In merito alle recenti
dichiarazioni della ministra della Difesa Pinotti, secondo la quale a breve
verrà resa operativa la caserma militare di Prato Sardo a Nuoro, ribadiamo la
nostra contrarietà a tale progetto, portato avanti con soprusi nei confronti
della cittadinanza che sconfinano anche nell’irregolarità amministrativa (come
la violazione della normativa sugli usi civici su cui ricade lo stabile) e con
una propaganda continua piena di falsità e confusione.
La caserma in
questione, edificata come detto in maniera irregolare su terre civiche e con
fondi pubblici regionali, venne fatta costruire dal Comune di Nuoro in cambio
di una parte dell'area militare dismessa di viale Sardegna. Questo scambio è
palesemente svantaggioso per il comune di Nuoro, anche perché le aree militari
dismesse - per legge - dovrebbero essere comunque riconsegnate alla comunità.
Tuttavia,
nonostante la zona di viale Sardegna sarebbe dovuta normalmente tornare in
possesso della città e senza alcuna controparte, gli amministratori di allora
decisero di voler ad ogni costo contraccambiare con un dono immensamente più
costoso. Infatti per poter fare un campus universitario da 1 milione e mezzo di
euro in viale Sardegna accettarono di costruire una caserma costata ben 12
milioni, fondi destinati all'edilizia universitaria, recuperati con questo
ricatto per poter giustificare il loro uso non regolare destinato alla
militarizzazione del territorio.
La caserma è
stata da tempo costruita e consegnata formalmente all'esercito, ma a tutt’oggi
l'area di viale Sardegna risulta essere chiusa, abbandonata e inutilizzata se
non per qualche rarissima e breve occasione, mentre il progetto del campus è
stato trasferito in un altra parte della città e abbandonato.
La ripresa del settore edile, che a detta dei sostenitori del progetto sarebbe avvenuta miracolosamente grazie alla costruzione della caserma, non è mai avvenuta, anche perchè sostanzialmente le realtà lavorative del territorio sono state beffate ed escluse.
Alla città e al territorio non rimane che l'ennesima falsa promessa di un ritorno economico, che questa volta dovrebbe arrivare da una caserma che è già fornita di qualsiasi cosa, dagli alloggi, allo spaccio, alla mensa, al centro polifunzionale, al rifornitore, ai laboratori, alla palestra, ai magazzini, alla sala convegni fino al cinema.
Parliamo di un
massimo di 300 militari che non saranno presenti contemporaneamente, che
avrebbero già tutto ciò che gli serve all'interno della caserma. Non si capisce
perché dovrebbero sentire la necessità di dover uscire a spendere soldi per
servizi che hanno già pienamente garantiti in caserma, e perciò non si vede in
che senso tutto ciò debba essere considerato come una grande occasione di
ricchezza per il territorio.
Oggi più che
mai, dopo che il progetto di Campus universitario in viale Sardegna è stato
ritirato, dopo che il finanziamento per il Campus universitario nel vecchio
Mulino Gallisai è stato revocato, è valida la nostra proposta da sempre
avanzata di istituire il Campus universitario in quella struttura ben
attrezzata. Chiediamo perciò la valorizzazione e la immediata restituzione
delle terre civiche di Prato Sardo e delle loro strutture alla legittima
proprietaria: la comunità nuorese.
Libe.r.u. - Setzione “Paschedda Zau”,
Nùgoro.
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