Unione
Sarda
Sardisti
alla ricerca di un'identità, tra spaccature e nuove alleanze In vista delle
elezioni, nella coalizione con Psd'Az e La Base entra anche Fortza Paris
«Il dissenso è fisiologico in tutti
i grandi partiti con maggioranze e minoranze. Ognuno lo esprime a modo
proprio». Il segretario del Psd'Az, Christian Solinas, chiude così la pratica
sulla spaccatura che rischia di investire la galassia sardista. Proprio nel
giorno in cui viene dato l'annuncio dell'adesione di Fortza Paris al polo civico-sardista
di Psd'Az e la Base. Grande assente alla presentazione, il capogruppo del
partito in Consiglio regionale Angelo Carta, che contesta al segretario la
scelta di non condividere con gli organismi del partito le scelte recenti.
NERVI TESI Il clima all'interno del
Partito sardo d'azione rischia di surriscaldarsi mentre attorno ci si organizza
per definire le alleanze in vista delle elezioni. Prerogativa
del segretario, ma Carta dice: «Non mi convince la conduzione personale. Siamo
un partito strutturato che ha un consiglio nazionale in grado di decidere».
Nessuna pregiudiziale sulla presenza di Fortza Paris o la Base, ma è questione di
metodo prima ancora che di merito: «Dal primo luglio l'organismo non viene
convocato e nel frattempo succedono cose che dovrebbero passare al vaglio del
partito».
LE ALLEANZE L'ingresso di Fortza
Paris rafforza il progetto autonomista e, soprattutto, incrementa il peso del
polo civico-sardista. «Attraversiamo una fase post-ideologica», sottolinea Solinas,
«per questo proponiamo temi concreti, un programma di governo e un'alleanza che
alle politiche sarà raccolta sotto il simbolo dei Quattro mori». Il primo
scoglio da superare è l'appuntamento con le elezioni politiche che, per effetto
del Rosatellum, spingono verso le alleanze. «Il nostro obiettivo è portare la
voce dei sardi in Parlamento», sottolinea Solinas, «non abbiamo scritto noi le
regole, ma le utilizziamo». Per quanto riguarda il programma in cima alla lista c'è la tutela linguistica, il
superamento del monopolio Tirrenia e rendere la finanza dei Comuni regionale.
LA NOVITÀ Il leader di Fortza Paris,
Gianfranco Scalas, parla di un «ritorno a casa dopo tanti anni di divisioni».
Per il presidente del partito suggellare questa nuova alleanza significa «dare
ai sardi una risposta diversa rispetto a vent'anni di centrodestra e centrosinistra,
incapaci di dare risposte». Anche per Scalas è fondamentale riuscire a «portare
un rappresentante in Parlamento per trattare questioni importanti». Ad esempio
il tema della presenza militare, argomento che Scalas conosce bene vista la sua
decennale esperienza come colonnello del 151º reggimento della Brigata Sassari:
«Ho sempre detto che serviva una compensazione ma anche il rispetto di tanti lavoratori». A dare il benvenuto a Fortza Paris
c'è anche il presidente della Base, Efisio Arbau, che apre anche «alle altre
forze civiche». Per Arbau quello che succede attorno al polo civico-sardista «non
è tatticismo,ma la voglia di realizzare un progetto
vero».
Matteo Sau
Unione
Sarda
CAGLIARI
- PARTITO DEMOCRATICO. L'area Fadda-Cabras è in minoranza ma
mantiene
due assessori Montaldo: «Valuteremo se si stanno
rispettando
gli accordi»«Una verifica sul programma»
Il Pd cagliaritano cambia rotta, senza
cambiare gli allenatori. Nicola
Montaldo è stato confermato alla
segreteria cittadina con un ampio
consenso e dall'analisi del voto
emerge che sono cambiati gli scenari.
Tra i Dem cittadini si è registrata
una cocente sconfitta per l'area
Fadda-Cabras, col 70 per cento degli
iscritti che ha dato credito alle
correnti di Renzi e Soru.
«ORA LA VERIFICA» «È passato un anno
e mezzo dalle elezioni comunali
ed è giusto che si inizi a
verificare se si sta rispettando quanto
previsto nel programma elettorale preparato
dal Partito democratico»,
annuncia Montaldo che mercoledì ha
ricevuto la nomina ufficiale dopo
il voto espresso durante il
congresso delle scorso fine settimana: su
70 delegati all'assemblea, 50 sono
della maggioranza.
A un anno e mezzo dalle Amministrative
cambiano quindi gli equilibri
nella colazione che ha portato alla
conferma di Massimo Zedda, che non
ha vicino a sé esponenti della parte
di Pd che ora guida in città. Nel
2016 erano quattro gli assessori Pd,
Danilo Fadda, Luisa Anna Marras,
Claudia Medda e Yuri Marcialis: i
primi due sono dell'area uscita
sconfitta dal congresso locale
mentre la Medda non è stata indicata
dal Pd cagliaritano e l'assessore
allo Sport aveva abbandonato la
corsa alle Primarie per entrare in
Mdp.
«Dopo la mia elezione non ci
siamo ancora sentiti col sindaco -
spiega Montaldo - non c'è nessuna
contrapposizione, ma serve una
verifica sul programma perché bisogna
valutare se si sta facendo quello
che era previsto oppure no».
L'elezione di Montaldo è fresca e i
prossimi impegni saranno la
riunione dell'assemblea e la
costituzione della direzione e della
segreteria, poi scatterà la fase
operativa con la lente sul Comune.
«Faremo una verifica assieme ai
consiglieri e agli assessori -
annuncia - col capogruppo abbiamo
una visione analoga ed è importante
per il partito che segretario e
gruppo consiliare la vedano nella
stessa maniera».
IL CAPOGRUPPO Il Partito democratico
rivendica il ruolo determinante
avuto nelle ultime elezioni,
confermando la vicinanza a Massimo Zedda.
«Non muterà di una virgola il
sostegno nei confronti della Giunta»,
assicura Fabrizio Rodin, capogruppo
in Consiglio comunale, «un parito
che ha i congressi esce più forte e
un Pd più forte rafforza questa
maggioranza e questo sindaco. Il Pd
è l'architrave di questa
maggioranza con dieci consiglieri e
il presidente del Consiglio mentre
in Giunta abbiamo Danilo Fadda e
Luisa Anna Marras, a loro volta
architravi importanti della Giunta».
Mancano solo gli ultimi passi del
congresso e anche Francesco Lilliu
potrà essere confermato alla guida
della segreteria provinciale. La
conferma dei due segretari non era
data per scontata perché diversi
pezzi da novanta del partito si sono
mossi e per la prima volta l'area
Fadda-Cabras è finita in minoranza.
Anche Francesco Lilliu, che
continuerà a gestire il partito a livello
metropolitano, garantisce il
sostegno al sindaco.
«ZEDDA CI RAPPRESENTA» «La prima
persona che deve essere contenta di
un Pd forte è il sindaco di Cagliari
e metropolitano - commenta Lilliu
- in questi anni lui ha sempre
rappresentato tutto il centrosinistra e
nutro molta fiducia in lui». A
ridosso dal voto i due segretari del Pd
partono cauti, ma nel partito sono
molti a spingere perché il sindaco
metta mano alla sua squadra di
governo. «Apprezzo molto il lavoro che
stanno facendo Luisa Anna Marras e
Danilo Fadda - conclude Lilliu - il
Pd continuerà ad aiutare Zedda nella
sua azione di governo, ma
potrebbe esserci bisogno di un
riequilibrio».
Marcello Zasso
La
Nuova
fondi ai
gruppi - Milia chiede l'abbreviato altri dodici a giudizio
di Mauro
Lissia
CAGLIARIL'ex assessore regionale ai
Beni culturali Sergio Milia
sceglie il giudizio abbreviato, l'ex
consigliere Sergio Obinu chiede
di patteggiare la pena, altri dodici
onorevoli ed ex onorevoli del
centrodestra e del gruppo Fortza
Paris, alcuni già condannati nel
procedimento principale, andranno
davanti al tribunale collegiale per
essere processati col rito
ordinario. Appuntamento al 12 dicembre per
accogliere le istanze, determinare
la pena che toccherà a Obinu e
fissare la data di apertura di un
dibattimento che si preannuncia
lunghissimo per il numero degli
imputati.
Non è durata più di un'ora e
mezzo l'udienza preliminare
nell'aula del gup Giovanni Massidda, il
tempo perché il giudice prendesse
atto delle richieste e il pm Marco
Cocco confermasse com'era scontato
l'accusa di peculato continuato per
l'ultimo gruppo di politici che
hanno formato la massima assemblea
elettiva sarda nella legislatura
2004-2009, quella guidata da Renato
Soru. Nel capo d'imputazione i nomi
di amministratori di lungo corso,
personaggi che hanno dominato la
scena regionale fin dai primi anni
Ottanta: da Salvatore Amadu e
Giorgio Oppi, da Silvestro Ladu e
Pasquale Onida, finiti insieme a
colleghi meno conosciuti nel
calderone di un'inchiesta
giudiziaria che coinvolge ormai oltre cento
deputati isolani e che alla
conclusione dei giudizi potrebbe aver
stroncato la carriera a due
generazioni di politici.
Imputati fra gli
altri anche il sindaco di Tempio
Andrea Biancareddu e il parlamentare
Roberto Capelli. Le contestazioni
contenute negli atti firmati dal pm
Cocco sono speculari a quelle delle
altre tranches d'inchiesta:
peculato per l'uso improprio dei
fondi pubblici destinati al
funzionamento dei gruppi consiliari,
spese per migliaia di euro non
giustificate e denaro sparito in
chissà quali tasche. Nell'avviso di
chiusa indagine compaiono elenchi di
assegni, col numero di conto e la
banca di riferimento, prelievi allo
sportello e accrediti che fanno
invariabilmente riferimento ai
consiglieri e non fanno parte delle
sontuose indennità riservate agli
onorevoli, una sorta di stipendio
extra che veniva accreditato
liberamente in quella sorta di zona
franca fiscale che sembrava essere
il palazzo di via Roma. Soldi in
più che - stando ad accuse ormai
confermate in sentenze della
Cassazione, della Corte d'Appello e
delle sezioni di tribunale
cagliaritane - venivano spartiti fra
i gruppi politici e poi fra la
maggior parte dei singoli
consiglieri regionali perché li spendessero
a piacimento, senza neppure il
disturbo di comunicare come e perché.
Finora, nel corso dei processi,
i difensori si sono appellati
all'autonomia dell'assemblea
pubblica e soprattutto a una vecchia
delibera della presidenza in cui i
criteri di rendicontazione delle
spese risultano molto larghi,
sostanzialmente inesistenti. Ma i
tribunali giudicano soltanto in base
alle leggi dello stato e al
codice penale.Ecco l'elenco degli
imputati, con le cifre contestate
dalla Procura: il tempiese Andrea
Biancareddu (165.113 euro),
l'oristanese Francesco Ignazio Cuccu
(175265), i sassaresi Sergio
Milia (168.552) e Salvatore Amadu
(21300), i cagliaritani padroni
dell'Aias Vittorio Randazzo (30302)
e Alberto Randazzo (91014), Sergio
Marracini (26500), Antonio Cappai
(36766), Giorgio Oppi di Iglesias
(112950), Sergio Obinu di Sindia
(655258), il nuorese Roberto Capelli
(129500), Silvestro Ladu di Bitti
(13517), Pasquale Onida di Oristano
(26310) ed Eugenio Murgioni di
Castiadas (43000). I difensori sono
Guido Manca Bitti, Luigi e Pierluigi
Concas, Massimiliano Ravenna,
Anna Maria Busia, Guido Da Tome,
Leonardo Filippi, Paolo Loria e
Giuseppe Motzo. Ritorneranno davanti
ai giudici dopo la prima condanna
Amadu, i due Randazzo, Marracini e
Ladu, hanno precedenti per altri
reati Biancareddu e Murgioni.
È un
torinese ex consulente M5s. Strappo anche coi sindacati: sciopero generale
Scontro
sul portavoce dell'Ats
CAGLIARILa sanità continua a essere
un campo di battaglia e gli
scontri si moltiplicano di giorno in
giorno. Dopo il litigio a
distanza fra Forza Italia e la
Regione sulla nomina del direttore
dell'Areus, Giorgio Lenzotti, a
sollevare ancor di più il tono della
polemica è stata un'altra nomina,
quella del portavoce del manager
dell'Ats. Mentre su un altro fronte
i sindacati hanno rotto le
trattative con l'assessorato e
l'Azienda unica e si dicono pronti a
organizzare uno sciopero generale
della sanità. La nomina. È stata
pubblicata giovedì a la delibera con
cui il direttore generale
dell'Ats, Fulvio Moirano, ha scelto
come portavoce Massimiliano
Abbruzzese, torinese classe 1971,
già consulente dei Cinque stelle nel
Consiglio regionale del Piemonte e
in precedenza dell'Idv. Risultato:
è scoppiata la polemica. «Succede
che nell'Ats, ormai trasformata in
Azienda Torinese della Sanità -
ironizza il consigliere Paolo Truzzu,
Fdi - il dg abbia nominato, lo
stipendio sarà di 50mila euro l'anno,
un corregionale, mentre allo stesso
tempo è alla ricerca anche di ben
cinque addetti stampa per la
comunicazione istituzionale».
Sulla stessa linea Forza Italia. «La sanità -
dice il coordinatore Ugo
Cappellacci - è ormai diventato un
regno sardo-piemontese, o forse
meglio piemontese-sardo». Ma è
ancora più duro il giudizio di Campo
progressista, partito della
coalizione di centrosinistra al governo.
«È sorprendente - fa sapere il
senatore Luciano Uras - come ormai
ingaggiamo solo piemontesi e, in
questo caso, con professionalità così
eccelse che derivano da relazioni
politiche molto distanti
dall'alleanza che ha vinto le
Regionali nel 2013. Credo che questo sia
l'ennesimo atto offensivo verso le
professionalità sarde».I sindacati.
Cgil, Cisl e Uil sono sul piede di
guerra per la mancata convocazione
da parte dell'Ats e dell'assessorato
di un confronto sulla sanità dopo
le varie riforme. La rottura è
ufficiale e - si legge in un comunicato
- se «non ci saranno risposte
immediate, sarà sciopero generale». Tra
le questioni aperte non solo la
riorganizzazione ma anche gli orari di
lavoro, la retribuzione delle
festività infrasettimanali e le
indennità previste dagli accordi
integrativi ora bloccate.
L'economia
non riparte Segni più solo dal turismo
di
Francesco G. Pinna
ORISTANOL'Italia cresce meno
dell'Europa e la Sardegna fa anche peggio
perché cresce perfino meno
dell'Italia. Nel 2018 però l'economia sarda
potrebbe camminare un po' più veloce
rispetto a quanto ha fatto nel
primo semestre del 2017. A questo
arco di tempo si riferiscono infatti
i dati statistici elaborati dalla
Banca d'Italia e presentati ieri
mattina a Oristano. Dati anche
contraddittori che però aprono uno
spiraglio di ottimismo per
l'immediato futuro, hanno fatto capire il
direttore della sede di Cagliari
della Banca nazionale Luigi Bettoni e
i suoi collaboratori. Da una parte,
per esempio, l'economia fa segnare
una crescita, seppure lieve.
Dall'altra, invece, il dato sulla
occupazione porta il segno meno e a
calare in maniera preoccupante
sono purtroppo gli occupati a tempo
indeterminato. Un calo così
pesante da non compensare l'aumento
dei contratti a tempo determinato
e la crescita dei lavoratori autonomi.
Quello che ne viene fuori,
secondo Alessandro Mura,
dell'università di Cagliari, è un «quadro
drammatico» caratterizzato da una
occupazione sempre più precaria e
dove i maschi lavorano più delle
donne e i giovani meno degli anziani.
Fermandosi ai numeri, un dato
sicuramente positivo è quello relativo
alla esportazione di merci. Nel
primo semestre dell'anno in corso le
esportazioni sono aumentate infatti
del 47,5 per cento, molto di più
del Meridione e della media
nazionale. Peccato però che
contemporaneamente siano aumentate,
quasi nella stessa misura, anche
le importazioni e che la fetta più
grossa dell'import- export sia
legata alle attività di raffinazione
del petrolio greggio, che viene
importato, e di vendita dei prodotti
derivati, che vengono invece esportati.
Bene anche le esportazioni
dell'industria meccanica,
chimica e metallifera, male invece
quelle del comparto alimentare, che
ha tante eccellenze ma paga il
crollo dei prezzi del settore lattiero
caseario. E male anche per il
settore delle costruzioni. Segno
positivo per le ristrutturazioni,
ancora negativo invece per quanto
riguarda le nuove costruzioni e il
settore delle opere pubbliche, che
non decolla anche per colpa del
nuovo Codice degli appalti, con
qualche segnale di ottimismo comunque
per il 2018. Un settore che va
sicuramente bene è il turismo. Dati
in crescita soprattutto per merito
degli stranieri e buoni affari per
le imprese dell'accoglienza e della
ristorazione e per porti e
aeroporti.
Positivi anche i dati del
commercio, che ha beneficiato
dell'aumento della spesa delle famiglie
per i beni durevoli e per gli
autoveicoli in particolare e in misura
minore anche per i beni di consumo.
Come hanno sottolineato gli
esperti, l'aumento di spesa è stato
favorito dalla crescita del
credito alle famiglie, mentre quello
alle imprese è ristagna. L'ultima
parola è stata lasciata al
presidente di Confindustria Nord Sardegna
Guido Ruggiu, che ha sottolineato il
ruolo fondamentale delle imprese
per la creazione di nuova
occupazione. «Non sarà certo la pubblica
amministrazione a offrire nuovi
posti di lavoro», ha detto Ruggiu
denunciando il peso della burocrazia
e auspicando una riduzione dei
carichi fiscali e tributari che
potrebbe liberare risorse destinate
agli investimenti.
Unione
Sarda
Sardisti
alla ricerca di un'identità, tra spaccature e nuove alleanze
In vista
delle elezioni, nella coalizione con Psd'Az e La Base entra
anche
Fortza Paris
«Il dissenso è fisiologico in tutti
i grandi partiti con maggioranze e
minoranze. Ognuno lo esprime a modo
proprio». Il segretario del
Psd'Az, Christian Solinas, chiude
così la pratica sulla spaccatura che
rischia di investire la galassia
sardista. Proprio nel giorno in cui
viene dato l'annuncio dell'adesione
di Fortza Paris al polo
civico-sardista di Psd'Az e la Base.
Grande assente alla
presentazione, il capogruppo del
partito in Consiglio regionale Angelo
Carta, che contesta al segretario la
scelta di non condividere con gli
organismi del partito le scelte
recenti.
NERVI TESI Il clima all'interno del
Partito sardo d'azione rischia di
surriscaldarsi mentre attorno ci si
organizza per definire le alleanze
in vista delle elezioni. Prerogativa
del segretario, ma Carta dice:
«Non mi convince la conduzione
personale. Siamo un partito strutturato
che ha un consiglio nazionale in
grado di decidere». Nessuna
pregiudiziale sulla presenza di
Fortza Paris o la Base, ma è questione
di metodo prima ancora che di
merito: «Dal primo luglio l'organismo
non viene convocato e nel frattempo
succedono cose che dovrebbero
passare al vaglio del partito».
LE ALLEANZE L'ingresso di Fortza
Paris rafforza il progetto
autonomista e, soprattutto,
incrementa il peso del polo
civico-sardista. «Attraversiamo una
fase post-ideologica», sottolinea
Solinas, «per questo proponiamo temi
concreti, un programma di governo
e un'alleanza che alle politiche
sarà raccolta sotto il simbolo dei
Quattro mori». Il primo scoglio da
superare è l'appuntamento con le
elezioni politiche che, per effetto
del Rosatellum, spingono verso le
alleanze. «Il nostro obiettivo è
portare la voce dei sardi in
Parlamento», sottolinea Solinas,
«non abbiamo scritto noi le regole,
ma le utilizziamo». Per quanto
riguarda il programma in cima alla
lista c'è la tutela linguistica, il
superamento del monopolio Tirrenia
e rendere la finanza dei Comuni
regionale.
LA NOVITÀ Il leader di Fortza Paris,
Gianfranco Scalas, parla di un
«ritorno a casa dopo tanti anni di
divisioni». Per il presidente del
partito suggellare questa nuova
alleanza significa «dare ai sardi una
risposta diversa rispetto a
vent'anni di centrodestra e
centrosinistra, incapaci di dare
risposte». Anche per Scalas è
fondamentale riuscire a «portare un
rappresentante in Parlamento per
trattare questioni importanti». Ad
esempio il tema della presenza
militare, argomento che Scalas
conosce bene vista la sua decennale
esperienza come colonnello del 151º
reggimento della Brigata Sassari:
«Ho sempre detto che serviva una
compensazione ma anche il rispetto di
tanti lavoratori». A dare il
benvenuto a Fortza Paris c'è anche il
presidente della Base, Efisio Arbau,
che apre anche «alle altre forze
civiche». Per Arbau quello che
succede attorno al polo civico-sardista
«non è tatticismo, ma la voglia di
realizzare un progetto vero».
Matteo Sau
FONDI AI
GRUPPI. Processo ai politici Udc e Fortza Paris
Peculato,
Obinu vuole patteggiare
Dei 14 consiglieri regionali di
Fortza Paris e Udc finiti davanti al
gup Giovanni Massidda nell'inchiesta
sui fondi ai gruppi (tredicesima
legislatura, 2004-2008), uno chiede
il patteggiamento, un secondo
sceglie l'abbreviato e tutti gli
altri restano in udienza preliminare.
Esito dell'appuntamento di ieri, che
proseguirà il 12 dicembre con i
testimoni nel processo a Sergio
Milia dell'Udc: accusato di spese
ritenute illecite per 90 mila euro,
i suoi avvocati Luigi Concas e
Luigi Satta hanno chiesto
l'abbreviato; per il collega di partito
Sergio Obinu (90 mila euro), i
legali Pierluigi Concas e Massimiliano
Ravenna si sono accordati col pm
Marco Cocco per 2 anni; per gli altri
esponenti dell'Unione di centro
Andrea Biancareddu (157 mila euro),
Francesco Ignazio Sisinnio Cuccu (14
mila), Sergio Marracini (26
mila), Vittorio Randazzo (30 mila),
Antonio Cappai (10 mila),
Salvatore Amadu (21 mila), Alberto
Randazzo (12 mila), Giorgio Oppi
(112.950) e Roberto Capelli
(129.500) e per i consiglieri di Fortza
Paris Eugenio Murgioni (43 mila),
Silvestro Ladu (12 mila) e Pasquale
Onida (20 mila), i difensori Massimo
Delogu, Leonardo Filippi, Guido
Manca Bitti, Paolo Loria, Annamaria
Busia, Laura Onida, Concas e
Ravenna chiederanno il non luogo a
procedere e il pm presumibilmente
il rinvio a giudizio. Renato Lai è
stato prosciolto tempo fa.
Voto di
genere, sfuma l'accordo in Commissione
Doppia
preferenza in bilico
Si complica il percorso della doppia
preferenza di genere a causa
delle divisioni in Consiglio
regionale. Dopo lo slittamento deciso
martedì scorso in aula per risolvere
le questioni tecniche legate al
numero di candidati e alle liste
paritarie, manca ancora la
quadratura. Ieri mattina si è
riunita la commissione Autonomia per
analizzare nel dettaglio
l'emendamento che prevede di aumentare il
numero dei candidati per raggiungere
un numero pari nei collegi in cui
è prevista un'attribuzione di seggi
dispari. Un cavillo tecnico che
per l'Ogliastra prevede di aumentare
da due a quattro i candidati per
garantire la parità e la possibilità
di scegliere relativamente al
meccanismo della doppia preferenza
di genere. Una scelta che non piace
al Partito dei sardi che contesta
questa decisione perché «raddoppia
il voto di lista e pone il collegio
Ogliastra in una posizione di
supremazia nel calcolo dei resti»,
spiega il capogruppo, Gianfranco
Congiu. Il presidente della
commissione, Francesco Agus (Cp) riferisce
di aver portato all'attenzione del
parlamentino le simulazioni in cui
è dimostrato che non ci sarebbe
nessuna alterazione del voto.
Dunque, resta ancora in bilico un
emendamento che oltre prevedere il numero
pari di candidati, impone anche di
strutturare le liste in modo che
siano composte al 50% da maschi e al
50% da donne. La doppia
preferenza di genere rischia di
arenarsi e per questo la segreteria
del Coordinamento3-Donne di Sardegna
chiede che «i capigruppo si
accordino per superare l'emendamento
e approvino il testo originale».
(m. s.)
CARBONIA.Regole
più rigide per i conti degli assessori e del Consiglio
Dal 2012
a oggi spesi oltre 70 mila euro. Ora il cambio di rotta
L'opposizione consiliare ha gridato
allo scandalo parlando di una
“rimborsopoli” alla carboniense. Il
riferimento era ai risarcimenti
viaggio percepiti da tre assessori
della Giunta M5S di Paola Massidda
non residenti a Carbonia (Mauro
Manca, Gian Luca Lai, Sabrina Sabiu),
per impegni istituzionali che
comprendevano sia le sedute di Giunta e
Consiglio, sia tutte le altre
incombenze che richiedevano la presenza
in città dei tre amministratori.
Rimborsi che ora saranno
esclusivamente limitati alle
riunioni di esecutivo e assemblea civica,
così come deciso dagli uffici: hanno
stabilito che, da ora in poi, ci
si atterrà ai recenti pronunciamenti
di alcune Corti dei Conti
esattamente come ha chiesto la
minoranza. La decisione non ha valore
retroattivo, tuttavia gli
amministratori in carica hanno deciso che
restituiranno tutto ciò che, in base
alle nuove regole, non era dovuto.
IL RISPARMIO Si tratta di una novità
importante, un paletto che
consentirà forti risparmi su una
voce di spesa già calata, e di tanto,
negli ultimi anni. Per farsi un'idea
si possono analizzare i dati
degli ultimi 5 anni. Dal 2012 a oggi
il rimborso per i viaggi, in
particolare dei consiglieri, dalla
propria residenza alla “casa
comunale”, è costato al contribuente
oltre 70 mila euro. I conti
riguardano i cinque anni dell'ex
amministrazione Casti (40
consiglieri) e l'inizio della nuova
(24) e si riferiscono a chi aveva
la residenza in un altro Comune o in
una delle 5 frazioni di Carbonia.
Per la passata amministrazione
riguardano i rimborsi pagati a Tore
Mascia, Mario Porcu, Pietro Morittu,
Matteo Sestu, Antonio Caggiari,
Giuseppe Meletti, Arturo Troilo,
Fulvio Cabiddu, Efisio Aru, Marco
Loi, Massimo Usai, Federico
Fantinel, Antonello Vargiu, Giancarlo
Podda, Marco Murru e Orlando Meloni;
per l'attuale amministrazione,
Federico Fantinel e Silvia Pinna. Ma
i risarcimenti erano previsti
anche per le missioni (biglietti
aerei e soggiorno) degli
amministratori e dei consiglieri.
I CONTI Per il Consiglio, nel 2012
sono stati spesi 4.900 euro, poi
26.000 nel 2013, quindi 14.900 nel
2014 e 15.800 nel 2015. Ci si è
fermati a 3.500 euro (anno delle
elezioni) nel 2016. Crollo drastico
nell'anno in corso: 700 euro. Pari a
zero i rimborsi viaggio degli ex
assessori di Casti (tutti di
Carbonia), ma diventano circa 2.500 euro
(missioni comprese) nel 2016 e
schizzano a 2.900 quest'anno, fra
sedute previste e altri mandati ora
non più rimborsabili. «Rispettiamo
i pronunciamenti delle Corti dei
Conti - conferma il sindaco - da ora
in poi si seguiranno le nuove
direttive».
Andrea Scano
TORTOLÌ.
Sono Ivan Puddu e Sabina Puncioni
Articolo
1 elegge i delegati
Si è svolta mercoledì, nella
biblioteca di Tortolì, l'assemblea
programmatica di Articolo 1 Mdp in
Ogliastra. Tra i temi all'ordine
del giorno viabilità, scuola,
sanità, turismo e attività produttive.
Argomento sul tavolo della politica
regionale ad iniziare dal
dimensionamento scolastico, la legge
sul turismo, e la questione
dell'Orientale. Sono stati eletti
due delegati, Ivan Puddu e Sabina
Puncioni.
Rappresenteranno il movimento
all'assemblea nazionale, in cui i
delegati provinciali realizzeranno
un documento comune da presentare
alla riunione di coalizione con
Possibile e Sinistra Italiana, il 2
dicembre. «Fino a quella data - dice
Ivan Puddu consigliere comunale
di Baunei, ex Sel - l'obiettivo è
creare una rete nel territorio, uno
spazio di discussione a sinistra per
recuperare il rapporto con la
società civile, le associazioni, le
cooperative, dare voce al
territorio, quella voce che il Pd
non è riuscita a dare. La rottura
non è con il Pd locale, con cui
lavoriamo a obiettivi comuni».
Dello stesso avviso Matteo Stochino,
consigliere comunale di Lanusei
che non ha rinnovato la tessera Pd e
che spiega: «In Ogliastra abbiamo
un patrimonio di buona politica
condivisa con il Pd, ma i risultati di
alcuni tavoli di lavoro non hanno
avuto riscontro oltre l'Ogliastra,
perché l'etichetta Pd ha
penalizzato. La priorità è recuperare la
capacità di autodeterminare la
nostra politica e la nostra spesa».
Paola Cama
La
Nuova
L'emendamento
sulla parità di genere nelle liste rischia di affossare
un'altra
volta la legge. Doppia
preferenza, ancora niente accordo
CAGLIARINon ci saranno trucchi e
neanche complotti, d'accordo, ma
all'improvviso la doppia preferenza
di genere ancora una volta sembra
essere finita in trappola. Il
ritorno in commissione della leggina non
è servito per ora a smussare le
differenze saltate fuori martedì in
aula, col rinvio del voto di una
settimana. A rimettere in discussione
se non tutto almeno gran parte di
una riforma che fino a qualche
giorno sembrava scontata, è un
emendamento. Ribattezzato l'emendamento
della discordia, dovrebbe permettere
non solo la possibilità di una
gara alla pari fra donne e uomini al
momento del voto, ma anche
l'obbligo (si noti bene non più una
possibilità, diventerebbe
un'imposizione) che anche le liste
dei partiti siano composte al 50
per cento da candidate e al 50 per
cento da candidati. Però per far sì
che questo avvenga in tutti gli otto
collegi,
i casi da risolvere sono
due: il Medio Campidano da tre posti
in lista, ed è questo il numero
dei seggi assegnati a Sanluri e
dintorni, dovrebbe passare a quattro,
altrimenti sarebbe impossibile
garantire il 50 e 50 di cui sopra. Poi
c'è il caso Ogliastra, dove le liste
sono composte da due soli
candidati, è lo stesso numero dei
seggi assegnati, ma con un'«offerta
elettorale» così ristretta il voto
rischierebbe di essere fin troppo
controllato, e quindi la proposta è
quella di raddoppiare i candidati,
due donne e due uomini. Se questo è
il contenuto dell'emendamento su
cui sono d'accordo Pd e Forza
Italia, più anche Campo progressista, il
Partito dei sardi è contrario. E lo
è con questa motivazione:
modificare il numero dei candidati
alla fine potrebbe alterare, il
calcolo dei seggi assegnati con i
resti.
Ricostruzione però contestata
da chi sostiene invece
l'emendamento, con tanto di proiezioni dei voti
ottenuti dai partiti nel 2014 sulle
prossime regionali del 2019.
Secondo questa simulazione, non ci
sarebbero stravolgimenti e tutto
rimarrebbe come quattro anni fa.
Nonostante queste simulazioni, le
posizioni contrapposte sono rimaste
quelle di partenza. La maggioranza
allargata non ha ritirato
l'emendamento e lo stesso ha fatto il
Partito dei sardi, che martedì
scorso, in aula, si era presentato con
un contro-emendamento destinato a
far franare il primo. Come finirà?
Ieri la commissione s'è conclusa con
un nulla di fatto ma con
l'impegno che «ci ritroveremo
martedì prossimo poco prima della seduta
del Consiglio». Ma la soluzione, o
forse meglio il compromesso, non
sembra essere all'orizzonte ed ecco
perché la doppia preferenza di
genere pare essere finita in
trappola ancora una volta.
Il
movimento stringe un patto per le politiche con Psd'Az e La Base
Polo
sardista, arriva Fortza Paris
CAGLIARI Il fronte civico-sardista
cresce ancora. Fortza Paris si è
affiancato al Psd'Az e a La Base, e
di sicuro insieme si presenteranno
alle Politiche del 2018. Con chi? È
ancora un mistero. Ci sono un bel
po' di trattative in corso col
centrodestra, gli interlocutori sono
gli entusiasti Sgarbi e Tremonti, ma
anche col centrosinistra.
«L'unica certezza - ha detto il
segretario del Psd'Az Christian
Solinas - è che l'alleanza,
destinata a essere allargata ad altri
partiti e movimenti, si presenterà
sotto il simbolo storico dei
Quatttro Mori». L'accordo politico è
stato firmato. «Abbiamo riunito
un altro tassello del Ps'Az che fu -
è stato detto - Riprendiamo a
condividere simboli e prospettive.
A cominciare dalla volontà di
tutelare, in Parlamento, la lingua
sarda. Vogliamo dare sostanza alla
nascita di una scuola sarda e far sì
che, come in altre Regioni,, ai
dipendenti pubblici sia riconosciuta
l'indennità linguistica». Poi,
nel programma, ci sono la
risoluzione della convenzione con Tirrenia,
il controllo regionale di porti e
aeroporti e una finanza regionale
per i Comuni sardi, per liberarli
dal giogo statale. «Il nostro è un
progetto aperto - ha detto Efisio
Arbau de La Base - e il compito di
dialogare con movimenti e partiti
l'abbiamo affidato a Solinas».
Scelta che di sicuro scatenerà la
protesta della minoranza del Psd'Az,
guidata dal consigliere regionale
Angelo Carta, che ha già criticato
gli ultimi contatti con Sgarbi e
Tremonti.
Polemiche interne a parte,
Gianfranco Scalas, segretario di
Fortza Paris, ha ribadito: «Oggi è un
giorno importante, le anime sardiste
si ricongiungono, sottoscrivono
un patto che non sarà solo
elettorale es è destinato a resistere
nonostante le differenze fra i
nostri partiti». Il Fronte non è certo
soddisfatto di quanto fatto finora
dal centrosinistra al governo della
Regione nella trattativa con Palazzo
Chigi, «Ha commesso troppi
errori», ma non lo è neanche del
centrodestra, con cui il Psd'Az ha
perso le Regionali del 2013, e che
«dai banchi dell'opposizione
avrebbe dovuto di più». Ma con uno
dei due poli dovrà allearsi: è
quasi impossibile che nel 2018 corra
da solo.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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