mercoledì 21 febbraio 2018

Rassegna stampa 21 Febbraio 2018


Unione Sarda

I vitalizi dell'onorevole agli studenti LA STORIA. Dirigente del Pci nel testamento ha scritto: «I miei soldi vanno ai giovani meritevoli» L'ex consigliere Francesco Cocco ha lasciato 450mila euro all'Ersu

Lascia piacevolmente stupiti, in un momento storico in cui si discute di bonifici, rendite a vita, pensioni dei politici, restituzione alle micro imprese, raccontare la bella storia di Francesco Cocco. Intellettuale, comunista, dirigente del Pci, consigliere regionale e assessore alla Cultura con la Giunta guidata da Mario Melis ha traslato il rigore morale anche dopo la morte destinando i vitalizi per i suoi incarichi regionali agli studenti universitari più bisognosi e meritevoli. Nei giorni scorsi Anna Maria Pisano («Mia compagna di vita», scrive Cocco nel testamento olografo), il presidente dell'Ersu Gian Michele Camoglio e l'esecutrice testamentaria Aurora Puddu si sono incontrati nella sede di via Sassari dell'Ente regionale allo studio per definire l'impiego dei circa 450 mila euro, tra conto corrente e titoli.

IL RIGORE Grande studioso di Antonio Gramsci, professore universitario, mai un commento fuori luogo. Francesco Cocco, morto la sera di Natale dell'anno scorso a 81 anni, era un punto di riferimento morale e culturale non solo per i giovani. E ai suoi allievi citava spesso una frase del grande uomo politico di Ales: «Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza».

Da brillante intellettuale ha sempre avuto ben presente che il futuro si costruisce solo in funzione dei giovani. Un concetto che Cocco ha coltivato durante la sua brillante carriera politica, tramutandolo in atto concreto. Nel testamento che ha scritto a mano il 5 marzo 2015 dispone che «i vitalizi derivantimi dalla mia attività di consigliere regionale» vadano all'Ersu. Circa 300 mila euro immediatamente disponibili. In un altro punto del lascito Cocco stabilisce che la nuda proprietà di alcuni titoli in usufrutto alla compagna vada all'Ersu «con la finalità di istituire, alla scomparsa di Anna Maria, delle borse di studio di specializzazione dopo la laurea da destinare ai giovani laureati che non hanno i mezzi economici per proseguire gli studi».

I SOLDI DEI SARDI Anna Maria Pisano, la compagna di vita, a stento riesce a trattenere l'emozione. «Diceva sempre che molti dei suoi risparmi erano soldi del popolo sardo e ai sardi dovevano tornare». Ai più bravi e ai più poveri. «Francesco veniva da una famiglia che ha dovuto superare con molti sacrifici le difficoltà. La madre era rimasta vedova quando aveva appena quattro anni». Cocco aveva il culto del merito. «Non sopportava pelandroni e cialtroni - afferma Anna Maria Pisano - per questo ha stabilito che le somme dovevano essere destinate ai più preparati». In totale circa 350 mila euro che potrebbero aumentare: «Quel che residua di liquidi e titoli va in prima proprietà ad Anna Maria che dovrà destinarlo in opere di beneficenza a persone veramente meritevoli (lei sa cosa intendo per meritevoli)».

LE BORSE DI STUDIO Al presidente Gian Michele Camoglio spetta il compito di fissare le modalità di assegnazione delle borse di studio. «Mi fa particolarmente piacere che una parte del testamento sia destinata ai giovani laureati che purtroppo non hanno grandi garanzie. Quei soldi saranno utilizzati per aiutare in modo concreto gli studenti con master universitari o corsi di specializzazione». Ancora da definire i criteri di assegnazione delle borse di studio.

«Prima dobbiamo elaborare come acquisire il lascito testamentario. Inizialmente avevamo pensato alla possibilità di ristrutturare la biblioteca degli studenti di via Trentino. Pensiamo però – conclude Camoglio - che sarebbe più opportuno costituire un fondo che aiuti gli studenti più meritevoli e bisognosi». Come avrebbe voluto Francesco Cocco.

Andrea Artizzu


La campagna di Gentiloni. E Grasso vede Corbyn. Berlusconi: «Gli ex M5S con noi»  «Il Pd unico pilastro per le riforme»

MILANO «L'unico pilastro per questa seconda stagione di riforme è il
Partito democratico con i suoi alleati. Questa è l'unica possibile
strada per un'Italia che va avanti». Lo ha detto il premier Paolo
Gentiloni , durante l'iniziativa “Periferie al centro” al Teatro di
Milano con il candidato presidente alla Regione Lombardia Giorgio
Gori. «Non deve essere - ha aggiunto - un impegno solo di una
stagione. Non è una storia che è finita con la legge di bilancio di
quest'anno, è una storia che continua. Sappiamo perfettamente che
questo non è il tempo delle favole, che questo è il tempo di
dimostrare di saper agire o almeno di mettercela tutta».
Un incontro per discutere di giovani, disuguaglianze e rischio per la
democrazia rappresentato dalle nuove destre.

È quello avvenuto oggi a
Londra tra il presidente del Senato e candidato di LeU Pietro Grasso e
il leader del partito laburista britannico Jeremy Corbyn. «Il leader
laburista sta raccogliendo grandi consensi tra i giovani in Gran
Bretagna, perché ricorda a tutti quale sia la grande questione dei
nostri tempi: le disuguaglianze che, ormai intollerabili, mettono a
rischio le fondamenta della democrazia e permettono alle peggiori
destre di farsi spazio nella società. Con Corbyn condividiamo le idee
necessarie per combatterle», ha commentato Grasso su Facebook.
Silvio Berlusconi pronto ad accogliere il sostegno di deputati e
senatori cosiddetti responsabili?

«Non si dice mai di no a chi
sottoscrive il nostro programma, si tratterebbe di responsabili», ha
detto il leader di Forza Italia a Corriere.it. Quindi accoglierebbe
pure candidati ex cinque stelle? «Sì, perchè sono tutti presi a
casaccio. E poi saremmo molto convenienti per loro, perchè potrebbero
incassare l'indennità parlamentare in tutta la loro integrità. Ma
spero di non aver bisogno di tutto questo, perchè il centrodestra avrà
la maggioranza sia alla Camera che al Senato», assicura l'ex premier.

Strade diverse ma tutti i partiti puntano su una minore pressione contributiva
Tra flat tax e tutela delle famiglie, strategie per una nuova fiscalità

Fiscalità di vantaggio, abolizione degli studi di settore, interventi
sul lavoro e una riduzione sensibile delle tasse per la famiglia. I
candidati propongono la propria ricetta per risolvere i problemi
legati alla tassazione, uno dei temi caldi della campagna elettorale.
«TASSA GIUSTA» Il candidato di Forza Italia alla Camera, Pietro
Pittalis, parla della Flat tx, definendola «una rivoluzione fiscale.
Sarà in grado di far ripartire l'economia delle imprese e delle
famiglie». Sulla stessa linea Emilio Floris, candidato al Senato: «È
una tassa giusta e riduce l'evasione fiscale».

Chiara Contu, candidata
per Fratelli d'Italia al Senato, è convinta che non si possa
«continuare con un'imposizione fiscale così alta. Serve una tassazione
unica». L'obiettivo anche in questo caso è una Flat tax, applicata «su
quanto si guadagna in più rispetto agli studi di settore».
MISURE MIRATE «Gli ultimi governi di centrosinistra hanno previsto
interventi nei settori in cui c'era più bisogno». Rosanna Mura,
candidata del Partito democratico al Senato, difende l'operato di
Renzi e Gentiloni: «Penso agli 80 euro o al bonus bebè, tutti
provvedimenti fiscali ma con carattere sociale, oppure agli interventi
per sgravare le imprese che assumono».

La pressione fiscale è
«eccessiva ma è quello che il Paese deve sostenere». Infine una
stoccata agli avversari: «Il Pd non fa promesse, ma proposte».
5 STELLE La candidata alla Camera per il Movimento 5 Stelle, Emanuela
Corda , propone due interventi: «Abolizione degli studi di settore e
fiscalità di vantaggio». Corda ricorda poi l'idea del Movimento 5
Stelle di «favorire l'accesso al credito, attraverso l'istituzione di
una banca pubblica per gli investimenti». Infine, oltre al «reddito di
cittadinanza e un buon funzionamento delle agenzie interinali», la
penstastellata punta sui Porti franchi: «A Cagliari c'è il progetto,
ma non è mai stato avviato».

LE PROPOSTE Prima di intervenire sulla tassazione è meglio «dare
maggiore garanzia al mondo del lavoro». Lo pensa Giovanni Nuscis,
candidato di Potere al popolo per il Senato, contrario alla Flat tax
ma a favore di «un intervento di grande portata per i disoccupati».
Bustianu Cumpostu, candidato di Autodeterminatzione al Senato, si
sofferma sulla Zona Franca: «Quella propagandata da qualcuno è
inapplicabile e non c'entra nulla con la Sardegna». Cumpostu poi
propone la «riduzione di Iva e Irpef, perché il risultato economico
sarebbe migliore rispetto al costo dell'operazione».

IL FATTORE FAMIGLIA Per il candidato del Popolo della famiglia,
Michele Atzeni, uno dei temi cruciali è «l'introduzione del fattore
famiglia o quoziente familiare». Si tratta di un provvedimento di
«defiscalizzazione per le famiglie, soprattutto quelle monoreddito».
Tra le altre misure è prevista «la partita Iva familiare, la tutela
fiscale delle piccole e medie imprese familiari e per quelle che
assumono in aree disagiate o soggette a calamità naturali». Il
candidato del Partito comunista alla Camera, Giannetto Soi, è
lapidario: «Ridurre le tasse per i lavoratori e tassare i grandi
patrimoni».
Matteo Sau

«Gli sbarchi sono una minaccia» Allarme terrorismo sulle rotte
dall'Algeria verso la Sardegna
Frontex: fanatici tra i migranti, ma nessun caso accertato. Gli
esperti: attenzione massima

I «flussi migratori» da Algeria e Tunisia verso l'Isola potrebbero
rappresentare «una minaccia per la sicurezza». Tra i disperati che
lasciano il proprio Paese per arrivare in Europa potrebbero
nascondersi terroristi e foreign fighters, i combattenti stranieri. È
l'allarme lanciato ieri da Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di
Frontex, l'Agenzia europea che coordina le missioni di pattugliamento
delle frontiere degli Stati membri dell'Unione europea. A Bruxelles il
dirigente ha spiegato che «nel 2017 abbiamo osservato lo sviluppo di
piccoli flussi» da quei due Paesi «verso la Sardegna e le coste
occidentali dell'Italia»: corridoi che destano preoccupazione perché
«in precedenza sfuggiti alle maglie dei controlli». Così «Frontex ha
rafforzato attività di controllo e capacità di intercettazione per
evitare il rientro dei combattenti» nascosti tra i migranti, anche se
«non ci sono casi documentati».

IN SARDEGNA Il quadro collima con le indagini svolte nell'Isola dai
massimi esperti di antiterrorismo: la rotta che, via mare, collega
Algeria e Sardegna, principalmente il Sulcis, è «come un'autostrada»
sulla quale può transitare «chiunque». Dunque il rischio che sbarchi
qualche fanatico che voglia portare in Italia il “jihad”, la guerra
santa agli infedeli, è da tenere in considerazione anche se «al
momento» non sono stati colti segnali che indichino la presenza di
“foreign fighters” sulle imbarcazioni salpate dal nordafrica. Del
resto è «difficile viaggiare in quelle condizioni», con natanti
improvvisati e il rischio «di morire».

In ogni caso «l'attenzione
resta altissima», anche perché altri «corridoi» sono quasi chiusi
(dalla Libia) e i viaggi da Algeria e Tunisia «sono più importanti,
seppure per ora non siano aumentati» rispetto al passato.
«UNA MINACCIA» La situazione riguardo i viaggi verso l'Italia secondo
Leggeri «è migliorata ed è sotto controllo» ma «non è risolta». La
riduzione delle partenze dalla Libia e il contestuale aumento di
quelle dall'Algeria «non è abbastanza per pensare a una deviazione
delle rotte ma è un fenomeno che deve essere affrontato, perché
potrebbe anche costituire una minaccia per la sicurezza: non possono
esserci flussi non rilevati».

«PAZZI» Gli algerini, spiegano gli esperti sardi di antiterrorismo,
partono principalmente dalla città di Hannaba. Il viaggio su barche
piccole e instabili non è sicuro e le organizzazioni che reclutano
adepti pronti al sacrificio difficilmente rischierebbero di perdere in
mare i propri uomini, «ma i pazzi possono farlo. Molti ideatori di
attentati sono improvvisati». Dunque, controlli a maglie strettissime.

In Sardegna è aperta un'inchiesta su una struttura organizzata che fa
capo a cittadini mediorientali con lo scopo di reperire fondi
destinati a finanziare la sollevazione armata; è in corso a Sassari il
processo a cittadini pakistani accusati di strage, associazione a
delinquere, terrorismo, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina,
sequestro di persona, attentati, propaganda religiosa; lo scorso
dicembre un algerino è stato portato nel carcere di Nuoro perché
accusato di «apologia con finalità di terrorismo» per aver fatto
proclami sul jihad nei sermoni in carcere a Sassari; a maggio a
Cagliari era stata perquisita l'abitazione di uno studente sospettato
di essersi avvicinato ad ambienti dell'islamismo radicale vicini
all'Isis. Insomma: la Sardegna non è immune dal pericolo. Ma i
controlli sono incisivi.

I NUMERI Secondo Frontex, sono 5 mila i foreign fighters andati a
combattere. Il 30 per cento è tornato (o ha provato a farlo)
nell'Unione europea da dove, nel 2017, sono stati «rimpatriati 150
mila immigrati irregolari». Un numero «inferiore» del 14 per cento a
quello del 2016. Per «migliorare» servono «risorse e personale».
Andrea Manunza

La Nuova

Careddu: ora Air Italy sviluppi le rotte nell'isola
La Regione pensa a un network che comprenda i tre aeroporti sardi
Ma resta alta l'attenzione su Maintenance e sul destino dei 397 esuberi

di Luca Rojch
SASSARI
L'entusiasmo rimane alto, ma l'assessore ai Trasporti Carlo Careddu
non abbandona la solita misurata prudenza. La nascita di Air Italy,
con il maxi investimento del Qatar, apre nuove prospettive non solo
per la compagnia, ma per il sistema dei trasporti nell'isola. Careddu
fa capire in modo chiaro che dalla nuova società si aspetta un impegno
concreto sull'intero sistema Sardegna. E spera che una parte
importante del piano di sviluppo di Air Italy veda l'isola come
protagonista. Network Sardegna.

Nell'idea della Regione c'è non solo
che Air Italy diventi il primo vettore italiano. Ma che sviluppi il
suo hub corto raggio in Sardegna in un ottica che abbia come punto di
riferimento i tre aeroporti. «Non nego che sugli aspetti della
continuità territoriale una attenzione di Air Italy sarebbe importante
- spiega l'assessore Careddu -. Ma auspichiamo che ci sia interesse
anche per altri collegamenti». Vigilanza. La Regione da una parte
esulta per la soluzione di una delle vertenze industriali più
complicate degli ultimi anni. Meridiana nel 2014 era a un passo dal
crack con 1400 lavoratori dichiarati in esubero e senza una reale
soluzione per una compagnia con una decina di aerei vecchi di 30 anni
e costi di gestione fuori mercato.

Ma Careddu resta vigile sul futuro
della nuova Air Italy. «Il punto centrale è vigilare e controllare
tutta la attività di sviluppo del piano industriale - spiega
l'assessore - perché Air Italy investa in Sardegna. È vero che
manterrà la sede e il cuore a Olbia, come da noi richiesto, ma non ci
bastano gli uffici. Vogliamo uno sviluppo diretto in Sardegna che
guardi alla continuità territoriale e punti su nuovi collegamenti. E
che il personale continui a crescere in Sardegna, C'è poi l'aspetto di
Meridiana Maintenance, che si occupa della manutenzione degli aerei.
Con 50 nuovi mezzi e quelli che potrebbe portare direttamente Qatar
Airways il lavoro non manca. Credo che questo debba restare un asset
fondamentale della società. Ci sono anche i 397 esuberi, che per noi
devono rientare nel perimetro aziendale.

Chiederemo un incontro con i
vertici di Air Italy proprio per avere un confronto sul piano
industriale e su questi punti».Il sindaco. Anche il sindaco di Olbia,
Settimo Nizzi, non nasconde la soddisfazione per il salvataggio di
Meridiana. «Questo passaggio è fondamentale, perché si pone fine a una
vertenza infinita - spiega Nizzi -. Si pone fine a controversie
sindacali, territoriali e personali. Una vicenda complessa e
lunghissima che ha avuto costi drammatici per quanto riguarda l'Aga
Khan, la Gallura e Olbia. Abbiamo raggiunto un obiettivo fondamentale:
mantenere la sede e il cuore della società a Olbia.

Non era possibile
pensare di avere in città anche l'hub internazionale, ma è necessario
che la società continui a tenere presente la centralità del nostro
territorio per il suo sviluppo futuro». Il salvataggio. È innegabile
che la politica ha avuto un ruolo fondamentale nel salvataggio di
Meridiana. In particolare il filo diretto che si è creato tra il
Qatar, con forti investimenti in Sardegna e alcuni esponenti di giunta
e governo. Non solo il ministro Graziano Delrio e l'assessore Careddu.
Anche il deputato del Pd Gian Piero Scanu ha lavorato in questi anni
per convincere il Qatar della bontà dell'affare Meridiana. Anche
grazie al canale privilegiato con i vertici dell'emirato che si erano
creati negli anni dopo l'operazione Mater Olbia.

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Federico Marini
skype: federico1970ca

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