La
Nuova Sardegna
Agus, Cp:
non si può vincere senza il Pd. Piras, Mdp: Renzi ha distrutto la coalizione,
si va da soli Gli ex Sel sardi divisi sulla sinistra di Pisapia. di Alessandro
Pirina
SASSARILa dialettica è da sempre una
costante della sinistra. I distinguo, le divisioni - spesso traumatiche - fanno
parte del suo dna. Ma questa volta il divorzio rischia di consumarsi prima del matrimonio.
A 48 ore dal battesimo di "Insieme", il nuovo centrosinistra targato
Pisapia Bersani con Tabacci e i Verdi, si sfilano gli ex Sel sardi che avevano
aderito per primi a Campo progressista. Sabato a Roma, in piazza Santissimi
apostoli, non c'erano né il sindaco di Cagliari Massimo Zedda né il senatore
Luciano Uras.
«Ho visto più una riunione di reduci
che la costruzione di un campo nuovo - afferma il consigliere regionale
Francesco Agus, già capogruppo di Sel -. Noi a Cagliari siamo stati i primi a
lavorare per una piattaforma di sindaci. Il primo incontro di Campo
progressista fu con Zedda e Pizzarotti. La fotografia del palco del 1 luglio
era completamente diversa: non c'erano i sindaci ma pezzi di un ceto politico
fallimentare. Penso alla sinistra Pd, costretta ad andarsene perché non contava
più niente, o alla classe dirigente di Sel, che dopo il fallimento di Sinistra
italiana prova a riciclarsi per la terza volta in un anno. Così facendo si
gettano le basi per un nuovo flop stile Sinistra arcobaleno». Ma a non
convincere i sardi del Campo progressista è anche la questione alleanze.
«Bisogna dire con chi andare: il Pd, i 5 stelle o la destra. Non ci sono altri
spazi.
Bisogna ripartire dalle buone
esperienze di governo. La Cagliari di Zedda e la Milano di Pisapia insegnano:
il Pd da solo non va da nessuna parte, ma non ci può essere centrosinistra
senza Pd». La fotografia di Agus non è però la stessa di Michele Piras,
deputato ex Sel che ha aderito a Mdp.
«Era una
grandissima piazza con migliaia di persone e bellissime energie. Io sono
contrario alla semplice incollatura a sputo di sigle. Se fosse solo una
sommatoria dei gruppi dirigenti andremmo a sbattere contro
un muro. Ma lo spirito è molto diverso da quello della Sinistra
arcobaleno. In piazza c'erano tanti i giovani che sono un pezzo importante
del nostro progetto». Sulle alleanze, però, sembra sempre più difficile un
dialogo con il Pd. «Noi puntiamo a creare un soggetto unico
della sinistra. E soprattutto dobbiamo ragionare su ciò che esiste.
Al momento non c'è una legge che preveda
coalizioni, e dunque allearsi con il Pd significherebbe entrare nel partito, ma
soprattutto noi ci siamo uniti come alternativa al Pd renziano, perché le sue
politiche hanno devastato il centrosinistra». E per gli ex alleati di Sinistra
italiana Piras tiene le porte aperte. «Al suo interno ci sono però posizioni
diverse».
Chi invece ha per ora trovato punti
di incontro con Sinistra italiana sono i civatiani di Possibile. «Noi chiediamo
a tutti uno scatto in avanti - dice il numero uno regionale Thomas Castangia -.
Un elettore di sinistra oggi non capirebbe l'esistenza di due raggruppamenti.
Occorre discutere su un manifesto di idee per l'Italia, rimettere al centro i temi
e riprendere a parlare con le persone. Il Pd? Il nostro è un progetto di Paese
incompatibile con le riforme di questo governo. Il congresso ha confermato
quelle politiche, ha vinto quell'idea. Non vedo spazi per alleanze».
Unione Sarda
PD
- Morittu numero 2 - Pd, c'è l'intesa sulla segreteria: parità di genere
Cinque uomini e cinque donne
affiancheranno Giuseppe Luigi Cucca nella
segreteria regionale del Partito
democratico. Ieri pomeriggio a
Oristano sono stati ufficializzati i
nomi, compreso quello del vice
che sarà Pietro Morittu, scelto
nell'area Popolare-riformista. Con la
parità di genere rispettata e la
grana della vice segreterie unica
risolta Cucca chiude la direzione
senza problemi. Manca ancora un nome
di una donna che dovrà essere
indicata dai Giovani democratici.
I NOMI La composizione della
segreteria è fatta in perfetto equilibrio
anche di poteri. Oltre Morittu,
entrano in quota Popolare-riformista
Alberta Grudina e Aldo Pili. Dall'area
Soru i rappresentanti sono
Barbara Cadoni, Giuseppe Frau e
Antonio Piu. Infine, quelli dell'area
che ha sostenuto Cucca sono Michela
Mura, Giannarita Mele e Sebastiano
Mazzone.
I TEMI Ma la direzione regionale è
anche l'occasione per il segretario
di fissare alcuni paletti e guardare
al futuro del partito.
Innanzitutto, i due passaggi
fondamentali per i dem, come la
riorganizzazione della rete
ospedaliera e la legge urbanistica. E
proprio su quest'ultima, Cucca, non
solo annuncia la volontà di
convocare il partito per discuterne,
ma sottolinea che «la posizione
del Pd è quella che viene fuori
dalle sedi di partito». Un messaggio
neppure tanto velato a Renato Soru
che proprio sull'urbanistica ha più
volte evidenziato posizioni
differenti rispetto al testo presentato
dalla Giunta. Tanto che è stato
presentata una proposta di legge
alternativa che ha causato qualche
malumore all'interno del partito.
(m. s.)
La Nuova Sardegna
C'è
l'intesa tra le correnti Il Pd vara la segreteria
di Umberto Aime
ORISTANO Il segretario Giuseppe
Luigi Cucca ha una pazienza da far
invidia e se potesse
"piazzarla" in dispense, farebbe la fortuna del
Pd. Il suo credo è l'unità del
partito e ogni volta che qualcuno prova
a mettergli il bastone fra le ruote,
lui dà il meglio di sé.
«Discutiamo su tutto quello che
volete e vorrete - ha detto nella
prima direzione della sua segreteria
- ma all'esterno dobbiamo uscire
sempre con una posizione unitaria su
sanità, urbanistica, alleanze e
il resto. La gente chiede al Pd di
essere unito, perché quando siamo
divisi fra noi o nella coalizione di
centrosinistra, perdiamo com'è
accaduto purtroppo nelle ultime
elezioni amministrative». Con
determinazione, un primo risultato
l'ha raggiunto: il Partito
democratico ha una nuova segreteria.
Ed è unitaria, con tre
rappresentanti per macroarea, è la
nuova definizione di corrente
coniata da Cucca, e anche paritaria:
cinque uomini e cinque donne, con
la quinta che sarà nominata dai
Giovani dem, un'altra novità. I
nominati. Non è stato facile mettere
d'accordo le varie anime,
sottocorrenti comprese, ma la
fermezza del segretario ha spiazzato i
più indisciplinati, compresi quelli
abituati a decidere tutto nei
crocicchi lungo i marciapiedi di via
Canepa, dove si affacciano le
finestre della sezione di Oristano.
Comunque, foglietto dopo
foglietto, riunione dopo riunione,
la segreteria è stata votata
all'unanimità. I popolari-riformisti
dell'area Cabras-Fadda hanno
designato Pietro Morittu, che sarà
il vicesegretario vicario,
nonostante i soriani avessero
manifestato qualche resistenza alla
vigilia. Poi l'ex sindaco di Sestu
Aldo Pili, fedelissimo dell'ex
sottosegretario Paolo Fadda, e
Alberta Grudina, responsabile della
sezione di Decimomannu.
La corrente dei renziani e degli ex
Diesse,
che ha vinto le primarie di aprile
ed eletto Cucca, è andata sul
sicuro: l'ex presidentessa regionale
del partito Giannarita Mele, in
quota per il senatore Ignazio
Angioni, l'ex coordinatore organizzativo
Sebastiano Mazzone voluto dagli ex
Popolari. Più Michela Mura, scelta
dall'ex sottosegretaria Francesca
Barracciu, e attuale assessore alla
pubblica istruzione della Città
metropolitana di Cagliari. Infine, i
soriani che hanno tribolato fino a
tarda sera per scegliere il trio.
Eccolo: Antonio Piu, sassarese,
assessore uscente ai lavori pubblici
della giunta di Nicola Sanna,
azzerata pochi giorni fa, Giuseppe Frau,
che tra l'altro è l'unico nome in
comune fra la vecchia segreteria di
Renato Soru e quell'attuale del
senatore nuorese, e Barbara Cadoni,
segretaria della sezione di Quartu.
Doppia preferenza. Chiusa la
partita non semplice sulla
segreteria, Cucca ha rilanciato altri due
argomenti forti: la doppia
preferenza di genere nella legge elettorale
regionale e le alleanze. Sulla prima
ha detto: «È una nostra battaglia
e non possiamo farla cavalcare da
altri. Il Pd ha presentato quattro o
cinque proposte, dobbiamo fare
sintesi e far sì che la doppia
preferenza di genere passi, perché
siamo noi a volerlo e non altri ad
imporcelo». Poi le alleanze da qui
al 2019: «Dobbiamo allargare la
coalizione alle forze autonomiste e
sardiste. Per me è un obiettivo
fondamentale e lo deve essere anche
per il Pd. Appena la segreteria
sarà operativa, organizzerò subito
un incontro con il resto della
coalizione e con chi nel
centrosinistra potrebbe voler entrare, i
sardisti». Il bilancio. Sconfitte
elettorali a parte, il Pd ha chiuso
il bilancio attivo. Nel 2015, le
entrate hanno superato i 312mila
euro, le uscite i 211mila . La
differenza è un attivo di 100mila euro.
Poi ridotti a 84mila dopo la
sfortunata campagna elettorale per le
elezioni amministrative di giugno.
Ma Cucca ha detto: «Abbiamo tutto
il tempo per rifarci e ritornare a
vincere».
Unione Sarda
Dalle
10 alle 18 di oggi 40 Comuni sardi rischiano di restare senza acqua
Ricerche,
stop all'impianto Enas
Hanno scandagliato le acque
profonde, scrutato l'oscurità del lago
Mulargia fermandosi di tanto in
tanto per un'immersione e sperando
ogni volta che fosse quella buona.
Che la melma restituisse i corpi di
Remo Frau, del figlio diciassettenne
Nicosur Porpilan e dell'amico
Gian Franco Sirigu, i tre uomini di
Orroli usciti per una battuta di
pesca sabato pomeriggio e mai più
rientrati. Oggi i sommozzatori dei
vigili del fuoco e dei carabinieri
ispezioneranno le pompe di presa
dell'Enas, quelle dalle quali passa
l'acqua che viene distribuita a
oltre mezzo milione di persone in 41
comuni. L'impianto verrà spento
dalle 10 alle 18 e per questo ci
sarà il rischio che i rubinetti
restino all'asciutto.
L'ELENCO I comuni coinvolti dalle
operazioni sono Cagliari, Assemini,
Capoterra, Decimomannu, Decimoputzu,
Maracalagonis, Monserrato,
Quartu, Quartucciu, Selargius,
Sestu, Uta, Villaspeciosa, Villasimius,
Donori, Ussana, San Sperate,
Monastir, Serdiana, Dolianova,
Sant'Andrea Frius, Barrali,
Pimentel, Samatzai, Serrenti, Samassi,
Nuraminis, Villasor, Sanluri, San
Gavino Monreale, Guspini, Sardara,
Pabillonis, Armungia, Ballao, Goni,
San Nicolò Gerrei, Silius,
Villasalto e Arbus.
ABBANOA A darne notizia è Abbanoa,
che gestisce i potabilizzatori di
Donori, Sestu, San Michele
(Cagliari), Simbirizzi (Quartucciu), Santu
Miali (Sanluri), Mulargia (Siurgus
Donigala) e Sant'Antionio (Arbus) e
che mette in guardia sui paesi che
sono più a rischio di altri. In
base alle previsioni del gestore
unico del servizio idrico, infatti,
nella maggior parte dei casi le
scorte dovrebbero essere sufficienti a
soddisfare il fabbisogno durante le
ore critiche, soprattutto a
Cagliari, mentre potrebbero rimanere
a secco i rubinetti nelle case di
San Sperate, Selargius, Assemini,
Sestu e Capoterra.
SONAR La decisione di esaminare
l'impianto di approvvigionamento che
serve i potabilizzatori di Abbanoa è
arrivata ieri sera, al termine di
una nuova e infruttuosa giornata di
ricerche. Fin dall'alba, infatti,
i sommozzatori si sono rimessi al
lavoro anche con l'utilizzo del
sonar che grazie ai dati raccolti
sul campo restituisce una mappa
dell'intera area per individuare
eventuali tracce dei tre uomini o
della piccola barca con la quale
hanno preso il largo sabato
pomeriggio dalla riva di Su Bandidu
, fuori dal centro abitato di
Orroli, per puntare al versante di
Siurgus Donigala.
M. C.
La Nuova Sardegna
Poco
feeling tra i cittadini e le vicende della giunta Sanna
La
maggior parte degli intervistati vorrebbe le elezioni
I sassaresi critici sulla crisi, la
politica non appassiona più
Il caso Sassari fa capolino anche
nel Bolg di Beppe Grillo. La
fotografia arriva dalle
testimonianza dei consiglieri comunali Cinque
Stelle Maurilio Murru, Desirè Manca
e Marco Boscani, chemesi fa
avevano avviato una raccolta firme
per sfiduciare il sindaco. «Sassari
è completamente in ostaggio delle
logiche di partito - scrivono - La
situazione è drammatica oltre che
senza precedenti. L'attività
amministrativa bloccata da
settimane.
Diatribe interne, antipatie,
litigi lasciano sullo sfondo i
problemi dei cittadini .SASSARILa
melina del Pd sconcerta il
consigliere Giancarlo Carta (Fratelli
d'Italia). «Leggiamo preoccupati
dell'ennesimo rinvio della
risoluzione della crisi che ormai da
anni blocca la nostra città. Come
minimo altri 10 giorni di totale
abbandono, di non governo, di mal
governo da parte di questi
dilettanti allo sbaraglio - dice Carta -
Questi signori aspettano che a
decidere siano i loro piccoli leader
locali che spesso sono in vacanza a
Cagliari e non hanno tempo per
pensare ai problemi di Sassari e
sanno sfornare solo comunicati stampa
illeggibili». E ancora: «Il Pd e i
loro leader sono proprio senza
vergogna, imperterriti davanti a
questo disastro fanno spallucce e se
ne fregano dei problemi dei
cittadini che non sanno più come mettere
insieme il pranzo con la cena. Una
città letteralmente allo sbando.
Suggerisco una cosa al nostro sempre
più precario sindaco: nei
cartelli all'ingresso della nostra
comunità si potrebbe scrivere
questa frase: Benvenuti a Sassari,
regno del pd, lasciate ogni
speranza voi che entrate».
Quanto al possibile avvento di un
commissario: «Se il centrosinistra
trova la forza di andare avanti,
che lo faccia. Ma se la propettiva è
quella di altri due anni come
questi, allora a malincuore dico che
è meglio andare a casa»SASSARILa
crisi comunale non è esattamente al
centro dei pensieri dei sassaresi.
Basta una semplice chiacchierata con
le persone per strada per capire
che l'appeal della politica,
soprattutto sui giovani, è pari a zero.
Tipo Valerio Lai, 32 anni. «Non c'è
molta voglia di informarsi sulle
vicende comunali. È un mondo che non
mi dà nulla, talmente distante
dai miei interessi sul quale non mi
va di perdere molto tempo. So che
c'è un sindaco che è rimasto senza
assessori, immagino che il problema
sia la solita litigiosità del Pd e
la guerra per le poltrone. Però su
quello che preferirei accadesse, un
discorso di principio posso farlo:
qualunque professionista, qualunque
sia il campo in cui opera, se si
rende conto che non ottiene
risultati e non è apprezzato, allora è
giusto che si faccia da parte.
E questo penso debba fare il
sindaco».
Una prospettiva, questa, condivisa
dalla stragrande maggioranza dei
cittadini. Così la pensa anche
Salvatore Matta, 68 anni, sassarese.
«Il sindaco a questo punto è meglio
che si dimetta. Anzi, a dirla
tutta avrebbe dovuto farlo già da
tempo. Perché le avvisaglie delle
guerre interne al Pd le ha avuto da
subito, dai tempi delle primarie:
e lui non ha avuto la forza di vincere
il braccio di ferro con i vari
Spissu, Lai ecc. Dopodiché Nicola
Sanna ci ha messo anche del suo, con
il disastro della piste ciclabili.
Perciò l'arrivo di un commissario
non è mai positivo, ma forse in
questa situazione è meglio».Nicola
Baldinu, 60 anni, Sassarese: «Nicola
Sanna è stato un ottimo
assessore. Ma fare il sindaco
richiede altre qualità. Io lo conosco da
ragazzino, gli ho visto fare i primi
passi nella Fgci. Ha l'esperienza
politica ma evidentemente gli manca
qualcos'altro.
Quando il tuo braccio destro, il
vicesindaco Carbini se ne va via in quel modo, vuol
dire che la tua squadra sta cadendo
a pezzi. Il meccanismo si è rotto
e allora la tua amministrazione è
arrivata davvero al capolinea. Mi
dispiace dirlo, perché il mio è un
parere di elettore di
centrosinistra. So anche che
l'avvento di un commissario straordinario
equivale alla certificazione di un
fallimento: ma forse anche solo
l'amministrazione ordinaria di una
città fa meno danni di un governo
che non ha mai funzionato».E infine
Giuseppe Desortes, 60 anni: «Seguo
la politica e soprattutto guardo la
città. E non ho mai visto Sassari
in ginocchio come ora. Non punto il
dito solo contro il sindaco e la
giunta, ce l'ho contro tutto il
consiglio comunale, sia destra che
sinistra. Trovo un disinteresse
generale per le sorti della città, lo
dico anche da commerciante. E mi
spaventa che a governarla per un anno
intero possa essere un commissario
esterno. Perciò preferirei che i
partiti trovino un accordo e
comincino finalmente ad amministrare».
(lu.so.)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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