La
Nuova
I due
partiti si schierano per l'obiezione di coscienza alle politiche
e
lavorano a un'intesa per il 2019
Pds e
Progress già proiettati alle regionali
Il fronte dell'obbiezione di
coscienza s'ingrossa. Dopo il Partito dei sardi, che ha detto no a un accordo
definito al ribasso col Pd, anche Progress sta da quella parte. I due segretari
nazionali, Paolo Maninchedda e Gianluca Collu, si sono incontrati con il pensiero
ormai rivolto alle Regionali del 2019. Con le elezioni politiche di marzo non
si mischieranno e, come ha scritto di recente Maninchedda, «come possono le
persone serie partecipare a questa campagna elettorale? Sono elezioni alle
quali si deve opporre un'obiezione di serietà, di composta ma profonda
disobbedienza civile».
In un comunicato Progres ha
sottolineato dopo il faccia a faccia col Pds: «Nell'incontro i nostri partiti
hanno convenuto sulla necessità di avviare da subito una convergenza verso la costruzione
di un blocco nazionale che accolga i maggiori soggetti politici sardi in vista
delle elezioni del 2019», perché a quelle italiane loro non parteciperanno.
Autodeterminatzione. È confermato
invece che il Progetto in cui si riconoscono diversi partiti indipendentisti presenterà
il simbolo alle Politiche e nelle prossime ore il coordinamento deciderà il
nome dei candidati che saranno in lista alla Camera e al Senato in tutti i
collegi proporzionali e maggioritari sardi.
Uds. Il partito dell'ex presidente
della Regione Mario Floris ha in corso diversi incontri per «focalizzare i temi
più urgenti da mettere al centro dell' assemblea regionale del movimento
prevista la prossima settimana a Cagliari» . Per poi aggiungere: «È un momento delicato
e difficile della vita del Paese, in generale, e della nostra Sardegna, in
particolare - osserva Floris - e proprio per questo, ci sentiamo ancora di più
impegnati , come in passato, a dare ogni possibile contributo culturale e politico
ad affrontare e risolvere i problemi più urgenti dell'Isola, del lavoro e
dell'occupazione in primo luogo, che sono alla base dello sviluppo e della
crescita del nostro Popolo e dell'intero Paese»
La conclusione dell'Uds è questa: «È
necessaria una nuova reale stagione autonomistica che è nel Dna del nostro
movimento, l'unico nazionalitario e sardista che sempre ha messo in campo e
perseguito proposte e azioni concrete e fattibili nell'interesse dei Sardi». A
questo punto è probbile che anche il partito di Mario Floris si dinsiteressi
delle Politiche e stia già pensando alle Regionali del 2019. (ua)
Unione
Sarda
Oggi la
direzione - Pd, la corsa per il
collegio di Cagliari
Tutti nel Pd vogliono il collegio
proporzionale del sud Sardegna per
la Camera. È uno dei tre considerati
“sicuri”, col proporzionale Nord
e con quello unico del Senato, e il
meno scontato, visto che i
capilista degli altri due - Gavino
Manca al nord e il segretario
Giuseppe Luigi Cucca al Senato,
renziani entrambi - sembrano
intoccabili. Per il sud si pensa
alla deputata uscente Romina Mura
(area Cabras-Fadda).
Ma il collegio farebbe gola anche ai
soriani
(Francesco Sanna, Marco Meloni) per
gli equilibri tra aree, e perfino
a chi fa parte della stessa corrente
di Mura, come Silvio Lai, che in
tanti danno come candidato nel
collegio uninominale del Senato di
Sassari-Olbia. Oggi potrebbero
arrivare novità dalla direzione Pd
delle 17 a Oristano. (ro. mu.)
OLBIA. Si
punta alla riconferma di Scanu ma spunta il nome di Satta (Upc)
Il Pd
cittadino: «Il nostro candidato nel collegio»
Un candidato del territorio alle
prossime politiche: è la richiesta
che il Pd olbiese presenterà oggi
alla direzione regionale del partito
dove si dovrebbero mettere i primi
punti fermi sulle candidature. Ieri
sera si è riunita la direzione
cittadina coordinata da Gianluca Corda.
Pare che tra i dem olbiesi serpeggi
un certo malumore per le voci
insistenti che danno per probabile
la presenza di un candidato della
coalizione, un centrista, alla
Camera.
Il Senato - dove il collegio è
provinciale - dovrebbe essere del Pd
ma appannaggio di un sassarese,
probabilmente Silvio Lai. Tra le
varie indiscrezioni per la Camera
gira anche un nome, quello di
Antonio Satta, segretario nazionale
dell'Upc e attualmente sindaco di
Padru, che questa volta si trincera
dietro un netto «non ho nulla da
dichiarare».
LE RICHIESTE Il coordinatore
cittadino del Pd Gianluca Corda non entra
nel dettaglio dei nomi ma conferma
la richiesta che sarà presentata
con decisione alla direzione
regionale. «Ritengo che il Partito
democratico debba essere
rappresentato in maniera forte e
riconoscibile all'interno delle
liste per le prossime elezioni -
spiega - con possibilità di elezione
alla Camera o al Senato in un
equilibrio di rappresentanza di
tutti i territori della Sardegna,
compresa Olbia e la Gallura».
Nel corso della direzione, che ha
visto
un lungo e partecipato dibattito,
spiega ancora Gianluca Corda «è
stato ribadito l'importante ruolo
svolto dal deputato uscente Scanu
nelle importanti battaglie politiche
in difesa del territorio».
Il messaggio, seppur ammorbidito dai
toni prudenti, è chiaro. Nel Pd
olbiese si sostiene una nuova
candidatura di Gian Piero Scanu e
comunque una presenza forte del
territorio. Se nel collegio
uninominale o al proporzionale, è
tutto ancora da discutere e da
valutare negli equilibri di corrente
e coalizione.( c.d.r. )
In
Sardegna confermata l'esclusione dell'uscente Cotti
M5S, caos
Parlamentarie Le proteste: «Una
finzione» Grillo: «È tutto regolare»
Alla fine è lui, Beppe Grillo, a
mettere la parola fine alla due
giorni di voto (caotico) online.
«Parlamentarie concluse: una grande
prova di democrazia», è il titolo
del post inserito nel blog a tarda
sera. Niente giorno di recupero,
dunque, per i tantissimi che - causa
i crash della piattaforma Rousseau -
non sono riusciti a esprimere le
preferenze per gli autocandidati a
Camera e Senato. Ieri il caos era
tutto nella rete: sul blog, su
Facebook e Twitter. Per poi rimbalzare
sui siti e nei telegiornali. «Il
caos di cui blaterano i giornali
invece non c'è stato. La proroga non
è stata necessaria», scrive l'ex
comico.
POLEMICHE Ma per il secondo giorno
consecutivo Rousseau è stata
rallentata. Le critiche sul “metodo”
fioccano dappertutto, sui social,
ma anche da parte degli schieramenti
politici. «Si sono rivelate per
quello che sono in realtà, una farsa
- tuona un deputato di Forza
Italia - dietro la quale si nasconde
si nasconde un politburo che
prende tutte le decisioni. E la
candidatura di facciata di Luigi Di
Maio è la conferma che anche il
governo verrà scelto e diretto nelle
stanze della Casaleggio Associati».
Ad appesantire la situazione di
tensione c'è l'audio diffuso da
Marco Canestrari, autore con Nicola
Biondo (entrambi ex pentastellati)
di “Supernova - Com'è stato ucciso
il Movimento Cinque Stelle”. Nella
registrazione si sente un uomo,
dall'accento messinese, che si
rivolge a un certo Enrico. «Enrico
ciao, scusami sta succedendo un
manicomio. Il sistema è andato in
tilt, mancano troppi candidati
all'appello, addirittura manca anche un
candidato senatore uscente. Il
sistema non sta funzionando».
PROTESTE PER I TAGLI C'è poi la
reazione degli esclusi. Ma Grillo, nel
suo post, ha una spiegazione anche
per loro: «Non c'è nessun timore di
ricorsi da parte loro. Le regole che
hanno accettato tutti coloro che
hanno proposto la candidatura erano
molto chiare. Alcuni si sono
lamentati, ma è stato fatto per
tutelare al massimo il Movimento 5
Stelle». Tra i motivi: «Anche il
turpiloquio nei confronti degli
avversari politici a mezzo social è
stato considerato ostativo ai fini
della candidatura».
Tradotto: via gli agitatori dei social.
«Inoltre -
prosegue - era richiesto di
astenersi da comportamenti che possano
pregiudicare l'azione politica del
M5S e attenersi a criteri di
correttezza nei confronti degli
altri iscritti, di mantenere
comportamenti ineccepibili. Stare
nel Movimento 5 Stelle d'altronde
non è finalizzato alla candidatura».
IL CASO COTTI La scrematura sulle
oltre 15mila candidature è stata
grossa: solo in Sardegna, a fronte
di 340 nomi, lo staff del candidato
premier Luigi Di Maio ne ha bocciato
82. Compresi nomi eccellenti,
come quelli del senatore uscente
Roberto Cotti. Nel suo caso avrebbe
inciso il fatto che non godeva di
buona stampa tra gli stessi
iscritti, comportamenti lontani
dalla filosofia del movimento. Nel
profilo Facebook di Cotti resta
comunque l'ultimo post datato 11
gennaio nel quale annuncia la sua
auto candidatura. In corsa ancora,
invece, Andrea Vallascas ed Emanuela
Corda.
Per loro lo staff ha detto
sì. Tra i nomi finora non emersi c'è
Riccardo Mureddu di Lodine, per
la Camera. Salvo sorprese, oggi non
si conosceranno i risultati
ufficiali: «Le liste definitive»,
dice Grillo, «saranno annunciate
domenica a Pescara».
Roberto Murgia
L'incontro
a Cagliari conferma l'accordo per le Politiche del 4 marzo
Abbraccio
Zaia-Solinas: il Psd'Az sceglie la Lega
Manca soltanto l'ufficialità, ma
l'accordo tra la Lega e il Psd'Az per
le prossime elezioni politiche è
cosa fatta. Il governatore del Veneto
e big del carroccio, Luca Zaia, in
occasione dell'incontro
cagliaritano per promuovere il voto
alla Lega, non ha risparmiato lodi
e parole di amicizia. Certo, il
sigillo ufficiale spetta al
segretario, Matteo Salvini, ma è
sufficiente l'accoglienza riservata
dal popolo leghista al segretario
del Psd'Az, Christian Solinas, per
capire che l'accordo è cosa gradita.
LA BENEDIZIONE «Con i sardisti ho un
rapporto storico, sono dei bravi
ragazzi e ci scalda il cuore
chiunque parli di autonomia e
federalismo». Le parole di Zaia sono
la dimostrazione che il progetto
Lega-Psd'Az per le prossime elezioni
politiche è stato sancito. Mentre
è in corso l'evento organizzato
dalla Lega, Solinas arriva in sala,
impossibile strappare dichiarazioni
ufficiali, ma è chiaro che mancano
poche ore per ufficializzare
l'alleanza tra i due partiti.
L'ACCORDO Rimane da capire in che
modo e con quali condizioni, anche
perché molto dipende dai tavoli
romani in cui il centrodestra si sta
confrontando per decidere la
suddivisione dei collegi uninominali. La
scelta del Psd'Az è arrivata dopo un
confronto serrato con Pd e Forza
Italia: entrambi, però, non sono
riusciti a garantire ai sardisti non
solo qualche seggio in più, ma anche
la libertà d'azione per portare
in Parlamento alcune priorità. Inoltre,
per quanto riguarda il
rapporto con Forza Italia, è
probabile che la trattativa singola tra
gli azzurri e il presidente della
Base, Efisio Arbau, non sia piaciuta
molto.
IL SIMBOLO È probabile che per avere
il simbolo dei Quattro Mori nella
scheda elettorale ci possa essere
qualche problema tecnico. La via
d'uscita a questo punto vedrà i
sardisti ospitati dalla Lega, almeno
per le elezioni politiche. Infatti
l'obiettivo in casa Psd'Az è
mantenere il potenziale elettorale
di questo accordo anche per i
prossimi appuntamenti isolani,
utilizzando soltanto il simbolo dei
Quattro Mori. Anche perché su una cosa Solinas è
stato chiaro, e cioè il fatto di
non «voler fare mercimonio del
nostro simbolo». Dunque per evitare un
accordo al ribasso, anche dal punto
di vista grafico, la soluzione
migliore è mantenere quello della
Lega.
PER I SARDI L'incontro di ieri ha
fornito un'altra certezza, e
riguarda la volontà del Carroccio di
avere un ruolo da protagonista
anche in Sardegna alle prossime
elezioni. «Crediamo in questa sfida e
ci schieriamo a fianco del popolo
sardo che merita un'autonomia più
aggressiva», ha spiegato il
governatore del Veneto, «di sicuro siamo
meno salottieri e preferiamo andare
a stringere le mani delle persone
e parlare con chi ha problemi».
GLI INCONTRI Tra questi una
rappresentanza di allevatori di suini del
Nuorese, i quali hanno parlato a
lungo con l'esponente leghista dei
problemi legati alla peste suina e
all'abbattimento dei maiali. Poi è
stato il turno degli imprenditori
agricoli, tra cui l'ex assessore
regionale Andrea Prato, per
discutere dei ritardi sui premi comunitari
e le difficoltà del comparto,
compresi i pagamenti “lenti” di Agea.
I TEMI Durante il suo intervento,
Zaia ha raccontato la realtà veneta
legandola ai temi caldi della
campagna elettorale leghista. Si è
parlato di sanità, che in Veneto «è
riuscita ad abbattere le liste
d'attesa aprendo gli ospedali di
notte». E di agricoltura: «Sento che
in Sardegna si presentano
incappucciati per abbattere i capi infetti,
non so cosa potrebbe succedere se
una cosa simile avvenisse nella mia
regione». Infine il tema della sicurezza, con
l'annuncio di una proposta di
legge per migliorare la situazione.
«Vogliamo certezza e inasprimento
delle pene, e la legittima difesa»,
ha precisato Zaia. Temi su cui i
sardisti dovranno confrontarsi e
magari mediare: ma l'obiettivo è
portare a Roma la questione sarda, e
il Psd'Az intende farlo con la
Lega. Matteo Sau
La
Nuova
Pd, a
Oristano l'ultima sfida fra le correnti
Due posti
ai renziani, uno all'area Cabras-Fadda, soriani in bilico: a
dire
l'ultima parola sarà Roma
CAGLIARI
Dal Pd fanno sapere che è ancora
tutto in alto mare, ma nel frattempo
la direzione nazionale avrebbe
deciso: i capolista in Sardegna saranno
Giuseppe Luigi Cucca, nel
proporzionale per il Senato, mentre Gavino
Manca guiderà la lista della Camera
nel Centro-nord e Romina Mura al
Sud. Però c'è la possibilità di un
cambio in corsa, con un possibile
passaggio del testimone nelle mani
di Francesco Sanna, deputato
uscente. Questa mappa non è ancora
ufficiale e non lo sarà neanche
dopo la direzione regionale,
convocata oggi a Oristano.
Ma è comunque
da quel terzetto che dovranno
partire i conti sulla divisione dei
posti fra le tre correnti isolane:
renziani, popolari-riformisti e
soriani. L'incertezza che c'è ancora
fra i deputati uscenti Mura e
Sanna nasce proprio dall'equilibrio,
ancora da trovare, fra le anime
del Pd. Se passasse la proposta
avvallata dalla direzione nazionale i
renziani avrebbero due capolista,
Cucca e Manca, i
popolari-progressisti uno, Mura, e
quindi resterebbe a terra Soru. Che
invece ritornerebbe a essere alla
pari con le altre correnti, se al
posto della capolista ci fosse
Sanna. A sciogliere il dubbio sarà
presto la segreteria Renzi, ma per
farlo aspetta di conoscere come
finirà stasera la direzione
regionale.
Per essere ancora più chiari:
se la riunione di Oristano dovesse
chiudersi con un accordo, a quel
punto in via del Nazareno, a Roma,
non farebbero una piega sempre che
non sia stravolto l'elenco dei
capolista. Se invece la direzione di
Oristano dovesse sfociare in un
campo di battaglia, allora sarebbe
Renzi a imporsi con decisioni
insindacabili e definitive. Dunque, la
tensione è alta nel Pd, e bisognerà
vedere tra l'altro come il partito
ha assorbito un doppio no, quello
recente del Partito dei sardi e
l'ultimo del Psd'Az.Collegi
uninominali. La novità è che il candidato
nel collegio uninominale di Cagliari
per la Camera sarà Luciano Uras,
eletto al Senato nel 2013 da Sel e
portavoce, insieme a Massimo Zedda,
dell'ex Campo progressista.
Negli altri cinque collegi, le
caselle
vuote sono rimaste due o tre. A
Sassari i Dem aspettano che il
presidente del Consiglio regionale,
Gianfranco Ganau, sciolga la
riserva: dovrebbe essere orma
questione di giorni. Se Ganau non
dovesse scendere in campo, al suo
posto potrebbe esserci un deputato o
una deputata uscente ma non si sa
ancora chi. A Olbia Gian Piero
Scanu, presidente della commissione
bicamerale sull'uranio impoverito,
è in vantaggio su tutti gli altri
pretendenti.
A Nuoro è data per
certa la candidatura alla Camera del
consigliere regionale Franco
Sabatini, per ribaltare un sondaggio
in cui il centrodestra è davanti.
A Oristano potrebbe esserci un altro
consigliere regionale ed è
Antonio Solinas, mentre nel Sulcis
ci sarà l'uscente Emanuele Cani,
capolista nel 2013. A cercare un
posto al sole ci sono anche Marco
Meloni, eletto cinque anni fa in
Liguria e la deputata Giovanna Sanna:
entreranno nel proporzionale. Al
Senato, nell'uninominale, i candidati
dovrebbero essere a Oristano-Nuoro
Caterina Pes o Mura, se dovesse
essere sorpassata da Sanna, Silvio
Lai Sassari-Olbia e a Cagliari
Ignazio Angioni, che fa parte della
corrente di minoranza del ministro
Orlando. (ua)
Psd'Az
accordo con la Lega ma c'è già la contestazione
verso il voto
di Umberto Aime
CAGLIARI
L'abbraccio per ora è stato solo con
Luca Zaia, il governatore del
Veneto in missione a Cagliari per la
campagna elettorale, ma molto
presto Christian Solinas, segretario
nazionale del Psd'Az abbraccerà
il leader dei leader della Lega
Matteo Salvini. Nessuno lo dice
ancora, ma ormai l'accordo
elettorale fra Alberto da Giussano e i
Quattro Mori è cosa fatta. «Siamo ai
particolari», fanno trapelare i
sardisti vicini al segretario,
scatenando subito, era inevitabile,
mille polemiche, con anche diverse
prese di distanza da una «scelta
scellerata e offensiva».L'attesa.
Mercoledì doveva essere la giornata
dell'annuncio, con il Psd'Az che
avrebbe dovuto far sapere quale
sarebbe stato l'alleato a marzo fra
Lega, Pd e Forza Italia.
Ma Solinas s'è preso un'altra
mattinata di tempo e c'è chi dice per
concordare, con la segreteria del
Carroccio, l'arrivo a Cagliari di
Salvini. C'è una data possibile:
alla fine di questa settimana o
all'inizio della prossima. Mentre
nel frattempo è sfumata del tutto la
possibilità di un accordo col Pd:
«Ha ancora un'infinità di problemi
interni ed è rimasto troppo
centralista», è stata una delle battute
circolate in Consiglio regionale per
spiegare il no a una proposta
politica che «per la verità era la
più interessante di tutte». Sempre
nel frattempo, con il passare delle
ore, s'è chiusa anche la porta
della trattativa con Forza Italia,
nonostante un ultimo tentativo di
Silvio Berlusconi, e con gli azzurri
sospettati anche di «aver
preferito gli incontri personali.
dedicati ad alcuni possibili
candidati dell'area sardista, a
quelli ufficiali fra le segreterie».
Per farla semplice: il Psd'Az
scenderà in campo con la Lega, senza
però presentare il simbolo e con la
certezza di avere due candidati in
Sardegna e uno dei due (lo stesso
Solinas) sarà eletto di sicuro nel
Nord Italia. Zaia a tutto campo.
Dopo aver incontrato cacciatori e
allevatori, aver visto una sala
piena di cagliaritani che lo
aspettavano, il governatore del
Veneto ha fatto da apripista al futuro
accordo. «I sardi da sempre - ha
detto - mi riempiono il cuore. Essere
al loro fianco nelle elezioni, sarà
per noi leghisti un motivo di
grande orgoglio. Però non posso
essere io ad annunciarlo, se la firà
ci sarà , come credo, verrà Matteo
Salvini Ricordo che non sarebbe la
prima volta, c'è stato già un
precedente, ormai rapporti fra noi e il
Psd'Az sono storici. Volete sapere
perché? Perché siamo tutti bravi
ragazzi».
Per continuare: «Vogliamo schierarci
dalla parte del popolo
sardo, che ha bisogno di politici
meno salottieri e molto più decisi
nel difendere a Roma i diritti della
Sardegna». Poi dirà,
nell'intervento dal palco: «Mi hanno
detto che arrivano incappucciati
ad ammazzarvi i maiali, se lo
facessero dalle mie parti non so come
andrebbe a finire. So che avete
bisogno dei vaccini per combattere la
blue tongue ma non si trovano, in
Veneto vi comunico che li paga la
Regionee non siamo uno statuto
speciale. So che gli agricoltori sardi
non vedono i finanziamenti europei
da un sacco di tempo. Bene, in
Veneto li paghiamo dopo sessanta
giorni». Insomma ha detto che dalla
sue parti è tutto un paradiso
dell'efficienza, lasciando intendere
questo: «Se saremo alleati, potrete
contare su di noi e liberarvi da
un centrosinistra che ha fatto solo
danni in Sardegna e nel resto
d'Italia». Solinas diplomatico.
Il segretario del Ps'Az non s'è
fatto
trovare impreparato dopo il suo
ingresso nella sala del convegno
leghista. «Attenzione - ha detto -
sono qui solo per salutare un
vecchio amico», ma non ci ha creduto
nessuno. E infatti fra poche ore
sarà lui ad annunciare il patto
elettorale con la Lega.La
sollevazione. A scattare in piedi
dopo le prime indiscrezioni sono
stati nell'ordine Angelo Carta,
leader della minoranza interna del
Psd'Az, poi Efisio Arbau, fondatore
del movimento La Base, e
Gianfranco Scalas, guida storica di
Fortza Paris, entrambi freschi ma
già delusi alleati civici dei
sardisti. Angelo Carta ha scritto: «Che
senso ha trattare con tutti? È come
dire che il Psd'Az è un materasso
ad acqua dove chiunque può coricarsi
e trovare la sua posizione
ideale. Ma 97 anni di storia non
possono aver prodotto un materasso ad
acqua.
Dovrebbero aver forgiato un partito
con un progetto,
un'identità, dei valori e con una
passione che mal si conciliano con
quei partiti a noi sempre contrari
fino ad osteggiarci». E chiudere:
«Aver intrapreso la strada del chi
offre di più non è quello che
volevano i sardisti ed è per questo
che non posso stare zitto davanti
a una decisione irrazionale e figlia
di una politica vecchia e stantia
che potrebbe condurre fino
all'estinzione del Psd'Az». Efisio Arbau ha
virato invece verso Forza Italia e
se scenderà in campo - ha giurato -
mai lo farà sotto il simbolo della
Lega. Infine Fortza Paris: «In
questi giorni d'isteria generale,
non abbiamo gradito la compravendita
da mercatino rionale e non possiamo
andare certo contro i valori del
nostro statuto, alleandoci con chi
nei fatti, nelle parole e in ogni
occasione è palesemente al nostro
opposto».
Siniscola,
i militanti della sezione Ozanu del Psd'Az parlano delle
alleanze
in vista delle elezioni
«Né con
il Pd né con la Lega o Forza Italia»
di Mauro Piredda
SINISCOLA
Si avvicinano i momenti delle scelte
definitive in vista delle
elezioni politiche del 4 marzo. La
tornata elettorale per il rinnovo
del Parlamento italiano sta
producendo un forte dibattito anche
all'interno del campo politico
etnoregionalista. E non sempre le
ipotesi portate avanti dalle
strutture centrali coincidono con le
aspettative delle realtà
periferiche. È questo il caso del Partito
sardo d'Azione.I militanti
siniscolesi della sezione "Luisu Ozanu"
hanno bocciato la tattica del
partito nazionale finalizzata
all'elezione di qualche parlamentare
attraverso l'alleanza con partiti
italiani.
«La nostra collocazione naturale -
ha dichiarato il
segretario Salvatore Guiso - è nel
campo dell'autodeterminazione del
popolo sardo. Siamo contrari a
qualsiasi alleanza con Pd o Forza
Italia. Non parliamo della Lega di
Salvini, un partito xenofobo che
nulla ha a che vedere con le nostre
istanze di liberazione».Sulla
stessa lunghezza d'onda anche
Roberto Tola, sindaco sardista di
Posada: «La Lega di Salvini - ha
affermato - oltre ad assumere un
profilo di estrema destra e
intollerante, non è più nemmeno un partito
indipendentista. È un partito
nazionale italiano aggressivo. Se
dovessi scegliere tra Lega e Pd
opterei per questi ultimi.
Ma il problema di fondo rimane in
quanto non vi è coerenza con i deliberati
congressuali. Nessuna interlocuzione
con le forze indipendentiste ha
preso piede».Giudicato «coerente»,
da parte di Tola, è invece il
tentativo della sezione siniscolese
in vista delle amministrative del
2021. Salvatore Guiso, Gigi Patteri
e Alessia Pau, gruppo dirigente
della sezione "Ozanu",
hanno parlato di «nuovo soggetto politico che
lavori per governare Siniscola».
Finito, per i sardisti locali, «il
tempo delle giunte civiche che, alla
fine, di civico nulla hanno in
quanto espressione locale di forze
romane». La strategia adottata è
«di ampio respiro».
Ossia un raggiungimento
dell'obiettivo
indipendentista «partendo dal
radicamento territoriale come da tempo
avviene in Catalogna». Nelle
prossime settimane si terrà l'assemblea
del nuovo progetto. «Abbiamo già
interloquito con diverse sigle e
soggettività», ha affermato Guiso.
Novità anche in merito al "Progetto
Autodeterminatzione" guidato da
Anthony Muroni. Nino Fronteddu,
consigliere comunale di Unione per
Siniscola (in tandem con Zente Nova
nei banchi dell'opposizione) ha
dichiarato di riconoscersi «in questa
direzione» invitando quanti si
ritrovano nell'idea «di una politica
fatta da sardi nell'interesse dei
sardi».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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