Stop al
concorso, la Zedda contro Spanu
La
consigliera di Forza Italia: «Il Tar mi ha dato ragione:
l'assessore
non poteva indire la gara»
Il più classico dei "io l'avevo
detto". Comincia all'incirca così il comunicato del vicecapogruppo di
Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandra Zedda, sul blocco da parte dei
giudici amministrativi del Tar del concorso per l'assunzione di venti dirigenti
da parte della Regione. «Già a ottobre - scrive - avevo sollevato più di un
dubbio sulle legittimità e sull'opportunità amministrativa e politica del concorso.
Il Tar mi ha dato ragione, perché uno dei motivi per cui è stata annullata la
selezione è fra quelli che avevo indicato».
Secondo Alessandra Zedda, «l'aver
fatto emanare il concorso dall'assessore al personale e non da un dirigente
regionale è un errore grossolano, perché è da tempo che esiste una netta
divisione fra i compiti dell'organo politico e quello di gestione». Con
l'aggravante – secondo la consigliera regionale - che l'assessore invoca l'urgenza
e quindi «è indispensabile imporre uno stop immediato, come ha fatto giustamente
il Tar, a ogni procedura di assunzione». Soprattutto perché - è un altro
passaggio del comunicato - «è arrivato il momento di mettere fine alle
illusioni e alle azioni prive di fondamento giuridico portate avanti dalla
giunta Pigliaru».
Per proseguire: «Il concorso appena
annullato è costato tempo e denaro e ha illuso i partecipanti, anche quelli
numerosi che aspettano le stabilizzazioni rischiano di essere coinvolti in
ricorsi per vizi di procedura. Altri, come i dipendenti tutti della Regione,
attendono da tempo una magari eviti di contemplare modifiche mirate ad
accontentare precisi gruppi di interesse a scapito di un riconoscimento delle
professionalità e delle competenze maturate nel tempo».
Secondo Forza Italia, «giunta vuole disporre
a proprio piacimento di assunzioni e riorganizzazione ma non le sarà permesso
farlo». Sulla stessa falsariga, «l'avevamo detto, è anche il comunicato di
Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fdi: «In un'interrogazione, presentata
diverse settimane fa, avevo denunciato l'arroganza dell'assessore al personale
Filippo Spanu, che dopo la sentenza del Tar sul concorso dovrebbe avere
l'umiltà di dimettersi ma non lo farà».
Unione
Sarda
Rimborsi
M5S, buco milionario - Almeno dieci coinvolti. Di Maio: «Solo
mele
marce». Renzi: «Come Craxi su Mario Chiesa»
Esplode
il caso delle indennità non restituite dai parlamentari
NAPOLI Luigi Di Maio porta il suo
“rally” elettorale nel collegio che
lo vede candidato, in Campania,
proprio nel giorno in cui divampa il
caso dei rimborsi nel M5S. E forse è
un bene che ad accoglierlo, in
una giornata non facile, siano i
luoghi a lui familiari: dal salotto
buono di Napoli a Chiaia, da Scampia
fino a Torre del Greco dove
arriva accanto a Beppe Grillo, per
concludere in uno strapieno
palasport a Pomigliano d'Arco.
DEFEZIONI Ma se per Di Maio il rally
riprende mercoledì da Chieti, per
altri si ferma qui. Dopo il deputato
Andrea Cecconi e il senatore
Carlo Martelli, ieri è stato
Maurizio Buccarella a fare un passo
indietro e ad autosospendersi dopo
aver ammesso «una leggerezza» nella
rendicontazione dei rimborsi degli
ultimi due mesi del 2017.
Il senatore è l'ultima vittima del
vaso di Pandora scoperchiato da un
servizio delle Iene. L'altra
senatrice salentina, Barbara Lezzi, il
cui nome sembra rientrare nella rosa
dei dieci fatti dalla “gola
profonda” alle Iene, scrive invece
sui social: «Domani mattina andrò
in banca per farmi rilasciare la
documentazione che accerta che tutti
i bonifici che ho effettuato in
questi anni non sono stati revocati».
IL RAGGIRO «Fuori le mele marce»,
tuona Luigi Di Maio che però non ci
sta a far travolgere il M5S da uno
scandalo rimborsi che, dice il
leader, riguarda una minoranza. I
calcoli segnalano un “buco” di oltre
un milione di euro nei versamenti al
fondo per il microcredito,
alimentato dalle restituzioni di
parte dello stipendio dei
parlamentari, nonché degli eletti
nei Consigli regionali.
Alcuni parlamentari avrebbero addirittura
fatto regolari bonifici, per
poterne mostrare le ricevute, salvo
poi revocarli nelle ore
successive, come consentito in
genere dai conti correnti online. E c'è
il sospetto che il caso dei mancati
versamenti riguardi più
parlamentari rispetto ai dieci
ipotizzati inizialmente.
LA REPLICA DEL LEADER Ma questo non
imbarazza più di tanto Di Maio:
«C'è una bella canzone che ha vinto
Sanremo, dice “Non mi avete fatto
niente”. Ecco, a noi oggi non ci
avete fatto niente», dice in una
diretta Facebook rivolto idealmente
ai suoi avversari politici. Sul
candidato “ex” massone, Catello
Vitiello, avvocato napoletano che non
intende ritirarsi dalla corsa
elettorale, Di Maio insiste: «È game
over, non può stare nel Movimento».
E spiega che è gli è stato
proibito l'uso del simbolo. «Se ci
sono persone che hanno sbagliato
saranno perseguite. Cecconi e
Martelli sono già stati messi fuori. Per
gli altri stiamo facendo le dovute
verifiche», assicura, annunciando
di aver richiesto al ministero
dell'Economia di verificare lo stato
dei versamenti dei singoli
parlamentari.
Di Maio per altro sottolinea i soldi
restituiti dai Cinquestelle negli
anni e sferza il Pd: «Restituisca
prima i 23 milioni che deve agli
italiani, poi ci faccia la morale».
E Matteo Renzi contrattacca: «Il
M5S si è trasformato in arca di Noè,
scrocconi, truffatori e riciclati
di altri partiti. Querelatemi se
dico il falso». Poi l'affondo sulle
“mele marce”: «Di Maio ricorda Craxi
che aveva definito un mariuolo
Mario Chiesa», colui da cui originò
l'inchiesta di Tangentopoli.
La polemica non rovina comunque la
“rimpatriata” del candidato premier
M5S, che a Pomigliano ammonisce i
suoi concittadini: «Con Sgarbi siate
gentili, offritegli un sorriso e un
caffè».
FORZA
ITALIA. La presentazione dei candidati. E Cappellacci sfida Uras
«Pronti a
occuparci dell'Isola»
Occuparsi dell'Isola non basta più,
per i candidati di Forza Italia
bisogna assicurarle anche un posto
di primo piano nell'agenda del
governo che verrà, magari con un
sardo in un posto chiave
dell'Esecutivo. «Sono certo che il
presidente Berlusconi darà il
giusto peso a questo aspetto», dice
Ugo Cappellacci, capolista nel
collegio proporzionale sud per la
Camera e in corsa nell'uninominale
di Cagliari. «Ho fatto il presidente
di questa Regione - sottolinea
alla presentazione dei candidati
nella nuova sede di via Dante a
Cagliari - voglio andare in
Parlamento per occuparmi di Sardegna».
I TEMI I temi sono «i trasporti, il
lavoro, l'autonomia». E, visto che
è candidato anche nel maggioritario
a Cagliari, «mi piacerebbe
moltissimo confrontarmi con i miei
avversari, per dire quello che
intendo fare e sapere da loro cosa
intendano fare». Invito accolto a
stretto giro dal candidato del
centrosinistra, Luciano Uras: «Ritengo
il confronto democratico aperto il
metodo giusto e la cosa migliore da
fare per aiutare gli elettori a
decidere».
LA SARDEGNA La presentazione dei
candidati prosegue con Pietro
Pittalis, capolista nel collegio
proporzionale nord per la Camera.
«Offriamo la garanzia di avere un
leader come Silvio Berlusconi per un
progetto che vuol riportare l'Italia
e la Sardegna a correre grazie
alla riduzione delle aliquote e alla
decontribuzione», dice. Il
consigliere nuorese parla anche di
un centrodestra con «un apporto
importante della cultura sardista,
per dare voce ai temi dell'Isola a
Roma».
GLI APPELLI Poi lancia due appelli,
uno agli indecisi («votate, perché
il futuro non può essere affidato
agli urlatori di professione»),
l'altro agli “amici” dei Riformatori
e della Base che rappresentano
«un'alternativa al centrosinistra,
anche in prospettiva delle prossime
regionali». Quest'ultimo, per la
verità, non accolto dai Riformatori
che in una nota lasciano «piena
libertà di voto a tutti i sardi che
sostengono i Riformatori, che
possano scegliere con serena valutazione
chi meglio incarni il voto di
speranza e di cambiamento di cui
l'Italia ha bisogno».
LA SQUADRA Emilio Floris, senatore
uscente e capolista nel
proporzionale unico per il Senato,
sottolinea la forza della squadra
«Affronteremo i problemi della nostra
Isola ai massimi livelli».
Roberto Murgia
VILLACIDRO.
Siro Marrocu: ho scelto di non ricandidarmi
Una festa
per l'addio al Parlamento dell'ex deputato del Pd
«Ora farò
il pensionato»
VILLACIDRO Una festa per dare
l'addio alla politica attiva: saluti,
ringraziamenti, scuse e passaggio di
consegne. Siro Marrocu, 63 anni,
uomo di punta prima del Pci poi di
Ds e Pd nel feudo del
centrosinistra, consigliere
regionale per tre legislature e deputato
per due, ha voluto attorno a sé
familiari, amici, anche i nuovi
candidati alle politiche del 4
marzo. Trecento posti a sedere,
altrettanti sono rimasti in piedi.
«Chi pesca acqua dal pozzo non
dimentichi mai di ringraziare chi lo
ha scavato. Grazie a chi mi ha
sempre sostenuto in questi anni».
Seicento fedelissimi, 4 mila voti
sicuri.
«Non ho mai fatto questi calcoli. Ho
anche chiesto scusa per quello
che avremmo voluto fare per la
nostra gente senza riuscirci. Di sicuro
ho avuto di più di quello che sono
riuscito a dare».
Non l'ha ricandidato il Pd?
«Scelta mia, ho mantenuto la
promessa che non mi sarei ripresentato».
Avrebbe dovuto chiedere una deroga
dopo due mandati in Parlamento.
«Non era necessario».
C'era il rischio di decadere in caso
di condanna nell'inchiesta penale
sull'utilizzo dei fondi destinati ai
consiglieri regionali?
«Stiamo parlando di fatti che
risalgono a oltre dieci anni fa e dopo
cinque di indagini non c'è ancora
neppure la richiesta di rinvio a
giudizio. Sono sereno, chi mi
conosce sa che non mi sono mai messo in
tasca soldi pubblici».
Paura stavolta di essere battuto?
«Le difficoltà del partito sono
evidenti ma io sono stato candidato
sei volte e ho sempre vinto. Chi non
sa accettare la sconfitta non
merita la vittoria».
Il suo potere scricchiola. Pd
battuto alle comunali, lei superato alle
scorse politiche dai grillini.
«Smettere con la politica è una
scelta difficile, sono felice di
averla presa io senza il benservito
degli altri. La leadership si
consuma, la mia ha resistito 40
anni».
Il suo amico Giorgio Danza era
presidente del Consorzio industriale.
«Sì».
L'altro fedelissimo Salvatore Piga
alla Villaservice che gestisce la discarica.
«Sì».
Sua moglie sindaca. Suo fratello
Antonio presidente di Comunità montana e Gal.
«Trovo normale che il Pd, partito
leader nella zona, abbia espresso la
classe dirigente. Oggi la situazione
è molto diversa».
Ha scelto Antonello Ecca candidato
al Senato. Lavorava al Gal con suo fratello.
«Ottimo amministratore».
Il suo motivo d'orgoglio politico?
«Da consigliere regionale le leggi
su caccia e agriturismo,
l'istituzione dell'Ente Foreste, la
riforma del Consorzio di bonifica.
Sono fiero soprattutto della classe
politica giovane che sta crescendo
a Villacidro: Federico Sollai,
Stefano Mais, Giampaolo Abis, Maura
Aru, Alessandro Piredda, Stefano
Piras».
Dicono che il vero erede sia suo
figlio.
«Ne ho tre».
Mattia, suo erede alla presidenza
della Villacidrese calcio.
«Non sono cose che si fanno, glielo
sconsiglierei, ma se avrà la
passione allora farà la sua strada.
Io ricordo, nono di dieci figli di
un minatore, le lotte studentesche
al liceo, la prima tessera del Pci
autografata da Berlinguer,
l'elezione nel 1975 in Consiglio comunale.
Mattia oggi segue la sua attività
artigiana e il calcio».
La Villacidrese calcio?
«Per me da passione è diventata
malattia».
In Parlamento si alza solo la mano?
«È più difficile incidere. Ma sono
orgoglioso della Riforma
istituzionale, che avrebbe potuto
essere condivisa anche da altre
forze politiche. Io sono per il
dialogo».
I poligoni sardi bonificati con una
legge che li ha equiparati alle
aree industriali.
«Ci avevano assicurato che quel voto
avrebbe agevolato le bonifiche».
Renziano o no?
«No. Corrente Orlando».
Lei nato nel Pci ha finito da
democristiano nel Pd?
«No. Sempre a sinistra».
Chi c'era alla sua festa?
«Tutti i candidati del Pd in
Parlamento, il segretario regionale
Giuseppe Luigi Cucca, quello
provinciale Gigi Piano».
Renato Soru?
«Era a Porto Torres. È venuta
l'assessora Barbara Argiolas, sua cugina».
La fabbrica della Keller.
«Negli anni 80 fu salvata dal
commissario del ministero. Volevamo
seguire la stessa strada, ma un
ricorso firmato anche da alcuni operai
ha portato al fallimento. Il Tar ha
giudicato legittima l'acquisizione
del Consorzio industriale. Le
trattative con imprenditori pronti a
rilevarla sono concrete e decisive
per il rinnovo degli ammortizzatori
sociali, legato al nuovo piano
industriale».
Lei ci crede?
«Sono pervaso dall'ottimismo della
volontà».
Cosa farà adesso?
«Mi dimetterò da Forestas, farò il
pensionato, sono uscito dalle
istituzioni ma resterò militante del
Pd».
Pensione da consigliere regionale
più quella parlamentare. Quanto
prenderà al mese?
«Non ho fatto i calcoli e non le ho
ancora richieste, sicuramente
vivrò una vecchiaia senza problemi».
Medio Campidano, provincia tra le
più povere.
«Purtroppo».
Sale la tensione: un altro attentato
alla sindaca Marta Cabriolu.
«So quel che si prova a subire
intimidazioni e minacce, è un clima che
non ci voleva ora nel nostro paese.
L'ho detto e scritto pubblicamente
su Facebook: sono vicino alla nostra
sindaca. Perché Marta è la
sindaca di tutti noi villacidresi».
Il
miraggio di un deputato per l'Ogliastra alle urne
Sono sei
i candidati in corsa alle prossime elezioni politiche
Sono passati dodici anni da quando
l'ultimo deputato ogliastrino,
Tonino Loddo , ha occupato uno
scanno a Montecitorio. In vista delle
elezioni del 4 marzo sono sei i
candidati dell'ex Provincia che
ambiscono a un seggio alla Camera e
al Senato. Cinque corrono fra i
collegi uninominali di Nuoro e nel
plurinominale unico regionale. Il
sesto degli aspiranti onorevoli,
Pino Cabras , originario di Baunei ma
trapiantato a Cagliari, si presenta
nel collegio uninominale del
Sulcis con il Movimento Cinque
Stelle. Cinque nomi per 56 mila
residenti, uno ogni 10 mila in un
territorio che nei palazzi del
governo nazionale ha sempre avuto
magra rappresentanza. Lo certificano
le sole elezioni dei deputati
Giovanni De Murtas e Tonino Loddo e il
fatto che l'Ogliastra non abbia mai
espresso senatori.
UOMINI IN CAMPO Nelle file del
Partito democratico è candidato Franco
Sabatini , 55 anni, consigliere
regionale eletto per la terza volta di
fila nel 2014 e attuale presidente
della commissione Bilancio.
L'esponente dem di Lotzorai ambisce
a un seggio alla Camera
presentandosi nel collegio uninominale
di Nuoro. Sempre per la Camera
nella coalizione di centrosinistra,
Insieme, schieraGianfranco Lecca
(63) al primo posto nel collegio
plurinominale del Centro-Nord
Sardegna.
In caso di elezione per l'ex
consigliere provinciale di
Loceri si tratterebbe di un ritorno
a Roma dove, dal 2005 al 2006, è
stato consulente esperto in
infrastrutture territoriali al ministero
dell'Attuazione del programma.
Insegue l'elezione a Palazzo Madama
Angelo Cucca (62), commercialista di
Tortolì rientrato di recente in
Forza Italia. Il segretario
regionale dei Seniores azzurri, che ci
riprova dopo la candidatura del
2006, è terzo nel proporzionale.
Cinquant'anni, Pino Cabras è
originario di Baunei dove ha frequentato
il liceo scientifico prima di
trasferirsi a Cagliari. Funzionario
della Sfirs con trascorsi giovanili
nel Pci, ambisce alla carica di
deputato per i cinquestelle.
QUOTE ROSA È candidata nel
proporzionale di Fratelli d'Italia Stefania
Vargiu (55), assessore ai Trasporti
del Comune di Tortolì.
L'assicuratrice è al secondo posto
nel collegio Centro-Nord. Nel
plurinominale per il Senato Liberi e
uguali schiera al secondo posto
nel collegio unico regionale, Maria
Agostina Cabiddu (55), originaria
di Urzulei, che da anni insegna al
Politecnico di Milano.
Roberto Secci
La
Nuova
Caos
rimborsi nel M5s «Buco di un milione»
Implicati
almeno una decina di parlamentari. Di Maio: «Fuori le mele marce»
Il
segretario Dem: «Come Craxi con Chiesa». Scontro col candidato massone
È favorevole ad un governo di larghe
intese per cambiare la legge
elettorale e anche per lavorare su
temi fondamentali per il Paese,
come lavoro, ecologia,
l'innovazione. E per questo non disdegnerebbe
neanche la coalizione con i Cinque
Stelle. Lo ha spiegato Angelo
Bonelli - coordinatore dei Verdi e candidato
di «Insieme», lista in
campo con il Pd e che vede
raggruppati Verdi, Psi e Area civica - in
un'intervista all'Ansa in diretta su
Facebook.
«Siamo pronti a
ragionare con tutti quelli che
mettono al centro del programma una
serie di punti, anche con i Cinque
stelle», sebbene «sui migranti
questi ultimi abbiano avuto finora
posizioni uguali a quelle della
Lega», ha detto Bonelli, rispondendo
ad una domanda del direttore
dell'Ansa, Luigi Contu. Anche in
tema di abusivismo «tra me e Di Maio
c'è una distanza siderale. Vedo che
da di Di Maio c'è una omologazione
a certe posizioni che non fanno bene
all'ambiente».
«Noi siamo gli
unici che mettono al centro
l'ecologia - ha concluso- dobbiamo dare
risposte sociali ai grandi problemi,
il lavoro e gli anziani. Inoltre,
il Paese rischia una deriva
xenofoba, noi vogliamo costruire un
argine».
Forza
Italia è ottimista: ritorneremo protagonisti
verso le elezioni
CAGLIARI
al Cavaliere non l'hanno chiesto in
modo esplicito, ma i candidati di
Forza Italia hanno una certezza:
«Con la vittoria del centrodestra
alle Politiche, vedrete, dopo anni e
anni la Sardegna avrà di nuovo lo
spazio che merita anche nel
governo». Con un ministro? Ugo
Cappellacci, coordinatore regionale
e candidato alla Camera, non s'è
sbilanciato: «Sono sicuro che
Berlusconi dimostrerà, ancora una volta,
la sensibilità che sempre ha avuto
nei confronti della Sardegna». Alla
presentazione regionale delle liste,
fra le fila di Fi c'era qualche
posto vuoto, ma solo perché - è
stata la precisazione - «alcuni
candidati sono rimasti nei collegi a
presidiare i territori».
Per il
resto mai come in quest'occasione -
è sempre così quando c'è profumo
di vittoria - il partito è
annunciato compatto anche in Sardegna.
«Abbiamo scelto tutti insieme di
fare quadrato - ha aggiunto
Cappellacci - perché a Roma vogliamo
riportare la Sardegna al centro
dell'agenda politica dopo che è
stata trattata malissimo da Renzi e
dal Pd». Anzi, ha ricordato, «siamo
stati generosi con i nostri
alleati nei collegi uninominali,
proprio per dimostrare che il
centrodestra è compatto oggi e lo
sarà soprattutto quando ritorneremo
al governo». Anche se Cappellacci
non ha nascosto di essere ancora
sorpreso dal patto fra la Lega e il
Psd'Az: «Però l'importante è che i
sardisti non siano andati da altre
parti».
Perché questa è una
campagna elettorale che Forza Italia
vuole vincere. Il deputato
uscente e ricandidato Paolo Vella ha
lanciato un appello: «Gli
elettori non possono riconsegnare la
Nazione a chi li ha messi in
ginocchio, il centrosinistra, e
neanche agli improvvisatori che
farebbero ancora più guai, i 5
stelle». Per il senatore uscente e
ricandidato Emilio Floris: «La
Sardegna deve poter contare su un
governo forte e autorevole che
sappia risolvere i problemi e non
illuda i sardi con le solite
promesse». Pietro Pittalis, capogruppo in
Consiglio e candidato alla Camera,
non ha certo nascosto che «in
Sardegna è cominciata una lunga
campagna elettorale destinata a
concludersi solo nel 2019, con le
Regionali.
Ma sia chiaro: il
centrodestra ha un programma serio e
concreto, penso all'abbattimento
delle tasse a favore delle imprese
che assumeranno, per vincere a
marzo e fra un anno. Per questo
chiediamo agli elettori più indecisi
di ritornare a votare, perché c'è
bisogno di un taglio netto col
passato». Per gli esordienti alle
Politiche, Viviana Lantini, Sabrina
Serra e Angelo Cucca, «queste
settimane che mancano al voto saranno
decisive per recuperare la
disaffezione che oggi c'è dei cittadini
verso la politica». (ua)
I
Riformatori: libertà di voto
Acli:
scegliete la concretezza
CAGLIARI
C'è chi per un motivo o per l'altro
il 4 marzo non parteciperà alle
elezioni politiche. A cominciare dai
Riformatori, che sono usciti
dall'alleanza con il centrodestra
dopo il mancato accordo sui collegi
uninominali. Oppure ci sono le Acli,
che da sempre non sono parte in
causa diretta nel voto ma fanno
sentire comunque la loro voce. In un
caso e nell'altro si chiamano
appelli agli elettori.Riformatori.
«Libertà di voto per tutti quelli
che ci sostengono». È lo stesso
coordinatore regionale del partito,
Pietrino Fois, a comunicare
l'indirizzo scelto all'unanimità
dalla direzione del movimento. «Le
scelte e le modalità con cui la
coalizione di centrodestra ha definito
collegi e candidati - sostiene Fois
- non fanno parte del nostro modo
di fare politica: si parla tanto di
autonomia e di decisioni che
devono essere prese in Sardegna
mentre anche questa volta si sono
subite imposizioni da Roma, da parte
di chi non conosce la realtà
della Sardegna».
Ma, a queste imposizioni, «abbiamo
detto no». Dunque,
«invitiamo tutti i sardi che
sostengono i Riformatori ad andare
comunque a votare, scegliendo in
piena libertà e con serena
valutazione chi meglio incarni il
voto di speranza e di cambiamento di
cui l'Italia ha bisogno». Acli. Il
comunicato-appello è firmato dal
presidente regionale Franco Marras.
«Queste elezioni - scrive - sono
diverse dalle ultime. È finita la
stagione del Porcellum, il sistema
elettorale che ti faceva votare solo
il partito e impediva ai
cittadini di scegliere il proprio
parlamentare».
Ora con il Rosatellum
«gli elettori possono ritornare a
votare le persone, scegliere il
parlamentare del collegio. Oggi ogni
voto conta, ogni voto può essere
determinante. Stavolta non sono solo
i partiti a scegliere, stavolta
possono farlo i cittadini». Per
proseguire: «Quello che succederà dopo
il 4 marzo non è la normalità delle
altre volte, non siamo in un
momento qualunque nei settant'anni
di storia democratica del nostro
Paese. Per questo motivo il nostro
appello è: il 4 marzo scegliamo le
persone, scegliamo la concretezza,
la competenza e la verità».
Intervista
doppia a Sanna e Zedda alla Nuova: ecco il futuro dei due capoluoghi
«Ma quale
competizione... l'isola va cambiata insieme»
di Luca Rojch
SASSARI
Nel giardino dei luoghi comuni i due
si dovrebbero odiare. Perché la
rivalità tra il Capo di Sopra e
quello di Sotto è un po'
nell'autodistruttivo dna dei sardi.
Fa parte del loro corredo
genetico. Ma il sindaco di Sassari e
quello di Cagliari girano in auto
insieme, dialogano. Raccontano la
sventura di guidare una città con le
poche risorse che uno Stato versa ai
Comuni e con la diffidenza di
tutti i loro colleghi. Già perché
Nicola Sanna e Massimo Zedda vengono
un po' considerati razziatori di
risorse erariali, killer dei piccoli
comuni. Loro non ci stanno. E nella
sede della Nuova Sardegna si
confrontano in una lunga intervista
doppia e raccontano la difficile
vita di guidare le prime due città
della Sardegna. Lasciano da parte
le diatribe tra capoluoghi e
mostrano di avere una visione comune e
molti punti di contatto su temi
chiave. E partono dal negare che esita
una diatriba Sassari-Cagliari. C
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento