La
nuova Sardegna
Corda:
«Da lui solo promesse e non ricorda che lui ha portato l'Italia nel baratro» I
5 Stelle contro Berlusconi
La promessa di Berlusconi, 6 anni
senza tasse per le imprese che assumono, sembra non far presa sui 5 Stelle
nell'isola. Le promesse del cavaliere, nell'intervista rilasciata alla Nuova,
vengono contestate. «Silvio Berlusconi racconta di voler governare l'Italia e la
Sardegna e come al solito racconta balle, le solite, quelle a cui crede, ormai,
solo lui - dice Manuela Corda, parlamentare uscente e candidata con i 5 Stelle
alla Camera -. Parla di scontento, delusione e disgusto degli italiani verso la
politica e i politici del nostro Paese, ma non si rende conto che è lui e il
suo partito ad aver in gran parte creato tutto questo.
Vuole convincere gli elettori che
con lui la Sardegna avrebbe una guida "solida efficiente e
competente", ma candida Cappellacci, prima presidente della Sardinia gold
mining, e poi della Regione. Berlusconi dovrebbe spiegarci come farà a giocare la
partita del futuro dell'Italia e della Sardegna con una squadra già perdente in
partenza».
La parlamentare ricorda l'impegno
dei parlamentari grillini durante la legislatura. «Il Movimento 5 Stelle non
parla di quello che farà, parla di quello che ha già fatto e che continuerà a
fare. In pochi anni di opposizione ha restituito ai cittadini quello che la
politica di Fi ha loro tolto. Sono stati messi a disposizione dei cittadini
oltre 90 milioni di euro. Versati in un conto statale per il finanziamento
delle piccole e micro imprese, creando 17000 nuovi posti di lavoro.
Il M5S - continua Corda - attraverso
la banca pubblica per gli investimenti che vuole istituire, intende erogare
crediti agevolati alle imprese e alle start-up innovative. Questi investimenti
saranno destinati ai settori strategici per il Paese, come l'energia,
l'ambiente, la cultura, l'adeguamento sismico degli edifici. La Sardegna ha
bisogno di un cambio di rotta con politiche fatte da persone capaci e
competenti. Berlusconi racconta che con il Movimento 5 Stelle al governo
l'Italia cadrebbe "in una nuova grave crisi economica", ma si è
scordato che nel 2011 il suo governo ha portato l'Italia a un passo dalla bancarotta.
Non sa di quel che parla, è evidente».
Unione
Sarda
Cucca, dal Pd con orgoglio: «Fatti
concreti per l'Isola»
Il segretario regionale Dem
rivendica l'operato dei governi uscenti
Nessuna promessa choc: «La cosa
migliore che può promettere il Pd è la
propria concretezza», dice Giuseppe
Luigi Cucca. Per le prossime
Politiche, che non considera già perse,
il segretario Dem punta sui
risultati dei governi uscenti: «La
gente sa distinguere fatti e
bufale. Noi chiediamo di proseguire
quanto fatto finora. Specie sul
lavoro e il sostegno ai deboli».
Sul lavoro, col Jobs Act, il governo
Pd è stato molto criticato.
«Da chi non guarda i dati reali sul
forte calo dei diso
ccupati. Dati
Istat, non del governo o del Pd».
Ma il lavoro che si è creato è
all'insegna della precarietà.
«Inevitabile, in una situazione di
crisi come quella degli ultimi
anni. Ma i segnali di ripresa ci
sono. Abbiamo riparato una situazione
disastrosa, credo sia innegabile.
Dopodiché, resta molto da fare».
Che cosa, per esempio?
«Attuare misure incisive per i
disoccupati giovani, e per chi ha perso
il lavoro a causa della crisi».
C'è una generazione di ex giovani,
diciamo quarantenni, che il lavoro
non l'ha mai avuto. Perché di loro
non si parla mai?
«A dire il vero noi ne abbiamo
parlato molto. I provvedimenti di
questi anni hanno aperto molte
possibilità per quella generazione».
Per la Sardegna che cosa hanno fatto
i governi a guida Pd?
«Nessuno ha mai prodotto tanto per
l'Isola come questi governi. Dagli
investimenti in infrastrutture del
Patto Sardegna alla chiusura di
varie vertenze industriali».
Non sembra che nell'Isola la percezione
diffusa sia la stessa.
«Io non parlo di percezioni ma di
dati oggettivi. Ne cito altri: la
metanizzazione inserita nei piani
energetici nazionali; le zone
franche nei Comuni alluvionati e le
zone economiche speciali;
l'accordo sulle servitù militari. E
il presidente Gentiloni si è
impegnato ad accompagnarci in Europa
per rivendicare il riconoscimento
della condizione di insularità».
Perché non l'ha fatto in questi
anni? Colpa sua o della Regione?
«Non è questione di colpe, la
battaglia è stata sempre fatta. Con
tanta carne al fuoco, ci sono delle
priorità. Ma l'impegno di un
premier è un fatto importante».
Ha citato l'intesa sulle servitù
militari: per molti è deludente.
«Non è corretto dire così. Non si
era mai ottenuto niente su quel
fronte. Anzi, credo che in parte
siano risultati inaspettati».
Ma si potrà ottenere di più sul
ridimensionamento dei poligoni?
«Su questo tema vorrei sentire anche
le popolazioni interessate.
Alcune importanti dismissioni ci
sono già; ora la priorità è attuare
l'accordo già raggiunto».
È vero che Gian Piero Scanu non è
stato ricandidato perché si è
occupato di poligoni, uranio e
simili?
«Io ho partecipato direttamente alle
trattative e il problema dei
poligoni non è mai stato posto. Lo
posso escludere categoricamente».
Esclude anche qualsiasi veto sul
nome di Scanu?
«Altrettanto categoricamente.
Purtroppo i posti sicuri erano pochi, ma
se lui fosse stato disponibile
nessuno gli avrebbe tolto il collegio
uninominale gallurese della Camera.
Qualcuno sta esasperando la
situazione anche contro l'interesse
dell'onorevole Scanu, che come
sempre darà una grossa mano al
partito per le elezioni».
Non è stato ricandidato neppure
Luigi Manconi: le dispiace?
«Questa scelta non ha riguardato la
segreteria regionale. Ma sono
felice che Gentiloni l'abbia
nominato all'Ufficio antidiscriminazione,
in coerenza col suo impegno».
Le liste sarde hanno suscitato l'ira
dell'area Soru. Teme un
disimpegno in campagna elettorale?
«Per niente. Anche perché quell'area
ha una rappresentanza importante,
con Francesco Sanna al secondo posto
nel collegio proporzionale
considerato più sicuro».
È vero che è stata quell'area a
spingervi verso la rottura col Partito
dei sardi, per puntare sul Psd'Az
che invece ha scelto la Lega?
«Non rispondo a queste illazioni. Il
dialogo interrotto col Pds potrà
riprendere presto: ricordo che alla
Regione restiamo alleati».
Avere una Giunta a trazione Pd, col
malcontento che c'è in giro, in
campagna elettorale è più un
vantaggio o uno svantaggio?
«Il malcontento deriva da altri
fattori. Se andiamo a vedere cosa ha
fatto la Giunta, io sono contento
che sia guidata dal Pd».
Solo due donne su nove collegi
uninominali, e una capolista su tre nel
proporzionale. Per la parità di
genere non si doveva fare di più?
«Si poteva fare meglio, ma sono
state rispettate le nostre regole ed è
stata fatta una scelta determinata
anche da equilibri nazionali».
È vero che il Pd sardo rischia di
avere solo 3 o 4 parlamentari?
«Dipende dal lavoro che sapremo fare
in questo mese. Come dice Renzi,
se si recupera un 2% avremo ottime
chance anche nei collegi in teoria
più difficili».
Perché, secondo lei, il M5S
nell'Isola riscuote tanto consenso?
«Non so se sia davvero così. Non
guardo i sondaggi. La gente sa
distinguere le bufale. E il Pd porta
fatti concreti: ora il Pil è in
salita, per i diritti delle persone
abbiamo varato le unioni civili,
il “dopo di noi”, il testamento
biologico. E poi: chi mai aveva dato
500 euro per l'aggiornamento
culturale degli insegnanti, e altrettanti
ai diciottenni? Solo per citare
alcune cose».
Lei voterebbe un governo del Pd con
Berlusconi?
«Avrei molte difficoltà a votare chi
oggi è alleato di chi professa il
razzismo e strumentalizza i fatti di
sangue. La vedo come un'ipotesi
molto lontana, è vero però che nella
scorsa legislatura è successo».
È vero anche che un eventuale
premier del Pd sarà più probabilmente
Gentiloni, e non Renzi?
«Impossibile dirlo ora. Gentiloni ha
fatto benissimo. Ma a oggi il
presidente designato dal Pd è
Renzi».
Giuseppe Meloni
Schede
elettorali, ecco l'ordine dei partiti
FI apre
l'elenco alla Camera, Potere al popolo in cima al Senato
È stato ufficializzato l'ordine dei
partiti sulle due schede
elettorali di Camera e Senato. Ieri
mattina, negli uffici della Corte
d'Appello di Cagliari è stato fatto
il sorteggio per determinare la
sequenza. Su entrambe le schede
verranno riportati i nomi dei
candidati nei collegi uninominali,
assieme ai simboli dei partiti e ai
candidati del proporzionale. Sarà
Forza Italia ad aprire l'elenco dei
partiti alla Camera, mentre il primo
estratto nella scheda per il
Senato è Potere al popolo.
CAMERA Il riquadro superiore della
scheda per la Camera sarà occupato
dal centrodestra, con questo ordine:
Forza Italia, Lega Nord, Noi con
l'Italia - Udc e Fratelli d'Italia.
Dopo il centrodestra sono stati
sorteggiati lo scarabeo di
Autodeterminatzione, Liberi e Uguali,
Potere al popolo, Partito valore
umano, CasaPound, Partito comunista,
il Popolo della famiglia e Movimento
5 Stelle. Chiuderà la scheda la
coalizione di centrosinistra, con la
prima posizione occupata da
Associazione +Europa poi Civica
popolare, Partito democratico e Italia
Europa Insieme.
SENATO Cambia l'ordine nella scheda
del Senato: al primo posto ci sarà
Potere al Popolo. La seconda
posizione è di Autodeterminatzione, poi
la coalizione di centrosinistra in
questo ordine: Civica popolare,
Partito democratico, Italia Europa
Insieme e Associazione +Europa. I
simboli successivi saranno Partito
comunista e Liberi e Uguali, prima
del riquadro del centrodestra con
Lega Nord, Fratelli d'Italia, Forza
Italia e Noi con l'Italia - Udc. Gli
ultimi quattro sono il Popolo
della Famiglia, CasaPound, Partito
Valore umano e chiude il Movimento
5 Stelle. (m. s.)
Pci -
Comunisti, arriva Rizzo a Cagliari
Il Partito comunista presenta i
candidati alla Camera e al Senato in
vista delle prossime elezioni
politiche. L'appuntamento è per questa
mattina a Cagliari, alle 11
all'hotel Regina Margherita con la
presenza del segretario, Marco
Rizzo. Sarà l'occasione per illustrare
il programma del partito che schiera
i propri candidati in tutti i
collegi uninominali e nelle liste
del proporzionale. Il Pc ha raccolto
in tutto il territorio nazionale
circa 21mila firme e si è presentato
in 16 Regioni su 20, rinunciando
alle candidature in Valle d'Aosta,
Trentino, Veneto e Friuli.
Il partito ha deciso di affrontare
una
corsa solitaria a queste politiche,
slegandosi da qualsiasi formazione
della sinistra. Una scelta dettata
dalla distanza che lo stesso
segretario Rizzo ha ribadito avere
sia dal Pd che da Liberi e Uguali,
formazione che riunisce Sinistra
Italiana, Art.1-Mpd e Possibile, nata
sotto la guida di Pietro Grasso. Il
tema centrale della campagna
elettorale sarà il lavoro e la
battaglia per portare l'Italia fuori
dalla Nato e dall'Unione europea,
considerati strumenti nelle mani del
grande capitale finanziario. (m. s.)
Il
segretario Pd Renzi: d'accordo con Berlusconi
«Senza
numeri si torni alle urne»
«Io la penso come Silvio Berlusconi,
è giusto che se non ci sono le
condizioni si torni a votare». Lo ha
detto il segretario Pd Matteo
Renzi. «Deciderà il presidente della
Repubblica», ha detto, «se non ci
sono i numeri è giusto tornare a
votare ed è certo che noi con gli
estremisti di Lega e Cinquestelle al
Governo non andremo mai», ha aggiunto.
Pierluigi Bersani non crede che
Renzi dica la verità: «I segni
inequivocabili che si sono visti in
questi anni mi fanno pensare che
Renzi pensa di più a staccare
Berlusconi dalla Lega che alla
sinistra», ha sostenuto l'esponente
di Liberi e Uguali, certo che alla
fine il suo ex segretario «farà la
cosa che non va fatta: l'ammucchiata».
L'occasione è buona per Giorgia
Meloni per ribadire che «o vince il
centrodestra, unica coalizione in
grado di farlo o sarà il caos: non
ci sono altre possibilità. Se non
vinciamo noi, o ci sarà l'inciucio o
si tornerà a votare. E tra queste
due ipotesi tornerei a votare tutta
la vita», conclude la leader di FdI.
E sulla nocività della possibile
“Grande intesa” col Pd si soffermano
molti candidati del centrodestra.
«Ogni voto dato al Pd e ai suoi
alleati centristi è un voto perso
perché sarà il centrodestra a
vincere le elezioni», sostiene
Elvira Savino, capolista di FI nella
circoscrizione Puglia 2 alla Camera,
ribaltando il ragionamento di
Matteo Renzi.
FONDI AI GRUPPI. Processo agli ex di
An, a giudizio Sanna
Peculato, il pm chiede l'assoluzione
per Artizzu
Parte delle spese sostenute da
Ignazio Artizzu nel periodo in cui era
consigliere regionale di Alleanza
nazionale (tredicesima legislatura,
2004-2008) rientrano tra quelle
previste dalla normativa che
regolamenta l'utilizzo dei fondi ai
gruppi. Sulla destinazione di
un'altra loro parte si può
discutere, essendo «opinabile» abbia
seguito la corretta strada
“istituzionale”.
In ogni caso nell'ex
esponente politico «manca» ciò che
viene definito «l'elemento
soggettivo», cioè la sua
consapevolezza di essere nel torto riguardo
specifici esborsi. Inoltre il suo
comportamento in fase di inchiesta e
processo è stato «sempre
trasparente»: si è sottoposto a due
interrogatori, ha risposto alle
contestazioni e ha depositato quattro
memorie con i suoi difensori Mariano
(scomparso di recente) e Massimo
Delogu.
Sulla base di questi presupposti
ieri a Cagliari il pubblico ministero
Marco Cocco ha chiesto l'assoluzione
di Artizzu nel processo che si
svolge in abbreviato davanti alla
giudice delle udienze preliminari
Ermengarda Ferrarese. Il giornalista
risponde dell'utilizzo ritenuto
illecito, perché privato, di circa
185 mila euro di fondi pubblici. Il
suo avvocato parlerà il primo marzo.
È l'ennesima tranche dell'inchiesta
avviata nel 2009 per peculato e
che 24 ore fa vedeva imputati anche
altri tre componenti di An in quel
periodo: Antonello Liori e Giovanni
Moro, accusati di spese non
giustificate per 160 mila euro, e
Matteo Sanna, per il quale la
contestazione si ferma a 120 mila
euro. Per quest'ultimo, unico a
scegliere il rito ordinario, la gup
ha disposto il rinvio a giudizio
dopo aver dichiarato prescritte
(come sollecitato dal pm) le
contestazioni fino all'8 luglio
2005. Prima udienza dibattimentale
alla presenza degli avvocati Ivano
Iai e Roberta Campisi il 18 maggio
nell'aula della seconda sezione
penale.
Per Liori e Moro invece requisitoria
del magistrato inquirente e
arringhe dei legali Michele Loy e
Lorenzo Galisai sono in programma il
primo marzo. Quel giorno arriverà
anche la sentenza per loro e
Artizzu, ieri commosso a fine
udienza. Il suo avvocato ha preferito
non rilasciare dichiarazioni in
attesa del verdetto.
An. M.
La
Nuova
«Artizzu,
il dolo non c'è» Il pm chiede l'assoluzione
fondi ai gruppi
di Mauro Lissia
CAGLIARIHa giustificato gran parte
delle spese, soprattutto l'ha fatto
in tempi non sospetti, prima di
conoscere quali gli venivano
contestate. Non solo: ha presentato
memorie difensive approfondite
senza neppure attendere le domande
del pubblico ministero. Insomma:
quand'era capogruppo di An in
consiglio regionale Ignazio Artizzu,
giornalista della Rai, ha
probabilmente commesso degli errori ma non
aveva alcuna intenzione di usare
illegalmente i fondi destinati al suo
schieramento politico.
In altre parole manca agli atti del
procedimento l'elemento soggettivo
del reato. Per queste ragioni,
esposte in camera di consiglio, il
pm Marco Cocco ha chiesto al gup
Ermengarda Ferrarese di chiudere il
giudizio abbreviato sulla
posizione di Artizzu - che era in
aula e ha comprensibilmente ceduto
alla commozione - con una sentenza
di assoluzione che cancellerebbe di
colpo quasi cinque anni di calvario
giudiziario, legato al peso delle
accuse e al ruolo professionale
pubblico rivestito dal giornalista. Il
primo di marzo sarà il difensore
Massimo Delogu a discutere il
processo, a questo punto su un
tracciato argomentativo da considerarsi
in discesa. Quindi il giudice
deciderà se accogliere o no la richiesta
dell'accusa e quella speculare della
difesa.
Il pm Cocco ha parlato a
lungo - in udienza a porte chiuse -
sulla posizione di Artizzu,
rifacendosi esplicitamente a quella
di Peppino Balia e Renato Lai,
assolti su sua richiesta nel corso
del dibattimento principale per
motivi analoghi. Il magistrato ha
parlato di condotta trasparente, di
collaborazione aperta con la polizia
giudiziaria nella ricerca di
conti e spese riferite al gruppo di
An, ha ricordato come Artizzu
abbia restituito già l'anno scorso
al consiglio regionale i 186 mila
euro che gli venivano contestati.
Compresi quelli che non aveva speso
direttamente, ma che erano comunque
usciti dai conti del suo gruppo.
Il magistrato ha fatto capire che
messi insieme i pezzi dell'indagine,
per il pm era rimasto davvero poco
per giustificare la richiesta di
condanna del giornalista: forse
qualche errore di valutazione su
alcuni rimborsi, ampiamente
compensata dal comportamento limpido
tenuto nell'intero arco del
procedimento penale, quando la maggior
parte delle uscite hanno trovato una
giustificazione legittima.
Perché il reato di peculato, come
più volte il pm ha ricordato nel corso dei
vari processi per i fondi ai gruppi,
scatta se non viene fornita una
giustificazione delle spese
compatibile con l'attività istituzionale
dei consiglieri regionali oppure è
certo che siano stati impiegati per
scopi non compatibili. Pesa comunque
sul giudizio degli onorevoli
regionali il comportamento
processuale: spiegare le ragioni delle
spese, anche a posteriori, è
importante per valutare l'esistenza del
dolo, la volontà di commettere il
reato ignorando il rispetto della legge.
Ora l'attenzione si sposta sul primo
di marzo, quando il
pubblico ministero esaminerà la
posizione di Antonello Liori e di
Giovanni Moro, imputati di peculato
a causa rispettivamente di 165
mila e di 163 mila euro spesi, per
l'accusa, impropriamente. Per loro
parleranno anche i difensori Michele
Loi e Lorenzo Galisai, quindi il
giudice Ferrarese dovrebbe decidere.
Si aprirà invece il 18 maggio
davanti alla seconda sezione del
tribunale il giudizio ordinario per
Matteo Sanna - 120 mila euro -
difeso da Ivano Iai, che all'ultima
udienza aveva depositato un parere
pro veritate elaborato da tre
docenti di diritto, acquisito dal
giudice.
Resta infine la posizione
dell'ex presidente del gruppo di
centrodestra Mario Diana - difeso da
Massimo Delogu e Pierluigi Concas -
che viene processato a parte. Il
23 marzo il pm Cocco farà le sue
richieste a conclusione del giudizio
immediato, quello in cui rientrano
le famose penne MontBlanc. Lo
stesso giorno si aprirà il
processo-bis nell'altra sezione del
tribunale.
Nella
scheda elettorale FI primo posto, Pd ultimo
CAGLIARI
Tanti anni fa la corsa per
conquistare il primo posto nella scheda era
una competizione vera e propria. Con
il Pci sempre capace di
spuntarla, mentre la Dc
furbescamente si accontentava dell'ultimo
riquadro in fondo a destra che per
altro, come richiamo elettorale,
valeva quanto il primo.
Romanticherie del passato, da diverse
"chiamate alle urne" la
posizione o griglia dei partiti è affidata a
un più banale sorteggio. È il
destino a imporre il posto e qualche
volta va bene al concorrente, altre
meno.
Il sorteggio. Per le
Politiche del 4 marzo è andata
benissimo alle uniche due coalizioni in
campo, centrodestra e
centrosinistra, almeno in uno dei due sorteggi.
Nella scheda rosa per la Camera,
Forza Italia e i suoi alleati,
Lega-Psd'az, Noi con l'Italia e Fdi,
sono stati favoriti dalla
lotteria: sarà loro il primo posto
in alto a sinistra. All'ultimo,
guarda gli scherzi del destino, ci
sarà il centrosinistra, con il
quartetto Partito democratico,
+Europa, Insieme e Civica popolare. In
mezzo ai poli, tutti gli altri
partiti, in quest'ordine:
Autodeterminatzione, Liberi e
Uguali, Potere al popolo, Partito Valore
umano, Casa Pound, Partito
comunista, Popolo della famiglia e infine
il Movimento Cinque stelle prima del
centrosinistra. Il sorteggio in
Corte d'appello per il Senato,
scheda gialla, è finito in tutt'altro
modo, con questa griglia finale:
Potere al popolo,
Autodeterminatzione, Coalizione di
centrosinistra, con all'interno
nell'ordine Civica popolare, Pd,
Insieme e +Europa, poi il Partito
comunista, Liberi e Uguali, la
Coalizione di centrodestra, con infila
Lega, Fdi, Forza Italia e Noi con
l'Italia, e subito dopo Partito
della famiglia, Casa Pound, Valore
Umano e Movimento Cinque stelle.
Non ci sono state contestazioni nei
due sorteggi, i rappresentati
delle sedici liste hanno assistito
in silenzio all'estrazione dei
bussolotti, ovetti Kinder, dal
macinino che, in queste occasioni, si
prende gran parte della scena: è un
pezzo storico.Fac simile. Venerdì
mattina, in Corte d'appello, i rappresentanti di lista potranno
ritirare i fac simile delle due
schede (che poi saranno nove, come
spiegato nel capitolo successivo)
indispensabili per una buona
campagna elettorale porta a porta.
Perché - fanno sapere gli esperti -
questa volta i "santini"
dei candidati potrebbero ritornare a essere
decisivi. O, meglio ancora,
viaggeranno in parallelo con la Rete, dove
gli stessi candidati cominciano a
muoversi molto meglio rispetto alle
elezioni nazionali del 2013 e alle
regionali dell'anno successivo.Nove
schede. Non saranno solo due, come
sarebbe facile immaginare visto che
da eleggere ci sono solo deputati e
senatori. Invece, con il
Rosatellum che è un mix fra
maggioritario e proporzionale, a far la
differenza sono proprio i collegi
uninominali: sei alla Camera e tre
al Senato. Gli elettori del collegio
di Sassari al seggio riceveranno
una scheda rosa (Camera) con i
candidati del maggioritario per ciascun
partito o coalizione, e a fianco i
rispettivi listini del
proporzionale della macro area
Nuoro-Sassari-Olbia.
In Gallura,
cambieranno i candidati del
maggioritario, mentre i listini resteranno
uguali. A Nuoro capiterà lo stesso.
I candidati nel proporzionale
cambieranno da Oristano in giù, con
i listini del collegio Centrosud,
e rimarranno gli stessi a nel Sulcis
e a Cagliari. Mentre è ovvio
cambieranno quelli del maggioritario
da collegio a collegio. Al
Senato, gli elettori di Sassari e
Olbia riceveranno la stessa scheda
gialla: hanno in comune i candidati
dell'uninominale e del
proporzionale che tra l'altro fanno
parte del collegio unico
regionale. Lo stesso sarà per quelli
di Oristano-Nuoro e dell'area
Cagliari-Sulcis.Seggi. Venticinque i
parlamentari da eleggere: 17
deputati, sei con il maggioritario e
11 col proporzionale divisi in 5
e 6 fra i collegi del Centronord e
del Centrosud. Sono invece 8 i
senatori: cinque saranno eletti con
il listino unico regionale, tre
nei collegi uninominali di
Sassari-Olbia, Nuoro-Oristano e
Cagliari-Sulcis. (ua)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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