La
Nuova
Cucca:
Pigliaru dà speranza alla ripresa del Pd
L'ex
segretario plaude alla decisione del governatore di tesserarsi.
Tedde,
Fi: pensa alla ricandidatura
CAGLIARI. Come l'ex ministro Carlo
Calenda anche il governatore Francesco Pigliaru ha deciso di prendere la
tessera del Pd dopo la batosta elettorale del 4 marzo. Un gesto apprezzato da
Giuseppe Luigi Cucca, che del partito è stato il segretario fino a una
settimana fa. «Grazie al presidente Pigliaru per essersi iscritto al Pd - dice
il senatore -. Il suo è un segnale di fiducia che dà speranza alla ripresa del partito
e infonde ottimismo. Come Calenda anche il nostro governatore sceglie di fare
la tessera in un momento estremamente difficile per il Partito democratico, e
per questo il suo gesto merita ancor di più apprezzamento e gratitudine».
Prima il ringraziamento a Pigliaru,
poi l'appello alle varie anime del partito. «Mi auguro che questa scelta faccia
riflettere anche i dirigenti del partito e serva a incoraggiare la ricostruzione
partendo da una rinnovata coesione e da un'assunzione di responsabilità
collettiva, che ponga le basi per la rigenerazione del Pd e del centrosinistra
- dichiara ancora Cucca -. Il nostro è un partito inclusivo, aperto a nuove
energie e al contributo di tutti coloro che possono dare un apporto utile ad
avviare un nuovo corso.
Dopo la crisi, anche quella più
buia, c'è sempre una possibilità di rinascita. Il Pd e il centrosinistra hanno
l'occasione di riprendersi da questa brutta fase e rimboccarsi le maniche per
ripartire più forti e coesi con un progetto progressista e riformista, attento
soprattutto alle fasce deboli della popolazione, che sia capace di parlare ai sardi
e di riconquistare la loro fiducia alle regionali del 2019».
Ed è proprio alle elezioni regionali
che pensa Pigliaru secondo Marco Tedde, consigliere regionale di
Forza Italia. «La decisione di prendere la tessere del Pd è il sintomo che stia
ripensando alla candidatura - dice l'ex sindaco di Alghero -. Mi sembra un indizio
forte. E questo darebbe un crisma ufficiale e definitivo ai disastri provocati
in questi 5 anni dal centrosinistra e dal Pd. È una sorta di abbraccio mortale
che non permetterà più ai dem di bluffare. Pigliaru si immedesima nel Pd e il
Pd in Pigliaru. Siamo davanti a una simbiosi mutualistica sotto il profilo
politico».
Scintille
con l'Europa Salvini: «Io non mollo»
SCONTRO
SU migrantI E ROM
ROMAIl giorno dopo la «bomba» sui
rom, il ministro dell'Interno,
Matteo Salvini, rilancia: sul
censimento «io non mollo e vado
dritto!», annuncia, postando la foto
di una casa abusiva abbattuta in
un campo Sinti.Da Bruxelles
eccepiscono: «non si può espellere un
cittadino comunitario sulla base
della sua etnia. È super chiaro che
non è legale», fanno sapere dalla Commissione
Europea. Ed anche il
commissario Ue agli affari economici
e monetari, Pierre Moscovici,
bacchetta il titolare del Viminale:
«il suo messaggio non è quello
giusto». Ma anche nel governo le
posizioni del leader della Lega
continuano a creare fibrillazioni
tanto che è lo stesso premier Conte
a intervenire direttamente.
«Qui nessuno ha in mente di fare
schedature o censimenti, che
sarebbero peraltro incostituzionali in
quanto palesemente discriminatori -
dice mezzora dopo l'annuncio di
Salvini che i due si erano parlati e
che l'intesa al governo è
«granitica» - L'obiettivo è
individuare e contrastare tutte le
situazioni di illegalità e di
degrado ovunque si verifichino, in modo
da tutelare la sicurezza di tutti i
cittadini», aggiunge, spalleggiato
dall'altro vice premier, Di Maio,
che puntualizza: «Mi fa piacere che
Salvini abbia corretto il tiro,
censimenti su base razziale non si
possono fare».
Dal canto suo Moscovici prova ad
evitare lo scontro
frontale, ma il messaggio è chiaro:
«anche se interferire negli affari
interni di un Paese, commentare
questa o quell'altra dichiarazione
scioccante o raggelante, può essere
una tentazione a cui è
estremamente difficile resistere,
resisterò con tutte le forze. Dico
che la Commissione Ue eserciterà le
sue competenze con le regole di
cui dispone. Ci sono regole in
materia economica e finanziaria ma
anche per quanto riguarda lo stato
di diritto. Sono le nostre regole
comuni e vanno rispettate da tutti».
Ed anche sul tema migranti, il
commissario europeo è duro: «il
messaggio di Salvini non è quello
giusto. Preferire il ripiegamento su
se stessi rispetto all'apertura
al mondo significa voltare le spalle
alla tradizione di ospitalità
iscritta nei valori della nostra
storia», ha spiegato Moskovici.Il
ministro comunque, aggiunge, «va
ascoltato: gli Stati membri non
possono lasciare l'Italia da sola
dinanzi alla crisi migratoria».
Da parte sua, Salvini, non fa passi
indietro e, ricordando che fu la
giunta di sinistra di Giuliano
Pisapia a Milano a proporre nel 2012 un
censimento di rom, sinti e
camminanti in città, attacca: «se lo
propone la sinistra va bene, se lo
propongo io è RAZZISMO. Io non
mollo e vado dritto! Prima gli
italiani e la loro sicurezza».
In seguito «cinguetta» a corredo di
una foto: «questa mattina a
Carmagnola (Torino), dove amministra
la Lega, è stata abbattuta una
casa abusiva in un campo Sinti non
autorizzato. Dalle parole ai fatti.
Prima gli italiani». Posizioni che
spingono Roberto Speranza (Leu) a
annunciare una denuncia per
istigazione all'odio razziale, mentre la
Caritas parla di affermazioni
«contrarie alla nostra fede».
E intanto
qualche crepa nell'esecutivo si
comincia ad aprire anche sul fronte
migranti. Perché se Di Maio ha
ribadito che sulla questione «siamo
compattissimi», la sua collega di
partito e ministro della Difesa,
Elisabetta Trenta ha puntualizzato
che il tema «va affrontato tutti
insieme, da tutti i ministeri,
ognuno con le proprie competenze».
La
maggioranza detta al governo l'agenda economica. Il ministro Tria:
«Sul calo
del debito non si discute» Lega e M5S chiedono più deficit all'Ue
di Chiara
Scalise e Mila Onder
ROMA
Niente aumenti Iva ma anche più
deficit. Sono questi i punti cardine
su cui la maggioranza ha impegnato
il governo in vista della prossima
manovra. Obiettivi su cui il
ministro dell'Economia, Giovanni Tria,
non si è sbilanciato ma che
certamente, secondo il titolare di Via XX
Settembre, non devono interferire
con l'impegno imprescindibile di
ridurre il debito. La risoluzione al
Def di Lega e M5S, approvata alla
Camera e al Senato con il voto
contrario di tutte le opposizioni,
punta innanzitutto ad evitare gli
aggravi di imposta per 12,5 miliardi
previsti nel 2019, ma per farlo
chiede anche che il governo agisca in
sede europea per ottenere maggiore
flessibilità sui conti, rinviando
se necessario l'obiettivo del
pareggio di bilancio al 2021. Quello che
serve è un nuovo «paradigma
economico» che permetta l'attuazione delle
riforme del contratto di governo:
flat tax, pensioni, reddito di
cittadinanza. Un'impostazione che
non scatena immediate reazioni di
Bruxelles, per ora ancora alla
finestra, ma comunque pronta a ribadire
che le regole sono le stesse e
valgono per tutti i Paesi membri.
Tria appare prudente sui conti: «gli
interventi relativi alle riforme
strutturali sulle quali il Governo è
impegnato, sia dal lato fiscale
sia dal lato della spesa pubblica,
andranno adeguatamente coperti»,
dice. Qualche regola però, secondo
Tria, potrebbe iniziare a cambiare.
Gli investimenti pubblici,
sacrificati durante la crisi e l'austerità,
dovrebbero essere conteggiati al di
fuori del deficit, così da
liberare maggiori risorse.
Le spese per opere e infrastrutture
sono
infatti «la chiave» per dare una
spinta all'economia, il cui ritmo di
crescita sta rallentando e viene
messo a rischio dalle recenti
tendenze protezionistiche
internazionali. Rimuovendo gli ostacoli
burocratici, compresi quelli del
Codice degli appalti, si potrebbero
attivare le risorse che non mancano,
ha assicurato il ministro. Per
questo all'interno del governo
nascerà una «task force» ad hoc.
Anche perché gli investimenti sono
anche l'unico modo per «conciliare
l'attuazione del programma di
riforme», a partire dal reddito di
cittadinanza, considerato «centrale
per garantire la stabilità
sociale», con la diminuzione
progressiva del debito. Da questo punto
Tria non prescinde, incassando anche
il plauso del suo predecessore
Pier Carlo Padoan. Il percorso di
rientro del deficit, assicura il
ministro, potrà essere oggetto di
«seria riflessione» nel quadro
programmatico di settembre, come
auspicato dalla risoluzione votata in
Parlamento.
Ma poi aggiunge: «in stretta
collaborazione con la
commissione europea». E poi -
chiarisce più volte - sul calo del
debito non si discute. «Io
appartengo alla generazione dei baby
boomers», responsabili del macigno
che opprime le nuove generazioni,
soprattutto i millennials, ha
ammesso il ministro. Mettere ora a
repentaglio la sua riduzione
significherebbe perdere la fiducia dei
mercati, essenziale invece per la
tutela del risparmio degli italiani
e per mantenere una crescita
sostenibile.
Le regole europee sulla
spesa pubblica non sono del resto le
uniche ad aver bisogno di un
tagliando. La governance Ue è
«inadeguata e incompleta», ha lamentato
il ministro, ed ha aggravato
l'impatto della crisi finanziaria. Sarà
quindi l'Italia a farsi capofila nel
chiedere una «profonda riforma
delle istituzioni economiche» e
comincerà probabilmente a farlo già
questa settimana nei primi
appuntamenti europei del ministro a
Lussemburgo giovedì e venerdì per
Eurogruppo ed Ecofin.
Unione
Sarda
CARBONIA.
Due anni tra luci e ombre
Dal 2016
guida la città, il bilancio di Paola Massidda
«Intoppi
e dimissioni dolorose ma poste le basi per il cambiamento»
Quando il 19 giugno del 2016 vinse
il ballottaggio contro Giuseppe
Casti, piazza Roma si riempì di
bandiere M5S. Poi la festa ha lasciato
lo spazio alla raffica di dimissioni
in Giunta, a casi politici, a
progetti in ritardo, ma pure a
programmi varati e a milionari piani di
rilancio che conosceranno il via a
breve: «Abbiamo posto le basi per
un cambiamento culturale». Paola
Massidda è sindaco al netto degli
inciampi, vede il bicchiere mezzo
pieno. Pur fra luci e ombre, alcune
delle quali cavalli di battaglia
dell'opposizione.
Perché 5 assessori più un
consigliere dimissionario e un altro per cui
si è chiesta l'espulsione?
«Il programma è chiaro e a quello
occorre attenersi. Tutti. Alcune
dimissioni sono state davvero
dolorose ma evidentemente occorrevano
scossoni per creare nuovi elementi
di coesione, ora ritrovata anche
con alcuni nostri consiglieri che
contestavano ma erano propositivi».
Quindi i forfait sono finiti?
«Visto quanto accaduto non
garantisco nulla, ma difficilmente
potrebbero avvenire per questione
politiche, al limite personali».
Il dato amministrativo parla di
razionalizzazioni che, secondo
l'opposizione, sarebbero tagli.
«Tranne alcuni ritardi, come ludoteca
e sala prove che non
abbandoneremo, nessun servizio è
stato soppresso e sfido chiunque a
dimostrare il contrario: recuperati
oltre 6 milioni di disavanzo
ponendo i conti in regola e
rilanciando attività come il servizio
educativo per ragazzi, l'eurodesk
per i progetti giovani e lo spazio
neutro per famiglie in crisi».
Perché la città, benché quella
chiusa due anni fa fosse un'attività
privata, è senza un ospizio?
«Al momento non abbiamo edifici
idonei ma è finanziato il bando da 8,5
milioni per sistemare l'area sud
compresa l'ex scuola di via Dante».
Fronte povertà: il reddito
d'inclusione prevede solo i fondi ma nessun
assistito si è messo ancora
all'opera?
«Perché per un'incoerenza del
legislatore regionale, non c'erano soldi
per la fase attiva: privilegiata
allora quella passiva».
Quali allora i programmi di cui
andate fieri?
«Appunto la riqualificazione
dell'area sud che partirà a breve, siamo
in gara per 3,5 milioni della
connessione fra città e ex miniera, in
settembre avremo i Comitati di
quartiere, creata la Consulta Handicap,
stilata una stagione teatrale più
ricca, varato il fascicolo
elettronico, ormai nato il Centro
commerciale naturale e rilanciati
eventi turistici».
Poi però molte strade sono piene di
buche.
«Si va per priorità: meglio piani
organici ma se servono rattoppi, da
ora in poi si procederà e subito».
Dove, invece, s'è perso il filo?
«Con la videosorveglianza siamo in
ritardo, con il diserbo siamo in
linea ma per certi cantieri paghiamo
le lungaggini della Regione».
Andrea Scano
IGLESIAS.
La scelta della coalizione Adesso Iglesias
«Al
ballottaggio con Mauro Usai»
Non ci sarà apparentamento, né
richieste di rappresentanza. Ma il
«pieno sostegno al candidato Mauro
Usai con indicazione di voto ai
propri elettori, in vista del
ballottaggio di domenica prossima».
Questo ha deciso la coalizione
Adesso Iglesias che ha presentato come
sindaco, alle elezioni comunali del
10 giugno scorso, il medico Carlo
Murru. «Affinché il nuovo sindaco
possa portare avanti gran parte del
programma concordato - argomenta
Murru - il nostro gruppo mette a
disposizione impegno continuo e la
forza di tutta la squadra di Adesso
Iglesias, uomini e donne che si sono
spesi in una difficile campagna
elettorale che ci ha premiato con un
ottimo risultato di oltre 1.000
preferenze».
Murru evidenzia che la scelta si è
basata sulla convergenza di idee e
progetti: «ciò è alla base della
sintonia e collaborazione tra le
coalizioni per il bene comune di
Iglesias che, forte dell'accordo
programmatico siglato e denominato
“Ripartiamo da 15 punti”, mira al
raggiungimento di obiettivi
condivisi e prioritari tra i quali la
riorganizzazione della macchina
amministrativa, la speciale attenzione
per il decoro urbano e le aree
verdi, la ricerca di finanziamenti
europei, l'inclusione sociale, le
politiche giovanili e l'occupazione,
la collocazione della città in
un'area vasta da intendersi come
'guida' del territorio». (c. s.)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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