Unione
Sarda
I
vitalizi dell'onorevole agli studenti LA STORIA. Dirigente del Pci nel
testamento ha scritto: «I miei soldi vanno ai giovani meritevoli» L'ex
consigliere Francesco Cocco ha lasciato 450mila euro all'Ersu
Lascia piacevolmente stupiti, in un
momento storico in cui si discute di bonifici, rendite a vita, pensioni dei
politici, restituzione alle micro imprese, raccontare la bella storia di
Francesco Cocco. Intellettuale, comunista, dirigente del Pci, consigliere
regionale e assessore alla Cultura con la Giunta guidata da Mario Melis ha traslato
il rigore morale anche dopo la morte destinando i vitalizi per i suoi incarichi
regionali agli studenti universitari più bisognosi e meritevoli. Nei giorni
scorsi Anna Maria Pisano («Mia compagna di vita», scrive Cocco nel testamento
olografo), il presidente dell'Ersu Gian Michele Camoglio e l'esecutrice testamentaria
Aurora Puddu si sono incontrati nella sede di via Sassari dell'Ente regionale
allo studio per definire l'impiego dei circa 450 mila euro, tra conto corrente
e titoli.
IL RIGORE Grande studioso di Antonio
Gramsci, professore universitario, mai un commento fuori luogo. Francesco
Cocco, morto la sera di Natale dell'anno scorso a 81 anni, era un punto di
riferimento morale e culturale non solo per i giovani. E ai suoi allievi citava
spesso una frase del grande uomo politico di Ales: «Studiate, perché avremo
bisogno di tutta la vostra intelligenza».
Da brillante intellettuale ha sempre
avuto ben presente che il futuro si costruisce solo in funzione dei giovani. Un
concetto che Cocco ha coltivato durante la sua brillante carriera politica,
tramutandolo in atto concreto. Nel testamento che ha scritto a mano il 5 marzo
2015 dispone che «i vitalizi derivantimi dalla mia attività di consigliere regionale»
vadano all'Ersu. Circa 300 mila euro immediatamente disponibili. In un altro
punto del lascito Cocco stabilisce che la nuda proprietà di alcuni titoli in
usufrutto alla compagna vada all'Ersu «con la finalità di istituire, alla
scomparsa di Anna Maria, delle borse di studio di specializzazione dopo la
laurea da destinare ai giovani laureati che non hanno i mezzi economici per
proseguire gli studi».
I SOLDI DEI SARDI Anna Maria Pisano,
la compagna di vita, a stento riesce a trattenere l'emozione. «Diceva sempre
che molti dei suoi risparmi erano soldi del popolo sardo e ai sardi dovevano
tornare». Ai più bravi e ai più poveri. «Francesco veniva da una famiglia che
ha dovuto superare con molti sacrifici le difficoltà. La madre era rimasta
vedova quando aveva appena quattro anni». Cocco aveva il culto del merito. «Non
sopportava pelandroni e cialtroni - afferma Anna Maria Pisano - per questo ha
stabilito che le somme dovevano essere destinate ai più preparati». In totale
circa 350 mila euro che potrebbero aumentare: «Quel che
residua di liquidi e titoli va in prima proprietà ad Anna Maria che dovrà
destinarlo in opere di beneficenza a persone veramente meritevoli (lei sa cosa
intendo per meritevoli)».
LE BORSE DI STUDIO Al presidente
Gian Michele Camoglio spetta il compito di fissare le modalità di assegnazione
delle borse di studio. «Mi fa particolarmente piacere che
una parte del testamento sia destinata ai giovani laureati che purtroppo non
hanno grandi garanzie. Quei soldi saranno utilizzati per aiutare in modo
concreto gli studenti con master universitari o corsi di specializzazione».
Ancora da definire i criteri di assegnazione delle borse di studio.
«Prima dobbiamo elaborare come
acquisire il lascito testamentario. Inizialmente avevamo pensato alla
possibilità di ristrutturare la biblioteca degli studenti di via Trentino.
Pensiamo però – conclude Camoglio - che sarebbe più opportuno costituire un
fondo che aiuti gli studenti più meritevoli e bisognosi». Come avrebbe voluto
Francesco Cocco.
Andrea Artizzu
La
campagna di Gentiloni. E Grasso vede Corbyn. Berlusconi: «Gli ex M5S con noi» «Il Pd
unico pilastro per le riforme»
MILANO «L'unico pilastro per questa
seconda stagione di riforme è il
Partito democratico con i suoi
alleati. Questa è l'unica possibile
strada per un'Italia che va avanti».
Lo ha detto il premier Paolo
Gentiloni , durante l'iniziativa
“Periferie al centro” al Teatro di
Milano con il candidato presidente
alla Regione Lombardia Giorgio
Gori. «Non deve essere - ha aggiunto
- un impegno solo di una
stagione. Non è una storia che è
finita con la legge di bilancio di
quest'anno, è una storia che
continua. Sappiamo perfettamente che
questo non è il tempo delle favole,
che questo è il tempo di
dimostrare di saper agire o almeno
di mettercela tutta».
Un incontro per discutere di
giovani, disuguaglianze e rischio per la
democrazia rappresentato dalle nuove
destre.
È quello avvenuto oggi a
Londra tra il presidente del Senato
e candidato di LeU Pietro Grasso e
il leader del partito laburista
britannico Jeremy Corbyn. «Il leader
laburista sta raccogliendo grandi
consensi tra i giovani in Gran
Bretagna, perché ricorda a tutti
quale sia la grande questione dei
nostri tempi: le disuguaglianze che,
ormai intollerabili, mettono a
rischio le fondamenta della
democrazia e permettono alle peggiori
destre di farsi spazio nella
società. Con Corbyn condividiamo le idee
necessarie per combatterle», ha
commentato Grasso su Facebook.
Silvio Berlusconi pronto ad
accogliere il sostegno di deputati e
senatori cosiddetti responsabili?
«Non si dice mai di no a chi
sottoscrive il nostro programma, si
tratterebbe di responsabili», ha
detto il leader di Forza Italia a
Corriere.it. Quindi accoglierebbe
pure candidati ex cinque stelle?
«Sì, perchè sono tutti presi a
casaccio. E poi saremmo molto
convenienti per loro, perchè potrebbero
incassare l'indennità parlamentare
in tutta la loro integrità. Ma
spero di non aver bisogno di tutto
questo, perchè il centrodestra avrà
la maggioranza sia alla Camera che
al Senato», assicura l'ex premier.
Strade diverse ma tutti i partiti
puntano su una minore pressione contributiva
Tra flat tax e tutela delle
famiglie, strategie per una nuova fiscalità
Fiscalità di vantaggio, abolizione
degli studi di settore, interventi
sul lavoro e una riduzione sensibile
delle tasse per la famiglia. I
candidati propongono la propria
ricetta per risolvere i problemi
legati alla tassazione, uno dei temi
caldi della campagna elettorale.
«TASSA GIUSTA» Il candidato di Forza
Italia alla Camera, Pietro
Pittalis, parla della Flat tx,
definendola «una rivoluzione fiscale.
Sarà in grado di far ripartire
l'economia delle imprese e delle
famiglie». Sulla stessa linea Emilio
Floris, candidato al Senato: «È
una tassa giusta e riduce l'evasione
fiscale».
Chiara Contu, candidata
per Fratelli d'Italia al Senato, è
convinta che non si possa
«continuare con un'imposizione
fiscale così alta. Serve una tassazione
unica». L'obiettivo anche in questo
caso è una Flat tax, applicata «su
quanto si guadagna in più rispetto
agli studi di settore».
MISURE MIRATE «Gli ultimi governi di
centrosinistra hanno previsto
interventi nei settori in cui c'era
più bisogno». Rosanna Mura,
candidata del Partito democratico al
Senato, difende l'operato di
Renzi e Gentiloni: «Penso agli 80
euro o al bonus bebè, tutti
provvedimenti fiscali ma con
carattere sociale, oppure agli interventi
per sgravare le imprese che
assumono».
La pressione fiscale è
«eccessiva ma è quello che il Paese
deve sostenere». Infine una
stoccata agli avversari: «Il Pd non
fa promesse, ma proposte».
5 STELLE La candidata alla Camera
per il Movimento 5 Stelle, Emanuela
Corda , propone due interventi:
«Abolizione degli studi di settore e
fiscalità di vantaggio». Corda
ricorda poi l'idea del Movimento 5
Stelle di «favorire l'accesso al
credito, attraverso l'istituzione di
una banca pubblica per gli
investimenti». Infine, oltre al «reddito di
cittadinanza e un buon funzionamento
delle agenzie interinali», la
penstastellata punta sui Porti
franchi: «A Cagliari c'è il progetto,
ma non è mai stato avviato».
LE PROPOSTE Prima di intervenire
sulla tassazione è meglio «dare
maggiore garanzia al mondo del
lavoro». Lo pensa Giovanni Nuscis,
candidato di Potere al popolo per il
Senato, contrario alla Flat tax
ma a favore di «un intervento di
grande portata per i disoccupati».
Bustianu Cumpostu, candidato di
Autodeterminatzione al Senato, si
sofferma sulla Zona Franca: «Quella
propagandata da qualcuno è
inapplicabile e non c'entra nulla
con la Sardegna». Cumpostu poi
propone la «riduzione di Iva e
Irpef, perché il risultato economico
sarebbe migliore rispetto al costo
dell'operazione».
IL FATTORE FAMIGLIA Per il candidato
del Popolo della famiglia,
Michele Atzeni, uno dei temi
cruciali è «l'introduzione del fattore
famiglia o quoziente familiare». Si
tratta di un provvedimento di
«defiscalizzazione per le famiglie,
soprattutto quelle monoreddito».
Tra le altre misure è prevista «la
partita Iva familiare, la tutela
fiscale delle piccole e medie
imprese familiari e per quelle che
assumono in aree disagiate o
soggette a calamità naturali». Il
candidato del Partito comunista alla
Camera, Giannetto Soi, è
lapidario: «Ridurre le tasse per i
lavoratori e tassare i grandi
patrimoni».
Matteo Sau
«Gli
sbarchi sono una minaccia» Allarme terrorismo sulle rotte
dall'Algeria
verso la Sardegna
Frontex:
fanatici tra i migranti, ma nessun caso accertato. Gli
esperti:
attenzione massima
I «flussi migratori» da Algeria e
Tunisia verso l'Isola potrebbero
rappresentare «una minaccia per la
sicurezza». Tra i disperati che
lasciano il proprio Paese per arrivare
in Europa potrebbero
nascondersi terroristi e foreign
fighters, i combattenti stranieri. È
l'allarme lanciato ieri da Fabrice
Leggeri, direttore esecutivo di
Frontex, l'Agenzia europea che
coordina le missioni di pattugliamento
delle frontiere degli Stati membri
dell'Unione europea. A Bruxelles il
dirigente ha spiegato che «nel 2017
abbiamo osservato lo sviluppo di
piccoli flussi» da quei due Paesi
«verso la Sardegna e le coste
occidentali dell'Italia»: corridoi
che destano preoccupazione perché
«in precedenza sfuggiti alle maglie
dei controlli». Così «Frontex ha
rafforzato attività di controllo e
capacità di intercettazione per
evitare il rientro dei combattenti»
nascosti tra i migranti, anche se
«non ci sono casi documentati».
IN SARDEGNA Il quadro collima con le
indagini svolte nell'Isola dai
massimi esperti di antiterrorismo:
la rotta che, via mare, collega
Algeria e Sardegna, principalmente
il Sulcis, è «come un'autostrada»
sulla quale può transitare
«chiunque». Dunque il rischio che sbarchi
qualche fanatico che voglia portare
in Italia il “jihad”, la guerra
santa agli infedeli, è da tenere in
considerazione anche se «al
momento» non sono stati colti
segnali che indichino la presenza di
“foreign fighters” sulle
imbarcazioni salpate dal nordafrica. Del
resto è «difficile viaggiare in
quelle condizioni», con natanti
improvvisati e il rischio «di
morire».
In ogni caso «l'attenzione
resta altissima», anche perché altri
«corridoi» sono quasi chiusi
(dalla Libia) e i viaggi da Algeria
e Tunisia «sono più importanti,
seppure per ora non siano aumentati»
rispetto al passato.
«UNA MINACCIA» La situazione
riguardo i viaggi verso l'Italia secondo
Leggeri «è migliorata ed è sotto
controllo» ma «non è risolta». La
riduzione delle partenze dalla Libia
e il contestuale aumento di
quelle dall'Algeria «non è
abbastanza per pensare a una deviazione
delle rotte ma è un fenomeno che
deve essere affrontato, perché
potrebbe anche costituire una
minaccia per la sicurezza: non possono
esserci flussi non rilevati».
«PAZZI» Gli algerini, spiegano gli
esperti sardi di antiterrorismo,
partono principalmente dalla città
di Hannaba. Il viaggio su barche
piccole e instabili non è sicuro e
le organizzazioni che reclutano
adepti pronti al sacrificio
difficilmente rischierebbero di perdere in
mare i propri uomini, «ma i pazzi
possono farlo. Molti ideatori di
attentati sono improvvisati».
Dunque, controlli a maglie strettissime.
In Sardegna è aperta un'inchiesta su
una struttura organizzata che fa
capo a cittadini mediorientali con
lo scopo di reperire fondi
destinati a finanziare la
sollevazione armata; è in corso a Sassari il
processo a cittadini pakistani
accusati di strage, associazione a
delinquere, terrorismo,
favoreggiamento dell'immigrazione clandestina,
sequestro di persona, attentati,
propaganda religiosa; lo scorso
dicembre un algerino è stato portato
nel carcere di Nuoro perché
accusato di «apologia con finalità
di terrorismo» per aver fatto
proclami sul jihad nei sermoni in
carcere a Sassari; a maggio a
Cagliari era stata perquisita
l'abitazione di uno studente sospettato
di essersi avvicinato ad ambienti
dell'islamismo radicale vicini
all'Isis. Insomma: la Sardegna non è
immune dal pericolo. Ma i
controlli sono incisivi.
I NUMERI Secondo Frontex, sono 5
mila i foreign fighters andati a
combattere. Il 30 per cento è
tornato (o ha provato a farlo)
nell'Unione europea da dove, nel
2017, sono stati «rimpatriati 150
mila immigrati irregolari». Un
numero «inferiore» del 14 per cento a
quello del 2016. Per «migliorare»
servono «risorse e personale».
Andrea Manunza
La
Nuova
Careddu:
ora Air Italy sviluppi le rotte nell'isola
La
Regione pensa a un network che comprenda i tre aeroporti sardi
Ma resta
alta l'attenzione su Maintenance e sul destino dei 397 esuberi
di Luca Rojch
SASSARI
L'entusiasmo rimane alto, ma
l'assessore ai Trasporti Carlo Careddu
non abbandona la solita misurata
prudenza. La nascita di Air Italy,
con il maxi investimento del Qatar,
apre nuove prospettive non solo
per la compagnia, ma per il sistema
dei trasporti nell'isola. Careddu
fa capire in modo chiaro che dalla
nuova società si aspetta un impegno
concreto sull'intero sistema
Sardegna. E spera che una parte
importante del piano di sviluppo di
Air Italy veda l'isola come
protagonista. Network Sardegna.
Nell'idea della Regione c'è non solo
che Air Italy diventi il primo
vettore italiano. Ma che sviluppi il
suo hub corto raggio in Sardegna in
un ottica che abbia come punto di
riferimento i tre aeroporti. «Non
nego che sugli aspetti della
continuità territoriale una
attenzione di Air Italy sarebbe importante
- spiega l'assessore Careddu -. Ma
auspichiamo che ci sia interesse
anche per altri collegamenti».
Vigilanza. La Regione da una parte
esulta per la soluzione di una delle
vertenze industriali più
complicate degli ultimi anni.
Meridiana nel 2014 era a un passo dal
crack con 1400 lavoratori dichiarati
in esubero e senza una reale
soluzione per una compagnia con una
decina di aerei vecchi di 30 anni
e costi di gestione fuori mercato.
Ma Careddu resta vigile sul futuro
della nuova Air Italy. «Il punto
centrale è vigilare e controllare
tutta la attività di sviluppo del
piano industriale - spiega
l'assessore - perché Air Italy
investa in Sardegna. È vero che
manterrà la sede e il cuore a Olbia,
come da noi richiesto, ma non ci
bastano gli uffici. Vogliamo uno
sviluppo diretto in Sardegna che
guardi alla continuità territoriale
e punti su nuovi collegamenti. E
che il personale continui a crescere
in Sardegna, C'è poi l'aspetto di
Meridiana Maintenance, che si occupa
della manutenzione degli aerei.
Con 50 nuovi mezzi e quelli che
potrebbe portare direttamente Qatar
Airways il lavoro non manca. Credo
che questo debba restare un asset
fondamentale della società. Ci sono
anche i 397 esuberi, che per noi
devono rientare nel perimetro
aziendale.
Chiederemo un incontro con i
vertici di Air Italy proprio per
avere un confronto sul piano
industriale e su questi punti».Il
sindaco. Anche il sindaco di Olbia,
Settimo Nizzi, non nasconde la
soddisfazione per il salvataggio di
Meridiana. «Questo passaggio è
fondamentale, perché si pone fine a una
vertenza infinita - spiega Nizzi -.
Si pone fine a controversie
sindacali, territoriali e personali.
Una vicenda complessa e
lunghissima che ha avuto costi
drammatici per quanto riguarda l'Aga
Khan, la Gallura e Olbia. Abbiamo
raggiunto un obiettivo fondamentale:
mantenere la sede e il cuore della
società a Olbia.
Non era possibile
pensare di avere in città anche
l'hub internazionale, ma è necessario
che la società continui a tenere
presente la centralità del nostro
territorio per il suo sviluppo
futuro». Il salvataggio. È innegabile
che la politica ha avuto un ruolo
fondamentale nel salvataggio di
Meridiana. In particolare il filo
diretto che si è creato tra il
Qatar, con forti investimenti in
Sardegna e alcuni esponenti di giunta
e governo. Non solo il ministro
Graziano Delrio e l'assessore Careddu.
Anche il deputato del Pd Gian Piero
Scanu ha lavorato in questi anni
per convincere il Qatar della bontà
dell'affare Meridiana. Anche
grazie al canale privilegiato con i
vertici dell'emirato che si erano
creati negli anni dopo l'operazione
Mater Olbia.
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento