Unione Sarda
In
Sardegna i due poli studiano le contromisure E il M5S scommette: «Saremo noi la
prima regione a Cinque stelle» La lezione siciliana: «Allearsi per vincere»
Il centrodestra unito vince, il
Movimento 5 stelle è il partito che ottiene più voti e il centrosinistra deve
fare mea culpa e aprire il cantiere per ricostruire la coalizione. La politica
sarda interpreta all'unisono la sentenza delle urne siciliane.
IL MESSAGGIO Forza Italia ottiene la
conferma che la coalizione ritrovata può battere tutti. Così come, suo
malgrado, lo capisce il centrosinistra, che dovrà lavorare per cucire
un'alleanza tra Pd e le altre forze. Il risultato ottenuto in Sicilia induce il
M5S a guardare con fiducia al futuro e a lanciare la campagna per la conquista
della Regione. Certo, sono contesti per certi aspetti molto differenti, ma sufficienti
per una riflessione sullo stato di salute dei partiti.
L'ESEMPIO Il coordinatore regionale
di Forza Italia, Ugo Cappellacci, ribadisce il concetto: «Il centrodestra
unito vince sempre. È un dato che si ripete negli anni e spesso siamo stati
stolti a dividerci». Ma i risultati di ieri «sanciscono il crollo del Pd e la
sconfitta del Movimento 5 Stelle nella loro roccaforte», dice Cappellacci che
si prepara alla campagna elettorale sarda: «Spero che già alle Politiche si
ricostruisca la coalizione del 2014 e che possa poi vincere anche le elezioni
regionali».
TUTTI INSIEME Serve una coalizione
ampia «che apra alle forze autonomiste e alla società civile» anche per la
consigliera regionale forzista Alessandra Zedda , che del dato siciliano coglie
«la forza del candidato, in grado di catalizzare i voti». Fa parte del centrodestra
vittorioso in Sicilia anche Fratelli d'Italia che plaude alla vittoria di «un
candidato della destra», sottolinea il coordinatore regionale Salvatore Deidda
, convinto che «il centrosinistra sia finito anche in Sardegna». Nessun timore
sul bottino ottenuto dal Movimento 5 Stelle: «Vive di luce riflessa dei leader
nazionali, ma sui temi concreti non sono mai pervenuti».
LA RIFLESSIONE In casa Pd è netta la
sensazione che la corsa solitaria sia una strategia sbagliata. Ne è convinto il
segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca , impegnato a «intensificare il
dialogo con i partiti della sinistra e rafforzare la coalizione che già esiste
alla Regione, così come sta facendo il segretario nazionale». Cucca prova a interpretare
il risultato deludente, «peraltro scontato», del Pd, sempre più in difficoltà:
«Siamo la forza di governo, il partito di riferimento. È normale che funga da
parafulmine rispetto al malessere degli elettori».
«NO AI VETI» Per rinsaldare le
alleanze nella coalizione di centrosinistra servono regole d'ingaggio chiare.
Perché se è vero che «da soli non andiamo da nessuna parte», come ammette la
deputata dem Romina Mura , «per ricostruire il fronte progressista, insieme ai partiti sovranisti, serve l'impegno
di tutte le forze della sinistra».
Nessuno dunque pensi di imporre veti,
soprattutto sulle persone, perché «Renzi è il nostro segretario e non deve
essere messo in dubbio». Il risultato della sinistra è un campanello d'allarme
per il deputato di Art.1-Mdp, Michele Piras , preoccupato della «sconfitta complessiva».
Non c'è stato il travaso di voti e «non possiamo gioire del risultato del Pd,
visto che la sinistra non ha catalizzato voti», dice Piras. Va bene ricostruire
il centrosinistra, con «umiltà e consapevoli degli errori», aggiunge, ribadendo
la necessità di «discontinuità sia di politiche che di persone per frenare
l'avanzata delle destre».
PRIMO PARTITO Il Movimento 5 Stelle
chiude le elezioni siciliane con la palma del più votato. «Un risultato
incoraggiante anche in chiave Sardegna, dove abbiamo sempre ottenuto ottime
percentuali», dice la deputata Emanuela Corda . E proprio ai prossimi
appuntamenti sardi, soprattutto le elezioni regionali, va il pensiero della parlamentare,
che rilancia: «Potrebbe essere proprio la Sardegna la prima regione a cinque
stelle». Il risultato è un buon segnale ma «la mia speranza era ottenere la vittoria»,
si rammarica però uno dei leader del Movimento, il sindaco di Assemini Mario
Puddu . «È vero, siamo il primo partito ma alla fine non governiamo. I ragazzi
siciliani non potevano fare di più, vista anche l'astensione». Il futuro del
M5S in Sardegna è «cercare di governare una Regione in cui sia centrodestra che
centrosinistra hanno fallito».
Matteo Sau
E giovedì
Pigliaru vola da Gentiloni
Accantonamenti
e altre vertenze al centro dell'incontro
L'incontro tra Pigliaru e il premier
Paolo Gentiloni in agenda
dopodomani a Palazzo Chigi, sulle
vertenze governo-Regione, è una
tappa importante per il futuro della
Sardegna. Perciò la missione
romana del governatore sarà
preceduta da un incontro della
maggioranza, convocato dallo stesso
Pigliaru per domani pomeriggio
alle 15. Si discuterà della
Finanziaria 2018 e degli accantonamenti:
quest'ultimo, infatti, sarà uno dei
temi chiave di cui si tratterà con
il governo, nel tentativo di ridurre
la quota di 684 milioni che la
Regione deve garantire per il
risanamento della finanza pubblica.
Al vertice dovrebbero prendere parte
anche il presidente del Consiglio
regionale, Gianfranco Ganau, e i
presidenti delle commissioni. Questo
pomeriggio alle 14 si riunirà,
invece, il Partito democratico. Sulla
missione romana interviene il
presidente del Partito dei sardi, Paolo
Maninchedda, che chiede al
presidente di «ottenere atti possibili e
lasciar perdere le piattaforme
programmatiche complesse». Le partite
chiave riguardano il ricorso
sull'Agenzia sarda delle entrate, il
dossier insularità presentato da
Pigliaru a Renzi nel 2015, i poteri
straordinari per intervenire alla
Maddalena e la bonifica dei
poligoni. (m. s.)
Autunno
choc, dall'afa alla neve
La svolta
della stagione nel giro di poche ore, nel pomeriggio
imbiancata
anche Fonni Gelo e primi fiocchi a Desulo, sul Bruncu Spina e sul Limbara
Sembra quasi impossibile ma, dopo
mesi di afa e caldo insolito, è
arrivato il freddo, tanto
repentinamente da cogliere impreparati anche
gli abitanti della montagna. Ieri
mattina i centri di Desulo e Fonni
si sono svegliati con temperature
bassissime e folate di vento gelido.
Anche se le previsioni meteo avevano
annunciato la neve, nessuno ci
aveva creduto. Invece eccola lì:
appare nel primo pomeriggio anche nei
due centri abitati, sotto forma di “
abba niada ”, come si chiama a
Desulo la pioggia mista a neve.
Sulla strada Nuoro-Lanusei, nel primo
pomeriggio si è abbattuta una
violenta grandinata, che ha imbiancato
il passo di Correboi .
A 1400 metri d'altezza, invece, in
località S'Arena a Desulo , una
nevicata di oltre quindici minuti ha
imbiancato il terreno. Accenni di
bianco anche a Bruncu Spina, dove si
spera di vedere presto terminati
i lavori per l'impianto sciistico.
La prima neve a novembre può essere
solo segno di una buona stagione
invernale.
LO STUPORE I primi fiocchi sono
caduti copiosi, nella tarda mattinata
di ieri. Quaranta minuti che hanno
generato stupore, aFonni e
dintorni. «Due giorni fa c'erano
venti gradi, anche a Bruncu Spina»,
afferma Claudio Secchi, mentre
percorre con la sua jeep la strada
panoramica che conduce alla vetta.
«Adesso siamo a zero gradi, con la
neve», rincara Antonello Cugusi,
allevatore. «Ci voleva, dopo mesi di
siccità. Le campagne sono in
ginocchio». D'altronde, se fino a poche
ore prima gli scenari erano
pressoché primaverili, adesso sui monti
del Gennargentu gli scorci sono da
pieno inverno, con temperature in
picchiata. Tuttavia, in montagna il
coro è unanime: «Finalmente è
arrivata», sentenzia Paolo Mazzone,
armato di cuffia e macchina
fotografica. «La neve serviva,
eccome!», esclama Antonello Cugusi.
«Speriamo arrivi anche la pioggia,
per un mese».
GALLURA Prima spruzzata di neve
della stagione, ieri mattina, anche
sul Limbara. I fiocchi bianchi hanno
fatto la loro comparsa intorno
alle 10.30 a Vallicciola e a Punta
Balistreri, a circa 1400 metri.
Erano anni che non si vedeva la neve
in autunno. Nella parte più alta
della montagna, anche le strade sono
state ricoperte dalla coltre
bianca. La temperatura è scesa a
quattro gradi centigradi. A quote più
basse, invece, è piovuto
intensamente.
Daniela Melis
Gianfranco Locci
LANUSEI.
L'assemblea Dem
La
segreteria Pd, ecco la squadra di Carlo Balloi
L'organizzazione e il rilancio del
partito sono stati i temi
all'ordine del giorno dell'assemblea
provinciale Pd, che si è tenuta
sabato in aula consiliare a Lanusei.
Il plenum ha formalizzato
l'elezione di Carlo Balloi a
segretario provinciale, eletto la
direzione territoriale, composta da
40 persone in rappresentanza dei
circoli e la commissione di
garanzia, un organismo di autotutela.
Carlo Balloi ha presentato la sua
segreteria.
Ne fanno parte Fabrizio Usai di
Arzana, Simona Serrau di Tortolì,
Tonino Mereu di Villagrande,
Patrizia Ferreli di Lanusei e Carlo Lai
di Jerzu. Fiorenza Pusole di Baunei
è stata eletta alla presidenza
dell'assemblea provinciale.
«L'unico problema che avrò - spiega
Carlo Balloi - è quello di gestire
l'entusiasmo di queste persone, che
si aggiunge al mio».
Il Pd Ogliastra riparte dai Forum
tematici, sono cinque: sanità, enti
locali, attività produttive, scuola,
formazione e cultura, ambiente e
turismo. «Spazi di condivisione
aperti a tutti, anche i non iscritti o
non simpatizzanti», precisa Balloi.
Il segretario guarda avanti:
«Durante il giro dei circoli ho
riscontrato alcune criticità. Una di
queste è stata la riforma della
scuola. Sarò compito della segreteria
organizzare un incontro mettendo a
confronto chi è favorevole e chi ne
contesta la funzione. Vorremo capire
cosa c'è di sbagliato».
All'incontro hanno partecipato più
di 100 persone. Ottimista il
sindaco di Lanusei Davide Burchi:
«Un incontro positivo in una fase
complicata. Un'occasione di
dialogo». ( si. l. )
ALGHERO.
Due nuovi ingressi e un grande ritorno nell'Esecutivo ter
Mario
Bruno ci riprova Il Pd: estranei alle nomine
La squadra di Mario Bruno non si
cambia. Due nuovi ingressi e un
ritorno, quello di Gabriella
Esposito, che si riprende le deleghe alla
Cultura, Pubblica Istruzione e
Turismo dopo una pausa di alcuni mesi.
Il primo cittadino, incassato
l'appoggio del Partito democratico che
gli consentirà di affrontare i
restanti venti mesi di mandato, ha
presentato la nuova giunta.
NOVITÀ Dei sette nomi che compongono
l'esecutivo, sono solo due le
novità. Si tratta di Angela
Cavazzuti, già direttore amministrativo
nell'azienda sanitaria locale,
titolare delle deleghe alle Politiche
Sociali e Alessandro Balzani,
ingegnere, che terrà le redini
dell'Urbanistica e dell'Edilizia
privata. «Sono molto emozionata per
questa nuova sfida - spiega
l'assessore Cavazzuti - è il mio primo
incarico in politica e voglio
impegnarmi per la città di Alghero».
Eppure non sono mancate le critiche,
proprio per il fatto che il nuovo
titolare della delega non risiede in
città. «Ma come si fa a nominare
un assessore sassarese ai Servizi
sociali del Comune di Alghero? - si
domanda Maria Grazia Salaris del
Nuovo Centro Destra - È il settore
più delicato, occorre conoscere bene
il tessuto sociale della città».
Alessandro Balzani ha promesso,
entro dicembre, di portare in aula il
Piano di valorizzazione della
Bonifica, atto che le borgate attendono
da diverso tempo.
CONFERME Confermata la vecchia
squadra. Raimondo Cacciotto, alle
Manutenzioni e ai Lavori Pubblici,
farà le veci del sindaco. Gavino
Tanchis alle Finanze Demanio e
Patrimonio, Ornella Piras allo Sviluppo
economico e Attività produttive e
Raniero Selva all'Igiene urbana e
Politiche ambientali.
CRITICHE «La Giunta, presentata
oggi, è figlia di questo scalcinato e
sgangherato percorso lontano anni
luce dai problemi degli algheresi»,
commentano dai banchi di Forza
Italia. «Non entriamo nel merito delle
nuove nomine che vedono, tra
l'altro, un riconosciuto professionista
alla guida dell'Urbanistica che,
però, ha già visto (come tecnico del
Partito Democratico), bocciati tutti
gli emendamenti alla “variante
della bonifica”».
Il Pd, intanto, prende le distanze
dalle nomine
nell'esecutivo tenendo a precisare
che, in nessun modo, sono
riferibili al democratici. «È una
scelta che rientra nelle prerogative
del sindaco», chiarisce il
segretario cittadino Mario Salis, anche se
coinvolge iscritti al partito.
Caterina Fiori
La
Nuova
L'eurodeputato
Pd punta sull'autonomia: ma dobbiamo gestirla meglio e
stare in
Europa a testa alta Soru: l'indipendentismo non è la soluzione
CAGLIARIL'indipendentismo non è la
soluzione, parola dell'eurodeputato
del Pd Renato Soru. «Non dobbiamo
mai più chiuderci in noi stessi e
neanche possiamo giocare ancora con
scelte pericolose, o tanto meno
avvelenare i pozzi con illusioni
azzardate. La soluzione è aprirsi
all'Europa e far sì che la Sardegna
stia in Europa come una comunità
forte e responsabile». Lo ha detto
al termine del dibattito «La
Questione sarda fra indipendenza,
autonomia ed Europa dei popoli»,
organizzato dalla sua associazione
«SardegnaEuropa». Soru ha parlato
anche della questione catalana: «Se
è innegabile che Madrid abbia
sbagliato in modo clamoroso a usare
le armi per fermare quella che era
una questione politica e non certo
militare.
È anche vero che le forze
indipendentiste hanno portato la
loro gente a farsi del male. E oggi
senza una vera mediazione potrebbe
essere molto e sempre più difficile
trovare una via d'uscita condivisa».
Ma è sulla Questione sarda che si
è incentrato l'intervento di Soru:
«La nostra Autonomia dobbiamo
saperla gestirla meglio e finora non
ci siamo riusciti. Soprattutto
nei rapporti con lo Stato ci sono
stati troppi errori, anche se ora
l'obiettivo della Sardegna
dev'essere quello di presentarsi e poi
stare in Europa a testa alta.
È questa la nuova identità in cui
dobbiamo credere senza ovviamente
togliere nulla al nostro passato».
Le conclusioni di Soru sono arrivate
dopo gli interventi di chi come
Guido Melis ha detto: «Attenzione,
ogni volta che l'Autonomia perde
prestigio e credibilità, ritornano
le spinte indipendentiste, mentre
sono in pochi a parlare di come
potrebbe essere riscritto e reso più
moderno lo Statuto speciale». È lo
stesso monito lanciato da Luciano
Marrocu: «Dobbiamo parlare di
progetti politici, non infilarci in
visioni separatiste».
Con Lorenzo Dallai, ex presidente
della
Provincia autonoma di Trento, che ha
aggiunto: «A fare la differenza
sono i rapporti che hai con lo
Stato. Più competenze gestisci, meglio
tratti». Però secondo Anthony Muroni
dell'associazione Sardos: «Gran
parte della colpa dell'attuale
disequilibrio è dei sardi. Finora o non
siamo riusciti a ottenere quanto ci
sarebbe spettato e poi abbiamo
utilizzato male quanto c'è stato
concesso». Anche per Anna Maria
Busia, Campo progressista, «in
questi anni il peso dell'Autonomia sì
ristretto. Forse ci siamo
intestarditi a trattare con Roma e invece
avremmo dovuto chiedere con più
forza allo stesso governo di
sostenerci in questa rivendicazione:
l'Europa deve riconoscere il
nostro innegabile stato d'insularità.
Oggi quel sostegno dobbiamo
pretenderlo». Pierpaolo Vargiu,
deputato dei Riformatori, ha
rilanciato il referendum
dell'insularità in Costituzione: «È una
grande occasione per stringere i
sardi intorno a una battaglia
comune». Ma per il segretario del Psd'Az
Christian Solinas: «A mancare
non è certo la consapevolezza degli
svantaggi, ma una Sardegna capace
di muoversi assieme verso obiettivi
condivisi». Fino ad Antonello
Licheri di Sinistra Italiana, che è
stato perentorio nel dire:
«L'indipendenza? È una chimera». Con
la pronta replica di Bustianu
Cumpostu di Sardigna Natzione: «No,
l'autodeterminazione è un diritto
dei popoli».
Vertice
Pigliaru-Gentiloni si riunisce il centrosinistra
Pigliaru
convoca la maggioranza prima del faccia a faccia di giovedì
sulle
entrate Cappellacci, Fi: sgarbo al Consiglio. Maninchedda, Pds: ultima
occasione
CAGLIARIIl vertice a Palazzo Chigi
fra Gentiloni e Pigliaru è
confermato. Giovedì, alle 16, ci
sarà il faccia a faccia su
accantonamenti, vertenza insularità
riconosciuta dall'Europa,
manutenzione del Patto per la
Sardegna, Agenzia sarda delle entrate,
ex Arsenale La Maddalena e forse
anche sulle servitù militari. È un
incontro decisivo, secondo alcuni,
sarà solo interlocutorio, replicano
altri. Sta di fatto che questi
giorni di vigilia sono abbastanza
agitati. Il centrosinistra ha
convocato domani pomeriggio un vertice
di maggioranza, in Consiglio
regionale, con Pigliaru che dovrebbe
presentare nel dettaglio il
pacchetto della "Questione sarda" con cui
busserà alla porta della presidenza
del Consiglio dei ministri.
Ma l'iniziativa della maggioranza è
stata contestata dal centrodestra,
che ha denunciato lo sgarbo del
governatore verso il Consiglio. Per
Attilio Dedoni, Riformatori, «nel
confrontarsi solo con la
maggioranza, Pigliaru non fa che
indebolire la sua già debole
posizione nel confronto con lo
Stato. Questa degli accantonamenti,
così come altri capitoli della
vertenza, doveva essere una battaglia
di tutti i sardi e invece pare
volersela accaparrare solo una parte,
che tra l'altro vuole trattare e non
pretendere, come dovrebbe, il
rispetto delle leggi».
Anche il coordinatore di Forza
Italia, Ugo
Cappellacci, denuncia: «Il
governatore aveva giurato che prima di
firmare nuovi accordi, avrebbe
informato il Consiglio e invece non lo
fa fino a comunicare solo alla sua
maggioranza di cosa parlerà a
Palazzo Chigi». Sul fronte della
maggioranza a intervenire è invece
Paolo Maninchedda, presidente del
Partito dei sardi. «Quella di
giovedì è una delle ultime occasioni
- ha scritto sul suo blog - Il
governo italiano è in campagna
elettorale. Sta per chiudere le partite
strategiche e poi chiuderà bottega.
Fare accordi con questo governo è
velleitario. Bisogna ottenere atti
possibili e lasciar perdere le
piattaforme complesse». Che cosa
ottenere? Secondo Maninchedda: il
ritiro del ricorso presentato
sull'Agenzia sarda delle entrate,
l'apertura della procedura di
riconoscimento delle condizioni di
svantaggio da parte dell'Europa, i
poteri straordinari per mettere a
posto La Maddalena e infine la
bonifica dei poligoni. Altro, secondo
Maninchedda, sarà «impossibile
ottenere in questa legislatura
nazionale ormai agli sgoccioli»
P3,
scatta per Cappellacci la prescrizione del reatoeolico e affari
di Mauro Lissia
CAGLIARI
L'ex presidente della giunta
regionale Ugo Cappellacci uscirà indenne
dal processo alla cosiddetta loggia
P3 in corso a Roma, imputati fra
gli altri l'affarista Flavio
Carboni, il parlamentare Denis Verdini e
altri sei sardi coinvolti nel
presunto tentativo di governare gli
appalti per il disinquinamento del
Sulcis e i parchi eolici in tutta
l'isola. Superata a fatica la fase
del dibattimento durata oltre
quattro anni e concluse l'11
novembre 2016 le requisitorie dei
pubblici ministeri Rodolfo Sabelli e
Mario Palazzi, il prossimo 15
novembre il processo andrà avanti
con gli interventi della difesa.
Ma nel frattempo per il leader sardo
di Forza Italia, che è accusato di
concorso in abuso d'ufficio
aggravato, è scattata la prescizione del
reato. I fatti al centro della contestazione
risalgono infatti al 6
agosto del 2009 e una volta svanita
in istruttoria l'imputazione di
corruzione la posizione di
Cappellacci si è notevolmente alleggerita.
Il resto l'hanno fatto le estenuanti
lungaggini del dibattimento,
partito a rilento e proseguito fra
mille intoppi.
L'ex governatore,
assistito da Guido Manca Bitti, si è
difeso con puntiglio davanti al
tribunale presieduto da Maria
Rosaria Brunetti ma non è riuscito a
evitare la richiesta di condanna a
un anno di reclusione da parte dei
pm. Se la caverà comunque perchè il
reato risulta ormai estinto, manca
solo che il tribunale formalizzi la
prescrizione al momento della
decisione. La carriera politica di
Cappellacci è peraltro in bilico a
causa della condanna a due anni e
mezzo incassata il 28 settembre 2016
per la bancarotta della Sept Italia:
se la sentenza venisse confermata
in appello, per lui scatterebbe la
sospensione dalla carica di
consigliere regionale.
In Sardegna la P3 puntava su due
obiettivi:
norme più leggere per realizzare parchi
eolici ad alto valore aggiunto
e un direttore dell'Arpas, l'agenzia
regionale per l'ambiente, che
garantisse una corsia preferenziale
ai progetti dell'organizzazione
segreta. In un caso e nell'altro
serviva un grimaldello politico per
scardinare le porte della Regione:
per l'accusa era Ugo Cappellacci,
uomo di Berlusconi, obbligato
dall'appartenenza e dalla riconoscenza
elettorale a cedere alle pressioni
di pezzi da novanta come Denis
Verdini, Marcello Dell'Utri e Flavio
Carboni.
È lui, per l'accusa, ad
aver «contribuito a sviare la gara
pubblica per quella poltrona».
Quale che sia l'orientamento del
tribunale, il reato attribuito a
Cappellacci - che non faceva parte
della P3 - risulta prescritto,
mentre restano in piedi le accuse di
associazione a delinquere e di
violazione della legge Anselmi per
Carboni, per il quale i due
magistrati hanno sollecitato nove
anni e mezzo di carcere e di
partecipazione all'associazione per
altri cinque degli otto sardi
coinvolti nel processo: la Procura
ha chiesto un anno per Ignazio
Farris, che Cappellacci nominò al
vertice dell'Arpas su diktat della
P3, due anni per Pinello Cossu,
presidente del consorzio Tea, tre anni
per la compagna di Carboni,
Antonella Pau, un anno per Maria Laura
Scanu Concas, diecimila euro di multa
per il direttore di Unicredit
Iglesias Stefano Porcu. Nel
complesso le richieste di condanna sono
state 18 e il solo imputato
considerato non colpevole dai due pm è il
dirigente dell'area ambiente al
comune di Porto Torres Marcello Garau.
Richieste di pena anche per Denis
Verdini (4 anni) e per l'ex primo
presidente della Cassazione Vincenzo
Carbone (5 anni per corruzione).
A Roma - hanno detto i pubblici
ministeri - fino al 2010 «ha operato
un'associazione segreta che puntava
a condizionare il funzionamento
degli organi costituzionali dello
Stato, degli enti amministrativi e
locali».
Il
Consiglio di Stato decide sul ricorso presentato da Marco Balata e
sull'elezione
di Mario Altana
I giudici
hanno stabilito 30 giorni di tempo per verificare le schede
della
sezione elettorale 28 Seggio conteso, si riapre il caso:
la
prefettura ora riconterà i voti
OLBIAVoti da ricontare, scrutinio da
rifare. Con un'ordinanza del
Consiglio di Stato si riapre in modo
clamoroso la partita delle
elezioni comunali 2016 a Olbia,
almeno per quanto riguarda
l'assegnazione del seggio conteso in
consiglio comunale tra Marco
Balata (attuale assessore al
Turismo, recentemente iscritto a Forza
Italia) e il consigliere di Forza
Olbia, Mario Altana. Dopo che il Tar
aveva respinto il ricorso presentato
da Balata e Luca Olivieri
(entrambi, al momento della
competizione elettorale, in corsa con la
lista civica L'altra Olbia) per la
riattribuzione del seggio assegnato
ad Altana, in secondo grado il
Consiglio di Stato ha deciso di
procedere alla verifica del
conteggio dei voti.
In particolare, il
Consiglio di Stato ha affidato, in
via istruttoria, alla prefettura di
Sassari l'incarico di acquisire le
tabelle di scrutinio della sezione
elettorale numero 28 relative ai
voti di lista nonché il verbale della
stessa sezione. Sempre la prefettura
dovrà verificare il numero di
voti di lista annotati nella tabella
di scrutinio a favore delle liste
Progetto Olbia con Vanni Sanna,
Forza Olbia e L'altra Olbia, nonché la
corrispondenza delle cifre a quanto indicato
nel verbale della sezione
28. La prefettura dovrà stilare una
relazione sulla verifica
effettuata, corredata della
documentazione esaminata. Tutto questo nel
termine di 30 giorni. L'udienza di
merito, invece, si terrà il 12
aprile 2018. E lì è attesa la
sentenza che deciderà a chi va assegnato
il seggio conteso. Altana o Olvieri,
visto che Balata è assessore e il
seggio andrebbe al compagno di lista
e secondo tra i più votati.Nel
dettaglio, tutta la vicenda del
seggio conteso punta al riconoscimento
di due schede che sarebbero state
sottratte ingiustamente alla lista.
Insomma, una storia di conteggi e
riconteggi, verbali e schede scrutinate.
Forse poco appassionante, ma
decisiva per l'assegnazione
di un seggio conteso, anche un anno
e mezzo dopo (anzi due, visto che
la sentenza non arriverà prima della
prossima primavera).L'ordinanza
del Consiglio di Stato naturalmente
ha rinforzato le ragioni sostenute
dalla lista L'altra Olbia, da Marco
Balata (che però nel frattempo ha
trasferito armi e bagagli in Forza
Italia) e soprattutto da Luca
Olivieri, che qualche chance di
diventare consigliere comunale ora ce
l'ha davvero. È il risultato di una
battaglia legale che Marco Balata
davanti al Consiglio di Stato ha
scelto di affidare a un avvocato di
grande fama, Leonardo Salvemini,
docente universitario già assessore
regionale in Lombardia e oggi anche
presidente del consorzio di Porto
Rotondo. Dati alla mano, l'avvocato
Salvemini ha cambiato l'inerzia di
una causa che al Tar per Balata e
Olivieri aveva preso la direzione di
un binario morto.(m.b.)©RIPRODUZIONE
RISERVATA
Il
sindaco ha varato la nuova giunta con il ritorno di Gabriella
Esposito
e l'ingresso di Angela Cavazzuti e Alessandro Balzani
Bruno
riparte senza l'appoggio del Pd
di Gian Mario SiaswALGHEROEra uno
scherzo. La storia della pace
ritrovata nel Pd, dell'avvio di una
nuova stagione del centrosinistra,
del rilancio dell'attività
amministrativa, del programma da rintuzzare
tutti insieme e del governo duraturo
della città era solo una
favoletta. In via Mazzini volano gli
stracci. Il sindaco Mario Bruno
torna in sella, presenta la squadra
e detta le priorità, ma alle sue
spalle si scorgono le macerie di un
progetto franato subito. Il modo
in cui Bruno si riprende la
maggioranza in consiglio comunale è uno
sfregio per la nomenclatura
democratica di Alghero e non solo.
Un'opera d'arte, nel suo genere.
Sabato pomeriggio Mario Bruno ha
abbandonato la conferenza stampa del
Pd.
Gli hanno detto che era uno
spazio mediatico del partito per
ribadire al massimo l'appoggio
programmatico, e solo a patto che
certi temi fossero centrali e si
affrontassero in un certo modo.
Bruno ha lasciato via Mazzini e dopo
due ore i consiglieri Alessandro
Nasone, ex Upc, poi Gruppo misto di
minoranza e ora di nuovo in
maggioranza, e Mimmo Pirisi, capogruppo
del Pd, hanno annunciato l'adesione
alla maggioranza a conclusione di
un percorso che per loro,
evidentemente, è più avanzato di quanto non
pensi il Pd. Consumato lo strappo,
domenica sera Mimmo Pirisi ha
partecipato in aeroporto a un summit
segreto - si fa per dire, passare
inosservati nel deserto è
impossibile - col sindaco, gli assessori in
pectore e gli "ideologi"
della sua area. È lì che è nata la nuova
giunta Bruno e la frattura tra Bruno
e Pd si è fatta voragine:
all'Urbanistica, settore su cui
intere giunte comunali di Alghero sono
cadute negli ultimi lustri - da
quando si è iniziato a parlare di Puc,
in pratica - spunta Alessandro
Balzani.
Ingegnere, uomo di borgata
come Pirisi, come lui del Pd, assume
in proprio, senza un'investitura
del partito, il compito di occuparsi
delle partite più delicate, dal
Piano urbanistico a Maria Pia, su
cui incombe lo spettro di
speculazioni edilizie che tengono in
ostaggio la politica algherese da
decenni. «Sono iniziative e
incarichi assunti in proprio», precisa
Mario Salis, segretario cittadino
del Pd. «Senza una maggioranza
stabile e coesa non avrei ritirato
le dimissioni, siamo più forti di
prima, possiamo chiudere bene il
mandato e costruire per dopo una
proposta concreta e autorevole»,
dice Mario Bruno dopo essere
"entrato" in casa Pd, aver
creato una spaccatura insanabile ed essersi
reso autosufficiente rispetto alla
parte di partito che non lo
appoggerà mai.
Tributati gli onori a Pirisi -
protagonista del mese,
comunque si valuti la cosa - Bruno
presenta la squadra. Confermato
Raimondo Cacciotto, il più votato di
Per Alghero: riprende Opere
pubbliche, Verde urbano e la carica
di vicesindaco ceduta un anno e
mezzo fa ad Antonello Usai. Restano
anche Raniero Selva, assessore
dell'Ambiente, espressione dei
Democratici per Alghero, Gavino
Tanchis, Finanze e Bilancio, leader
cittadino del Pds, e Ornella
Piras, Attività produttive, della
Sinistra civica. Torna Gabriella
Esposito, dimessa lo scorso marzo,
ufficialmente per ragioni
personali. Allora si disse che non
condivise alcune scelte del sindaco
Mario Bruno sul programma e le spese
per il Giro d'Italia direttamente
dal budget del suo settore.
Emersero anche incompatibilità con
alcuni
amministratori di Fondazione Meta.
Lei nega e si accomoda di nuovo
negli uffici di Cultura e Turismo.
Completa la squadra Angela
Cavazzuti, sassarese, ex direttrice
amministrativa dell'Asl di
Sassari, protagonista di un
contenzioso giudiziario con l'allora
general manager Marcello Giannico. È
il nuovo assessore dei Servizi
sociali. Il suo nome, assai gradito
al sindaco e ai suoi ambienti, è
stato fatto da Alessandro Nasone. La
aspetta una sfida impegnativa. Ma
vale per tutti, a iniziare dal Pd.
Anzi, dai Pd algheresi.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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