COMUNE.
Chessa: «Zedda ha ragione ma si è comportato male»
Cacciato
dalla Giunta, attacca i tre consiglieri rimasti in maggioranza
Lo sfogo
dell'ex assessore
«La mia testa sarebbe comunque
caduta e Zedda avrebbe avuto ragione: con l'alleanza si è creata una situazione
insostenibile». A sangue freddo Gianni Chessa analizza meglio il terremoto che
l'ha fatto fuori dalla Giunta, ma precisa: «Mi è dispiaciuto molto come si è
comportato Zedda, pur avendo ragione. Capisco benissimo la sua posizione, ma
non mi ha dato la possibilità di scegliere». L'ex titolare dei Lavori pubblici
pensava di poter gestire meglio le conseguenze dell'alleanza Psd'Az-Lega.
GLI EX AMICI Si è ritrovato fuori
dal Comune con tre consiglieri su quattro che gli hanno voltato le spalle per
restare col sindaco. «Chi è più attaccato alla poltrona? Zedda ha fatto
campagna acquisti tra i sardisti, vorrei sapere cosa ha offerto ai tre
consiglieri: Monia Matta non l'aveva voluta in Giunta, Aurelio Lai proviene
dalla destra e Stara ha cambiato idea - attacca - pur di stare in maggioranza
hanno formato un altro gruppo col nome di Lussu: ma non ne conoscono neanche la
storia». Se giustifica la scelta di Zedda, condanna il comportamento della sua
ex squadra.
«Formando un altro gruppo sono fuori
dal Psd'Az, lo prevede lo statuto. Quello di Gabriella Deidda era stato un
prestito tecnico e lei ora ha fatto un passo indietro dignitoso, andando
all'opposizione». Ma nello statuto c'è un altro articolo che prevede
l'incompatibilità tra assessore comunale e segretario cittadino: «Lo so bene -
replica - infatti avevo presentato le mie dimissioni, ma il partito le aveva
rifiutate».
IL SUPERSTITE SECCHI Tra i due
esponenti sardisti della Giunta Zedda, non era lui quello in bilico. «I tre
consiglieri che mi hanno accoltellato alle spalle chiedevano da tempo la testa
di Nando Secchi e io facevo da mediatore col sindaco - aggiunge - ora io sono
fuori e loro si ritrovano Secchi come assessore di riferimento, una situazione
paradossale».
GLI ACCORDI SUL CTM La tensione tra
il sindaco e i sardisti è alta da tempo, uno dei temi caldi è quello del
rinnovo del consiglio di amministrazione del Ctm. Il cda è in proroga perché
Zedda non ha ancora chiuso l'operazione. «Non siamo un partito attaccato alle poltrone,
quelle vanno solo a loro tra Pd, ex Sel e altre sigle - commenta Gianni Chessa
- sul Ctm c'erano accordi chiari da prima delle elezioni, ma Zedda non li ha
mai rispettati, probabilmente perché pressato dal Pd».
I BUONI RICORDI «Sono convinto di
aver lavorato bene e lasciato il segno. Nei lavori pubblici consegnati o in
arrivo ho corretto i progetti migliorandoli notevolmente, soprattutto piazza
Garibaldi - conclude - credo di essermi fatto voler bene dai dipendenti e
insieme abbiamo lavorato bene. Ora spero che non ci siano più progetti sbagliati
o incompleti».
Marcello Zasso
Unione
Sarda
Liste,
ancora tensioni Cambi in corsa per il Pd
Non passa
l'ira dei soriani: dopo le rinunce spuntano Ganau e Porru
Tutti i buoni propositi iniziano dal
lunedì. Una tradizione alla quale
non si sottraggono nemmeno i partiti
che, in attesa di limare gli
ultimi spigoli e cercare di placare
i malumori, hanno deciso di
aspettare l'ultima giornata
disponibile per depositare gli elenchi dei
candidati alle prossime elezioni.
ULTIME TRATTATIVE La domenica è
trascorsa, un po' per tutte le forze
politiche, alla ricerca della
quadratura perfetta, raggiunta con
fatica come nel caso del Partito
democratico. I centristi di Civica
popolare, ieri a Roma, hanno
definito gran parte dei listini, mentre
ancora in alto mare Liberi e Uguali,
alle prese con i malumori dopo la
decisione di mandare in Sardegna i
paracadutati.
NUOVA SCRITTURA Nel Pd è quasi
sempre la notte a portare consglio e
così è successo anche nel caso della
doppia riscrittura dello schema
delle candidature.Questo perché la
prima stesura aveva innescato una
miccia soprattutto nella corrente
soriana, delusa dal trattamento
ricevuto. L'epilogo è stato che
alcuni degli esponenti della corrente,
inseriti nei collegi uninominali,
non hanno dato la disponibilità alla
proposta partorita a Roma.
I NUOVI Tra i volti nuovi figura il
presidente del Consiglio
regionale, Gianfranco Ganau , che
prenderà il posto di Luigi Lotto nel
collegio uninominale nord del
Senato. Nel collegio uninominale del
sud, la candidata sarà Daniela Porru
, che prenderà il posto diCarla
Medau , iscritta nella prima stesura
delle liste. Rosanna Mura e Paola
Pinna si cambiano il posto e la
prima sarà nell'ultima casella del
listino unico del Senato, mentre
l'ex grillina andrà nel terzo posto
del plurinominale del sud.
IL RIFIUTO «Non ho rinunciato alla
candidatura, visto che non l'ho
accettata». Carla Medau chiarisce la
sua posizione alla fine di due
giorni decisamente tesi per la sua
corrente soriana. A quanto pare per
la sindaca di Pula non c'è stata una
marcia indietro: «Non ho mai dato
l'adesione, visto che non si sono
verificati determinati equilibri».
LEU Corsa contro il tempo per Liberi
e Uguali, dopo aver rischiato di
far saltare il banco in Sardegna a
causa delle candidature imposte.
Ieri sera i vertici erano ancora
alle prese con i nomi, tra i quali
spunta quello di Roberto Mirasola ,
dirigente di Sinistra italiana,
per il collegio uninominale della
Camera a Cagliari. Yuri Marcialis
dovrebbe occupare il primo posto del
listino al Senato, mentre Claudio
Grassi sarà il capolista della
Camera nel sud.
CENTRISTI Liste quasi chiuse per la
formazione Civica popolare,
guidata dalla ministra Beatrice
Lorenzin. Ieri a Roma, uno dei leader
sardi, Federico Ibba , ha chiuso l'accordo
con l'esponente del governo
Gentiloni per avere candidati non
solo provenienti dal mondo politico.
Il listino del Senato avrà il
ginecologo Bruno Lacu capolista, poi
Annamaria Spiga , Marco Deplano e il
quarto ancora da assegnare.
Federico Ibba , invece, guiderà il
proporzionale sud della Camera,
seguito da Maria Pia Orrù , Giosuè
Loye Serena Delogu . Nel
proporzionale del nord, per ora,
l'unico nome che trapela è quello di
Alessandro Vozzo .
Matteo Sau
Alla
Camera - Nel collegio di Cagliari è già sfida
Manca più di un mese alle elezioni
ma già si profila come una delle
sfide più calde, quella che andrà in
scena nel collegio uninominale di
Cagliari per la Camera dei deputati,
l'unico nel quale si conosce il
nome del candidato grillino.
Contro il campione di vela Andrea
Mura se la dovranno vedere l'ex
presidente della Regione, e
coordinatore regionale di Forza Italia,
Ugo Cappellacci, e il senatore
uscente del Campo Progressista
Sardegna, ma candidato con il
simbolo del Pd, Luciano Uras. In gara ci
sarà anche l'ex presidente regionale
del Partito democratico,
Valentina Sanna, ora in lizza con il
Progetto Autodeterminatzione.
Infine ieri è arrivata
l'ufficializzazione della candidatura del
38enne Edoardo Lecis, notaio, nella
lista di Casa Pound. (ro. mu.)
Lo sfogo
del deputato uscente Gian Piero Scanu
«Punito
per il lavoro sull'uranio»
Veleni e rancori non gli
appartengono: «Affronto con piena serenità la
mia esclusione dalle liste dei
candidati Pd per il prossimo
Parlamento», dice Gian Piero Scanu
che comunque non nega di provare
«molta amarezza». Il presidente
della commissione sull'uranio
impoverito non è uno che si tira
indietro e spiega: «Ritengo di aver
pagato per la mia condizione di
apolide rispetto agli schieramenti
correntizi del Pd. E per essere
stato un “diversamente renziano”,
libero ed indipendente».
Ma c'è dell'altro. «Penso di essere
stato punito per il tipo di
attività parlamentare svolta nel
corso della legislatura, e
particolarmente negli ultimi due
anni, nella veste di presidente della
Commissione di inchiesta sull'uranio
impoverito». Nonostante tutto, il
Pd rimane il partito di riferimento:
«Sosterrò attivamente il mio
partito girando l'Italia e la
Sardegna, per invocare il consenso in
nome della nostra Costituzione.
Nessuna diserzione, ma una militanza
politica ancora più intensa».
In Corte
d'Appello
Nomi a
rilento Oggi c'è tempo sino alle 20
È trascorsa praticamente con un
nulla di fatto la prima giornata
dedicata alla consegna delle liste
dei candidati alle elezioni
politiche. I corridoi della Corte
d'Appello di Cagliari sono rimasti
vuoti durante tutte le dodici ore di
apertura. Due gli uffici, uno per
la Camera e uno per il Senato,
rimasti operativi per accogliere la
documentazione necessaria. A parte i
rappresentanti di CasaPound,
giunti per la consegna alle 8 del
mattino, per i funzionari degli
uffici è stata una giornata di
attesa. Le procedure da svolgere sono
lunghe ed è per questo che il
personale avrebbe preferito diluire le
pratiche in due giorni.
Invece, tutto sarà concentrato nella
giornata di oggi, dalle 8 alle
20, quando i delegati dei partiti si
presenteranno per ufficializzare
i documenti e consegnare le liste
che saranno verificate entro le 24
ore. (m. s.)
M5S, c'è
il velista Mura Le spine del centrodestra Pili, addio al Parlamento
La voce che circolava ha trovato
conferma: Andrea Mura è uno dei nove
M5S selezionati dallo staff di Luigi
Di Maio per correre nei collegi
uninominali dell'Isola. Il velista
skipper di “Vento di Sardegna”,
primo italiano a vincere la regata
Route du Rhum, è in lizza per la
Camera nel maggioritario di
Cagliari. Oggi, nell'ultimo giorno utile
per la presentazione delle liste, si
conosceranno gli altri otto nomi.
Non è detto che Mura sia l'unico
sportivo presente nella rosa. Ma il
movimento mantiene il riserbo
assoluto fino all'ultimo momento.
NEL PD Sul fronte del centrosinistra
si registra uno schiarimento:
ieri alle 18, i diciannove del Pd in
lizza più Luciano Uras hanno
firmato l'accettazione della
candidatura davanti al notaio. Nella sede
dem di Cagliari ci sono tutti. A
partire dal presidente del Consiglio
regionale, Gianfranco Ganau, che
solo sabato notte ha scelto di
correre nel collegio uninominale
nord per il Senato.
«La mia è una candidatura di
servizio», ha detto. Ganau se la vedrà con il candidato
di Psd'Az-Lega, Antonio Moro,
giornalista nell'ufficio stampa
dell'Assemblea sarda. Nel collegio
uninominale di Sassari dove
all'inizio sembrava destinato
proprio Ganau, è approdato Silvio Lai:
«Ho scelto io di essere in gara per
la Camera», si è limitato a
commentare. In viale Regina
Margherita c'è anche Paola Pinna, ex
deputata del Movimento Cinquestelle,
poi passata nel Pd. Per lei una
terza posizione nel listino
proporzionale del sud. Sembra soddisfatta:
«Anche quando sono stata eletta nel
M5S ero terza, ma allora la legge
era diversa». È sollevato il
segretario regionale dem, Giuseppe Luigi
Cucca, dopo giorni di trattative: «È
una lista equilibrata, le diverse
sensibilità sono state rispettate».
GLI AZZURRI Intanto Forza Italia ha
ufficializzato la candidatura di
Daniela Noli, al secondo posto
dietro Ugo Cappellacci nel listino
Camera Sud e forse dietro Pietro
Pittalis nel nord Sardegna. Noli, di
origine sarda (solo omonima dell'ex
assessore della giunta Floris a
Cagliari), era dipendente del
partito quando Claudio Scajola era
coordinatore e Salvatore Cicu il suo
braccio destro. Qualche polemica
viene sollevata dalle segreterie
politiche dei partiti protagonisti
della vittoria alle comunali di
Oristano: «Siamo seriamente
preoccupati per le indiscrezioni
trapelate dai tavoli romani»,
scrivono in una nota, «parrebbe che
le posizioni utili per essere
eleggibili saranno riservate a
candidati che rappresentano territori
differenti da quello della nostra
Provincia».
Infine il deputato
uscente di Unidos Mauro Pili
scioglie il mistero sul suo futuro. Dato
nei giorni scorsi come candidato
nella Lega, ieri ha ufficializzato
con un tweet che lascerà Roma:
«Ritorno nella mia terra».
Roberto Murgia
La
Nuova
Il Pd
smette di litigare e vara i suoi 21 candidati
Trovato
il compromesso tra le diverse anime del partito. Ganau a
sorpresa
dice sì
Malumore
tra i soriani che hanno dovuto rinunciare ad alcune posizioni chiave
di Umberto Aime
CAGLIARI
L'ultima notte è passata, dentro il
Pd. Fra incubi e pasticci, diverse
liti, alcuni passi indietro, altri
in avanti, musi lunghi e sorrisi di
chi non se l'aspettava, ma è stato
ripescato. Ora le liste ci sono e
sono ufficiali i 21 candidati per le
Politiche di marzo. Con una
difficoltà estrema, «mai come stavolta,
c'è venuto il mal di testa», è
la confidenza degli iscritti più
navigati, i Dem hanno riempito il
tabellone. Una prima volta sabato
notte, poi corretto prima dell'alba
di domenica e infine dato alle
stampe lo stesso giorno a mezzogiorno.
«È una squadra compatta e la più
unitaria possibile», fanno sapere
nello stanzone dove i prescelti sono
in fila davanti al notaio: devono
accettare la candidatura. Dopo
un'altra notte da fratelli coltelli, al
sesto piano della segreteria
regionale, il clima è ritornato a essere
discreto.
Anche fra le tre correnti -
renziani-ex Diesse,
popolari-riformisti dell'area
Cabras-Fadda e soriani - che fino alla
tarda mattina non avevano smesso di
prendersi a legnate sui denti.
Oramai è tutto inutile: i giochi
sono stradecisi, Roma ha detto sì
anche alle correzioni volanti decise
a Cagliari e vistate in differita
dalla direzione nazionale.
All'ultimo secondo è ritornato in pista
Gianfranco Ganau, il presidente del
Consiglio regionale: sarà lui il
candidato nel collegio uninominale
Sassari-Olbia per il Senato. Chi
era stato scelto qualche ora prima,
Luigi Lotto, ora fa sapere: «Sono
stato fra i più decisi a insistere
con Gianfranco. Era giusto che il
posto fosse suo».
Così il presidente, prima di entrare
nello stanzone,
dice: «Ammetto, è stata una volata
complicata. Poi ho accettato con
convinzione, nella notte, quando a
chiedermelo è stato tutto il
partito e a quel punto la scelta a
favore era dovuta. È
un'opportunità, sarà dura, ma
possiamo farcela». A insistere e molto
perché cadessero le ultime
resistenze del presidente è stato anche
Silvio Lai, che lascerà il Senato,
per candidarsi alla Camera, nel
collegio uninominale di Sassari. «Il
cambio alla pari? L'ho suggerito
io», farà sapere dopo aver firmato
una decina di fogli che cominciano
tutti così: il sottoscritto, nato a
e residente a ... accetta di
essere candidato.
Non è in sala, ma Gavino Manca,
capolista del Pd nel
collegio proporzionale
Sassari-Olbia-Nuoro per la Camera, ha comunque
una certezza: «Nei collegi del Nord,
la squadra è forte, molto
motivata e speriamo vincente». I
renziani della prima ora, capitanati
proprio da Manca, hanno ottenuto il
massimo, compreso quel posto di
capolista al Senato, nel
proporzionale, per Giuseppe Luigi Cucca,
parlamentare uscente e segretario
regionale del partito. Anche i
popolari-riformisti, che mai hanno
avuto rapporti facili con Renzi,
sono andati lo stesso alla grande e
la loro pattuglia sarà fra le più
numerose, con una doppia candidatura
per Romina Mura, nell'uninominale
del Sulcis e nel listino
proporzionale del Sud.
Anche gli
orlandiani-ex Diesse, la minoranza
nazionale capeggiata dal
guardasigilli Andrea Orlando, ha
difeso le posizioni: tre candidati e
un collegio uninominale alla Camera
per il senatore uscente Ignazio
Angioni. Chi ha ottenuto forse meno
di quanto si sarebbe aspettato è
la corrente dell'eurodeputato Renato
Soru. Un po' perché c'è stata
qualche incomprensione interna e
spesso lo schieramento ha vacillato
nelle ore cruciali della trattativa.
Un po' perché, una volta ottenuto
il secondo posto nel proporzionale
alla Camera con Francesco Sanna,
s'è incartata sui nomi delle donne,
fuori Carla Medau, dentro Daniela
Porru, ex presidente dell'assemblea
ai tempi di Soru segretario.
Nel frattempo ai soriani sfuggiva (o
gliel'hanno negato) un posto in uno
degli uninominali per la Camera. In
questa atmosfera da post tsunami,
a essere invidiati da alcuni sono la
flemma e il sorriso largo di
Luciano Uras, che qui è un ospite -
arriva da Campo progressista - ma
è ben accolto. «Dobbiamo dare
battaglia dovunque - dice con la solita
grinta del lottatore - Soprattutto
dove i sondaggi ci danno sfavoriti.
I Cinque stelle e il centrodestra
possono essere sconfitti e ci
riusciremo solo se saremo noi
l'argine democratico all'avanzata
sconsiderata di Grillo, Salvini e
Berlusconi». Dopo le ore della
battaglia interna, non si sa fino a
che punto senza strascichi, il Pd
sembra aver ritrovato forse
l'equilibrio e almeno la determinazione.
Per dirla, alla fine, con le parole
del presidente Ganau: «Una volta
che scendi in campo, devi vincere».
Cucca:
«Fatte scelte equilibrate
Ora basta
con le polemiche»
di Luca
Rojch
SASSARI
Rimasto in equilibrio nella missione
impossibile di attraversare il
ponte tibetano delle liste
elettorali senza cadere giù. Il segretario
Giuseppe Luigi Cucca ha tra le mani
le liste del Pd e cerca di mettere
ordine in un partito ancora
attraversato dalla tempesta delle
correnti. Segretario è soddisfatto
della lista?«Si è tentato di fare
le liste più equilibrate possibili.
Con la nuova legge elettorale è
impossibile assicurare un posto per
tutti. Io dico solo che da oggi
iscritti e simpatizzanti devono
lasciare da parte ogni dubbio e
lavorare a pancia a terra per
portare a casa il risultato». Ma è vero
che c'è un forte malconento dei
soriani?«Ritorno a dire che a me non
risulta. Le liste sono equilibrate.
E ogni area è ben rappresentata».
Ma sulle scelte ha pesato molto la
volontà di Roma.«Sono stati
utilizzati criteri oggettivi».
Quali sono secondo lei i seggi più a
rischio?«È un discorso che ora non
ha senso. Abbiamo il dovere di
ritenere tutti i seggi
contendibili». Perché avete deciso di chiudere
le liste con oltre 24 ore di
anticipo rispetto alla scadenza?«Nel
2008, le prime elezioni politiche
del Pd, il partito presentò le
candidature sette giorni prima della
della scadenza».Non sente un
certo clima di abbattimento intorno
al partito? «No. Al contrario
sento molto entusiasmo. Ho parlato
con decine di persone che sono
pronte a buttarsi nella mischia».Da
quanti giorni lavora sulle liste?
«Ho iniziato domenica scorsa. E per
una settimana giorno e notte non
ho fatto altro. Il mio ruolo mi
impone di esserci sempre. E assicuro
che è stato così».Giovedì una parte
dell'assemblea del Pd si è
autoconvocata e ha redatto un documento
molto critico sulle scelte di
queste Politiche.
Le è dispiaciuto? «Devo essere
sincero. Mi è
dispiaciuto molto, anche perché si
sono diffuse notizie non vere. Ma è
passato. Ci siamo confrontati e
abbiamo chiarito ogni cosa. Non ho
potuto partecipare perché come tutti
i segretari ero precettato a
Roma». È contento del sì di
Gianfranco Ganau alla candidatura?«Sono
soddisfattissimo per l'importanza
della persona e la levatura della
candidatura. Oltre al fatto che
questa è la conferma della serietà dei
nostri quadri»Teme più Forza Italia
o i 5 Stelle?«Io sono convinto che
la campagna elettorale riuscirà a
ridimensionare tante promesse
elettorali che ho sentito in questa
campagna. Quelle che ho sentito
dei 5 Stelle e di altre formazioni
politiche si potrebbero realizzare
con le risorse di 4 finanziarie.
Noi portiamo argomenti concreti. Le
cose fatte. Le leggi approvate che
in Italia si attendevano da 25
anni». È più rammaricato per la
rottura col Partito dei sardi o per la
scelta del Psd'Az?«La delusione più
grande me l'ha data il Psd'Az. Col
Pds siamo in coalizione alla guida
della Regione. Siamo vicini e
abbiamo un dialogo che non si è mai
interrotto. La loro dimensione va
al di là di questo passaggio. E al
di là delle loro petizioni di
principio non sono mai andati fuori
dalla costituzionalità e dalla
legalità. Qualcuno strumentalizza,
ma la loro posizione è trasparente
ed è improntata alla legalità. Il
Psd'Az penso che abbia perso una
occasione. Questo abbraccio con la
Lega di Salvini è mortale. E il 5
marzo lo mostrerà».
Forza
Italia lima la lista tra novità e malumori
verso il
voto
Il centrodestra sostiene di essere
ai particolari. «Stanattina
saremo fra i primi a depositare le
liste in cancelleria», fanno sapere
da una segreteria all'altra dei partiti
alleati. È così? Forse no. I
soliti indiscreti raccontano di una
lunga riunione notturna, nella
sede di Forza Italia, con un
rimpasto volante nei listini per i due
collegi proporzionali destinazione
Montecitorio. Ci sarebbero delle
discussioni in corso anche sui
collegi uninominali.
Gli unici a essere
strasicuri sono Ugo Cappellacci,
candidato a Cagliari sia nel
proporzionale come capolista sia nel
maggioritario, Pietro Pittalis,
che guiderà il listino della macro
area Sassari-Nuoro-Olbia, Giuseppe
Fasolino, nell'uninominale della
Gallura per la Camera, e l'uscente
Emilio Floris, primo nel
proporzionale al Senato. Sono confermati
anche i nomi di due candidate:
Viviana Lantini, medico a Carbonia, e
Daniela Noli, sorella di un
assessore comunale di Selargius.
Dovrebbero essere candidate ma dove
non è ancora ufficiale. Forza
Italia è preoccupata anche dei
contraccolpi che ci potrebbero essere,
soprattutto nel cagliaritano, per la
mancata candidatura della
consigliere regionale Alessandra
Zedda.
Puntava alla Camera, le hanno
proposto un collegio uninominale al
Senato e ha dichiarato l'offerta
«assolutamente irricevibile».Di
contro il Psd'Az ha chiuso la sua
partita, ufficializzando anche il
secondo candidato nei due collegi
per il Senato che gli sono stati messi
a disposizione dalla Lega.
Oltre all'avvocato Lorenzo Palermo,
nell'uninominale di Oristano
Nuoro, sarà il giornalista sassarese
Antonio Moro a essere candidato
in quello di Sassari-Olbia. Con
subito una curiosità: Moro, che la
vora nell'ufficio stampa del
Consiglio regionale, avrà come avversario
il "suo presidente", cioè
Gianfranco Ganau. Sempre oggi Christian
Solinas, segretario nazionale
sardista, saprà dove Salvini ha deciso
di riproteggerlo nella penisola,
dovrebbe essere in Brianza, dopo
avergli confermato che sarà lui, in
Sardegna, il capolista nel
collegio unico regionale per il
Senato.
Dopo aver perso i Riformatori,
«Noi per l'Italia» è diventata
un'esclusiva dell'Udc. Giorgio Oppi, il
leader, aveva annunciato che avrebbe
presentato solo le liste, sono
tre in tutto, nel proporzionale per
la Camera e il Senato. Pare invece
che abbia indirizzato anche la
candidatura di una donna - dovrebbe
essere Chiara Basciu - nel
Cagliari-Sulcis uninominale per il Senato.
Oggi tra l'altro si saprà se per lo
scudocrociato sarà candidato lo
stesso Oppi, che in quel caso
dovrebbe essere il capolista nel
collegio unico regionale
destinazione Palazzo Madama.
Anche gli ex
fedelissimi del ministro Alfano,
quando esisteva il gruppo Nuovo
centrodestra o Ncd, dovrebbero aver
trovato un loro spazio in
Sardegna. La candidata dovrebbe
essere Maria Grazia Salaris, che
dovrebbe scendere in campo
nell'uninominale di Sassari per la Camera.
Ma non è ancora chiaro per quale
quota dell'alleanza di centrodestra.
Secondo alcuni a proporla sarebbe
stata la componente ex Ncd che oggi
è una delle tre gambe dei centristi
di «Noi con l'Italia». (ua)
Lo
sportivo sfiderà Cappellacci e Uras a Cagliari. Oggi Di Maio svela
gli altri
nomi Lo skipper Mura in corsa col M5s
SASSARI
Oggi Luigi Di Maio scoprirà le
ultime carte. A Roma al Tempio di
Adriano il candidato a premier del
Movimento 5 stelle presenterà tutti
i candidati nei collegi uninominali.
Quei nomi che il Movimento
ritiene abbiano le maggiori chance
di prevalere sui candidati delle
altre formazioni in campo. Dei 9 che
correranno in Sardegna, 6 alla
Camera e tre al Senato, per ora si
conosce solo quello del velista
Andrea Mura, skipper dell'open 50
"Vento di Sardegna" e uno dei
componenti del team del Moro di
Venezia nel 1989, con il quale ha
vinto due campionati del mondo e una
Louis Vuitton Cup.
Lo sportivo,
primo italiano a vincere la
leggendaria regata in solitario Route du
Rhum, sarà in corsa nel collegio 1 a
Cagliari, dove tra gli altri se
la dovrà vedere con l'ex governatore
Ugo Cappellacci per il
centrodestra e con il senatore
uscente Luciano Uras per il
centrosinistra. Sugli altri nomi
vige il più stretto riserbo, ma lo
aveva annunciato lo stesso
coordinatore della campagna elettorale,
Mario Puddu, che il Movimento
sarebbe andato a pescare anche in
Sardegna nella società civile, tra
personaggi del mondo della cultura,
dello sport e dell'imprenditoria. E
uno di questi è Andrea Mura, a cui
proprio due giorni fa è stata
dedicata a Cagliari una scultura,
realizzata dall'artista di Orani,
Roberto Ziranu.
Chi, invece, sembra
escluso anche dalla corsa nei
collegi uninominali è il senatore
uscente Roberto Cotti, tra i più
attivi in Parlamento, ma pur avendo
deciso di ricandidarsi, il suo nome
è stato depennato al momento
dell'apertura delle parlamentarie.
Proporzionale. Oggi, dunque, si
conosceranno finalmente i nomi dei
candidati dell'uninominale. Nomi
che andranno ad aggiungersi ai
quelli per il proporzionale, che
rispetto ai primi scelti
direttamente da Di Maio e dal suo staff, sono
passati al vaglio delle
parlamentarie on line. Nulla è dato sapere su
affluenza dei votanti e sulle
preferenze di ogni singolo candidato. Il
Movimento ha reso noto solo l'ordine
di elezione per poter comporre le
liste. E così al Senato il capolista
è l'avvocato sassarese Ettore
Licheri, seguito dall'avvocata
nuorese Elvira Evangelista, dal biologo
Roberto Cappuccinelli e dalla
pedagogista Antonietta Congiu.
Alla Camera al Sud conferma per i
deputati uscenti Emanuela Corda e Andrea
Vallascas, rispettivamente al primo
e al secondo posto. Dopo di loro,
Lucia Scanu e Michele Ciusa. Nel
collegio nord per la Camera, al primo
posto c'è il tecnico agrario Alberto
Manca, al secondo la dipendente
comunale Paola Deiana, il vigile del
fuoco Fabio Columbano e la
studentessa Daria Derriu. I big. In
attesa che la campagna elettorale
entri nel vivo i big del Movimento
hanno già annunciato le loro visite
in Sardegna. Di Maio sarà il 4
febbraio a Cagliari e Oristano, il
giorno successivo a Nuoro, Sassari e
Olbia. Sabato 24 febbraio sarà il
turno di Alessandro Di Battista, che
sarà alle 11 a Iglesias, mentre
nel pomeriggio alle 17 si fermerà a
Oliena. (al.pi.)
Dopo 12
anni Pili lascia la Camera
L'ex
presidente della Regione: addio Roma, ritorno nella mia terra
CAGLIARI
Dopo 12 anni Mauro Pili lascia Roma.
Eletto nel 2006 e poi
riconfermato nel 2008 e nel 2013 con
il Pdl, l'ex presidente della
Regione ha poi abbandonato il
partito di Berlusconi per fondare il
movimento Unidos, che però a questa
tornata elettorale rimarrà ai box.
E ieri Pili ha annunciato il suo
addio, per ora, a Montecitorio con un
lungo messaggio sul suo sito.
«Lascio Roma, ma non lascio la mia
terra, non abbandono il mio e il
nostro sogno di libertà per il popolo
sardo - ha scritto il leader di
Unidos -. Ritorno per strada, per
costruire se ne avrò la forza e il
sostegno il riscatto della nostra
terra. A chi mi ha esortato a
resistere, a riproporre la mia
candidatura alle elezioni politiche,
sento il dovere di rivolgere un
pensiero di gratitudine per la
sincera stima che mi avete voluto
riservare.
Per me la politica non è mai stata
compravendita, non è mai
stata appartenenza ideologica, non è
mai stata carrierismo e mai sarà
sottomissione ai potenti o ai
potentati di turno. Prima di tutto è
stata ed è dignità politica e umana,
onestà intellettuale, rigore
morale e coerenza. Il nostro futuro
non è nelle mani di un
parlamentare che lascia, ma nella
coscienza di un popolo».
Renzi
apre al M5S: "Non è il nemico"
di Marcello Campo
ROMA«Non sono d'accordo con Silvio
Berlusconi: i grillini non sono da
considerare dei nemici, tra loro ci
sono tante brave persone, come
dovunque». Matteo Renzi, archiviata
la complicata e «devastante»
pratica delle liste elettorali, si
presenta nel salotto di Barbara
D'Urso, su Canale 5, prendendo le
distanze dal Cavaliere circa la
«pericolosità» del M5s. «Non li vedo
- ribadisce - come persone che
che possono creare chissà cosa per
l'Italia. Certo - prosegue - il
problema è che dove hanno governato
non hanno fatto funzionare le
cose. Mi piacerebbe che M5s fosse
più concreto. Milano è una città ai
vertici del mondo perché abbiamo
fatto l'Expo. E invece mi chiedo
perché s'è detto di no alle
Olimpiadi.
Valevano 2 mld che sono andati
all'estero».Poi, per quasi un'ora,
il segretario del Pd illustra uno
dopo l'altro i punti centrali del
suo programma, dal lavoro alle
pensioni, dalle agevolazioni fiscali
per le famiglie, al servizio
civile obbligatorio per i giovani.
Una conversazione sempre molto
informale, quasi affettuosa -
ambedue si danno del tu come vecchi
amici - senza mai alcun picco
polemico. Del difficile passaggio sulle
liste si parla solo all'inizio. E
con un tono volutamente scherzoso.
«Anzichè fare come tutti gli altri,
che si vedono con gli spin doctor,
oggi sono tornato a casa e sono
andato a fare un bagno di realtà,
visitando le mie nonne», racconta il
leader dem mostrando alcune foto.
D'Urso gli chiede di commentare le
critiche di chi gli rimprovera di
aver candidato solo suoi
fedelissimi.
Renzi replica pacato
snocciolando esempi di new entry,
che dimostrerebbero il contrario:
cita l'arruolamento di Lucia
Annibali, vittima della violenza di un
uomo, e di Paolo Siani, fratello di
Giancarlo, il cronista napoletano
assassinato nel 1985 dagli uomini
della camorra . «Paolo è un medico
in prima fila contro la povertà
educativa, mica viene dal Pd»,
sottolinea il segretario. Che poi
esorta tutti a fare una campagna
elettorale «senza insulti e senza
risse da condominio». Ma lancia
anche l'allarme contro chi promette
l'impossibile: «Vorrei discutere
di proposte, senza fare come Vanna
Marchi, come quelli che vi dicono
che daranno un reddito a tutti»,
osserva sarcastico.
S'inalbera solo
nel bocciare senza mezzi termini la
flat tax: «È una proposta magica
che considera allo stesso modo
miliardari e operai. Finché ci sono io
- assicura - non ci sarà. Io voglio
abbassare le tasse a chi non
arriva alla fine del mese e non ai
multimiliardari».Per il resto della
trasmissione Renzi elenca le sue
proposte, dallo sconto fiscale per i
nuovi nati, alla «politica dei piccoli
passi da formichina» per
ridurre le tasse («ma non ai
ricchi», ribadisce). E infine la ricetta
per sviluppare l'economia ed evitare
che l'Italia divenga «solo un
villaggio vacanze», una ricetta,
dice, basata sulla cultura, la scuola
e l'innovazione.
Poi ammette di avere «un
caratterino», come
bonariamente rileva Stefania
Sandrelli, intervistata ieri dal
«Corriere». «Un po' è vero - ammette
- ma bisogna avere un caratterino
per cambiare le cose. Penso che
arrivino dei momenti in cui bisogna
metterci il cuore, magari facendo
errori. E io ne ho fatti tanti. Ma
l'importante è che non ci sia odio e
che riconosciamo che siamo tutti
italiani». Intanto, fuori dal clima
affettuoso degli studi di Canale
5, resta alta la tensione con la
minoranza interna. Gianni Cuperlo,
che ieri ha rinunciato a un collegio
sicuro come quello di Sassuolo,
dice che «il pluralismo di un
partito passa dall'autonomia delle
minoranze» e che in direzione,
invece «s'è solo letta una lista».
Polemici anche gli orlandiani.
La loro area è stata bistrattata: si
calcola che passeranno da circa 30
senatori uscenti, ad averne tra i 3
e i 5 eleggibili. Trapelano anche
voci di possibili ricorsi: una
esponente orlandiana, Camilla
Fabbri, starebbe infatti meditando di
ricorrere al Tribunale, visto che
dopo aver firmato nei giorni scorsi
l'accettazione alla candidatura nel
collegio senatoriale di Pesaro,
considerato quasi certo, ha avuto la
brutta sorpresa di trovare al suo
posto il Verde Angelo Bonelli,
mentre lei è stata spostata in un
collegio a rischio, come quello di
Fano, alla Camera.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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