Unione Sarda
La guerra degli interinali fa tremare la sanità sarda I sindacati: «Le Assl hanno esagerato». Arru: «Ma i costi sono calati»
Sembrava una piccola inchiesta
partita da una procura di provincia, invece ora l'indagine sull'assunzione dei
lavoratori interinali nella Assl di Oristano rischia di allargarsi alle altre
aziende sanitarie dell'Isola e fa tremare l'intera sanità sarda. E la politica.
La vicenda non è nuova nei corridoi del Consiglio regionale: circa un anno fa
Angelo Carta, Psd'Az, componente della commissione regionale sul sistema
sanitario, ha chiesto all'ex Asl 5 di conoscere il numero e la provenienza di
infermieri e impiegati assunti tra il 2010 e il 2015. «In questo periodo
sarebbero state circa 400, ma il numero non è mai stato confermato dai dati
ufficiali», racconta Carta, che ha ingaggiato un braccio di ferro con il
commissario straordinario dell'azienda (dal 2017 alla guida di Area) Maria
Giovanna Porcu.
Dopo mesi di tira e molla, ripetute
richieste di pareri (dal Garante per la privacy al presidente del Consiglio
Gianfranco Ganau e al governatore Francesco Pigliaru) l'ex assessore ai Lavori
pubblici della Giunta Cappellacci dice di non aver ancora ricevuto nulla. «Descriverlo
come un muro di gomma è riduttivo», sorride Attilio Dedoni (Riformatori), presidente
della commissione d'inchiesta.
IL CASO MACOMER Secondo i
consiglieri di minoranza una parte consistente dei lavoratori interinali
assunti negli ultimi anni nella Assl oristanese arriva dal Marghine. Per la
precisione, da Macomer e dintorni. E anche su questo dettaglio si potrebbero
essere concentrate le indagini del sostituto procuratore di Oristano Armando
Mammone, che venerdì scorso ha sentito - in qualità di persona informata sui
fatti - il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Sullo sfondo, uno scontro
politico che fino ad ora si è combattuto sottotraccia: quello tra Angelo Carta
e il Partito dei Sardi - che proprio nella zona di Macomer ha un ampio bacino
di voti -, sfociato alla fine del 2016 in un botta e risposta che aveva portato
il Pds a bollare come «schedatura» il tentativo di conoscere la provenienza dei
lavoratori interinali dell'Assl oristanese. In realtà il discorso potrebbe
essere più ampio: «È probabile ci siano stati degli abusi sull'utilizzo degli interinali.
E ritengo che non riguardino solo l'azienda sanitaria di Oristano, ma quelle di
tutta la Sardegna», aggiunge Dedoni.
LA DENUNCIA I sindacati sostengono
da tempo che il ricorso alle agenzie interinali sia sbagliato. Poca trasparenza
e troppa libertà nei criteri di reclutamento. «In molti casi si è continuato ad
assumere interinali anche se c'erano le graduatorie ancora aperte e valide, e
si potevano attingere da lì i lavoratori», fa notare Fulvia Murru, segretario
della Uil funzione pubblica. «Questo sistema è stato utilizzato in un modo
esagerato: credo sia sotto gli occhi di tutti. Si deve ricorrere agli
interinali quando c'è una necessità impellente, non per gestire servizi a lunga
scadenza: per questi si deve procedere con concorsi pubblici», avverte Nino
Cois (Cgil). «Purtroppo abbiamo
situazioni simili in tutte le Assl.
Cgil Cisl e Uil hanno chiesto da otto mesi tutti i dati riguardanti i
lavoratori della neonata azienda per la tutela della salute: non abbiamo mai
ottenuto i numeri. Quelle cifre devono essere diffuse per capire come si
utilizzano i soldi pubblici».
L'ASSESSORE Polemiche che non
preoccupano l'assessore alla Sanità: «La Corte dei Conti ha certificato che dal
2012 al 2015 c'è stato un calo lento ma costante del costo di lavoratori
interinali, consulenti e
collaboratori», spiega Luigi Arru.
Due anni fa la Regione ha speso 40 milioni di euro per pagare questo tipo di
contratti in campo sanitario. Nel 2012 erano 50 milioni. E le accuse di scarsa trasparenza
arrivate dalla commissione d'inchiesta del Consiglio regionale? «Tutti i
documenti richiesti sono stati consegnati»,
prosegue Arru, che preferisce non
commentare l'inchiesta della procura di Oristano: «Posso solo dire che c'è
massima collaborazione. Se dovessi essere convocato, dirò quello che so».
Michele Ruffi
La Nuova
Sud Sardegna, nasce la targa SU
Il Consiglio dei ministri abolisce le sigle delle province regionali
SASSARIIl Consiglio dei ministri ha
approvato due regolamenti, da
adottare dopo i decreti del
Presidente della Repubblica, che
modificano alcune norme di
attuazione del Codice della strada. Il
primo regolamento identifica in «SU»
la sigla distintiva della nuova
provincia del Sud Sardegna. Inoltre,
il testo sopprime le sigle di
individuazione delle province di Carbonia-Iglesias
(CI), Medio
Campidano (VS), Ogliastra (OG) e
Olbia-Tempio (OT). I veicoli dotati
di targhe di immatricolazione con le
sigle di queste province possono
continuare a circolare fino a una
nuova immatricolazione o fino alla
cessazione dalla circolazione. Il
secondo regolamento, invece,
aggiorna i riferimenti alle
qualifiche funzionali dei dipendenti del
Dipartimento per i trasporti, la
navigazione, gli affari generali e il
personale del Ministero
infrastrutture e trasporti, che hanno titolo
per l'effettuazione degli esami ai
fini del rilascio della patente di
guida. Le vecchie qualifiche
funzionali sono state adeguate ai nuovi
livelli professionali espressi in
aree, in ragione della nuova
normativa in materia di
inquadramento giuridico del personale.
La procura oristanese vuole chiarire metodi e criteri delle selezioni
L'inchiesta si allarga a tutta la Sardegna
Interrogatori e accertamenti a tutto
campo. L'inchiesta sulla sanità
nei prossimi giorni potrebbe avere
clamorosi sviluppi. Indagini
blindate, poco o nulla trapela dagli
uffici della Procura di Oristano,
dove il sostituto Armando Mammone
(coordinatore dell'inchiesta) sta
passando al setaccio le procedure
per le assunzioni all'interno della
Assl di Oristano ma anche nelle
altre aziende sarde. In particolare
sono finite nel mirino degli
inquirenti le assunzioni di tipo
interinale, quelle che avrebbero
consentito di non ricorrere alle
graduatorie e ai concorsi e quindi
di poter gestire e controllare la
macchina del reclutamento dei
dipendenti a tempo scegliendo chi
assumere.
I PRIMI PASSI L'inchiesta, portata
avanti con la collaborazione degli
uomini del Nucleo polizia tributaria
della Guardia di finanza di
Oristano, è partita mesi fa in
seguito ad alcuni esposti presentati da
sindacalisti, ma anche dopo la presa
di posizione di Angelo Carta,
consigliere regionale del Psd'Az e
componente della commissione
d'inchiesta sulle spese sanitarie.
Poi due mesi fa, il blitz delle
fiamme gialle negli uffici
oristanesi della Assl dove sono stati
acquisiti documenti proprio sulle
assunzioni.
GLI SVILUPPI Nei giorni scorsi, dal
sostituto procuratore è stato
interrogato per molte ore anche il
presidente della Regione Francesco
Pigliaru. Un lungo faccia a faccia,
in cui il governatore è stato
sentito come persona informata sui
fatti. Secondo indiscrezioni,
sarebbe emerso che non esiste un
regolamento che disciplini questa
tematica ed ecco che ai lavoratori
interinali si ricorre nelle varie
Assl sarde. L'inchiesta sembra
destinata a fare molto clamore e ad
abbracciare anche altri aspetti
della sanità isolana, ci sarebbero
numerosi indagati non soltanto
nell'Oristanese.
Valeria Pinna
Uil, segretaria sotto pressione: «Adesso fai un passo indietro»
Il direttivo incalza Francesca Ticca dopo la bufera sui bonifici su conti esteri
Le hanno chiesto di farsi da parte,
almeno di autosospendersi se non
proprio di dimettersi. L'hanno
invitata pure a cacciare la tesoriera
ché il sindacato è più importante di
chiunque, qualsiasi ruolo abbia.
Uno, due, tre dieci interventi per
ripetere lo stesso concetto a
Francesca Ticca, segretaria della
Uil, finita nella bufera dopo
l'apertura di un'inchiesta della
Procura di Sassari a causa di diversi
bonifici esteri sospetti partiti dai
conti del sindacato. Ieri
pomeriggio, nella sede di via Po a
Cagliari, l'incontro con il
direttivo, dopo la bufera di questi
giorni, per lei è stato di grande
sofferenza.
IL CONFRONTO Un faccia a faccia
duro, senza sconti. Sicuramente il
momento più difficile per Francesca
Ticca, da undici anni alla guida
della Uil sarda e che stava
preparando il terreno per una quarta
candidatura (il suo mandato scade
nel 2018). Qualcuno dei dirigenti
non esclude che stavolta possa anche
rinunciare. Il suo mentore, cioè
il leader nazionale Carmelo
Barbagallo - che proprio con lei e,
soprattutto, con la tesoriera Angela
Lobrano aveva strettissimi
rapporti - non se la passa molto
bene e non si trova nelle condizioni
giuste per sostenere chicchessia. È
sotto processo per appropriazione
indebita, accusato di aver
utilizzato soldi della Uil per una crociera
nei mari del Nord Europa insieme ad
altri dirigenti del sindacato. Ma
questa è un'altra storia.
IL DISSENSO Però, è utile per capire
che l'Isola era fedele al numero
uno nazionale con rare eccezioni,
neanche di dissenso quanto di non
condivisione piena della linea
politica. E ieri, queste posizioni sono
emerse in tutta la loro dimensione.
Nella sala riunioni il clima era
molto teso. C'era chi aspettava solo
l'occasione per far sapere alla
segretaria che la musica stava
cambiando e che a cambiarla era stata
lei. A quanto pare, le spiegazioni
fornite da Francesca Ticca agli
organi d'informazione non sono
sembrate del tutto convincenti.
NO COMMENT Il problema è che dal
direttivo Uil non è trapelato nulla.
Bocche cucite, giusto qualche
indiscrezione («per favore niente nomi,
non ora almeno») che comunque
racconta di un pomeriggio difficile, di
una leader messa alle strette e
costretta a difendersi. Ma senza
schiodarsi di un millimetro. «Sono
una vittima in questa situazione,
coi bonifici non c'entro e denuncerò
banca e giornalisti», avrebbe
detto Francesca Ticca in risposta a
chi la incalzava.
TENTATIVI In tanti hanno provato a
convincerla della necessità di una
“soluzione onorevole”, anche se
nessuno si è spinto a chiedere
apertamente le dimissioni,
nell'interesse del sindacato che avrebbe
l'obbligo di dare un importante
segnale all'esterno, specie in periodi
come questi. Invece no, nessuna
apertura e, dopo quasi quattro ore di
accesa discussione, la seduta è
stata sospesa per riaggiornarsi a oggi
o a domani. Un epilogo inatteso per
quanti, e non erano pochi,
speravano di risolvere la pratica in
giornata. Non avevano fatto i
conti con la determinazione di una
donna che alla Uil aveva
sbaragliato la concorrenza maschile
lasciando tutti di stucco.
LA RIPRESA Dalla riunione di ieri
sarebbe dovuto uscire un documento
con la sintesi delle varie posizioni
e delle diverse argomentazioni
sul tema del giorno. Anche per far
sapere agli iscritti e all'opinione
pubblica che la Uil non si sarebbe nascosta.
I commenti di questi
giorni sui social media si
sprecavano. Tutti pretendevano chiarezza e
trasparenza nel comportamento dei
responsabili di una istituzione
quale il sindacato. Possibile che
una convergenza sul comunicato la si
avrà dopo il secondo round di quella
che si profila come una sorta di
resa dei conti interna alla Uil
sarda. Non resta che attendere.
L'INCHIESTA Nel frattempo le
indagini della Procura sassarese vanno
avanti. Il Banco di Sardegna,
nell'esposto presentato lo scorso
dicembre, ha scritto nero su bianco
le anomalie relative a dieci
trasferimenti sospetti di denaro
all'estero. In particolare, a colpire
maggiormente, è stato il bonifico su
una banca svizzera di 76 mila
euro del conto “Uil Sardegna -
Emergenze 2013”, aperto due giorni dopo
il passaggio del ciclone Cleopatra
nell'Isola. Denaro rimasto giacente
per qualche anno e mai arrivato ai
veri destinatari della raccolta
fondi, ovvero le popolazioni colpite
dal nubifragio.
Secondo Francesca Ticca, quelle
transazioni anomale sarebbero state
fatte dal marito della tesoriera
Angela Lobrano, dipendente
dell'istituto di credito nello
sportello di Villanova Monteleone.
L'uomo, licenziato dalla banca, è
stato denunciato dalla moglie e
dalla stessa segretaria Uil.
Vito Fiori
La battaglia di Fratelli d'Italia contro la legge
No allo Ius soli: via alle firme
Fratelli d'Italia si prepara a dare
battaglia contro il disegno di
legge dello Ius soli. E lo fa
presentando una petizione che trae
spunto dallo slogan “l'Italia a chi
la ama” perché, secondo il
deputato Bruno Murgia, «la
cittadinanza non è qualcosa di accidentale,
ma il frutto della trasmissione
secolare di valori condivisi». Ieri
mattina a Cagliari, Murgia ha
presentato la campagna di raccolta
firme, assieme ai colleghi di
partito, Paolo Truzzu e Salvatore
Deidda, al coordinatore regionale di
Forza Italia Ugo Cappellacci e
all'ex assessore Giorgio La Spisa.
La tesi è che dietro l'acceso
dibattito sul disegno di legge ci
sia «una strumentalizzazione
soprattutto per ottenere consenso elettorale»,
spiega Deidda.
La legge in vigore, quella scritta
da Claudio Martelli nel 1992 è una
norma «che va benissimo e dunque non
si capisce questa insistenza nel
volerla cambiare». Cappellacci si
sofferma sugli effetti di un
provvedimento che rischia di «aprire
un fronte pericoloso e
incontrollabile». Stessa cosa per
Truzzu, convinto che «l'idea di
regalare la cittadinanza non serva a
migliorare l'integrazione». L'ex
assessore La Spisa intravede un
«attacco all'appartenenza nazionale,
attraverso lo scardinamento della
famiglia».
La raccolta delle firme ha come
traguardo la richiesta di un
referendum abrogativo qualora lo Ius
soli diventi legge a tutti gli
effetti. L'alternativa, però, c'è:
«Vinciamo le elezioni e cancelliamo
un provvedimento negativo», conclude
Bruno Murgia. (m. s.)
SELARGIUS. Il neo eletto sindaco ha convocato il primo Consiglio comunale Inizia l'era di Gigi Concu, giovedì il giuramento
La convocazione ufficiale è
arrivata: giovedì si terrà il primo
Consiglio comunale dell'era Gigi Concu.
Primo incontro in Municipio,
dopo le elezioni dell'undici giugno
e il ballottaggio del venticinque,
che ha portato alla riconferma del
centrodestra, pronta a guidare
Selargius per i prossimi cinque
anni. Seduta di rito, all'ordine del
giorno tre soli punti: la
proclamazione dei consiglieri eletti, il
giuramento del primo cittadino e la
nomina della commissione
elettorale.
Tra vecchie e nuove facce i lavori
di piazza Cellarium riprendono.
Salvo cambi di scena, si dovrà
attendere ancora qualche giorno per
conoscere la composizione della
Giunta. Ma intanto sembrano quasi
certe le indiscrezioni che
ipotizzano un esecutivo composto da quasi
tutti gli assessori dell'ex sindaco
Gian Franco Cappai. Confronti e
trattative tra i partiti della
coalizione procedono senza sosta, ma
secondo i ben informati dovrebbero
essere riconfermati almeno Sandro
Porqueddu (ex assessore al
Bilancio), Fulvia Perra (numero uno ai
Servizi sociali nella precedente
legislatura) e Gabriella Mameli (ex
presidente del Consiglio).
Con loro Gigi Gessa, esponente di
Forza Italia e consigliere in
assoluto più votato nella storia
delle amministrative locali. Forte
del suo record di preferenze
dovrebbe avere la strada spianata e
ottenere una poltrona. Secondo i ben
informati ci sarebbero ancora
alcune indecisioni all'interno di
Sardegna 20 venti, in lizza per un
assessorato l'ex consigliere
Giuliano Palmieri e Pierpaolo Ambu,
assessore al Bilancio dal 2007 al
2012. Resterebbero da collocare Anno
Zero e Fratelli d'Italia, per i
quali sembrerebbe pronto un ruolo di
primo piano nelle commissioni ai
Lavori pubblici e all'Urbanistica. Ma
per l'ufficialità bisognerà
attendere ancora.
Sara Marci
PORTO TORRES. Incontro con il sindaco Wheeler: «Almeno non si ruba più» Blitz di Beppe Grillo in città: «Difficile amministrare i sardi»
«In due anni di amministrazione a
Porto Torres potevamo fare di più,
ma abbiamo contro Regione e
Governo». Il leader del Movimento 5
Stelle, Beppe Grillo, nella visita a
sorpresa in città, di fronte alla
rabbia dei cittadini, punta il dito
sul governo regionale e nazionale.
Un blitz dell'ex comico genovese
accompagnato dal deputato Riccardo
Fraccaro, per un vertice con il
sindaco Sean Wheeler e i componenti
della maggioranza pentastellata sul
“fondo rotativo energetico”, un
progetto sugli incentivi sul
fotovoltaico. L'intenzione è quella di
far partire proprio a Porto Torres
un progetto pilota, per compensare
in qualche modo la mancata
attuazione del reddito di cittadinanza, uno
dei punti cardine del programma 5
Stelle, mai decollato.
POLEMICHE L'incontro è iniziato
nella piazza davanti al Municipio. Il
leader 5 Stelle è stato preso
d'assalto da alcuni cittadini alterati.
«Questo sindaco non ha fatto niente
- accusa una donna - la città è
indecorosa, siamo travolti dai
rifiuti e la piazza del Comune ridotta
così non l'avevamo mai vista. Nei
giardini non c'è un fiore, né
un'aiuola». Una giovane rincara la
dose, parlando delle mancate
autorizzazioni per le esibizioni
musicali in piazza. Taglia corto nei
confronti di chi gli chiede un commento
sull'operato del primo
cittadino «Avete ragione - dice - ma
se potessi prenderlo…».
GIUSTIFICAZIONI All'origine di tutti
i mali, secondo il leader 5
Stelle le limitate risorse comunali
dovute alla riduzione dei
trasferimenti dei fondi regionali e nazionali.
«Quando hai la Regione
contro, una struttura avversaria che
è lì da 20 anni, circa 40 persone
dipendenti Geosar che si occupavano
delle manutenzioni e che ora non
ci sono più, è difficile garantire
il decoro, anche se la piazza del
Comune dovrebbe essere una chicca».
Per trovare soluzioni alle
criticità di un comune e del suo
patrimonio archeologico, come la
Basilica di San Gavino a rischio
crollo, Grillo propone di «portare
avanti idee, alternative ai soldi
che non ci sono, creando eventi
sulla rete». «In questa città è
tutto più complicato», aggiunge
Grillo, «ma la situazione del Paese
la dobbiamo cominciare a cambiare
ognuno dentro di noi, perché
dobbiamo scontare quello che è stato
fatto 20 anni prima e questo
richiede del tempo. Ma di sicuro oggi non
si ruba più».
SARDITÀ Una battuta sui governi 5
Stelle nell'Isola. «È difficile
amministrare in Sardegna. Sapete
perché qua non attecchisce la mafia?
Perché tre sardi insieme avrebbero
tre idee diverse di mafia. Non è
semplice mettervi d'accordo». La
politica nazionale entra di
prepotenza nelle sue dichiarazioni.
«Renzi finito? Renzi non è mai
iniziato». Nel pomeriggio l'ex
comico è partito a Olbia per
raggiungere la famiglia giunta in
vacanza in Sardegna.
Mariangela Pala
La Nuova
La segretaria regionale scrive a Carmelo Barbagallo che avvia gli
accertamenti. Sospesa la riunione dell'esecutivo
Ticca: «La Uil verifichi il mio operato»
di Daniela Scano
SASSARIUna verifica immediata e
minuziosa da parte della Uil nazionale
e della tesoreria sull'operato di
Francesca Ticca. A chiederla e a
ottenerla a tempo di record dal
segretario nazionale della Uil,
Carmelo Barbagallo, è stata, ieri
mattina, proprio la segretaria
regionale della Uil Sardegna.
Francesca Ticca ha affrontato così la
tempesta per la vicenda dei conti
svuotati tra l'agosto e l'ottobre
del 2016 da un impiegato del Banco
di Sardegna, marito di una sua
stretta collaboratrice. L'uomo,
all'epoca in servizio nella filiale di
Villanova Monteleone, dell'istituto
di credito è stato successivamente
dichiarato disabile totale a causa
di una malattia neurologica
degenerativa che gli ha provocato
una atrofia cerebrale e una
patologia psichiatrica di cui, fino
a quando non è stato scoperto
l'ammanco, nessuno si era reso
conto.In attesa che faccia il suo corso
la inchiesta della magistratura
cagliaritana, cui si era rivolto nel
dicembre scorso il direttore
generale del Banco Giuseppe Cuccurese,
Francesca Ticca ieri ha deciso di
fare chiarezza una volta per tutte.
Lei, che ha visto anche il suo conto
personale svuotato e dirottato
all'estero dal bancario, chiede ai
vertici del suo sindacato di
verificare la sua condotta e si
mette «a disposizione
dell'organizzazione, convinta come
sono di avere operato oggi e sempre
nell'interesse e salvaguardia della
Uil e Uil Sardegna». In un
comunicato la Uil nazionale
sottolinea «l'esplicita sollecitazione
della segreteria sarda, che si
considera parte lesa in questa
vicenda».«La segreteria nazionale -
si legge nella nota - ha
predisposto una verifica di tutti
gli atti e di tutte le operazioni a
cui si fa riferimento». Operazioni
che riguardano i bonifici fatti dal
conto della Uil regionale,
contenenti i fondi di solidarietà per gli
iscritti in difficoltà e quelli
raccolti per aiutare gli alluvionati
del 2013. Soldi finiti in un conto
svizzero insieme a quelli di altri
correntisti, tra cui la Ticca e la
moglie del bancario e
collaboratrice della segretaria
regionale Uil.
Oltre al Banco, anche
Francesca Ticca e la Uil hanno
sporto denuncia. Ieri, intanto, a
Cagliari, Ticca ha riunito i vertici
regionali della Uil per spiegare
l'accaduto e perché - in
considerazione dei delicatissimi retroscena
umani - non ha reso pubblica prima
una vicenda di cui aveva comunque
informato i vertici nazionali del
sindacato. La riunione con
l'esecutivo, nel pomeriggio, è stata
caratterizzata anche da momenti
di tensione. A chi le chiedeva se
riteneva di dovere fare un passo
indietro, la segretaria Uil ha
risposto che non ci pensa neppure. «Io
- ha dichiarato - sono persona
offesa in questa vicenda, non vedo
perché dovrei dimettermi».
L'incontro è stato sospeso e aggiornato a
quando si conosceranno i risultati
delle verifiche disposte dalla Uil
nazionale.
A Oristano i primi cittadini decidono di tracciare la road map della battaglia: «Ora giunta e consiglio si siedano con noi per discutere il futuro della sanità» La rivolta dei sindaci stop alla riforma
di Luca Rojch
SASSARIImpossibile muoversi nella
folla dei campanili. La giunta tenta
lo slalom impossibile. La riforma
della rete ospedaliera. L'obiettivo
è umile come trasformare il rame in
oro. Riuscire a ridurre i 29
ospedali di cui è punteggiata
l'isola in pochi grossi centri, più o
meno uno per capoluogo, e tanti
presidi nel territorio è la madre di
tutte le riforme. Perché nessun
sindaco è pronto ad accettare la fine
del proprio ospedale. Un po' per
orgoglio di campanile, un po' perché
l'ospedale è una piccola fabbrica di
posti di lavoro e benessere. Un
po' perché anche l'ospedale è uno di
quei servizi essenziali che serve
per evitare lo spopolamento. I
sindaci degli ospedali si sono trovati
a Oristano. A guidarli il presidente
dell'Anci Emiliano Deiana e
quello del Cal Andrea Soddu.
Insieme hanno stabilito la road map.
«La
riforma della rete ospedaliera così
come è va respinta - spiega Deiana
-. La giunta si deve sedere con noi
e discutere a oltranza fino a
quando non si trova una linea
comune». In sintesi stop alla riforma.Il
treno in corsa. L'obiettivo dei
sindaci è molto ambizioso, anche
perché la riforma è un treno in
corsa già partito da mesi. Il testo
elaborato dalla giunta è ora nelle
mani della commissione regionale
che lo esamina a tappe forzate prima
dell'arrivo in aula. Accettare la
proposta dei sindaci significa
rallentare la corsa. Rifiutarla
porterebbe a una rivolta dei
territori. Difficile che Sorgono, La
Maddalena, Ozieri, Thiesi, Tempio
accettino la rifunzionalizzazione
del loro ospedale. Termini e
sostanza. La Regione non parla mai di
cancellare gli ospedali, ma di
riformare la rete e specializzare i
presidi. Ma per sindaci e comunità
la formula deve essere letta in
un'altra maniera.
Chiusura o ridimensionamento
dell'ospedale. E nessun
sindaco si potrebbe affacciare dal
balcone con la fascia tricolore e
annunciare la cancellazione
dell'ospedale di città. Il vertice. A
Oristano non c'erano solo i sindaci
dei Comuni degli ospedali più
piccoli, ma anche Massimo Zedda,
primo cittadino di Cagliari, e Nicola
Sanna, Sassari. In fondo loro da
questa riforma ci guadagnerebbero.
Sassari e Cagliari sono i due perni
intorno a cui ruota la riforma. Ma
anche loro hanno condiviso la
proposta. A oltranza. Deiana sintetizza
in pochi concetti la posizione dei
Comuni. «C'è stata una convergenza
unitaria. Dal sindaco di Cagliari a
quello di Tempio e di Sorgono.
Tutti hanno espresso come minimo un
giudizio di perplessità sulla
riforma della rete ospedaliera -
dice Massimo Deiana -. Sia per
l'accelerazione che è stata impressa
sia nel merito. Se non c'è un
territorio che si sente tutelato
dalla riforma vuol dire che qualcosa
non va. È necessario rivedere
l'impianto. Ma nell'ottica di migliorare
la riforma. Vogliamo difendere i
territori. E siamo convinti lo si
possa fare senza creare sprechi o
doppioni. Noi attendiamo una
apertura dalla giunta e dal
consiglio. Vogliamo discutere con loro. Io
propongo di applicare il metodo
Reis.
Quando c'è stato da discutere
del reddito di inclusione sociale ci
siamo seduti con l'assessore.
Siamo rimasti al tavolo fino a
quando non si è arrivati a una
soluzione condivisa. Crediamo si
possa fare lo stesso anche per la
rete ospedaliera».Nessuno stop.
Deiana rimanda al mittente anche
l'accusa di voler fermare la
riforma. «Il nostro non è un attendismo
tattico - conclude -. Vogliamo
lavorare per una riforma giusta e
condivisa, che tenga insieme i
territori. Vogliamo parlare con
l'assessore, esprimere i nostri
dubbi e quello che non condividiamo.
Noi siamo interlocutori e non
legislatori, ma possiamo contribuire a
costruire insieme il vestito più
adatto per la sanità sarda». Poi la
strategia. «Si è concordato di
chiedere alla giunta e al consiglio un
supplemento di analisi degli
elementi della riforma partendo da alcuni
punti fissi. Per prima cosa la lotta
agli sprechi e alle inefficienze.
Poi abbiamo detto un secco no alla
logica ragionieristica dei soli
numeri. Per noi è indispensabile la
tutela del diritto alla salute
delle persone che vivono nelle aree
periferiche della Sardegna.
Abbiamo costituito unitariamente un
gruppo di lavoro che avvii il
dialogo per una riforma vera, equa,
umana e riferibile ai principi
costituzionali per i cittadini.
L'Anci e i sindaci hanno concordato
sulla necessità di compattezza dei
territori rispetto ad alcune
tendenze che mirano a depauperare i
territori di servizi fondamentali.
Gli enti locali, senza nessuno
spirito di campanile, si pongono come
interlocutori della giunta e del
consiglio sulla riforma attraverso
l'Anci e il Cal non l'intento di
correggere in modo deciso le
impostazioni accentratrici in
materia di tutela della salute».
L'assessore regionale spiega la filosofia della rivoluzione dei
presidi nell'isola «Se applicassi la legge resterebbero 14 ospedali. Puntiamo alla specializzazione»
Arru: «Pronto a discutere ma si deve intervenire»
SASSARI
Luigi il riformatore non ha il pugno
di ferro, ma da subito ha scelto
la linea del dialogo. L'assessore
alla Sanità non ha paura di spiegare
in quale modo la rete ospedaliera
della Sardegna è stata rivisitata.
«In una chiave di efficienza e di
miglioramento del servizio». Dice da
subito. «La mia disponibilità al
dialogo è massima e sono disposto a
sedermi a discutere con i sindaci -
afferma Arru -, ma la riforma
della rete ospedaliera deve essere
fatta».La tagliola. Arru dà subito
un paio di numeri. «Se la Regione
avesse applicato in modo rigido
quanto prevede la legge avrebbe
dovuto cancellare 15 ospedali su 29 -
afferma -, non ne verrà toccato
nessuno. Tutti saranno migliorati.
Saranno inseriti all'interno di un
concetto di rete. Dal punto di
vista gestionale c'è un ospedale che
comanda, gli altri avranno
servizi che si dovranno integrare
ospedale madre».In fondo alla
classifica. Con una spesa monstre di
oltre 3,2 miliardi di euro per la
sanità la Regione deve risparmiare
sui costi e migliorare il servizio.
«La rete ospedaliera attuale
corrisponde ad un modello datato, fermo
agli inizi del 2000 - spiega Arru -.
Gli indicatori sull'uso degli
ospedali sardi ci dicono che la
Sardegna è ultima in Italia per
modalità di uso dell'ospedale.
Significa che si ricoverano negli
ospedali per acuti persone affette
da patologie di bassa media
complessità e per tempi superiori
alla media italiana. Il Piano
nazionale esiti evidenzia che
affianco a reparti ospedalieri che hanno
standard di qualità elevati, troppi
sono quelli che hanno un basso
volume di attività, casistica
operatoria per esempio al di sotto della
soglia consigliata. Il modello
ospedaliero sardo si sviluppa su 29
ospedali pubblici».
Nessun taglio. Il mantra che Arru
continua a
ripetere senza stancarsi è sempre lo
stesso. «Nessun piccolo ospedale
verrà chiuso - spiega -. Ognuno avrà
un ruolo. Ospedali per acuti con
nuovi reparti con specializzazioni
assenti, con una organizzazione a
rete che permette integrazione. Il
nostro obiettivo è garantire per
tutti i sardi gli stessi trattamenti
sanitari, sia che vivano nelle
grandi città, sia che vivano nelle
aree rurali».L'infarto. Arru cerca
di spiegare meglio qual è lo spirito
della riforma. «Se viene un
infarto a una persona che sta a
Sorgono cosa deve fare? E cosa fa
oggi? Viene preso e portato a Nuoro
nel reparto di Emodinamica. Con
l'approvazione della riforma accadrà
la stessa cosa. Nessun ospedale
sarà cancellato, nessun servizio
sarà negato ai cittadini. Ma al
contrario ogni presidio avrà una
specializzazione. Esiste un tipo di
infarto che richiede un intervento
qualificato entro un'ora di tempo.
Faccio un altro esempio. Chi si
farebbe curare un tumore in un piccolo
ospedale in cui si fanno quattro
interventi all'anno? Ecco noi
vogliamo evitare queste situazioni».
Ambulanze volanti. Per superare
le difficoltà dei collegamenti in
Sardegna la Regione punta sul
potenziamento dell'elisoccorso. «Il
bando è già fatto - continua Arru
-. Abbiamo creato una rete con
ambulanze volanti. Potranno garantire
la salvezza per molte persone. In
caso di emergenza arriveranno in
tempi record nei centri
specializzati. Ritorno all'esempio
dell'infarto e parlo di uno degli
ospedali al centro della polemica,
il Paolo Merlo alla Maddalena. Se
viene un infarto oggi a un cittadino
della Maddalena oggi si va in
traghetto, domani si volerà in un attimo
in elicottero a Olbia. Stessa cosa
per i parti problematici. Oggi una
donna ha partorito in ospedale alla
Maddalena. Nessuno lo sa, perché è
un'attività di routine. Non tutti
parti sono un'emergenza. Ma in caso
di necessità si potrà partorire a
Olbia. Anche a Carloforte e in molti
centri del Nuorese si partorisce in
modo programmato negli ospedali
attrezzati. Il vero pericolo è
l'emergenza post partum». In fondo il
nodo è tutto nel cuore della
riforma.
La Regione pensa a una rete
ospedaliera che abbia grossi
epicentri e strutture satellite
iperspecializzate in alcuni ambiti.
Con gli elicotteri a fare da
ambulanze e il sistema a garantire
un'isola iperconessa in tutti i
suoi centri di cura. La spesa. «Su
tre miliardi di euro di
finanziamento del sistema sanitario,
quasi la metà viene utilizzata
per i servizi ospedalieri. Molto
spesso svolgono funzioni che
dovrebbero essere fatti sul
territorio. Se si vuole continuare a
evitare i ticket sui farmaci, la
Sardegna è una delle due regioni che
non applica il ticket sui farmaci, o
di applicare nuove tasse bisogna
trovare le risorse attraverso il
miglioramento della rete i
ospedaliera». I nodi. Arru deve
affrontare non solo la rivolta dei
sindaci davanti alla riforma della
rete, ma anche le emergenze
quotidiane che la riforma del
sistema porta. La riduzione del sistema
a una Asl unica con 5 azienda ha
portato anche a una riforma profonda
di tutta la macchina. Come le gare
per i prodotti che vengono
utilizzati negli ospedali. Per anni
si è andati avanti senza farle. La
spesa si è moltiplicata. Ma i bandi
per avere forniture per tutte le
Asl hanno portato a dei buchi nel
sistema. In cui sono mancati farmaci
o presidi chirurgici. (l.roj
Improvvisata del leader del Movimento 5 Stelle in municipio
Ha incontrato il sindaco Wheeler e i consiglieri comunali
Grillo, toccata e fuga a Porto Torres: «Soli contro tutti»
di Pinuccio Saba
PORTO TORRESPer il leader dei 5
Stelle Beppe Grillo, il primo impatto
con i cittadini di Porto Torres è
stato traumatico. O quasi. Arrivato
davanti al municipio in compagnia
dell'ex vice sindaco Sebastiano
Sassu, Beppe Grillo è stato bloccato
da due donne che lo hanno
invitato a sollecitare sindaco,
giunta e maggioranza che amministrano
la città. Le due donne hanno
elencato le difficoltà a operare in città
con l'amministrazione che «ci boccia
puntualmente ogni nostro
progetto. Nessuna iniziativa, niente
musica o spettacoli», ha detto
una delle due donne mentre la
seconda ha evidenziato i problemi legati
al decoro e alla pulizia della
città, a partire proprio dalla piazza
del Comune. «È vero - ha ammesso
Beppe Grillo - ma stiamo lavorando
per risolvere anche questi
problemi».Problemi legati alla mancanza di
risorse, che però non significa che
bisogna attendere sempre i
finanziamenti statali. Sollecitato
da un'associazione culturale (che
chiedeva un sostegno
"morale" per recuperare risorse a favore della
basilica di San Gavino) Grillo ha
ribadito che «soldi non ce ne sono e
non ce ne saranno. Bisogna avere
idee, progetti, e se l'idea è buona,
il progetto è valido i finanziamenti
arriveranno, anche dai privati».
Un fiume in piena, il leader del
Movimento 5 Stelle, che ha
sottolineato le difficoltà che
incontrano gli amministratori
pentastellati. «Siamo sempre sotto
osservazione in modo che gli altri
possano dire "ve lo avevamo
detto, questi non sanno amministrare un
comune, figurarsi uno stato - ha
detto Grillo - . A Roma, Torino, sono
tutti contro di noi. Con la stampa
nazionale (di proprietà delle
banche) sempre a starci addosso. Non
sapete - ha aggiunto rivolto ai
cronisti che lo attendevano fuori
dall'ufficio del sindaco Sean
Wheeler -, non avete idea di cosa
significhi amministrare avendo tutti
contro. Governo e regioni fanno di
tutto per ostacolarci, negando
un'autorizzazione o ritardando una
firma. Sempre lì a vedere cosa
facciamo e cosa non facciamo».Il
leader dei 5 Stelle ha spiegato poi
che «non è semplice risolvere i
problemi che ci hanno lasciato decenni
di malgoverno. È impossibile mettere
le cose a posto in pochi mesi.
Ora però siamo al governo delle
città e posso dire che i nuovi
amministratori adesso non rubano».
E a chi chiedeva se gli altri
amministratori di Porto Torres
avessero rubato, è arrivata la risposta
categorica: «Certo, perché i lavori
venivano assegnati sempre alle
stesse imprese, gli incarichi sempre
agli stessi professionisti. Noi
invece facciamo tutto attraverso i
bandi pubblici, anche a carattere
europeo. E questo è un passo avanti
che, però, deve essere raccolto da
tutti i cittadini, deve essere un
movimento che accomuna tutti». Una
visita inattesa, quella di Grillo al
Comune di Porto Torres, che -
come al solito - ha scatenato una
ridda di ipotesi anche perché si è
presentato in compagnia dell'ex vice
sindaco che si era dimesso "per
motivi personali" che secondo i
soliti bene informati erano solo
divergenze con gli altri componenti
della giunta e con il sindaco.
Voci di corridoio impossibili da
confermare.
Come è difficile
verificare la teoria che vorrebbe
Beppe Grillo nelle vesti di
pacificatore di una maggioranza che
sarebbe in sofferenza. Voci, solo
voci, è bene ricordarlo.Un Beppe
Grillo, invece, nelle solite vesti di
trascinatore, almeno dei consiglieri
di maggioranza. Nessun contato
con i cittadini, se non le due donne
che lo avevano stoppato davanti
al municipio, anche se va detto che
la visita del leader è stata una
vera sorpresa. Una visita servita,
se non altro, a sostenere la
maggioranza che ha due anni governa
Porto Torres.
Il documento politico discusso dal Pd prevede dietrofont su campus
universitario, ciclabili e Sirio Crisi comunale: inversioni di rotta in vista
SASSARI
La necessità di premere
sull'acceleratore è condivisa da tutte le
anime del Pd, e il primo a volerlo è
lo stesso segretario regionale
Cucca. Ma trovare la sintesi non è
così immediato. E infatti non è
bastato il vertice di ieri in via
Mazzini per mettere definitivamente
nero su bianco il progetto politico
dal quale ripartire. Se ne riparla
giovedì. Il documento programmatico
sembrerebbe molto stringente, con
una serie di correzioni di rotta che
toccano i punti nevralgici delle
scelte amministrative precedenti.
Forse è anche per questo che
digerire tante sottolineature
comporta più tempo. Soprattutto da parte
del sindaco e dei suoi sostenitori,
visto che le inversioni di marcia
si concentrano essenzialmente su
diverse scelte che portano con sè il
marchio di fabbrica di Nicola Sanna.
Tipo: progetto del campus
universitario nella caserma
Lamarmora.
O ancora: gli sviluppi della
metropolitana di superficie rispetto
al disegno originario dell'era
Ganau. Il tempo stringe e i
finanziamenti cominciano ad essere a
rischio. E ancora certe scelte
contestate in tema di piste ciclabili,
che alcune anime del Pd non hanno
condiviso con entusiasmo. Insomma,
se queste inversioni di marcia
entrano davvero a far parte delle nuove
linee programmatiche, il sindaco
d'ora in avanti avrà ben pochi spazi
di discrezionalità e verrà marcato
con un pressing a tutto campo. Non
si tratta di un commissariamento
bello e buono, ma di qualcosa che si
avvicina molto.E un test ulteriore
di ciò che potrebbe succedere da
qui a una settimana, saranno
certamente i nuovi assetti
dell'esecutivo. A quanto pare la
giunta 2.0 non è altro che una
riproposizione fotocopia degli
assessori dimissionari, forse con
qualche delega mischiata. L'ago
della bilancia perché la
difficilissima operazione si
concretizzi è ancora l'ex vicesindaco
Gianni Carbini. Il suo rientro nei
ranghi, dopo un'uscita di scena
così dura e clamorosa, sarebbe il
primo ricamo per la completa
ricucitura di tutti gli strappi.
Tutti gli assessori dimissionari in
quel caso ritornerebbero al proprio
posto, da Fabio Pinna a Raffaella
Sau, che pur avevano usato toni duri
nei loro congedi. Ma anche la
riproposizione di un governo
idendico al passato però la dice lunga
anche sulla volontà vera di un
cambio di passo. Se gli attori restano
identici, difficilmente il film avrà
colpi scena. A meno che la
responsabilità non la si voglia
caricare tutta sulle spalle del
regista, o togliergli dalle mani la
macchina da presa. (lu.so.)
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