mercoledì 28 novembre 2018

Lo scalpo. (The casamonica case). Il triplo involucro della notizia, Di Gian Luigi Deiana.



Il caso Casamonica non riguarda un fatto, quanto piuttosto la notizia col quale questo è confezionato e la ragione ideologica di tutto il confezionamento: essa infatti è confezionata a involucro triplo, per me come cittadino, per me come pubblico e per me come elettore, e si compone quindi di tre elementi finalizzati alla mia completa fidelizzazione: la peculiarità del soggetto criminale, il saccheggio televisivo della sua dimensione privata e la esibizione della visita del capo del governo come parte culminante dell'operazione di polizia; la peculiarità criminale del soggetto, per quanto inquietante, è l'aspetto forse meno grave di tutto il gioco; fa certo impressione che in una città importante, una componente organica della capitale della nazione, vi sia stata per decenni una zona franca per una intera rete parentale.

Non si tratta infatti di una semplice organizzazione a delinquere o di un clan mafioso, ma di una rete familiare strutturatasi allo scoperto, con famiglie intere e vecchi e bambini, nella zona grigia in cui il legale e l'illegale sono miscelati e in cui sguazza di tutto: l'abusivismo, le estorsioni, la droga, le scommesse, i voti ecc.; viene certamente da pensare se e come ad Ostia ci sia una polizia municipale, un commissariato di polizia o una caserma dei carabinieri.

Tuttavia la peculiarità etnica del soggetto, che è di fatto un clan sinti, consente di sorvolare su questo, le eventuali omissioni dei tutori della legge, i ripetuti interventi repressivi che comunque si sono susseguiti da anni, e il fatto che comunque il processo è ancora da fare.

Il secondo involucro della confezione, il saccheggio televisivo di una casa privata, è davvero più inquietante: se io vengo tranquillazzato come cittadino, in quanto mi si dà conto di una demolizione di case abusive frutto di malaffare, che bisogno c'è di farmi vedere carrozzine, stucchi e vasche da bagno? Non ho mica visto quelle di Scajola, Bossi, Cota, Vallanzasca, Vattelapesca e di altri mille onesti delinquenti noti alle cronache: se a me o a te dovessero mai mettere le manette, sarebbe bello sbattere in tv i miei oggetti di vita quotidiana, le sedie o le foto di mia madre? Cosa mi importa di ori e stucchi se tutte le merci sono un pochino di merda e tutte le città mercato e i giochi a quiz della prima serata sono merda illuminata integrale?

La ricognizione del capo del governo, avvenuta a conclusione dell'assedio ma prima della demolizione, manco si trattasse di fort apache, è invece davvero il risvolto più osceno; personalmente ritengo che Conte, che assolve al compito di salvaguardare la parvenza istituzionale a fronte di due vicepresidenti esibizionisti, ributtanti e sempre in fregola, sia andato a casa Casamonica per evitare che fosse l'assatanato capo della lega a usare la tv per esibire lo scalpo; tuttavia lo ha fatto, magari con stile e diniego, ma ciò non ha evitato che comunque Salvini si sia cimentato davvero con una ruspa ad artigliare un tetto, e soprattutto non ha evitato questo orrido precedente: un capo di governo che sancisce in una abitazione privata il primato della legge insieme con la supremazia etnica, e che divide l'abusivismo buono di ischia dall'abusivismo cattivo di Ostia, e le malversazioni cattive milionarie di un clan sinti dalle milionarie benversazioni buone del più importante partito politico italiano è lo scalpo, non è la legge

Di Gian Luigi Deiana

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