La
Nuova Sardegna
Il Pd:
primarie di coalizione per scegliere il governatore Il popolo del
centrosinistra sarà chiamato a votare agli inizi di novembre Il segretario
Cani: torneremo ad ascoltare le piazze e la società civile
Il tavolo del centrodestra ritornerà
a riunirsi a metà ottobre, o forse anche prima se nel frattempo dovessero
essere sciolti (a Roma o ad Arcore?) gli ultimi dubbi sul candidato presidente.
«Parleremo ancora del programma, ma è possibile che possano esserci già delle novità
sulla leadership», fa sapere il deputato Eugenio Zoffili della Lega e
coordinatore del tavolo. Il candidato più probabile continua a essere il
senatore sardista Christian Solinas.
Nel frattempo, dal coordinatore
arriva anche un'altra notizia: «In questi giorni, incontrerò Tore Piana di
Energie per l'Italia e cominceremo a verificare a chi possiamo allargare
l'alleanza». Che invece, sempre secondo Zoffili, «continuerà a non avere alcun
contatto col Partito dei sardi».
CAGLIARI Il candidato presidente del
centrosinistra per le Regionali del 2019 sarà «scelto solo con le primarie
aperte alla coalizione che andremo a costruire». Non in chissà quali stanze segrete,
ma neanche «attraverso diverse consultazioni popolari proposte da altri
(dovrebbero essere quelle nazionali lanciate dal Pds) e che rischiano di essere
solo la fotocopia dell'originale, le nostre storiche primarie». Ma quando ci
sarà la scelta? All'inizio di novembre. A annunciare il percorso più probabile
e la data più verosimile, è stato il segretario regionale del Pd.
Però prima Emanuele Cani ha detto anche
questo: «Da ottobre e per un mese intero il Partito democratico sardo sarà
impegnato in una lunga, capillare e decisiva campagna d'ascolto nei territori,
destinata a concludersi in un conferenza programmatica del Partito, che per noi
sarà fondamentale. È da lì che usciranno il programma elettorale, i nomi degli
eventuali candidati e tra l'altro, a quel punto, saranno anche più definiti i
confini del nuovo centrosinistra».
Perché per risalire la china, dopo
le ultime sconfitte elettorali e soprattutto provare a ripetere il successo del
2014, «abbiamo deciso - ha detto Cani – di ripartire dalle piazze, dalle
sezioni, dal coinvolgimento non solo degli iscritti, ma di tutta quella società
civile, appassionata e solidale. È quella con cui dopo aver dialogato per anni
e anni, in un recente passato abbiamo sbagliato a non ascoltare più o molto
meno».
Di fatto, in estrema sintesi, il Pd
ha deciso per contrastare la carica a testa bassa del Movimento Cinque stelle e
della Lega, i vincitori delle Politiche di marzo, deve ritornare a essere
quello che era prima alle ultime e clamorose grandi sconfitte. Vuole ritornare
a essere popolare. «Il nostro sarà quindi un rientro nel mondo reale - ha
sottolineato Cani - Perché se è scontato che oggi dica "viviamo l'era dei
social, siamo inondati dai post e il consenso è scandito solo dal numero di
like", per fortuna la politica è anche altro o deve ritornare a essere
altro.
A cominciare dai faccia a faccia con
la gente, dal sentire dalla viva voce degli elettori quali sono i loro problemi
quotidiani, o il poter discutere, intorno a un tavolo non attraverso i
computer, perché ci hanno votato fino all'altro giorno e poi non l'hanno più
fatto». Per il Pd quella che sta per partire sembra essere una
controrivoluzione culturale anche nella comunicazione.
Il vicesegretario Franco Sabatini è
stato deciso nel dire: «Certo, useremo ancora e eccome i social, infatti
abbiamo in mente di aprire un Forum di discussione sulla Rete, ma allo stesso tempo
vogliamo riaccendere le popolari discussioni di una volta». È una strategia -
ha aggiunto Laura Pisano - «con cui ci rivolgiamo non solo ai nostri iscritti
(sono 11.500), ma a tutti, perché l'obiettivo finale è ricostruire grazie a
quello che dovrà essere un contributo collettivo di progetti e soluzioni».
Su
diversi macro argomenti, che sono stati messi in fila da Cesare Moriconi:
giovani e lavoro, turismo, ambiente e industria, sanità e welfare, insularità e
trasporti, infrastrutture e spopolamento, cultura e scuola. «Saranno questi -
ha detto - i cardini del programma che, a ottobre, costruiremo grazie al
contributo fondamentale e decisivo della gente». Roberta Muascas della
segreteria Pd ha chiuso così: «Torniamo a essere persone, andremo noi da loro,
e non più solo nickname». (ua)
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