La
Nuova Sardegna
Lai:
l'isola avrà la sua Zona speciale Il senatore Pd: «Istituita a Cagliari, sarà
estesa a Porto Torres, Olbia e Oristano»
Anche la Sardegna potrebbe avere la
sua Zona economica speciale. Sicuramente a Cagliari, ma si aprono opportunità
anche per Porto Torres, Olbia e Oristano. A prevederlo la possibilità è il Decreto
Sud, approvato ieri nell'aula di Palazzo Madama. «Il nuovo decreto Sud
approvato al Senato regolamenta in maniera chiara l'istituzione delle Zone
economiche speciali - spiega il senatore Pd Silvio Lai -. Perché la norma sia
definitiva occorrerà attendere il voto finale della Camera ma la scelta di
istituire una Zes in ogni Regione del Mezzogiorno è definitiva.
È una buona notizia per la Sardegna
perché sino a qualche settimana fa l'ipotesi era di limitare solo a tre porti
del Sud - Napoli, Gioia Tauro e Taranto – questa possibilità. È prevalsa la
strategia, per altro già presente nel testo del Governo, di una rete di zone
economiche speciali istituite dalle Autorità portuali basandosi sui porti
Ten-T, come Cagliari, estendendola al contempo anche agli altri porti
appartenenti alla stessa Autorità. Questo significa che toccherà alla nuova
Autorità insieme alla Regione scegliere sedi ed estensione delle Zes aprendo l'opportunità
anche per Porto Torres, Olbia e Oristano».
Con il decreto vengono rese chiare
le regole. Le zone economiche speciali regolamentate con questa normativa erano
da tempo attese: si tratta di aree a burocrazia zero, con corridoi doganali
semplificati e protocolli che rendono veloci le transazioni amministrative.
«Luoghi dove la Visco Sud col suo credito d'imposta, è estesa sino al 2020 e ampliata
sino ai 50 milioni per singolo investimento - dice ancora il senatore sassarese
-. Si tratta di una misura selettiva destinata alle aziende che abbiano interesse
a esportare o importare e che vedano in una semplificazione e accelerazione dei
processi doganali un forte vantaggio competitivo. In questo modo uno dei punti
deboli delle aziende nel Mezzogiorno, la fragilità del passaggio dal mercato
locale a quello internazionale spesso dovuto all'ostacolo rappresentato dalla complessità
delle procedure quando a doverle affrontare sono piccole imprese, viene
superato».
«È stato inoltre recepito nel testo
finale un emendamento da me presentato come primo firmatario che porta da 5 a 7
anni il periodo di tempo minimo per cui le imprese dovranno mantenere la loro
attività nelle Zone economiche speciali per non perdere i benefici concessi -
aggiunge Lai -. Una modifica che serve a limitare l'azzardo morale di chi cerca
finanziamenti, anche se la modalità di sostegno alle imprese non è quella dei
contributi a fondo perduto ma il credito di imposta. In questo contesto il polo
della chimica verde, già potenziato in questo decreto con il nuovo articolo che
recepisce la direttiva europea, potrebbe aumentare fortemente la sua
attrattività se le eventuali aziende di filiera potessero trovare mercati
esteri e spazi di insediamento in una nuova Zse a Porto Torres».
Unione
Sarda
REGIONE.
Sì alla legge con polemica Passa lo stop ai migranti
Niente
incentivi agli alberghi che li accolgono
Le strutture che accolgono i
migranti non avranno incentivi per
migliorare l'offerta turistica.
L'emendamento del centrodestra fa
saltare il banco e il voto segreto
inchioda la maggioranza. Ultimi
scossoni della legge sul turismo che
ieri mattina è stata approvata
dal Consiglio regionale. L'aula si
spacca tra i sostenitori del
provvedimento di buon senso e chi
invece grida allo scandalo per un
velato razzismo dietro
l'emendamento. Ieri è stata presentata una
proposta di legge, firmata da tutta
la maggioranza, per cancellare
l'emendamento.
UN ERRORE Interviene anche il
presidente Pigliaru che parla di
«emendamento frettoloso e approvato
in modo improprio che non deve
rovinare quello che c'è di buono»,
ossia una legge che «tutta la
Sardegna del turismo aspettava da 33
anni». Per il governatore «il
tema è serio e non può essere
affrontato con poche righe concentrate
solo sul problema di persone nei
confronti delle quali abbiamo il
dovere dell'accoglienza».
L'assessora Barbara Argiolas, parla di
«legge importante, attesa da tempo,
che riporta il turismo in Sardegna
al passo coi tempi e fissa i
princìpi e l'idea di sviluppo della
Sardegna turistica che ci piace».
«BUON SENSO» Il primo firmatario
dell'emendamento è il consigliere
regionale di Forza Italia, Antonello
Peru che difende il
provvedimento: «Si fa chiarezza sia
sull'utilizzo delle strutture
ricettive esistenti sia sulle
modalità di accesso alle agevolazioni».
Peru punta il dito sui consiglieri
di centrosinistra che cercano di
«strumentalizzare» ed esclude
«qualsiasi intento discriminatorio». Più
duro l'esponente di Fratelli
d'Italia, Paolo Truzzu, convinto non ci
sia «niente di scandaloso nel
provvedimento. Chi vuole fare business
sull'accoglienza degli stranieri e
destinare le proprie strutture
all'ospitalità dei migranti è già
ben retribuito e non deve ricevere
altri fondi regionali».
LA RABBIA Ma nel centrosinistra il
clima è teso, tanto che Rossella
Pinna (Pd) parla di «una brutta
pagina per il centrosinistra, accodato
alle più becere posizioni della
destra estrema». Il tema era da
affrontare «in maniera meno
superficiale, ma il voto segreto ha
impedito il confronto». Il collega
Roberto Deriu (Pd) è convinto che
dietro un provvedimento presentato
come di buon senso ci sia «il
sottile messaggio che le strutture
per i migranti siano di serie C».
Negativo, inoltre, l'assunto per cui
«lo straniero ricco lo chiamiamo
turista, quello povero addirittura
clandestino». Critico anche il
deputato di Mdp-Art.1 Michele Piras
che parla di atto
«incostituzionale e
discriminatorio».
CONTROCORRENTE Si astiene il
capogruppo dell'Upc, Pierfranco
Zanchetta, «deluso e insoddisfatto».
Per Zanchetta il problema
riguarda i «campeggi che occupano le
zone di maggior pregio e che la
legge premia con un aumento sino al
35% delle casette prefabbricate».
Il capogruppo quindi alza le
barricate perché «nettamente contrario a
questo incremento».
ALBERGATORI Il presidente di
Federalberghi, Paolo Manca, esprime
soddisfazione per l'approvazione
della legge e ricorda: «Bene alcuni
passaggi sull'abusivismo. È stata
accolta la proposta di inserire
l'Identificativo Unico Numerico che
differenzierà le strutture extra
alberghiere che lavorano con
trasparenza da chi fa accoglienza fuori
norma». (m. s.)
Trenitalia,
patti chiari: «Saremo più puntuali»
Maggiore
comfort sui convogli dei pendolari e penali in caso di ritardi
Anche 18
mezzi nuovi nell'intesa con la Regione
Ancora Trenitalia non ha speso
nulla, ma comprerà diciotto treni nuovi
di zecca per la Sardegna e già se li
sognano i pendolari (se ne
contano 13.300 ogni giorno)
sopravvissuti agli anni di corse
annullate, ritardi paurosi,
coincidenze fallite. «È una buona
giornata», ha annunciato il
presidente Francesco Pigliaru che ieri,
assieme all'amministratore delegato
di Trenitalia Barbara Morgante, ha
firmato il nuovo contratto di
servizio valido fino al 2025. Una firma
arrivata dopo una trattativa dura,
estenuante, quasi un braccio di
ferro.
LE CONDIZIONI Il contratto punta
sulla qualità del trasporto, fissando
ad esempio indicatori di comfort del
viaggio e puntualità che, se non
osservati, costringeranno Trenitalia
a pagare la penale al committente
del servizio, ovvero la Regione.
Dunque, la Sardegna darà a Trenitalia
43 milioni all'anno a fronte di 3,7
milioni di chilometri percorsi
(180 i treni in viaggio ogni giorno
sulle linee regionali, 43 le
stazioni servite) nonché
dell'impegno a investire sul rinnovo del
parco treni. Sotto questa voce
l'investimento complessivo è di 123
milioni di euro: Trenitalia ce ne
metterà 114, mentre la Regione quasi
9 milioni e mezzo. Verranno
acquistati diciotto nuovi convogli: dieci
Swing (consegna il prossimo anno) e
otto Automotrici di nuova
generazione (arriveranno tra il 2020
e il 2021).
IL PATTO «I Swing sono già stati
ordinati, gli altri - ha spiegato
l'amministratore delegato - saranno
acquistati a valle di una gara
lanciata un mese e mezzo fa per 135
nuovi treni diesel, i primi otto
per la Sardegna. La gara è in corso,
contiamo di affidare la commessa
per gli inizi del 2018. È un impegno
importante sul fronte del rinnovo
della flotta: i sardi lo
percepiranno via via, negli anni a venire.
Crescerà la qualità del servizio per
chi sceglie di viaggiare sul
treno. Un obiettivo che ci permette
di riacquistare la credibilità che
si era persa».
LA RETE I cittadini, ha
puntualizzato Pigliaru, «vogliono la garanzia
della puntualità nonché la comodità
durante il viaggio. È a queste
esigenze che vogliamo rispondere
investendo sulla qualità del
trasporto. Con questo intervento
l'età media dei nostri treni passerà
da 23 anni a 4,5». Già, ma il vero
problema è lo stato della rete, non
solo quella ordinaria gestita da
Rfi, ma pure quella a scartamento
ridotto dell'Arst. Era il problema
che ha costretto i Pendolini a
comportarsi come una littorina. Il
presidente non aspetta obiezioni:
«In questo contratto di servizio
stiamo parlando meno di velocità dei
treni perché questo aspetto riguarda
le nuove tecnologie e lo stato
della rete». Appunto. «Per far sì
che i treni vadano più veloci il
ministro Delrio ha previsto una cura
del ferro allocando oltre 400
milioni per la rete ferroviaria
sarda». Fondi un po' della Regione (20
milioni per il sistema di controllo
marcia-treno), gli altri del Patto
per il Sud, Fondo sviluppo e
coesione, Ministero, Rfi.
LA TECNOLOGIA Adesso, non è per
evocare i fantasmi, soprattutto nel
giorno della prima uscita del neo
assessore ai Trasporti Carlo
Careddu. Ma l'ex Massimo Deiana non
aveva detto che, per ammodernare
la rete ferroviaria della Sardegna,
sarebbe servito non meno di un
miliardo e mezzo di euro? E allora,
più che una cura del ferro non è
magari una cura di camomilla?
«Quelle saranno state valutazioni oggi
non più attuali - avvisa Pigliaru -.
Il nostro progetto è fondato
sulla soluzione tecnologica, la più
immediata. Per ridurre di pochi
minuti i tempi di percorrenza di una
tratta, che senso ha fare un
tunnel con un cantiere che dura
trent'anni?». Nel contratto che
programma gli investimenti per i
prossimi nove anni non c'è traccia di
integrazioni fra i trasporti
ferroviari e quelli su gomma. Magari
sarebbe una soluzione benedetta
anche per quei territori poco serviti,
come il Nuorese. «Adesso - dice
Arnaldo Boeddu, Filt Cgil - la Regione
dovrebbe sottoscrivere un contratto
di servizio con tutte le aziende
di trasporto per far sì che possano,
tra l'altro, pensare a
investimenti e programmazione».
Piera Serusi
SELARGIUS.
Parla Gigi Gessa
Mister
Preferenze alla Viabilità: «Nuovi progetti»
Ha il record storico delle
preferenze ottenute: 454, lasciapassare per
la Giunta. «Un risultato oltre le
mie aspettative, forse il
riconoscimento del mio impegno nella
precedente consiliatura»,
commenta Gigi Gessa, 50 anni,
esponente di Forza Italia e
neo-assessore ai Servizi
tecnologici, Manutenzione strade, Viabilità,
Arredo urbano e Parchi.
Da cosa partirà?
«Proseguirò il programma di
manutenzione di strade e marciapiedi,
renderò Selargius una città a misura
di tutti».
Non è una novità.
«È un cammino iniziato dieci anni
fa, dopo quasi cinquant'anni di incuria».
Viabilità.
«Negli ultimi anni abbiamo
raddoppiato via della Resistenza e
realizzato la rotonda in via
Peretti. Attendiamo che la Regione attivi
la messa in sicurezza della 554,
fondamentale per alleggerire il
traffico di attraversamento».
E lo svincolo di Is Pontis Paris?
«È un'altra opera in programma, da
realizzare nel minor tempo
possibile, necessaria per garantire
la sicurezza dei nostri
concittadini e degli automobilisti
di passaggio».
Piano del Traffico: la minoranza vi
rimprovera che non è stato completato.
«Lo è all'ottanta per cento.
Parliamo di un progetto vecchio, che non
risponde alle esigenze attuali del
nostro territorio».
Cosa c'è di nuovo?
«Stiamo valutando la possibilità di
realizzare una rotatoria
all'incrocio tra via Trieste, via
Parigi e via della Resistenza. Si
tratta di capire se lo spazio è
sufficiente e di reperire le risorse».
Sara Marci
SASSARI.
Nicola Sanna il giorno dopo la presentazione della nuova Giunta
Il
sindaco: «Recupereremo il tempo perduto»
Due mesi di paralisi
politico-amministrativa, poi la soluzione: tre
nuovi innesti al posto di
altrettanti assessori dimissionari. Una
nuova giunta all'80 per cento uguale
alla precedente. Era un problema
di poltrone da spartire, la rottura
di un equilibrio in maggioranza o
la crisi del leader? Quando in una
Giunta si registrano sei defezioni,
in tempi diversi, accompagnate da
critiche al lavoro del sindaco,
significa che qualcosa si è rotto.
Siete arrivati sull'orlo del
fallimento. Il suo partito è stato
determinante per ricompattare la
Giunta?
«Chiariamo. Io non sono contro il
Pd, sono un fondatore del Pd. Ma ci
sono stati dei problemi, frutto
soprattutto della preoccupazione della
deriva che stava prendendo la
Giunta. Il mio partito mi è stato
vicino. Non mi ha risparmiato
critiche ma ha lavorato con gli alleati
per recuperare quel senso di
condivisione indispensabile per governare
la città. Il ruolo di sindaco
richiede scelte rapide. Questo comporta
talvolta inevitabili decisioni
veloci che possono apparire poco
condivise. È un mio limite, e me ne
scuso, ma è frutto dell'ansia di
portare avanti il lavoro forzando i
tempi della burocrazia. Questo è
stato mal tollerato, sono nate
incomprensioni. Ora siamo tornati al
lavoro. Dal giorno stesso
dell'insediamento».
Avete ripreso a pedalare, insomma.
«Capisco la sua ironia. Ogni giorno
ne sento di tutti i colori. Ma ero
e resto convinto della bontà della
scelta fatta. Anche se oggi
prevalgono i disagi per i cittadini,
saranno rimediati e superati».
La discesa dei Candelieri si
avvicina. Paura di fischi e
contestazioni? «È la festa grande
della città che l'Unesco ha
riconosciuto patrimonio immateriale
dell'umanità. Dobbiamo rispettarla
evitando spiacevoli eccessi e
rinnovando con i Gremi il rito di
devozione alla Vergine Assunta».
Gibi Puggioni
Un
miliardo sulle ferrovie, nuovi
treni e investimenti
Subito due Minuetti riveduti,
corretti e anche con l'aria
condizionata a bordo, per convincere
i pendolari di Sardegna che
«viaggiare in treno non è solo una
necessità, ma è soprattutto comodo,
sicuro e puntuale». Anche se la
musica sulle rotaie cambierà davvero e
per sempre - è l'annuncio - più che
altro fra un anno, quando
entreranno in servizio gli Swing,
con un motore diesel da 390
kilowattora e una velocità di
crociera intorno ai 130 chilometri
all'ora. Saranno dieci, gli Swing,
che sono molto celebrati da
Trenitalia, meno su Internet: di
recente, in Toscana, hanno avuto
qualche problema. Senza fasciarsi la
testa prima, c'è comunque anche
dell'altro: dal 2020 in poi
arriveranno altre otto automotrici, che
non hanno ancora un nome ma - è
questa la promessa - saranno
all'avanguardia. Sono in tutto 18
treni e tutti destinati a far star
meglio chi viaggia per lavoro e
studio: 13.300 passeggeri ogni giorno.
I primi treni speciali entreranno in
servizio sull'Oristano-Cagliari e
nel Sulcis, poi sulle altre tratte.
Alla fine il pacchetto per
soddisfare il popolo dei pendolari
costerà 123 milioni fra acquisti,
riammodernamenti e manutenzioni
varie: 114 milioni messi da Trenitalia
e 9,4 dalla Regione. Con questo
risultato assicurato: in un colpo solo
l'età media della flotta scenderà
dagli attuali 23 anni e mezzo,
un'enormità, ai 5 del 2021. «È vero
- ha detto Barbara Morgante,
amministratrice delegata di
Trenitalia - qui in Sardegna la nostra
immagine non è stata sempre delle
migliori. Ora l'azienda è impegnata
a recuperare credibilità e siamo
sulla strada giusta. Basta dire che
la nostra puntualità è già a un
passo dalla perfezione: siamo al 94%».
Sulla qualità dei convogli ci
sarebbe ancora molto da contestare, ma
con i Minuetti imbellettati, gli
Swing e le automotrici «in quattro
anni cambierà tutto», ha giurato la
manager.
Lo ha detto poco prima di
firmare con la Regione l'atteso
super contratto di servizio da 387
milioni spalmato in nove anni,
scadrà nel 2025, 43 milioni nel primo.
«È questa la portata della nostra
grande sfida per rilanciare il
ferro», ha detto il governatore
Francesco Pigliaru, sempre più
convinto che «i treni debbano essere
l'asse portante del trasporto
pubblico in Sardegna». Lo sarà - ha
sottolineato subito dopo il
presidente - una volta che saranno
conclusi i lavori sulla rete,
finanziati dallo Stato con oltre 400
milioni, che daranno anche la
possibilità al Pendolino di diventare
davvero una freccia sulla
Cagliari-Sassari e coprire la corsa
in due ore e poco più. Al suo
esordio in pubblico, l'assessore ai
trasporti Carlo Careddu si è
dimostrato da subito abile nel tirar
le somme.
«Abbiamo sottoscritto
un'ottima convenzione - sono state
le sue parole - perché nonostante i
pochi centesimi in più sborsati
rispetto alla precedente, siamo
passati da 11,46 euro a 11,50 ogni
mille metri, avremo di sicuro più
treni, saranno 180 al giorno,
maggiore percorrenza in un anno,
arriveremo a 3,7 milioni chilometri,
e la certezza di contare sul
massimo e dell'affidabilità e del
comfort».
Per essere ancora più
matematici dell'assessore, con quasi
un miliardo, i 513 dell'accordo
Regione-Trenitalia più gli altri 400
messi dallo Stato, le ferrovie di
casa nostra non dovrebbero avere più
nulla da invidiare rispetto a
quelle della terra ferma. Pigliaru
ha aggiunto: «Con questi
investimenti, continuiamo ad
aggredire un sistema che abbiamo trovato
ai minimi storici e, con determinazione,
lo vogliamo far diventare un
servizio giornaliero di qualità e
davvero competitivo con le auto.
Careddu è andato oltre: «Noi abbiamo
fatto la nostra parte e
continueremo a farla».
Ora spetta a Rfi, proprietaria della rete, e a
Trenitalia, che gestirà i treni
acquistati dalla Regione, fare la
loro. Non ci saranno sconti per
nessuno - è scritto nel contratto - in
caso di lavori consegnati in ritardo
o treni che viaggeranno a
singhiozzo «i nostri partner
pagheranno penali pesanti». Di cui
Trenitalia non vuole sentire
parlare: «Siamo abituati a raccogliere le
sfide e a vincerle», ha detto l'ad
Morgante, prima del viaggio
inaugurale del Minuetto 2.0,
destinato a far ritornare il sorriso ai
pendolari di Sardegna. (ua)
Ospedali,
riforma alle battute finali
Oggi
l'intesa trovata nel centrosinistra passerà al vaglio della commissione
La riorganizzazione della rete
ospedaliera è alle battute finale,
almeno nelle stanze della
maggioranza di centrosinistra. Oggi spetterà
alle commissione, dov'è presente
anche l'opposizione, tirare le fila e
provare a mettere nero su bianco gli
articoli che, a settembre,
dovranno essere discussi, votati dal
Consiglio. Nell'ormai immancabile
vertice, è stato il quarto, che
precede ormai ogni seduta della
commissione, i passi in avanti sono
stati più di uno. Nuoro, con
capofila l'ospedale San Francesco,
avrà tutto il possibile anche se
continuerà a essere solo un primo
livello.
Come annunciato alla fine
della scorsa settimana, in base
all'accordo di massima raggiunto
allora dal centrosinistra, sarà
potenziato il reparto che si occupa di
chi è stato colpito da un ictus,
avrà in più il percorso per la
diagnosi e la cura del tumore al
seno e anche un reparto di medicina
nucleare. Dunque, il San Francesco
sarà di fatto un primo livello
potenziato, con un solo vuoto
rispetto agli ospedali regionali, a
Cagliari e a Sassari, in cima nella
piramide della Rete: non avrà la
cardiochirurgia.
Per il resto l'offerta sanitaria
sarà la stessa del
Brotzu e dell'Azienda mista
sassarese e quindi - è stato detto
dall'assessore alla sanità Luigi
Arru - «la migliore possibile
dall'inizio alla fine». Anche per il
distretto di Alghero-Olbia è
arrivata la conferma delle notizie
ufficiose della settimana scorsa:
non sarà da subito un ospedale di
primo livello, era questa la
richiesta dei sindaci, ma «comincerà
subito, da quest'anno e non dal
2018, il monitoraggio per farlo
passare di grado ed essere molto più
autonomo rispetto a Sassari». Con in
più anche la conferma che saranno
potenziati i due posti di terapia
semi-intensiva già presenti.
Qualcosa è cambiato anche per quanto
riguarda la mappa dei reparti nel
distretto di Sassari, che va
ricordato è già un distretto ospedaliero
di secondo livello, il massimo
previsto dal ministero della salute.
Com'è trapelato dalla stanza della
commissione sanità, presieduta da
Raimondo Perra del Psi, anche i
reparti di pediatria e oncologia
dell'Azienda mista, che ha
incorporato il Santissima Annunziata,
saranno di secondo livello. In altre
parole avranno la stessa dignità
del polo cagliaritano, è gestito
dall'Azienda Brotzu, e che rimarrà
comunque quello di riferimento
regionale. Questa mattina l'intesa
raggiunta dal centrosinistra, in cui
dentro c'è anche la certezza che
l'ospedale di Lanusei non sarà
depotenziato, passerà al vaglio della
commissione. Commissione in cui
l'opposizione di centrodestra
continuerà a sbattere i pugni sul
tavolo come ha fatto finora. (ua)
Per
lunedì convocato il consiglio comunale, l'appoggio a Bruno ora è in bilico
Donatella
Marino abbandona la commissione e non vota il rendiconto di gestione
Crisi,
l'Udc detta i tempi. il giorno della verità è il 31
di Gian Mario SiaswALGHEROQuello che
doveva essere l'ultimatum, a
questo punto, potrebbe diventare un
"penutilmatum". La scadenza del 30
luglio si avvicina e l'Udc si
prepara a presentare il conto.
L'appoggio alla giunta Bruno sembra
sempre più esterno e sempre meno
solido. Il travaglio politico di
quest'ultimo mese e mezzo ha
letteralmente sfibrato il rapporto
tra lo scudocrociato e il sindaco
di Alghero. Finora Mario Bruno ha
dovuto fare i conti con un alleato
particolarmente irrequieto. Così
vicini da stare insieme alle
elezioni, e vincerle, eppure così
lontani da non trovare mai un
equilibrio. Il saliscendi di
incomprensioni, di malumori, di scontri e
di ricuciture è passato per il
cambio di ben cinque assessori targati
Udc in appena tre anni di mandato
amministrativo.
Fino ad arrivare
alla scelta annunciata una settimana
fa da Lelle Salvatore,
coordinatore cittadino del partito,
Nina Ansini, che in questa fase ha
giocato da protagonista, e i due
consiglieri comunali, Alessandro Loi
e Donatella Marino, di defilarsi
dalla maggioranza, non partecipare
alla ricomposizione della giunta -
alla quale attualmente mancano due
pezzi da novanta come l'assessore
del Turismo, della Cultura,
dell'Urbanistica e dei Servizi
sociali, oltre al vicesindaco - e
promettere sostegno solo in aula, se
e quando le pratiche saranno
condivisibili. Gli esponenti del
partito centrista di ispirazione
democristiana avevano fissato una
serie di priorità, dallo sgombero di
ResPublica a Secal, tanto per fare
due esempi, sulle quali attendono
risposte. Se non ci saranno, il 31
luglio e il 1° agosto in via
Columbano ci sarà da ballare. Per
quelle date è prevista la seduta del
consiglio in prima e in seconda
convocazione.
All'ordine del giorno
l'approvazione del rendiconto di
gestione: due giorni fa Donatella
Marino ha abbandonato la seduta
della competente commissione
consiliare al momento di votarlo. Un
segnale chiaro, come a dire «ci
vediamo in aula». Altrettanto chiaro
è però il segnale che arriva da
Mimmo Pirisi, che nella
"galassia" democratica algherese è espressione
dell'area che fa capo al consigliere
regionale Luigi Lotto, sempre più
interessato alle questioni algheresi
e sempre dalla parte di Mario
Bruno e non del Pd cittadino.
L'altra sera Pirisi è rimasto in
commissione, si è astenuto e ha
consentito alla maggioranza di
licenziare il rendiconto. Su
facebook il capogruppo del Pd ha
annunciato il suo no in aula e la
richiesta di dimissioni da parte del
sindaco. Ma da qui al 31 luglio c'è
ancora tanto tempo.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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