Unione
Sarda
Il voto
segreto incombe sulla riforma: nel centrosinistra divisioni complicate
Ospedali, maggioranza a rischio
CAGLIARII voti segreti sono una
trappola in cui il centrosinistra non vuole cadere. Quando la riorganizzazione
della rete ospedaliera entrerà in aula, la riforma dovrà essere blindata o
almeno al sicuro. Con questo impegno s'è concluso l'ennesimo vertice di
maggioranza sulla sanità e dintorni. Oggi è la scadenza per la presentazione
degli emendamenti, saranno una valanga, ma fra una settimana e stavolta di
martedì il centrosinistra proverà a sfoltire i molti annunciati dai partiti
della coalizione.
Nessuno lo dice apertamente ma chi
teme le trappole vorrebbe che quelli del centrosinistra fossero condivisi prima
in commissione, è convocata per mercoledì, e solo in quel caso presentati in
aula. L'accordo di massima è stato raggiunto in un vertice durata oltre tre
ore, presenti Pigliaru, l'assessore Luigi Arru, i capigruppo di maggioranza e i
sette consiglieri-commissari del centrosinistra. L'armistizio è ufficiale però
proprio alcuni uomini forti della coalizione sarebbero restii a fare passi
indietro e se in aula dovessero ripresentare le proposte di modifica,
potrebbero davvero esporre la giunta al rischio del voto segreto.
È un'eventualità che Pigliaru vuole
scongiurare: «Sarebbe un atto di slealtà nei miei confronti», ha detto. Le
criticità. Sono sei i punti più controversi: il riconoscimento del primo
livello per gli ospedali accorpati di Alghero e Ozieri come ospedale di primo livello,
mentre nella bozza sono solo strutture satellite di Sassari. Ma la possibile
promozione sul campo avrebbe un costo aggiuntivo di 5 milioni e la copertura finanziaria non c'è
ancora. Poi c'è il caso Tempio: vorrebbe evitare la chiusura di ortopedia,
ostetricia e pediatria, ma per tenerli aperti 24 su 24 bisogna mettere nel
conto 4 milioni in più. E ancora: il mantenimento del punto nascita a La
Maddalena (1,5 milioni in più), la promozione ad ospedale di secondo livello
per il San Francesco di Nuoro (8 milioni) , un passaggio di grado è stato
chiesto anche per Lanusei (1,6 milioni) e infine la conferma di medicina e
chirurgia a Ghilarza.
In più c'è la richiesta che negli
ospedali delle zone disagiate ci sia «un adeguato numero di posti letto per la chirurgia
d'urgenza». I tempi. Il centrosinistra continua dire che vorrebbe approvare la
riforma entro i primi di agosto e per questo è cominciata una trattativa con i
Comuni e il Consiglio delle autonomie locali, che dovrà dare il parere sul
testo della commissione. Centrare l'obiettivo è complicato e se dovesse essere
impossibile tutto sarà rinviato a settembre.
ROMA.
Renzi: volevo lasciare la politica
Il
segretario del Pd presenta il nuovo libro
«Volevo smettere davvero, lasciare
la politica ma migliaia di mail mi
hanno convinto a non farlo». Matteo
Renzi è scatenato nel giorno
dell'uscita del suo nuovo libro
“Avanti. Perché l'Italia non si ferma”
edito da Feltrinelli.
All'Auditorium del Maxxi, il museo
disegnato dall'architetto Zaha
Hadid, il segretario del Pd parla a
tutto campo. Del presunto golpe
per entrare a Palazzo Chigi («è
stata un'operazione di democrazia
interna, giusta per il Pd e per il
Paese», scrive nel suo libro) della
debolezza del politico («i politici,
anche se non si direbbe, sono
esseri umani. Io ho pianto durante
il mio governo»).
Smentisce, poi, di voler tornare
subito a Palazzo Chigi: «Mi sono
dimesso e do una mano a Gentiloni
che lavora bene. Cosa succederà per
il futuro? Lo decideranno gli
italiani».
Di migranti parla poco. A proposito
della recente polemica sul suo
post “Aiutiamoli a casa loro” per la
quale molti lo hanno associato
alla Lega, rivendica la necessità di
intervenire nei Paesi d'origine
(«se non vogliamo essere ipocriti»)
e parla di un numero chiuso
all'ingresso degli stranieri «da
decidere all'inizio dell'anno».
Un accenno anche al Movimento
Cinquestelle che salva solo per la
«grande tensione ideale verso
l'onestà. Quella è una sfida che
vogliamo raccogliere. Ma all'onestà
bisogna affiancare la capacità di
governo».
ASSEMINI.
Il sindaco Puddu non si ricandiderà, lo scenario a un anno dal voto
Elezioni,
le grandi manovre all'ombra della giunta 5Stelle
«Cercheremo al nostro interno chi
può proseguire il lavoro che abbiamo
cominciato: vogliamo continuare la
rivoluzione che pensiamo di aver
introdotto». Dalla prossima
primavera Mario Puddu non sarà più il
sindaco di Assemini e le forze
politiche hanno già iniziato le grandi
manovre.
«NON MI RICANDIDO» «Abbiamo ancora
tante cose da fare – dice il primo
cittadino M5S che non si ricandiderà
– per ora non sono importanti le
elezioni che arrivano, ma l'impegno
che abbiamo preso con la
cittadinanza fino al 2018». Nel 2013
gli elettori asseminesi si sono
trovati a scegliere tra undici
aspiranti sindaci sostenuti da sedici
liste. M5S e Pd si sono ritrovati al
ballottaggio e lì è arrivata la
vittoria a sorpresa di Puddu insieme
alla sua maggioranza monocolore.
IL CENTRODESTRA «Non siamo andati al
ballottaggio per 140 voti e chi è
voluto andare da solo spero abbia
capito la lezione – spiega Francesco
Desogus, leader del gruppo
consiliare che ad Assemini si chiama ancora
Pdl – ora bisogna far quadrare il
cerchio e andare al voto con una
coalizione composta da 4-5 partiti,
per questo abbiamo già iniziato
gli incontri con i gruppi vicini a
noi come Fratelli d'Italia,
Riformatori e alcune liste civiche».
IL PD PENSA ALLE PRIMARIE Chi è
ancora fermo al palo è il Partito
democratico, nonostante la delusione
del 2013 non ha ancora preso le
contromisure ma c'è chi ha già in
mente una strategia. «Dobbiamo fare
la nostra parte, ma bisogna proporre
una coalizione ampia e mi auguro
che il partito si impegni a trattare
con tutti – propone il capogruppo
Pd Giancarlo Scalas – sono
favorevole alle primarie di coalizione,
così ogni gruppo può fare la propria
proposta per arrivare a soluzioni
condivise sul programma ma anche
sulle persone: serve un sindaco
aperto di mentalità, che possa
superare ostacoli che in politica ci
sono sempre».
LA SINISTRA Vede di buon occhio la
coalizione di centrosinistra anche
Enrico Salis, che in Consiglio guida
un gruppo che si chiama ancora
Sel. «Aspettiamo le Politiche per
vedere come muoverci e siamo con
Pisapia-Mdp, ma per le comunali
stiamo valutando varie possibilità
come quella di puntare su una civica
– spiega – sarebbe importante
anche fare una coalizione di
centrosinistra, ma serve prima che il Pd
faccia chiarezza al suo interno».
Chi non ha ancora deciso che fare è
la capogruppo di Assemini Libera, la
squadra composta dalle tre
dissidenti espulse dal M5S che hanno
presentato un esposto alla
magistratura contro il sindaco Mario
Puddu. «Prima di dicembre non
prenderemo decisioni», spiega Irene
Piras.
Marcello Zasso
La
decisione è arrivata in serata dopo il confronto con i dirigenti nazionali
La
bufera sui conti della Uil, Francesca Ticca si autosospende
Francesca Ticca, segretaria
regionale della Uil, si è autosospesa
dalla carica. È successo nel tardo
pomeriggio di ieri, dopo una lunga
discussione con alcuni dirigenti
arrivati da Roma per fare una
verifica sui bilanci e sui conti del
sindacato sardo. Lunedì scorso,
pressata dai segretari provinciali e
di categoria, era stata salvata
dal “malore” della tesoriera, la
fedelissima Angela Lobrano, che, pur
non presente all'incontro (era al
piano superiore dell'edificio di via
Po a Cagliari), aveva condizionato
il proseguimento di un'infuocata
riunione convocata d'urgenza.
ANSIE ROMANE La bufera che ha
investito la Uil, dopo l'apertura
dell'inchiesta della Procura di
Sassari sui bonifici esteri, stava
preoccupando non poco il leader
nazionale Carmelo Barbagallo, pure
legato da un rapporto molto stretto
con Ticca e Lobrano, che non ha
perso tempo nel trovare una
soluzione. Come segretario pro tempore, in
attesa del congresso previsto per il
prossimo anno, è stato nominato
Andrea Lai, mentre il tesoriere
arriverà dalla Penisola. In apparenza
un segnale importante, in realtà per
qualcuno della fronda anti Ticca,
ci sarebbe una violazione dello
statuto: la nomina del nuovo
segretario dovrebbe essere una
scelta del direttivo regionale.
L'ALLUVIONE “Stiamo vivendo ore
tragiche per la Sardegna, martoriata
dalla forza della natura che ha
chiesto un pesante dazio a questa
regione, costato 16 morti e danni
ingentissimi”. È il preambolo della
lettera che Francesca Ticca aveva
scritto il 20 novembre 2013,
all'indomani del passaggio del
ciclone Cleopatra nell'Isola. Un
appello indirizzato a Barbagallo, ai
segretari generali e di categoria
di tutte le province. Soprattutto, è
la conferma che la sottoscrizione
aveva uno scopo ben preciso, che non
si trattava di denaro pronta
cassa per far fronte a improvvise
difficoltà dei singoli iscritti.
Erano stati raccolti 76 mila euro in
un conto aperto a Villanova
Monteleone e rimasto dormiente sino
all'autunno scorso quando i soldi
finirono a una società finanziaria
svizzera. Su questo punto, e su
altri, sta lavorando la polizia
giudiziaria incaricata delle indagini
dalla Procura di Sassari dopo la
denuncia presentata da Giuseppe
Cuccurese, direttore generale del
Banco di Sardegna.
SOLIDARIETÀ “In questo momento, per
fronteggiare l'emergenza -
scriveva Ticca - mi sento di
chiedere a voi tutti un atto di
solidarietà alle popolazioni
colpite, per limitare i disagi. Usciremo,
come Sardegna e Uil, da questa
emergenza difficile e delicata per la
nostra organizzazione, colpita
duramente dalla morte dell'iscritto
militante agente di polizia Luca
Tanzi, che ha perso la vita nel
compimento del suo dovere. Il nostro
cuore è a pezzi ma siamo un
popolo di tenaci e non ci
arrenderemo. Il tributo pagato dalla Uil
continua con gli agenti di polizia,
coinvolti nello stesso incidente
dell'assistente capo Tanzi, Gavino
Chighine e Mirco Pellino della
segreteria provinciale della Uil
polizia di Nuoro e di tanti iscritti
e dirigenti ancora sfollati”.
CONTO APERTO In conclusione: “Per
questo abbiamo aperto un conto
corrente Uil Sardegna - Emergenza
2013 per la raccolta di fondi da
destinare agli aiuti, convinti di
esprimere la sensibilità e la
solidarietà che la nostra
organizzazione ha sempre manifestato.
Firmato M. Francesca Ticca”. A fondo
pagina una foto della galleria di
Mughina a Nuoro completamente
allagata e il codice Iban. Il numero del
conto, nella filiale del Banco di
Sardegna di Villanova Monteleone, è
70361496, lo stesso da dove hanno
preso la via di Ginevra,
destinataria la “Premier Relations
ltd”, i 76 mila euro donati dagli
iscritti del sindacato.
LA BUFERA L'inchiesta ha scatenato
un terremoto nella Uil sarda, con
buona parte delle categorie
intenzionate a chiedere le dimissioni di
segretaria e tesoriera. Ma Francesca
Ticca, di farsi da parte anche
solo temporaneamente, non ne voleva
sapere. Almeno sino a ieri sera,
quando la trattativa dei dirigenti
nazionali ha portato
all'autosospensione.
POSIZIONI A spuntarla, alla fine, è
stata la linea più intransigente
di alcune categorie (Uil funzione
pubblica su tutte) che aveva
convinto anche i segretari meno
agguerriti. “La linea - scriveva
lunedì la Uil Fpl - è la richiesta
di autosospensione della Ticca e
della rimozione immediata della
Lobrano. Nonostante l'indisponibilità
della stessa Ticca a fare un passo
indietro, si stavano creando le
condizioni perché questa posizione
avesse la maggioranza. Ora bisogna
arrivare a una conclusione. Noi ci
auguriamo fortemente che sia quella
prima illustrata, che riteniamo la
soluzione indispensabile per
togliere la Uil sarda da una
situazione indecorosa e che infanga
l'immagine e la credibilità di tutti
noi”.
Vito Fiori
Il
soffio di Caronte: 42,3 gradi
L'ingresso
del maestrale ha alzato le temperature. Oggi è allerta per
il
rischio incendi Record a Sestu, picchi sopra i 40 nel Campidano e nel Sulcis
Prima il maestrale ha spinto l'aria
rovente dal centro Sardegna sino
alle porte del Cagliaritano, poi lo
scirocco - trascinando nuovo
calore - ha alimentato la fornace
sino al capoluogo, facendo arrivare
ieri le temperature a livelli da
record. A Sestu si sono toccati i
42.3 gradi, mentre a Macchiareddu le
stazioni meteo hanno raggiunto i
41.3 gradi. Colonnine oltre i 40
gradi anche a Barbusi (Carbonia),
mentre sopra i 39 gradi si è arrivati
a Decimoputzu, Quartucciu e
Domusnovas. Uno scenario di caldo e
vento che alimenta il pericolo
incendi, tanto che la Protezione
civile per oggi ha diramato
un'allerta con rischi elevatissimi
su Campidano, Gallura e Ogliastra.
L'ESPERTO «Almeno per quanto
riguarda Cagliari siamo su valori vicini
ai record del 1983», assicura il
meteorologo Matteo Tidili, «questo
caldo è dato dall'effetto dell'alta
pressione sub-tropicale che
comprime l'atmosfera e la riscalda.
I venti deboli di maestrale,
inoltre, hanno spinto la calura
accumulata in questi giorni nel
Campidano sino alle porte del
capoluogo, facendo alzare ulteriormente
le temperature. Nei prossimi giorni
scenderemo un po' e si arriverà a
massime di 36-37 gradi sui settori
meridionali e orientali».
L'AERONAUTICA MILITARE Analisi
confermata anche dagli esperti
dell'Ufficio Meteo dell'Aeronautica
Militare della base di
Decimomannu. «Nei punti dove il
maestrale e lo scirocco si sono
incontrati», spiega il maresciallo
Andrea De Sario, ieri di turno, «le
temperature sono salite in modo
considerevole. Nei prossimi giorni
avremo una generale diminuzione
delle temperature sui valori massimi.
Sabato potrebbe esserci anche un
annuvolamento, ma non prevediamo
piogge almeno sino alla prossima
settimana». Domani le temperature
massime non dovrebbero superare i
33-35 gradi in gran parte del
Campidano, anche se qualche grado in
più potrebbe essere registrato
tra Capoterra, Siliqua, Pula e
Sarroch.
ALLARME INCENDI Il vento di
maestrale, pur senza raffiche rilevanti,
soffierà per tutta la settimana
facendo aumentare il rischio degli
incendi. Per domani, vista la
presenza delle temperature ancora molto
elevate, la Protezione civile ha
diramato un bollettino di allerta per
metà Sardegna: il codice rosso è
stato assegnato a tutto il Campidano
e la zona di Capoterra, ma anche la
Gallura e una parte
dell'Ogliastra. Il resto della
regione resterà comunque in allerta
arancione, almeno sino a domani. «Il
preallarme», chiarisce Graziano
Nudda, capo della Protezione civile,
«è stato lanciato per l'attività
del maestrale, anche forte nel
nordest, e per l'elevata bassa umidità.
L'attenzione è massima». Da ieri
sera tutti e tre gli aerei Canadair
disponibili sono tornati nell'Isola
dopo essere stati utilizzati in
Sicilia e nelle altre regioni
colpite dai roghi.
ANCORA BEL TEMPO Oggi a Cagliari
sono previste comunque temperature
oltre i 36 gradi e domani tra i
33-34 gradi. «Nelle giornate di sabato
e domenica», fanno sapere dal
Dipartimento meteo dell'Arpas, «il cielo
sarà sereno o poco nuvoloso e le
temperature tenderanno a un
progressivo aumento». Quindi nuovo
caldo, ma meno afoso.
Francesco Pinna
Ieri
l'assessore ai trasporti Massimo Deiana ha rassegnato le dimissioni
Aerei,
ora il futuro è incerto Tariffe scontate ad alto rischio
Alitalia non è più, da tempo, la
compagnia di bandiera italiana. È in
amministrazione straordinaria,
all'inizio del 2017 perdeva 3,3 milioni
di euro al giorno ed ha, per ora, un
orizzonte temporale di sei mesi.
Difficile che un'azienda in questa
situazione possa prendere impegni
da qui al 2021. Eppure allo stato
attuale non sembrano esserci
alternative per la gestione di
tratte come la Cagliari-Milano e la
Cagliari-Roma, che richiedono sino a
12 voli al giorno e
un'organizzazione operativa
certamente più complessa di quella
richiesta sulle tratte da Alghero e
Olbia.
Sono da ricercare in questi due
ambiti - amministrativo e operativo -
le ragioni per cui nonostante la
Regione abbia messo a disposizione
circa trenta milioni di euro
all'anno per le due tratte, né Alitalia
né altre compagnie hanno presentato
offerte. Una situazione di stallo
che al momento sembra non avere
soluzione. E che potenzialmente può
portare alla perdita degli sconti e
all'apertura al mercato, come
accade in Sicilia.
BANDO INATTUABILE «Il bando ha
imposto un operativo inattuabile a chi,
come Alitalia, è in una situazione
difficile e ormai ragiona sul lungo
raggio e su logiche di network»,
spiega Roberto Devoto, docente di
Trasporti aerei alla facoltà di
Ingegneria dell'università di
Cagliari. «Il problema non è tanto
la compensazione che offre la
Regione», aggiunge Devoto, «quanto
il tempo in cui gli aerei, con le
imposizioni del bando, restano
fermi. Mi spiego meglio: oggi gran
parte delle compagnie fermano i
velivoli per un massimo di 35 minuti
ottimizzando così i costi. Chi si
aggiudica le tratte da Cagliari e
Milano e Roma dovrebbe far “dormire”
i velivoli a Elmas e inoltre
tenerli fermi troppo a lungo in
alcune fasi della giornata. Ciò»,
prosegue il ragionamento di Devoto,
«richiederebbe un aumento del
numero di aeromobili che farebbe
lievitare i costi. Inoltre una
compagnia commissariata e che sta
per essere venduta difficilmente
prende impegni per tre anni che
potrebbero condizionare le trattative
per l'acquisizione».
Ecco perché Alitalia non ha
partecipato al bando, come sapevano da
tempo gli addetti ai lavori. Ed ecco
perché la compagnia, in una nota,
ha scritto che ottenere quelle le
rotte è «insostenibile
economicamente» perché «comportava
un significativo incremento della
capacità e della complessità
operativa a fronte di un aumento della
compensazione tariffaria fortemente
non proporzionato».
NUOVE CONDIZIONI Ma perché sono
cambiate le condizioni rispetto al
passato? Perché la Regione ha
imposto un aumento delle frequenze e più
posti a disposizione: un milione e
mezzo di passeggeri all'anno sul
Cagliari-Fiumicino e 635mila sul
Cagliari-Linate. E lo ha imposto
anche perché l'abolizione della
cosiddetta CT2 - che garantiva sconti
per le tratte verso città come
Torino, Napoli, Bologna - ha indotto
molti passeggeri a riversarsi su
Roma e Milano anche se devono andare
a Torino o Napoli. Vero è che è già
accaduto in passato che al bando
non partecipasse nessuno, ma il
contesto di mercato aereo era
completamente differente ed era
stato sufficiente rimodulare la gara
perché tutto si sistemasse.
GLI SCENARI Che cosa accadrà alla
fine di ottobre, quando scade
l'attuale regime? Ci sarà una
proroga e poi probabilmente un altro
bando solo per Cagliari. «Ma
aprirebbe la strada a potenziali ricorsi
da parte delle altre compagnie dato
il cambio delle condizioni»,
ipotizza Devoto. Il prossimo bando
dovrebbe prevedere meno tratte,
cioè essere simile a quello attuale,
o più soldi. A quel punto
Alitalia e Meridiana potrebbero
dividersi le tratte. Difficile che
entrino compagnie come Ryanair che
hanno modelli di business diversi.
Non solo: la compagnia irlandese è
stata sanzionata da Bruxelles per
aver violato le regole sulla
concorrenza e se vuole aver accesso a
contributi pubblici deve restituire
venti milioni di euro.
L'ADDIO DI DEIANA Nel giorno
dell'addio dell'assessore regionale ai
Trasporti Massimo Deiana, che ieri
ha rassegnato le dimissioni per
approdare alla presidenza
dell'Autorità portuale Mar di Sardegna (sarà
sostituito da Carlo Cadeddu), la
comunità territoriale è a rischio. In
un mercato aereo che cresce a due
cifre ogni anno, potrebbero arrivare
molte compagnie a contendersi il
milione e 700 mila passeggeri che
viaggiano annualmente sulle rotte da
Cagliari per Roma e Milano. Quale
sarebbe il prezzo da pagare? Nessun
garanzia sul prezzo: prenoti in
anticipo? Paghi meno. Devi partire
da un giorno all'altro? Un salasso.
Questo è uno degli scenari
possibili.
Fabio Manca
SINDACATI.
Le perplessità di Cgil e Uil: dev'essere sempre garantita
la
mobilità dei sardi «C'è qualcosa che non quadra»
«Non è pensabile un totale
disinteresse da parte di Alitalia: c'è
qualcosa che non quadra che deve
essere immediatamente analizzato con
le istituzioni le parti sociali ed i
vettori per il rispetto dei sardi
e del paese in senso lato».
Arnaldo Boeddu, segretario regionale
della Cgil Trasporti, è perplesso
sull'esito della gara per la
Continuità territoriale. «Tutte le
compagnie aeree, non fanno che
lamentarsi ma, arrivato il momento
delle offerte di trasporto in un
bando che prevede anche compensazioni
economiche, non fanno alcuna
offerta», ragiona. Il sindacalista
ritiene «necessario un intervento
autorevole anche da parte del
Governo nazionale. Anche perché»,
sostiene, «non è accettabile che la
vertenza Meridiana, che ha coinvolto
oltre 1200 licenziamenti ed una
difficilissima quanto sofferta
mediazione da parte di tutte le parti
coinvolte al tavolo per quasi tre
anni, porti come conseguenza la non
partecipazione alla gara per lo
scalo di Alghero».
Per William Zonca, numero uno della
Uil Trasporti, «la priorità deve
essere la certezza della mobilità
dei sardi, attivando una proroga dei
collegamenti e delle regole
attualmente in essere, attraverso un
affidamento diretto». Per Zonca
«bisogna attivarsi subito per una
nuova bando di gara che veda regole
diverse senza incrementare gli
oneri previsti.
Evitando di ridurre le garanzie e i
servizi oggi offerti dai vettori
tradizionali per aprire al modello
delle compagnie low cost un mercato
così importante e essenziale come la
continuità territoriale aerea».
Boeddu azzarda: «Che sia arrivato il
momento per varare un vettore
sardo che si occupi solo del
trasporto aereo da e per la Sardegna?
Chiaramente è una provocazione ma, i
sardi ed i lavoratori del settore
sono stanchi di subire i soprusi di
questo o di quel vettore anche
quando si parla di tratte ricche
come quelle per Roma o Milano».
RETE
OSPEDALIERA. Il centrosinistra cerca un'intesa e tratta con le
Autonomie
locali. Sanità, vertice ad alta tensione
Molti
consiglieri pronti a ricorrere al voto segreto in Aula
Per raggiungere la piena armonia
sulla rete ospedaliera serve ancora
tempo. Il centrosinistra ci prova e,
come spesso accade dopo i vertici
di maggioranza, i buoni propositi ci
sono. Ma la sensazione è che non
tutti i consiglieri regionali
abbiano preso la riunione di ieri come
un patto di sangue e così sul
dibattito aleggia lo spettro del voto
segreto, sempre rischioso per la
tenuta e che il presidente Pigliaru
vorrebbe scongiurare.
I RISCHI Questo pomeriggio scade il
termine per presentare gli
emendamenti. Tutti liberi di farlo,
ma martedì prossimo, un'altra
riunione di maggioranza setaccerà le
richieste per «arrivare in aula
con emendamenti condivisi»,
sottolinea il capogruppo del Pd, Pietro
Cocco. Ma a frenare il percorso ci
sono le richieste che se fossero
respinte diventeranno emendamenti in
Aula con voto segreto.
RICHIESTE Per il San Francesco di
Nuoro si chiede un passaggio da Dea
di primo livello a secondo (costo 8
milioni di euro), passaggio a
primo livello per i due ospedali
accorpati di Alghero e Ozieri, il
mantenimento del punto nascita alla
Maddalena (1,5), il passaggio a
primo livello per l'ospedale di
Lanusei (1,6), il mantenimento di
medicina e chirurgia per il Delogu
di Ghilarza e delle specialità
attuali per l'ospedale di Tempio
(4,2). Il consigliere Pd, Lorenzo
Cozzolino, punta a garantire negli
ospedali di zona disagiata i posti
letto per la chirurgia d'urgenza.
I TEMPI La possibilità di spostare a
settembre l'approvazione della
rete è plausibile. La minoranza ha
diritto a 10 giorni per la
relazione. «Intendo utilizzarli
tutti», spiega Edoardo Tocco (Fi),
«non per ostruzionismo ma per
analizzare una riforma delicata». In più
ci sono i 15 giorni per il parere
del Cal (Consiglio autonomie locali)
e ieri c'è stato un primo contatto
tra il presidente, Andrea Soddu, e
l'assessore, Luigi Arru, per aprire
la trattativa e accorciare i
tempi.
Matteo Sau
La Nuova
La
Ticca si autosospende: devo tutelare il sindacato - il caso dei fondi uil
di Daniela Scano
CAGLIARINegli uffici della Uil
Sardegna arriva il tesoriere nazionale
Benedetto Attili e, dopo avere dato
un primo sguardo alle carte,
annuncia: «Dalle prime verifiche su
bonifici anomali, fatti da un
dipendente del Banco di Sardegna
senza disposizioni da parte dei
titolari dei conti, emerge la
completa estraneità del gruppo dirigente
della Uil sarda rispetto a queste
operazioni poco chiare». «La Uil -
scandisce le parole l'esperto di
conti - è stata una delle vittime di
queste operazioni». Parte con queste
premesse la verifica contabile e
amministrativa disposta dalla Uil
nazionale sulla vicenda del conto
corrente svuotato in Sardegna. In
attesa della conclusione degli
accertamenti, da lei stessa
richiesti, Francesca Ticca si è
autosospesa dalla gestione economica
della organizzazione sindacale.
«È giusto così - spiega al telefono
-, per consentire che la verifica
del mio operato non possa essere
neppure sfiorata dal sospetto che, in
qualche modo, io possa condizionare
gli accertamenti».A giudicare
dalle prime affermazioni del
tesoriere nazionale, «torno a Roma molto
più sereno», alla fine questa storia
dei soldi spariti nel nulla sarà
solo lo spunto per un chiarimento
interno nel sindacato.È passata così
la quinta quinta giornata dalla
bufera di sospetti, accuse e veleni
scatenata dalla notizia dell'ammanco
di 306 mila euro provocato, tra
l'estate e l'autunno del 2016, da un
impiegato del Banco di Sardegna
nella filiale di Villanova
Monteleone. L'uomo è il marito della
tesoriera del sindacato.
Tra i soldi volati all'estero
c'erano fondi
depositati sul conto "Emergenza
2013" per sostenere iscritti in
difficoltà, compresi quelli colpiti
dal ciclone Cleopatra. Si tratta
di 76 mila euro. A questo ammonta il
danno subito dalla Uil. L'ammanco
complessivo, fatto sommando i soldi
spariti da cinque conti correnti
compreso quello personale della
segretaria Uil, è di 306 mila
euro.Dopo avere affermato di essere
doppiamente parte lesa,
personalmente e come rappresentante
del sindacato, Francesca Ticca
lunedì si era «messa a disposizione»
del sindacato nazionale e aveva
chiesto che venisse verificato il
suo operato «convinta come sono -
aveva scritto - di avere sempre
operato per il bene e la salvaguardia
della Uil». Detto fatto.Carmelo
Barbagallo, segretario nazionale della
Uil, ieri ha mandato a Cagliari i
massimi esperti : il tesoriere
nazionale Benedetto Attili; e il
revisore dei conti Massimo Navezza.
Mentre i due prendevano visione
della documentazione bancaria, Ticca
ha informato la sua segreteria della
decisione di autosospendersi
dalla gestione economica.
La segretaria mantiene la
rappresentanza
legale del sindacato «per consentire
- ha annunciato ai suoi - la
piena tutela dell'onorabilità
dell'Organizzazione presso le sedi
opportune». Autosospesa anche la
tesoriera Uil, moglie del bancario
che nell'ottobre del 2016 aveva
svuotato un conto della Uil nella
filiale di Villanova Monteleone,
trasferendone all'estero il
contenuto. Il bancario (poi
dichiarato disabile psichiatrico per le
conseguenze di una grave patologia
neurologica) oltre quello della Uil
aveva spostato all'estero anche i
soldi custoditi nei conti di sua
moglie, di tre correntisti, di un
collega direttore di banca. E
infine, della segretaria regionale
della Uil.Francesca Ticca ha
delegato Andrea Lai, membro della segreteria
regionale della Uil, ad
assumere la gestione finanziaria del
sindacato fino alla conclusione
degli accertamenti disposti dalla
Uil nazionale. Risposte che non
dovrebbero tardare ad arrivare. E, a
giudicare dalle prime
affermazioni del tesoriere nazionale
Attili, dovrebbero concludersi a
favore della segreteria regionale.
«La Uil è una vittima - scandisce
le parole il tesoriere nazionale
Benedetto Attili -. Torno a Roma
molto più sereno perché, dalle prime
verifiche, emerge chiaramente la
completa estraneità del gruppo
dirigente della Uil Sardegna rispetto a
queste operazioni». ©RIPRODUZIONE
RISERVATA
Il
voto segreto incombe sulla riforma: nel centrosinistra divisioni complicate
Ospedali,
maggioranza a rischio
CAGLIARII voti segreti sono una trappola
in cui il centrosinistra non
vuole cadere. Quando la
riorganizzazione della rete ospedaliera
entrerà in aula, la riforma dovrà
essere blindata o almeno al sicuro.
Con questo impegno s'è concluso
l'ennesimo vertice di maggioranza
sulla sanità e dintorni. Oggi è la
scadenza per la presentazione degli
emendamenti, saranno una valanga, ma
fra una settimana e stavolta di
martedì il centrosinistra proverà a
sfoltire i molti annunciati dai
partiti della coalizione. Nessuno lo
dice apertamente ma chi teme le
trappole vorrebbe che quelli del
centrosinistra fossero condivisi
prima in commissione, è convocata
per mercoledì, e solo in quel caso
presentati in aula.
L'accordo di massima è stato
raggiunto in un
vertice durata oltre tre ore,
presenti Pigliaru, l'assessore Luigi
Arru, i capigruppo di maggioranza e
i sette consiglieri-commissari del
centrosinistra. L'armistizio è
ufficiale però proprio alcuni uomini
forti della coalizione sarebbero
restii a fare passi indietro e se in
aula dovessero ripresentare le
proposte di modifica, potrebbero
davvero esporre la giunta al rischio
del voto segreto. È
un'eventualità che Pigliaru vuole
scongiurare: «Sarebbe un atto di
slealtà nei miei confronti», ha
detto.Le criticità. Sono sei i punti
più controversi: il riconoscimento del
primo livello per gli ospedali
accorpati di Alghero e Ozieri come
ospedale di primo livello, mentre
nella bozza sono solo strutture
satellite di Sassari. Ma la possibile
promozione sul campo avrebbe un
costo aggiuntivo di 5 milioni e la
copertura finanziaria non c'è
ancora.
Poi c'è il caso Tempio: vorrebbe
evitare la chiusura di ortopedia,
ostetricia e pediatria, ma per
tenerli aperti 24 su 24 bisogna
mettere nel conto 4 milioni in più. E
ancora: il mantenimento del punto
nascita a La Maddalena (1,5 milioni
in più), la promozione ad ospedale
di secondo livello per il San
Francesco di Nuoro (8 milioni) , un
passaggio di grado è stato chiesto
anche per Lanusei (1,6 milioni) e
infine la conferma di medicina e
chirurgia a Ghilarza. In più c'è la
richiesta che negli ospedali delle
zone disagiate ci sia «un adeguato
numero di posti letto per la
chirurgia d'urgenza». I tempi. Il
centrosinistra continua dire che
vorrebbe approvare la riforma entro
i primi di agosto e per questo è
cominciata una trattativa con i Comuni
e il Consiglio delle autonomie
locali, che dovrà dare il parere sul
testo della commissione. Centrare
l'obiettivo è complicato e se
dovesse essere impossibile tutto sarà
rinviato a settembre.
Pigliaru
sperava che l'ex assessore preparasse il nuovo bando prima dell'addio
Deiana,
dimissioni con gelo. E la continuità resta a metà
di Umberto AimewCAGLIARILa
continuità territoriale per ora è zoppa,
con Cagliari snobbata da tutte le
compagnie aeree. La Regione è sicura
che, in un modo o nell'altro, la
soluzione sarà trovata subito dopo
l'estate. Se da novembre in poi non
sarà più Alitalia a garantire il
servizio, potrebbe esserci
addirittura una ritorsione nei suoi
confronti per l'inaspettato
sgambetto cagliaritano, Meridiana e Blue
Air si sono dette pronte a metterci
una pezza. Però aspettano di
conoscere quali saranno le
condizioni proposte dalla Regione per far
fronte all'emergenza. Perché,
comunque la si vede, c'è il rischio di
un pericoloso vuoto invernale sulla
Cagliari-Roma e sulla
Cagliari-Milano.
È evidente: se l'operazione
salvataggio non dovesse
chiudersi, potrebbe materializzarsi
addirittura un ritorno al libero
mercato sulle due rotte. È un
pericolo che nessuno vuole correre, ma
se dovesse andare deserta anche la
seconda gara, annunciata per
settembre, l'incubo potrebbe
diventare realtà. Le prossime settimane
saranno comunque decisive per capire
come la Regione vuole muoversi e
di sicuro a prendere la decisione
finale sarà il nuovo assessore ai
trasporti Carlo Careddu del Pd. Il
suo arrivo è annunciato all'inizio
della prossima settimana, anche se
il presidente Francesco Pigliaru ha
tentato fino all'ultimo di
trattenere l'uscente Massimo Deiana ancora
per qualche giorno. Ci ha provato
perché voleva che fosse lui a
districare la matassa del bando cagliaritano,
non c'è riuscito.Addio
complicato. Il racconto dell'ultima
seduta di giunta con la
partecipazione di Massimo Deiana è
questo. Di prima mattina il neo
presidente dell'Autorità portuale
Mar di Sardegna, s'è presentato a
Villa Devoto con pasticcini e
spumante.
Era deciso a festeggiare, in
allegria, l'uscita dalla giunta, ma
non è andata come aveva previsto.
Quando s'è alzato per salutare il
presidente e gli assessori, Deiana
ha esordito così: «È la mia ultima
partecipazione...». Non ha fatto
neanche in tempo a concludere la
prima frase del discorso di commiato
che Pigliaru l'ha bloccato
pressappoco così: vedremo, non è detto. A
quel punto seppure preso alla
sprovvista, il quasi ex assessore ha
replicato: «Se dovesse finire così,
verrò alle prossime sedute ma
rimarrò muto». Nella sala riunioni è
calato il gelo, anche se poco
dopo i pasticcini sono serviti a
rendere meno pesante l'evidente
imbarazzo. Poi, alla fine della
riunione, s'è capito meglio il perché
del messaggio presidenziale:
Pigliaru avrebbe voluto che prima di
andar via qualcuno gli preparasse
almeno una bozza della nuova gara
senza lasciargli in eredità la grana
di Cagliari. Poteva essere una
soluzione, ma alle 17.47 Deiana è
andato per le spicce: ha inviato
alla presidenza la lettera ufficiale
di dimissioni. A questo punto è
difficile che il governatore possa
respingergliele, costringendolo
semmai a rimanere al suo posto anche
se per pochi giorni e fino alla
presentazione ufficiosa della
possibile soluzione sul caso Cagliari.
Non sarà così: l'era di Deiana ai
trasporti è proprio finita.L'arrivo
del successore. Carlo Careddu
potrebbe essere nominato da Pigliaru
all'inizio della prossima settimana,
con una probabile presentazione
subito dopo la consueta giunta del
martedì. Il compito che aspetta
l'avvocato gallurese non sarà sin
dall'inizio dei più semplici.
L'avvicendamento doveva essere soft
e invece una Ct1 diventata zoppa
all'improvviso ha modificato la
sceneggiatura immaginata da molti.
Perché spetterà proprio a Careddu
sondare di nuovo e da capo le
compagnie aeree, chissà se anche
Alitalia, per capire come uscire dal
pasticcio. Dovrà essere lui a
convocare l'ennesima conferenza di
servizi: è l'anteprima obbligatoria
al bando settembrino. I tempi sono
comunque stretti considerando anche
le due imprescindibili settimane
di chiusura: una prima e l'altra
dopo Ferragosto. Poi spetterà sempre
a Careddu capire se l'ipotizzato
affidamento provvisorio delle rotte,
in caso di una seconda gara deserta
o se l'attesa dovesse allungarsi
per qualche intoppo burocratico, è
una possibilità contemplata o meno
dall'Unione Europea. Secondo alcuni
no, altri si sono detti invece
possibilisti, ma ormai la risposta
ufficiale spetta solo al nuovo
assessore ai trasporti: Carlo
Careddu.
L'incontro
a Bologna anche con Orlando, ministro e leader della minoranza Dem
Prodi
da Pisapia, prove di Ulivo
di Leonardo Nesti
BOLOGNAUna lunga chiacchierata
all'ombra dell'Ulivo. Romano Prodi ha
incontrato, a Bologna, l'ex sindaco
di Milano Giuliano Pisapia che,
insieme al ministro della giustizia
e leader della minoranza Pd Andrea
Orlando, ha partecipato alla
presentazione del libro «I sette luoghi
comuni sull'economia» di Andrea
Boitani. L'ex premier è arrivato a
presentazione in corso e si è seduto
in platea. Alla fine
dell'iniziativa si è intrattenuto in
una lunga conversazione con
Pisapia e Orlando. Prodi, alla fine,
non ha rilasciato dichiarazioni
sui contenuti della conversazione.
Ma ci sono momenti in cui sono i
gesti a contare più delle parole.
L'ormai proverbiale tenda nella
quale Prodi ha detto di abitare,
fuori dalla casa del Pd, rimane
all'ombra dell'Ulivo, che a Bologna
è nato e che ha contrassegnato la
parabola personale del professore e
quella politica del centrosinistra
italiano. Un ulivo che, entrambi i
suoi interlocutori della serata
bolognese, vorrebbero rimettersi a
coltivare, sia pure da diverse
angolature.
Orlando vorrebbe portare il Pd a
ricominciare a parlare di
coalizioni e di centrosinistra,
Pisapia mettere insieme un'area
politica che stia saldamente alla sinistra
del Pd, ma che non
consideri il Pd un nemico talmente
acre da non rendere possibile un
dialogo dopo le elezioni. Due
operazioni politiche che avrebbero molta
più efficacia se avessero la
benedizione esplicita di Prodi. Il
professore dribbla i taccuini dei
giornalisti, rivendicando il suo
ruolo di pensionato della politica.
Ma sa bene che la sua voce,
soprattutto in questa fase, può
facilitare dialoghi, incontri e
relazioni. Per questo centellina le
sue dichiarazioni e le sue
apparizioni sui palcoscenici
politici e, quando avvengono, non
avvengono mai per caso. Se qualcuno
- è il messaggio - si siede
all'ombra dell'ulivo, non lontano da
dove è piantata la sua tenda, per
parlare delle ragioni che, anche
secondo lui, devono tenere insieme i
vari pezzi del centrosinistra e per
combattere la strategia di chi
pensa all'autosufficienza, trova in
Romano Prodi un interlocutore
attento e interessato.
«Con Pisapia ci vediamo spesso - ha
invece
detto Orlando prima dell'incontro -
spero che in futuro ci si possa
vedere anche di più. Non ho mai
nascosto il fatto che il suo appello
all'unità del centrosinistra vada
raccolto, mi piace sottolineare che
la sua voce si distingue da altre
voci di chi, alla sinistra del Pd,
pratica l'idea di un'autosufficienza
che rischia di essere speculare a
quella che viene teorizzata anche
dentro il partito».
-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento