Unione Sarda
Ex
lavoratori senza aiuti: dramma sociale nell'Isola Ammortizzatori per oltre
100mila persone, ma c'è chi non ha nulla.
Questa è la storia di un operaio che
si considera fortunato, in attesa di una chiamata per due mesi. «Quando
riprendi a lavorare ti senti come se avessi fatto tredici al
totocalcio», dice Ignazio Pala, 55 anni, così scoraggiato da pensare che una
busta paga sia qualcosa di molto simile a un miracolo.
LA STORIA C'era una volta in
Sardegna la Rockwool, multinazionale danese leader mondiale nella produzione di
lana di roccia. «Ho lavorato lì dal 1997», racconta, «con un regolare
contratto, prendevo circa 1200 euro e stavo bene, poi nel 2009 la società
annuncia all'improvviso la cessazione dell'attività a Iglesias, e parte il licenziamento
del personale. A giugno sono entrato in cassa integrazione, per un anno, con un
assegno di 1000 euro, facevamo le occupazioni, nella speranza che le cose
tornassero a marciare.
Nel 2011 è cominciata la mobilità,
diventi “dipendente” Inps, prendi una media di 800 euro, che diminuiscono mese
per mese. Nel 2013, la svolta: ricordo benissimo quel giorno, il 13 luglio,
firmo un contratto a tempo indeterminato con l'Ati-Ifras, associazione di imprese
che svolgeva servizi in convenzione con la Regione. Meno di tre anni e - siamo a febbraio 2016 -
di nuovo il buio. Cinquecentoventi persone a casa», prosegue, «da gennaio di
quest'anno sono in Naspi, la nuova “disoccupazione”, l'ultima indennità è stata
di 610 euro. Dieci giorni fa ho firmato un contratto per un'assunzione che
partirà dal 3 gennaio, a Igea, due mesi di corso di formazione e poi, se tutto
va bene, altri 9 mesi. Andiamo avanti così, alla giornata, tra promesse e
illusioni, senza poter fare progetti, prego solo di riuscire a raggiungere la
pensione».
IL SOSTEGNO Ignazio Pala, nonostante
«la grande amarezza», spiega che alla fine non sta poi tanto male, «rispetto a
un sacco di altra gente che invece non ha veramente nulla», ha perso ogni
diritto anche all'ultimo straccio di ammortizzatore sociale. «Gli strumenti di sostegno al reddito hanno subito una
manomissione pesante da parte del governo Renzi, dal 2015 la fine della mobilità
in deroga, nell'Isola ha creato un dramma sociale immenso», dice il segretario
generale della Cgil Michele Carrus.
IL SINDACATO «Abbiamo fatto i salti
mortali per dare copertura ai lavoratori, poi con il decreto Sud siamo riusciti
a strappare un “paracadute” per le aree cosiddette di crisi complessa, ma solo
per Portovesme e Porto Torres, nel Nuorese non hanno più nulla. Ancora: dobbiamo
mettere in conto il ritardo dei pagamenti (stanno erogando adesso il 2014)
l'eccesso di burocratizzazione e l'eterno conflitto tra Regione e Inps sui
dati. Insomma: le politiche difensive del lavoro sono state completamente
smantellate, bisogna puntare tutto su quelle attive, aprire cantieri, creare
occupazione vera».
LA REGIONE Nel 2014 - ultimo anno di
ossigeno per questi disperati - tra Cig e mobilità in deroga c'erano 26.763
richieste, fa sapere l'assessorato regionale al Lavoro. Nel 2015 ne sono state
autorizzate 1191, nel 2016 poco di più, 1212. Gli altri sono praticamente in
mezzo a una strada. «Per i lavoratori cessati dagli ammortizzatori», proseguono
dall'assessorato, «sono state messe in campo misure come la Flexicurity, che
per i primi 4000 fuoriusciti nel 2014 ha previsto tirocini di reinserimento e
bonus». Ma è scomparsa anche la mobilità ordinaria, sostituita dalla Naspi per
massimo 24 mesi e con un importo decrescente, inoltre è stata “riformata” la
Cassa integrazione guadagni, ordinaria e straordinaria, con limiti più
stringenti, maggiori oneri per i datori di lavoro e meno fondi, il che ha
portato a una contrazione pesante del numero di ore autorizzate.
L'INPS Dice Piero Vargiu, presidente
del Comitato regionale Inps che «nel 2016 le ore di Cig sono diminuite del
45,92%. Si è estesa la fascia di persone priva di qualsiasi forma di sostegno
al reddito. La cancellazione delle legge 223/91, che garantiva una maggiore
copertura temporale e previdenziale al lavoratore licenziato, e l'avvento della
Naspi, hanno ridotto notevolmente la protezione». L'anno scorso 100.587 persone
hanno usufruito di ammortizzatori sociali; le domande per la Naspi sono state
80.156, accolte 73.325. Le indennità di mobilità ordinaria sono state appena
956 (erano 2372 nel 2015) e 14.344 persone hanno incassato la mobilità in
deroga terminale.
Cristina Cossu
«Pronti a
governare l'Isola»
Ad
Assemini gli attivisti Cinquestelle hanno discusso dei programmi
per la
Sardegna
Il M5S
prepara le Politiche ma guarda già al voto del 2019
Alle prossime elezioni regionali il
Movimento 5 Stelle vuole giocare
un ruolo da protagonista.
Possibilmente governare la Regione, visto
che «abbiamo dimostrato di saperlo
fare laddove amministriamo»: a dare
la carica agli attivisti è il
sindaco di Assemini Mario Puddu che, da
padrone di casa, ha aperto ieri
mattina nella sala consiliare del
Comune la giornata pentastellata dal
titolo “La Sardegna che
vogliamo”.
Un palco aperto ai contributi di
tutti i militanti su dieci temi
chiave per cominciare a incamerare
elementi per la prossima campagna
elettorale. Puddu è stato scelto da
Luigi Di Maio, candidato premier
per il M5S, per curare la campagna
elettorale nell'Isola. Un impegno
«gravoso e difficile, ma anche un
onore», dice il sindaco, che chiede
però «l'aiuto di tutti per parlare
con la gente». Per quanto riguarda
i compagni di viaggio, sebbene non
siano previste alleanze, si
registra un'apertura al dialogo
verso i movimenti autonomisti e
indipendentisti, purché non abbiano
mai avuto esperienze di governo.
AL GOVERNO «Non siamo il partito del
no, ma delle idee e delle
proposte», avverte Puddu, «e alle
prossime Regionali sapremo trovare
la formula giusta per metterle in
pratica». Il guanto di sfida è
lanciato ed è probabile che la
campagna elettorale per le elezioni
politiche del marzo 2018 sia il
punto di partenza della corsa al
governo regionale. «Abbiamo sempre
lavorato a testa bassa e con la
schiena dritta», ricorda il sindaco
di Assemini, orgoglioso di «aver
approvato il Puc dopo vent'anni».
Le esperienze virtuose dovranno
essere messe a disposizione per un
progetto regionale: «La Sardegna ha
bisogno di idee innovative, ma
anche di una classe politica in
grado di metterle in pratica», osserva
Puddu, che riprende la frase di
Beppe Grillo sul «pensare alla
politica immaginando al futuro dei
propri figli».
Avere il traino a livello nazionale
di un leader come Luigi Di Maio
non può che giocare a favore anche
dei grillini sardi che, infatti,
ospiteranno nell'Isola il vice
presidente «per un paio di giorni»,
conferma il sindaco di Assemini: «Ma
negli altri 90 che ci separano
dalla data del voto dovremo essere
noi a parlare con la gente». Nei
prossimi mesi, quindi, verranno
creati gruppi di lavoro specifici per
elaborare un programma da raccontare
ai cittadini.
STRATEGIE In casa Cinque Stelle non
è ancora tempo di fare i nomi dei
candidati, anche perché è sicuro il
passaggio attraverso la scelta
della rete: «Il percorso è solo
all'inizio ed è prematuro pensare alle
persone che verranno individuate con
la formula delle parlamentarie»,
sottolinea la deputata Emanuela Corda,
«ma è necessario iniziare a
focalizzare i temi più importanti
già in vista delle prossime elezioni
regionali».
La scelta della rete è una stella
polare così come lo è la rinuncia
alle alleanze, che non vuol dire
preclusione al dialogo. «Noi abbiamo
dei punti programmatici fissati»,
spiega il deputato Nicola Bianchi,
«se altre forze politiche
condividono le nostre scelte si può
dialogare. Lo abbiamo fatto anche
con il Partito democratico».
I portavoce del Movimento prevedono
che le Regionali del 2019 saranno
cariche di temi autonomistici.
Nessun problema, giurano: «Siamo nati
nel territorio e siamo consapevoli
che i nostri rappresentanti si
sapranno identificare nelle
tematiche territoriali».
I PUNTI Una buona parte di queste
viene sviscerata durante la giornata
in cui si alternano numerosi
contributi. I temi vanno dal lavoro ai
trasporti, dalla sanità all'energia:
un panorama ampio per il
programma di governo. Relativamente
al lavoro, Puddu sottolinea «la
vicinanza del Movimento 5 stelle
alle imprese, visto che siamo gli
unici ad aver dato un aiuto concreto
di 20 milioni di euro».
Durante gli interventi emerge la
necessità di una sanità più giusta e
il concetto di energia democratica,
puntando sulle rinnovabili: ma con
incentivi non alle multinazionali,
semmai a chiunque voglia sfruttare
questa risorsa. Quanto ai trasporti,
Bianchi, che fa parte della
relativa commissione alla Camera,
punta su «un cambio di mentalità sul
trasporto pubblico locale in
Sardegna, puntando sull'intermodalità».
Matteo Sau
La
Nuova
Il M5s:
siamo la prima forza E pensa già alle regionali
Politiche:
Cotti, Corda e Vallascas verso la ricandidatura, Bianchi quasi fuori
All'assemblea
di Assemini Puddu annuncia l'arrivo nell'isola di Di Maio
di Alessandro Pirina
I grillini si preparano per le
elezioni. Il calendario dice che in
primavera ci saranno le politiche,
ma loro sono già proiettati sulle
regionali del 2019. Non vogliono
farsi trovare impreparati a un
appuntamento elettorale che, proprio
a causa di divisioni interne,
avevano dovuto saltare quattro anni
fa, rinunciando alla presentazione
della lista. E così ieri circa 300
tra iscritti e simpatizzanti si
sono ritrovati nella sala consiliare
di Assemini, laddove il Movimento
5 stelle ha issato la sua prima
bandiera nell'isola, con la conquista
del municipio nel 2013.
Ed è stato infatti il sindaco Mario
Puddu a
fare gli onori di casa in questa
assemblea di preparazione in vista
delle regionali. Presenti anche i
parlamentari Roberto Cotti, Emanuela
Corda e Nicola Bianchi, le sindache
di Carbonia, Paola Massidda, e di
Dorgali, Itria Fancello, consiglieri
comunali di tutta l'isola.
Un'intera giornata in cui i vari
iscritti a parlare hanno illustrato
le loro proposte. Per ora si tratta
di semplici idee che potrebbero
entrare a fare parte del patrimonio
politico del Movimento. Ognuno si
è presentato con una sua ricetta su
turismo, fiscalità, lavoro,
ambiente, sanità, trasporti. «La
Sardegna che vogliamo», ha
sottolineato in apertura della
assemblea Puddu, che proprio nei giorni
scorsi è stato nominato referente
della campagna elettorale per le
politiche da Luigi Di Maio,
candidato a premier dei 5 stelle. Una
sorta di coordinatore regionale del
movimento.
«Ma non sarò candidato
per il Parlamento», ha tenuto a
precisare il sindaco di Assemini, che
in primavera dovrebbe correre per il
secondo mandato nel Comune
dell'hinterland cagliaritano. Anche
se non è escluso un suo impegno
alle regionali del 2019. Ovviamente
ieri ad Assemini si è parlato
anche delle imminenti elezioni
politiche. Puddu ha annunciato che
nella prossime settimane Di Maio
farà più tappe in Sardegna. «Siamo la
prima forza in Italia ma anche
nell'isola», ha ribadito più volte. Ma
prima delle elezioni vere e proprie
gli elettori grillini saranno
chiamati a scegliere i propri
candidati alla Camera e al Senato con la
parlamentarie. Ovvero le primarie on
line a cui dovranno sottoporsi
anche i deputati e i senatori
uscenti.
Hanno già dato la disponibilità
a ricandidarsi il senatore Roberto
Cotti e i deputati Emanuela Corda e
Andrea Vallascas. Mentre sembra
quasi certa l'esclusione di Nicola
Bianchi: il deputato di Sennori,
infatti, era stato consigliere
comunale nel suo paese per poco più
di un anno, ma il severo
regolamento del Movimento impedisce
a un suo attivista di fare oltre
due mandati di fila, anche se
parziali, in qualsiasi assemblea
elettiva. Chi sicuramente non sarà
della partita è la deputata uscente
Paola Pinna, che eletta con i 5
stelle, era passata prima alla
montiana Scelta civica e poi al Pd.
Lorenzin:
«Sì al centrosinistra»
La
ministra della Salute ha auspicato una scelta analoga dell'Upc.
Eletti i
segretari di Sassari e Alghero
di Gianni OlandiwSASSARISala
piuttosto affollata quella del centro
polifunzionale del Quartè Sayal in
occasione del congresso cittadino
dell' Unione Popolare Cristiana
(Upc) al quale, viste le presenze, è
stata riservata una particolare
attenzione. Era infatti presente la
ministra della Salute Beatrice
Lorenzin. I lavori sono stati
presieduti da presidente nazionale
dell'Upc, Antonio Satta, e dal
segretario cittadino Gianni Cherchi.
Vi hanno partecipato esponenti
regionali del partito, una folta
rappresentanza delle forze politiche,
associazioni, esponenti della
società civile. Tra gli amministratori
anche il sindaco di Alghero, Mario
Bruno. Il congresso prevedeva
l'elezione degli organi e la
disamina della situazione politica
algherese e le prospettive future in
vista delle prossime scadenze
elettorali. Particolarmente seguito
dalla sala è stato l'intervento
della ministra della Salute che
riferendosi al suo incarico di governo
e in particolare alla questione
della obbligatorietà dei vaccini, ha
riferito di «aver recuperato nel
corso dei cinque anni di mandato
situazioni al limite
dell'incredibile».
A proposito del sistema
sanitario nazionale la ministra ha
evidenziato i passi avanti portati
a buon fine ma ha anche evidenziato
che si tratta di un settore nel
quale vano profuse energie e dove è
necessaria una costante
attenzione. Ma Beatrice Lorenzin ha
svolto anche un lungo passaggio di
natura politica. Ha infatti
confermato in vista dei prossimi
appuntamenti elettorali la sua
scelta di confluire nell'area del
centro sinistra e ha auspicato,
rivolgendosi al presidente dell'Upc
Antonio Satta, di seguire lo stesso
percorso anche per quanto riguarda
la Sardegna. Auspicio confermato
dallo stesso Satta il quale ha però
evidenziato che la condivisione dell'area
del centro sinistra è legata
alla lealtà politica e al rispetto
dei ruoli e dei programmi. «In
ambito locale e in assenza di queste
condizioni - ha detto facendo
riferimento ai casi dei comuni di
Sassari e Alghero - sarà la
dirigenza locale a decidere
valutando in autonomia gli interessi
generali delle collettività
interessate».
Un tema sviluppato in maniera
più approfondita e con passaggi
piuttosto duri dal segretario uscente
Gianni Cherchi in relazione alla
esperienza dell'Upc nella coalizione
guidata da Mario Bruno e con la
quale aveva partecipato alla vittoria
delle ultime amministrative
algheresi svoltesi nel giugno del 2013. «È
stata proprio la mancanza di lealtà
politica - ha detto - a
costringersi a uscire dalla
maggioranza. Per il futuro vogliamo avere
le mani libere per affrontare i
problemi della città con persone di
buona volontà che hanno a cuore gli
interessi di un territorio che
continua a essere penalizzato dalla
mancanza di idee e di un progetto
complessivo di sviluppo che porti
benessere a tutti».
Sempre in
relazione al congresso cittadino
dell'Upc da segnalare che Gianni
Cherchi è stato riconfermato alla
carica di segretario. Eletto anche a
Sassari il nuovo segretario
cittadino: è l'avvocato Pier Giorgio
Poddighe, che ha ricevuto l'incarico
al termine del congresso
cittadino che si è celebrato nei
giorni scorsi.
Fratelli
d'Italia a convegno ieri a Cagliari. Murgia: movimento con
una
visione nuova
«Cultura
e paesaggio, non solo temi della sinistra»
Ci sono tematiche come cultura,
ambiente e mondo giovanile che non
possono essere appannaggio soltanto
della sinistra. Almeno secondo gli
esponenti di Fratelli d'Italia che
ieri mattina a Cagliari hanno
aperto la strada verso un nuovo modo
di concepire il partito.
«La nostra idea è costruire un
movimento politico che abbia alcune
radici storiche ma sia nuovo
nell'approccio e nel metodo di
comunicazione». Il deputato Bruno
Murgia, non nasconde l'ambizione che
Fratelli d'Italia possa «essere una
cosa diversa anche all'interno
della coalizione». Una prima
ricognizione è stata fatta durante
l'incontro al quale hanno
partecipato molti rappresentanti di
associazioni di categoria e
professionisti. A tutti è stata data la
possibilità di offrire il proprio
contributo per la fucina delle idee
da portare al tavolo della
coalizione: «L'obiettivo è ragionare sulla
realtà di oggi e sulle cose da
fare», spiega il consigliere regionale
Paolo Truzzu che riassume il
seminario in un unico filo conduttore:
«la bellezza». Una suggestione in
grado di guidare l'azione di
Fratelli d'Italia, attraverso «la
bellezza della famiglia, delle
nostre comunità, dei giovani, delle
imprese e nel riuscire a dare
risposte a chi ne ha bisogno», dice
Truzzu.
La posizione è saldamente a destra,
ma una destra «moderna che parla
di cultura e di paesaggio». Un passo
in avanti con cui gli alleati del
centrodestra dovranno fare i conti
visto che «non stiamo costruendo
alchimie politiche, ma una
rivoluzione culturale sullo stile di vita e
sulle coscienze», sottolinea il
coordinatore regionale, Salvatore
Deidda. «Non vogliamo contare le
percentuali o il valore numerico di
ogni singolo partito, facciamo un
programma serio con una prospettiva
di cinque o dieci anni».
Per quanto riguarda gli argomenti
discussi durante la giornata, è
emersa la volontà di avere maggiori
investimenti per l'Università,
salvare le comunità ragionando non
solo sui numeri, affrontare la
politica in maniera più sobria e
puntare a un ricambio generazionale.
(m. s.)
Cep, il
rione dei nonni
In via
Talete non c'è la prima elementare: mancano i bambini
L'età
media dei residenti è ormai settant'anni
«Già, la droga. Ne ha ucciso tanti,
molti di quei ragazzi ora non ci
sono più». Li ricordano bene, i
“vecchi” del Cep, gli anni bui dello
spaccio, dell'eroina. Era il
passato. Il quartiere, ora, si è
scrollato di dosso sofferenze e
pessima reputazione. Quella nomea che
accostava il centro di edilizia
popolare a siringhe maledette e
manette. Accadeva tra gli anni
Settanta e Ottanta.
LA TRASFORMAZIONE È diventato un
luogo tranquillo, il Cep. Distante,
se non in rarissimi casi che non
fanno più statistica, dalle pagine
della cronaca nera. Però si è
trasformato in un quartiere per vecchi.
Gli ex giovani rimasti nei palazzoni
da dodici piani ognuno o nelle
case basse che incorniciano il rione
stretto tra Asse Mediano,
quartiere Europeo e Pirri, sono oggi
padri di famiglia e magari nonni.
I GIUDICI «Si sta tutto sommato
bene. Bene rispetto a ciò che abbiamo
passato e subìto in quegli anni»,
spiega Antonio Contu, mentre in
piazza Pitagora separa accuratamente
vetro e plastica per sistemarli
nei cassonetti della differenziata.
In questo rione di mattoni rossi
che visto dall'alto ricorda la
spirale della conchiglia di un
Nautilus, vive da quarant'anni. «Se
un difetto ce l'ha, è quello di
non aver più negozi, servizi. Sono
rimasti un supermercato in via
Talete, una panetteria e la
farmacia, ma nella parte bassa». Distanti,
insomma, da piazza Pitagora,
capolinea del “pollicino” del Ctm che
salva l'intero quartiere
dall'isolamento e consente a tanti anziani di
raggiungere l'ufficio postale, il
mercato di San Benedetto. La città,
insomma.
LE EMERGENZE Una tranquillità
conquistata a fatica che nasconde però
non pochi problemi. Tra via Ruffini
e via Flavio Gioia la notte - lo
chiedono i residenti - un po' più di
luce non dispiacerebbe. Lampioni
guasti da tempo, un problema non più
sopportabile. E poi le macchine
ormai inutilizzate ma lasciate lì,
«a marcire in strada», lungo
l'interminabile curva di via
Ruffini. E ancora i giardini. Che magari
avrebbero la necessità di più
attenzione dal Comune. «Vengono,
puliscono - assicura Contu - ma una
manutenzione straordinaria non
farebbe male al verde del Cep».
LA SPESA Maria Teresa Palma ha
ottant'anni, il carrello della spesa al
suo fianco e tanta pazienza. Alla
fermata del bus attende il Pollicino
per raggiungere i negozi. «Da quando
hanno allungato il percorso verso
il quartiere Europeo, non è più lo
stesso. Prima spaccava il minuto,
adesso è spesso in ritardo. Anche il
mio cuore non è più lo stesso,
prima andavo da ogni parte a piedi,
ora la salita mi costringe a
fermarmi anche tre, quattro volte».
Non è la sola, tra le anziane del
Cep, a lamentare la carenza di
servizi. «I grandi centri commerciali
hanno spazzato via i negozietti dei
portici.
Per noi erano essenziali.
Ci hanno portato via anche l'ufficio
postale», spiega Giovanna Manai,
da «una vita, ovvero quarantaquattro
anni», residente al Cep.
Praticamente dagli albori di questo
rione di casermoni e grattacieli
venuto su nella seconda metà degli
anni Sessanta. Ci risiedevano,
allora, cinquemila persone. Oggi non
ci sono più di 3.500 abitanti. E
- come racconta l'ultimo censimento
- qui sono gli anziani a dominare,
facendo del Cep il rione “più
vecchio” di Cagliari, dove la media dei
residenti si attesta sui
settant'anni.
IN PARROCCHIA «All'oratorio molti
bambini arrivano da fuori», racconta
Vincenzo De Martino, stretto
collaboratore di don Gigi Xaxa, parroco
della chiesa intitolata alla Madonna
del Suffragio che a ottobre ha
festeggiato i suoi cinquant'anni.
Piccoli ospiti in trasferta anche e
soprattutto per il catechismo. Come
se non bastasse, la scuola di via
Talete non ha, da quest'anno, la
prima elementare. Motivo? «Non ci
sono bambini». È anche per questo
che una parte di quella che un tempo
era un'affollatissima scuola oggi
ospita la sede dell'Avis.
Andrea Piras
La
Nuova
l sindaco
di Alghero spiega la sua ricetta per rilanciare il Nord
ovest
dell'isola. Bruno: facciamo sistemaper una stagione da 12 mesi
di Luca Rojch
SASSARI
Da calamità a calamita. Il sistema
di accoglienza dei turisti cambia.
Il sindaco di Alghero, Mario Bruno,
raccoglie la sfida lanciata dal
direttore della Sogeaal Mario
Peralda, dalle colonne della Nuova. E
spiega quali sono le strategie.
Anche se mette in evidenza quali sono
i gap strutturali che devono essere
superati. «Ho apprezzato le parole
di Peralda e le condivido - dice
Bruno -. Arriviamo da un periodo in
cui c'era un vettore monopolista
Ryanair, che metteva i voli e li
riempiva. Questo sistema ha permesso
all'aeroporto di crescere, ma
anche di diventare ostaggio di una
compagnia. Ci siamo resi conto
degli errori. Spetta a noi fare
diventare il Nord ovest una
destinazione appetibile. Noi
dobbiamo fare la nostra parte. Sono certo
che chi gestisce l'aeroporto fa la
sua». Bruno spiega la sua
strategia. «Abbiamo iniziato nel
2014 a creare una destinazione
turistica valida per tutto l'anno.
Il balneare da solo non basta.
Abbiamo portato avanti alcune sfide
come Alghero capitale della
cultura, o città dell'Unesco.
Ora abbiamo inaugurato una serie di
manifestazioni, con concerti ed
esposizioni che dureranno nove mesi e
ha come padrini Paolo Fresu e
Antonio Marras. Iniziative di qualità
che puntano a un turismo differente
dal balneare. Portiamo avanti
anche grandi eventi come il rally,
il campionato europeo di beach
soccer. In collaborazione con Pesaro
partecipiamo all'anno Rossiniano.
Vogliamo caratterizzarci come città
della cultura, della musica e
delle arti. Rivitalizziamo anche il
brand del parco di Porto Conte».
Dati. Un po' di numeri possono
aiutare per capire come Alghero può
crescere. È sempre il sindaco Bruno
a darli. «Ad Alghero abitano
22mila famiglie, 7mila sono composte
da una sola persona. I residenti
sono in gran parte anziani e donne.
Il 25 per cento della popolazione
ha più di 65 anni. Solo il 10 per
cento ha meno di 25 anni. Il 60 per
cento delle case è vuota per quasi
tutto l'anno.
Il tasso di natalità
è appena dello 0,8 per cento, sotto
quello sardo dell'1 per cento, che
è già bassissimo». Posti letto.
Questi numeri da soli bastano in un
certo senso a indicare una via.
Molte seconde case, pochi giovani e
anche pochi posti letto. «Manca una
politica di alleanza in un'aera
più vasta. Olbia e Cagliari sono
naturalmente portate ad avere un
sistema che si allarga ai comuni
vicini. Noi no, il nord ovest della
Sardegna lo deve fare, deve mettere
insieme tutto il territorio. Lo
deve fare anche dal punto di vista
dei posti letto. Per me non sono
centrali, ma alcuni tour operator
hanno detto che preferiscono altre
località perché nel territorio non
ci sono posti letto sufficienti. Io
credo servano posti letto
alberghieri di alta qualità. Servono 5
stelle, ma si devono adeguare anche
quelli già esistenti».Il circolo.
Bruno mette in evidenza anche un
altro aspetto.
«Noi facciamo un
grande sforzo, ma dobbiamo essere
aiutati dai privati. In troppi
ancora tra ristoratori e albergatori
chiudono nei mesi freddi. Ci
devono credere. Dobbiamo scommettere
tutti insieme su questo
obiettivo. Non si possono appellare
al fatto che i voli non arrivano.
In caso contrario si crea un circolo
vizioso. Dobbiamo spezzarlo.
Anche per questo abbiamo deciso di
consentire ai privati di entrare
nella Fondazione Alghero. Possono
entrare nel capitale e avere una
maggiore voce in capitolo sulle
scelte strategiche.
Abbiamo avuto un
incontro con l'assessore regionale
al Turismo Barbara Argiolas.
Abbiamo parlato di destinazione, di
legge sul turismo e del ruolo
fondamentale che devono avere gli
enti locali».Puc. Bruno mette
l'accento anche su un altro aspetto.
«Questo è l'anno del Puc per
Alghero - conclude Bruno - e
dobbiamo tenere presente nella sua
realizzazione che sono necessarie
strutture ricettive e turistiche
aperte tutto l'anno».
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento