giovedì 24 agosto 2017

Scemio ambientale nel tratto stradale tra Sanluri e Sardara. Libe.r.u. denuncia la gravissima situazione..


Non tutti ricorderanno la vicenda scandalosa legata alla costruzione, alla fine degli anni Novanta, del tratto stradale fra Sanluri e Sardara. In corso d’opera nel sottomanto bitumoso erano state rovesciate oltre 700mila tonnellate di materiale di risulta con alte percentuali di mercurio, arsenico, cadmio e altri metalli pesanti provenienti dalla miniera d’oro della “Sardinia Gold Mining”, in territorio di Furtei.

Il tratto di statale 131 fra Sanluri e Sardara, realizzato dalla “Todini Costruzioni Generali Spa” con sede a Roma, fu inaugurato il 2 febbraio del 2002 dall’allora presidente della Regione Mauro Pili con l’allora responsabile dell’Anas Sardegna Gavino Corazza. Già cinque anni dopo i liquami pieni di metalli pesanti e sostanze nocive cominciarono a infiltrarsi e a riversarsi nel terreno non impermeabilizzato ai lati della carreggiata, attaccando anche le strutture dei cavalcavia a causa della presenza di acido solforico e arsenopirite. 

La Procura della Repubblica di Cagliari accusa di traffico illecito di rifiuti il legale rappresentante della miniera, l’australiano Garry Johnston e Antonino Marcis, di Macomer, che si era aggiudicato il subappalto per la realizzazione della strada. Vengono indagati anche Aldo Serafini, della Todini spa, e il direttore dei lavori dell’Anas Giorgio Carboni. Ad oggi la situazione è quella che vedete in queste foto, con sostanze velenose e metalli pesanti che da anni continuano indisturbati a traboccare dalle pareti e finiscono direttamente nel terreno, scivolando poi nella direzione di falde acquifere e campi coltivati.

Libe.r.u. intende denunciare l’incredibile gravità di questa situazione e richiama alla propria responsabilità le autorità competenti e la classe politica regionale, chiedendo che ci siano interventi urgenti per rimettere in sicurezza l’area. Libe.r.u. auspica, altresì, che almeno questa volta a pagare le spese per la messa in sicurezza siano gli stessi responsabili di questo scempio ambientale e non, come al solito, le casse pubbliche.

Libe.r.u. attende fiducioso che l’assessorato all’Ambiente intervenga prontamente per spiegare in maniera dettagliata quale sia la gravità della situazione e per far conoscere ai cittadini quale sia l’effettiva situazione sanitaria dell’area.

Libe.r.u. – Lìberos Rispetados Uguales

Nessun commento:

Posta un commento