La
Nuova
Sanità-
Ats, il Pds contesta i conti: deficit sanitario pauroso
Partito dei sardi mostra i muscoli e
va alla guerra sulla sanità. Lo fa con una lunga riflessione dell'ex assessore
Paolo Maninchedda, che non risparmia siluri contro l'Ats e mette in evidenza gli
affanni economici del gigante sanitario. Il buco. Maninchedda sintetizza il suo
malcontento con una rasoiata. «Diciamolo chiaro - scrive - Paci va in aula
mercoledì a chiedere 117 milioni di ulteriore finanziamento per la sanità
perché diversamente non si pagano gli stipendi».
Maninchedda fa i conti in tasca alla
Regione e ai costi della sanità. «Il deficit sanitario in tre anni ha assunto
dimensioni paurose. L'imperatore delegato Moirano, che ha attenuato la sua originaria
impostazione "la politica mi dà gli obiettivi, per il resto scelgo
io" diceva all'inizio. Oggi ripete "io eseguo strategie di altri"
e non difende mai la scelta dell'Ats, anche se non la critica ufficialmente.
Oggi la Sardegna è la regione
canaglia, per il deficit, della repubblica italiana. La perdita di esercizio delle Asl sarde a fine
2016 è di circa 316 milioni di euro. Nel solo 2016 i costi della produzione
sono aumentati di 120 milioni di euro. Il punto di partenza di questa gestione
sanitaria era il 2013 che aveva un deficit finanziario di 11 milioni di euro».
La distanza. La sanità è sempre strato
un argomento di conflitto tra il Pd e gli alleati e il Pds non nasconde la sua
contrarierà alla riforma, in particolare dell'azienda unica. «Abbiamo sin
dall'inizio della legislatura preso le distanze da queste scelte e oggi lo
facciamo con ancor più ragioni, ma soprattutto lo facciamo perché siamo certi
che i sardi hanno le energie, morali, politiche, culturali e finanziarie, per
costruire un sistema sanitario efficiente in tutto il territorio e non solo in
qualche eccellenza urbana.
Noi lo facciamo perché sappiamo che
senza una visione d'insieme organica e equilibrata (e l'Azienda Unica non lo è
neanche un poco), i tagli e i risparmi si traducono solo ed esclusivamente in riduzione
dei servizi, come puntualmente sta accadendo. Noi lo diciamo perché siamo
convinti che i grandi processi di centralizzazione (i grandi appalti, i grandi
concorsi, la chiusura dei reparti e gli accorpamenti a prescindere
dall'organizzazione dell'utenza ecc.) non sono garanzie di efficienza, ma sono
architetture barocche dove cresce in modo esponenziale la corruzione,
l'inefficienza e il debito.
Ma di tutto questo non si riesce a
parlare perché, fatta la scelta ideologica, la si vuole difendere contro ogni
evidenza; perché, scelti i manager nel cerchio magico delle affinità elettive,
non li si cambia anche di fronte a evidente poltronite, inadeguatezza di lavoro
e difetto di risultati». Una presa di posizione polemica che si può trasformare
anche in un pericolo per il futuro del resto della riforma della sanità. In
particolare della rete sanitaria che in queste settimane inizia il tratto più
pericoloso del percorso amministrativo. E le posizioni sembrano irrigidirsi
anche dal punto di vista politico.
(l.roj)
Da oggi
incontri serrati nel Pd e con Anci e Cal. Si cerca un accordo
prima
dell'ingresso in aula. Rete ospedaliera, settimana chiave
CAGLIARILa riforma della rete ospedaliera
entra in una settimana
cruciale. Oggi ci sarà il primo
confronto tra la segreteria del
Partito democratico, l'Anci e il
Cal. Sarà un nuovo faccia a faccia
alla ricerca di un punto di accordo
finale, prima dell'ingresso in
aula della Riforma. Da una pare la
maggioranza ha la necessità di
blindare la riforma e non farla
affondare nelle sabbie mobili del
consiglio regionale. Dall'altra i
sindaci cercano di strappare qualche
altro accoglimento dei 18 punti che
erano stati presentati dal Cal
alla giunta. Ma i tempi sono
strettissimi. Perché le date sono già
fissate. Il 21 settembre ci sarà un
incontro in consiglio alla
presenza dei sindaci.
Poi il 22 un vertice a Oristano del
Pd. Sarà un
altro momento chiave in cui le anime
del partito si confronteranno. Il
partito che più sostiene la
necessità di questa riforma che deve
rendere moderno il sistema sanitario
isolano, deve confrontarsi con le
proteste di molti territori che
nella riforma vedono solo un taglio
dei servizi. Una via obbligata
quella della mediazione per non perdere
il treno della riforma, ma non
creare una rivolta nei territori.
Passaggi indispensabili per trovare
una linea condivisa che faccia
approvare la legge. Anche perché
l'ingresso della riforma in aula è
previsto per il 26 settembre. Questo
sarà uno dei passaggi cadine di
tutta la legislatura. Il progetto di
riforme che la giunta regionale
ha portato avanti in questi anni
vede nella nuova rete ospedaliera uno
dei cardini. Fino a oggi il
confronto con i territori ha portato più
contestazioni che consensi. Basta
ricordare la rivolta delle mamme
della Maddalena o dei sindaci
ogliastrini in difesa dei loro presidi
ospedalieri.
Unione
Sarda
AEREI. La
proposta di Cossa (Riformatori): «Più concorrenza per
migliorare
il servizio». «Continuità, stop ai monopoli»
A
Cagliari via libera agli accordi tra vettori per gestire le rotte
E se a gestire le rotte della
continuità territoriale fossero più
compagnie, senza il monopolio che ha
caratterizzato il ponte aereo con
Roma e Milano dal 2001 a oggi? In
realtà a Cagliari un'ipotesi simile
si potrebbe verificare, visto che
nel bando che la Regione si appresta
a varare (il secondo dopo quello
scaduto a luglio e andato deserto)
sarà prevista espressamente la
possibilità di accordi e raggruppamenti
temporanei di imprese. In pratica i
vettori potranno stringere patti
per spartirsi i collegamenti con
Linate o Fiumicino.
LA PROPOSTA C'è poi chi vorrebbe una
vera e propria liberalizzazione,
ma con alcuni paletti in modo da tenere
alta la qualità del servizio.
Per superare i limiti evidenziati
dagli ultimi modelli di continuità
territoriale. «È davvero il
monopolio lo strumento più idoneo a
garantire il diritto alla mobilità
dei sardi? Per i prossimi mesi
l'assessore Careddu parla di proroga
del servizio a Cagliari.
Ammettendo che ci siano i
presupposti tecnico-giuridici, la proroga
sarà possibile solo a due
condizioni: che Alitalia esista ancora e che
accetti di continuare a svolgere il
servizio. E se nessuna di queste
condizioni si verificasse?», si
chiede Michele Cossa, consigliere
regionale dei Riformatori sardi.
Un preambolo necessario per arrivare
al dunque: «Ben diversa sarebbe la
situazione se ad operare su
Cagliari fossero diversi vettori,
tutti sottoposti ai vincoli imposti
dalla continuità territoriale ma in
una competizione, regolata, fra
loro. I sardi avrebbero un'offerta
più varia, una migliore qualità del
servizio e le peripezie di una
compagnia non finirebbero per inficiare
la continuità territoriale, come
sovente è accaduto sinora», conclude Cossa.
BIGLIETTI FINO A MARZO Intanto
novembre si avvicina e rimane
l'incognita dei biglietti. Meridiana
ha già messo in vendita i posti
in aereo sui collegamenti di Olbia
con le nuove tariffe, inferiori di
due euro rispetto a quelle attuali.
Entro questa settimana potrebbero
essere disponibili anche quelli di
Alghero, che verranno gestiti da
Blue Air: la compagnia invierà nelle
prossime ore alla Regione orari e
programmi. Dopo l'approvazione, i
biglietti potranno essere acquistati
su internet.
Anche Alitalia ha messo in vendita i
posti per le rotte cagliaritane
da novembre a fine marzo. Ma in
realtà non è ancora scontato che sia
l'ex compagnia di bandiera a gestire
la continuità territoriale
nell'aeroporto di Elmas. Il futuro
di Alitalia è ancora tutto da
scrivere: entro il 2 ottobre
dovranno essere presentate le proposte
vincolanti per l'acquisto. Sarebbero
13, tra compagnie e fondi
d'investimento, i soggetti
interessati.
LE CANCELLAZIONI RYANAIR Tra questi
c'è anche Ryanair, che ha
annunciato per le prossime settimane
un'ondata di cancellazioni. La
low cost farà fronte, così, ai
problemi legati allo smaltimento delle
ferie dei piloti. Ieri sul sito internet della
compagnia sono stati pubblicati i primi
elenchi dei voli eliminati. Fino a
mercoledì la Sardegna non dovrebbe
essere toccata dalle cancellazioni.
«Il vostro volo sará operato
regolarmente a meno che non abbiate
ricevuto una email di conferma
cancellazione. Vi preghiamo di
controllare la mail che avete
utilizzato per prenotare il vostro
volo», fanno sapere dal quartier
generale di Dublino.
«INTERVENGA L'ENAC» «Il caos che sta
colpendo i voli della Ryanair,
creando pesantissimi disagi e danni
economici agli utenti, richiede un
intervento urgente delle
istituzioni. Il ministero dei Trasporti
valuti se non sia opportuno
sollecitare immediatamente l'Enac e se non
sia il caso di coinvolgere anche
l'authority dei Trasporti. Le stesse
Regioni colpite dai disagi, che
finanziano la compagnia con incentivi,
dovrebbero valutare se non ricorrano
i presupposti per chiedere
indietro i fondi», sostiene il
deputato del Partito democratico
Michele Anzaldi, componente della
commissione Trasporti della Camera.
Nelle prossime ore verrà presentata
un'interrogazione al ministro
delle Infrastrutture Graziano
Delrio. (m. r.)
TURISMO.
Il sindaco chiede nuove strutture, Federalberghi frena:
crescita
non strutturale. Quei mille posti letto perduti
Dal
Mediterraneo all'ex Marino: hotel da aprire o riconvertire
Stagione boom. A luglio e agosto a
Cagliari in hotel, B&B e residence
non c'era una stanza libera: 100% di
riempimento. Quasi 6000 posti
letto sold out. Le presenze hanno
fatto registrare un 20% in più
rispetto al già eccezionale 2016. Il
turismo cresce e le strutture
ricettive in città sembrano non
bastare più. Ne servono di nuove? Per
molti sì. E tra loro c'è anche il
sindaco Massimo Zedda, che a giugno
spiegava: «C'è un gran bisogno di
nuovi alberghi, potrebbero nascere
con la riqualificazione delle grandi
volumetrie non più utilizzate
come a Calamosca e nella zona del
porto».
GLI HOTEL CHIUSI L'ubriacatura
dell'estate dei grandi numeri rischia
però di inebriare. E portare a
scelte sbagliate e potenzialmente
pericolose. «Nessuna preclusione per
nuovi investimenti - è il parere
di Mauro Murgia di Federalberghi -,
ma solo se sono seri, diminuiscono
l'abusivismo e non sono basati solo
su fattori contigenti, perché se
si creano troppi posti letto diventa
una guerra e si fanno male in
tanti». Tutti infatti sanno - e
Federalberghi lo conferma - che la
stagione record «non è dovuta a una
strategia turistica definita,
bensì a una serie di fattori tra cui
la chiusura dei flussi turistici
verso mete a rischio per il
terrorismo». In altre parole: improvvisa
come è arrivata, la manna potrebbe
anche finire. Esiste però una
strada alternativa alla costruzione
di nuove strutture: riaprire gli
alberghi chiusi da anni. «Sarebbe
auspicabile», dice Murgia. A
Cagliari ce ne sono almeno quattro
che, per motivi diversi, sono
attualmente inutilizzati.
Totale: oltre mille posti letto.
IL MEDITERRANEO Il caso più noto è
forse quello dello storico hotel
Mediterraneo, tra la basilica di
Bonaria e il mare. Comprato da
investitori russi nel 2014 avrebbe
dovuto riaprire nel 2015 come un
hotel a cinque stelle, ma i lavori
sono fermi per beghe giudiziarie
tra società sulle quali, dopo alcuni
esposti, sta indagando anche la
Procura. Intanto 27 lavoratori che
avrebbero dovuto essere riassunti
dalla nuova proprietà sono stati
mandati a casa e a fine anno scadrà
anche la concessione edilizia
rilasciata nel 2014, tanto che agli
uffici tecnici del Comune è arrivata
una richiesta urgente di
incontro. Come finirà? Nessuno lo
sa.
L'EX ASSESSORATO Un'altra struttura
facilmente riconvertibile è
l'edificio di piazza Giovanni XXIII
che sino a due anni fa ospitava
l'assessorato regionale al Lavoro.
Costruito come albergo Enalc, da
luglio è finito all'asta tra i beni
della Regione in via di
dismissione per un prezzo di quasi
12 milioni di euro, più
precisamente 11 milioni e 940.860.
Qualcuno lo comprerà?
EX MODERNO C'è poi l'ex hotel
Moderno di via Roma, potenzialmente una
struttura di grandissimo appeal.
L'edificio, di proprietà dell'Ersu,
ospita da tempo la Casa dello
studente. Da quattro anni è però chiuso
perché ha bisogno di urgenti lavori
di ristrutturazione. Per
rimodernarlo sarebbero disponibili 5
milioni di euro, ma in attesa che
il progetto decolli in Consiglio
comunale c'è chi ne chiede la vendita
e la riconversione all'uso
originario.
L'EX MARINO Capitolo a parte merita
l'ex ospedale Marino, ormai da 30
anni monumento al degrado. Dopo la
sentenza del Consiglio di Stato che
ha restituito la struttura del
Poetto alla Regione, il sindaco Massimo
Zedda ha ipotizzato un bando unico
per la futura gestione da parte di
provati dell'ex colonia Dux da
trasformare in albergo e da valorizzare
insieme all'ippodromo. «Quell'area
ha una vocazione prettamente
turistica, sarebbe la soluzione
migliore», ha ribadito in Consiglio il
primo cittadino. Sperando non
passino altri 30 anni.
Massimo Ledda
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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