La
Nuova
Campo
progressista e Pds, prove di coalizione Scambio di missive tra Uras e Sedda ma
rimangono da superare le differenze sulle primarie
Primarie della Nazione, o primarie
del popolo sardo per scegliere il candidato presidente della Regione? Su questa
differenza c'è stato uno scambio di lettere fra Campo progressista e il Pds,
possibili alleati ma manca ancora la certezza. Uras scrive al Pds. «Non può
essere un termine a scavare fra di noi un fossato, a dividerci». È questa la frase
con cui l'ex senatore Luciano Uras, oggi portavoce di Campo progressista, punta
al dialogo fra sinistra e Partito dei sardi. Una frase necessaria, secondo lui,
dopo che le primarie sono state declinate in modi diversi: della Nazione,
indette per fine novembre dal Partito dei sardi, o invece quelle del popolo
progressista proposte da Uras.
Che nella lettera scrive: «Non
possiamo dividerci nella comune responsabilità di dare ai sardi un futuro di emancipazione
e verso il diritto dovere di autodeterminare il proprio destino». Per poi
aggiungere: «Sono andato alla ricerca della definizione dei termini con i quali
a vicenda abbiamo definito le primarie. Certo, esistono delle differenze fra
nazione e popolo ma è la ritrovata coscienza di essere nazione/popolo uno degli
oggetti per cui dobbiamo cercare l'unità».
Fino a guardare oltre gli steccati: «Appartengo
a una sinistra che vuole la discussione aperta su progetti e programmi.
Soprattutto appartengo a una sinistra vicino ai movimenti di libertà e
indipendenza, dei popoli». Mentre se ci fosse lo strappo si ripeterebbe solo
«la storia delle divisioni, in particolare quelle della sinistra dalla quale
provengo, spesso provocate dall'aver sottovalutato il valore degli atti ed
esasperato il peso delle parole. Per cui pur desiderando un medesimo
risultato s'è indebolito l'impegno unitario. Anche per questo sono certo che
non faremo più questo errore».
Sedda risponde al Cp. A Uras ha
risposto il presidente del Pds Franciscu Sedda, uno dei due destinatari della
lettera, l'altro è il segretario Paolo Maninchedda. «Se popolo e nazione
fossero termini intercambiabili - scrive - allora perché non usare nazione? Se
fosse così indifferente sarebbe anche facile. Se non è facile è perché c'è una
differenza. E se c'è una differenza, vuol dire che ci aspetta una scelta».
Subito dopo, in un altro passaggio: «La nazione implica una maggiore coscienza
e, secondo noi, questo "di più" è la rivoluzione, il cambio di
mentalità e d'azione, che ci serve perché offre ai sardi un motivo per unirsi,
cambiare il loro destino, scrivere una nuova storia». Per concludere: «O c'è da
parte nostra, come potenziale coalizione, un cambio di coscienza o stiamo
pestando acqua o, peggio, pintando la legna». (ua)
Si
valutano nuove adesioni. Intanto Rubiu passa dall'Udc a Fdi
Lunedì 15
nuovo incontro del tavolo
CAGLIARIIl secondo tavolo della
coalizione di centrodestra in vista
delle regionali di febbraio è stato
convocato lunedì 15 ottobre, alle
10, nella sede di Fratelli d'Italia
a Cagliari. A inviare la lettera è
stato è stato il commissario della
Lega per la Sardegna, il deputato
Eugenio Zoffili, portavoce del
tavolo. Al vertice prenderanno parte i
coordinatori delle forze fino a ora
presenti in coalizione:
Lega-Psd'az, Forza Italia, Fdi,
Riformatori e Udc.
All'ordine del
giorno cci sarà l«a valutazione sul
possibile ingresso di nuovi
alleati», Energie per l'Italia, ad
esempio, che ha già chiesto di
entrare Potrebbe essere anche
l'occasione per chiudere il cerchio sul
nome del candidato governatore del
centrodestra. Giovedì tra l'altro
ci sarà un incontro chiave a Roma
tra Antonio Tajani e tutti i
parlamentari e consiglieri regionali
di Forza Italia. Nel frattempo
c'è da registrare anche il passaggio
del consigliere regionale
Gianluigi Rubiu da capogruppo
dell'Udc a Fdi.
Fondi ai
gruppi, Vargiu produce nuovi atti
Interrogato
davanti al gup l'ex capogruppo dei Riformatori, indagato
insieme
ad altri tre ex consiglieri
CAGLIARI
Un lungo interrogatorio, quasi due
ore e mezzo ininterrotte, per
spiegare al giudice Roberto Cau e al
pm Marco Cocco che quel milione
di euro speso nella tredicesima
legislatura regionale non è altro che
il costo di un'attività politica
intensa, condotta nel ruolo di capo
del gruppo dei Riformatori. Spese
istituzionali, uscite per studi e
altre incombenze rivolte al lavoro
legislativo, alle proposte di
legge, a quanto un gruppo politico è
chiamato a fare all'interno della
massima assemblea sarda.
Alla conclusione dell'esame, in cui
ha
risposto a tutte le domande del
giudice e dell'accusa, l'ex
consigliere regionale ed ex
parlamentare Pierpaolo Vargiu ha
consegnato ai magistrati un faldone
di documenti e atti destinati a
tracciare il lavoro fatto in cinque
anni nell'aula di via Roma, spesi
- secondo Vargiu - soltanto per
l'attività politica e mai per ragioni
private. I documenti, secondo la
lettura della difesa, c'è la prova di
un lavoro condotto sempre
nell'interesse pubblico e mai deviato su
quello personale.
Concluso l'esame, il pm Cocco ha
chiesto al gup Cau
il tempo di esaminare la
documentazione e di incrociarne il contenuto
con i dati raccolti dalla polizia
giudiziaria nel corso dell'indagine
per peculato sull'uso illegale dei
fondi pubblici destinati ai gruppi
politici, un lavoro ormai divenuto
consueto quando gli indagati
portano all'udienza preliminare o al
giudizio di primo grado elementi
nuovi di valutazione.
Se il materiale prodotto all'ultimo
momento da
Vargiu e dal difensore Marco Lisu
dovesse convincere il magistrato
della Procura sulla correttezza
delle spese, la posizione dell'ex
presidente dell'Ordine dei medici potrebbe
cambiare e l'accusa di
peculato verrebbe rivista. E'
accaduto di rado, a inchiesta chiusa, ma
è accaduto. In questo caso Vargiu
non si è limitato a integrare gli
atti del procedimento ma ha
accettato di rispondere alle domande,
scelta condivisa da pochissimi
imputati nella sequenza di procedimenti
sull'uso dei fondi ai gruppi
regionali.
Per adesso resta la richiesta
di rinvio a giudizio avanzata da
Cocco per lui e per gli altri tre
componenti del gruppo dei
Riformatori: Attilio Dedoni, accusato di
aver speso illegalmente e senza
rendiconto 83 mila euro, Franco Sergio
Pisano (50 mila) e Gavino Cassano (5
mila), tutti finiti nel gorgo del
procedimento per gli stessi motivi
che hanno condotto finora la
Procura a indagare oltre cento
onorevoli ed ex onorevoli regionali,
con conseguente serie di condanne in
primo, secondo grado e
Cassazione.L'udienza preliminare
andrà avanti il 4 dicembre, quando il
giudice Cau dovrebbe dare il via
alla discussione.
Parlerà il pubblico
ministero, che si esprimerà anche
sul nuovo materiale consegnato da
Vargiu, quindi gli avvocati
difensori Luigi Concas, Leonardo Filippi,
Andrea Chelo, Francesco Atzeri,
Marco Lisu e Daniela Cicu. Nella
stessa mattinata, in assenza di
richieste per riti alternativi,
potrebbe arrivare la decisione sul
rinvio a giudizio degli indagati
davanti ad una delle due sezioni
collegiali del tribunale. (m.l)
Unione
Sarda
Verso le
elezioni Primarie, le scelte Pd-Pds
Un confronto alle primarie tra
Massimo Zedda e Paolo Maninchedda
sarebbe «una sfida interessante»,
per il segretario del Pd, Emanuele
Cani. Soprattutto in un momento in
cui «gli altri scelgono i candidati
o con pochi clic o con decisioni
prese a Milano». Cani, però, si
concentra sul partito; ieri sera c'è
stato l'incontro a Serrenti con
il direttivo provinciale del Pd:
«Lavoriamo per valorizzare le
risorse, e sono tante, inespresse».
Per quanto riguarda la candidatura
di Zedda, il segretario dem si tiene
defilato: «Sembra sempre più
evidente che nel territorio regionale
stia partendo un movimento largo
e diffuso che chiede anche il suo
impegno». Nazione o popolo: la
distanza tra il Partito dei sardi e
il centrosinistra è racchiusa in
questi due concetti. Le parole del
presidente del Pds, Franciscu
Sedda, non lasciano possibilità di
interpretazione: «Se popolo e
nazione fossero termini
intercambiabili allora perché non usare
nazione invece che popolo?».
È stato fissato per lunedì 15
ottobre l'incontro dei partiti del
centrodestra in vista delle prossime
elezioni regionali. La riunione
si terrà alle 10 nella sede di
Fratelli d'Italia a Cagliari per
cominciare a delineare i contenuti
del programma. Sette giorni prima,
però, lunedì 8 alle 11.30 al T hotel
di Cagliari, ci sarà la leader di
Fdi, Giorgia Meloni, per un incontro
sulle regionali. (m. s.)
Verso il
congresso
Pd, corsa
a tre per la segreteria Delrio si ritira
ROMA Una poltrona per tre. Il
Partito democratico non trova la quadra
sulla data del congresso, annunciato
per fine gennaio, o molto
probabilmente, per una ragione di
tempi, la prima settimana di
febbraio. Intanto l'u-ni-tà scandita
da piazza del Popolo si tramuta
in tre probabili candidati alla
segreteria: Maurizio Martina, Nicola
Zingaretti e una figura gradita a
Matteo Renzi (forse Marco Minniti,
ma non è ancora detto).
La matassa insomma non è stata
sciolta e a
scendere in campo è proprio il
governatore del Lazio, che avverte: «La
manifestazione di domenica ha detto
una cosa molto importante: ha
detto che non siamo scomparsi ma che
dobbiamo cambiare perché o questa
forza politica cambia o non è utile
all'Italia». Insomma, stop «al
partito dei capi» con un chiaro
riferimento a Matteo Renzi. Intanto
Maurizio Martina riscalda i motori:
«Io ho l'ambizione di pensare che
su quel palco c'era tutto il Pd».
Intanto chi è uscito sicuramente
dalla corsa alla segreteria è
Graziano Delrio. «Non mi candido a
guidare il Pd, sono però in campo al
cento per cento per sostenere un
gruppo dirigente nuovo».
UE.
«Molestie psicologiche»
Tajani sanziona
l'eurodeputata Giulia Moi (M5S)
L'europarlamentare M5S Giulia Moi è
stata sanzionata per «molestia
psicologica» nei confronti di
assistenti parlamentari e di deputati. A
deciderlo è stato il presidente del
parlamento europeo Antonio Tajani:
«A norma dell'articolo 166 del
regolamento, in base alle conclusioni
del comitato consultivo competente
per le denunce di molestie
riguardanti assistenti parlamentari
accreditati e deputati, e avendo
preso nota delle osservazioni
scritte della deputata interessata ho
deciso di comminare una sanzione
all'onorevole Giulia Moi per la sua
condotta nei confronti degli
assistenti parlamentari, qualificata come
molestia psicologica», ha annunciato
Tajani.
Giulia Moi perderà il diritto
all'indennità di soggiorno per un
periodo di 12 giorni. La decisione è
stata notificata alla deputata,
che presenterà ricorso all'ufficio
di presidenza sulla decisione di
Tajani. «Questa vicenda riguarda
persone sulle quali è stata mal
riposta la mia fiducia», ha
commentato l'europarlamentare del
Movimento 5 stelle.
Intanto ieri l'ex primo ministro
della Finlandia, Alexander Stubb, ha
annunciato la sua decisione di
candidarsi per ottenere l'investitura
del Partito popolare europeo (Ppe)
per la corsa alla presidenza della
prossima Commissione Ue nel 2019.
«Dopo una riflessione, ho deciso di
presentarmi per il posto di
capolista del Ppe» in vista delle prossime
elezioni europee, ha dichiarato
Stubb in conferenza stampa al
Parlamento europeo a Strasburgo.
Bistrussu
lascia la maggioranza: «Chi governa la città non ascolta»
L'addio era nell'aria e ieri si è
concretizzato: Lino Bistrussu,
eletto nelle liste della Base, a
sostegno di Massimo Zedda, passa
all'opposizione. Lo fa, affidando a
un comunicato la sua decisione.
«In questi due anni di mandato»,
scrive, «ho provato a portare il mio
contributo a questa maggioranza
anche nel nuovo ruolo di capogruppo
del Partito sardo d'Azione. Ma ho
capito che la critica propositiva
non è cosa utile a chi governa la
città.
Ne prendo atto e con i miei
compagni di partito proverà a
mettere in campo una alternativa seria e
credibile che pensi al bene della
città e non alle cariche politiche».
Nei mesi scorsi, Bistrussu aveva
seguito la decisione del movimento in
cui era stato eletto, confluito,
appunto, nel Psd'Az. Nel frattempo,
dopo l'allontanamento di Gianni
Chessa dalla Giunta, tre eletti nel
Psd'Az avevano confermato l'appoggio
a Zedda (creando il gruppo
Autonomisti con Lussu) mentre
Gabriella Deidda, rimasta nel partito,
era passata all'opposizione.
E Bistrussu era diventato il
presidente
di quel gruppo consiliare. Circa due
mesi fa, aveva, comunque,
annunciato l'intenzione di
continuare a sostenere la Giunta. Ma ieri è
arrivato il definitivo addio.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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