Rimborsi,
è alta tensione nel M5S Di Maio: boomerang per chi ci attacca Puddu: «Noi
prendiamo provvedimenti contro chi tradisce». Bianchi: «Ho versato 171mila
euro»
Luigi Di Maio adotta la linea dura,
si prepara a cacciare via dal Movimento 5 Stelle «le mele marce», che hanno
truccato rimborsi e restituzioni, e annuncia le ultime tappe della campagna
elettorale. Tra queste ci sarà tempo per un ritorno a Cagliari, il 19 febbraio alle
sette di sera, al centro congressi della Fiera. In Sardegna il caso rimborsi
non sembra preoccupare i pentastellati che, anzi, si preparano al contrattacco.
Di Maio incassa l'incoraggiamento anche di Alessandro Di Battista «sei sulla
strada giusta» e dichiara di aver restituito 370 mila euro.
L'ELENCO Sulla pagina del M5S c'è
l'aggiornamento sui controlli «per mettere fuori dalla porta quelli che non
hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto». C'è anche un elenco delle
persone per le quali sono state riscontrare irregolarità e sono: Andrea
Cecconi, Carlo Martelli, Maurizio Buccarella, Ivan Della Valle ed Emanuele
Cozzolino. A loro è stato chiesto di provvedere a versare quanto dovuto.
IL PRINCIPIO «Non mi aspetto che
tutti siano onesti e puri, quello che ci contraddistingue, però, è che noi
prendiamo provvedimenti nei confronti di chi non lo è stato». Mario Puddu,
sindaco di Assemini e coordinatore della campagna elettorale del Movimento 5
Stelle in Sardegna, non si nasconde davanti al caso dei rimborsi, ma traccia il
solco tra i pentastellati e gli altri partiti. Perché «non siamo davanti a
un'azione illecita, ma al tradimento di un principio», sottolinea Puddu. Poi,
ben venga la linea dura annunciata da Luigi Di Maio che servirà a «tutelare il
valore dell'onestà in cui crediamo profondamente».
I VANTAGGI Trovare la via d'uscita
ottimale è un aspetto sul quale si è concentrato lo stesso Di Maio, convinto
che la valanga di accuse sul caso dei rimborsi avrà un effetto boomerang sugli
altri partiti. Al comitato elettorale il candidato premier ha fatto notare che
«per i cittadini è chiaro che noi abbiamo restituito 23 milioni di euro, mentre
gli altri si sono intascati fino all'ultimo centesimo». In ogni caso, è certo
che, concluse le verifiche, «per chi ha fatto il furbo non ci sarà più posto
nel Movimento». L'orientamento dei penta stellati è che nessun esponente di
altri partiti possa dare lezione di trasparenza. «Stiamo parlando di mancate
restituzioni», spiega Puddu, «in certi partiti non sanno nemmeno cosa voglia
dire restituire una parte del proprio stipendio».
I CONTI Nel Movimento 5 Stelle è
l'ora della resa dei conti, visto che i parlamentari devono comunicare il
rendiconto delle restituzioni allo staff di Luigi Di Maio. Un compito al quale
non si sottrae Andrea Vallascas, deputato uscente, impegnato a ricostruire la
storia delle sue personali restituzioni: «Per me non ci sono problemi»,
racconta, «sto verificando che non ci siano eventuali
errori». Il clima nello staff di Luigi Di Maio è comunque teso, anche perché il
caso coinvolge altri parlamentari, chiamati a mettersi in regola con le
restituzioni entro 24 ore.
«NESSUNA LEZIONE» Anche Vallascas,
però, non accetta che il Movimento finisca sul banco degli imputati,
soprattutto quando a muovere le accuse sono esponenti di altri partiti. Il
deputato tira in ballo la vicenda dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale
per cui «è stato richiesto il rinvio a giudizio di parlamentari ed esponenti di
rilievo del Pd, il cui segretario nazionale accostava la situazione dei rimborsi
al craxismo e Mario Chiesa». E sul leader dem, Matteo Renzi, si scaglia anche
il deputato uscente Nicola Bianchi che non si è ricandidato a causa della
regola dei due mandati. Bianchi posta su Facebook il rendiconto di ciò che ha
versato durante la sua attività da parlamentare: «In 57 mesi ho restituito al
fondo del Microcredito 171.006,23 euro». A corredo Bianchi presenta anche le
ricevute bancarie e poi punta il dito contro Renzi: «Non solo non ha mai restituito
un centesimo, ma ha rubato i soldi dei cittadini e portato nel baratro la
nazione».
CONTRATTACCO È la rete a partire al
contrattacco sui rimborsi, attraverso un elenco vuoto con l'intestazione che
recita: «Ecco l'elenco dei deputati, senatori e consiglieri regionali del Pd
che si sono tagliati almeno un po' lo stipendio». Lo stesso format c'è anche per
Forza Italia ed è un modo con cui la base del M5S rimanda le
accuse al mittente.
Matteo Sau
Unione
Sarda
La
Confartigianato dà il voto ai parlamentari sardi
L'associazione
ha giudicato chi ha rappresentato meglio le istanze
delle
6000 imprese
Fare il parlamentare significa
rispondere al proprio elettorato e
tradurre in pratica il programma del
proprio partito. Ma anche fare
sintesi delle richieste
dell'infinità di lobby che rappresentano le
categorie e chiedono in
continuazione provvedimenti legislativi.
Confartigianato all'inizio della
legislatura ha fatto otto richieste
ai parlamentari sardi per conto
delle seimila imprese che rappresenta
e cinque anni dopo ha messo in un
dettagliato un report chi li ha
ascoltati e chi ha tradotto in fatti
le loro istanze.
Ne è scaturita una sorta di
classifica che, come hanno spiegato il
segretario e il presidente regionale
dell'associazione Stefano Mameli
e Antonio Matzuzi, «riguarda
esclusivamente il lavoro fatto per le
imprese e non l'attività in generale
dei parlamentari».
La base del lavoro di
Confartigianato è una piattaforma che si chiama
Lobbying web e registra
quotidianamente l'attività dei parlamentari:
interrogazioni, interpellanze,
emendamenti, disegni e proposte di
legge, risoluzioni, mozioni.
All'attività squisitamente parlamentare
sono stati aggiunti parametri quali
la disponibilità a incontrare
l'organizzazione, le risposte alle
loro mail, la presenza alle
assemblee, la rendicontazione del
lavoro fatto.
Il lavoro di ciascuno è stato
tradotto in una scheda dettagliata con
tutto ciò che hanno prodotto. Sulla
base di questi parametri dieci
parlamentari sono stati giudicati
migliori degli altri: sul podio ci
sono Silvio Lai del Pd, Pierpaolo
Vargiu dei Riformatori e Andrea
Vallascas dell'M5S. Seguiti da
Emanuele Cani, Ignazio Angioni, Siro
Marrocu, Giovanna Sanna e Romina
Mura e Lello Di Gioia del Pd e
Luciano Uras di Campo progressista.
Vallascas e Vargiu sono gli unici
che non hanno fatto parte della
maggioranza.
Altri sei parlamentari si sono
occupati in piccola parte delle
tematiche delle imprese, dieci non
se ne sono occupati per niente.
La
Nuova
Confartigianato
ha stilato le pagelle dei parlamentari uscenti più produttivi
Nella top
ten Angioni, Uras, Cani, Marrocu, Mura, Di Gioia e Giovanna Sanna
Lai,
Vallascas e Vargiu promossi dalle imprese
di Stefano Ambu
CAGLIARI
La pagella prima del voto del 4
marzo. L'ha consegnata Confartigianato
ai parlamentari sardi. Il risultato?
Semaforo verde e coccarde per chi
ha dimostrato di essersi occupato
dei problemi e delle aspettative
delle imprese artigiane. Semaforo
rosso invece per chi, secondo il
report dell'associazione, si è
interessato del settore solo con "atti
marginali". I magnifici 10 sono
i senatori uscenti Pd Ignazio Angioni
e Silvio Lai, Luciano Uras (Campo
progressista) e i deputati Pd
Emanuele Cani, Siro Marrocu, Romina
Mura, Lello Di Gioia, Giovanna
Sanna, Andrea Vallascas del
Movimento 5 stelle e Pierpaolo Vargiu dei
Riformatori. Doppia coccarda di
merito per Lai, Vallascas e Vargiu.
Bollino rosso ("atti marginali
riguardanti direttamente l'impresa e
concertazione marginale") per i
senatori Roberto Cotti e Manuela Serra
(M5s), Emilio Floris (Forza Italia),
Luigi Manconi (Pd) e i deputati
Roberto Capelli (Democrazia
solidale- Centro democratico), la grillina
Emanuela Corda, Mauro Pili di
Unidos, Paolo Vella di Forza Italia,
Gian Piero Scanu del Pd, Settimo
Nizzi, Fi, deputato fino al 2016. In
mezzo, con il semaforo giallo, i
senatori Giuseppe Luigi Cucca (Pd) e
Michele Piras (Mdp) e i deputati
Nicola Bianchi (M5s), Paola Pinna
(Pd), Francesco Sanna (Pd), Caterina
Pes (Pd) e Bruno Murgia (FdI)
subentrato nel 2016.
«Non sono voti sull'attività
parlamentare in
generale - dice il presidente
Antonio Matzutzi - ma un giudizio di una
parte della società che noi rappresentiamo
su chi ha prestato maggiore
attenzione al nostro mondo». Per
ogni parlamentare è stata realizzata
una scheda con le proposte di legge
presentate, gli ordini del giorno,
gli emendamenti e ogni singola
attività in favore delle realtà
imprenditoriali, secondo quanto reso
pubblico dai siti di Camera e
Senato. Dati che sono poi stati
incrociati con i "fabbisogni" delle
realtà produttive. Nello stesso
documento, viene anche espressa una
valutazione di ogni singolo
rappresentante secondo l'attività di
relazione avuta con Confartigianato
in Sardegna dall'inizio della
legislatura.
Confartigianato ha poi presentato le
proprie proposte per
la prossima legislatura: ridurre la
pressione fiscale e semplificare
il sistema tributario, favorire
l'accesso al credito delle imprese,
sostenere la crescita e la
competitività, proseguire e migliorare gli
interventi per il lavoro e la
formazione, costruire un percorso di
successo per Impresa 4.0 e
l'utilizzo del digitale.
Unione
Renzi:
noi diversi da quelli che odiano e protestano
«Il Pd
speranza contro chi urla»
LATINA «Non lascio il Paese a quelli
che ci trattano da rincoglioniti,
che ci vogliono far vivere nella
paura, che ci vogliono far tornare
indietro sui diriti civili e
sociali». Lo ha detto Matteo Renzi in un
incontro a Latina. «La speranza è il
Pd, con tuti i nostri difetti e
errori. O la politica la facciamo
noi, con i volontari e i militanti,
o ce la fanno gli altri, quelli che
urlano e odiano e che hanno da
ridire sempre».
«Noi non siamo come dice Di Battista:
io rivendico l'onestà del Pd, la
bandiera dell'onestà non appartiene
al M5s», ha aggiunto il segretario
del Pd. «Sui rimborsi il punto
centrale non è la somma, perché il Pd
ha fatto risparmiare non 20 milioni
in diversi anni ma in un anno 38
milioni, ma il fatto che loro
pensano che la gente crede a tutto
quello che dicono loro», ha
proseguito Renzi. «Dobbiamo fare un passo
in avanti per non continuare con la
logica dello spread, con il
rischio di fare la fine della
Grecia. Se lo facciamo, scommettiamo
sugli italiani», ha detto ancora
l'ex premier.
«Ora sulla sicurezza siamo sotto
attacco, nessuno che dica che quel
potenziale serial killer non ha
sparato solo a questi ragazzi ma anche
alla sede del Pd. Di fronte a questi
eventi», ha proseguito, «è
sconvolgente che il Paese non si
unisca e non si metta insieme e dica:
dobbiamo dare tutti una mano al
governo e al ministro. E invece
polemiche contro il Pd, il governo,
Minniti. Il Pd», ha concluso, «è
con quelli che rifiutano la
violenza, l'odio e il rancore. Sulla
sicurezza non abbiamo nulla di cui
vergognarci».
Alghero -
Aperta la campagna elettorale del Pd: I candidati: «Niente
promesse
facili»
Grande partecipazione all'avvio
della campagna elettorale del Pd,
lunedì all'hotel Catalunya, dove
sono stati presentati i candidati
Silvio Lai, Gianfranco Ganau e
Gavino Manca.
A fare gli onori di casa è stato il
segretario cittadino dei
democratici Mario Salis, che ha
rappresentato la squadra proposta dal
Pd come «la più preparata e
significativa per il territorio». Il
sindaco Mario Bruno ha rappresentato
i dati e i numeri che, a suo
giudizio, confermano l'attenzione di
governo e regione nei confronti
della città che amministra.
«Mai come in questi anni – è stato
detto -
Alghero ha ottenuto importanti
risorse grazie al lavoro di squadra di
parlamentari, consiglieri regionali
e giunta comunale». Infine
l'appello per il voto del 4 marzo.
«Non si possono lasciare le sorti
del governo nelle mani di chi ha
portato l'Italia ad una situazione di
crisi che ci aveva visto perdere
ogni tipo di credibilità in Europa -
hanno detto i tre candidati - Ma
allo stesso tempo non ci si può
affidare a chi un giorno dice di
voler uscire dall'UE e il giorno dopo
cambia idea, a chi fa
dell'incompetenza un requisito per poter fare
politica. Niente promesse facili, dunque,
ma la necessità di parlare e
proporre cose concrete». (c. fi.)
La
Nuova
Milia, il
pm parla il 22 marzo Udienza rinviata per Udc e Pd
CAGLIARILa posizione processuale di
Sergio Milia, l'ex assessore
regionale ai Beni culturali imputato
di peculato nel procedimento per
l'uso illegale dei fondi ai gruppi,
sarà discussa il 22 marzo, quando
prenderà la parola il pm Marco
Cocco. Milia è il solo tra gli ex
consiglieri dell'Udc ad aver scelto
il giudizio abbreviato
condizionato all'esame di un
testimone. Per tutti gli altri il gup
Giovanni Massidda deciderà sul
rinvio a giudizio sia il 22 marzo che
il successivo 29.
I loro nomi: Silvestro Ladu (già
condannato nella
prima inchiesta), Pasquale Onida ed
Eugenio Murgioni tutti di Fortza
Paris. Mentre per l'Udc ci sono
Roberto Capelli, Giorgio Oppi, Sergio
Obinu, Renato Lai, Sergio Marracini,
Franco Cuccu, Tore Amadu,
Gianfranco Cappai, Andrea
Biancareddu, Alberto e Vittorio Randazzo.E'
saltata anche l'udienza preliminare
che riguarda il gruppo del Pd e
quello di Progetto Sardegna
(legislature 2004-2009), la cui posizione
doveva essere trattata nella stessa
udienza preliminare di ieri
mattina.
Il giudice Massidda ha fissato il
nuovo appuntamento per il
12 aprile. Sono imputati di peculato
gli ex consiglieri regionali
Silvio Lai, Siro Marrocu, Tarcisio
Agus, Antonio Biancu, Mario Bruno,
Giuseppe Cuccu, Mariuccia Cocco,
Ignazio Calledda, Elia Corda,
Angelina Corrias, Carmelo Cachia,
Renato Cugini, Vincenzo Floris,
Alessandro Frau, Giovanni Giagu,
Gianluigi Gessa, Gavino Manca,
Salvatore Mattana, Giovanni Battista
Orrù, Stefano Pinna, Giuseppe
Pirisi, Nazareno Pacifico, Chicco
Porcu, Francesco Sabatini, Simonetta
Sanna, Beniamino Scarpa, Giacomo
Spissu, Alberto Sanna, Giovanni Tocco
e Giommaria Uggias.
Nuovi
ingressi in consiglio
Meloni al
posto di Demontis Nell'Udc debutto di Sechi
CAGLIARI
Due nuovi consiglieri regionali per
il Partito democratico e l'Udc. Il
primo è Valerio Meloni, che nei
banchi del centrosinistra sostituirà
Salvatore Demontis. Un cambio della
guardia resosi necessario dopo le
dimissioni di Demontis, nominato nel
frattempo direttore del Consorzio
industriale di Sassari.
Valerio Meloni, che è stato già
consigliere
nella XIV legislatura e da mesi
nello staff dell'assessore
all'agricoltura Pierluigi Caria, fa
parte della corrente dei
popolari-riformisti, mentre Demontis
è un soriano. Tra l'altro è
firmata proprio dal consigliere
dimissionario una delle proposte di
legge sull'urbanistica ancora ferme
in commissione.
La seconda
sostituzione è purtroppo legata alla
scomparsa, una decina di giorni
fa, di Peppino Pinna, storico e
appassionato consigliere regionali
dell'Udc e, tra l'altro come
ricordato dal presidente Gianfranco
Ganau, «era una persona ben voluta
da tutti». Al suo posto subentrerà
Gian Filippo Sechi, primo dei non
eletti per la lista dello Scudo
crociato.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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