La
Nuova
Pigliaru e M5s: serve subito
l'intervento del governo
Si punta a far rispettare il divieto
di vendita a Stati in guerra
Puddu: molti posti di lavoro in
ballo, muoversi con prudenza
Il futuro della fabbrica delle bombe
è,appeso al via libera del Comune di Iglesias. Senza la concessione edilizia la
Rwm è pronta a lasciare la Sardegna. Così ha dichiarato l'amministratore
delegato Fabio Sgarzi. Una sorta di ultimatum che rischia di deprimere
ulteriormente il già depresso Sulcis. A Domusnovas sono circa 350 i posti di
lavoro della Rwm, che con l'ampliamento potrebbero salire a 500. Ma l'ostacolo
al raddoppio della fabbrica non è solo il nulla osta del Comune di Iglesias. L'incognita
sul futuro è data dalla destinazione delle bombe.
Perché è cosa risaputa, lo ha
ammesso lo stesso ad, che prendono la strada della Arabia Saudita, che le
userebbe nella guerra contro lo Yemen. «Vendiamo i nostri prodotti ma non
abbiamo voce in capitolo sul loro successivo utilizzo», ha dichiarato Sgarzi.
Ma su questo aspetto vuole vederci chiaro - e non da oggi - la politica
isolana. A partire dalla Regione, che in questi mesi ha portato avanti diverse
interlocuzioni per capire quale strada intraprendere. E sembra che il
governatore Francesco Pigliaru sia intenzionato a chiedere al governo Conte di fare
rispettare la risoluzione europea che vieta la vendita di armamenti a Stati
belligeranti accusati dall'Onu di violazioni di diritti umani.
Qual è appunto l'Arabia Saudita. Una
posizione non dissimile da quella del Comune di Iglesias. Il nuovo sindaco Mauro
Usai non la pensa diversamente dal predecessore Emilio Gariazzo, che in più di
una occasione aveva espresso perplessità più che sull'ampliamento dello
stabilimento sulla produzione della fabbrica e si era detto favorevole a una
riconversione industriale. Cosa che invece viene ritenuta non fattibile
dall'amministratore Sgarzi. La palla, dunque, passerà al governo Conte. Già
nella passata legislatura alcuni parlamentari sardi - su tutti l'ex senatore
del M5s Roberto Cotti e l'ex deputato di Unidos Mauro Pili - avevano fatto
pressing sulla Difesa, ma la ministra Roberta Pinotti non aveva riscontrato alcuna
irregolarità.
Anche perché l'Italia, a differenza
di altri Stati, non ha ancora recepito la risoluzione del Parlamento europeo. Cosa
che però ora gli dovrebbe essere chiesta da Pigliaru. E non solo. Anche il
Movimento 5 stelle sardo è pronto a fare rispettare la risoluzione. «La nostra
posizione è nota - dichiara l'ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, in pole per
la candidatura alla carica di governatore -. Noi non siamo contro le industrie
che hanno una produzione militare, ma non possiamo accettare che le commesse
siano per uno Stato belligerante qual è l'Arabia Saudita.
Questo è il problema vero da
affrontare, e ne sto già discutendo con Luigi Di Maio per capire come muoversi.
Ovviamente però questo non significa che vogliamo che Rwm vada via. Sono in
ballo centinaia di posti di lavoro e altri ne potrebbero arrivare in un
territorio in fortissima crisi. Per questo motivo ritengo sia necessario
muoversi con prudenza». Dai 5 stelle si leva anche la voce
del deputato Pino Cabras, tra i più attivi nel chiedere la riconversione dello
stabilimento di Domusnovas. «Non solo la Rwm, in generale non possiamo essere
dipendenti da una monocultura industriale». Anche Cabras, come Puddu, distingue
tra l'aspetto produttivo e quello occupazionale.
«Io non sono contrario alle
produzioni militari, ma il problema si pone se la preponderanza delle commesse
riguarda l'Arabia Saudita. È un aspetto molto controverso, anche perché è una
situazione esposta a cambiamenti repentini che potrebbero ripercuotersi sugli
stessi lavoratori. Di questo argomento investiremo il governo, che a differenza
del precedente, non lo trascurerà. Ma ricordiamoci che noi facciamo la guerra
alla guerra, non la guerra ai lavoratori»
LA
NUOVA
Pd, oggi
l'assemblea per eleggere Cani
Il
partito si riunisce ad Abbasanta. La maggioranza potrebbe non avere
i voti,
c'è il no dei soriani
SASSARI
Come ai tempi d'oro. Il Partito
democratico la butta tutta sulla pre
tattica. E l'elezione del segretario
diventa una sorta di partita di
scacchi per matematici. Il candidato
che dovrebbe essere eletto è l'ex
deputato Emanuele Cani, a sostenerlo
l'area Fadda Cabras e i renziani.
Contro i Soriani. Dopo l'addio di
Cucca, questa mattina ad Abbasanta
l'assemblea dovrà arrivare al numero
legale e i soriani hanno già
fatto sapere di restare alla
finestra.
Doveva esserci anche il
governatore Francesco Pigliaru, ma
la sua presenza è ancora incerta.
Non ci sarà Gianfranco Ganau, in
Corsica per impegni istituzionali. Al
di là della quota 81, secondo alcuni
necessaria per eleggere il
segretario, Cani dovrà avere una
legittimazione forte per guidare il
partito in una fase complicatissima.
I risultati devastanti delle
amministrative, la grande incognita
delle Regionali del febbraio 2019.
In pratica domani. Perché anche su
questo punto nel partito non c'è
una direzione. L'unità è
lontanissima, con le varie anime che spingono
per alleanze e candidati differenti.
Soluzioni che rischiano di
spaccare ancora di più un partito
ancora in affanno.
E all'orizzonte,
in caso di mancata elezione del
segretario si rischia anche il
commissariamento. L'area Fadda
Cabras ha trovato l'accordo con i
Renziani e spinge per eleggere
subito un segretario che guidi il
partito verso le Regionali.
I Soriani chiedono un cambiamento
più
profondo. Chiedono il congresso, che
rischia però di slittare
all'autunno, e spingono come
segretario Dolores Lai, unica
autocandidatura palese e dichiarata.
Ma la strada che il Pd dovrebbe
prendere domani ad Abbasanta è
un'altra, se l'attuale maggioranza
riuscirà a trovare i numeri. Il
margine per quota 81 e di una
quindicina di voti. Ma all'orizzonte
sembra profilarsi l'ennesima
battaglia al curaro dentro i vertici
del partito.
UNIONE
SARDA
NUORO.
Cocco accoglie Pizzarotti «Progetto affascinante»
Primi sì
a “Italia in comune” guidata dal sindaco di Parma
Ha insistito sulla solidarietà, sui
territori capaci di proiettare le
buone pratiche dei movimenti civici
nella ribalta politica nazionale,
sull'autonomia, sull'accoglienza
accompagnata da regole,
sull'europeismo e sulla voglia di
partito. Il sindaco di Parma,
Federico Pizzarotti, è sbarcato ieri
a Nuoro per promuovere “Italia in
comune”, formazione che già guarda
alle regionali e alle europee 2019.
E ha incassato attenzioni e
adesioni, a iniziare dall'endorsement del
vice sindaco Sebastian Cocco.
All'incontro vari sindaci (Bari Sardo,
Pattada, Calangianus) e il
presidente dell'Anci Emiliano Deiana, primo
cittadino di Bortigiadas.
SINTONIA Da assessore alla Cultura e
promotore della candidatura di
Nuoro a capitale italiana della
Cultura 2020, poi assegnata a Parma,
Cocco premette: «Dopo la
competizione inizia la collaborazione anche
per diffondere un clima di scambi e
buone pratiche». Ma il feeling
politico va oltre il savoir faire
istituzionale tanto da fare dire a
Pizzarotti: «Il vice sindaco ha
detto la metà delle cose che volevo
dire io». E da far concludere il suo
intervento ad Alessio Pascucci,
carismatico sindaco di Cerveteri,
adottando la battaglia contro “la
dittatura della percezione” coniata
da Cocco.
In mezzo tante citazioni
di sardi illustri, come Grazia
Deledda e i super gettonati Antonio
Gramsci ed Enrico Berlinguer. «Bisogna
scegliere tra disumanità e
umanità, tra realtà e percezione. I
reati sono in calo ma tutti
vogliono la pistola in casa. C'è una
dittatura della percezione», dice
Cocco che promuove “Italia in
comune”: «È un progetto molto
affascinante». Sulla stessa linea
Piero Marteddu, ex coordinatore di
La Base, stessa provenienza politica
di Cocco.
IN PRIMA FILA «Avete copiato il nome
del nostro movimento nato nel
2004», dice compiaciuto Francesco
Fadda, leader di “Città in Comune”,
che richiamando la “carta dei valori”
illustrata da Pizzarotti evoca
la loro “città delle regole”. In
ultima fila c'è Emiliano Deiana.
«Complimenti per il coraggio, per
iniziare a parlare di partiti che
sono stati divorati dall'azione dei
movimenti e dalla ripetizione che
erano il male e che potesse
risolvere tutto la democrazia diretta.
Su questo avete il mio plauso»,
sottolinea. Tanti gli interventi
(coordinati da Maurizio Sirca e
Antonello Zicconi), da quello del
sindaco di Latina, Damiano Coletta,
all'assessore di Cerveteri
Federica Battafarano, a Guido
Brandas di Lanusei che chiede: «È così
brutto dire che si è di sinistra?».
Pascucci, dopo aver citato tre
volte Gramsci e altrettante
Berlinguer, sposta il problema «tra chi è
di sinistra e chi si dichiara di
sinistra. Non credo - dice - che le
ultime forze politiche che si sono
dichiarate di sinistra lo siano
state».
Marilena Orunesu
Pizzarotti
cerca adesioni per il partito dei sindaci
Il primo
cittadino di Parma presenta a Nuoro il movimento di Italia in Comune
«Non
siamo solo amministratori, vogliamo nuove energie per il Paese»
di Giusy Ferreli
NUORO
Toccata e fuga per il sindaco di
Parma Federico Pizzarotti all'Exmè di
Nuoro. L'obiettivo, presentare a
potenziali aderenti il suo progetto
politico "Italia in
comune". Incassato il fair play del vice sindaco
nuorese Sebastian Cocco, che si è
congratulato con lui per la
designazione della città emiliana a
Capitale italiana della cultura
2020, il promotore del "partito
dei sindaci", ieri mattina ha
illustrato in un breve ma incisivo
intervento Il suo manifesto
politico. Tra i punti fondamentali,
riportare al centro dell'agire
politico la persona e i diritti
umani.
«Tutto è partito dall'esigenza
di dare corpo ad un progetto nato
inizialmente come scambio di buone
prassi tra amministratori» ha detto
alla platea dell'Exmè composta da
simpatizzanti e iscritti (tra questi
anche i gruppi consiliari di
Italia in comune di Nuoro e Sassari
e una delegazione ogliastrina
guidata dal sindaco di Barisardo
Ivan Mameli) ma che ha visto anche la
partecipazione del presidente
dell'Anci Sardegna, il sindaco di
Bortigiadas Emiliano Deiana. Altro
punto fondamentale l'adesione ai
valori fondanti dell'Europa.
«Riteniamo l'europeismo un valore,
così
come l'integrazione e l'accoglienza.
Occorre però gestire il fenomeno
delle migrazioni - ha spiegato -
siano esse motivate dalla guerra,
dalla fame o dai cambiamenti
climatici». Il nuovo partito sta serrando
i ranghi in vista di un'importante
scadenza. «Da una settimana - ha
detto Pizzarotti - siamo al lavoro
per elaborare il programma che
verrà deliberato in autunno nel
corso della prima assemblea nazionale
del partito». Nel suo viaggio in
giro per l'Italia, il presidente del
nuovo sodalizio conta di trovare
nuovi iscritti e nuove competenze tra
le associazioni e i cittadini.
Nuove energie che siano in grado di
dare la giusta connotazione a un
movimento che non può limitarsi ad
essere espressione degli
amministratori locali. «Il nostro partito -
ha sottolineato a riguardo il primo
cittadino di Parma che ha
abbandonato il Movimento 5 stelle in
aperto dissenso con i vertici -
non è solo il partito dei sindaci».
All'incontro hanno preso la parola
anche il sindaco d Latina, il
sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci,
coordinatore di Italia in Comune, il
sindaco di Latina Damiano
Coletta, vicepresidente.
A fare gli onori di casa i
responsabili
regionali di Italia in Comune,
Maurizio Sirca e Antonello Zicconi. Tra
gli interventi quello dell'ex
sindaco di Orotelli, Piero Marteddu, che
ha chiesto ai vertici di Italia in
comune di supportare l'appello alla
Regione di Anci e Cal sulle
sofferenze finanziarie degli enti locali.
Nel corso del confronto c'è stato
spazio anche per la vertenza entrate
tra Stato e Regione. Alessandro
Polese simpatizzante del nuovo partito
è a capo de movimento referendario
che punta ad abrogare l'articolo 5
dell'accordo tra il Ministero
dell'economia e la Regione. E che
potrebbe diventare un cavallo di
battaglia di "Italia in comune"
nell'isola. «La consultazione - ha
detto - punta ad eliminare quella
parte che prevede l'impegno della
Regione a ritirare tutti i ricorsi
pendenti contro lo Stato in materia
di finanza pubblica».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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