martedì 14 novembre 2017

L’incapacità di leggere il presente. Un mondo in evoluzione, noi, incapaci di comprenderlo. Di Elisabetta Piccolotti.


Più leggo i giornali più mi convinco che sarà una campagna elettorale davvero difficile. Tra le pagine che scorro, on-line e sulla carta, difficile trovare un editoriale o un commento davvero lucidi, capaci cioè di vedere che ciò che accade al Pd in Italia non è solo responsabilità della sfacciata cocciutaggine di Matteo Renzi ma di un processo che avanza in tutto l'occidente. 

Difficile trovare qualcuno che veda lungo, indietro e nel futuro, nella storia - ad esempio - di questo nostro continente che sul patto sociale socialdemocratico era cresciuto come patria della democrazia, del benessere e dei diritti. Difficile trovare qualcuno disposto ad ammettere che quel patto, che per tanto tempo aveva alimentato le culture politiche dei centro-sinistra e il loro consenso elettorale, se ne è andato in frantumi sotto i colpi di una potente crisi economica generata da un mercato selvaggio, globale e finanziariazzato, e gestita perpetuando gli stessi errori, dall'austerità fino al rifiuto di costruire una governance davvero democratica dell'Unione Europea davvero capace di rispondere ai bisogni delle maggioranze che si contrapponevano a quelli di piccole ma assai ricche e potenti minoranze. 

Quando scrivono di Renzi e della nostra sinistra che sceglie un'altra strada dimenticano tutto: dimenticano Occupy Wall Street, il massacro della Grecia di Tsipras, lo shock della Brexit, l'incredibile ascesa delle destre xenofobe e dei nazionalismi in tutto il continente, la sorpresa di Podemos, la vicenda catalana, la vittoria inaspettata di Corbyn, la sconfitta prevedibile della Clinton, il muro di Orban, il tracollo dei socialisti francesi, l'ascesa populista e trasversalista di Macron, il terrorismo che insanguina continuamente le nostre strade e la guerra che insanguina tanti troppi paesi del mondo.

Dimenticano la storia recente dell'Occidente, dimenticano tutto, e scrivono soltanto di rancori personali, calcoli sui collegi e sugli eletti, retroscena pieni di trattative, liste e listarelle, gaffe e sondaggi. Scrivono come fossero delle iperprovinciali riviste di gossip invece che osservatori della politica, e così facendo finiscono per non capire nulla di ciò che verrà e di ciò che va fatto per salvare una democrazia piena dalla morsa di un sistema economico che la stritola. Non capiscono ad esempio che non c'è alleanza artificiale che tenga di fronte a più di un decennio di scelte sbagliate.

Non capiscono che non c'è appello di padre nobile che possa convincere a votare e partecipare chi oggi teme - per mille ragioni diverse - di essere scaraventato in una povertà e un'ingiustizia senza ritorno. Non capiscono, oppure capiscono e fanno gli interessi di chi vorrebbe soltanto buttare fuori dalla storia coloro che ancora oggi - dopo oltre un secolo - pensano sia giusto battersi per l'eguaglianza e libertà degli uomini e delle donne, e per la cura dell'ambiente in cui essi vivono. 

Ecco perché credo che noi dobbiamo sforzarci di non cadere nel tranello, dobbiamo sforzarci tutti di spostarci quando i colpi ci arrivano in faccia, dobbiamo migliorare ancora molto e correggere tantissimo, ma più di tutto dobbiamo credere nella strada che andiamo percorrendo, che - magari fosse diverso! - è piena delle macerie del tempo che ci lasciamo alle spalle, ma è l'unica che va nella direzione giusta.

Di Elisabetta Piccolotti

Nessun commento:

Posta un commento