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Che sui social tante persone gioiscano per le condizioni di
Marchionne... non mi stupisce. E' da tempo che non esistono più freni inibitori
su nulla. Quello che non concepisco e che mi ha portato anche ad allontanarmi
dalla politica è questo atteggiamento "complice". Questo
atteggiamento giustificatorio, quando lo si considera di parte, verso chi
vomita nefandezze.
Come se essere in una condizione svantaggiata ti desse in
automatico il diritto di odiare e augurare la morte ad una persona. Citare i
danni che ha prodotto in questi anni la gestione Marchionne non giustificherà
il brindare alla sua malattia.
E se c'è qualcuno che lo pensa avrebbe dovuto tenerlo per sé
perché in una società sana questi desideri si nascondono non si ostentano. E'
quello che tanti di noi dicono in fondo per il razzismo. Si viveva meglio in un
Paese in cui ci si vergognava di dire che i negri fanno schifo.
Non è l'odio, in questo caso pure personale, a determinare
la lotta di classe ma dovrebbe essere la politica e la cultura politica ad
animare il conflitto. Invece davanti all'incapacità delle classi dirigenti ci
si aggrappa e si accarezza la pancia del disagio. Che poi di solito chi
inneggia di più sui social, come da buona tradizione, sono i figli di papà e
non i figli degli operai.
Celeste
Costantino,
membro del parlamento nella XVII
legislatura della Repubblica
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