Unione
Sarda
Massimo
Zedda «Non mi candido e parlo con Grasso»
Macché candidatura al Parlamento,
resto sindaco di Cagliari. Darò una mano a livello nazionale, questo sì».
Massimo Zedda da giorni è il più citato nel centrosinistra, dato per presente a
ogni riunione romana di spifferi e correnti a sinistra del partito democratico:
«E invece non mi sono mosso dal Municipio di Cagliari».
Dopo la rinuncia di Giuliano
Pisapia, l'idea diffusa è che sarà lui a mettere la faccia sulla lista alleata
del Pd alle elezioni politiche. Punto di riferimento - nelle intenzioni - per
le anime in fuga verso i cugini-avversari del neonato movimento Liberi e
uguali: «Mi hanno attribuito la volontà di partecipare alle prossime elezioni.
Se fosse stato vero non avrei accettato la ricandidatura a sindaco: con la
testa altrove, che senso avrebbe avuto? È passato solo un anno e qualche mese
dalla rielezione, ho ancora tante cose da fare».
I giornali hanno segnalato la sua
presenza a Roma per trattative elettorali.
«Era talmente segreto che l'ho
scoperto leggendo gli articoli. È vero invece che ho parlato al telefono con
tante persone, altre le contatterò a breve».
Sarà candidato?
«No, anche se me l'hanno proposto.
Sono concentrato su quel che faccio, ce n'è gia abbastanza. Di sicuro non
mancherà il mio contributo per rinsaldare l'alleanza di centrosinistra. Ci
confronteremo sui temi da portare all'attenzione degli italiani per migliorare
la qualità di vita dei cittadini».
Cosa sostituirà Campo progressista?
«C'è l'esigenza di non disperdere le
energie. Non vogliamo un partitino come tanti altri, ci interessa svolgere una
funzione di dialogo all'interno della coalizione».
Detto in parole povere?
«Mi sembra che ci sia un'attenzione
enorme a chi sta con chi. È un approccio di politici e mezzi di informazione
che rende più complicato il dialogo tra il partito democratico e il movimento
di Pietro Grasso. Se torniamo a discutere dei temi, cioè diritti, lavoro e
sviluppo, allora tutto è più chiaro, corretto. Ecco, mi impegnerò affinché si
parli di problemi e soluzioni».
Renzi candidato premier fa storcere
il naso a più d'uno.
«Ricordo l'incontro all'indomani
della fine del governo Berlusconi, il premier Monti disse a me e ad altri
sindaci che dovevamo accettare tagli consistenti per salvare l'Italia e
l'Europa dalla dissoluzione. Oggi fortunatamente siamo in una situazione
diversa, anche se è innegabile che tante persone vivano ancora tra grandi
difficoltà. È stato Renzi a interrompere il sistema dei tagli agli enti locali.
Grazie a questa inversione di rotta Cagliari - che è un Comune sano - assumerà
144 dipendenti in sostituzione dei 143 che andranno in pensione. Sino a qualche
anno fa avremmo potuto sostituirne solo il venti per cento».
Quali errori ha commesso?
«Quello fondamentale è stato fare il
presidente del Consiglio dei ministri nella fase di transizione. Quel momento
doveva esaurirsi senza il segretario del Pd impegnato direttamente. La storia
non si fa con i se, però penso che se avesse aspettato tre anni qualcosa
sarebbe cambiato».
Renzi può essere sostituito?
«Non vorrei che la voglia di alcuni
di vederlo sconfitto facesse commettere l'errore mortale di cadere nei veti
personali. Per mesi si è chiesto che ci fosse una coalizione diversa, per
semplificare dico senza Alfano. È accaduto. Poi, certo, tra alleati si può
discutere tutto, anche il nome del candidato premier. Il resto non lo capisco,
e se non lo capisco io che sono cresciuto a pane e politica immagino le
difficoltà che incontrano i cittadini. È il momento di parlare dei bisogni
della gente, dobbiamo costruire una proposta politica».
Prende piede il partito dei sindaci.
«Una parte della classe dirigente
del Paese viene percepita positivamente, distante dalla casta, dedita a un
impegno quotidiano verificabile».
Il sindaco di Assemini curerà la
campagna elettorale del M5S in Sardegna, lei sarà l'anima della lista di
sinistra ma nessuno di voi si candiderà. Paura di perdere?
«No. Ho sempre vissuto con serenità
le scadenze elettorali, anche quelle che mi hanno coinvolto».
I temi su cui batterà?
«Il futuro dei giovani,
innanzitutto. Ho trovato strano che qualcuno abbia giocato questo avvio di
campagna elettorale esclusivamente sui pensionati».
Berlusconi ha promesso la creazione
di un ministero degli anziani.
«È sacrosanto alzare le pensioni
minime: per farlo, però, è necessario che siano assunti i ragazzi. Da quando
esistono i partiti politici nessuno ha mai parlato alle nonne e ai nonni senza
ipotizzare prima un domani per i figli e i nipoti. Se non invertiamo la rotta, tra
qualche anno dovremo fare i conti con milioni di persone senza alcun tipo di
pensione».
Facile dirlo, complicato riuscirci.
«Ci sono casi di assistenza che
vanno avanti da quarant'anni e quattro generazioni. Penso alle tante case
popolari che si tramandano di padre in figlio. È la certificazione del
fallimento dello Stato, una spinta a cambiare le politiche sociali».
Come?
«Le persone che ottengono benefici
con i soldi delle tasse dei cittadini devono restituire qualcosa, sotto forma
di lavoro per la collettività. Solo così i destinatari degli aiuti non li
vivranno come un'elemosina e saranno incentivati a fare di più e meglio».
Pisapia si è arreso.
«Ha affrontato con coraggio un
logorìo quotidiano. A Milano continua a lavorare per la causa del centrosinistra».
Il dialogo con Grasso è possibile?
«Se ci si deve dividere, lo si
faccia sui temi».
Il presidente del Senato ha detto
che dopo le elezioni si potrà discutere col Pd.
«Perché non farlo prima sui
programmi?»
Perché lei non è mai entrato nel Pd?
«Mi piace il dialogo tra soggetti
politici diversi, mi riconosco in un centrosinistra vario».
Perché Berlusconi è tornato?
«La difficoltà oggettiva a cambiare
di una parte del Paese, sommata ai problemi di leadership del centrodestra,
produce gli effetti che stiamo vedendo: l'uomo più riconoscibile per quella
parte è ancora Berlusconi».
Della sua giunta comunale fa parte
l'assessore Marcialis, espresso da Liberi e uguali.
«A livello locale si pensa a
lavorare sulle cose concrete, c'è forte preoccupazione per la frantumazione
nazionale».
In Municipio il Psd'az è sul piede
di guerra.
«Le difficoltà saranno superate».
Pigliaru non si ricandiderà alle
Regionali. Toccherà a lei?
«C'è una categoria di persone che
mentre svolge un incarico ha l'ansia di ciò che farà in futuro e mai la
capacità di fare qualcosa nel posto che occupa. Facendo così non accade ciò che
si desidera e non si fa bene quel che si deve fare».
Correrà alle Regionali?
«Ho sempre accettato le mie
candidature all'ultimo minuto utile e c'è ancora tanto, tantissimo tempo».
La
Nuova
Fi di
nuovo compatta Cappellacci: mi candido
verso le
politiche. di Luca Rojch
SASSARI. Il partito litigioso,
polverizzato e in stato confusionario
uscito dopo le Regionali non esiste
più. Rincuorato dai sondaggi,
dopato dalla discesa in campo del
leader nazionale Silvio Berlusconi,
Forza Italia si riscopre fortissimo.
E unito. Le rivalità tra le
diverse anime vengono sepolte sotto
una doppia missione, riconquistare
l'isola alle Politiche di marzo e
riprendere la guida della Regione
nel 2019. Una missione possibile.
A vederla sotto il vento che tira in
questi mesi gli Azzurri hanno numeri
e consenso per sbancare le urne.
Le parole di Settimo Nizzi, tutte
tese all'unità, hanno trovato
sostegno nelle dichiarazioni dei big
di Forza Italia. Tutti fanno
professione di umiltà. La frase è
ciclostilata, ma efficace: «Pronto a
mettermi a servizio del partito, ma
è il presidente a decidere». Da
leggere come voglio candidarmi, ma
non lo dico. L'unico ad anticipare
in modo esplicito il suo impegno in
prima linea alle prossime
politiche con una candidatura certa
è il coordinatore Ugo Cappellacci.
Che a dire il vero zaino in spalla
ci lavora da oltre un anno.«Lo
stato di salute di Forza Italia mi
sembra ottimo. Abbiamo iniziato un
percorso da oltre un anno. C'è
l'unità tra le varie anime del partito.
La direzione regionale si è riunita
più volte.
C'è un'aria positiva,
ma non dobbiamo cullarci su questo.
Al contrario dobbiamo lavorare.
L'esperienza di governo del
centrosinistra a livello nazionale e
regionale ha dimostrato la loro
inadeguatezza». E alla domanda diretta
su una sua possibile candidatura
Cappellacci risponde: «Io sono a
disposizione del partito e di Berlusconi,
che mi ha chiesto di
candidarmi. Lo faccio con piacere».
Ma subito riindossa i panni del
coordinatore regionale e spiega qual
è l'identikit del candidato
ideale. «Credo si debba generare una
nuova classe dirigente. Ma questo
è quasi scontato nel dna di un
partito vivo. Servono volti nuovi. E
aggiungo che ci sono molti giovani
sindaci che sono capaci e su cui
poter contare per Politiche e
Regionali.
Poi c'è il grande serbatoio
dei consiglieri regionali. Giovani,
validi e capaci». Nessuna paura
dei 5 Stelle. «Credo siano
l'espressione di un disagio, una forma di
protesta. Noi dobbiamo essere capaci
di riconquistare proprio queste
persone che hanno perso interesse
per la politica». E poi sul
centrosinistra. «La colpa maggiore
della giunta è nella subalternità
al governo Renzi e alla sua
segreteria. Si è visto più volte, come per
esempio nella vertenza
accantonamenti. Lo Stato ci doveva 3 miliardi,
gli hanno chiesto 300 milioni,
gliene hanno dato 15. Non devo
aggiungere altro». Anche un altro
dei big, Salvatore Cicu, parla di
momento determinante. «C'è una
situazione di convergenza su una
proposta e un'idea comune della
Sardegna. Per esempio il tema
dell'insularità, che a me sta a
cuore, ma anche la continuità
territoriale e la fiscalità di
vantaggio.
Lavoriamo per i sardi
attorno al coordinatore Ugo
Cappellacci. Il coinvolgimento per la
ricerca dei candidati è totale e
comune. E visto che si voterà il 4
marzo, le candidature vanno
presentate entro il 27 gennaio. In altre
parole le idee sono chiare. Sono
fiducioso per un risultato positivo,
ma lavoriamo senza sosta». Marco
Tedde è uno dei nomi più gettonati
tra i consiglieri per una
candidatura alle Politiche. Lui resta cauto.
«Non dipende da me, ma dal partito.
Io sono a disposizione. Insieme
valuteremo quali sono le figure più
adatte per rappresentare Forza
Italia. Per ora nessuno me lo ha
proposto e io non l'ho mai chiesto.
Noi abbiamo una platea di uomini e
donne molto valida e molto ampia. A
guidarci sarà la scelta della
competenza e anche del radicamento del
territorio dei candidati. Il partito
vive una fase positiva, c'è una
compattezza rinnovata e si lavora
insieme sui temi che sono al centro
del dibattito politico». Tra i nomi
che sembrano certi per un posto
nelle liste ci sono almeno altri due
consiglieri regionali, il sindaco
di Golfo Aranci Giuseppe Fasolino, e
il capogruppo in Consiglio
regionale Pietro Pittalis. E il
centrodestra lavora anche sulle
alleanze. Non solo per queste
Politiche, più o meno dietro l'angolo,
ma anche per le Regionali, appuntamento
a cui Forza Italia sembra
puntare con assoluta determinazione.
Domenica
saranno presentate ad Assemini. Venerdì il battesimo sardo a
Oristano
di Liberi e Uguali. La corsa dei 5 Stelle per le "parlamentarie"
CAGLIARI
Il primo fine settimana elettorale
sarà questo e da qui a marzo, il
delle Politiche, la corsa si farà di
giorno in giorno sempre più
frenetica. Stavolta a occupare la
scena saranno i partiti della
Sinistra, venerdì a Oristano, con la
presentazione del simbolo «Liberi
e Uguali». Domenica sarà invece il
Movimento Cinque stelle, ad
Assemini, a lanciare le
Parlamentarie di dicembre. Con in mezzo fra i
due appuntamenti l'arrivo a
Cagliari, venerdì pomeriggio, di Piero
Fassino, considerato l'ambasciatore
del Pd nelle trattative sulle
possibili alleanze elettorali a
marzo.La Sinistra.
Dopo la presentazione televisiva e
nazionale del simbolo rosso - «Liberi e
Uguali» con Pietro Grasso - anche in
Sardegna ci sarà il taglio del
nastro. A Oristano sarà confermato
che Sinistra italiana, Articolo
1-Mdp e il movimento Possibile
presenteranno una sola lista nei due
collegi proporzionali e un candidato
di coalizione nei sei
uninominali. Sarà lo stesso al
Senato: tre collegi uninominali e uno
regionale per il proporzionale. Con
un comunicato i tre partiti fanno
sapere che «quella di Oristano sarà
la fine del percorso cominciato
diverse settimane fa con un
confronto prima interno ai vari gruppi e
poi fra i delegati degli stessi
gruppi». La Sardegna, in questa
svolta, «vuole essere protagonista
fino alle elezioni di marzo, perché
in assemblea discuteremo di com'è
possibile ridurre la forbice sempre
più ampia fra le zone ricche e
quelle più povere». All'assemblea sarà
presente il deputato Nico Stumpo.
I Cinque stelle. Il referente per la
Sardegna, Mario Puddu, sindaco di
Assemini, ha confermato, in
un'intervista al Tg3 regionale, che
«le Parlamentarie via web saranno
organizzate entro dicembre e saranno
uniche per i parlamentari uscenti
e gli altri eventuali candidati».
Domenica mattina, ad Assemini, ci
sarà il primo passo verso
l'appuntamento delle primarie, con «la
discussione del programma per
governare il Paese». Sarà un'assemblea
regionale in cui «ci confronteremo
sulla prossima campagna
elettorale», ma è evidente che non
mancheranno gli accenni al voto fra
due anni, quello per il rinnovo del
Consiglio regionale. «Il Movimento
si sta preparando anche per
quell'appuntamento», ha confermato
Puddu.Il Pd. Invitato dalla Camera
di commerciale italo-araba, Piero
Fassino sarà venerdì pomeriggio a
Cagliari. Prima del convegno in cui
è uno dei relatori o subito dopo,
l'ex sindaco di Torino dovrebbe
avere alcuni incontri informali con
i possibili alleati del Pd o nelle
elezioni politiche.
È sicuro ad esempio un faccia a
faccia col sindaco
di Cagliari, Massimo Zedda, che sarà
uno dei portavoce nazionali di
Campo progressista. È possibile un
incontro di Fassino anche col
Psd'Az. La trattativa con i sardisti
- sollecitata più volte dal
segretario regionale Giuseppe Luigi
Cucca - è cominciata diverse
settimane fa, ma la firma non c'è
ancora. Non è detto invece che
Fassino incontri il segretario del
Partito dei sardi Paolo
Maninchedda. (ua)
Unione
Sarda
Liberi e
Uguali, battesimo pronto Anche
nell'Isola la sinistra anti-Pd
Venerdì a
Oristano il raduno sardo del movimento guidato dal
presidente
del Senato
La sinistra anti-Pd nasce
ufficialmente anche in Sardegna con il
battesimo di Liberi e Uguali,
movimento nato sotto la leadership di
Pietro Grasso che racchiude
Art.1-Mdp, Sinistra Italiana e Possibile.
Dopodomani a Oristano verrà
presentato il simbolo, si chiuderà la
porta all'idea di un centrosinistra
unito e inizierà la campagna
elettorale per le prossime elezioni
politiche. Gli appelli all'unità
del centrosinistra cadono nel vuoto,
perché con il Partito democratico
(a livello nazionale) il divario è
ampio: «Siamo alternativi prima di
tutto nei programmi, in
discontinuità con le politiche di questi
ultimi anni». La posizione di Yuri
Marcialis, uno dei coordinatori di
Art.1-Mdp e assessore allo Sport a
Cagliari, non lascia margine di
trattativa: alle prossime elezioni
politiche il Pd e chi sarà alleato
con lui sarà un avversario.
IL DIVORZIO I tentativi di unire la
coalizione si arenano sempre di
più e sembrano ormai destinati a
rimanere nel cassetto. Campo
progressista deve ricostruire dalle
macerie dell'addio di Giuliano
Pisapia che di fatto ha bloccato
l'ingranaggio costringendo i
rappresentanti sardi, tra cui il
sindaco di Cagliari, Massimo Zedda e
il senatore, Luciano Uras, a
ricostruire un nuovo soggetto politico.
Una lista che andrà ad allearsi con
il Partito democratico e che
potrebbe chiamarsi “Uniti per
l'Italia” alla quale aderiranno anche
Verdi e socialisti. Un divorzio che
non riguarda i confini dell'Isola
perché «non mettiamo in discussione
nessuna amministrazione
regionale», precisa Marcialis. Per
il segretario regionale di Sinistra
Italiana, Antonello Licheri, prima
di pensare a un centrosinistra
unito viene il motto di «essere
alternativi al Pd perché sulle
questioni nazionali siamo in netto
disaccordo».
IL PROGETTO Liberi e Uguali potrà
contare sulla presenza di tutti i
consiglieri regionali di Art.1-Sdp,
del deputato Michele Piras,
dell'assessore regionale alla
Cultura, Giuseppe Dessena e di Yuri
Marcialis. Assieme a loro i
rappresentanti di Sinistra Italiana e
Possibile e tutte quelle
associazioni e movimenti che vorranno
intraprendere questo percorso. Poter
contare sul traino della seconda
carica dello Stato come Pietro
Grasso è un fattore non di poco conto
anche perché a fine dicembre anche
la presidente della Camera, Laura
Boldrini, ufficializzerà il suo
ingresso in Liberi e Uguali. Venerdì a
Oristano si darà vita a un
coordinamento che organizzerà la campagna
elettorale in Sardegna.
INSIEME Ci si chiede come si possa
condurre una campagna elettorale
“contro” a fronte di tante
esperienze di governo fianco a fianco. «Non
siamo contro qualcuno», sottolinea
l'esponente di Possibile, Thomas
Castangia, «noi vogliamo parlare con
la gente». Superata l'esperienza
in Regione «affronteremo anche
questo aspetto perché ci sono questioni
come la legge Urbanistica per cui
chiediamo un cambiamento».
Matteo Sau
Cinquestelle,
via al dialogo sui temi sardi
Domenica
primo incontro
Nella “Sardegna che vogliamo”,
campagna lanciata dal Movimento 5
stelle in vista delle elezioni, c'è
spazio per chi dei temi sardi si è
sempre occupato. Un'apertura al
dialogo che vuole dimostrare che i
pentastellati non sono soltanto un
partito nazionale. Domenica
mattina, nell'aula del consiglio
comunale di Assemini, il popolo dei
grillini si confronterà su dieci
temi per creare un bagaglio utile per
affrontare le elezioni in Sardegna.
«È un modo di incamerare dati
utili», sottolinea Mario Puddu,
sindaco di Assemini e delegato per la
campagna elettorale dei Cinque
stelle in Sardegna. Si parlerà, tra le
varie cose, di lavoro, ambiente,
turismo, trasporti, identità e riforme.
E proprio questi ultimi due punti
potrebbero rappresentare il
grimaldello per aprire le porte del
dialogo con le forze di matrice
regionale. «Di sicuro sono temi che
ci stanno a cuore», sottolinea
Puddu, «il fatto che il Movimento
non faccia alleanze non significa
che non possa dialogare. Ovviamente
non con chi ha contribuito a
sfasciare la Sardegna in questi
ultimi anni». Questa declinazione in
chiave isolana dei pentastellati è
anche un modo per «ribattere alle
accuse di chi ci considera soltanto
un partito nazionale», dice il
primo cittadino di Assemini.
Dunque un nuovo corso, sempre con il
monito che «non governiamo da soli
ma con i cittadini perché sono loro
i veri protagonisti». Infine, Puddu
ricorda l'esperienza della
campagna elettorale di Giancarlo
Cancelleri, per le regionali
siciliane: «Ha coinvolto attivamente
persone della società civile non
propriamente vicine al
Movimento».(m. s.)
Servitù
militari, il sì del Consiglio
Ratificata
l'intesa su bonifiche, esercitazioni e indennizzi. Pds
critico:
«Accordo al ribasso»
L'intesa con la Difesa sulle servitù
militari si firmerà il 18
dicembre. Il presidente Pigliaru
incassa il via libera dal Consiglio
regionale per rivedere gli equilibri
della presenza militare
nell'Isola, ma non riesce a ricucire
lo strappo con il Partito dei
sardi che rinuncia alla votazione.
«È tutto subordinato ad accordi
successivi», sottolinea il
segretario, Paolo Maninchedda, «è evidente
che ci sono due punti di vista
diversi». Il presidente Pigliaru, però,
crede nell'intesa: «Vengono definiti
un crono-programma e un percorso
amministrativo che trasformeranno in
risultati concreti il contenuto
del documento».
L'INTESA Tra i punti chiave,
elencati da Pigliaru in aula, c'è la
sospensione, da giugno a settembre
delle esercitazioni, «la presenza
per la prima volta di osservatori
ambientali indipendenti nei
poligoni, indennizzi ai Comuni e
alle categorie interessate e i
rilasci definitivi di porzioni di
territorio, a Teulada e Capo Frasca,
della caserma Ederle a Cagliari e di
altri beni».
CONTRARI Il Pds, in una bozza di
documento del direttivo nazionale,
contesta l'intesa. Preoccupa la
norma che sancisce la durata di 24
mesi del Protocollo, dopodiché si
intenderà decaduto. «È una
diminuzione di sovranità», dice il
capogruppo, Gianfranco Congiu.
Critico anche il senatore del
Movimento 5 stelle, Roberto Cotti,
convinto che l'accordo sia «un vero
e proprio inganno per i sardi».
Per il senatore, si tratta di
«un'intesa sulle briciole, un grave
passo falso».
L'OPPOSIZIONE C'è un secondo Ordine
del giorno, presentato
dall'opposizione per dislocare un
nuovo reggimento della Brigata
Sassari a Prato Sardo e utilizzare
il Siat (Sistemi integrati di
addestramento terrestre) per la
Protezione civile e Forestas.
I TEMPI Entro il 18 marzo del 2018 è
prevista la la firma dell'accordo
attuativo. Entro 120 giorni il
ministero concederà l'uso delle spiagge
bianche di Capo Teulada e Murtas ed
entro la fine dell'estate sono in
programma i primi rilasci. (m. s.)
File e
giorni di attesa per i passeggeri in partenza domenica da
Londra,
ritardi anche da Cuneo
Voli
cancellati, proteste e polizia: «Agenti armati di mitra per cacciarci»
In un Paese civile se un aereo non
parte per qualsiasi ragione
lasciando a terra centinaia di
passeggeri, la compagnia si scusa,
informa e assiste i viaggiatori, li
rassicura e fornisce voli
alternativi nel più breve tempo
possibile. Ryanair no, ma questa non è
una novità, come testimoniano le
cronache. «Ma quando protesti perché
dopo ore di fila nessuno ti spiega
che cosa ne sarà di te e ti vedi
arrivare un gruppo di agenti armati
di mitra e taser , la pistola
elettrica, il sopruso rasenta
l'intimidazione, l'aggressione»,
racconta incredulo e amareggiato
Davide Cocco, imprenditore
cagliaritano a Londra per un weekend
con la moglie. È successo
domenica nell'aeroporto londinese di
Stansted. Il volo per Cagliari
avrebbe dovuto decollare alle 14,30
di domenica ma è stato soppresso
per neve.
GIORNATE DA INCUBO L'annuncio Flight
deleted compare qualche ora
prima. Da quel momento i passeggeri
si mettono in coda davanti al
Customer service di Ryanair per
chiedere informazioni. Dietro il banco
c'è una sola persona. L'attesa è
lunga e le notizie vaghe. Davide
Cocco e sue moglie faranno 16 ore di
fila e il loro turno arriverà
alle sette della mattina successiva
dopo una notte di bivacco al
freddo, senza cibo. «C'erano
bambini, disabili, donne con neonati,
donne incinte. Abbiamo preso alcune
sedie da un'altra zona per far
sedere gli invalidi e gli anziani,
sono tornati a prendercele in malo
modo e quando abbiamo alzato la voce
per protestare è arrivata la
polizia armata. Siamo stati trattati
come bestie».
TAXI E HOTEL NON ESISTONO Tra i
passeggeri c'è anche Gianluca Pavone
Romano. «Alle sei del mattino
personale Ryanair ci assicura di
fornirci un taxi e una prenotazione
ad un albergo solo se prediamo il
volo da loro proposto per tornare in
Italia», scrive su Facebook. «Ci
mettono in lista d'attesa per il
giorno successivo, martedì, ci
comunicano che il taxi e l'hotel
sono pagati da loro e ci danno un
pezzo di carta che dovrebbe
dimostrarlo. Ma alla società di taxi non
risulta alcuna prenotazione e quando
lo scopriamo chiamiamo l'albergo.
Anche loro non avevano alcuna
prenotazione.
In sostanza per mandarci
via ci hanno mentito», prosegue
Pavone Romano. «Torniamo al Customer
service per chiedere giustificazioni
ma non ci vogliono parlare e
chiamano la polizia che si mette
davanti e ci impedisce di comunicare.
Alle 8,30 abbiamo trovato un hotel
in aeroporto, a spese nostre».
Ad alcuni Ryanair ha proposto di
partire martedì, ad altri giovedì.
«Un ragazzo a cui hanno trovato un
volo per giovedì ci ha detto che
aveva solo 150 sterline in tasca ed
avrebbe dormito per tre giorni in
aeroporto perché con quei soldi si
sarebbe potuto pagare giusto da
mangiare», aggiunge Cocco.
SALASSO DA 1000 EURO Lui e la moglie
si sono potuti permettere di
spendere mille sterline, 400 per
l'hotel e 600 per il volo, per salire
su un aereo Easyjet che li ha riportati
a Cagliari ieri alle 16,30 con
due giorni di ritardo.
PROBLEMI A CUNEO Ciò che è accaduto
a Cuneo, in confronto, è nulla. Il
volo di Antonietta Marci, quartese,
era previsto alle 12,15 ma è stato
annullato, anch'esso per maltempo,
pochi minuti prima dell'imbarco.
Anche lì nessuna informazione e
nessun numero da chiamare, anche lì
c'erano anziani, invalidi, mamme con
figli piccoli e gente senza
denaro. «Nonostante la pista non
fosse innevata l'hanno annullato»,
racconta. «A ogni passeggero è stata
proposta una soluzione diversa e
alla fine molti di noi sono stati
portati a Bergamo in autobus». Il
marito fa un'altra considerazione:
«È questo ciò che ci dobbiamo
aspettare da una compagnia che
prende decine di milioni di euro dalla
Regione sarda?»
L'IRA DI CAPPELLACCI «Un volo
cancellato all'ultimo, con un preavviso
di dieci minuti è indegno di un
paese civile», commenta Ugo
Cappellacci, coordinatore regionale
di Forza Italia, che invoca
l'intervento della Giunta regionale.
«Non dobbiamo consentire a
nessuno di trattare i sardi come
bestie».
VENERDÌ SCIOPERI Nei prossimi giorni
sono annunciati ulteriori disagi.
I piloti italiani di Ryanair hanno
proclamato uno sciopero per venerdì
prossimo, quelli irlandesi si
asterranno dal lavoro il 20 mentre il
sindacato tedesco Cockpit ha
annunciato uno sciopero che potrà
iniziare «in qualsiasi momento».
Ogni astensione si ripercuoterà su
tutti i voli europei. In Italia
piloti e assistenti di volo
rivendicano il diritto a una
rappresentanza sindacale, oggi non
riconosciuta dall'azienda.
«Chiediamo un contratto collettivo unico
che regoli i rapporti di lavoro di
tutti i piloti e assistenti di volo
e il superamento delle disparità».
La compagnia ha minacciato sanzioni
per chi sciopererà tra le quali, ha
scritto in una lettera il capo del
personale Eddie Wilson, «la perdita
di futuri aumenti in busta paga».
Fabio Manca
L'INCHIESTA.
La Procura della Corte dei Conti ipotizza danni per
cinque
milioni di euro. La lente della Finanza su Forestas
Avanzamenti
di livello dei dipendenti: centinaia di irregolarità
Per anni hanno ricoperto mansioni
superiori al loro contratto. Operai
diventati impiegati con avanzamenti
di tre, quattro e, in alcuni casi,
sette livelli. Una prassi nell'ex
Ente Foreste, ora Forestas, quasi
obbligata per sopperire a
un'incredibile situazione contrattuale che
avrebbe rischiato di paralizzare le
attività dell'agenzia regionale.
Per la Procura della Corte dei Conti
queste procedure, con
l'assegnazione di mansioni superiori
per tempi troppo lunghi,
sarebbero state irregolari e
avrebbero provocato un danno erariale da
cinque milioni di euro.
È quanto sarebbe emerso dalle
indagini dei
finanzieri del Nucleo di polizia
tributaria di Cagliari in un anno di
lavoro, i cui risultati sono stati
consegnati ai magistrati contabili.
I CONTROLLI I militari hanno
acquisito documentazioni e contratti,
visitando più volte gli uffici e le
sedi di Forestas in tutta la
Sardegna (soprattutto in quella
centrale, in viale Merello a
Cagliari). Così, da quasi un anno,
gran parte delle cosiddette
mansioni superiori sono state
azzerate. «Contenimento dei costi», si
era detto. Oggi, alla luce delle
indagini della Finanza e delle
possibili conclusioni dei pm della
Corte dei Conti (il danno alle
casse pubbliche si aggirerebbe
attorno ai cinque milioni con l'operato
di almeno dieci dirigenti dell'ente
sotto stretta osservazione) è
probabile che l'inversione di rotta,
con la rinuncia degli avanzamenti
di livello distribuiti a pioggia,
sia stata fatta proprio per
l'indagine delle Fiamme Gialle.
GLI AVANZAMENTI A far scattare gli
approfondimenti investigativi dei
finanzieri del nucleo provinciale di
polizia tributaria sarebbe stata
la denuncia di un sindacato.
Centinaia - forse più di mille - le
posizioni contrattuali dei
dipendenti di Forestas esaminate. Sono
emersi avanzamenti di posizioni
anche di quattro livelli. In alcuni
casi limite si sarebbe arrivati
anche a sette e otto scatti rispetto
al contratto firmato all'assunzione.
La legge prevede la possibilità
di attribuire mansioni superiori ma
per un periodo limitato di sei
mesi, estendibile per altri sei a
condizione però che nel frattempo
venga bandito un concorso per
coprire le posizioni scoperte.
Non c'erano soldi per assumere
figure professionali di un certo tipo e
dunque, nei decenni, all'Ente
Foreste si è andati avanti con
l'attribuzione di mansioni superiori
anche per periodi di tempo lunghi
e ripetuti. Da qui la presunta
irregolarità emersa dalle indagini
della Finanza e che potrebbe portare
alla contestazione, da parte
della Procura contabile, di cinque
milioni di euro di danni.
LE DIFFICOLTÀ Giuseppe Pulina dal
giugno del 2016 è amministratore
unico di Forestas (un ente con
seimila dipendenti). Conosce bene il
problema delle mansioni superiori
perché è stato lui a bloccarle. Non
entra nel merito dell'attività
investigativa della Corte dei Conti e
della Finanza («Ci sono indagini in
corso e non so nulla»), ma precisa
subito: «La situazione contrattuale
dei lavoratori dell'ente è
quantomeno bizzarra. Basti pensare
che il 62 per cento dei dipendenti
ha un contratto da operaio di primo
livello.
Non potrebbe, per
contratto, nemmeno spostare una
pietra. La pianta organica dell'ente
prevede la presenza di 600
impiegati: invece ne abbiamo la metà». Per
non parlare dei dirigenti: «Sono
sette. Uno per quasi mille
dipendenti. Incredibile». Per
sopperire a tutte le carenze di figure
professionali e permettere all'Ente
Foreste di lavorare, nei decenni
sono state utilizzate le mansioni
superiori. «Da un anno le abbiamo
azzerate. Non tutte però. Abbiamo»,
aggiunge Pulina, «lasciato quelle
relative alla sicurezza del
territorio e alla protezione civile. Le
squadre antincendio, quelle di
pronto intervento per le alluvioni e la
peste suina devono essere sempre
pronte». Facendo i conti con le
risorse economiche si sta portando
avanti la qualificazione del
personale (circa 500 dipendenti
potranno così avanzare di livello). La
soluzione, secondo l'amministratore,
è molto semplice: «Basterebbe
trasformare i livelli in fasce di
progressione a prescindere da
qualsiasi tipo di contratto. Ci sono
già delle proposte di legge in
Consiglio regionale che vanno in
questa direzione». Ieri in
commissione si è ipotizzato di
accorparle in un testo unico.
Matteo Vercelli
La
Nuova
Con
Tirrenia 900 euro per viaggiare in quattro a Natale, Alitalia si ferma a 550
Traghetti,
tariffe alle stelle: con l'aereo si spende meno
di Silvia Sanna
SASSAR
INatale d'oro in Sardegna, a meno
che non si viaggi senza bagagli,
senz'auto e magari anche senza
famiglia. Nave o aereo, per chi prenota
all'ultimo minuto il salasso è
garantito. Anche per i residenti o nati
nell'isola. E a sorpresa (ma non
troppo) a pagare di più è chi decide
di viaggiare con Tirrenia. Cioè la
compagnia che gestisce la
continuità territoriale marittima e
che dovrebbe garantire servizio e
prezzi accettabili tutto l'anno. Le
dichiarazioni di Alessandro
Onorato, vice presidente del gruppo,
vanno in un'altra direzione: il
dirigente ha detto che "non
servono prezzi stracciati ma più qualità".
Dunque un numero maggiore di navi
nel parco Moby-Tirrenia ma non
tariffe più basse. Sicuramente non
d'estate e non sotto Natale.
Tutto il contrario rispetto a quanto
annunciato due anni dal patron Vincenzo
Onorato dal palco della Leopolda:
tariffe più basse per tutti e tutto
l'anno. E mentre la polemica si
infiamma e si discute su come
impostare la prossima continuità
territoriale marittima, si scopre che
con le altre compagnie si spende
meno che con Tirrenia. E che l'aereo
- con o senza tariffe agevolate -
può essere una buona alternativa.La
prenotazione. Nella simulazione a
partire per le vacanze di Natale è
la famiglia tipo: padre, madre e due
figli di età inferiore ai 12
anni. Quando viaggia in nave la
famiglia ha l'auto al seguito e per
comodità sceglie una sistemazione in
una cabina con quattro posti. Le
date prese in considerazione sono il
23 dicembre per l'andata e il 4
gennaio per il rientro a casa.
In alcuni casi le date possono
variare
di uno o due giorni per assenza di
collegamenti. In ogni caso la
simulazione prende in esame le tariffe
più convenienti, ipotizzando
che il nucleo familiare, o almeno
uno dei componenti, sia residente o
nativo della Sardegna e per questo
usufruisce - quando sono previste -
di agevolazioni tariffarie.I costi.
È Tirrenia a guidare la
classifica: per arrivare in Sardegna
con la nave Livorno-Olbia la
famiglia tipo spende 899,23 euro.
Una prenotazione anticipata avrebbe
sicuramente consentito di
risparmiare e godere di eventuali offerte.
Ma chi ha deciso solo ora di
trascorrere le vacanze di Natale
nell'isola deve sborsare questa
cifra a meno che non decida di
rinunciare alla cabina
accontentandosi di una poltrona o di un
passaggio ponte. Oppure può
scegliere un'altra compagnia: ieri mattina
la Grimaldi offriva lo stesso
viaggio alle medesime condizioni a
296,32 euro (con partenza anticipata
al 22 dicembre).
Poche ore dopo,
nel tardo pomeriggio, il costo era
già lievitato sino a circa 350
euro. Più o meno lo stesso importo
che viene fuori da una prenotazione
con Sardinia Ferries nella rotta
Livorno-Golfo Aranci: 367,19 euro. Un
mese fa lo stesso viaggio costava un
centinaio di euro in meno. Sono
441,43 euro gli euro da sborsare con
Moby, l'altra compagnia del
gruppo Onorato, che propone tariffe
molto più convenienti rispetto a
Tirrenia. E in aereo? Il biglietto più
caro è quello Alitalia: nel
collegamento Milano -Alghero in
continuità territoriale la famiglia
tipo sborsa sotto Natale 550,42
euro. Segue Blue Air, la compagnia
romena che in via provvisoria
gestisce la continuità da Alghero per
Roma: il biglietto andata e ritorno
per quattro costa 493,86 euro. In
coda Meridiana e un collegamento non
a tariffa agevolata: l'andata e
ritorno Bologna-Olbia vale 282,32
euro.Onorato cambia strategia. A
maggio di due anni fa, l'annuncio di
fronte alla platea di renziani
riuniti alla Leopolda.
L'armatore Vincenzo Onorato aveva
scelto
l'happening del Matteo nazionale per
battezzare la Tirrenia low cost:
una tariffa unica, tutto l'anno, per
i sardi residenti e nativi e
sconti per le famiglie, d'inverno
come in estate. Un "miracolo"
compiuto grazie all'accordo tra
l'armatore e il governo, con la
Regione a fare da spettatrice.
Arrivarono molti applausi alla notizia
che per un passaggio ponte sarebbero
bastati 14 euro, anche se in
realtà fu chiaro quasi subito che
bisognava aggiungerne altri 20 tra
tasse e supplementi. Con uno sconto
finale, di soli 4 euro. Ma Onorato
andò oltre: «Taglieremo anche le
tariffe per i non residenti,
garantiremo a tutti prezzi più bassi
e penseremo alle famiglie». Di
questi proclami e soprattutto di
queste tariffe non resta traccia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento