lunedì 23 luglio 2018

Il caso Marchionne: ennesimo esempio di una società senza valori. Di Celeste Costantino


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Che sui social tante persone gioiscano per le condizioni di Marchionne... non mi stupisce. E' da tempo che non esistono più freni inibitori su nulla. Quello che non concepisco e che mi ha portato anche ad allontanarmi dalla politica è questo atteggiamento "complice". Questo atteggiamento giustificatorio, quando lo si considera di parte, verso chi vomita nefandezze.

Come se essere in una condizione svantaggiata ti desse in automatico il diritto di odiare e augurare la morte ad una persona. Citare i danni che ha prodotto in questi anni la gestione Marchionne non giustificherà il brindare alla sua malattia.

E se c'è qualcuno che lo pensa avrebbe dovuto tenerlo per sé perché in una società sana questi desideri si nascondono non si ostentano. E' quello che tanti di noi dicono in fondo per il razzismo. Si viveva meglio in un Paese in cui ci si vergognava di dire che i negri fanno schifo.

Non è l'odio, in questo caso pure personale, a determinare la lotta di classe ma dovrebbe essere la politica e la cultura politica ad animare il conflitto. Invece davanti all'incapacità delle classi dirigenti ci si aggrappa e si accarezza la pancia del disagio. Che poi di solito chi inneggia di più sui social, come da buona tradizione, sono i figli di papà e non i figli degli operai.

Celeste Costantino,
membro del parlamento nella XVII legislatura della Repubblica


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