Unione
Sarda
La
sinistra sarda divisa sul Pd. Liberi e Uguali ormai forza alternativa. Lunedì
vertice di maggioranza con Pigliaru. Campo progressista nell'Isola resta in
piedi e vicino ai dem.
Per staccare la spina di Campo
progressista in Sardegna è ancora troppo presto. Si va avanti nella speranza di
portare a termine il progetto di un rinnovato centrosinistra. La resa di
Giuliano Pisapia, leader scelto per guidare il progetto di Campo progressista,
scuote ma non abbatte i rappresentanti sardi che cercano di riorganizzarsi. Il Partito
democratico è un alleato irrinunciabile e, almeno per ora, non una casa in cui
essere ospitati.
E sul pro o contro Pd si snodano i rapporti
a sinistra, perché gli altri partiti (Art.1-Mdp, Sinistra italiana e Possibile)
hanno dato vita al progetto di Piero Grasso, “Liberi e Uguali”, che fa
dell'alternativa ai dem un punto cardine del programma. Eppure il
centrosinistra in Sardegna c'è e lunedì si incontrerà alle 15.30 a Villa Devoto
per il primo incontro tra il presidente Pigliaru e il parlamentari sardi e i
segretari dei partiti. Si parlerà di accantonamenti e rapporti con lo Stato,
tema caldo di queste ultime settimane.
IN VITA Alla fine di una giornata di
telefonate e incontri, sono le parole del senatore Luciano Uras, a fotografare
la situazione: «Faremo ogni tentativo nelle nostre possibilità per condividere
con tutti l'impegno necessario per ricostruire l'unità dell'intero schieramento
democratico avanzato». I titoli di coda ancora non ci sono, ma qualcosa per
capire cosa diventa Campo progressista si dovrà fare. Lasciare tutti i
rappresentanti, tra cui il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda e i consiglieri
regionali, Francesco Agus e Anna Maria Busia, senza il sostegno di un partito
in vista di importanti appuntamenti elettorali è troppo rischioso. Questo non
significa cercare scorciatoie e dunque prima di un eventuale, quanto clamoroso,
ingresso nel Pd c'è molto tempo: «Non conviene», spiega il senatore, «perché
noi vogliamo dare un contributo vero e entrare nel Pd non è un fattore
aggiuntivo».
LA COALIZIONE Il presidente Pigliaru
chiama a raccolta i parlamentari sardi e i segretari dei partiti a Villa
Devoto. Lunedì pomeriggio, il governatore insieme al suo vice, Raffaele Paci,
riunirà la coalizione per discutere le prossime iniziative politiche, di
Finanziaria nazionale e regionale e dei rapporti tra Stato e Regione.
ALTERNATIVA Alternativi al Partito
democratico. Così si presentano i partiti che compongono il nuovo soggetto
“Liberi e Uguali”, formato da Art.1-Mdp, Sinistra italiana e Possibile con
Piero Grasso lanciato verso la leadership. È probabile che una parte di Campo
progressista nazionale si unisca al percorso. Il deputato di Mdp, Michele
Piras, ricorda i tentativi «per unire la sinistra» e ribadisce: «Non starò con
chi si alleerà con il Pd che ha dato dimostrazione, ultimo caso lo ius soli, di
avere politiche lontane dalla sinistra».
La porta del progetto è comunque
aperta, anche se il segretario regionale di Sinistra Italiana, Antonello
Licheri, avverte: «È un progetto includente e una coalizione aperta. Ma chi
viene deve aver chiaro che c'è un progetto avanzato e definito che non si può
modificare». L'esponente di Possibile, Thomas Castangia, pensa ai partiti che adesso
fanno parte del centrosinistra in Consiglio regionale, insieme al Pd: «Quando
finirà la legislatura, faremo i ragionamenti necessari».
IL CANTIERE C'è poi una parte della
sinistra che ancora sta cercando di delineare i confini. Rifondazione Comunista
e il Nuovo Partito comunista italiano stanno assieme nel tentativo di rendere
operativa la lista Potere al popolo: «Non saremo con Grasso», spiega Giovannino
Deriu (Rc), «dialoghiamo con una parte degli indipendentisti perché nel nostro
programma una parte sarà sull'autodeterminazione».
Matteo Sau
Prodi:
«Pisapia? Non poteva fare altro»
I saggi del centrosinistra cercano
di mettere un freno alla deriva del
progetto di unità. Lo fa anche l'ex
premier Romano Prodi, padre
dell'Ulivo e convinto fautore del
modello della coalizione. Il
professore è sicuro che quella di
Pisapia non sia una «defezione», più
che altro «aveva studiato il campo e
poi ha concluso che non c'erano
le condizioni». Prodi, però, non
demorde perché «il processo andrà
avanti, si tenterà di nuovo perché
secondo me è un processo importante
e utile per il Paese».
Tra i pontieri c'è anche Piero
Fassino: «Il
presidente Prodi accompagna con
attenzione la costruzione della
coalizione». L'ex sindaco di Torino
esprime «rammarico» per la scelta
di Pisapia, ma questo non cambia «la
volontà di costruire una
coalizione di centrosinistra aperta,
plurale e inclusiva».
Per tendere una mano agli
aventiniani della sinistra, Fassino conferma
la «determinazione nel portare
all'esame del Senato il testamento
biologico e lo Ius soli, entrambi
già calendarizzati in Aula».
La corsa solitaria, dunque, non
piace molto nemmeno in casa dem perché se
Campo progressista deve faticare per
rimanere in vita, il Pd deve
difendersi da un processo di
isolamento che si sta verificando in
queste ultime ore. Perso l'aggancio
con Pisapia e Alfano in un'unica
soluzione, di quel centrosinistra
nato con la seconda Repubblica
rimane solo il ricordo. Intanto
prende piede l'ipotesi che possa
essere la presidente della Camera,
Laura Boldrini, ad assumere il
ruolo abbandonato da Pisapia.
M. S.
ELEZIONI.
Il sindaco di Assemini
Di Maio
ha scelto: Puddu organizzerà la campagna del M5S
Lavoro, turismo e trasporti da
discutere insieme ai cittadini di tutta
la Sardegna. Mario Puddu si prepara
a costruire la campagna elettorale
del Movimento 5 Stelle nell'Isola,
in vista della elezioni politiche.
Il candidato premier Luigi Di Maio
ha scelto il sindaco di Assemini
per tracciare il percorso e
organizzare la presenza sul territorio.
Più che di un'investitura, Puddu
parla di «onere e anche un grande
orgoglio», ma nessuno parli di
leader o ruoli particolari: «Non sono
un segretario, perché nel Movimento
5 stelle questo ruolo compete ai
cittadini». Luigi Di Maio verrà in
Sardegna, non si sa ancora quando
ma una cosa è certa: «Non sarà una
visita lampo, ma dedicherà alla
Sardegna qualche giorno», annuncia
il pentastellato. Saranno diversi i
rappresentanti del M5S che verranno
nell'Isola, impossibile sapere se
Beppe Grillo potrà essere tra
questi.
I TEMI «Il lavoro è uno dei temi
principali della nostra campagna
elettorale e si lega direttamente al
Reddito di cittadinanza. Vorremmo
fossero sempre meno le persone ad
accedere a questa risorsa, ma
purtroppo la situazione è grave».
Dunque, si punta ad aumentare la
forza lavoro per rendere il reddito
di cittadinanza un aspetto
marginale: «Pensiamo anche alle
imprese, perché dice il falso chi ci
accusa di trascurare questo settore,
anche perché sono le piccole e
medie imprese a creare lavoro».
Altra questione riguarda il turismo e
naturalmente «il tema dei trasporti
che per la Sardegna rappresenta
una questione vitale».
SUL TERRITORIO La campagna
elettorale sarà vissuta in luoghi pubblici,
nelle strade, nelle piazze. Il
lavoro di Puddu sarà coordinato da
Ignazio Corrao, europarlamentare del
Movimento 5 Stelle. Ma il sindaco
di Assemini tende la mano a tutta
l'esercito pentastellato in
Sardegna: «Avrò bisogno della
collaborazione dei nostri deputati
uscenti, i nuovi candidati, i
portavoce sindaci, consiglieri comunali,
tutti i nostri attivisti e
simpatizzanti». (m. s.)
La
Nuova
Elezioni,
Di Maio ha scelto Puddu coordinerà l'M5s
CAGLIARILe elezioni politiche sono
più vicine di quanto si pensi. O
almeno è così per i partiti: prima
di Natale, dovranno decidere chi
saranno, a marzo, i candidati per la
Camera e il Senato. Sono 25 i
parlamentari che la Sardegna dovrà
eleggere: 17 deputati e otto
senatori.Cinque stelle. Il Movimento
di Bebbe Grillo s'è portato
avanti col lavoro. Mario Puddu,
sindaco di Assemini e portavoce, è
stato nominato da Luigi Di Maio,
candidato premier di M5s, referente
della macchina pre elettorale in
Sardegna. Sarà lui a coordinare il
complesso meccanismo delle primarie
sul web, conosciute come le
Parlamentarie, con cui gli iscritti
sceglieranno liste e nomi da
presentare nei collegi uninominali,
sei alla Camera e tre al Senato, e
in quelli legati sistema
proporzionale, due più uno. Puddu ha scritto
su Facebook: «Noi ce la stiamo
mettendo tutta per cambiare questo
Paese, ma per farlo dobbiamo essere
uniti».
Centrosinistra. La
spaccatura nazionale dentro Campo
progressista, Pisapia verso l'addio
e Laura Boldrini in direzione Mdp,
potrebbe complicare anche in
Sardegna col Pd, per presentare
candidati condivisi nei collegi
uninominali. Il senatore uscente
Luciano Uras ha scritto: «Dai
compagni, ricevo messaggi
preoccupati. Noi confermiamo la nostra
grande stima in Giuliano Pisapia, e
non smettiamo di confidare in un
suo e nostro impegno a sostegno dei
valori di solidarietà che
condividiamo, e per l'unità del
centrosinistra. Faremo ogni tentativo
possibile per ricostruire l'unità
dell'intero schieramento democratico
avanzato». Intanto nel Pd è
confermato che la segreteria nazionale
deciderà i capolista nel
proporzionale, due in Sardegna, e dovrà dare
anche l'assenso sui candidati
presentati dalla coalizione in quelli
uninominali.
Centrodestra. Ci saranno o no le
primarie? La segretaria
di Fdi, Giorgia Meloni, ha detto che
«sono una delle condizioni
preliminari per l'alleanza con Forza
Italia e Lega». Ma a Berlusconi
le primarie non piacciono, perché
gli toglierebbero il potere di
scegliere i candidati non solo nel
proporzionale, dove ciascun partito
presenterà la propria lista, ma
anche nel maggioritario, dove ci sarà
un solo portabandiera per ogni
alleanza. In Sardegna, invece, le
primarie - soprattutto per i sei
collegi della Camera - potrebbero
trovare il sostegno di molti.
Soprattutto per ridurre, in partenza, i
molti appetiti elettorali.
Oggi appare complicato per Forza
Italia
trovare un accordo sui nove nomi da
condividere fra Camera e Senato
con gli alleati sicuri: Fdi, Udc e
Riformatori. A destra c'è
ressa.Lista sarda. L'ipotesi
lanciata dal Partito dei sardi, nel
congresso nazionale di Alghero,
sembra prendere piede. Anche se il
Psd'Az, sempre in trattativa con
Sgarbi, non ha ancora sciolto la
riserva, mentre il Polo
dell'Autodeterminazione ha annunciato
un'importante svolta politica (sarà
un'alleanza?) per i prossimi
giorni. (ua)
Pigliaru
convoca i parlamentari Lunedì il vertice
CAGLIARI
Finanziaria regionale, rapporti col
governo e servitù militari:
saranno questi i temi all'ordine del
giorno della riunione convocata,
lunedì pomeriggio, dal governatore
Francesco Pigliaru con i
parlamentari sardi, compresi quelli
del centrodestra e del movimento
Cinque stelle, ma non è detto che si
presentino Seppure con la legge
di stabilità nazionale quasi chiusa,
la Sardegna vuole provare a fare
finalmente gioco di squadra e
ottenere qualcosa in più dal governo, a
cominciare da un finanziamento
straordinario per le Province sarde,
dovrebbe essere intorno ai 15
milioni, invece ora tagliate dal
ministero dell'economia. «Fare
squadra è importante - ha commentato il
senatore Luciano Uras, Cp - e forse
avremmo dovuto farla da molto
prima e non quando la legislatura è
agli sgoccioli».
Per Uras è
«importante che alla riunione ci
siano anche deputati e senatori della
minoranza, perché sui temi forti che
riguardano la Sardegna dobbiamo
essere uniti». Non sarà facile:
sulla qualità del confronto con lo
Stato, ad esempio, le differenze fra
i poli sono nette ma una via
d'uscita va comunque trovata. Poi
c'è la partita sulle servitù
militari, alla vigilia della
presentazione, in Consiglio regionale,
del protocollo che Pigliaru sta per
firmare con il ministero della
difesa. Sulla nuova possibile
intesa, i pareri sono diversi
all'interno del centrosinistra, ma
anche qui l'obiettivo è trovare una
strategia comune. Ma il Partito dei
sardi, ha scritto: «Esprimeremo la
nostra posizione, solo dopo aver
letto la bozza di un accordo a
tutt'oggi ancora a noi sconosciuta».
Gli
Stadler acquistati dalla Regione sostituiranno le littorine
Ma per
ora impiegano lo stesso tempo e non ci sono bagni
Comodi e
moderni i treni del futuro tra Nuoro e Macomer
di Claudio Zoccheddu
INVIATO A MACOMER
Comfort e sicurezza. Per la
velocità, invece, sarà necessario
attendere ancora. Ieri i tre nuovi
treni Stadler hanno collegato Nuoro
e Macomer per la prima volta e da
lunedì manderanno in pensione le
littorine, classe di ferro 1958,
ormai arrivate alle soglie dei 60
anni di attività. Le differenze con
le vecchie motrici è lampante, nel
bene e nel male. I nuovi treni hanno
180 posti in carrozze
climatizzate, poltrone comode,
accesso garantito ai portatori di
handicap, illuminazione a led,
spazio per le bici. Un altro modo di
viaggiare, insomma.
Ma c'è un aspetto in cui il vecchio
supera il
moderno: le vecchie littorine
avevano il bagno in carrozza, le nuove
no. Sugli Stadler mancano i wc e,
per quanto si tratti di trasporto
locale e non siano previsti dalla
normativa, l'assenza dei servizi
igienici è una falla enorme per un
treno che impiega più di un'ora per
ogni viaggio. La velocità. C'è un
fantasma del passato che non è stato
possibile esorcizzare. I fiammanti
motori diesel 6 cilindri classe
"Cummins" a basse
emissioni ottengono lo stesso risultato delle
vetuste automotrici progettate alla
fine degli anni '40. Perché il
tempo di percorrenza della tratta è
rimasto lo stesso: 1 ora e 20.
Per scendere sotto l'ora di viaggio,
o perlomeno provarci, l'intera tratta
dovrà essere automatizzata per
rispettare i limiti imposti dal
ministero dei Trasporti dopo
l'incidente ferroviario accaduto nel 2016
in Puglia. Prima di spingere sul
gas, insomma, bisognerà risolvere i
problemi di sicurezza, come gli
attraversamenti incustoditi che per
ora sono affidati al buonsenso degli
automobilisti e ai riflessi dei
macchinisti.Il viaggio inaugurale.
L'Orient express sardo è partito da
Macomer alle 11.28, due minuti in
anticipo sulla tabella di marcia. A
bordo c'era il presidente della
Regione, Francesco Pigliaru,
l'assessore dei Trasporti, Carlo
Careddu, l'amministratore unico di
Arst, Chicco Porcu e tutto lo stato
maggiore dell'azienda sarda che
copre il trasporto pubblico locale e
che gestisce cinque tratte
ferroviari a scartamento ridotto,
tra cui proprio la Macomer - Nuoro.
Il nuovo treno non ha fatto bizze ma
non ha nemmeno potuto scaricare
sulle rotaie tutta la sua potenza.
Dei 120 chilometri all'ora che
potrebbe raggiungere, la condizione
della linea permette di arrivare
al massimo alla metà. Se la velocità
di punta non supera i 70
chilometri all'ora, l'automotrice
Stadler si fa apprezzare per la
comodità mentre il macchinista è
costretto a farla fischiare a ogni
incrocio per segnalare l'arrivo del
treno. Le fermate, in tutto, sono
nove: Birori, Bortigali, Silanus,
Lei, Bolotana, Telti, Iscra,
Orotelli e Pratosardo. Il viaggio si
conclude a Nuoro alle 12.51:
un'ora e ventitré minuti dopo la
partenza. Il paesaggio. È il lato
forte di un percorso tortuoso.
I pendolari ci avranno fatto
sicuramente l'abitudine ma la tratta
tra Macomer e Nuoro è una strada
ferrata ad altissimo coefficiente di
spettacolarità. Le rotaie
attraversano sugherete, si
affacciano sui dirupi e sono un punto
d'osservazione privilegiato sugli
spazi dell'entroterra sardo. Una
delizia per i turisti a cui si
aggiunge la costante sensazione di
attraversare il tempo, oltre che lo
spazio. Le stazioni di campagna
sembrano uscite da un film western,
senza il pericolo di dover subire
assalti alla ferrovia nello stile di
Butch Cassidy e Sundance Kid. Un
fascino, quello delle stazioni
abbandonate, che si trasforma in orrore
per chi è costretto a utilizzarle
ogni giorno. I titoli di coda del
viaggio inaugurale sono arrivati a
Nuoro, quando il treno è stato
invaso dai bambini delle elementari
che saranno i primi, dopo
generazioni di studenti, a non
mettere piede sulle littorine.
Renzi: no
alle ammucchiate. Il Pd è in subbuglio, la minoranza chiede
la
direzione Per il Professore «il processo va avanti» anche se «non tutte le
frittate
riescono» «Difficile l'intesa col Pd»
Parte con una piazza vuota e un
inciampo di comunicazione la campagna
elettorale del M5s all'insegna della
guerra ai privilegi della
politica. Un programma di «Agorà»
pubbliche che sarebbe dovuto partire
da Roma e che ha in calendario un
primo gruppo di altre piazze in
tutta Italia. Come quella di Arezzo,
il 15 dicembre, che sarà una
delle tappe clou di questa prima
tranche del tour elettorale dei
parlamentari M5S. Nella città
Toscana il M5S porterà con Luigi Di Maio
diversi parlamentari e forse anche
Beppe Grillo. Ma la partenza che
avrebbe dovuto avere il maggior
impatto mediatico doveva essere questa
di Roma: «Tutti in campagna
elettorale vi diranno che vogliono
tagliare i vitalizi e i costi della
politica ma solo il M5s ha la
credibilità per poterlo dire perché
già lo fa» dice Di Maio
snocciolando i risultati delle
'restituzioni' degli stipendi e dei
risparmi realizzati dagli eletti con
il Movimento.
Quasi 90 milioni di
euro risparmiati dai circa 2 mila.
Il M5s non usufruirà neppure degli
stanziamenti per il finanziamento
pubblico dei partiti nè «dei fondi
del due per mille» dice Di Maio
uscendo da Montecitorio con un gruppo
di parlamentari destinati a fare
volantinaggio tra le vie del centro.
Per essere l'esordio della campagna
elettorale, l'iniziativa parte un
pò in sordina. La manifestazione M5s
era stata prevista a piazza San
Silvestro con un appuntamento
pubblicizzato sul blog di Beppe Grillo.
Poi è stata spostata davanti
Montecitorio dove era stato allestito un
palco per il comizio: un equivoco,
si sono precipitati a spiegare i 5
Stelle quando la piazza era vuota.
«Abbiamo semplicemente cambiato la
destinazione per quello che ne so.
L'obiettivo nostro è adesso stare
tra le persone, infatti faremo
volantinaggio in città per raccontare
quello che vogliamo fare» spiega Di
Maio.di Serenella
MatterawROMA«Preferisco la chiarezza
di dire che ognuno si presenta
con la sua linea alle ammucchiate».
Il giorno dopo, Matteo Renzi dice
chiaro e tondo che lui tira dritto:
andrà avanti senza Giuliano
Pisapia e senza Angelino Alfano, con
«una lista centrista e una di
sinistra alleate», spiega. E
rivendica la rottura con Massimo D'Alema
e Liberi e uguali: «La gente lo
capisce, con tutto quello che mi hanno
detto dietro e davanti...».
Nel Pd l'atmosfera è molto tesa, la
minoranza chiede di convocare la
direzione, che potrebbe riunirsi il
18, per una «riflessione».Ma ad
aiutare il lavoro Dem per una
coalizione arrivano le parole di Romano
Prodi, da padre nobile e
«collante»: «Il processo è
importante e utile, va avanti». Prodi parla
in mattinata e osserva con amarezza
il passo indietro di Pisapia: «Non
è stata una defezione, ha concluso
che non era cosa» per lui, dichiara
il Professore. «Non tutte le
frittate finiscono con il venir bene...»,
aggiunge. E, con quella che suona
come una critica a Renzi, invita al
lavoro paziente di tessitura: è più
utile un programma di 400 pagine
come quello dell'Ulivo, delle «140
lettere» di un tweet. Ora,
sottolinea l'ex premier, si dovrebbe
«ricominciare daccapo».
Personalmente, afferma chi gli è
vicino, non intende scendere in campo
alla testa di una lista, ma spinge
il lavoro per le alleanze di
centrosinistra, anche in vista del
dopo elezioni, perché si tenga uno
spiraglio aperto a una ricucitura.
Forte di questo «incoraggiamento»,
Piero Fassino, dopo aver incontrato
Prodi, prosegue la tessitura della
coalizione con «ulivisti» come
Arturo Parisi e Giulio Santagata, un
«pisapiano» come Luigi Manconi, con
Pier Ferdinando Casini, che
promuove con Beatrice Lorenzin la
«gamba» centrista, oltre che con il
socialista Riccardo Nencini e Angelo
Bonelli, che ha incassato il sì
dei Verdi all'alleanza. È la prova,
dicono al Nazareno, che si va
avanti. Renzi auspica che aderisca
anche + Europa di Emma Bonino: il Pd
presenta un emendamento alla manovra
per ridurre di un quarto le firme
per presentare le liste,
raccogliendo una sollecitazione che a Palazzo
Chigi Riccardo Magi e Benedetto
Della Vedova rivolgono anche a
Gentiloni. Solo dopo il taglio,
dichiarano, diranno se si alleano. Per
coprirsi a sinistra e attrarre un
pezzo di Campo progressista, il Pd
conferma anche l'impegno a portare
in Aula, oltre al biotestamento, lo
ius soli: «Chi l'ha detto che non si
fa?», dice il ministro Marco Minniti.
Tra i Dem c'è chi spinge perché il
testo venga portato in Aula
al Senato giovedì, in un estremo
tentativo di recuperare Cp, ma -
notano al Senato - i numeri non ci
sono: la fiducia è insostenibile.
La minoranza Dem però non nasconde
la preoccupazione e incalza
chiedendo la convocazione della
direzione: «Una coalizione meno ampia
è meno forte, il Pd deve prendersi
il tempo di riflettere, siamo in
una fase del tutto nuova», dice
Andrea Orlando. A preoccupare i
renziani sono altri passaggi che
promettono di alzare la tensione: il
prossimo annuncio di Laura Boldrini
di adesione a Liberi e uguali e
l'audizione di Federico Ghizzoni su
banca Etruria. Ma Renzi, guarda
già oltre, alle «cose concrete» che
contrappone a temi come le
alleanze.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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