Sopra potete trovare la locandina degli incontri
che si terranno il 27/28/29, a Nuoro, per ricordare la rivolta "De su
connottu", dove il popolo s'impossessò dell'allora casa comunale, per
protestare contro la prepotenza dei ricchi.
Il motivo della rivolta è semplice da spiegare. L'origine
della protesta è da ricollegare ai provvedimenti legislativi che furono emanati
dall’allora re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Il principale, che prese in
nome di “Editto delle chiudende”, autorizzava la recinzione dei terreni che
sino ad allora erano di proprietà collettiva, e rendendoli cosi “privati” per
coloro che intendevano comprali. Non è difficile immaginare che questo era un
atto profondamente classista, perché le terre sarebbero state comprate dai “sennores”,
ovvero dai benestanti, mentre il popolo sarebbe stato ancora più povero.
Infatti, se prima i contadini ed i pastori potevano usufruirne liberamente, in
seguito sarebbero stati costretti a pagare una tassa.
Questo editto era tale e quale alle famigerate “enclosures”
inglesi, un atto con cui il Re d’Inghilterra, tra il XVII ed il XIX secolo, recintò le c.d. “terre
comuni” che altro non erano che le terre demaniali, utilizzate dai contadini e
dagli allevatori, esattamente come accadde in Sardegna. Naturalmente, i terreni
crearono grandi latifondi, che in seguito furono utilizzati ed investiti nella “Rivoluzione
Industriale”. Secondo Carl Marx, il filosofo del comunismo, le enclosures
rappresentarono il primo passo di quello che poi sarebbe diventato il
capitalismo industriale, con la conseguente nascita della classe
rivoluzionaria, ovvero il proletariato (che durante la rivoluzione industriale,
viveva in condizioni disumane)
Il popolo nuorese, tuttavia, combatté questo
sopruso e si rivoltàò contro l’infame editto. La rivolta fu guidata da una
donna, “Paskedda Zau”: oggi il circolo
indipendentista di Libe.r.u è intitolato proprio a questa donna. I rivoltosi chiedevano
il ritorno a ciò che avevano sempre conosciuto, ossia il ripristino dell'antico
sistema di gestione dei terreni (da qui il termine “su connottu”, ovvero “il
conosciuto”). Nei giorni della rivolta fu assalito il comune e furono bruciati
le documentazioni di compravendita delle terre comunali dai parte del sennores.
Tuttavia la rivolta fu sedata, in nome di quell’ingiustizia da sempre metro di
giudizio dei pimentosi e della dinastia dei savoia.
Vincenzo Maria D’Ascanio
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