La
nuova Sardegna
Sassari,
fiamme al centro destinato ai profughi Nuovo atto di intolleranza nell'isola.
Il locale doveva accogliere 21 bimbi
Per dire no all'arrivo dei migranti
questa volta hanno usato il fuoco. Dopo l'attentato dinamitardo di
Dorgali di pochi giorni fa contro un centro in cui dormivano 64 richiedenti
asilo, ora tocca a Sassari fare i conti con un'improvvisa escalation di odio e
razzismo. Durante la notte tra sabato e domenica qualcuno ha cosparso di
liquido infiammabile gli arredi di una vecchia villa a tre piani nelle campagne
di Sassari che a fine agosto avrebbe dovuto accogliere 21 bambini provenienti dall'Africa e ha
dato fuoco. Il rogo si è sviluppato immediatamente e in poco tempo ha distrutto
letti, armadi e infissi, rendendo un intero piano della villa inagibile.
Gli incendiari sono entrati in
azione verso mezzanotte, poche ore dopo la protesta degli abitanti della zona,
che proprio sabato mattina erano scesi in strada per dire che quella grande
villa costruita negli anni Ottanta non era in grado di accogliere un gruppo di
stranieri. Gli incendiari hanno scavalcato facilmente la recinzione e dopo aver
spaccato un vetro hanno avuto facile accesso alla casa, subito dopo è partito
l'incendio. Sono stati alcuni passanti sabato notte a dare l'allarme quando le
fiamme provenienti dall'interno della villa hanno illuminato a giorno via Mela
Ruja, la strada vicinale che attraversa la borgata di San Giorgio, a pochi
chilometri dalla città.
L'intervento dei vigili del fuoco ha
evitato che le fiamme distruggessero anche il resto dell'abitazione e ora i
responsabili della cooperativa Pegasus, che stava allestendo il centro per
giovani stranieri, sperano di poter aprire la comunità a fine agosto, come previsto
dal bando della Prefettura. «Non saranno le fiamme e questo gesto vile a
fermarci - spiega davanti alle pareti annerite Luca Pintus, amministratore di
Pegasus - chi ha compiuto questo attentato voleva negare a 21 bambini, alcuni
accompagnati dalle mamme, la possibilità di crescere in una casa confortevole
in cui riceveranno affetto e istruzione dai nostri educatori. Abbiamo vinto un
bando della Prefettura e abbiamo tutte le autorizzazioni per poter aprire - aggiunge
Pintus mentre fa la conta dei danni insieme a un collaboratore - chi dice che
non siamo in regola non sa di cosa parla».
Mentre i vigili del fuoco spegnevano
le fiamme sabato notte in via Mela Ruja sono arrivati anche gli agenti della
squadra volante della questura e gli esperti della polizia Scientifica. Del
grave episodio si stanno occupando gli investigatori della Digos e della squadra
mobile. È probabile che già stamattina il sostituto procuratore Angelo Beccu,
titolare dell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Sassari, possa
ricevere sulla sua scrivania la prima informativa degli inquirenti. Al momento
non ci sono indagati, ma molti degli abitanti della zona sono già stati
convocati in questura e i prossimi giorni saranno ascoltati come testimoni.
La vecchia villa, appartenuta un
tempo alla famiglia Chieffi di Sassari, era abitata fino a poco tempo fa dai
nuovi proprietari Luigi Piluzza e da sua moglie Stefania Sotgia che avevano
deciso di affittarla alla cooperativa Pegasus. «Non riusciamo a credere che il
razzismo possa portare a far compiere gesti così gravi - commenta amareggiato
Luigi Piluzza mentre gli esperti della Scientifica stanno ultimando i rilievi -
avrei capito tanta paura verso qualche pentito di mafia, ma 21 bambini
stranieri che potranno fare di male se non rendere più viva e gioiosa questa
zona di campagna. La cosa che più mi è dispiaciuta di tutta questa vicenda -
conclude il proprietario della casa presa di mira dagli incendiari - è che
nessuno dei residenti della via si sia avvicinato per esprimere vicinanza o
solidarietà dopo quello che è accaduto».
di Luca Fiori
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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