La
Nuova
L'assessore
Mura contesta la Svimez: «Già fuori dalla crisi» La Regione ribalta i dati
della società di ricerca: sono vecchi «Il trend positivo iniziato nel 2015,
recuperati i posti persi» di Gianna Zazzara.
«Il rapporto Svimez sull'economia
del Mezzogiorno? Non mi interessa, non dico che non sia una ricerca seria, ma è
datata. Non può dare alcuna indicazione utile per impostare politiche serie». L'assessora
regionale al Lavoro, Virginia Mura, commenta così il report 2017
dell'associazione che ha bocciato su tutta la linea l'economia sarda. Per i
ricercatori quest'anno il Pil crescerà, ma pochissimo, appena lo 0,6%,
un'inezia in confronto all'aumento dell'1,3% stimato nel resto del Mezzogiorno.
Non solo. Il tasso di occupazione resta bassissimo (35% al di sotto della media
Ue): mentre nel 2016 al Sud l'occupazione è cresciuta dell'1,7%, la Sardegna è l'unica
regione in cui gli occupati sono calati e i numeri restano lontani da quelli
prima della crisi. Per non parlare della disoccupazione giovanile stimata al
56,3%, peggio di Grecia e Spagna.
«Non dico che queste rilevazioni
siano poco qualificate ma, ripeto, sono datate, dal momento che si basano su
dati del 2016 – spiega l'assessora al telefono, piuttosto infastidita dalla
bocciatura- I dati Istat a nostra disposizione, relativi al 2017, raccontano un'altra
storia e testimoniano la vitalità dell'economia sarda che, anche se a fatica,
sta uscendo dagli anni bui della crisi. Anzi, i dati Istat ci dicono che
l'occupazione è ritornata ai livelli del 2012. Un risultato ottimo, altro che
economia al tracollo come dice il rapporto Svimez».
Occupazione. Per dimostrare la sua
tesi l'assessora inizia a snocciolare i dati. «Io mi baso su rilevazioni
effettive - precisa - non su previsioni o rilevazioni vecchie, anche perché
faccio questo di mestiere (è stata funzionario del ministero del Lavoro, ndr)».
Ed ecco i dati: «Nel primo semestre del 2017 l'occupazione è salita al 51,2,
con un aumento dell'1,1% rispetto al 2016. È un trend positivo cominciato nel
2015 che ci ha fatto recuperare i posti persi durante la crisi». I settori dove
l'occupazione è cresciuta di più sono l'edizilia (+ 23%), gli alberghi e i
ristoranti (+10,3).
«In totale gli occupati salgono da
562mila a 568mila e 200, ai livelli del 2012». «Certo, c'è ancora molto da
fare, non sono uno di quei politici che dice che va tutto bene, ma siamo sulla
strada giusta – ammette Virginia Mura - La bocciatura da parte
dell'associazione Svimez, che ci mette in coda alla classifica tra le regioni
del meridione per Pil e occupazione, non rende giustizia agli sforzi che sta
facendo questa giunta per portare fuori la Sardegna dalla grande crisi».
A inorgoglire l'assessora è in
particolare l'aumento delle assunzioni a tempo indeterminato («Salite del 2,8%
mentre nel resto d'Italia sono diminuite del 3,5%) e l'apprendistato «cresciuto
del 60%, un vero e proprio boom che costituisce il canale privilegiato
d'accesso al mondo del lavoro per i giovani». Salgono gli occupati e
diminuiscono i senza lavoro. «Nei primo trimestre 2017 la disoccupazione è
scesa di oltre due punti: ora è al 15%, un risultato mai raggiunto prima».
I giovani. E la disoccupazione
giovanile al 56,3%? «Guardi, mi fanno sorridere queste statistiche che includono
nel conteggio anche i quindicenni. A quell'età bisogna studiare, non lavorare.
Quei dati non hanno alcun senso». Ma in Sardegna ci sono molti ragazzi che già
a 12, 13 anni smettono di studiare. «È questo il vero problema, i Neet, i
giovani che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazioni, sono tantissimi.
Per questo abbiamo deciso di investire nel progetto S'iscola, nato per
combattere la dispersione scolastica. E poi c'è il programma Garanzia Giovani.
«Finora si sono iscritti più di
58mila giovani. Di questi 43mila sono già stati "presi in carico",
cioè sono stati contattati dai centri per l'impiego, hanno fatto un colloquio
e, a quelli più distanti dal mercato del lavoro, è stato detto "Guarda che
con la terza media un lavoro non lo trovi quindi devi tornare a scuola!".
Altri invece stanno facendo un tirocinio oppure stanno frequentando un corso di
formazione». Ma quanti ragazzi hanno trovato lavoro? «In molti casi i tirocini
- durante i quali i ragazzi prendono 300 al mese - si sono trasformati in
rapporti di lavoro. Per questo abbiamo deciso di investire altri 18 milioni:
daremo nuove occasioni ad altri ragazzi».
La ripresa. Secondo il rapporto
Svimez la Sardegna non riaggancerà la ripresa neanche nel 2018. «Quelle sono
previsioni, solo previsioni - ripete l'assessora - Io non ho la palla di vetro
ma siamo passati da tutti segni meno a segni positivi. Il ciclo economico si
sta riprendendo. E poi non si può comparare la Sardegna con le altre regioni
del meridione con tutti i gap che abbiamo, a partire dall'insularità», sbotta
la Mura.
Pigliaru
incontra Gentiloni «Ecco le nostre richieste»
CAGLIARIIl giorno è arrivato. Alle
16, a Palazzo Chigi, il governatore
Francesco Pigliaru, accompagnato dal
vicepresidente Raffaele Paci,
dirà al presidente del Consiglio dei
ministri Paolo Gentiloni, perché
la Sardegna «ha bisogno di trovare e
avere più spazio». Più spazio nei
conti dello Stato, che non può
continuare a prelevare 684 milioni
l'anno dai trasferimenti per i
sardi, sono i maledetti accantonamenti,
per ripianare il debito pubblico
nazionale.
«Diamo più soldi della
Sicilia e gli stessi della Provincia
di Bolzano, che hanno un Prodotto
interno loro molto più alto del
nostro». Dunque, gli accantonamenti
sono troppi, ingiusti e unilaterali,
questo si sentirà dire Gentiloni
da Pigliaru. Più spazio dev'essere
assicurato alla Sardegna anche nei
pensieri del governo: «Non può
lasciarci soli, deve accompagnarci -
dice da sempre Pigliaru - nel
confronto che vogliamo avere con
l'Europa sul riconoscimento del
nostro e innegabile stato
d'insularità. Se ci fosse
riconosciuto, ad esempio, avremo molto più
spazio di manovra nella continuità
territoriale aerea e non
rischieremo di continuo neanche una
possibile infrazione per aver
concesso degli aiuti di Stato».
Poi Gentiloni si troverà di fronte
un
altro bel po' di rivendicazioni: le
servitù militari da ridefinire, il
caso dell'ex Arsenale di La Maddalena,
la transazione è stata conclusa
con gli ex gestori ma le bonifiche
devono ancora cominciare. Oppure il
caso dell'Agenzia sarda delle
entrate, col governo che si è accanito
su una legge regionale, o quello dei
conti delle Province sarde
spolpate da Roma, o ancora il
riavvio a pieno regime della Chimica
verde a Porto Torres. Alla
maggioranza di centrosinistra, che ha
riunito alla vigilia, il governatore
ha detto: «Non sono abituato agli
annunci, ma credo che questo
incontro potrebbe essere decisivo. Anzi,
lo deve essere: il governo è in
scadenza, quindi deve fare qualcosa
subito, e poi c'è in discussione la
Legge di stabilità nazionale da
cui la Sardegna non può essere
tagliata fuori».
I partiti del
centrosinistra rimarranno a Cagliari
in attesa degli eventi, «siamo
convinti che arriveranno alcune
soluzioni tecniche e finanziarie
interessanti», è stato il commento
ripetuto da tutti alla fine del
vertice,. Quelli del centrodestra
hanno replicato: «Non fatevi
illusioni. Sarà un altro flop».
Pigliaru comunque è stato chiaro: «Non
firmerò nulla. È solo in un momento
cruciale di questa nostra lunga
trattativa col governo, passata
attraverso anche il Patto per la
Sardegna. Lo ripeto: prima di
qualunque accordo: mi confronterò, come
ho giurato, con il Consiglio
regionale».
Lo
Strappo Il Pds assente scrive al premier
CAGLIARI.
Lo strappo era nell'aria e c'è
stato. Il Partito dei sardi non ha
partecipato al vertice di
maggioranza alla vigilia dell'incontro a
Palazzo Chigi. Perché? «Avevamo
chiesto al presidente di confrontarci
in aula, non in una stanza, perché
ci riferisse con largo anticipo
quale fosse la strategia della
Regione - ha detto il capogruppo
Gianfranco Congiu - «Era l'Aula il
luogo istituzionale giusto, per
decidere linguaggio e atteggiamento
da assumere nei confronti di un
governo assolutamente sordo. Invece
il presidente ha fatto un'altra
scelta e noi non la condividiamo».
La replica di Pigliaru è stata: «Il
Pds ha deciso di non esserci, ma io
preferisco sempre il dialogo alle
assenze». Poi, in serata, il
segretario del Pds, Franciscu Sedda, ha
fatto circolare una lettera inviata
a Gentiloni. L'attacco è questo:
«Premesso che non ho nulla contro di
Lei come persona e che credo che
i sardi e gli italiani possano
vivere insieme come ottimi vicini di
casa dentro il quadro di un'Europa
politica, federale e solidale, ci
tengo a confermare che, ai miei
occhi di cittadino, prima ancora che
di indipendentista, il governo che
Lei pro-tempore rappresenta,
continua ad apparirmi sciatto,
irrispettoso e sleale verso la
Sardegna».
Accordo
su Porto Torres e Portovesme. Riesame per 1900 domande respinte
Proroga
per gli ammortizzatori
CAGLIARINel corso di un incontro con
l'assessore regionale al lavoro
Virginia Mura e le organizzazioni
sindacali Cgil, Cisl e Uil, alla
presenza della direzione regionale
dell'Inps, è stato siglato
l'accordo che autorizza il ricorso
agli stanziamenti previsti per le
aree di crisi complessa di
Portovesme e di Porto Torres, in
applicazione della recente
normativa. L'intesa dà il via libera
all'utilizzo delle risorse già
assegnate alla Sardegna per la proroga
dei trattamenti di mobilità in
deroga fino al 31 agosto 2018, a favore
di 886 lavoratori: l'impegno di
spesa è di 10,6 milioni di euro. «È
una risposta significativa - dice la
Mura -, utile a dare parziale
sollievo in alcuni territori
particolarmente colpiti dalla pesante
crisi industriale e dalla
conseguente emergenza occupazionale.
Permane, tuttavia, la necessità di
assicurare la copertura dei
trattamenti in deroga a favore di
altre fasce di lavoratori delle aree
di crisi non complessa, come
sollecitato dai sindacati, per il biennio
2016-2017. Sul punto, condividendo
le pressanti richieste delle
organizzazioni sindacali, vi è
l'impegno a reperire altre risorse
attivando ogni azione possibile
nelle sedi competenti, per porre
rimedio alla situazione di disagio
sociale ed economico che grava sui
lavoratori e sulle loro famiglie,
anche nelle aree di crisi non
complessa». Questi ultimi infatti
per effetto delle norme nazionali,
non rientrano fra i beneficiari
della mobilità ordinaria e in deroga.
Nel frattempo, è stato attivato un
tavolo tecnico, composto
dall'Assessorato del Lavoro e
dall'Inps, per verificare nell'arco di
due settimane la capienza dei fondi
disponibili. Su questo punto in
particolare, i sindacati hanno
espresso totale insoddisfazione per i
tempi lunghissimi di verifica e
attuazione e quindi per il rischio di
non soddisfare gli stessi impegni
presi.
Ma le tre sigle sindacali
hanno ottenuto anche un altro
importante risultato: le 1900 domande di
ammortizzatori respinte dall'Inps
verranno riesaminate. «Rispetto alle
istanze presentate - ha detto
l'assessore Mura - ho preso atto
favorevolmente dell'impegno da parte
dell'Inps a riesaminare le
richieste a suo tempo rigettate
perché fuori termine». I segretari di
Cgil, Cisl e Uil, Caterina Cocco,
Ignazio Ganga e Gianni Olla
affermano che «occorre dare risposte
anche ai 500 lavoratori che non
erano riusciti a presentare la
domanda nei pochi giorni previsti.
Occorre adesso recuperare il tempo
perso, avviare al più presto la
verifica sulle 1900 domande e
riaprire i termini per gli esclusi: solo
così si potrà considerare rispettato
l'accordo del novembre 2016».
(a.palm.)
Unione
Sarda
Continuità,
entrate e servitù: Pigliaru in missione da Gentiloni
Questo
pomeriggio tavolo di confronto a Palazzo Chigi: ci sarà anche
l'assessore
Paci
Il faccia a faccia tra Pigliaru e
Gentiloni potrebbe scrivere una
parte importante del futuro della
Sardegna. Questo pomeriggio alle 16,
il presidente sarà a Palazzo Chigi
assieme all'assessore al Bilancio e
vice presidente, Raffaele Paci: sul
tavolo i temi cruciali come la
riduzione degli accantonamenti, la
continuità territoriale, il dossier
insularità, la chiusura della
vertenza per l'ex arsenale della
Maddalena, l'Agenzia sarda delle
entrate e la riduzione delle servitù
militari. «Temi fondamentali», dice
Pigliaru, «speriamo ci sia la
sensibilità e che il governo faccia
subito, perché altrimenti vuol
dire che non agisce».
L'INCONTRO Prima della missione
romana, ieri c'è stato un incontro con
i capigruppo di maggioranza e i
presidenti delle commissioni. Il
Partito dei sardi ha disertato l'incontro
perché avrebbe preferito un
passaggio in Consiglio regionale. Il
dibattito «avrebbe consentito un
mandato politico più forte al
presidente Pigliaru prima dell'incontro
con Gentiloni», sottolinea il
capogruppo Gianfranco Congiu. Il
presidente Pigliaru lo farà dopo
l'incontro romano per riferire la
posizione del governo sulle
richieste della Regione.
FONDI E RISORSE Una cosa è certa:
servono risposte in tempi rapidi.
Ottenere una riduzione dei 684
milioni di euro che lo Stato trattiene
alla Sardegna, ogni anno, significa
avere ulteriori risorse immediate
da mettere nel bilancio.
CONTINUITÀ Fondamentale sarà anche
capire cosa potrà ottenere la
Regione dalla vertenza
sull'insularità, perché all'interno di questa
rientra anche la continuità
territoriale. Il presidente Pigliaru
vorrebbe il sostegno del governo nel
braccio di ferro con la
Commissione europea sui presunti
aiuti di Stato nelle future gare di
affidamento.
LE PARTITE APERTE Durante l'incontro
di ieri pomeriggio, è emersa la
necessità di aprire una maxi
vertenza complessiva. Servono risposte
per chiudere definitivamente il
contenzioso che blocca il recupero
dell'ex Arsenale della Maddalena.
C'è la questione delle Province e
della Città metropolitana di
Cagliari, tagliate fuori dalla
ripartizione dei contributi statali.
SERVITÙ Si parlerà anche di servitù
militari per chiudere la
trattativa e alleggerire il peso nel
territorio sardo. Sulla questione
è intervenuto il deputato del Centro
democratico, Roberto Capelli, che
ha presentato un'interrogazione alla
ministra della Difesa, Roberta
Pinotti: «Il governo continua a
tacere, servono interventi per
superare del tutto l'utilizzo delle
basi come poligoni per le
esercitazioni a fuoco».
POLEMICA Il segretario del Pds,
Franciscu Sedda, invia una lettera
aperta al premier in cui ripercorre
la storia dell'Agenzia sarda delle
entrate e ribadisce «che la Sardegna
e l'Italia debbano essere
politicamente indipendenti perché è
l'unico modo per attivare una
cooperazione reciprocamente
proficua». Polemico anche il coordinatore
di Forza Italia, Ugo Cappellacci:
«Millanta risultati inesistenti,
risorse che non esistono e ora finge
di combattere una battaglia che
invece continua a disertare».
Matteo Sau
Doppia
preferenza, la legge in Aula
Uno
schieramento trasversale pronto ad approvarla, martedì l'inizio
del
dibattito
È quasi fatta. Il testo per
introdurre la doppia preferenza di genere
nella legge elettorale arriva in
Aula martedì 14 novembre nella seduta
in programma alle 10.30. Così ha
deciso ieri la conferenza dei
capigruppo dopo che il giorno prima
i consiglieri del Pd avevano
annunciato l'intenzione di chiedere
l'esame dello stralcio prima
ancora di quello della manovra
Finanziaria 2018.
Ma c'è di più: ieri Pietro Cocco
(Pd) ha anche parlato della necessità
di prevedere anche la parità di
genere nella compilazione delle liste
che dovrà essere garantita per il
50%. Su questo passaggio esiste già
un emendamento presentato dal
capogruppo di Forza Italia Pietro
Pittalis e il presidente della
commissione Autonomia, Francesco Agus,
ha fatto sapere che nel merito si
sta predisponendo un emendamento di
sintesi che sarà portato in Aula.
La doppia preferenza arriva in
Consiglio dopo il via libera in prima
commissione il 28 settembre.
Soddisfatte le uniche quattro consigliere
regionali dell'Assemblea - Anna
Maria Busia (Campo progressista),
Daniela Forma (Pd), Rossella Pinna
(Pd) e Alessandra Zedda (Forza
Italia) - che per l'occasione hanno
fatto anche una nota congiunta:
«Siamo ad un passo dall'introduzione
della doppia preferenza di genere
nella legge statutaria elettorale e
siamo fiduciose per la grande
consapevolezza che trasversalmente,
in seno alla maggioranza e
all'opposizione, si respira rispetto
all'urgenza di promuovere
condizioni di parità nell'accesso
alla carica di consigliere regionale».
Questo meccanismo, scrivono, «ha già
dato ottimi risultati
laddove applicato e ora i tempi sono
ora maturi per assicurare e
garantire una effettiva pari opportunità
di rappresentanza dei generi
nella massima Istituzione
Regionale». Quindi, concludono, «confidiamo
che il Consiglio regionale saprà
cogliere, senza intoppi, questo
risultato storico e daremo atto a
tutti i Consiglieri Regionali della
XV Legislatura di averlo reso
possibile». (ro. mu.)
Il Pd:
coalizione a sinistra ma il Jobs Act non si tocca
Nel
centrodestra la Lega apre ai centristi «ma non ad Alfano e Tosi»
ROMA «Abbiamo scelto tutti insieme
che il nostro candidato sia il
segretario del Pd: non è una difesa
di Renzi ma del progetto di
Veltroni e Prodi». Due giorni dopo
la cocente sconfitta in Sicilia,
mentre il partito democratico
affronta un periodo delicatissimo tra
assestamenti interni e attacchi
esterni, il presidente Matteo Orfini
apre a una coalizione di
centrosinistra che tenga dentro anche
Sinistra Italiana e Mdp, e affronta
il tema, sempre più pressante in
questi giorni, della leadership di
Matteo Renzi. «La coincidenza del
ruolo di segretario e di premier ha
garantito stabilità al governo
Renzi, capacita di fare riforme e
forza al Pd. Io non voglio
rinunciare a quella forza, non
voglio discutere la leadership con
partitini del 2%. Facciamo una
coalizione, discutiamo con tutti, ma
sul serio».
NESSUN OBBLIGO Una coalizione sì,
puntualizza il presidente del Pd,
«ma non a ogni costo». Vedremo «se
c'è la volontà di costruire un
fronte comune per evitare la
vittoria della destra. Ma non bisogna
ricadere negli errori del passato
con coalizioni solo per vincere.
L'obiettivo è fare il 40% come
coalizione, non come Pd, visto che il
Rosatellum prevede intese almeno nei
collegi». L'auspicio è che «i
possibili alleati», da Mdp a
Pisapia, «ne vogliano discutere, ma sia
chiaro che non accetteremo una
richiesta di abiura del Jobs Act».
IPOTESI GRASSO Riguardo al nome di
Pietro Grasso come leader: «Se c'è
una grande coalizione che vuole
rimettere in discussione quelle
scelte, ci sono gli strumenti per
fare queste scelte. Il leader lo
scelgono gli elettori. Ma nessuno
oggi chiede le primarie di
coalizione, perché le perderebbero».
LA POLEMICA CON FELTRI Intanto, da
Udine, terza tappa della giornata
di Destinazione Italia in Friuli, il
segretario Pd ha risposto su un
possibile election day: «È un tema
da porre al ministro dell'Interno,
come Pd abbiamo deciso di stare
lontano dalle chiacchiere della
politica di tutti giorni, anche se
poi, come tutti ci ricaschiamo, io
per primo». Poi liquida la polemica
sul titolo di Libero (“Per
stendere Renzi bisogna sparargli”):
«Bisogna ricondurre tutto alla
ragione. La considero una battuta
non felice».
CENTRODESTRA UNITO Intanto il
centrodestra prova a compattarsi
ulteriormente dopo la vittoria
siciliana. E da ieri ha un problema in
meno: la Lega apre alla cosiddetta
“quarta gamba”, a condizione che
non comprenda Alfano e Tosi. Il
quadrifoglio disegnato da Brunetta,
simbolo della coalizione, prende
forma: lo si è visto ieri al convegno
che ha radunato Raffaele Fitto,
Fabio Rampelli, Massimiliano Fedriga,
Giovanni Toti e Gaetano
Quagliariello. Assente, ma partecipante della
grande coalizione, Lorenzo Cesa.
Carbonia
Rimborsiv
agli assessori: protesta la minoranza
I rimborsi viaggio percepiti da
alcuni assessori non residenti a
Carbonia sono di nuovo al centro di
un documento inviato
dall'opposizione consiliare
all'amministrazione comunale e ai
funzionari municipali. In
particolare, vengono chiesti chiarimenti in
merito alla frase “presenza
necessaria presso la sede degli uffici”,
contenuta nel Testo unico enti
locali (Tuel) e che autorizzerebbe
appunto i risarcimenti.
A sollecitare lumi, anche al
cospetto di alcune sentenze di varie
Corti dei conti che sembrano offrire
interpretazioni restrittive, sono
i consiglieri d'opposizione Michele
Stivaletta, Ivonne Fraternale,
Massimo Usai, Ugo Piano, Fabio Usai,
Giuseppe Casti e Pietro Morittu.
Il caso era emerso in seguito ai
dati esaminati dalla commissione
Controllo in merito alle richieste
di rimborso avanzate dagli
assessori Mauro Manca (San Sperate),
Gian Luca Lai e Sabrina Sabiu
(San Giovanni Suergiu). Intanto il
Comune fa sapere che le verifiche
sulle eventuali novità normative
sono ormai ad ottimo punto, che
l'esame è quasi completo e che a
giorni verrà assunta una decisione.
(a. s.)
Alghero:
«La Giunta Bruno è un pacco»
«Pacco, contropacco e
contropaccotto. L'epilogo della grave crisi
politica sancito dalla nomina della
nuova giunta del Comune di Alghero
è perfettamente in linea con il
famoso titolo del film diretto dal
compianto Nanni Loy». Così gli
avversari del sindaco commentano la
decisione di ritirare le dimissioni
da parte di Mario Bruno.
«I quattro anni dell'Amministrazione
sono stati un continuo "pacco"
rifilato alla città. Non solo non si
sono neanche lontanamente
raggiunti gli obiettivi del suo
programma elettorale, ma si è
addirittura portato Alghero a
peggiorare la situazione», si legge in
una nota firmata da Patto Civico
Alghero, Nuovo Centro Destra e Psd'Az.
I nemici del primo cittadino
accusano l'attuale governo di
essere stato complice «della
cacciata di Ryanair», di essersi
sottomesso a Sassari «con l'accordo
relativo alla rete metropolitana»
e di aver creato problemi agli
agricoltori con i ritardi sul Piano
della bonifica. «Con l'ennesima
giunta a poco più di un anno dalla
scadenza naturale del proprio
mandato Mario Bruno cerca di rifilare il
contropaccotto alla città
dichiarando che, da adesso, potrà lavorare
per raggiungere i propri obiettivi
di programma, che non è dato sapere
oggi se siano quelli relativi alla
sua campagna elettorale o quelli
diversi, se non opposti, di altre
forze politiche di cui dice di avere
il sostegno».
Anche il coordinamento cittadino di
Forza Italia fa
pollice verso: «Con una operazione
di maquillage cercano di nascondere
tre anni e mezzo di fallimenti e
rilanciare con nuove promesse. Ma gli
algheresi non sono stupidi».( c.fi.
)
La
Nuova
Da oggi
dal Riviera del corallo su Roma si volerà con la compagnia romena
L'assessore
Careddu: la nuova continuità farà crescere i tre scali sardi
Alghero,
parte Blue Air Si lavora alla nuova Ct1
di Luca RojchwSASSARILa nuova
geopolitica dei cieli dell'isola sembra
delinearsi in modo sempre più
deciso. Ryanair ha un ruolo più
marginale, Alitalia cerca di
sopravvivere, Meridiana è destinata a
diventare una superpotenza dei
cieli. Blue Air prova la grande sfida
del gestire un servizio complesso
della rotta Alghero-Roma. Il
salvagente. In attesa della nuova
Continuità la Regione è riuscita a
far decollare il sistema di proroga
su tutte le rotte. Da oggi tra
Alghero e Roma si vola solo con Blue
Air. Per Milano la proroga
l'aveva già sottoscritta Alitalia,
che invece si è fatta da parte per
l'altra rotta che già gestiva,
quella per Fiumicino. L'accordo trovato
in tempi record, in meno di una
settimana, ha garantito che i voli in
continuità non venissero interrotti.
Il decollo. Un avvio con qualche
incertezza. Per tutta la mattina sul
sito di Blue Air non era
possibile acquistare i biglietti per
Milano. Una difficoltà tecnica
risolta all'ora di pranzo. Ma è
bastato per far scattare l'allarme. E
questo è sufficiente per capire
quanta attenzione c'è sulla proroga
della continuità. Oggi ci sarà anche
il battesimo dei cieli per Blue
Air, almeno sulla tratta
Alghero-Roma. In realtà la compagnia romena
da tempo collega il Riviera del
corallo con Torino. La strategia. Lo
tsunami che ha stravolto la
Continuità mette in evidenza come è
cambiata la geopolitica dei cieli
sardi. Con Ryanair che ha un ruolo
sempre più marginale. La compagnia
irlandese, come Alitalia, non ha
partecipato al bando di coomarketing
da 40 milioni di euro. Neanche un
offerta per le rotte sui tre scali.
Con Vueling, Volotea, Easyjet,
Iberia, Meridiana e Klm che si sono
aggiudicate le tratte dai tre
scali sardi. Pesa il periodo di
affanno per Ryanair. Meridiana sembra
avere un futuro da big dei cieli
europei. Con gli aerei e i capitali
di Qatar airways è pronta a prendere
il posto di Alitalia come vettore
di bandiera. Ma sembra sempre più
probabile il cambio del nome, da
Meridiana a Air Italy. Scelta che ha
aperto una polemica infinita.
«Vigiliamo con la massima attenzione
- dice l'assessore ai Trasporti
Carlo Careddu -. Abbiamo anticipato
a martedì il confronto in regione
con i vertici di Meridiana. Ci
saremo io e il governatore Francesco
Pigliaru. Per prima cosa vogliamo
vedere il piano industriale. Sia
chiaro. Nessuno vuole impedire lo
sviluppo di una compagnia che
potrebbe creare sviluppo e lavoro.
Ma chiediamo che il cuore e la sede
operativa restino in Sardegna. È
evidente che se il futuro di
Meridiana sia da player
internazionale dei cieli possa avere un hub
anche in un grande aeroporto
italiano, ma questo non impedisce che la
compagnia mantenga la sua sardità e
investa sul nostro territorio.
Abbiamo avuto più volte
rassicurazioni. Ma in ogni caso vigileremo.
Anche per questo abbiamo deciso di
anticipare l'incontro con
Meridiana, fissato per il 21».
Alghero. Dopo oltre un anno nerissimo
l'aeroporto di Alghero inizia a
risalire. «Ma questo è un progetto
partito da lontano - spiega Careddu
-.
Tanti tasselli messi insieme.
La procedura di infrazione, l'addio
di Ryanair, la proprietà pubblica
avevano messo in grossa difficoltà
la sopravvivenza dell'aeroporto. È
stato salvato, e ora produce
traffico e ricadute sul territorio. Certo
servono ancora molti e grossi passi
avanti, ma si sono create le basi
per una crescita e uno sviluppo.
Anche il bando di coomarketing ha
privilegiato Alghero, su cui erano
previste più rotte rispetto agli
altri scali sardi. E anche la nuova
Ct1 che elaboriamo punta a
consolidare e sostenere la
rinascita».La nuova Ct1. La Regione prepara
i nuovi bandi. Per ora è tutto top
secret, o quasi. Non sarà riservata
solo ai sardi, ma anche ai non
residenti.
Nei mesi estivi però ci sarà
una differenza sulle tariffe.
«Questo perché lo strumento messo a
punto dalla Regione non vuole solo
tutelare il diritto dei sardi alla
mobilità, ma vuole anche essere un
incentivo alla crescita economica
dei territori. Ma sentiamo anche le
compagnie, come previsto dalle
regole Ue, per creare bandi che
siano appetibili ed evitare che si
ripetano casi come quello di
Cagliari».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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