Unione Sarda
Uil, l'inchiesta arriva a Cagliari
Già indagato il cassiere infedele Aperto il fascicolo per frode informatica: si
acquisiscono gli atti legati ai bonifici esteri.
Silenzio, fino a nuovo ordine. È il
diktat imposto dai vertici nazionali della Uil dopo l'autosospensione della
segretaria Francesca Ticca e della tesoriera Angela Lobrano. Nessun commento,
nessun documento, in questa fase delicata dopo lo scandalo dei 76 mila euro raccolti
dagli iscritti sardi del sindacato a favore delle popolazioni colpite dal
ciclone Cleopatra nel novembre 2013, e finiti sul conto di una finanziaria
svizzera.
INCHIESTA A CAGLIARI Nel frattempo,
una tranche dell'inchiesta sui bonifici esteri partiti dai conti della Uil, con
denaro transitato pure nei conti di Francesca Ticca e di Angela Lobrano, è
finita sul tavolo del sostituto Andrea Massidda della Dda di Cagliari. Nel fascicolo,
aperto a marzo, al momento c'è un solo indagato: l'ex vice direttore del Banco
di Sardegna di Villanova Monteleone Achille Antonio Cadeddu (marito della
tesoriera Uil). Il reato ipotizzato è la frode informatica, punibile con pene
che variano da sei mesi a tre anni di carcere.
LA DENUNCIA Gli investigatori della
polizia giudiziaria sono al lavoro per acquisire elementi utili in
grado di definire un quadro più preciso della vicenda per la quale, comunque,
si sta muovendo da mesi la Procura di Sassari sollecitata dall'esposto di
Giuseppe Cuccurese, direttore generale dell'istituto di credito. Nel dossier,
la ricostruzione puntuale di dieci bonifici su estero eseguiti da Cadeddu con
movimenti sul conto “Uil Sardegna - Emergenze 2013” contenente 76 mila euro che
gli iscritti al sindacato avevano donato per il dopo alluvione. Soldi che non
sono mai andati ai destinatari ma, nel novembre dello scorso anno, alla
“Premier Relations ltd”, una company londinese con sede a Ginevra.
STATUTO Intanto, nel sindacato vige
la linea del silenzio. Nessun commento neanche dopo il malumore manifestato
dall'imposizione del reggente Andrea Lai, fedelissimo di Francesca Ticca, come
segretario pro-tempore in attesa del congresso previsto per il prossimo anno
(il tesoriere invece arriverà dalla Penisola). E quanti avevano protestato,
sostenendo che il compito di indicare il sostituto di Ticca fosse prerogativa
del direttivo regionale, ieri mattina hanno
appunto seguito la linea del
silenzio. «Lo statuto, che non prevede reggenze se non per particolari e gravi
condizioni fisiche, è stato ignorato e calpestato», aveva commentato mercoledì
sera un iscritto.
LA BUFERA La segretaria si è
autosospesa dalla carica nel tardo pomeriggio di mercoledì, dopo un lungo
colloquio coi dirigenti arrivati da Roma per fare una verifica sui conti del
sindacato sardo.
Già nella riunione convocata il
giorno prima la linea più intransigente era intenzionata a chiedere le
dimissioni, ma Francesca Ticca aveva fatto sapere che non intendeva farsi da
parte. Poi l'incontro coi dirigenti romani, e l'annuncio dell'autosospensione.
Vito Fiori
Ora
manca anche l'assessore ai Trasporti
La guida dei Trasporti è vacante,
anche se il gallurese Carlo Careddu,
esponente del Pd dell'area
Cabras-Fadda, si prepara ad assumere le
redini dell'assessorato. Nelle
prossime ore il presidente Pigliaru
firmerà il decreto per
ufficializzare la sostituzione di Massimo
Deiana.
Ed è proprio l'ex assessore a
cercare di smorzare le polemiche legate
alle sue dimissioni, in occasione
dell'ultima riunione di Giunta. «Io
ho detto che sarebbe stata l'ultima
mia riunione», racconta Deiana,
«il presidente avrebbe gradito la mia
presenza ancora qualche giorno
per impostare un nuovo bando e lo
capisco ma io devo prendere servizio
nel mio nuovo ruolo». Il fallimento
del bando sulla continuità
territoriale è solo una sfortunata
coincidenza e nessuno pensi di
attribuire alle dimissioni alla
prima data utile l'idea dell'abbandono
di una barca in tempesta. «La mia
nomina è stata fatta da diverso
tempo, sarei potuto andare via già
da giorni, ma abbiamo aspettato che
venissero aperte le buste».
Resta il fatto che al timone
dell'assessorato, dopo il flop del bando
sulla continuità territoriale, non è
rimasto nessuno. A Villa Devoto
l'addio immediato di Deiana ha
lasciato l'amaro in bocca e l'invito
del presidente Pigliaru era comunque
legato alla patata bollente
dell'incertezza sui cieli sardi. Un
nuovo bando deve essere riscritto
per cercare di porre rimedio a una
situazione sempre più complicata ed
è per questo che il governatore
avrebbe preferito tenere Deiana ancora
per qualche giorno. (m. s.)
SASSARI.
Sebastiano Sannitu e Luca Tamponi accusati di pressioni su un
avvocato
di Sassari
Minacce
per un terreno all'asta
Tre
arrestati e tre indagati fra cui anche l'ex assessore regionale
Era cominciata con due buste
recapitate a un avvocato: in una alcuni
proiettili, nell'altra altri proiettili
e un pezzo di miccia
detonante. E fin da subito le
attenzioni degli investigatori si erano
indirizzate al settore delle aste
giudiziarie in Gallura.
MANETTE Ieri mattina in tre sono
finiti agli arresti domiciliari,
ritenuti responsabili, a vario titolo,
di minaccia aggravata,
detenzione abusiva di munizioni e
materia esplodente, tentata
estorsione e turbata libertà degli
incanti.
Antonio Stefano Casu, 53enne,
piccolo proprietario terriero di
Berchidda, Sebastiano Sannitu,
61enne, politico di lungo corso, a
lungo sindaco di Berchidda e ex
assessore tecnico regionale, e
l'avvocato Luca Tamponi, del Foro di
Tempio Pausania, in concorso con
altre tre persone, dal dicembre 2016
e fino allo scorso aprile,
avrebbero «compiuto una vera e
propria escalation di minacce e
intimidazioni di vario genere nei
confronti di un avvocato di Sassari,
al fine di costringerlo a cedere un
terreno agricolo da lui acquistato
nel corso di un'asta presso il
Tribunale di Tempio Pausania nonché ad
astenersi dal partecipare a un'ulteriore
vendita giudiziaria in cui
era stato bandito un altro lotto del
medesimo appezzamento». Queste le
contestazioni.
ASTE E VELENI Tutto è partito da un
terreno finito all'asta a cui era
seguita una serie di intimidazioni,
fino a quando la vittima,
l'avvocato Alessandro Gosmino, aveva
deciso di andare dai carabinieri.
In caserma aveva raccontato di aver
ricevuto a casa due lettere
anonime contenenti, rispettivamente,
una alcune cartucce calibro 9
parabellum, l'altra alcune cartucce
calibro 12 e uno spezzone di
miccia detonante. Il lavoro degli
investigatori aveva portato dritto
al Tribunale di Tempio. Lo studio
legale sassarese preso di mira,
infatti, operava in diversi settori,
ma aveva una lunga serie di
incarichi nel territorio di
competenza del Tribunale di Tempio, in
particolare nel settore delle
esecuzioni immobiliari e delle aste
giudiziarie.
LA PISTA In un primo momento i
militari hanno seguito altre piste,
relative ad altre aste. Fino a
quando non hanno puntato dritto su
Casu. Il suo era il caso di un uomo
disperato e quindi esasperato, per
la casa dove viveva, in un posto
sperduto, finita all'asta.
PROTAGONISTI Gli arrestati, secondo
l'avvocato Nino Cuccureddu
(difensore di Sannitu) sarebbero
protagonisti di una semplice
intercessione, lungi dall'essere una
minaccia, velata e non. «Il
tentativo di aiuto a una povera
persona, che aveva perso tutto, è
stato equivocato», dice l'avvocato
Cuccureddu. «In tanti hanno cercato
di aiutare il piccolo proprietario
terriero, offrendosi persino per
ricomprare l'appezzamento. E in
tanti sono finiti nei guai. Il mio
assistito si è semplicemente preso a
cuore il caso di un uomo rimasto
senza terra e senza casa».
Tre arrestati e sei indagati, a
margine
persino un alto prelato, che avrebbe
tentato una intercessione nello
stesso modo, e con gli stessi toni,
per una questione di umanità.
IPOTESI Gli investigatori non la
pensano così: Casu avrebbe da subito
pressato pesantemente l'avvocato
sassarese, prima telefonicamente, poi
con l'invio di veri e propri
emissari, «con il compito preciso di
intimorire l'interessato». Alcuni
interlocutori avrebbero sottolineato
l'opportunità di accettare le loro
offerte per non incorrere in guai
seri e per non mettersi contro
persone “non raccomandabili”.
«Gli indagati sono riusciti a far
desistere la vittima dal partecipare
all'acquisto di ulteriori lotti di
terreno banditi all'asta e avevano
avviato una trattativa per
“svendere” quello già acquistato», dicono
gli investigatori. L'avvocato Luca
Tamponi si dice «sorpreso e
amareggiato», completamente estraneo
ai fatti contestatigli,
«infondati e inverosimili». E ora
aspetta di essere ascoltato.
Patrizia Canu
Uil,
l'inchiesta arriva a Cagliari Già indagato il cassiere infedele
Aperto
il fascicolo per frode informatica: si acquisiscono gli atti
legati
ai bonifici esteri
Silenzio, fino a nuovo ordine. È il
diktat imposto dai vertici
nazionali della Uil dopo
l'autosospensione della segretaria Francesca
Ticca e della tesoriera Angela
Lobrano. Nessun commento, nessun
documento, in questa fase delicata
dopo lo scandalo dei 76 mila euro
raccolti dagli iscritti sardi del
sindacato a favore delle popolazioni
colpite dal ciclone Cleopatra nel
novembre 2013, e finiti sul conto di
una finanziaria svizzera.
INCHIESTA A CAGLIARI Nel frattempo,
una tranche dell'inchiesta sui
bonifici esteri partiti dai conti
della Uil, con denaro transitato
pure nei conti di Francesca Ticca e
di Angela Lobrano, è finita sul
tavolo del sostituto Andrea Massidda
della Dda di Cagliari. Nel
fascicolo, aperto a marzo, al momento
c'è un solo indagato: l'ex vice
direttore del Banco di Sardegna di
Villanova Monteleone Achille
Antonio Cadeddu (marito della
tesoriera Uil). Il reato ipotizzato è la
frode informatica, punibile con pene
che variano da sei mesi a tre
anni di carcere.
LA DENUNCIA Gli investigatori della
polizia giudiziaria sono al lavoro
per acquisire elementi utili in
grado di definire un quadro più
preciso della vicenda per la quale,
comunque, si sta muovendo da mesi
la Procura di Sassari sollecitata
dall'esposto di Giuseppe Cuccurese,
direttore generale dell'istituto di
credito. Nel dossier, la
ricostruzione puntuale di dieci
bonifici su estero eseguiti da Cadeddu
con movimenti sul conto “Uil
Sardegna - Emergenze 2013” contenente 76
mila euro che gli iscritti al sindacato
avevano donato per il dopo
alluvione. Soldi che non sono mai
andati ai destinatari ma, nel
novembre dello scorso anno, alla
“Premier Relations ltd”, una company
londinese con sede a Ginevra.
STATUTO Intanto, nel sindacato vige
la linea del silenzio. Nessun
commento neanche dopo il malumore
manifestato dall'imposizione del
reggente Andrea Lai, fedelissimo di
Francesca Ticca, come segretario
pro-tempore in attesa del congresso
previsto per il prossimo anno (il
tesoriere invece arriverà dalla
Penisola). E quanti avevano
protestato, sostenendo che il
compito di indicare il sostituto di
Ticca fosse prerogativa del
direttivo regionale, ieri mattina hanno
appunto seguito la linea del
silenzio. «Lo statuto, che non prevede
reggenze se non per particolari e gravi
condizioni fisiche, è stato
ignorato e calpestato», aveva
commentato mercoledì sera un iscritto.
LA BUFERA La segretaria si è
autosospesa dalla carica nel tardo
pomeriggio di mercoledì, dopo un
lungo colloquio coi dirigenti
arrivati da Roma per fare una
verifica sui conti del sindacato sardo.
Già nella riunione convocata il
giorno prima la linea più
intransigente era intenzionata a
chiedere le dimissioni, ma Francesca
Ticca aveva fatto sapere che non
intendeva farsi da parte. Poi
l'incontro coi dirigenti romani, e
l'annuncio dell'autosospensione.
Vito Fiori
Ma
in cassa ne entrano 100
Lo
Stato vuole 124 milioni dalle Province
Versare allo Stato più di quanto si
incassa. È il paradosso che vivono
le Province sarde e la Città
metropolitana di Cagliari sempre più al
collasso e in difficoltà nel
garantire i servizi. Una situazione
denunciata dai presidenti delle
commissioni Bilancio e Autonomia,
Franco Sabatini (Pd) e Francesco
Agus (Cp). Nel 2017 nelle casse di
questi enti locali entreranno 100,7
milioni di euro che derivano dal
gettito delle assicurazioni
automobilistiche e dalle tasse sui
passaggi di proprietà. Ma lo Stato
accampa crediti per 124 milioni, ai
quali si aggiungono i tagli di
ulteriori 44,9 milioni per un totale di
una richiesta che sfiora i 170
milioni. Un salasso che le Province non
possono sopportare, anche perché
dopo la bocciatura del referendum
sulla riforma costituzionale che le
avrebbe abolite, sono chiamate a
garantire diversi servizi.
«Bisogna rilanciare una nuova
trattativa
con lo Stato», sottolineano Agus e
Sabatini, «il 2017 sarà l'anno nero
delle Province». A tappare i buchi
ci sono i soldi che arrivano dal
Fondo unico per gli enti locali che
garantiscono 66,5 milioni di euro
all'anno, sufficienti per
«l'ordinaria amministrazione come il
pagamento degli stipendi», ai quali
si aggiungono finanziamenti mirati
per attività come le disinfestazioni
o la manutenzione delle scuole
finanziate col progetto Iscola. Una
battaglia che «deve essere
condotta con un'unica cabina di
regia», spiegano i due consiglieri
regionali. Una di queste è riuscire
a diminuire la quota di
accantonamenti che la Regione deve
garantire allo Stato che dai 268
milioni del 2012 è arrivata a 684 di
quest'anno. (m. s.)
Il
Partito dei sardi annuncia battaglia sulla riforma - «Miglioriamo
la
rete ospedaliera»
Non si placano le tensioni in
maggioranza sulla riorganizzazione della
rete ospedaliera dell'Isola. Ieri
pomeriggio sono scaduti i termini
per la presentazione degli
emendamenti, in fase di valutazione da
parte degli uffici del Consiglio
regionale. Gli esponenti del Partito
dei sardi presentano l'elenco delle
richieste, contenute in circa 40
emendamenti, scritti per «migliorare
una riforma rispetto a quella
insoddisfacente della Giunta»,
spiega il capogruppo Gianfranco Congiu.
Ma a preoccupare gli indipendentisti
c'è anche l'ipotesi che il
dibattito slitti a settembre, anche
perché significherebbe far
scrivere a Moirano gli atti
aziendali senza la rete varata dal
Consiglio. Particolare attenzione è
stata riposta sugli ospedali di
zona disagiata, così come gli
emendamenti presentati dall'esponente
del Pd, Piero Comandini.
AREUS Il consigliere regionale del
Pd, Roberto Deriu, attacca la
Giunta sull'Areus: «Non capisco
perché l'unica azienda sanitaria con
sede a Nuoro sia ancora senza
direttore generale». Una lacuna che
stride con il fatto che «uno dei
nodi essenziali delle riforme
approvate dal Consiglio sia proprio
l'emergenza urgenza». Protesta
intanto il vice presidente della
commissione Sanità, Edoardo Tocco
(Fi) sulla chiusura della chirurgia
plastica al Brotzu. (m. s.)
SELARGIUS.
Ora si attende la giunta: «Prima le consultazioni»
Inizia
l'era Concu Ieri la seduta d'insediamento del Consiglio
Prima fila riservata e platea al
completo. Anzi, di più, tanto che i
posti in Municipio non bastano per
tutti. E già questa è una notizia,
considerando che forse non si era
mai visto così affollato. La prima
seduta di Consiglio di ieri fa il
pienone, e dà inizio ufficialmente
alla nuova era di Selargius. Sotto
la guida di Gigi Concu.
L'INSEDIAMENTO Presiede il Consiglio
Omar Zaher, il consigliere più
votato della lista Pd che ha preso
il maggior numero di preferenza. «È
davvero emozionante aprire i lavori
del Consiglio». Appello di rito,
con 24 presenti la seduta è valida.
La parola passa al sindaco. «È per
me un grande onore e una grande
emozione assumere solennemente, con il
giuramento, il ruolo di sindaco»,
premette Concu. «Ho parlato in
quest'Aula da assessore e da
vicesindaco, nelle due Giunte presiedute
da Gian Franco Cappai, che saluto e
abbraccio», sottolinea. «Ma oggi,
essere qui, e parlare da sindaco, è
un'altra cosa: bellissima ed
emozionante. Tanto da non farmi
pensare, almeno per oggi, al carico di
responsabilità che mi attende».
LA GIUNTA Ancora nessuna nomina,
l'esecutivo resta tutto da formare.
Ma già dalla prossima settimana
qualche poltrona potrebbe riempirsi.
«Oggi non parleremo delle linee di
programma di governo del paese, lo
faremo in una prossima seduta di
Consiglio», continua Concu. «Le linee
programmatiche, ossia il dettagliato
programma di governo della nuova
amministrazione, arriveranno in
quest'aula, a conclusione di un'ampia
consultazione sociale e politica, e
con il supporto di tutti i dati di
bilancio e delle verifiche che
stiamo già operando con gli uffici»,
sottolinea. «Ma posso senz'altro
dire che il programma di coalizione,
proprio per come è stato costruito e
articolato, rappresenta già in
partenza una più che credibile
agenda di governo».
EX SINDACI Prima fila riservata,
presenti ex consiglieri, ex assessori
ed ex sindaci. Non poteva mancare
Gian Franco Cappai, che dopo dieci
anni da sindaco ha chiuso con la
seconda legislatura. Presente anche
Efisio Aste e l'ex assessore
regionale ed ex consigliere Mariano
Contu. All'ordine del giorno tre
soli punti: la proclamazione dei
consiglieri eletti, il giuramento
del primo cittadino e la nomina
della commissione elettorale. Tra
new entry e vecchie facce tra i
banchi di maggioranza e opposizione,
i lavori di piazza Cellarium sono
pronti a ripartire.
Sara Marci
ALGHERO.
Pari opportunità
Dopo
le defezioni Il Comune resta senza quote rosa
La giunta di Mario Bruno non
rispetta le quote rosa e buona parte
della commissione Pari Opportunità,
istituita di recente, sollecita il
sindaco a correre immediatamente ai ripari,
chiedendo alla propria
presidente di prendere una posizione
netta.
«Dall'analisi della situazione
politica algherese si evince che, dalle
dimissioni della dottoressa Esposito
e dell'assessore Castellini, il
Comune si trova attualmente
sprovvisto delle quota rosa,
obbligatorie», scrivono in una nota
Alessandra Mura, Pasqualina
Bardino, Giovanna Caria, Paola
Correddu e Giulia Dessole. Le quote
rosa sono previste dal regolamento,
«ma a prescindere dalla legge,
sono sempre state una risorsa
fondamentale – precisano - non solo per
il comune di Alghero ma per tutte le
amministrazioni dotate di figure
politiche femminili».
L'altro ieri Mario Bruno ha affidato
le deleghe rimaste orfane
all'assessore Ornella Piras, l'unica
donna sopravvissuta
nell'esecutivo.
Ma alle componenti della commissione
Pari Opportunità
questo gesto non basta e incalzano
la loro presidente, Speranza
Piredda, perché si faccia sentire
con il primo cittadino. È stato
fatto tanto per avere una
commissione che promuove la parità, «e
sarebbe giusto che l'Amministrazione
lavorasse – dicono - tenendo per
mano un organismo politico che
fornisca un supporto tecnico
scientifico nell'elaborazione e
nell'attuazione delle politiche
deliberate dal consiglio e della
giunta comunale». Diversamente
sarebbe una mancanza di rispetto nei
confronti delle pari opportunità
di cui la commissione, nata a marzo,
si fa garante. (c. fi.)
La Nuova
I
prezzi da Alghero e Olbia per i residenti, 200 euro di media in
estate
per i turisti
Zero
offerte per Cagliari: M5S chiede la convocazione al Senato di
Enac
e Pigliaru
I voli per Roma e Milano:
tariffe da 125 a 140 euro
CAGLIARILa nuova continuità
territoriale 2017-2021 entrerà a regime il
9 novembre negli aeroporti di Olbia
e Alghero. Non in quello di
Cagliari, snobbato invece dalla
compagnie aeree nell'ultimo bando. Con
il Movimento Cinque stelle che ha
chiesto la convocazione urgente al
Senato dell'Enac, l'ente che
gestisce i voli, e del governatore
Pigliaru, per capire «come sia
potuto accadere il pasticcio». In
attesa di sapere come la Regione
rimedierà al guaio della Ct1 zoppa,
quali saranno i benefici per chi
viaggerà con Meridiana da e per Olbia
e con Blue Air da e per Alghero? I
capisaldi del ragionamento sono
quattro: numero dei voli
giornalieri, frequenza, posti a disposizione
e tariffe stavolta tasse
comprese.Alghero. Da e per Roma-Fiumicino i
voli giornalieri di Blue Air -
sempre che vinca la gara - dovranno
essere minimo tre a novembre e 7 in
estate nella stagione 2017-2018.
Per entrare ancora più nel dettaglio:
nei mesi invernali i voli
settimanali obbligatori dovranno
essere 23, con una media di tre al
giorno, oppure 27 o 29, a seconda
dei mesi, in primavera e quindi
almeno 4 giornalieri. Dai 36 ai 40
settimanali in estate, quindi 5- 7
voli giornalieri, mentre in autunno
23-36 settimanali e dunque 3 o 5
giornalieri. Una precisazione però è
necessaria. Le stagioni
aeronautiche non sono quattro ma
due: l'invernale comincia a fine
ottobre e l'estiva il primo aprile,
quindi i 12 mesi del calendario
vanno incastrati nelle due fasce
previste dalle compagnie aeree. Poi
le partenze: la mattina dalle 7 alle
7.30 da Alghero e dalle 8.30 alle
9.30 da Roma, nel pomeriggio dalle
13 alle 14.30 dal Riviera del
corallo e dalle 13.30 alle 15.30 da
Fiumicino e infine la serale dalle
19.30 alle 21 da Alghero e dalle
19.30 ed entro le 22 da Roma.
All'interno di queste tre fasce Blue
Air dovrà inserire il numero di
voli previsti al contratto per
ciascun mese. Terzo caposaldo: la
capienza, Dovrà essere di 522 posti
giornalieri a novembre, è il
minimo previsto, e di 1.218 sempre
giornalieri a giugno, luglio e
agosto. Infine le tariffe. Tasse
aeroportuali comprese, il biglietto
di andata e ritorno da Roma costerà
124,96 euro e varrà per 10 mesi. A
luglio e ad agosto aumenterà invece
fino a un massimo di 190,9 euro ma
solo per i non residenti, mentre i
sardi d'estate continueranno a
pagare 124 euro e spiccioli.
Sull'Alghero-Linate e viceversa i
biglietti di andata e ritorno
costeranno 136,24 euro, mentre per i non
i residenti 204,24 da luglio ad
agosto.
Le frequenze saranno da un
minimo di 2 voli giornalieri a
novembre a 5 sempre giornalieri da
luglio ad agosto. Se invece il
parametro è sulla settimana la forbice
sarà fra 13 in inverno e 33 d'estate
sempre all'interno delle tre
fasce orarie. Il primo volo da
Alghero per Milano dovrà partire alle
7-7.30, l'ultimo alle 19.30 o alle
21, invece da Linate alle
8.30-9.30, l'ultimo alle 19.30 e
comunque entro le 22. I posti
disponibili dovranno essere 348
giornalieri in inverno e 870 nei mesi
estivi. La compensazione incassata
da Blue Air per le tratte e
l'intero contratto sarà intono ai 47
milioni Iva compresa.Olbia.
Meridiana che ha presentato
l'offerta per i voli da e per l'aeroporto
Costa Smeralda dovrà rispettare fino
al 2021 queste condizioni. Le
frequenze minime giornaliere
sull'Olbia-Roma e viceversa dovranno
essere di 3 voli giornalieri e
quindi 22 alla settimana d' inverno, 7
al giorno o 43 alla settimana
d'estate.
Prima partenza da Olbia alle
7-7.30, l'ultima entro le 21, mentre
da Roma alle 8.30 e alle 22. Le
tariffe per il biglietto andata e
ritorno saranno queste: 130,76 euro
per 10 mesi, 196,76 a luglio e ad
agosto solo per i non residenti. La
disponibilità dovrà essere minimo di
522 posti giornalieri d'inverno e
di 1.218 ad agosto. Sull'Olbia-Milano
e viceversa il costo finale del
doppio biglietto sarà per tutti di
142,1 euro, mentre a luglio e ad
agosto salirà a 210 per i non
residenti. Le frequenze dovranno essere
di 3 voli giornalieri o 22
settimanali in inverno e almeno 9 al giorno
o 54 alla settimana d'estate. Da
Olbia il primo volo partirà alle
7.30, l'ultimo alle 21, da Linate
alle 8.30 e alle 22. I posti
disponibili dovranno essere non meno
di 522 giornalieri in inverno e
1.566 d'estate. Se Meridiana dovesse
vincere la gara, in quattro anni
incasserà 32 milioni. (ua)
l
politico di Berchidda, un avvocato e un imprenditore sono ai domiciliari
L'accusa:
intimidazioni a un legale. Sentito in Procura l'arcivescovo Atzei
Aste
e minacce: agli arresti Sannitu
di Luca Fiori
SASSARI
Prima i proiettili, recapitati per
posta sotto Natale. Poi le minacce,
sempre meno velate, e infine la
discesa in campo di avvocati, politici
e addirittura dell'arcivescovo di
Sassari monsignor Paolo Atzei -
tirato in ballo a pochi mesi dal suo
commiato dalla diocesi turritana
- per mettere una parolina buona e
spiegare che per l'acquisto
all'asta di quei terreni delle
«persone di Berchidda si erano offese».
L'escalation di intimidazioni nei
confronti di Alessandro Gosmino,
avvocato civilista sassarese di 44 anni,
per costringerlo a cedere un
terreno e un'azienda agrituristica
nelle campagne di Berchidda,
acquistati a un'asta giudiziaria a
Tempio, ma anche per convincerlo a
non partecipare ad un'ulteriore
vendita riguardante un altro lotto
dello stesso appezzamento, ieri ha
portato a tre arresti eseguiti dai
carabinieri del nucleo operativo
della compagnia di Sassari tra Olbia
e Berchidda. Oltre a loro ci sono
altre tre persone indagate che
avrebbero avuto un ruolo marginale.
Tra le persone finite ai
domiciliari spicca il nome di
Bastianino Sannitu, 62 anni, ex
assessore regionale e vicepresidente
della Giunta Cappellacci, già
sindaco di Berchidda, che secondo le
accuse avrebbe agito da
intermediario per conto di Antonio
Stefano Casu, 53 anni, suo
compaesano, anche lui finito agli
arresti domiciliari come l'avvocato
olbiese Luca Tamponi, 48 anni, del
Foro di Tempio. Anche il legale,
secondo gli inquirenti, avrebbe
cercato in più occasioni di convincere
Gosmino a rivendere a Casu il
terreno che si trova in località
"Cannareddu Lugheria e Su
Calarighe" nell'agro di Berchidda. E
addirittura monsignor Atzei, che non
figura tra gli indagati ma che
ieri è stato convocato in Procura
come testimone, si era interessato
alla vicenda incontrando il padre
del legale sassarese per convincerlo
a rivendere il terreno comprato
all'asta. Le accuse più pesanti mosse
sono quelle che riguardano Tonio
Casu.
L'imprenditore di Berchidda,
titolare dell'azienda agrituristica
"Il Cacciatore" finita nelle mani
dell'avvocato Gosmino nel 2015, per
poco più di 44mila euro, deve
rispondere di «detenzione abusiva di
munizioni e materiale
esplodente». Sarebbe stato lui
secondo i carabinieri a recapitare
nella cassetta delle lettere
dell'avvocato sassarese due lettere
contenenti proiettili. La prima il
22 dicembre del 2016 con due
cartucce calibro 9 parabellum e la
seconda, due giorni dopo Natale,
con due cartucce calibro 12, pallini
di piombo e uno spezzone di
miccia detonante. Sannitu e Tamponi
devono rispondere invece delle
accuse di tentata estorsione e
turbativa d'asta. Nel registro degli
indagati, con la sola accusa di
tentata estorsione, sono finiti anche
l'avvocato sassarese Michele Angelo
Gavino Torre, di 51 anni,
Antonello Gavino Beccu, anche lui di
51 anni residente a Olbia ma
originario di Berchidda ed Emilio
Gabriele Soddu, 60 anni di
Berchidda, ex cognato di Casu.
Secondo le indagini tutti si
sarebbero
attivati, a vario titolo, per dare
una mano a Casu a rientrare in
possesso del terreno perso. Sannitu
e Tamponi - secondo le accuse -
avrebbero portato inoltre Gosmino a
ritirasi da un secondo tentativo
di acquisto. Il 21 febbraio
l'avvocato si era iscritto a una nuova
asta per acquistare un lotto
confinante con quello già acquistato.
«Non ci vada proprio - gli disse
Sannitu durante un incontro a Sassari
- lei a quell'asta non deve proprio
partecipare, ci parteciperà solo
il Casu, perché quello è il suo
terreno». Gosmino si tirò indietro e
il terreno venne acquistato
dall'avvocato Tamponi per conto del
fratello di Sannittu, ritenuto dagli
inquirenti un prestanome di Casu.
I carabinieri a quel punto avevano
però già imbeccato la pista che
ieri ha portato agli arresti.
l
Partito dei sardi avverte Pigliaru: «A decidere la nuova rete deve
essere
il Consiglio e non Moirano»
Riforma
ospedaliera, 600 emendamenti
CAGLIARISeicento emendamenti
ufficiali: sono le correzioni volanti di
maggioranza e opposizione alla
riorganizzazione degli ospedali. Erano
molti di più, ma gli uffici della
commissione sanità hanno dichiarato
inammissibili almeno un migliaio di
emendamenti. Qualunque sarà, nei
prossimi giorni, il carico di lavoro
sulle spalle dei commissari, è
sempre più difficile che la riforma
sia approvata dal Consiglio prima
di Ferragosto. Anzi, in molti danno
ormai per certo che slitterà a
settembre. Non per il Partito dei
sardi, che fa parte della
maggioranza. «Siamo pronti a
rimanere in aula anche ad agosto - ha
detto il capogruppo Gianfranco
Congiu - perché dev'essere il Consiglio
a decidere come dovrà essere la Rete
e non il direttore generale
dell'Asl unica.
Cioè chi entro fine agosto dovrà
presentare la sua di
riorganizzazione e se non ci sarà la
nostra di Rete, deciderà lui».
Sarebbe una scorciatoia
inaccettabile, ha aggiunto il segretario
Fransciscu Sedda: «È tempo che la
maggioranza si fidi e si faccia
guidare dal Partito dei sardi. Nella
sanità siamo stati i primi a
segnalare diverse criticità ma anche
le le soluzioni. Oggi più che mai
vogliamo difendere la sanità
pubblica e non ci faremo dettare le
regole dai numeri imposti dai
decreti ministeriali». La maggioranza -
sempre secondo il Pds - dovrebbe
fidarsi anche dei 40 emendamenti
presentati dai sovranisti. «Sono
tutte correzioni - ha detto Augusto
Cherchi - destinate a colmare le
troppe zone grigie che ancora ci sono
nella proposta della giunta.
Sappiamo già che alcuni nostri
emendamenti, quelli ad esempio
sull'apertura della chirurgia negli
ospedali delle zone disagiate, sono
condivisi da gran parte della
maggioranza. Noi vorremmo che
martedì, quando ci sarà il prossimo
vertice, diventino patrimonio del
centrosinistra.
Comunque faremo la
nostra battaglia fino in fondo per
modificare la riforma, lo faremo
alla luce del sole, senza bisogno
del voto segreto in aula». Il Pds è
comunque sicuro che «sarà complicato
ma non impossibile trovare
l'accordo». Anche se - come ha detto
Roberto Desini «la giunta avrebbe
dovuto proporre la Rete prima, non a
metà legislatura. È stato un
errore e oggi siamo in emergenza».
Il Pds ha un solo obiettivo e a
ribadirlo è stato Alessandro Unali:
«Vogliamo una sanità pubblica di
qualità però dev'essere garantita a
tutti». Ma Gigi Ruggeri del Pd ha
contestato i toni del Pds: «C'è chi
è affamato di visibilità e crede
di ottenerla con arroganza, mentre
oggi il centrosinistra compatto ha
un solo dovere: cambiare subito
questo sistema ospedaliero poco
organizzato e poco specializzato».
(ua)
Accuse
al governo, Sabatini e Agus: rilanciamo la vertenza entrate
Province,
scippo da 169 milioni
CAGLIARIIl governo ha lasciato in
braghe di tela le quattro Province
sarde e messo in crisi anche la
Città metropolitana cagliaritana, con
ben 169 milioni di tagli solo
quest'anno. È un'enormità. La Regione ha
provato a metterci una pezza con i
66 milioni e mezzo trasferiti dal
Fondo unico per gli enti locali, ma
non potevano bastare. «Le Province
sono ormai al collasso», è stata la
denuncia presentata insieme da
Franco Sabatini del Pd e Francesco
Agus di Campo progressista,
presidenti delle commissioni
bilancio e riforme del Consiglio. Tabelle
alla mano, hanno ribadito che «in
cassa hanno i soldi solo per
l'ordinaria amministrazione,
stipendi compresi, ma poco o nulla con
cui pagare la manutenzione di strade
e scuole, la campagna antinsetti
e senza i soldi della Regione
neanche il trasporto dei disabili
sarebbe stato possibile».
Le Province a essere messe in
difficoltà
sono quella del Sud, con un saldo
negativo di quasi 6 milioni, Nuoro
con un rosso oltre i 3 milioni e
Oristano, con uno scoperto intorno al
mezzo milione. C'è di peggio: taglio
dopo taglio, alla fine le
Province rischiano persino di dover
restituire allo Stato più dei
trasferimenti previsti sulla carta.
«Siamo al paradosso», ha
rilanciato Sabatini, con Agus deciso
nel dire: «È sempre più alto il
rischio che gli enti intermedi siano
costretti a sventolare bandiera
bianca e non certo per colpa loro».
I presidenti non hanno avuto dubbi
neanche nel lanciare quello che
ritengono un appello decisivo: «Con lo
Stato, dobbiamo riprendere con
decisione la vertenza entrate. Non è
più possibile che la Sardegna
continui a subire, come quest'anno, 684
milioni di accantonamenti. Sono
soldi dei sardi, ma Roma non li
trasferisce per ripianare il debito
pubblico nazionale sulle nostre
spalle». Dopo aver convocato i
commissari delle Province, nei prossimi
giorni incontreranno il governatore
e l'assessore al bilancio.
«Abbiamo già un quadro esatto della
situazione ed è allarmante», ha
detto Agus, mentre Sabatini è stato
perentorio: «Non bastano più le
soluzioni tampone.
Serve una presa di posizione
decisa». Un primo
passo potrebbe essere l'annunciata
risoluzione unitaria da far
approvare dal Consiglio, per dare
così - hanno detto uno dopo l'altro
i due presidenti - «un mandato forte
alla giunta nel confronto con lo
Stato». Confronto in cui - secondo
Agus e Sabatini - «la Sardegna deve
presentarsi compatta per ottenere
quello che le spetta e invece Roma
continua a negarle da troppo tempo».
Con un secondo appello lanciato
anche questo insieme: «È arrivato il
momento di riandare alla carica,
senza divisioni tra Regione,
Province e Comuni, con in testa il
governatore Pigliaru: dev'essere lui
l'alfiere della vertenza». (ua)
In
Sardegna il numero delle persone che vivono in difficoltà economica
passa
dal 14,9 al 14 per cento
L'isola
in controtendenza: indigenti in calo
SASSARILa Sardegna è meno povera di
un anno fa, ma il numero di chi è
sotto il limite della sopravvivenza
è ancora molto alto. Un anno fa il
14,9 per cento dei sardi aveva gravi
problemi economici, dodici mesi
la percentuale si è ridotta al 14
per cento. Quasi un punto in
percentuale che dà un po' di fiducia
sul futuro, ma il numero dei
sardi che vivono in povertà è ancora
troppo elevato per poter leggere
nella fotografia dell'Istat un
cambio di marcia. L'isola si può
consolare con il secondo miglior
dato del Mezzogiorno. La situazione
economica è più rosea solo in
Abruzzo, dove il numero dei poveri si
ferma al 9,9 per cento. Peggio della
Sardegna fanno tutte le altre
regioni del Sud, dove in media un
cittadino su 5 non riesce ad
arrivare a fine mese.
Ma se la Puglia ha un numero di
persone in forte
difficoltà economica pari al 14,5
per cento, nel resto del Mezzogiorno
la situazione è drammatica: in
Calabria i poveri sfiorano il 35 per
cento della popolazione, in Sicilia
sono il 22,8, in Basilicata il
21,2. Numeri lontanissimi da quelli
del resto d'Italia, dove il numero
dei poveri resta sotto la doppia
cifra, con il Nord al 5,7 per cento e
il Centro al 7,8. La fotografia
dell'Istat riguarda il numero delle
persone che vivono in una condizione
di povertà relativa, calcolata in
rapporto al costo della vita nella
regione. Il che significa che i
"poveri" considerati in
questo studio hanno stipendi e redditi
differenti a seconda del territorio
in cui vivono. Infatti, tutti gli
studi fatti recentemente evidenziano
come l'allarme povertà in
Sardegna sia sempre più diffuso.
Nove anziani su 100 non hanno le
risorse minime per sopravvivere. E
in un'isola dove l'età media avanza
velocemente e gli over 65 sono il 22
per cento del totale, questo è
uno dei primi dati sui quali
riflettere. Anziani sempre più numerosi e
sempre più poveri, nonostante le
576mila pensioni erogate: un numero
altissimo - tra assegni di
vecchiaia, invalidità, reversibilità e
assegni sociali - che secondo
l'Istat si traduce in una spesa pari al
22,49 per cento del Pil regionale.
L'importo medio è 715 euro, ma è in
crescita la quota di persone a
reddito vicino allo zero: povertà
estrema, che porta all'esclusione
sociale. Il report, realizzato
qualche settimana fa dalla Cisl,
scatta una istantanea preoccupante
sulla situazione dell'isola. E la risalita
dal precipizio è lenta, in
alcune zone più che altrove. Gli
anziani rappresentano la fascia più
debole e andare avanti è decisamente
più complicato per chi vive nella
provincia di Oristano, nel Medio
Campidano e nel Sulcis. Sono i tre
territori in cui tra gli over 65 è
più alto il tasso di povertà
assoluta. E dove anche la
popolazione è sempre più vecchia. L'isola
felice è invece l'Ogliastra: nella
terra dei centenari solo 5 su 100
versano in condizioni di povertà
assoluta.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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