La
Nuova
In
Consiglio il riordino passa a maggioranza, 30 a 20. Ma Cp si smarca. La Busia
vota no, Agus si astiene. E restano dubbi a sinistra della coalizione. Via
libera alla riforma della rete ospedaliera. Di Umberto Aime
Dieci voti di scarto, 30 a 20, con
la lode dell'applauso. Il gran finale della riorganizzazione degli ospedali è stato
questo. Era scontato che finisse così: la maggioranza di centrosinistra era
troppo forte, e poi le va riconosciuto di aver lavorato bene dietro le quinte,
poche volte ha dovuto usare la lima grossa, per far rientrare tutti i malumori
di uno, due mesi fa, quelli che allora sembravano essere una valanga
inarrestabile. Tagli e cuci, correggi e media: il centrosinistra è rimasto
compatto. Le defezioni sono state solo quelle dei consiglieri di Campo
progressista.
Anna Maria Busia ha votato no per
due motivi: «La coscienza mi dice che questa non è la migliore riforma
possibile, ci sono ancora troppe zone grigie, e poi questa maggioranza ha
violato più volte le regole minime del galateo politico. Purtroppo è andata
avanti a ondate a seconda del territorio». Invece s'è astenuto l'altro consigliere di Cp,
Francesco Agus, dopo aver detto: «Mi sarei aspettato molto di più da questa riforma
e ho paura che presto non reggerà alla prova dei fatti».
Per il resto è andato tutto secondo
copione: dal Pd a Mdp, dall'Upc a Sinistra sarda, nessuno si è sfilato via dal
voto favorevole, anche se non sono mancate le critiche. Però, secondo alcune
autorevoli indiscrezioni, anche in quest'occasione è stato decisivo il ruolo giocato
dal governatore Francesco Pigliaru. In più di un'occasione, avrebbe rafforzato
le fila intorno a sé con questa frase: «In campagna elettorale, abbiamo
promesso le riforme e le riforme dobbiamo avere coraggio di portarle fino in
fondo».
È stato difficile e faticoso partire
prima dal decreto del ministero della salute che spazzava via gran parte degli
ospedali pubblici, poi discutere la bozza dell'assessorato alla sanità, con già
un bel po' di salvataggi, e arrivare infine alla mappa definitiva in cui «non
c'è una struttura chiusa, molte anzi saranno potenziate, con i posti letto
ridistribuiti e non cancellati».
Il tutto in nome dell'equità, «non
c'è una macro area svantaggiata rispetto alle altre e ognuna avrà la sua rete»,
della qualità, «le eccellenze saranno a disposizione di tutti e faranno da
traino per quelle strutture oggi al di sotto degli standard nazionali», e
infine del risparmio intelligente: «Senza sprechi e doppioni, avremo più soldi
da spendere per far crescere l'efficienza del sistema». Fra un mese e poco più
il ministero della Salute darà il giudizio sulla mappa finale. Il
centrosinistra è convinto che arriverà un parere positivo, o al massimo «ci
chiederanno qualche correzione».
Se così dovesse essere, da gennaio
la nuova rete ospedaliera diventerà operativa e spetterà ai manager dell'Asl
unica, delle due Aziende universitarie e del Brotzu applicarla. Con la speranza
che, nel frattempo, funzioni la rete territoriale Comune per Comune, a settembre
è stata approvata dalla giunta, decollino gli elicotteri-ambulanza, l'appalto è
in corso, e parta l'Azienda per le emergenze-urgenze. Anche se la trattativa
nel centrosinistra sulla scelta del manager non è ancora finita a pochi giorni
dalla scadenza: domani.
Unione
Sarda
Sì alla
rete ospedaliera: ecco che cosa cambierà
Dopo un
mese di confronto il Consiglio regionale approva la riforma
La rete ospedaliera della Sardegna è
una realtà. La nuova geografia
delle cure prevede un modello in cui
tutti i presìdi sanitari sono
collegati ai poli di altissima
specializzazione del Brotzu di Cagliari
e dell'Aou - Ss. Annunziata di
Sassari. Il punto di riferimento del
centro Sardegna è il San Francesco
di Nuoro che avrà diverse
discipline per curare le patologie
complesse. Attorno ci sono gli
altri presìdi, classificati in base
alla popolazione e al territorio
in cui si trovano.
LA VERIFICA Giunta e Consiglio
regionale hanno lavorato per limare il
testo e adeguarlo il più possibile
alle esigenze della Sardegna,
lontane dalle regole stringenti
imposte dal ministero col DM 70. La
scarsa densità di popolazione di
gran parte del territorio isolano e
la difficoltà di raggiungere in
tempi rapidi gli ospedali, hanno
imposto un ragionamento sulle zone
disagiate. Fra qualche settimana la
riforma sarda sarà al vaglio proprio
dei funzionari ministeriali,
chiamati a fare le proprie
considerazioni sul testo.
VIA LIBERA Dopo oltre un mese di
confronto e tensioni il Consiglio
regionale si ricompatta e chiude la
pratica con 30 voti favorevoli.
Tra questi compaiono anche i cinque
del Partito dei sardi (assenti
alla conferenza stampa finale)
mentre non partecipano alla festa gli
esponenti di Campo progressista con
l'astensione di Francesco Agus e
il voto contrario di Anna Maria
Busia. Dopo l'approvazione, il
presidente Pigliaru sottolinea due
cose in particolare: «Il coraggio
della maggioranza nel fare le
riforme e il fatto che la rete
ospedaliera non è fatta per
risparmiare, ma per migliorare le cure».
L'assessore, Luigi Arru, ringrazia tutto
il Consiglio regionale, anche
l'opposizione, e si sofferma sulla
«sintesi perfetta tra sicurezza
della sanità e riduzione del
disagio».
LA RETE Il modello territoriale
della rete ospedaliera si basa sul
principio di Hub & Spoke , ossia
il perno e i raggi collegati ad esso.
Per quanto riguarda invece la
classificazione viene utilizzato
l'acronimo di Dea (Dipartimento di
emergenza e accettazione) che
qualifica una struttura ospedaliera
in grado di curare i pazienti in
situazioni critiche. Il primo o secondo
livello, invece, fissano le
discipline presenti.
I CRITERI Maggiore è il numero di
casi trattati, maggiore è la
sicurezza delle cure. È il principio
della rete ospedaliera ed è per
questo che Cagliari e Sassari (con
Nuoro per alcune specialità)
avranno i due ospedali in grado di
curare malattie complesse e quelle
che richiedono tempi rapidi di
intervento. A Cagliari, inoltre, il
Microcitemico e il Businco saranno
rispettivamente centri di
riferimento regionale per le
patologie pediatriche e oncologiche. A
completare questa rete ci sono gli
ospedali specializzati di primo
livello che potranno trattare
patologie complesse e stabilizzare le
urgenze prima di collegarle con il
presidio di secondo livello di
riferimento.
SEDE DISAGIATA Gli ospedali di Sorgono,
Muravera, La Maddalena, Isili
e Bosa hanno ottenuto alcune deroghe
a causa della particolare
posizione sul territorio. A questi
si aggiunge il Delogu di Ghilarza
che avrà gli stessi servizi
nonostante la classificazione in Centro di
emergenza territoriale, la stessa
degli ospedali di Ittiri e Thiesi.
Tra le varie cose, questi ospedali
avranno il Pronto soccorso, la
chirurgia programmata e la medicina
generale.
Per il Paolo Merlo della
Maddalena rimane attivo il Punto
nascita con tre posti letto di
pediatria e la camera iperbarica. Un
altro principio è ridurre i
ricoveri inutili e curare le
malattie croniche in strutture di
prossimità: questo compito sarà in
capo agli ospedali di comunità.
SODDISFAZIONE I segretario del Pd,
Giuseppe Luigi Cucca, parla di
«traguardo importante e vittoria
della maggioranza e del Partito
democratico».
Il capogruppo, Pietro Cocco dice:
«Abbiamo approvato la
riforma il 25, data della
rivoluzione di ottobre e non il giorno prima
quello della disfatta di Caporetto».
Mondo Perra (Psi), la definisce
«una riforma socialista perché
tutela i cittadini». Daniele Cocco
(Sdp) dedica un ringraziamento «ai
pazienti che hanno subìto tanti
disagi fino a ora». Francesco Agus
(Cp) sceglie l'astensione: «Qualche
emendamento ha migliorato il testo
evitando gravi problemi futuri. Ma
la riforma non è delle migliori e in
futuro la dovremo modificare».
Matteo Sau
Previsioni
meteo
Nuova
ondata di caldo L'autunno arriverà solo a novembre
Vanno pian piano affievolendosi le
residue correnti fredde e secche
collegate alla bassa pressione sullo
Ionio e responsabili dei picchi
fino a - 3°C registrati le scorse
notti lungo le vallate interne della
Barbagia. Da oggi l'anticiclone
subtropicale si espanderà dalle lande
desertiche nord-africane verso nord
inglobando nella sua calda e
stabile cupola tutti i settori
occidentali europei, spingendosi
addirittura fino alle coste
meridionali della Groenlandia.
La Sardegna
sarà la regione italiana più esposta
al richiamo di correnti calde
tanto che alla quota di 1500 metri
si salirà fino a 15°C/16°C contro
gli 8°C tipici di questo periodo
dell'anno. Atteso un sensibile rialzo
termico anche al suolo con valori
massimi che, nelle ore più calde,
oscilleranno tra 25°C e 27°C con
locali sortite prossime ai 30°C lungo
le vallate e piane interne. Il
maltempo anticiclonico terrà lontane le
perturbazioni fino ai primi di
novembre quando potrà finalmente essere
scalzato da un impulso di aria
fredda polare. Ottobre chiuderà in
parecchie località dell'Isola con
zero millimetri di pioggia,
risultando nel complesso il più
secco dal 2001.
Matteo Tidili
Siccità,
è allarme Invasi quasi vuoti
Tranne qualche temporale sparso, dal
cielo non arriva alcun soccorso
e, mentre in Sardegna si fa il
bilancio di una felice stagione
turistica, comincia a far davvero
paura la perdurante siccità. È
preoccupante l'ultimo aggiornamento
che arriva dal Distretto
idrografico sul livello degli
invasi. In sintesi, su quasi un miliardo
e 800 milioni di metri cubi di
capienza autorizzata, oggi l'Isola può
contare solo su una riserva di 600
milioni di metri cubi d'acqua, 130
milioni in meno rispetto alla fine
di agosto. Detto in termini di
livello di riempimento dei bacini
(cioè dell'acqua che effettivamente
c'è dentro), oggi la media è del 43
per cento (era del 52 un mese e
mezzo fa) con le situazioni più
allarmanti nella Nurra, in Baronia,
nel resto del Nuorese e nel Sulcis.
LA SPERANZA «È una situazione di
preallarme o allarme», sintetizza
Giovanni Sistu, amministratore unico
di Enas, l'ente acque della
Sardegna. I grandi bacini come il
Flumendosa tengono, mentre gli
altri, Liscia a parte, sono ai
minimi storici. «Abbiamo garantito
l'irrigazione delle colture per
tutto agosto e settembre e adesso
stiamo dando il servizio di
soccorso. Si è pensato infatti di
salvaguardare le produzioni della
stagione nella speranza dell'arrivo
delle piogge autunnali». Sicché non
resta che sperare in un novembre e
un dicembre piovosi. «La priorità -
avvisa Sistu - resta la fornitura
idropotabile». Ovvero quella dei
rubinetti di abitazioni e attività
produttive. Non a caso, come Enas,
anche Abbanoa (che compra l'acqua
grezza dall'ente proprietario delle
dighe) spera che le riserve
vengano rimpinguate dalle piogge
della coda d'autunno.
PROGRAMMI A RISCHIO Sperano, potete
capire, anche dalle parti dei
Consorzi di bonifica, gli enti che
passano l'acqua agli agricoltori e
alle aziende zootecniche.
Il livello preoccupante delle scorte
d'acqua
nei bacini rischia di mandare a
gambe all'aria i programmi per la
prossima stagione irrigua. Il fatto
è che se per tradizione gli
investimenti vengono decisi a
novembre, oggi il termine viene
obbligatoriamente spostato a
gennaio. «In queste condizioni non
possiamo fare altrimenti», dice
Roberto Meloni, direttore del
Consorzio di bonifica della Sardegna
meridionale, 37 mila consorziati
in un territorio di 20 mila ettari
che comprende tutto il Campidano
fino a Cagliari e parte
dell'Oristanese.
Questa è obiettivamente la
parte dell'Isola con più riserve
idriche grazie al sistema del
Mulargia e del Flumendosa ma,
puntualizza Meloni, «la crisi del Leni,
del Simbirizzi e del Cixerri ci crea
evidenti problemi anche perché
queste sono risorse perlopiù
destinate all'agricoltura. In queste
condizioni ci vengono a mancare già
40 milioni di metri cubi d'acqua».
(Il consumo si aggira in totale sui
120 milioni di metri cubi).
LA LETTERA In questi giorni in cui
vengono fatte le irrigazioni di
soccorso per i carciofi e le
produzioni in serra, l'ente spedirà una
lettera ai consorziati per
illustrare la situazione. «Un comunicato
che non drammatizza né
tranquillizza. Non possiamo fare i programmi
per la prossima stagione irrigua
perché non sappiamo se, e quanta
acqua avremo a disposizione.
Rimandiamo tutto a gennaio, con la
speranza che intanto gli invasi si
riempiano».
IRRIGAZIONI DI SOCCORSO In Gallura,
giusto ieri il Consorzio di
bonifica ha chiesto a Enas il
servizio di irrigazione di soccorso per
le colture autunnali e invernali.
«Non possiamo fare altro; nella
speranza che piova, finalmente»,
spiega il presidente Marco Marrone. È
quel che si dice anche in provincia
di Nuoro dove le situazioni più
critiche sono quelle della diga di
Posada (nel Maccheronis ormai si
può soltanto pescare le acque morte
dal fondo) e del Cedrino. E dire
che solo nel maggio scorso, grazie
alle scorte arrivate d'inverno,
erano piene. «Oggi sono ai minimi
termini - spiega Ambrogio Guiso,
presidente del Consorzio di bonifica
della Sardegna centrale -.
Da settembre in alta Baronia
serviamo con le autobotti della Protezione
civile aziende agricole e case
sparse, mentre per quanto riguarda il
Cedrino che serve la Bassa Baronia,
la piana di Marreri e Isalle,
stiamo dando un'ora d'acqua per
l'abbeveraggio del bestiame e
l'irrigazione di orti e agrumeti».
Un disastro, sintetizza Gavino
Zirattu, presidente del Consorzio di
bonifica della Nurra. «Il livello
dei bacini è quasi a zero e, oltre
ai danni patiti durante l'estate,
sono a rischio le colture autunnali
e invernali». Inoltre, aggiunge,
«nelle aziende zootecniche non si è
potuto seminare gli erbai». Non ci
sarà l'erba fresca per la nascita
degli agnelli. Gli allevatori
continueranno a comprare foraggio e
mangime.
Piera Serusi
AEREI. Il
ministro firma il decreto
Continuità,
proroga
per Olbia
e Alghero
La continuità territoriale viene prorogata
fino a giugno: l'attuale
sistema di collegamenti, in scadenza
tra due settimane, proseguirà
fino all'estate nei tre aeroporti
sardi. Dopo il primo decreto per lo
scalo di Cagliari, ieri sono
arrivate le due estensioni per Olbia e Alghero.
«Come previsto, saranno le compagnie
Alitalia e Meridiana a gestire i
collegamenti con i principali hub
della penisola rispettivamente dagli
aeroporti Riviera del corallo e
Costa Smeralda», fa sapere la Regione.
LE TRATTATIVE AD ALGHERO Ma ad
Alghero c'è Blue Air alla finestra: la
compagnia rumena, che aveva vinto il
bando per la nuova continuità,
congelato dopo lo stop dell'Europa,
potrebbe garantire i collegamenti
per conto di Alitalia, che non
sarebbe più interessata a mantenere la
sua base nella Riviera del corallo.
I due vettori dialogano da giorni
per trovare un accordo commerciale.
Ieri sera i biglietti per le
tratte algheresi, a partire dal 9
novembre in poi, non erano ancora in
vendita.«I voli sottoposti a oneri
di servizio saranno garantiti per tutti i
sardi e non solo sino a giugno
prossimo», dice l'assessore ai
Trasporti Carlo Careddu. «Ovviamente
questo è solo un punto di
passaggio verso la pubblicazione dei
nuovi bandi ai quali la Regione
sta lavorando, in accordo con il
ministero e con il dialogo aperto a
Bruxelles. Massima attenzione sarà
dedicata in questa fase
all'efficienza del trasporto in
tutti gli scali e riguardo
all'aeroporto di Alghero non sono
esclusi incrementi di voli e
capienze. Con la Commissione
europea», conclude l'assessore Careddu,
«è già stato fissato un appuntamento
la prossima settimana per portare
avanti il confronto sui contenuti
delle prossime gare: difenderemo il
diritto alla mobilità dei sardi
senza rinunciare alle prerogative per
noi irrinunciabili a tutela della
qualità del servizio e al rilancio
di uno strumento di sviluppo
importante per l'economia isolana».
LA POLEMICA Lo slittamento della
scadenza dell'attuale continuità
territoriale offre al coordinatore
di Forza Italia Ugo Cappellacci
l'occasione per attaccare la Giunta
Pigliaru, che «nei giorni in cui
aveva previsto la partenza della
nuova Ct1 è costretta a chiedere la
proroga di quella vigente, varata da
noi nel 2013, perché ha
clamorosamente fallito ogni
obiettivo».
Nuovi
segretari Pd
A
Domusnovas e a Villamassargia
Anche nei circoli Pd di Domusnovas e
Villamassargia si è votato per
eleggere i nuovi segretari. A
Domusnovas hanno votato in 8 su 47
tesserati, eleggendo all'unanimità
un giovane 24nne, Daniele Lusci,
macellaio, entrato da poco nel
partito. Sostituisce un direttivo a 3
che nell'ultimo periodo ha retto il
circolo Velio Spano.
A Villamassargia, è stato eletto
Nicola Bianchini, 35 anni, autista
Arst, consigliere di minoranza. La
sua elezione arriva dopo 2 anni di
sofferenza del circolo (proprio due
anni fa il direttivo si era
dimesso e il partito risultava
lacerato dopo la sconfitta alle ultime
amministrative). Anche per lui
unanimità ma solo 16 voti su 35
tesserati. (s. f.)
La firma
di Delrio. Fino a giugno si volerà su Roma e Milano con la vecchia Ct1
Alghero e
Olbia stop al caos prorogata la continuità
CAGLIARICieli aperti in proroga. Il
ministro dei Trasporti Graziano
Delrio ha firmato il decreto. Anche
su Alghero e Olbia si volerà con
la vecchia Ct1 su Roma e Milano fino
a giugno del 2018. Il pericolo
del vuoto è cancellato, anche se la
diffidenza di chi da settimane
cerca di comprare un biglietto per
partire da Alghero dopo il 9
novembre continua a prevalere.
Alitalia metterà in vendita i biglietti
nel proprio sito in tempi rapidi, in
teoria entro 24 ore, ma neanche
dalla Regione hanno certezza. La
firma. Delrio ha concesso la proroga
della Continuità territoriale anche
su Olbia e Alghero dopo il
pressing della Regione. In realtà il
decreto è la fotocopia di quello
già in vigore su Cagliari.
A gestire i collegamenti saranno
Meridiana
da Olbia, che andrà avanti senza
soluzione di continuità, e Alitalia
da Alghero.Il caso. Su Alghero c'è
qualche difficoltà in più, ma la
soluzione dovrebbe essere già stata
trovata. Perché a vincere la gara
era stata Blue Air. A gestire la
proroga sarà Alitalia, che aveva già
smobilitato in vista dell'addio. La
compagnia di bandiera ha davanti a
sé un futuro molto incerto. A volare
da Alghero per Roma e Milano
potrebbe essere Blue air, ma a
firmare la proroga sarà Alitalia.
L'assessore. Il nuovo responsabile
dei Trasporti per la giunta
Pigliaru, Carlo Careddu, si è
trovato a gestire una situazione di
emergenza. Inattesa ed ereditata dal
precedente assessore. In
brevissimo tempo è riuscito a
trovare una soluzione tampone in accordo
con il governo e con l'Europa.
«Con l'emanazione dei decreti di
proroga della continuità
territoriale in scadenza a novembre anche per
Olbia e Alghero, i voli sottoposti a
oneri di servizio saranno
garantiti per i sardi e i non
residenti fino a giugno - spiega Careddu
-. Ma questo è solo un punto di
passaggio verso la pubblicazione dei
nuovi bandi ai quali la Regione
lavora, in accordo con il ministero e
con il dialogo aperto a Bruxelles.
Massima attenzione sarà dedicata in
questa fase all'efficienza del
trasporto in tutti gli scali. Per
l'aeroporto di Alghero ci saranno
incrementi di voli e capienze. Con
la Commissione europea è già stato
fissato un appuntamento la prossima
settimana. Porteremo avanti il
confronto sui contenuti delle prossime
gare. Difendiamo il diritto alla
mobilità dei sardi, ma non rinunciamo
alla tutela della qualità del
servizio e al rilancio di uno strumento
di sviluppo importante per
l'economia dell'isola».
Poi un affondo
contro le critiche del centrodestra.
«Non stappo lo champagne, ma
siamo riusciti a garantire in modo
serio e responsabile il diritto
alla mobilità di tutti i
sardi».L'opposizione. Attacca il leader di
Forza Italia Ugo Cappellacci. «Nei
giorni in cui aveva previsto la
partenza della nuova Ct1, la giunta
è costretta a chiedere la proroga
di quella esistente, varata da noi
nel 2013. Ha fallito ogni
obiettivo. Prima hanno cancellato le
rotte minori della Ct2, senza
proporre nessuna alternativa. Tre
anni dopo hanno rovinato pure la Ct1
per Roma e Milano. Dopo anni di
pomposi annunci ai quali non sono mai
seguiti i fatti, si lavori per
raggiungere l'obiettivo, smettendola
con il 'ce lo chiede l'Europa', con
le suppliche e facendo valere i
nostri diritti.
Non risulta che per la nostra isola
ci sia la
possibilità 'di ricorrere ad altre
modalità di trasporto'. O i
burocrati di Bruxelles ci fanno
vedere come sono capaci di raggiungere
la penisola in treno o con un altro
mezzo che garantisca i requisiti
citati dal regolamento o devono
accettare la nostra continuità
territoriale. La giunta deve capire
che quando si rivolge a Bruxelles
e a Roma rappresenta un intero
popolo, non un partito o una corrente.
E ora tiri fuori dal cassetto anche
la Ct2». (l.roj)
Meridiana,
Mater e Costa piace il progetto Qatar
turismo e
sviluppo
SASSARILa rotta tracciata dal Qatar
per ora strappa consensi.
Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki,
l'ambasciatore del Qatar in Italia ha
spiegato quali saranno gli indirizzi
del primo investitore straniero
in Sardegna. Evitato lo scivolone
sull'urbanistica l'ambasciatore ha
presentato i piani per far decollare
Meridiana e come immagina il
futuro del Mater Olbia. Anche sulla
Costa Smeralda ha messo l'accento
molto sulla qualità e ha messo da
parte qualsiasi rivendicazioni di
sogni grigio cemento. Il viaggio. Una
rotta rafforzata anche dal
viaggio del premier Paolo Gentiloni,
che tra qualche settimana sarà a
Doha. Tra i temi in agenda anche le
questioni "sarde". Dal Mater a
Meridiana, oltre ai temi nazionali.
Il Qatar ha investimenti per
miliardi di euro in Italia. Le
reazioni.
Le parole dell'ambasciatore
per ora trovano solo sostegno. «Mi
auguro che questo tipo di approccio
mostrato dall'ambasciatore possa far
ricredere chi fino a oggi ha
avuto un atteggiamento negativo -
dice il deputato Gian Piero Scanu,
Pd -. Si è voluta far passare la
vulgata errata secondo cui il Qatar
avrebbe preteso una legge
urbanistica su misura. Un concetto spazzato
via una volta per tutte. Le leggi
sono uguali per tutti e vanno
rispettate. Il Qatar è un importante
investitore e dobbiamo avere il
buon senso di cogliere le
opportunità che vengono offerte. Questo è un
investitore istituzionale, uno Stato
sovrano, non uno speculatore
spregiudicato». Scanu parla anche
del Mater e di Meridiana. «Due
opportunità per tutta la Sardegna.
Si creano posti di lavoro, si
creano asset e infrastrutture.
Il Mater sarà un centro di altissima
eccellenza. Meridiana diventerà un
punto di riferimento. Sono due
asset fondamentali anche per la
crescita del turismo nell'isola.
Perché contribuiscono a creare un
elevato standard di qualità. Non
dobbiamo più abbandonarci alla
quantità, all'economia delle troppe
seconde case. Le iniziative. Scanu
parla anche di possibili nuove
collaborazioni con il Qatar.
«Attraverso queste iniziative si crea
nuovo lavoro. Il Qatar ha mostrato
interesse anche nel comparto
agroalimentare sardo - spiega Scanu
-. Per loro l'accerchiamento
subito dagli stati confinanti rende
complesso l'approvvigionamento
alimentare. Anche perché non hanno
risorse dirette. Ecco che lo
sviluppo di questo comparto potrebbe
garantire l'apertura anche di
questo mercato per i nostri prodotti
agroalimentari».La Regione.
Governatore e assessori mantengono
un profilo basso dopo le
affermazioni dell'ambasciatore.
La diplomazia della politica sarda
sembra prevalere anche sull'apertura
mostrata dal Qatar. L'unico che
si sbilancia è quello ai Trasporti
Carlo Careddu. «Le dichiarazioni
dell'ambasciatore su Meridiana ci
soddisfano. Il suo core business
resterà in Sardegna. Spero che i
manager della società siano
sintonizzati sulla stessa lunghezza
d'onda della proprietà. Ci piace
il futuro di Meridiana tratteggiato
dall'ambasciatore. Noi insieme
alle forze sociali vigileremo perché
quanto annunciato si realizzi».
Gli ambientalisti. Moderata
soddisfazione anche nel pianeta degli
ambientalisti.
Le parole
dell'ambasciatore, che nega qualsiasi
interferenza del Qatar nella legge
urbanistica, e si limita a dire:
«Osserviamo e rispettiamo le leggi
in vigore», indicano una rotta
precisa. Il presidente di Italia
Graziano Bullegas. «Noi non puntiamo
il dito contro il Qatar, né contro
un singolo investitore - dichiara
-. Condividiamo le parole
dell'ambasciatore, ma non cambiano la
questione di fondo, che riguarda la
Regione e la nuova legge
urbanistica. Per noi nessuna deroga
per costruire deve essere data a
nessuno nella fascia dei 300 metri.
Il consumo del suolo in Sardegna
in questi anni è stato tra i più
alti in Italia. Ora occorre difendere
il Ppr che ha messo un argine al
cemento facile».
Assente
Forza Italia, decisivi i verdiniani. E Mdp si sfila dalla maggioranza
Napolitano:
«Voterò la riforma per la stabilità». I grillini all'attacco
Senato,
ok alle fiducie Ma nell'Aula è bagarre
di
Marcello Campo
ROMAIl Rosatellum bis passa al
Senato a colpi di fiducia, cinque in
poche ore, grazie al ruolo
determinante dei «verdiniani»,
compattamente sempre presenti in
Aula per garantire il numero legale,
e alle assenze tecniche di Forza
Italia. In vista del via libera
definitivo di oggi, con voto palese
elettronico, l'esecutivo supera
così l'esame delle «cinque chiame»
in un clima di caos in Aula, tra
gestacci e insulti. Tensione
altissima anche in piazza, dove in un
Pantheon gremito è ancora Grillo
show.
Ma è bufera anche all'interno
del centrosinistra, con gli
esponenti di Mdp che denunciano furiosi un
clamoroso «cambio di maggioranza».
«Oggi si conclude la triste
parabola di chi è entrato con
Bersani e ne esce con Verdini», dice
Miguel Gotor attaccando frontalmente
i dem. Una fibrillazione che
potrebbe avere delle conseguenze
anche nell'esame della legge di
bilancio, già sul filo in
commissione a Palazzo Madama. Una giornata
campale in cui Giorgio Napolitano,
in questo ultimo atto di una
legislatura che lui ha sempre voluto
fosse costituente, torna
«mattatore». Prende la parola a mezzogiorno
in un silenzio carico di
attenzione, per criticare duramente
il ricorso alla fiducia, ma al
contempo difendere il difficile
ruolo del premier Paolo Gentiloni,
«sottoposto a forti pressioni».
Spiega di essere «rammaricato» del
fatto che abbia «dovuto aderire»
alla richiesta di fiducia. Tuttavia
si dice favorevole, malgrado «tutte
le problematicità e le riserve»,
alla fiducia al governo.
Poi però, nel corso del pomeriggio,
non
partecipa alle tante «chiame» ma fa
sapere che domani «affiderà al
voto elettronico finale sul
provvedimento l'espressione della fiducia
al Governo Gentiloni già annunciato
in aula». Sin dalla prima mattina
di ieri, alcuni senatori avevano
fatto presagire i trambusti che
avrebbero accompagnato tutta la
giornata. Il culmine della tensione
arriva a metà pomeriggio, quando, in
un clima ormai di corrida, il
senatore pentastellato Michele
Giarrusso, dopo aver votato, rivolge a
Verdini un esplicito gesto
dell'ombrello. Scoppia il putiferio e i
commessi devono mettercela tutta per
sedare un inizio di rissa. Poco
più tardi, le proteste grilline non
risparmiano nemmeno Pietro Grasso:
sempre Crimi lo invita a
«dimettersi» in segno di protesta contro la
condotta del governo. Ma lui replica
fermo: «A volte è più duro
resistere che mollare.
Per senso delle istituzioni rimango
al mio
posto. Come sapete non ho accettato
di candidarmi in Sicilia proprio
per poter continuare a espletare il
mio compito». Malumori molto più
pacati ma altrettanto significativi
anche all'interno del Pd: Vannino
Chiti assieme ad altri cinque
senatori dem annuncia di non votare la
fiducia, definendo questa scelta «un
grave errore». I voti si
susseguono costanti: la maggioranza
li supera senza grandi problemi,
sempre attenti a mantenere l'Aula in
numero legale. Alla fine della
seduta, proprio prima dell'ultima
fiducia, sull'articolo 6 della
riforma, le opposizioni,
Si, Mdp e M5s lasciano l'Aula.
L'intero
gruppo dei senatori pentastellati
abbandona Palazzo Madama. Domani,
Rosatellum «ultimo atto»: le
dichiarazioni di voto e voto finale
elettronico. Poi Conferenza dei
capigruppo per decidere il calendario
della manovra, il cui cammino sembra
complicarsi proprio per
l'altissima tensione a sinistra.
Tensione che più di qualcuno nella
maggioranza prevede che si
scaricherà sui lavori della commissione
bilancio e quindi sull'iter sereno
della manovra.
Convocazione
urgente per venerdì alle 19: verrà nominato anche il segretario
Il
direttivo Pd alle prese con la crisi
ALGHERO Viene dato il
"carattere di urgenza" alla convocazione del
direttivo del partito democratico
che si riunirà venerdì prossimo alle
ore 19 nella sede di via Mazzini. Il
"carattere di urgenza" è
determinato dalla crisi comunale in
atto che ha visto il sindaco Mario
Bruno presentare le proprie
dimissioni, il cui termine ultimo scadrà
il prossimo 5 di novembre. Se entro
tale data le dimissioni non
saranno ritirate verrà sciolto il
consiglio comunale e la Regione
nominerà un commissario che porterà
gli algheresi a nuove elezioni. Il
direttivo che si riunirà venerdì
avrà alcuni adempimenti da svolgere
dopo il congresso tenutosi sabato
scorso.
Intanto l'insediamento
dell'organismo dirigente e quindi la
nomina del segretario cittadino
del partito e del tesoriere. Per
quanto riguarda la segreteria la
procedura viene data per scontata
visto che dopo la sua relazione al
congresso il segretario Mario Salis
è stato eletto per acclamazione
alla guida del Pd cittadino. Subito
dopo le due questioni procedurali,
sarà affrontato il tema della crisi
comunale. Va ricordato che proprio
al congresso dei Dem catalani è
stata presentata una lista unitaria,
chiesta per primo dal capogruppo in
consiglio comunale Mimmo Pirisi,
che ha poi prodotto un risultato di
consensi unanime.
Nella relazione
del segretario uscente e
riconfermato non si fa esplicito riferimento
a un ingresso ufficiale del Pd
nell'esecutivo di Mario Bruno. Si
manifesta invece la volontà di
salvare in qualche modo la legislatura
ma presumibilmente con un appoggio
esterno e su questioni da
concordare nel merito. Inoltre non è
esclusa anche una rivisitazione
dell'attuale giunta comunale. Non si
tratta di problemucci di poco
conto ma di questioni di rilevante
importanza che potrebbero mettere
in fibrillazione anche i gruppi
della stessa maggioranza.(g.o.)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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