giovedì 18 gennaio 2018

Rassegna stampa 18 Gennaio 2018

La Nuova

I due partiti si schierano per l'obiezione di coscienza alle politiche
e lavorano a un'intesa per il 2019
Pds e Progress già proiettati alle regionali

Il fronte dell'obbiezione di coscienza s'ingrossa. Dopo il Partito dei sardi, che ha detto no a un accordo definito al ribasso col Pd, anche Progress sta da quella parte. I due segretari nazionali, Paolo Maninchedda e Gianluca Collu, si sono incontrati con il pensiero ormai rivolto alle Regionali del 2019. Con le elezioni politiche di marzo non si mischieranno e, come ha scritto di recente Maninchedda, «come possono le persone serie partecipare a questa campagna elettorale? Sono elezioni alle quali si deve opporre un'obiezione di serietà, di composta ma profonda disobbedienza civile».

In un comunicato Progres ha sottolineato dopo il faccia a faccia col Pds: «Nell'incontro i nostri partiti hanno convenuto sulla necessità di avviare da subito una convergenza verso la costruzione di un blocco nazionale che accolga i maggiori soggetti politici sardi in vista delle elezioni del 2019», perché a quelle italiane loro non parteciperanno.

Autodeterminatzione. È confermato invece che il Progetto in cui si riconoscono diversi partiti indipendentisti presenterà il simbolo alle Politiche e nelle prossime ore il coordinamento deciderà il nome dei candidati che saranno in lista alla Camera e al Senato in tutti i collegi proporzionali e maggioritari sardi.

Uds. Il partito dell'ex presidente della Regione Mario Floris ha in corso diversi incontri per «focalizzare i temi più urgenti da mettere al centro dell' assemblea regionale del movimento prevista la prossima settimana a Cagliari» . Per poi aggiungere: «È un momento delicato e difficile della vita del Paese, in generale, e della nostra Sardegna, in particolare - osserva Floris - e proprio per questo, ci sentiamo ancora di più impegnati , come in passato, a dare ogni possibile contributo culturale e politico ad affrontare e risolvere i problemi più urgenti dell'Isola, del lavoro e dell'occupazione in primo luogo, che sono alla base dello sviluppo e della crescita del nostro Popolo e dell'intero Paese»

La conclusione dell'Uds è questa: «È necessaria una nuova reale stagione autonomistica che è nel Dna del nostro movimento, l'unico nazionalitario e sardista che sempre ha messo in campo e perseguito proposte e azioni concrete e fattibili nell'interesse dei Sardi». A questo punto è probbile che anche il partito di Mario Floris si dinsiteressi delle Politiche e stia già pensando alle Regionali del 2019. (ua)


Unione Sarda

Oggi la direzione - Pd, la corsa  per il collegio  di Cagliari

Tutti nel Pd vogliono il collegio proporzionale del sud Sardegna per
la Camera. È uno dei tre considerati “sicuri”, col proporzionale Nord
e con quello unico del Senato, e il meno scontato, visto che i
capilista degli altri due - Gavino Manca al nord e il segretario
Giuseppe Luigi Cucca al Senato, renziani entrambi - sembrano
intoccabili. Per il sud si pensa alla deputata uscente Romina Mura
(area Cabras-Fadda).

Ma il collegio farebbe gola anche ai soriani
(Francesco Sanna, Marco Meloni) per gli equilibri tra aree, e perfino
a chi fa parte della stessa corrente di Mura, come Silvio Lai, che in
tanti danno come candidato nel collegio uninominale del Senato di
Sassari-Olbia. Oggi potrebbero arrivare novità dalla direzione Pd
delle 17 a Oristano. (ro. mu.)

OLBIA. Si punta alla riconferma di Scanu ma spunta il nome di Satta (Upc)
Il Pd cittadino: «Il nostro candidato nel collegio»

Un candidato del territorio alle prossime politiche: è la richiesta
che il Pd olbiese presenterà oggi alla direzione regionale del partito
dove si dovrebbero mettere i primi punti fermi sulle candidature. Ieri
sera si è riunita la direzione cittadina coordinata da Gianluca Corda.
Pare che tra i dem olbiesi serpeggi un certo malumore per le voci
insistenti che danno per probabile la presenza di un candidato della
coalizione, un centrista, alla Camera.

Il Senato - dove il collegio è
provinciale - dovrebbe essere del Pd ma appannaggio di un sassarese,
probabilmente Silvio Lai. Tra le varie indiscrezioni per la Camera
gira anche un nome, quello di Antonio Satta, segretario nazionale
dell'Upc e attualmente sindaco di Padru, che questa volta si trincera
dietro un netto «non ho nulla da dichiarare».

LE RICHIESTE Il coordinatore cittadino del Pd Gianluca Corda non entra
nel dettaglio dei nomi ma conferma la richiesta che sarà presentata
con decisione alla direzione regionale. «Ritengo che il Partito
democratico debba essere rappresentato in maniera forte e
riconoscibile all'interno delle liste per le prossime elezioni -
spiega - con possibilità di elezione alla Camera o al Senato in un
equilibrio di rappresentanza di tutti i territori della Sardegna,
compresa Olbia e la Gallura».

Nel corso della direzione, che ha visto
un lungo e partecipato dibattito, spiega ancora Gianluca Corda «è
stato ribadito l'importante ruolo svolto dal deputato uscente Scanu
nelle importanti battaglie politiche in difesa del territorio».
Il messaggio, seppur ammorbidito dai toni prudenti, è chiaro. Nel Pd
olbiese si sostiene una nuova candidatura di Gian Piero Scanu e
comunque una presenza forte del territorio. Se nel collegio
uninominale o al proporzionale, è tutto ancora da discutere e da
valutare negli equilibri di corrente e coalizione.( c.d.r. )

In Sardegna confermata l'esclusione dell'uscente Cotti
M5S, caos Parlamentarie  Le proteste: «Una finzione» Grillo: «È tutto regolare»

Alla fine è lui, Beppe Grillo, a mettere la parola fine alla due
giorni di voto (caotico) online. «Parlamentarie concluse: una grande
prova di democrazia», è il titolo del post inserito nel blog a tarda
sera. Niente giorno di recupero, dunque, per i tantissimi che - causa
i crash della piattaforma Rousseau - non sono riusciti a esprimere le
preferenze per gli autocandidati a Camera e Senato. Ieri il caos era
tutto nella rete: sul blog, su Facebook e Twitter. Per poi rimbalzare
sui siti e nei telegiornali. «Il caos di cui blaterano i giornali
invece non c'è stato. La proroga non è stata necessaria», scrive l'ex
comico.

POLEMICHE Ma per il secondo giorno consecutivo Rousseau è stata
rallentata. Le critiche sul “metodo” fioccano dappertutto, sui social,
ma anche da parte degli schieramenti politici. «Si sono rivelate per
quello che sono in realtà, una farsa - tuona un deputato di Forza
Italia - dietro la quale si nasconde si nasconde un politburo che
prende tutte le decisioni. E la candidatura di facciata di Luigi Di
Maio è la conferma che anche il governo verrà scelto e diretto nelle
stanze della Casaleggio Associati».

Ad appesantire la situazione di
tensione c'è l'audio diffuso da Marco Canestrari, autore con Nicola
Biondo (entrambi ex pentastellati) di “Supernova - Com'è stato ucciso
il Movimento Cinque Stelle”. Nella registrazione si sente un uomo,
dall'accento messinese, che si rivolge a un certo Enrico. «Enrico
ciao, scusami sta succedendo un manicomio. Il sistema è andato in
tilt, mancano troppi candidati all'appello, addirittura manca anche un
candidato senatore uscente. Il sistema non sta funzionando».

PROTESTE PER I TAGLI C'è poi la reazione degli esclusi. Ma Grillo, nel
suo post, ha una spiegazione anche per loro: «Non c'è nessun timore di
ricorsi da parte loro. Le regole che hanno accettato tutti coloro che
hanno proposto la candidatura erano molto chiare. Alcuni si sono
lamentati, ma è stato fatto per tutelare al massimo il Movimento 5
Stelle». Tra i motivi: «Anche il turpiloquio nei confronti degli
avversari politici a mezzo social è stato considerato ostativo ai fini
della candidatura».

 Tradotto: via gli agitatori dei social. «Inoltre -
prosegue - era richiesto di astenersi da comportamenti che possano
pregiudicare l'azione politica del M5S e attenersi a criteri di
correttezza nei confronti degli altri iscritti, di mantenere
comportamenti ineccepibili. Stare nel Movimento 5 Stelle d'altronde
non è finalizzato alla candidatura».

IL CASO COTTI La scrematura sulle oltre 15mila candidature è stata
grossa: solo in Sardegna, a fronte di 340 nomi, lo staff del candidato
premier Luigi Di Maio ne ha bocciato 82. Compresi nomi eccellenti,
come quelli del senatore uscente Roberto Cotti. Nel suo caso avrebbe
inciso il fatto che non godeva di buona stampa tra gli stessi
iscritti, comportamenti lontani dalla filosofia del movimento. Nel
profilo Facebook di Cotti resta comunque l'ultimo post datato 11
gennaio nel quale annuncia la sua auto candidatura. In corsa ancora,
invece, Andrea Vallascas ed Emanuela Corda.

Per loro lo staff ha detto
sì. Tra i nomi finora non emersi c'è Riccardo Mureddu di Lodine, per
la Camera. Salvo sorprese, oggi non si conosceranno i risultati
ufficiali: «Le liste definitive», dice Grillo, «saranno annunciate
domenica a Pescara».
Roberto Murgia

L'incontro a Cagliari conferma l'accordo per le Politiche del 4 marzo
Abbraccio Zaia-Solinas: il Psd'Az sceglie la Lega

Manca soltanto l'ufficialità, ma l'accordo tra la Lega e il Psd'Az per
le prossime elezioni politiche è cosa fatta. Il governatore del Veneto
e big del carroccio, Luca Zaia, in occasione dell'incontro
cagliaritano per promuovere il voto alla Lega, non ha risparmiato lodi
e parole di amicizia. Certo, il sigillo ufficiale spetta al
segretario, Matteo Salvini, ma è sufficiente l'accoglienza riservata
dal popolo leghista al segretario del Psd'Az, Christian Solinas, per
capire che l'accordo è cosa gradita.

LA BENEDIZIONE «Con i sardisti ho un rapporto storico, sono dei bravi
ragazzi e ci scalda il cuore chiunque parli di autonomia e
federalismo». Le parole di Zaia sono la dimostrazione che il progetto
Lega-Psd'Az per le prossime elezioni politiche è stato sancito. Mentre
è in corso l'evento organizzato dalla Lega, Solinas arriva in sala,
impossibile strappare dichiarazioni ufficiali, ma è chiaro che mancano
poche ore per ufficializzare l'alleanza tra i due partiti.

L'ACCORDO Rimane da capire in che modo e con quali condizioni, anche
perché molto dipende dai tavoli romani in cui il centrodestra si sta
confrontando per decidere la suddivisione dei collegi uninominali. La
scelta del Psd'Az è arrivata dopo un confronto serrato con Pd e Forza
Italia: entrambi, però, non sono riusciti a garantire ai sardisti non
solo qualche seggio in più, ma anche la libertà d'azione per portare
in Parlamento alcune priorità. Inoltre, per quanto riguarda il
rapporto con Forza Italia, è probabile che la trattativa singola tra
gli azzurri e il presidente della Base, Efisio Arbau, non sia piaciuta
molto.

IL SIMBOLO È probabile che per avere il simbolo dei Quattro Mori nella
scheda elettorale ci possa essere qualche problema tecnico. La via
d'uscita a questo punto vedrà i sardisti ospitati dalla Lega, almeno
per le elezioni politiche. Infatti l'obiettivo in casa Psd'Az è
mantenere il potenziale elettorale di questo accordo anche per i
prossimi appuntamenti isolani, utilizzando soltanto il simbolo dei
Quattro Mori. Anche perché su una cosa Solinas è stato chiaro, e cioè il fatto di
non «voler fare mercimonio del nostro simbolo». Dunque per evitare un
accordo al ribasso, anche dal punto di vista grafico, la soluzione
migliore è mantenere quello della Lega.

PER I SARDI L'incontro di ieri ha fornito un'altra certezza, e
riguarda la volontà del Carroccio di avere un ruolo da protagonista
anche in Sardegna alle prossime elezioni. «Crediamo in questa sfida e
ci schieriamo a fianco del popolo sardo che merita un'autonomia più
aggressiva», ha spiegato il governatore del Veneto, «di sicuro siamo
meno salottieri e preferiamo andare a stringere le mani delle persone
e parlare con chi ha problemi».

GLI INCONTRI Tra questi una rappresentanza di allevatori di suini del
Nuorese, i quali hanno parlato a lungo con l'esponente leghista dei
problemi legati alla peste suina e all'abbattimento dei maiali. Poi è
stato il turno degli imprenditori agricoli, tra cui l'ex assessore
regionale Andrea Prato, per discutere dei ritardi sui premi comunitari
e le difficoltà del comparto, compresi i pagamenti “lenti” di Agea.

I TEMI Durante il suo intervento, Zaia ha raccontato la realtà veneta
legandola ai temi caldi della campagna elettorale leghista. Si è
parlato di sanità, che in Veneto «è riuscita ad abbattere le liste
d'attesa aprendo gli ospedali di notte». E di agricoltura: «Sento che
in Sardegna si presentano incappucciati per abbattere i capi infetti,
non so cosa potrebbe succedere se una cosa simile avvenisse nella mia
regione». Infine il tema della sicurezza, con l'annuncio di una proposta di
legge per migliorare la situazione. «Vogliamo certezza e inasprimento
delle pene, e la legittima difesa», ha precisato Zaia. Temi su cui i
sardisti dovranno confrontarsi e magari mediare: ma l'obiettivo è
portare a Roma la questione sarda, e il Psd'Az intende farlo con la
Lega. Matteo Sau

La Nuova

Pd, a Oristano l'ultima sfida fra le correnti
Due posti ai renziani, uno all'area Cabras-Fadda, soriani in bilico: a
dire l'ultima parola sarà Roma

CAGLIARI
Dal Pd fanno sapere che è ancora tutto in alto mare, ma nel frattempo
la direzione nazionale avrebbe deciso: i capolista in Sardegna saranno
Giuseppe Luigi Cucca, nel proporzionale per il Senato, mentre Gavino
Manca guiderà la lista della Camera nel Centro-nord e Romina Mura al
Sud. Però c'è la possibilità di un cambio in corsa, con un possibile
passaggio del testimone nelle mani di Francesco Sanna, deputato
uscente. Questa mappa non è ancora ufficiale e non lo sarà neanche
dopo la direzione regionale, convocata oggi a Oristano.

 Ma è comunque
da quel terzetto che dovranno partire i conti sulla divisione dei
posti fra le tre correnti isolane: renziani, popolari-riformisti e
soriani. L'incertezza che c'è ancora fra i deputati uscenti Mura e
Sanna nasce proprio dall'equilibrio, ancora da trovare, fra le anime
del Pd. Se passasse la proposta avvallata dalla direzione nazionale i
renziani avrebbero due capolista, Cucca e Manca, i
popolari-progressisti uno, Mura, e quindi resterebbe a terra Soru. Che
invece ritornerebbe a essere alla pari con le altre correnti, se al
posto della capolista ci fosse Sanna. A sciogliere il dubbio sarà
presto la segreteria Renzi, ma per farlo aspetta di conoscere come
finirà stasera la direzione regionale.

Per essere ancora più chiari:
se la riunione di Oristano dovesse chiudersi con un accordo, a quel
punto in via del Nazareno, a Roma, non farebbero una piega sempre che
non sia stravolto l'elenco dei capolista. Se invece la direzione di
Oristano dovesse sfociare in un campo di battaglia, allora sarebbe
Renzi a imporsi con decisioni insindacabili e definitive. Dunque, la
tensione è alta nel Pd, e bisognerà vedere tra l'altro come il partito
ha assorbito un doppio no, quello recente del Partito dei sardi e
l'ultimo del Psd'Az.Collegi uninominali. La novità è che il candidato
nel collegio uninominale di Cagliari per la Camera sarà Luciano Uras,
eletto al Senato nel 2013 da Sel e portavoce, insieme a Massimo Zedda,
dell'ex Campo progressista.

Negli altri cinque collegi, le caselle
vuote sono rimaste due o tre. A Sassari i Dem aspettano che il
presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, sciolga la
riserva: dovrebbe essere orma questione di giorni. Se Ganau non
dovesse scendere in campo, al suo posto potrebbe esserci un deputato o
una deputata uscente ma non si sa ancora chi. A Olbia Gian Piero
Scanu, presidente della commissione bicamerale sull'uranio impoverito,
è in vantaggio su tutti gli altri pretendenti.

A Nuoro è data per
certa la candidatura alla Camera del consigliere regionale Franco
Sabatini, per ribaltare un sondaggio in cui il centrodestra è davanti.
A Oristano potrebbe esserci un altro consigliere regionale ed è
Antonio Solinas, mentre nel Sulcis ci sarà l'uscente Emanuele Cani,
capolista nel 2013. A cercare un posto al sole ci sono anche Marco
Meloni, eletto cinque anni fa in Liguria e la deputata Giovanna Sanna:
entreranno nel proporzionale. Al Senato, nell'uninominale, i candidati
dovrebbero essere a Oristano-Nuoro Caterina Pes o Mura, se dovesse
essere sorpassata da Sanna, Silvio Lai Sassari-Olbia e a Cagliari
Ignazio Angioni, che fa parte della corrente di minoranza del ministro
Orlando. (ua)


Psd'Az accordo con la Lega ma c'è già la contestazione

verso il voto
di Umberto Aime
CAGLIARI
L'abbraccio per ora è stato solo con Luca Zaia, il governatore del
Veneto in missione a Cagliari per la campagna elettorale, ma molto
presto Christian Solinas, segretario nazionale del Psd'Az abbraccerà
il leader dei leader della Lega Matteo Salvini. Nessuno lo dice
ancora, ma ormai l'accordo elettorale fra Alberto da Giussano e i
Quattro Mori è cosa fatta. «Siamo ai particolari», fanno trapelare i
sardisti vicini al segretario, scatenando subito, era inevitabile,
mille polemiche, con anche diverse prese di distanza da una «scelta
scellerata e offensiva».L'attesa. Mercoledì doveva essere la giornata
dell'annuncio, con il Psd'Az che avrebbe dovuto far sapere quale
sarebbe stato l'alleato a marzo fra Lega, Pd e Forza Italia.

Ma Solinas s'è preso un'altra mattinata di tempo e c'è chi dice per
concordare, con la segreteria del Carroccio, l'arrivo a Cagliari di
Salvini. C'è una data possibile: alla fine di questa settimana o
all'inizio della prossima. Mentre nel frattempo è sfumata del tutto la
possibilità di un accordo col Pd: «Ha ancora un'infinità di problemi
interni ed è rimasto troppo centralista», è stata una delle battute
circolate in Consiglio regionale per spiegare il no a una proposta
politica che «per la verità era la più interessante di tutte». Sempre
nel frattempo, con il passare delle ore, s'è chiusa anche la porta
della trattativa con Forza Italia, nonostante un ultimo tentativo di
Silvio Berlusconi, e con gli azzurri sospettati anche di «aver
preferito gli incontri personali. dedicati ad alcuni possibili
candidati dell'area sardista, a quelli ufficiali fra le segreterie».

Per farla semplice: il Psd'Az scenderà in campo con la Lega, senza
però presentare il simbolo e con la certezza di avere due candidati in
Sardegna e uno dei due (lo stesso Solinas) sarà eletto di sicuro nel
Nord Italia. Zaia a tutto campo. Dopo aver incontrato cacciatori e
allevatori, aver visto una sala piena di cagliaritani che lo
aspettavano, il governatore del Veneto ha fatto da apripista al futuro
accordo. «I sardi da sempre - ha detto - mi riempiono il cuore. Essere
al loro fianco nelle elezioni, sarà per noi leghisti un motivo di
grande orgoglio. Però non posso essere io ad annunciarlo, se la firà
ci sarà , come credo, verrà Matteo Salvini Ricordo che non sarebbe la
prima volta, c'è stato già un precedente, ormai rapporti fra noi e il
Psd'Az sono storici. Volete sapere perché? Perché siamo tutti bravi
ragazzi».

Per continuare: «Vogliamo schierarci dalla parte del popolo
sardo, che ha bisogno di politici meno salottieri e molto più decisi
nel difendere a Roma i diritti della Sardegna». Poi dirà,
nell'intervento dal palco: «Mi hanno detto che arrivano incappucciati
ad ammazzarvi i maiali, se lo facessero dalle mie parti non so come
andrebbe a finire. So che avete bisogno dei vaccini per combattere la
blue tongue ma non si trovano, in Veneto vi comunico che li paga la
Regionee non siamo uno statuto speciale. So che gli agricoltori sardi
non vedono i finanziamenti europei da un sacco di tempo. Bene, in
Veneto li paghiamo dopo sessanta giorni». Insomma ha detto che dalla
sue parti è tutto un paradiso dell'efficienza, lasciando intendere
questo: «Se saremo alleati, potrete contare su di noi e liberarvi da
un centrosinistra che ha fatto solo danni in Sardegna e nel resto
d'Italia». Solinas diplomatico.

Il segretario del Ps'Az non s'è fatto
trovare impreparato dopo il suo ingresso nella sala del convegno
leghista. «Attenzione - ha detto - sono qui solo per salutare un
vecchio amico», ma non ci ha creduto nessuno. E infatti fra poche ore
sarà lui ad annunciare il patto elettorale con la Lega.La
sollevazione. A scattare in piedi dopo le prime indiscrezioni sono
stati nell'ordine Angelo Carta, leader della minoranza interna del
Psd'Az, poi Efisio Arbau, fondatore del movimento La Base, e
Gianfranco Scalas, guida storica di Fortza Paris, entrambi freschi ma
già delusi alleati civici dei sardisti. Angelo Carta ha scritto: «Che
senso ha trattare con tutti? È come dire che il Psd'Az è un materasso
ad acqua dove chiunque può coricarsi e trovare la sua posizione
ideale. Ma 97 anni di storia non possono aver prodotto un materasso ad
acqua.

Dovrebbero aver forgiato un partito con un progetto,
un'identità, dei valori e con una passione che mal si conciliano con
quei partiti a noi sempre contrari fino ad osteggiarci». E chiudere:
«Aver intrapreso la strada del chi offre di più non è quello che
volevano i sardisti ed è per questo che non posso stare zitto davanti
a una decisione irrazionale e figlia di una politica vecchia e stantia
che potrebbe condurre fino all'estinzione del Psd'Az». Efisio Arbau ha
virato invece verso Forza Italia e se scenderà in campo - ha giurato -
mai lo farà sotto il simbolo della Lega. Infine Fortza Paris: «In
questi giorni d'isteria generale, non abbiamo gradito la compravendita
da mercatino rionale e non possiamo andare certo contro i valori del
nostro statuto, alleandoci con chi nei fatti, nelle parole e in ogni
occasione è palesemente al nostro opposto».

Siniscola, i militanti della sezione Ozanu del Psd'Az parlano delle
alleanze in vista delle elezioni
«Né con il Pd né con la Lega o Forza Italia»

di Mauro Piredda
SINISCOLA

Si avvicinano i momenti delle scelte definitive in vista delle
elezioni politiche del 4 marzo. La tornata elettorale per il rinnovo
del Parlamento italiano sta producendo un forte dibattito anche
all'interno del campo politico etnoregionalista. E non sempre le
ipotesi portate avanti dalle strutture centrali coincidono con le
aspettative delle realtà periferiche. È questo il caso del Partito
sardo d'Azione.I militanti siniscolesi della sezione "Luisu Ozanu"
hanno bocciato la tattica del partito nazionale finalizzata
all'elezione di qualche parlamentare attraverso l'alleanza con partiti
italiani.

«La nostra collocazione naturale - ha dichiarato il
segretario Salvatore Guiso - è nel campo dell'autodeterminazione del
popolo sardo. Siamo contrari a qualsiasi alleanza con Pd o Forza
Italia. Non parliamo della Lega di Salvini, un partito xenofobo che
nulla ha a che vedere con le nostre istanze di liberazione».Sulla
stessa lunghezza d'onda anche Roberto Tola, sindaco sardista di
Posada: «La Lega di Salvini - ha affermato - oltre ad assumere un
profilo di estrema destra e intollerante, non è più nemmeno un partito
indipendentista. È un partito nazionale italiano aggressivo. Se
dovessi scegliere tra Lega e Pd opterei per questi ultimi.

Ma il problema di fondo rimane in quanto non vi è coerenza con i deliberati
congressuali. Nessuna interlocuzione con le forze indipendentiste ha
preso piede».Giudicato «coerente», da parte di Tola, è invece il
tentativo della sezione siniscolese in vista delle amministrative del
2021. Salvatore Guiso, Gigi Patteri e Alessia Pau, gruppo dirigente
della sezione "Ozanu", hanno parlato di «nuovo soggetto politico che
lavori per governare Siniscola». Finito, per i sardisti locali, «il
tempo delle giunte civiche che, alla fine, di civico nulla hanno in
quanto espressione locale di forze romane». La strategia adottata è
«di ampio respiro».

Ossia un raggiungimento dell'obiettivo
indipendentista «partendo dal radicamento territoriale come da tempo
avviene in Catalogna». Nelle prossime settimane si terrà l'assemblea
del nuovo progetto. «Abbiamo già interloquito con diverse sigle e
soggettività», ha affermato Guiso. Novità anche in merito al "Progetto
Autodeterminatzione" guidato da Anthony Muroni. Nino Fronteddu,
consigliere comunale di Unione per Siniscola (in tandem con Zente Nova
nei banchi dell'opposizione) ha dichiarato di riconoscersi «in questa
direzione» invitando quanti si ritrovano nell'idea «di una politica
fatta da sardi nell'interesse dei sardi».

-----------------
Federico Marini

skype: federico1970ca

Nessun commento:

Posta un commento