Unione
Sarda
Assemblea
Pd, Roma manda il “sorvegliante”
Nel Partito democratico spunta una
componente nuova, fuori dalle correnti, che non vuol essere abbinata a nessun
capo bastone e che tenterà di cambiare le sorti dell'assemblea convocata domani
a Su Baione, per eleggere il segretario del Pd. Un incontro che sarà vegliato
da Donato Riserbato, inviato dalla commissione di garanzia del Pd nazionale,
per evitare lo scontro.
LE POSIZIONI In campo ci sono due
posizioni contrapposte, una sostenuta dai soriani che vogliono subito il
congresso, e l'altra sostenuta da Popolari-riformisti e renziani che puntano su
Emanuele Cani per sostituire Giuseppe Luigi Cucca. Ci sarà il tentativo di una terza
via, quella che vede tra i promotori Giuseppe Frau, Lorenzo Espa, Giuseppina
Floris e Sabina Contu, che stasera hanno convocato una riunione a Cagliari,
alle 18.30 in via Tempio, per proporre un piano B da portare all'assemblea.
TRATTATIVE In questi giorni ci sono
stati numerosi abboccamenti tra gli ambasciatori delle correnti per cercare una
mediazione. Da una parte i soriani avrebbero potuto rinunciare al congresso, ma
in cambio i popolari-riformisti e i renziani avrebbero dovuto fare un passo indietro
su Cani, a favore di un nome condiviso. Finora ha prevalso la fermezza da
entrambe le parti e con tutta probabilità sarà la conta dei voti a stabilire il
futuro del Pd sardo.
Ne servono 81 per eleggere un
segretario, ed è necessario raggiungere il numero legale per dichiarare valida
la riunione: motivi per cui l'ultima volta a Su Baione è stata sfiorata la
rissa. Domani spetterà al garante spegnere eventuali fuochi . M. S.
M5S,
espulso Mura: «È un menefreghista»
Per le
assenze alla Camera. Lui non intende dimettersi
Il Movimento 5 Stelle sventola in
faccia ad Andrea Mura il cartellino
rosso. Da ieri il velista sardo non
fa più parte dei pentastellati che
lo hanno espulso chiudendo un
capitolo iniziato sei mesi fa con
sorrisi, entusiasmo e propositi
diversi.
Sull'addio pesano non solo le
numerose assenze in Parlamento, ma anche
il fatto che Mura non si sia
cosparso il capo di cenere e anzi abbia
accusato il Movimento di averlo
«ingiustamente abbandonato in mezzo al
mare». Mura non farà parte dell'M5S,
ma rimane comunque deputato e
dunque è probabile che sarà un altro
gruppo (forse il Misto) a
ospitarlo. È però tutto il Movimento
a finire nel mirino della
politica che rinfaccia una scelta
sbagliata e una presa di posizione
tardiva, figlia dello scandalo più
che della morale.
ANATEMA Sul deputato si scaglia la
vicepresidente del Senato, la
grillina Paola Taverna, che lo
accusa di «irresponsabilità,
menefreghismo e mancanza di rispetto
verso gli italiani che lo hanno
votato». È il capogruppo
pentastellato alla Camera, Francesco D'Uva, a
liquidare Mura con un comunicato sul
blog delle stelle: «Non è
accettabile che un portavoce del
Movimento pensi di poter svolgere la
propria attività politica da una
barca o da casa sua, snobbando l'aula
di Montecitorio».
«A CASA» Duro anche Mario Puddu, che
dà il benservito a Mura
ricordando che «da noi resta chi
segue le regole. Per chi vuole solo
una poltrona non c'è spazio». Il
velista avrebbe dovuto rispettare
princìpi precisi come il «taglio
dello stipendio e l'impegno costante
in Parlamento». Poi, aggiunge: «Con
altre forze politiche si possono
fare intere carriere senza andare in
Parlamento, ma non col Movimento
5 Stelle».
La deputata Emanuela Corda aveva già
liquidato la pratica Mura con un
video su Facebook e, dopo
l'espulsione, dice: «Game over. Non c'è
altro da aggiungere». Il collega
Andrea Vallascas invita chi negli
altri partiti ha chiesto le
dimissioni di Mura a farlo «anche per i
propri colleghi di partito
assenteisti. Essere al governo non ha
cambiato di una virgola i nostri
princìpi».
«SCARICATO» Ugo Cappellacci, grande
accusatore del velista, non crede
alla fermezza dei pentastellati:
«Mura è stato usato, poi coperto e
infine scaricato solo per salvare la
faccia di Di Maio e compagni».
Davanti alla tesi per cui il ruolo
di Mura fosse concordato, il
deputato azzurro attacca i
Cinquestelle che «lo hanno coperto per mesi
e soltanto quando la pressione
mediatica era insostenibile lo hanno
scaricato».
Cappellacci, infine, punta il dito
su Di Maio e Puddu che
prima di «stracciarsi tardivamente
le vesti lo hanno accompagnato in
giro per la Sardegna a dire che il
loro candidato avrebbe messo testa
e cuore in Parlamento. Risultato
finale: Mura in carrozza alla Camera,
a spese dei contribuenti italiani».
COMMENTI Pressappoco sulla stessa
linea anche la deputata del Pd,
Romina Mura, convinta che siano
Luigi Di Maio e Mario Puddu a «dover
chiedere scusa ai sardi per averli
presi in giro». Romina Mura accusa
i vertici del Movimento di
«utilizzare le espulsioni per far tacere il
dissenso e non assumersi alcuna
responsabilità su quanto accade al
loro interno».
Davanti alla scelta di candidare lo
sportivo, la
deputata dice: «Negli altri partiti,
il mio di sicuro, i candidati si
scelgono valutando attentamente
profili e affidabilità».
L'esponente di Campo progressista
Sardegna, Margherita Zurru, ipotizza
un ingresso di Mura nel gruppo Misto
della Camera che «si sta
trasformando in una comoda
succursale per i grillini ripudiati». Il
meccanismo è che «loro ci guadagnano
tenendosi l'intero assegno, il
Movimento continua ad avere i loro
voti, nel caso di Mura non molti, e
l'intonaco bianco sulla facciata». Matteo
Sau
La
Nuova
Balzarini
schierato con Bossola ma il nuovo amministratore incassa
l'appoggio
di Maninchedda Strappo tra il Partito dei sardi e il suo assessore
CAGLIARINon mancano mai, i
retroscena politici, quando sul tavolo c'è
una nomina, più o meno importante,
figuriamoci se è di prima fascia,
come in questo caso. Così se è
innegabile che il nuovo amministratore
di Abbanoa, Abramo Garau, sia stato
un dirigente del Pd regionale, non
nasconda neanche le origini
socialiste e una stretta amicizia con l'ex
deputato Antonello Cabras, c'è però
dell'altro. Con la sua nomina, s'è
consumato anche uno strappo nel
Partito dei sardi. Questo: l'assessore
ai lavori pubblici indicato a suo
tempo dal Pds, Edoardo Balzarini,
che nel 2017 era stato scelto per
sostituire l'allora dimissionario
Paolo Maninchedda, è andato per una
strada.
Il suo partito di
riferimento verso un'altra. Perché,
come confermato in assemblea,
Balzarini ha detto: «Per la Regione,
il candidato è Andrea Bossola,
che, in piena trasparenza, abbiamo
scelto dopo una selezione pubblica.
Oggi continuiamo a essere convinti
che per una società complessa e
strutturata come Abbanoa sia
necessario un amministratore con
competenze in materia finanziaria e
di organizzazione, come riteniamo
sia chi abbiamo indicato».
Va aggiunto che, nella penisola, il
romano
Bossola è considerato da tutti un
renziano della prima ora e per
questo, l'anno scorso, sarebbe stato
licenziato su due piedi dal
giunta comunale pentastellata romana
da una posizione di vertice della
società Acea, l'Abbanoa della
Capitale. Ma a parte questo, il Partito
dei sardi ha sostenuto invece Garau,
che era l'amministratore
designato a sua volta dai Comuni,
pronti nel dire - sono state le
parole di Massimo Zedda - «noi
puntiamo su chi conosce la Sardegna e
mai ha parlato di una possibile
privatizzazione dell'acqua, come
invece avrebbero detto altri
candidati».
Dunque, il Pds si è schierato
con questo fronte e la decisione è
stata spiegata così dal segretario
Maninchedda: «Abbiamo mantenuto fede
a quanto avevamo detto all'inizio
della legislatura. Cioè: massimo
impegno nel risanare i conti, e così
è stato, ma dopo Abbanoa doveva
ritornare ai Comuni, e anche questo è
accaduto. Quindi, per noi è
cominciata una nuova era ed è quella che
avevamo annunciato». E lo strappo
con Balzarini? Si vedrà. (ua)
PITTALIS
NUOVO COORDINATORE DI FORZA ITALIA
CAGLIARI
Il nuovo coordinatore regionale di
Forza Italia, che dovrebbe essere
Pietro Pittalis, sarà scelto e
nominato da Silvio Berlusconi a Villa
Certosa. Quando? Nel primo fine
settimana d'agosto, quando il
Cavaliere dovrebbe arrivare nel suo
immenso buen retiro in Costa
Smeralda, dove dovrebbe rimanere
fino alla vigilia di Ferragosto. Non
c'è nulla di ufficiale, ma
l'indiscrezione è trapelata a Roma, al
termine della maxi assemblea di
europarlamentari, parlamentari,
consiglieri regionali e sindaci,
convocata dalla presidenza del
partito - Berlusconi più il vice
Antonio Tajani - per decidere le
strategie nazionali. In un confronto
avuto col Cavaliere, al momento
dei saluti, la delegazione sarda ha
saputo data, ora e luogo in cui
sarà deciso il nome del successore
di Ugo Cappellacci, che da
coordinatore s'è dimesso l'11
luglio.Il prescelto.
Continuano a essere
molto alte le quotazioni del
deputato Pietro Pittalis. Non c'è ancora
una designazione ufficiosa, ma tutti
gli indizi porterebbero proprio
al nome dell'ex capogruppo di Forza
Italia in Consiglio regionale. In
Sardegna sarebbero cadute anche le
ultime resistenze e soprattutto
quelle che puntavano a un
rinnovamento più radicale dei vertici.
Ma alla fine avrebbero prevalso il
curriculum politico e l'esperienza di
Pittalis, tra l'altro considerato il
miglior mediatore possibile fra
le correnti interne ma anche l'uomo
giusto per trattare con gli
alleati del centrodestra la scelta
del prossimo candidato-presidente
per elezioni regionali del 2019.
Esperienza e polso fermo -
sostengono
gran parte degli azzurri sardi -
saranno necessari, anzi
indispensabili, nel confronto con
l'accoppiata Lega-Psd'Az, che pare
ormai decisa a fare e disfare anche
in Sardegna.Tutti d'accordo. Sul
nome di Pittalis ci sarebbe stata da
giorni la «piena convergenza» -
parole testuali raccolte in
Consiglio - da parte del gruppo di Forza
Italia, che a Roma era tra l'altro
presente quasi al completo con
Alessandra Zedda, Marco Tedde,
Stefano Tunis, Stefano Coinu e
Antonello Peru. Unici assenti
giustificati: Edoardo Tocco e Giuseppe
Fasolino.
Pittalis può contare anche sul via libera
dell'eurodeputato
Salvatore Cicu, che con la nomina a
vicepresidente del partito di
Tajani ha rafforzato la posizione, e
anche su quelli molto più recenti
dei parlamentari Cappellacci ed
Emilio Floris. All'assemblea di Roma
era presente anche il sindaco di
Oristano Andrea Lutzu. Lettera a
Salvini. L'ha inviata Salvatore
Cicu, per chiedere al ministro degli
interni e al segretario della Lega
di diventare «sostenitore» della
battaglia dei sardi per
l'insularità.
Ha di fatto chiesto un confronto
per - è scritto nella lettera -
«scegliere insieme, con i territori,
il percorso migliore e più rapido
per giungere al riconoscimento di
uno status destinato a compensare
Sardegna e Sicilia degli svantaggi
procurati dall'essere due isole,
puntando alla restituzione di quei
diritti finora negati». (ua)
Il
capogruppo D'Uva: impensabile svolgere attività politica su una barca
«Mura è
un irresponsabile» Il velista espulso dal M5S
di Gianna Zazzara
SASSARI
Irresponsabile e menefreghista. Così
i vertici del M5S hanno bollato
Andrea Mura, il deputato-velista
finito nell'occhio del ciclone per il
suo originale modo di intendere la
politica che pretende di svolgere
in mezzo al mare. Ieri Mura è stato
espulso dal gruppo. «Non è
accettabile che uno dei 5 Stelle
pensi di poter svolgere la propria
attività politica da una barca o da
casa sua, snobbando l'aula di
Montecitorio - ha scritto Francesco
D'Uva, capogruppo del Movimento
alla Camera, sul Blog delle Stelle -
Ci sono delle regole, condivise
da tutti, che devono essere seguite
con correttezza.
Quello del
deputato Andrea Mura è un
atteggiamento intollerabile. Con il 96,8% di
assenze in parlamento ha dimostrato
irresponsabilità e menefreghismo,
mancando di rispetto agli italiani
che hanno dato fiducia al Movimento
e a tutti i suoi colleghi che non
hanno mai smesso di lavorare in
Parlamento. Chi non rispetta le
regole non può far parte del
Movimento».Due giorni fa il velista,
dopo l'intervista rilasciata alla
Nuova Sardegna («L'ho detto anche in
campagna elettorale che il mio
ruolo, più che quello di
parlamentare, sarebbe stato quello di
testimonial a difesa degli oceani» )
ha tentato di difendersi dalle
accuse di assenteismo lanciate dal
suo nemico giurato, il collega
forzista Ugo Cappellacci.
«Ho sempre detto che avrei
continuato
l'attività di velista una volta
eletto perché credo sia un modo per
sensibilizzare l'opinione pubblica
sul tema della tutela del mare - ha
detto Mura - In Sardegna il Movimento
ha vinto una campagna elettorale
durissima anche grazie al mio
contributo con circa 60 mila voti». Mura
ha poi attaccato lo stesso Movimento
che, a suo dire, l'avrebbe
«ingiustamente abbandonato in mezzo
al mare».
Ora, dopo l'espulsione,
Mura si trova davanti a un bivio: o
si dimette da parlamentare (fino a
ieri sera non lo aveva ancora fatto)
oppure, com'è probabile, si
iscriverà al Gruppo misto della
Camera continuando a fare il
parlamentare fino alla fine della
legislatura con tanto di indennità
da 20mila euro al mese.
«Mi auguro di cuore che si dimetta»,
dice
sconsolato Mario Puddu, ex sindaco
5S di Assemini, probabile candidato
governatore del Movimento alle
prossime regionali - Andrea l'ho
conosciuto bene durante la campagna
elettorale. Con la sua esperienza
poteva diventare un punto di
riferimento del movimento in Sardegna. Ho
sofferto e sto soffrendo tantissimo
per quello che è successo. Ma la
nostra missione politica e le
risposte da dare ai cittadini devono
prendere il sopravvento».
Perché si è arrivati all'espulsione?
Ha
pesato di più il numero di assenze
in Aula o le sue dichiarazioni alla
Nuova? «Entrambe le cose.
Innanzitutto tutto, come ha ammesso
candidamente lui stesso, in
Parlamento ci andava solo una volta la
settimana. E poi le cose che ha
detto: ma come si può pretendere di
fare il parlamentare dalla barca? Ha
fatto e detto cose che non sono
in linea con i valori del Movimento.
Da noi non c'è spazio per chi
vuole solo una poltrona». Ma Mura ha
più volte ripetuto che c'era una
sorta di accordo col Movimento.
«Non scherziamo. È vero che lui
durante la campagna elettorale
parlava sempre del mare e degli oceani,
ma credevo che lo dicesse
metaforicamente. Lui è convinto della bontà
della battaglia per la tutela degli
oceani ma ero convinto che questa
battaglia volesse portarla avanti
dentro l'Aula, non fuori,
continuando a veleggiare».Dal tono
di voce di Puddu emerge tutto il
suo tormento. «I giorni scorsi mi
mordevo le labbra perché speravo che
Andrea si dimettesse.
Ho cercato di convincerlo in tutti i
modi.
Invece nulla. È stato impossibile
trovare una soluzione anche perché
lui ha detto chiaramente di non
voler rinunciare alla Rotta del Rum,
la regata transatlantica in
solitario dalla Francia ai Caraibi che
farà a novembre». Puddu fa capire
che è quella la goccia che ha fatto
traboccare il vaso: Mura voleva
continuare a fare il velista. «Ieri
mattina era atteso a Roma dallo
staff del Movimento per un chiarimento
e invece non si è presentato».
Da lì la decisione di cacciarlo dal
gruppo. «Il problema è che Andrea è
rimasto lo stesso di quattro mesi,
è un velista nella testa e nel
cuore, e non è riuscito a calarsi nella
parte del parlamentare 5 Stelle. Per
noi il deputato deve andare a
lavorare, ma in Parlamento, non altrove».
E la frecciatina di Andrea
Mura di aver portato al Movimento
60mila voti? «Guardi, non nego il
suo contributo, non sputo sul piatto
sul quale ho mangiato, ma vorrei
ricordare a Mura che in Sardegna i 9
candidati all'uninominale sono
stati eletti tutti e 9». Colpito e
affondato.
I dem:
«II Movimento chieda scusa agli elettori»
Cucca:
«Non dovevano candidarlo». Mura: «È stato scelto dai vertici, i
colpevoli
sono loro»
SASSARI
Mura è stato espulso dal Movimento 5
stelle e le reazioni politiche
che arrivano dal Partito democratico
non solo mettono il velista al
centro del mirino ma sono rivolte al
partito che lo ha scelto per
rappresentare il pensiero di un
corrente politica che in Sardegna ha
centrato il jackpot delle ultime
elezioni politiche, lasciando solo le
briciole agli avversari.
Il senatore Giuseppe Luigi Cucca
legge la
vicenda Mura dal punto di vista
delle responsabilità verso gli
elettori e verso le istituzioni: «È
un problema di rispetto, chi viene
eletto è un rappresentante dei
cittadini ma anche delle istituzioni -
spiega Cucca - e non si acquisisce
il mandato di rappresentanza per
fare i testimonial perché il nostro
è un compito che comporta onori e
òneri».
Sulla decisione dei 5 stelle di
espellere Mura, Giuseppe Luigi
Cucca non maschera alcuni dubbi: «Un
aggiustamento a posteriori mi
lascia molto perplesso, anche se in
questo caso si tratta di una
scelta del Movimento 5 stelle che
posso solo dire di non condividere,
nel senso che le leggo come una
mancanza di rispetto verso gli
elettori perché Mura non sarebbe
dovuto essere candidato sin
dall'inizio, a maggior ragione se
esisteva quell'accordo a cui il
velista ha fatto riferimento più
volte».
Anche Romina Mura, deputato
del Pd, se la prende con il
movimento più che con il velista: «Mi
verrebbe da dire avanti il prossimo.
I vertici dei 5 stelle utilizzano
le espulsioni come modalità per fare
tacere il dissenso, ovvero per
non assumersi alcuna responsabilità
su quanto accade al loro interno.
Succede così da anni. Si rivedano le
espulsioni che si sono susseguite
nella scorsa legislatura. Andrea
Mura è stato scelto da Mario Puddu e
poi candidato da Luigi Di Maio
proprio per la visibilità e la fama
derivante dalla sua attività
sportiva. In quanto testimonial come ha
detto bene lo stesso velista.
Negli altri Partiti, nel mio
sicuramente, i candidati si scelgono
valutando attentamente profili,
percorsi e affidabilità. Attraverso
momenti di discussione e confronto
talvolta anche complessi e traumatici.
Quindi Mario Puddu e Luigi Di
Maio chiedano scusa ai Sardi per
averli presi in giro. I veri
colpevoli sono loro».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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