delle storiche
incompiute: il Centro servizi per le
imprese e il teatro comunale di
piazza Si ' Boi non sono mai stati
messi a disposizione dei cittadini,
bloccati da pasticci burocratici che
in questi anni il centrodestra
non è riuscito a risolvere.
L'altro obiettivo di Gigi Concu deve
essere quello di restituire un
clima meno teso alla politica
selargina. È stata una campagna
elettorale senza esclusione di
colpi, con reciproche accuse di
scorrettezza tra il leader del
centrodestra (che ha evitato il
confronto pubblico con il rivale) e
Francesco Lilliu.
Proprio Lilliu nell'ultimo scorcio
della passata consiliatura, dai
banchi dell'opposizione, non aveva
eretto barriere sugli argomenti più
importanti come apponto il Puc.
Adesso occorre ripartire perché
Selargius non ha bisogno di
divisioni ma di unità di intenti. (p.c.)
Selargius
resta al centrodestra
Centrosinistra
sconfitto, l'esponente di Forza Italia succede a Gian
Franco
CappaiIl nuovo sindaco è Gigi Concu: battuto Lilliu, segretario Pd
SELARGIUS Selargius resta al
centrodestra. Al sindaco Gian Franco
Cappai, dell'Udc, rimasto in sella
per dieci anni, succede il suo
vice, Gigi Concu, ingegnere, 48
anni, tesserato con Forza Italia. Nel
segno della continuità.
Il ballottaggio ha bocciato il
centrosinistra e il leader Francesco
Lilliu, 37 anni, avvocato, segretario
provinciale del Pd, che aveva
puntato tutto sulla voglia di
cambiamento dei cittadini, rimasta
soltanto un'intenzione, un'idea. Nel
segreto delle urne i selargini
hanno preferito la continuità: 5226
voti (51,24 per cento) a 4973
(48,76 per cento).
LA SFIDA Concu, dopo aver
accantonato la speranza di vincere senza il
ballottaggio quindici giorni fa, è
stato capace di restare aggrappato
al vantaggio ottenuto al primo turno
(poco meno di 300 voti, il due
per cento), e di respingere
l'assalto veemente del rivale in una
campagna elettorale lunga, aspra e
nervosa.
IL LAVORO Alcuni osservatori più
attenti hanno notato un cambiamento
di registro tra la vigilia del primo
turno e lo spareggio di ieri
nelle dichiarazioni pubbliche di
Gigi Concu. Non più soltanto
l'elencazione dei risultati ottenuti
dalle ultime due giunte in cui
lui stesso aveva ricoperto ruoli di
primo piano. Nelle ultime due
settimane Concu ha deciso di
proporre ai suoi concittadini un passo in
avanti, pur sempre nel senso della
continuità amministrativa.
Proponendo al ventre molle
dell'elettorato soluzioni alla mancanza di
lavoro che attanaglia la cittadina:
settemila disoccupati su
trentamila abitanti scarsi, troppi.
IL PROGRAMMA Per esempio, Concu ha
illustrato la necessità di aiutare
la piccola imprenditoria, i giovani
desiderosi di costruire con le
proprie mani il loro futuro, di
affidare in gestione delle opere
pubbliche ancora non assegnate, di
rilanciare la zona industriale. Una
scelta che probabilmente alla lunga
ha premiato.
SCONFITTO Francesco Lilliu ha
cercato di cavalcare l'onda che ha
portato la città di Cagliari a
confermare nel ruolo di sindaco Massimo
Zedda e il centrosinistra unito alle
forze autonomiste. Proponendo per
Selargius un modello di sviluppo
«imperniato sul buon governo e non
sulla ordinaria amministrazione
mandata avanti da Cappai».
Approccio
presentato come profondamente
diverso da quello che ha ispirato le
scelte del centrodestra. Una
strategia che gli ha permesso di arrivare
al ballottaggio, non di più. Lilliu
non ha convinto né gli indecisi né
i grillini che avevano ottenuto un
buon 13 per cento e due seggi al
primo turno. Gli spettano altri
cinque anni all'opposizione.
Oristano,
vince Andrea Lutzu
Preoccupa
l'astensionismo: si è recato a votare solo il 43,91 per
cento
degli elettori La città volta pagina. Al centrodestra il timone del Comune
La parentesi è terminata. Chiusa,
almeno per la prossima consiliatura.
La vocazione di centrodestra di
Oristano riemerge tutta, e pure con
gli interessi. Andrea Lutzu, che fu
candidato sindaco cinque anni fa
del Popolo della Libertà e che non
arrivò neppure al ballottaggio,
adesso è il nuovo primo cittadino di
Oristano. Quei mille e trecento
voti di differenza che ha incassato
al primo turno rispetto alla sua
avversaria, Maria Obinu, leader del
centrosinistra, erano un margine
talmente ampio che alla fine, chiuso
il ballottaggio, hanno pesato e
non poco.
IL DATO Da qui si parte per capire
come è andato il voto. Neppure la
metà degli aventi diritto hanno
scelto il sindaco di Oristano. Per
stare alle percentuali il 43.91 per
cento dei voti degli elettori ha
scelto chi dovrà governare la città
per i prossimi cinque anni. Una
percentuale bassissima, mai
registrata nella storia di Oristano, e che
deve far riflettere non poco ai
vincitori e ai vinti.
In tutto 5.873 elettori maschi e
6.406 femmine. Alle 19, seconda
rilevazione, il dato aveva fatto
segnare 27,37 %.
IL VINCITORE La vittoria di Andrea
Lutzu decreta come primo partito di
Oristano Forza Italia, che piazza
nell'Aula dei quattro Evangelisti
otto rappresentati. Moltissimi volti
noti, da Francesco Pinna (ex
commissario del Consorzio di
bonifica ed ex assessore allo Sport con
la vecchia Giunta di centrodestra) a
Carlo Cerrone e Angelo Angioi, ex
consiglieri comunali con le Giunte di
centrodestra che hanno preceduto
quella uscente di Guido Tendas.
Tra le new entry Gigi Mureddu, il
più votato tra gli azzurri, e
Antonio Iatalese, leader dei giovani
di Forza Italia.
GLI ALLEATI I Riformatori sardi
riescono a conquistare tre seggi: in
Consiglio entreranno solo volti
noti, da Antonio Franceschi a Mauro
Licandro e Gianfranco Licheri. In
maggioranza anche tre consiglieri di
Fortza Paris tra cui Giulia Solinas,
figlia di Mauro, che fu
vicensindaco di Antonio Barberio.
Ultimo volto nuovo del gruppo di
maggioranza che accompagnerà Andrea
Lutzu per i prossimi cinque anni è
Riccardo Meli, esponente della lisa
Un'altra Oristano.
LA MINORANZA Oltre gli altri
candidati sindaco (Vincenzo Pecoraro del
polo civico, Filippo Martinez del
“pantito”, Anna Maria Uras di
Coraggio e libertà e Patrizia Cadau
del Movimento Cinque Stelle)
spazio nei banchi di opposizione per
i due esponenti del Pd più votati
(l'ex assessore ai Lavori pubblici
Efisio Sanna e Francesco Federico),
l'Udc Pepi Puddu (secondo molti sarà
il prossimo presidente del
Consiglio), e il “civico” Andrea
Riccio.
Michele Masala
Maria
Obinu: «Complimenti e buon lavoro»
Gli
auguri della candidata del centrosinistra al nuovo sindaco: sconfitta netta
I primi dati arrivano e fanno subito
ben sperare nella sede elettorale
di Andrea Lutzu. Ma è con la
telefonata di Maria Obinu che il sogno
del centrodestra di tornare alla
guida della città diventa realtà: ai
piedi della statua di Eleonora
esplode la festa. «Ti faccio i
complimenti, auguri», ha detto l'ex
assessore ai Servizi sociali al
nuovo sindaco di Oristano.
Poco distante nella sede del Partito
democratico il clima è
decisivamente diverso, ma con grande
sportività si accetta il verdetto
delle urne. «Una sconfitta netta, ne
prendiamo atto: buon lavoro al
centrodestra. Siamo disposti a
collaborare ma vigileremo e, se
necessario, faremo una dura
opposizione», ha commentato Maria Obinu .
«Vittoria nettissima, inaspettata
nelle dimensioni. Sono molto
contento; onore ai quattro candidati
a sindaco che si sono presentati
al primo turno e a Maria Obinu che
hanno dato lustro a questa campagna
elettorale. Speriamo adesso di non
deludere gli oristanesi», ha
commentato il neo sindaco Andrea
Lutzu .
Grande soddisfazione per il leader
di Forza Italia Oscar Cherchi che
non nasconde la forte emozione.
«Sono davvero emozionato, è un
risultato che premia il grande
lavoro di squadra portato avanti dalla
nostra coalizione - ha commentato
Cherchi - oltre al grande impegno e
alla passione politica di Andrea
Lutzu. Adesso sarà fondamentale
iniziare subito a lavorare per il
bene della nostra città».
Gli fa eco Attilio Dedoni ,
capogruppo dei Riformatori sardi in
Consiglio regionale. «Siamo
felicissimi, una grande vittoria, adesso
ci dobbiamo rimboccare le maniche e
realizzare da subito il nostro
programma elettorale».
Nella sede di via Canepa del Pd si
incassa la sconfitta, ma senza
polemiche. Per le analisi del voto e
tutte le altre valutazioni
politiche ci sarà tempo. Il
segretario provinciale del Pd Alberto
Boasso con grande sportività incassa
il verdetto delle urne.
«Prendiamo atto che gli oristanesi
hanno scelto il candidato del
centrodestra - ha commentato - siamo
certi che Andrea Lutzu saprà
essere il sindaco di tutti, gli
facciamo i nostri migliori auguri di
buon lavoro».
Il consigliere regionale del Partito
democratico Antonio Solinas non
nasconde l'amarezza per una
sconfitta «pesante e dolorosa. Ma sappiamo
che anche da simili risultati si
deve ripartire - ha osservato - Il
centrosinistra si è presentato
diviso e forse non siamo stati capaci
di far capire la nostra proposta. E
alla fine abbiamo avvantaggiato il
centrodestra».
Solinas però non dimentica il grande
impegno della squadra di
centrosinistra: «Ringrazio la nostra
candidata a sindaco Maria Obinu
per il grande lavoro fatto fino a
oggi e tutti gli oristanesi che si
sono spesi nel sostenere le nostre
liste: da qui dobbiamo ripartire».
Valeria Pinna
Bassa
affluenza, il centrosinistra si consola con Lecce. Rosato: «Abbiamo perso»
Il
secondo turno tradisce il Pd
Il
centrodestra strappa Genova e L'Aquila. Parma a Pizzarotti
Il secondo turno non sovverte gli
esiti del primo: due settimane fa il
centrodestra aveva chiuso in
vantaggio la gran parte delle sfide nelle
grandi città, e i ballottaggi
confermano questa tendenza. La
coalizione imperniata su Forza
Italia, la Lega e Fratelli d'Italia si
aggiudica quasi tutte le sfide più
importanti, e in particolare
strappa al centrosinistra due
capoluoghi di regione come Genova e
L'Aquila.
Per Pd e alleati le note positive si
limitano alle vittorie di Padova
e Lecce, mentre il Movimento 5
Stelle, presente solo in due
ballottaggi nei capoluoghi di
provincia, perde ad Asti ma vince a
Carrara. Vince anche un ex grillino,
Federico Pizzarotti, riconfermato
sindaco di Parma col 57,8% a scapito
del concorrente del
centrosinistra Paolo Scarpa. Il dato
negativo che riguarda tutti è poi
la bassa affluenza: ha votato solo
il 46,03%, contro il 58% del primo
turno.
I VINCITORI Lo “scalpo” più
importante per il centrodestra è Genova,
città da sempre amministrata dalla
sinistra: lo spoglio delle schede,
durante la notte, conferma quello
che avevano detto gli exit poll
delle 23, subito dopo la chiusura
delle urne, e cioè che il nuovo
sindaco sarà Marco Bucci. Ha
ottenuto il 55,2% contro il 44,8 di
Gianni Crivello (centrosinistra). Si
ripete così lo smacco subito dal
Pd ligure, a due anni di distanza
dalla vittoria dell'esponente di
Forza Italia Giovanni Toti nelle
Regionali.
Ma un'altra sconfitta cocente per il
centrosinistra è quella
dell'Aquila, dove il renziano
Americo Di Benedetto perde abbastanza
nettamente contro Pierluigi Biondi
(poco più del 46% contro il 53,5).
Ancora più travolgente
l'affermazione del candidato di centrodestra
Sergio Abramo a Catanzaro: oltre il
64%, mentre Vincenzo Ciconte
supera di poco il 35.
LE SORPRESE Tra le altre
affermazioni del centrodestra, da segnalare
Monza, fin qui amministrata dalla
coalizione a guida Pd: ma il sindaco
uscente Roberto Scanagatti si ferma
al 47% e cede la fascia tricolore
a Dario Allevi. Cambio di colore
anche a Pistoia, che dopo decenni
passa al centrodestra grazie ad
Alessandro Tomasi (54,3 contro il 45,7
di Samuele Bertinelli). Importante,
simbolicamente, la vittoria di
Roberto Di Stefano a Sesto San
Giovanni, la ex “Stalingrado d'Italia”,
contro la candidata del
centrosinistra Monica Chittò che pure aveva
chiuso in vantaggio il primo turno.
Il centrodestra si prende poi La
Spezia con Pierluigi Peracchini
(battuto Paolo Manfredini), e Verona
con Federico Sboarina (57,9%):
qui però la candidata sconfitta,
Patrizia Brisinella, non è del
centrosinistra (che non era arrivato
al ballottaggio), ma è la
compagna dell'ex sindaco Flavio
Tosi.
IL CENTROSINISTRA Vanno in
controtendenza due città che erano
amministrate dal centrodestra e
passano allo schieramento opposto:
Lecce, che il centrosinistra si
riprende dopo vent'anni con Carlo
Salvemini (54,9% contro il 45,1 di
Mauro Giliberti), e probabilmente
Padova, con Sergio Giordani avanti
col 51,9 rispetto a Massimo Bitonci
del centrodestra (48,1). Sul filo di
lana la vittoria del
centrosinistra a Taranto, col 50,9%
di Rinaldo Melucci davanti a
Stefania Baldassarri. Risicato il
vantaggio di Alessandro Tabbellini a
Lucca: 50,3% sullo sfidante Remo
Santini, quando erano state
scrutinate 74 sezioni su 86.
IL CASO TRAPANI Come previsto, a
Trapani arriva il commissario: dopo
il ritiro dal ballottaggio dell'ex
sindaco Girolamo Fazio, per via
dell'indagine che non gli aveva
impedito di prevalere al primo turno,
serviva un'affluenza almeno del 50%
per far eleggere l'unico candidato
rimasto in campo, Piero Savona del
Pd. Ma ha votato appena il 26,75%:
elezioni invalidate.
LE PRIME REAZIONI «Per noi le
elezioni sono andate male, lo dobbiamo
dire con chiarezza: abbiamo perso, è
stata una sconfitta in cui la
destra ha dimostrato la forza di
saper aggregare», ha detto a caldo
Ettore Rosato, capogruppo alla
Camera del Pd. Molta soddisfazione
invece da parte del capogruppo di
Forza Italia Renato Brunetta: «Una
tranquilla vittoria del
centrodestra». «Abbiamo cambiato il destino di
tante città, ora cambiamo quello del
Paese», esulta il leader della
Lega Matteo Salvini. «Italiani 1,
Renzi zero, Grillo non
classificato», ironizza su Twitter
la leader di Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni: «Uniti si vince».
Uras
(Cp): non è stata colta la crisi M5S. Cappellacci (Fi): bocciato
chi
è al governo. Nell'Isola i Dem fanno mea culpa: «Serve più unità»
«Dobbiamo ripartire dalla coesione,
prima all'interno del partito e
poi nella coalizione». Il segretario
del Pd, Giuseppe Luigi Cucca
guarda già al futuro perché serve un
cambio di rotta davanti
«all'avanzata del centrodestra». Il
risultato di Oristano brucia per i
numeri, soprattutto perché il
centrosinistra si è spaccato ai nastri
di partenza: «Dobbiamo dialogare di
più e cercare di unire la
coalizione, perché il
centrosinistra, laddove si presenta compatto può
ottenere buoni risultati».
Il senatore di Campo progressista,
Luciano Uras, sposa la tesi di
Cucca: «La vittoria del
centrodestra, dimostra innanzitutto che
l'unità dei partiti politici tradizionali
è inattaccabile». Un segnale
che con la crisi (in questa tornata)
del Movimento cinque stelle il
centrosinistra non ha saputo
cogliere pienamente. «Nello schieramento
avversario», dice Uras, «non ci sono
state le polemiche che hanno
caratterizzato il centrosinistra.
Questo serve ancora di più per
lavorare a un grande progetto
unitario».
E la compattezza si è persa
soprattutto a Oristano dove il
prezzo pagato è stato decisamente
salato. «È la dimostrazione», dice
il segretario del Partito dei
sardi, Franciscu Sedda, «che senza
di noi non si vince». Il Pds,
infatti, nella città di Eleonora ha
scelto di dare vita a un polo
civico dopo la rottura con la
coalizione che «deve accettare il
dialogo alla pari con noi. Siamo
decisivi per la vittoria».
L'avanzata del centrodestra è motivo
di orgoglio per il coordinatore
regionale di Forza Italia, Ugo
Cappellacci: «Esiste un popolo che non
sceglie il voto di protesta e
demagogico del Movimento 5 stelle e
boccia chi è al governo e dimostra
incapacità di risolvere i
problemi». Il coordinatore regionale
di Fratelli d'Italia, Salvatore
Deidda, presenta la ricetta della
vittoria, fatta da una «scelta di
candidati del centrodestra credibili
e radicati nel territorio, capaci
di imprimere una svolta». Per Deidda
il risultato complessivo di
queste amministrative è il segnale
che «il capolinea per la sinistra è
vicino». (m. s.)
Gli
alleati
E
a sinistra si organizzano l'area Pisapia e Art. 1-Mdp
Se il Pd rimugina ancora sul nome da
dare a Francesco Pigliaru per
sostituire l'assessore ai Trasporti
Massimo Deiana, nella maggioranza
ci sono altre forze alle prese con
dubbi ben più radicali, che
riguardano il loro destino: è il
caso di Campo progressista, ancora
alla ricerca di una propria identità
nel centrosinistra. Se il
rapporto con la Giunta è tutt'altro
che idilliaco, quello con la
coalizione si basa soprattutto
«sull'alleanza imprescindibile con il
Pd», come ha sempre ribadito il
senatore Luciano Uras.
Ma a sinistra dei democratici si sta
strutturando in Sardegna anche
Art.1-Mdp, il soggetto nato dalla
scissione guidata da Bersani e
Speranza. Il deputato e responsabile
organizzativo nazionale, Nico
Stumpo, ieri era a Oristano per
incontrare i militanti in vista della
grande iniziativa nazionale in
programma il primo luglio a Roma. «La
riunione - commenta Yuri Marcialis,
uno dei coordinatori regionali - è
un passo avanti verso il
rafforzamento del Movimento in Sardegna e
servirà per compiere i primi passi
anche nell'Isola verso la direzione
che porta ad incrociare il Campo
progressista e le altre formazioni
del centrosinistra». L'intento è
anche dialogare «col mondo delle
associazioni come Arci e Acli, e con
le fondazioni e i corpi sociali».
(m. s.)
La Nuova
Il
centrodestra espugna Oristano
Trionfo
per il nuovo sindaco che ottiene il 65,3 per cento dei voti
Quasi
doppiata la candidata del centrosinistra che si ferma al 34,6
di Roberto Petretto
ORISTANOMisurato e composto, anche
nel momento della vittoria: Andrea
Lutzu è la faccia moderata e
rassicurante che tanto piace agli
oristanesi. Cinque anni dopo,
superato il trauma di una sconfitta che
allora fu figlia di accordi mancati
e di strategie suicide,
l'ingegnere 54enne ha vinto la
diffidenza iniziale di alcuni alleati
ed è riuscito a guidare il
centrodestra alla riconquista di Palazzo
degli Scolopi, la sede del Comune.
Nelle due stanze in via Eleonora
d'Arborea che in queste settimane
hanno ospitato l'ufficio elettorale
del candidato sostenuto da Forza
Italia, Riformatori, Fortza Paris e
Un'Altra Oristano, dopo i timori del
pomeriggio, si è capito ben
presto che il clima era quello
giusto.
Nei seggi campione, quelli che
solitamente danno una tendenza
abbastanza fedele dell'andamento
globale delle consultazioni
elettorali, si è subito marcato un divario
netto tra l'ex vicesindaco della
Giunta Nonnis e la candidata del
centrosinistra, Maria Obinu,
assessore alle Politiche sociali con la
giunta Tendas. Quando Andrea Lutzu è
arrivato in municipio i valori
erano ormai consolidati: il
vincitore intorno al 65 per cento, la
sconfitta ferma al 35.Più che un
successo, un trionfo: nei ballottaggi
precedenti Antonio Barberio aveva
prevalso su Linalba Ibba col 52, 77
per cento contro il 47,26. Angela
Nonnis su Marino Marchi con il 58,21
per cento contro il 41,79. Pressoché
analogo il distacco inflitto da
Guido Tendas a Giuliano Uras: 58,06
contro 41,91. Per arrivare a un
divario simile a quello di ieri
bisogna risalire all'ultima sconfitta
di un sindaco uscente: Mariano
Scarpa venne battuto da Piero Ortu
rimediando un 34,58 per cento contro
il 65,43 del vincitore.
In mattinata i due candidati avevano
esibito sorrisi sgargianti, ma un
po' tesi al momento di presentarsi
al seggio per il voto. Entrambi
nelle scuole medie di viale Diaz,
entrambi con la famiglia accanto,
entrambi con i segni di una campagna
elettorale logorante seppure
corretta e tutto sommato giocata con
stile, almeno dai protagonisti
principali. Ma, come gli stessi
candidati alla carica di sindaco
avevano potuto vedere direttamente,
questa volta ai seggi non c'erano
file né attese da fare: poca gente,
poco apparente interesse per un
ballottaggio che, come sempre
accade, ha sofferto per una certa
disaffezione da parte degli
elettori.
Tendenza che si è confermata
durante la giornata e che è arrivata
sino a un quasi dimezzamento dei
valori dell'affluenza rispetto al
primo turno nel rilevamento delle
19.A quel punto nel quartiere
generale di Andrea Lutzu qualcuno ha
cominciato ad avere dei timori:
l'elettorato del centrosinistra ha
fama di essere più ligio e fedele
all'impegno del voto, mentre il
centrodestra sarebbe più flessibile
e meno propenso a seguire le
indicazioni di partito. Forse per
questo, vista la bassa affluenza,
durante la serata Andrea Lutzu dai
propri profili social ha lanciato
un appello al voto e al voto
"responsabile".
Nel suo entourage c'era
forse il timore di essere superati
magari di poco e sul filo di lana.
Sarebbe stata una beffa atroce per
Lutzu che già cinque anni fa
conobbe il dolore della sconfitta
per quanto al primo turno. Invece
stavolta il popolo del centrodestra
non ha tradito e ha sostenuto
anche al secondo turno il proprio
candidato sindaco. Certo, i dati che
si vanno delineando a spoglio ormai
quasi ultimato quando il giornale
va in stampa e che danno Andrea
Lutzu al 65 per cento dei consensi, si
tratterebbe di circa 8mila elettori.
Tendas venne eletto con 8.125
voti e l'opposizione gli ha
rimproverato spesso di non essere
abbastanza rappresentativo. È stato
proprio Andrea Lutzu, invece, a
riconoscere sempre la legittimità di
quella vittoria. Rimane il fatto
che la disaffezione degli elettori
ha colpito ancora e che stavolta la
percentuale dei votati è rimasta ben
al di sotto del 50 per cento. Il
nuovo sindaco dovrà partire anche da
questo per cercare di ridare
fiducia all'elettorato.
La
candidata del centrosinistra non cerca scuse: «Paghiamo il
malcontento
verso la giunta Tendas»
Maria
Obinu: «Una delusione enorme»
ORISTANOVia Canepa, sede del Partito
Democratico, stavolta è la
succursale della delusione. Si cerca
da subito di capire dove si è
sbagliato, ma più che altro il
centrosinistra accompagnato da liste
civiche e dal Partito Sardo d'Azione
in questa avventura elettorale
cerca di riprendersi dal ko appena
subito senza neanche aver assestato
un bel pugno al volto
dell'avversario.Maria Obinu è netta: «Siamo
stati accusati di essere antipatici,
evidentemente paghiamo anche
l'antipatia». È il pensiero finale
di una disamina che parte
dall'ammissione di una sconfitta
dalle proporzioni inattese: «La
delusione è enorme e non può essere
altrimenti, evidentemente paghiamo
il malcontento verso la giunta
Tendas di cui io stessa ho fatto parte
e che si percepiva in città.
Non siamo riusciti a invertire la
tendenza, nonostante avessimo
acchiappato il ballottaggio che non era
affatto scontato. Ovviamente speravo
e speravamo in qualcosa di molto
meglio».Il meglio non è però
arrivato e così adesso è la sfidante
sconfitta a trovare il perché di
questo clamoroso tonfo: «Per prima
cosa dico che abbiamo poco da
rimproverarci per come sono andate le
cose in questo mese e mezzo di
campagna elettorale.
Probabilmente la
sconfitta nasce prima, nel momento
in cui il tavolo delle trattative
per la scelta del candidato è
rimasto in fase di stasi troppo a lungo,
ma allo stesso tempo dobbiamo
guardare anche oltre quest'ultimo
periodo».E allora bisogna
inevitabilmente fare autocritica verso la
giunta Tendas: «Ne ho fatto parte e
so quanto abbiamo lavorato. So
quante cose buone abbiamo fatto per
Oristano: abbiamo portato i
milioni del progetto Oristano Est,
abbiamo sbloccato una serie di
progetti e lavori ma non è bastato.
Probabilmente si è creato un
distacco tra la città e la nostra
amministrazione che non è stata
capace di comunicare le cose
positive». (e.c.)
Il
vicesindaco uscente batte al fotofinish il segretario del Pd
Selargius
sceglie Concu
di Stefano Ambu
SELARGIUSVince il centrodestra. E
vince la continuità con il passato e
con la doppia stagione di Gianfranco
Cappai, il primo cittadino degli
ultimi 10 anni. Gigi Concu, 48 anni,
ingegnere è il nuovo sindaco di
Selargius. Un successo, quello della
coalizione composta da Forza
Italia, Riformatori Sardi. Udc,
Sardegna 2020, Fratelli d'Italia,
Annozero, che tiene lontano dal
governo il centrosinistra per la terza
consiliatura consecutiva.
Ma il candidato sindaco avversario
Francesco
Lilliu, segretario provinciale del
Pd, alla guida di una coalizione a
6 liste ((Pd, Selargius Futura,
Partito dei Sardi, Per Selargius,
Laboratorio progressista) ha perso
con onore. E anzi sulle prime si è
anche illuso di potercela fare.
Perché, almeno sino a metà spoglio, è
stato un ballottaggio thrilling. Le
prime sezioni sembravano infatti
regalare un pezzettino di fascia
tricolore proprio a Lilliu, in
leggerissimo vantaggio.
Quasi un ribaltamento rispetto a
quanto
accaduto due settimane prima quando
Concu aveva strappato il comando
del primo turno per pochi voti,
appena 289. Ma la differenza iniziale
era troppo risicata per potersi
permettere di stappare lo spumante. E
infatti si è andati avanti con un
estenuante testa a testa con
pochissimi voti di differenza. Ma a
un certo punto Concu ha
sorpassato. E piano piano, ma in
maniera decisa, ha accumulato il
vantaggio che gli ha consentito di
volare verso la vittoria. Affluenza
alle urne molto bassa. L'uno contro
uno non è riuscito a scaldare
Selargius: al voto meno di mezza
città, il 41 per cento degli
elettori. Con un passo indietro di
circa 12 punti di percentuale
rispetto al primo turno.
Elette
Segreteria e Direzione
Appello
di Sinistra italiana:
un'alleanza
alternativa al Pd
CAGLIARISinistra italiana critica
con durezza il governo e la giunta
regionale, lancia un appello alle
altre forze per costruire
un'alternativa al Pd e infine ha
nominato la segreteria e la direzione
regionale. Eletta su proposta del
segretario regionale Antonello
Licheri della prima fanno parte
Vittorio Macrì, Mariella Montixi,
Salvatore Multinu e Mattia Grazia
Serra. Della direzione, oltre ai
componenti della segreteria, fanno
parte i responsabili dei
dipartimenti tematici e
segretari-coordinatori territoriali Roberto
Mirasola Cagliari, Salvatore Meloni
Sassari. Giovanni Tendas
Olbia-Tempio, Gianni Carta Oristano,
insieme alla presidente
dell'assemblea Franca Dessì e al
tesoriere Alessandro Vinci. I
responsabili dei dipartimenti sono
Nicola Comerci formazione e scuola
quadri, Franco Dore cultura
istruzione, Daniela Freschi ambiente e
periferia, Antonelo Marras autononia
e questione meridionale, Michela
Padolini reti sociali, migrazioni e
pari opportunità, Lilli Pruna
lavoro e welfare, Andrea Zucca enti
locali e Filippo Isgro
responsabile del programma.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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